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Di Francesco, Gabriele. "Il gioco d'azzardo nella società ludica". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 1 (abril de 2022): 91–105. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-001008.

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Resumen
Il gioco d'azzardo, fenomeno sociale di massa, è legalmente e socialmente accettato, incentivato dall'illusione di una grande occasione in grado di garantire un'esistenza di ludico disimpegno. Comoda scorciatoia per aumentare la fiscalità erariale dello Stato, l'azzardo entra ambiguamente nell'ambiente domestico, in senso fisico e virtuale. Il giocatore, attore inconsapevole del rischio, viene proiettato in una dimensione apparentemente priva di limiti spazio temporali in cui la percezione del danno viene sublimata, anche fisicamente, nell'esaltazione del proprio piacere.
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Curcuruto, Claudia. "„… la buona corrispondenza de gl’animi è quella che facilità tutti i negozii“". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, n.º 1 (1 de marzo de 2019): 303–25. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0014.

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Riassunto Sullo sfondo della complessa trama politica europea del Seicento, il presente contributo si propone di analizzare la Nunziatura Apostolica come risorsa amministrativa e politica nei processi di produzione e circolazione del sapere nel complesso rapporto tra la Curia romana e, in particolare, la Sacra Congregatio Concilii, e le chiese locali. Allargando la prospettiva e consultando fonti che finora non state prese in considerazione, si possono rilevare alcuni elementi costitutivi. L’attenzione è focalizzata soprattutto sulla Nunziatura di Vienna nella seconda metà del XVII secolo, e lo studio si concentrerà in particolare su uno dei grandi diplomatici pontifici di questo periodo, Francesco Buonvisi (1626–1700) che, tra 1675–1689, ricoprì la carica di nunzio apostolico presso la corte dell’imperatore Leopoldo I. In questo contesto è possibile esplorare le rappresentazioni del papa come strumento indispensabile per ottenere e gestire le informazioni. Trattare il nunzio apostolico come attore offre la possibilità di comprendere meglio i diversi processi della „diplomazia“, i suoi doveri e le sue attività nella nunziatura apostolica dell’età moderna. Il ruolo del nunzio papale presso la corte imperiale si presenta come „connettore“ tra due realtà (divergenti), come partner indispensabile per la Congregazione del Concilio, la Curia romana e il papa nell’amministrare la giustizia, nonché come importante mediatore per la promozione e l’esecuzione dei decreti di riforma del Concilio di Trento a livello locale. I nunzi apostolici non sono solo „oggetti“ di comunicazione della Curia romana o del papa, ma partecipano attivamente e con grande efficacia al governo della Chiesa e alla comunicazione tra Roma, le rispettive corti, e le diocesi dell’orbis catholicus.
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Frangi, Lorenzo. "Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations: a comparison between Italy and Brazil". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 2 (abril de 2013): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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Chase, Jeanne. "L'organisation de l'espace économique dans le nordest des États-Unis après la guerre d'Indépendance". Annales. Histoire, Sciences Sociales 43, n.º 4 (agosto de 1988): 997–1020. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1988.283536.

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Pour bien des chercheurs, la guerre d'Indépendance marque la fin du XVIIIe siècle. Elle forme le point de départ à partir duquel des institutions et une politique nouvelle viendront modeler le développement des États-Unis pendant la plus grande partie du XIXe siècle. Ses effets paraissent particulièrement évidents sur le littoral où le protectionnisme protège le commerce maritime, et aux frontières où la mise en vente de grands territoires attire de nombreux émigrants. Mais qu'en est-il des régions rurales de peuplement ancien ? Là, la population avait augmenté très fortement dès le milieu du XVIIIe siècle, et le marché intérieur avait commencé à être exploité systématiquement. La production textile y avait crû rapidement, en particulier dans les régions rurales voisines des grandes villes. La production de chaussures destinées à être commercialisées suivait le même mouvement ascendant.
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Piacentini, Matteo. "Afghanistan, i talebani ed il "Grande gioco"". FUTURIBILI, n.º 1 (marzo de 2011): 19–35. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001003.

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L'Afghanistan č stato spesso un luogo in cui macro-attori hanno giocato un "Grande gioco". L'Ottocento ha visto la Russia e l'Inghilterra attori del "Grande gioco", i paesi dell'Asia centrale e l'Afghanistan ne erano succubi. Negli anni Ottanta del Novecento la Russia sovietica cerca di risolvere autonomamente questo gioco assimilando questo paese ai paesi dell'Asia centrale. Ma altri due attori principali si inseriscono nel "Grande gioco", e cioč si tratta del Pakistan e degli Stati Uniti, che scalzano i russi dall'Afghanistan, utilizzando forze locali come, prima i, e poi dopo i talebani, fortemente sostenuti dal Pakistan e altrettanto fortemente orientati religiosamente con i caratteri sunniti. L'Autore mette in risalto perň come il petrolio sia il punto di riferimento del "Grande gioco". E, con il crollo dell'Unione Sovietica assumono importanza i paesi dell'Asia centrale, in primo luogo il Turkmenistan. Da questo punto di vista l'Afghanistan diventa il punto di connessione ditra questi paesi exsovietici e il Pakistan, con il sostegno degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita. L'orientamento fondamentalista dei talebani, e poi il loro approccio al terrorismo di Al Qaeda diffuso sia verso la parte occidentale del Pakistan che in alcuni paesi dell'Asia centrale, indeboliscono la posizione del Pakistan nel ruolo del "Grande gioco" ed invece inseriscono in questo, oltre agli Stati Uniti, anche la Russia, la Cina, l'India. Č un "Grande gioco" in cui elemento importante č l'utilizzo del petrolio dei paesi dell'Asia centrale, e in secondo luogo la lotta comune al terrorismo di orientamento Al Qaedista.
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Cremaschi, Marco y Silvia Lucciarini. "Quale agency per gli esperimenti urbani? Sperimentalismo e tattiche nel Grands Voisins a Parigi e al Mitreo di Corviale a Roma". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 128 (julio de 2022): 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128009.

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A partire dagli anni Duemila nel repertoire delle idee urbanistiche, ha preso piede la cosiddetta "urbanistica tattica", o transitoria, un'iniziativa svolta su terreni non occupati e edifici vuoti che mira a coinvolgere la comunità circostante prima che il sito sia sviluppato. Un aspetto cruciale nelle analisi sull'urbanistica tattica nelle sue forme istituzionalizzate -e quindi nelle public policy- è relativo alla composizione delle arene locali, la rappresentazione dei diversi interessi, le narrative dei diversi attori, e la scelta dei processi negoziali nelle decisioni condivise. Ovvero quali meccanismi di costruzione del consenso all'interno dell'arena degli attori locali siano presenti nell'implementazione di politiche urbane transitorie, che si muovono tra competizione e collaborazione. Questo breve paper esamina queste dinamiche per esplorare natura e prossimità degli interessi degli attori in due casi: i Grands Voisins a Parigi e il Mitreo di Corviale a Roma.
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Achukwi, M. D., V. N. Tanya, O. Messiné y L. M. Njongmeta. "Etude comparative de l’infestation des bovins Namchi (Bos taurus) et Goudali de Ngaoundéré (Bos indicus) par la tique adulte Amblyomma variegatum". Revue d’élevage et de médecine vétérinaire des pays tropicaux 54, n.º 1 (1 de enero de 2001): 37. http://dx.doi.org/10.19182/remvt.9803.

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L’attraction relative exercée par les bovins taurin Namchi et zébu Goudali de Ngaoundéré sur la tique adulte Amblyomma variegatum a été évaluée à travers l’exposition de ces animaux à l’infestation naturelle au pâturage. Le comptage des tiques adultes a été effectué une fois par semaine pendant six semaines. La méthode de l’analyse de variances (Anova) avec données répétées et les modèles linéaires généralisés (Glim) ont montré que l’infestation individuelle a été variable. Les Namchi ont moins attiré les tiques adultes que les Goudali (P < 0,05). Le taux d’infestation a varié aussi avec le temps et lesite de fixation des tiques sur l’animal (P < 0,05), la zone ventro-génitale ayant porté la plus grande charge tandis que les oreilles, le dos et la croupe ont été les moins infestés. Ces résultats suggèrent une résistance naturelle des Namchi à la tique A. variegatum. Cette aptitude innée des bovins Namchi à attirer le minimum de tiques pourrait être exploitée dans la mise en place d’une stratégie de contrôle durable et non-nocive à l’environnement.
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Labelle, Ronald. "Geneviève Massignon et les contes oubliés du Madawaska : un patrimoine à redécouvrir". Études 12 (29 de septiembre de 2014): 25–37. http://dx.doi.org/10.7202/1026782ar.

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Après avoir parcouru les régions acadiennes des provinces Maritimes en 1946-1947 afin de réaliser une thèse doctorale sur les parlers français d’Acadie, Geneviève Massignon y est revenue en 1961, attirée cette fois-ci par les conteurs et chanteurs traditionnels qu’elle avait découverts. Florent Gervais, conteur vivant dans le Madawaska américain, avait particulièrement attiré son intérêt. Massignon a présenté des contes du Madawaska lors du congrès de l’Isfnr à Athènes en 1964, mais elle est décédée deux ans plus tard et son grand projet d’édition de contes n’a jamais été réalisé. Massignon considérait que les contes du Madawaska méritaient d’être connus à travers le monde, mais son travail est tombé dans l’oubli. L’auteur s’interroge donc sur les tendances qu’ont les chercheurs de développer sans cesse de nouveaux chantiers de recherche, alors que des travaux importants demeurés inachevés mériteraient d’être repris. Selon lui, les contes traditionnels demeurent un domaine d’étude pertinent à l’heure où la pratique du contage connaît partout un renouveau.
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Rapini, Andrea. "Attori, spazi e saperi della riforma sociale durante la Grande guerra". PASSATO E PRESENTE, n.º 99 (octubre de 2016): 59–86. http://dx.doi.org/10.3280/pass2016-099004.

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Gastaldi, Francesco y Giuseppe Guida. "Made in sud. L'industria tra intervento pubblico e territorio dilapidato". CRIOS, n.º 23 (octubre de 2022): 42–55. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023005.

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Le politiche per il sud dell'Italia attuate dal dopoguerra ad oggi, hanno contribuito a ridurre il divario con il Nord ma, nonostante ciò, questa area costituisce ancora un nodo irrisolto politico e socioeconomico del Paese. Tale condizione si riflette nelle forme territoriali, la cui crisi oggi reclama, da un punto di vista urbanistico, una lettura pertinente e modelli solutivi di tipo strate- gico e un approccio rigenerativo. Il quadro che viene tracciato relativamente all'intervento pub- blico a Sud è centrato sul ruolo di tre attori: la grande industria e lo Stato, con la loro reciproca commistione e il milieu territoriale meridionale. Dal punto di vista territoriale, si è determinato, tra agli altri esiti, un rapporto critico tra le grandi aree industriali e i territori di medie e piccole città attorno alle quali furono impiantate le grandi "piastre" produttive, in particolare delle Aree di Sviluppo Industriale. Attraverso il caso studio della provincia di Caserta, si suggerisce la necessità di un quadro analitico adeguato e un approccio rigenerativo replicabile dove le identità rurali, l'abbandono, il palinsesto storico e una vocazione industriale ancora persistente si contendono il territorio incidendo sulle prospettive di futuro.i.
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Dolcini, Nevia. "La "Bergmann-Renaissance"". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2011): 191–98. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003013.

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Gustav Bergmann (1906-1987) č oggi considerato da molti il piů grande - se non l'unico - ontologo del Novecento. Tuttavia, isolato daldella filosofia a lui contemporanea, la sua voce č rimasta fino a tempi recenti quasi del tutto inascoltata. Questo articolo propone una breve ricostruzione della vita e della proposta filosofica di Bergmann, e presenta i principali attori ed eventi di quella che puň essere salutata come una vera e propria.
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Fidolini, Vulca. "Pensare l'individuo nel Sud Da attore empirico a soggetto morale". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 45 (febrero de 2013): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045009.

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Il campo di studio della modernitÀ si caratterizza come luogo di evidenza e affermazione storica della questione dell'individuo. Le scienze sociali ne hanno interpretato gli sviluppi in relazione esclusiva alle grandi categorie analitiche del pensiero euro-occidentale, consolidandone la discussione in un contesto culturale ‘bloccato'. Un'analisi sociologica sulla costruzione della giovinezza nella riva sud mediterranea, e in particolare sui giovani adulti dei centri urbani del Marocco, offre l'occasione per ripensare il paradigma interpretativo della modernitÀ e il significato di individuo individualizzato alla luce di nuove traiettorie di mutamento sociale. Una prospettiva di studio che si colloca nell'attualitÀ del dibattito sociologico volto a riconoscere l'esistenza di differenti forme di costruzione moderna del soggetto nel panorama culturale del Sud globale.
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Barget, Eric y Jean-Jacques Gouguet. "De l’importance des dépenses des spectateurs étrangers dans l’impact touristique des grands événements sportifs". Téoros 30, n.º 2 (7 de septiembre de 2012): 105–19. http://dx.doi.org/10.7202/1012247ar.

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De nombreuses études d’impact économique ont été commanditées afin de vérifier que les grands événements sportifs peuvent influer sur le niveau d’activité économique du territoire hôte. L’attraction de nombreux touristes est le plus souvent placée au centre de l’analyse. Néanmoins, ces travaux font toujours l’objet de multiples controverses. En effet, de redoutables problèmes méthodologiques se posent pour effectuer un tel calcul, et les résultats doivent être interprétés avec beaucoup de précautions. Nous avons essayé d’éviter les principaux biais liés au calcul d’impact pour élaborer une évaluation la plus fiable possible d’un méga-événement sportif. En utilisant la théorie de la base et en collectant une information de qualité sur le terrain, nous nous sommes efforcés d’éviter les erreurs les plus communes. Nous avons choisi la Coupe du monde de rugby 2007, en France, pour illustrer ce débat. Les spectateurs étrangers sont à l’origine de l’essentiel du montant de l’impact économique sur les régions françaises, avec de grandes différences selon leurs nationalités et leurs profils sociodémographiques. Il apparaît ainsi que l’impact régional de la manifestation est d’autant plus fort que les parties accueillies ont attiré beaucoup de spectateurs étrangers, dotés d’un haut niveau de revenus et de dépenses. Des enseignements peuvent être tirés d’un tel résultat pour les organisateurs qui veulent accueillir un grand événement sportif.
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Adobati, Fulvio y Andrea Debernardi. "Chi è stato? Grandi infrastrutture di trasporto, conflitti territoriali e identificazione dell'interesse generale". ARGOMENTI, n.º 34 (junio de 2012): 51–71. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034003.

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La realizzazione di "grandi" infrastrutture di trasporto si sviluppa spesso all'interno di contesti decisionali caratterizzati da elevati livelli di conflittualità, che le descrizioni più diffuse tendono a ricondurre al ben noto schema NIMBY (Not In My Backyard). Scopo del contributo è quello di ricostruire il network politico territoriale degli attori e degli interessi coinvolti in processi decisionali relativi a quattro grandi infrastrutture di trasporto (autostrada Brebemi-TEM di Milano, Pedemontana lombarda, nuova linea ferroviaria Torino-Lione, nuova trasversale ferroviaria alpina), evidenziando scale (territorialiistituzionali) e forme di legittimazione delle scelte. L'analisi delle esperienze praticate vuole fare emergere diverse forme e visioni dell'"interesse generale".
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Harker, H. John. "La rémunération objective des cadres et du personnel pour le Canada". Relations industrielles 27, n.º 3 (12 de abril de 2005): 431–35. http://dx.doi.org/10.7202/028311ar.

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L'auteur attire l'attention sur certaines études en voie d'exécution, surtout en Grande-Bretagne, mais aussi en Amérique du Nord, laissant croire à l'existence d'une solution valable de rechange à la négociation collective en matière de relations du travail. Cette solution de rechange, la méthode dite de la période d'autonomie des initiatives pour mesurer les niveaux de travail et disposer les structures équitables de rémunération, fait l'objet d'un examen; ses inconvénients ainsi que ses répercussions pour le Canada sont mises en lumière.
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Lafarga, Francisco. "Sobre la historia de la traducción en España: contextos, métodos, realizaciones*". Meta 50, n.º 4 (13 de enero de 2006): 1133–47. http://dx.doi.org/10.7202/012065ar.

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Resumen
Résumé L’article prétend brosser un panorama de la situation de l’histoire de la traduction en Espagne. Après avoir analysé les contextes où l’histoire de la traduction est présente (enseignement, bibliographies, manuels de traduction), l’auteur insiste tout particulièrement sur des réalisations récentes et attire l’attention sur l’essor de cette discipline – au niveau des publications – en Espagne, où en peu d’années ont paru deux grands manuels panoramiques, ce qui constitue un cas tout à fait particulier par rapport à d’autres pays de son entourage culturel.
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Bechara Sanchez, Fabio José y Turatti Maria Cecília Manzoli. "Agricoltura famigliare ed etnicitŕ: le trasformazioni delle lotte contadine in Brasile". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (diciembre de 2012): 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128009.

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Nonostante la grande speranza depositata dai movimenti sociali legati alla lotta per la terra nell'ampliamento della riforma agraria durante il governo Lula, cioč, che finalmente sarebbe stata data prioritŕ alla riforma agraria da parte del governo e che sarebbe stata modificata la struttura fondiaria in Brasile, il fatto fu che la riforma agraria durante i due mandati del governo Lula alla presidenza del Brasile rimase molto al di sotto di quanto sperato Questo articolo voglia presentare ai lettori le dinamiche politiche e degli attori (gli agricoltori famigliari e i contadini etnici) che emergono del spostamento dela azione politica in relazione ai problemi fondiari e della riforma agraria in Brasile durante il governo Lula (2003-2010).
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Butera, Federico y Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Resumen
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Carrino, Annastella. "Fra nazioni e piccole patrie. "Padroni" e mercanti liguri sulle rotte tirreniche del secondo settecento". SOCIETÀ E STORIA, n.º 131 (mayo de 2011): 36–67. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001002.

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Nell'immagine storiografica diffusa, l'economia settecentesca si presenta come una macchina che produce sviluppo e, al tempo stesso, dominazione e emarginazione. Ai suoi vertici si collocherebbero potenze superiori sotto il profilo della capacitÀ produttiva, mercantile e politico-militare; all'altra estremitÀ, residuerebbero spazi secondari, praticabili da soggetti privi di ambizioni, relegati dentro circuiti locali in grado di affacciarsi a quelli piů ampi solo in un nesso di subordinazione, o collocandosi sul crinale fra lecito e illecito. Accogliendo suggestioni presenti in studi recenti, l'a. prova a sfumare e complicare questa immagine, sottolineando come una parte significativa dell'espansione commerciale mediterranea settecentesca veda come protagonisti soggetti, luoghi e pratiche spesso privi di capitali rilevanti, saperi codificati e protezioni statali robuste. Il nuovo protagonismo dei "Genovesi" al centro di questo contributo non si pone in continuitÀ con la gloriosa storia del commercio e della finanza genovesi fra tardo medioevo e prima etÀ moderna. Essi sono in realtÀ micro-mercanti provenienti non dalla Dominante, ma da alcuni borghi costieri liguri. Non restano tuttavia figure marginali: riescono invece a fuoriuscire dall'andirivieni del piccolo cabotaggio e a diventare protagonisti di una parte significativa del commercio in grande, inventando modi di fare mercato, strumenti inediti per acquisire informazione e fiducia. Alla base della loro vitalitÀ vi č un anche rapporto forte e mai interrotto con i villaggi natali: minuscoli centri costieri, debolissimi sotto il profilo demografico, istituzionale, commerciale e finanziario, ma al tempo stesso custodi di un capitale relazionale importante, di funzioni mercantili decisive per il loro successo imprenditoriale. Tratteggiando biografie individuali e di gruppo, il saggio suggerisce l'immagine di un Mediterraneo settecentesco affollato di attori, pratiche e luoghi non sempre canonici. Ignorandoli e concentrandosi esclusivamente sulle grandi imprese mercantili, sulle grandi "nazioni" protette da mercantilismi prepotenti, si rischierebbe di non comprendere il funzionamento di questo mercato in una fase decisiva della sua trasformazione.
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Dieng, Moda y Bingyang Liu. "Les enjeux de l’expérience chinoise en matière de multilatéralisme : le cas de la Banque asiatique d’investissement dans les infrastructures". Études internationales 46, n.º 4 (18 de agosto de 2016): 517–38. http://dx.doi.org/10.7202/1037282ar.

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Ce document analyse les enjeux de l’expérience chinoise en matière de multilatéralisme. L’étude porte sur la Banque asiatique d’investissement dans les infrastructures, une nouvelle institution financière multilatérale créée par la Chine. L’initiative bénéficie d’une large participation internationale, attire l’attention et suscite beaucoup de réactions dans le monde. Elle met en exergue la politique d’affirmation de la Chine et son pouvoir d’attraction. Elle traduit surtout l’insatisfaction de ce pays par rapport aux grandes institutions financières internationales et sa volonté de trouver une plateforme de coopération qui puisse refléter son poids économique et répondre à ses intérêts. Bien que prometteuse sur le papier, la nouvelle banque révèle beaucoup d’incertitudes.
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Douglas, Megan, Sarah Holtzen, Sinéad G. Ruane, Kim Sherman y Aimee Williamson. "Abrupt policy reversal amid Black Lives Matter: Starbucks’ grande employee dress code problem". CASE Journal 17, n.º 5 (25 de noviembre de 2021): 673–90. http://dx.doi.org/10.1108/tcj-02-2021-0030.

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Theoretical basis Organizational Justice Theory serves as a useful frame for discussion of this case, focusing on perceptions of fairness in the workplace. Such perceptions are shaped by outcomes, procedures, information and interpersonal treatment. Perceptions of justice in these four dimensions are associated with job performance, citizenship behaviors and some mental health outcomes. The Exit, Voice, Loyalty, Neglect (EVLN) Model outlines four potential responses (exit, voice, loyalty and neglect) to perceived job dissatisfaction, serving as a useful framework for students to discuss potential employee reactions to Starbucks’ decisions. Research methodology This case was developed from secondary sources, including news reports, company annual reports and websites. The case has been classroom tested with undergraduate students in Principles of Management (online and face-to-face) Human Resource Management (online asynchronous) and Labor/Management Relations (online synchronous). Case overview/synopsis In June 2020, Starbucks became immersed in controversy when its dress code policy conflicted with its public support for national protests over police brutality against Black Americans, including the death of George Floyd while in police custody. While publicly supporting the protests in a series of tweets, an internal memo forbidding employees from wearing Black Lives Matter attire was leaked to the press, generating national outcry, threats of a boycott and forcing Starbucks to reverse course immediately. This case examines the benefits and challenges of a corporate dress/uniform policy, and the implications of corporate involvement in social justice issues. Complexity academic level This case can be used in a wide range of undergraduate and graduate courses, but particularly in Principles of Management and Human Resources courses.
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Clodio Enre. "Tra arbitrato brasiliano e arbitrato europeo: uno studio sull'Agenzia nazionale delle telecomunicazioni (ANATEL) e sull'Ufficio delle comunicazioni (UFCOM)". International Journal of Science and Society 4, n.º 4 (27 de octubre de 2022): 183–94. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.564.

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La ricerca dell'arbitrato come mezzo di risoluzione delle controversie è importante per la grande mole di casi sottoposti al giudizio dello Stato - giudice, in numero inversamente proporzionale alla preparazione tecnica di coloro che sono investiti della funzione giurisdizionale per atto statale . Attualmente parlare di composizione extragiudiziale dei conflitti in materia di regolamentazione significa entrare in uno scenario di grandi discussioni e dibattiti. In questo modo, il testo cerca di costruire ragioni per la risoluzione delle controversie nel campo delle telecomunicazioni attraverso l'arbitrato, anche, vista l'esperienza europea, come l'UFCOM. Uno dei compiti delle agenzie di regolamentazione è proprio la soluzione dei conflitti tra attori del settore a livello amministrativo. Analizzando le forme di risoluzione delle controversie nell'Unione Europea, si può evidenziare il peculiare comportamento. Nelle principali controversie che si verificano nel continente, è più comune utilizzare l'arbitrato rispetto alla magistratura. Infatti, l'arbitrato può essere utilizzato da ANATEL come uno strumento importante per garantire una concorrenza ampia, libera e leale tra i fornitori di servizi di telecomunicazioni, in quanto elude la lentezza della magistratura e la possibilità di contenziosi fittizi, consentendo la rapida adozione di una decisione che spesso lede i diritti di un gran numero di utenti dei servizi di telecomunicazione. L'alto prestigio di cui godono questi metodi di risoluzione delle controversie rende omaggio alla loro caratteristica di essere un forum neutrale posizionato lontano da un'agenzia di regolamentazione di un determinato paese e vicino a arbitri scelti di comune accordo, o anche collegato ad istituzioni internazionali che forniscono i servizi di arbitrato nelle controversie commerciali.
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D’Agostino, Sandra y Silvia Vaccaro. "La via italiana al duale: opportunità e criticità". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (junio de 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001006.

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La sperimentazione di una via italiana al sistema duale si inquadra nel solco di una serie di misure che negli ultimi decenni hanno puntato al rafforzamento della formazione professionale iniziale; in questo contesto, il rilancio dell'"apprendistato formativo", ovvero quello per il conseguimento dei titoli dell'educazione secondaria superiore, stenta a decollare. Il successo di questa misura richiede agli attori di ripensare il loro ruolo e superare alcune debolezze di più lungo periodo. Inoltre, le grandi trasformazioni del lavoro e della produzione pongono ulteriori sfide ai sistemi di formazione professionale. Solo vincendo queste sfide è possibile immaginare uno scenario futuro diverso da quello di investimento marginale per la formazione professionale anche in Italia.
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Re, Luciano. "Attese e disincanti per le celebrazioni del Risorgimento: cronache di architettura nella cittŕ di Torino (1861-1911-1961-2011)". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 227–50. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132008.

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Il saggio delinea un'interpretazione dei grandi eventi celebrativi dell'Unitŕ d'Italia che hanno interessato Torino (1861 attese e preparativi della cittŕ a divenire capitale d'Italia, 1911 Esposizione del I Cinquantenario; 1961 Esposizione del Centenario detta Italia '61; 2011, Centocinquantenario) come "quadri di un'esposizione", di progetti e realizzazioni. I loro intervalli sono proposti come "promenades", nelle quali la cittŕ si trasforma, coinvolgendo anche le architetture delle precedenti manifestazioni.
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Leo, Piero y Andrea Liberto. "UN NUOVO GENERE E UNA NUOVA SPECIE DI MELAMBIINA DELL’OMAN (Coleoptera, Tenebrionidae)". Fragmenta Entomologica 43, n.º 2 (31 de octubre de 2011): 157. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.43.

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<em>Orarabion dominici</em> n. gen n. sp. della sottotribù <em>Melambiina</em> viene descritto su esemplari provenienti dal’Oman settentrionale. Il nuovo genere è caratterizzato principalmente dal corpo attero, massiccio, la taglia relativamente grande, le elitre con strie sottili ed interstrie piane, le protibie con margine esterno largamente arrotondato ed apice svanito, l’organo copulatore maschile relativamente allungato con lunga e fitta pubescenza all’apice dei parameri. La localizzazione geografica del nuovo genere è estremamente eccentrica rispetto all’areale dei restanti generi Paleartici della sottotribù cui sembra essere più affine.
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Mansi, Adriano. "Nascita e sviluppo della Conferenza permanente dei rettori delle università italiane (1957-1973)". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 300 (noviembre de 2022): 153–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300020.

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La Conferenza permanente dei Rettori delle università italiane (Crui) fu uno degli attori principali sulla scena universitaria negli anni Sessanta. I rettori divennero presto la componente con più possibilità di influire sulla politica accademica, anche grazie agli intrecci con la politica e le istituzioni. Non erano solo professori ordinari, ma figure ai vertici della propria disciplina, spesso parte dell'amministrazione centrale. Ciò conferiva loro grande capacità di influenza, soprattutto se organizzati in una struttura stabile. L'autore chiarisce quali furono i primi sviluppi della Conferenza; come si pose di fronte alle trasformazioni negli atenei; il grado di influenza sulle decisioni politiche; le relazioni con le altre componenti accademiche. L'autore ha svolto la ricerca presso gli archivi di alcuni atenei, non esistendo un fondo Crui. Sono stati inoltre utilizzati alcuni fondi personali: quello dell'ex-ministro della Pubblica istruzione Luigi Gui (Dc) e quello di Tristano Codignola, allora responsabile scuola del Psi.
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Fournier, Jonathan. "Les économistes canadiens-français pendant l’entre-deux-guerres". Revue d'histoire de l'Amérique française 58, n.º 3 (1 de noviembre de 2005): 389–414. http://dx.doi.org/10.7202/011626ar.

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Résumé L’institutionnalisation de la science économique québécoise francophone tire ses origines de l’École des Hautes Études commerciales de Montréal qui fournit le cadre institutionnel et les pionniers d’une discipline en construction. La profession d’économiste attire dans ses rangs un grand nombre de partisans du nationalisme qui orientent la discipline vers un registre bien particulier. Ces derniers vont s’inspirer de doctrines élaborées en Europe pour analyser une réalité toute nord-américaine. Les premiers travaux d’économique s’inscrivent d’ailleurs dans une volonté de transformer la société. En étudiant comment le climat idéologique a influencé la production scientifique des premiers économistes canadiens-français, on assiste à la naissance d’une discipline qui se cherche des modèles et qui désire concilier analyse scientifique et transformation de la société.
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De las Rivas Sanz, Juan Luis. "Dificultades del urbanismo comercial: El plan general de equipamiento comercial de Castilla y León". Ciudades, n.º 10 (1 de febrero de 2018): 109. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.109-142.

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La rete commerciale in Castilla y Léon evidenzia con chiararezza la relazione con il sistema insediativo regionale, con le sue debolezze e peculiarità. Lo sviluppo di nuove grandi strutture commerciali e di malls, benché nettamente minore di quello che si è registrato in altre regioni della Spagna, aumenta la dipendenza del territorio extraurbano dai centri maggiori e determina un rilevante impatto sulla rete distributiva tradizionale. Le aree rurali ed i centri o i sobborghi storici rischiano di vedere diminuita la propria vitalità. La pianificazione delle attività commerciali, gestita dalle Regioni, cerca di trovare un punto di equilibrio tra le strutture commerciali tradizionali e quelle nuove, e comunque la legislazione di settore impone in Spagna una specifica autorizzazione per i centri commerciali, i malls e in genere per i grandi formati della distribuzione moderna. Ma le azioni sono in ogni caso orientate dagli attori che intervengono nel processo decisionale, in un contesto di conflittualità tra gli interessi dei diversi operatori del settore. E’ risultata evidente la sottovalutazione dell’ impatto del commercio sui sistemi urbani e ambientali.
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Azzini, Silvia. ""A che gioco giochiamo?" Riflessioni attorno al gioco con i piccoli-grandi pazienti". SETTING, n.º 35 (noviembre de 2014): 119–28. http://dx.doi.org/10.3280/set2013-035007.

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Gama, Zadig Mariano Figueira. "Traductions du conte « La Menteuse », d’Alphonse Daudet, dans la presse brésilienne (1874-1952)". Cadernos de Tradução 41, n.º 2 (25 de mayo de 2021): 180–99. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2021.e75373.

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Différemment d’autres œuvres écrites par Alphonse Daudet (1840-1897), le recueil de contes Les Femmes d’artistes (1874) n’a pas suscité l’intérêt de la critique lors de sa parution; jusqu’à présent il occupe une place secondaire dans les études menées dans le domaine universitaire. Dans une recherche effectuée dans le fonds de périodiques numérisés de la Bibliothèque nationale du Brésil, l’on a trouvé cependant sept des douze contes qui composent ce recueil, traduits en portugais. Parmi ceux-ci, celui qui attire le plus l’attention est “La Menteuse”, qui compte sept traductions différentes, reproduites dans des journaux et des revues brésiliens entre 1884 et 1952. Afin de récupérer cette partie qui compose la grande mosaïque de la réception de l’œuvre de Daudet au Brésil, cette étude de cas s’interroge sur les agents et les institutions responsables de la diffusion et de la réception du conte “La Menteuse” en France et au Brésil tout comme sur les supports de publication de celui-ci.
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Castiglioni, Benedetta, Massimo de Marchi y Monica Ruffato. "Paesaggi democratici: dalla partecipazione alla cittadinanza". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (abril de 2011): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001006.

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L'articolo esplora le potenzialitŕ offerte dal paesaggio (inteso nella sua dimensione sociale di mediatore sensibile tra societŕ e territorio) come occasione di partecipazione e di costruzione di una cittadinanza sostenibile e responsabile. Dopo una attenta analisi della dimensione sociale del paesaggio, alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) la seconda parte dell'articolo affronta il quadro delle politiche per la partecipazione, e l'evolversi degli strumenti di misurazione dell'che obbligano ad un miglioramento della qualitŕ decisionale e dell'inclusione sociale sulle questioni relative ai rapporti tra comunitŕ e luoghi. Nella terza parte dell'articolo sono esaminati due tipologie di esempi relativi all'istituzionalizzazione di pratiche partecipative relative al paesaggio: gli Osservatori del Paesaggio e le reti di attori. L'ultima parte dell'articolo evidenzia come il "fare partecipazione" sul paesaggio rappresenti una grande occasione pubblica per ricostruire e approfondire la dimensione della cittadinanza sostenibile a partire dal delineare nuove regole di appartenenza e responsabilitŕ nei confronti di comunitŕ e luoghi.
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Beaulne, Jacques. "Le droit au patrimoine familial et le droit à la succession : droits irréconciliables ?" Chronique de législation 20, n.º 4 (28 de marzo de 2019): 669–91. http://dx.doi.org/10.7202/1058348ar.

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L’introduction de la notion de patrimoine familial suscite de nombreuses questions lorsque la dissolution du mariage résulte du décès de l’un des conjoints. C’est à l’étude de trois de ces difficultés que s’attarde le présent texte. En premier lieu, l’auteur s’emploie à démontrer que certains facteurs tels la philosophie et la nature du nouveau régime, s’opposent à la transmissibilité du droit au partage du patrimoine familial en faveur de la succession d’un conjoint prédécédé. Dans un second temps, l’auteur attire l’attention sur les effets du cumul des droits découlant du patrimoine familial, des droits du régime matrimonial et de ceux de la succession, pour mettre en lumière la grande complexité d’un régime destiné à la fois à protéger le conjoint survivant et à rendre accessibles aux citoyens les dispositions du nouveau Code. Dans un dernier temps, l’auteur veut démontrer que le pouvoir d’attribution de biens accordé au tribunal ne saurait mettre de côté la liberté de tester reconnue par le Code.
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Shakir, Zehiya Umar. "Carattere politico E la diplomazia antincendio dell'Arabia Saudita". International Journal of Science and Society 4, n.º 2 (28 de julio de 2022): 390–98. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i2.486.

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Questo documento cerca di tracciare la natura politica dietro la decisione dell'Arabia Saudita Il Regno dei Sauditi giustizia il religioso sciita Nimr Baqir Al-Nimr usando la teoria dell'atto linguistico. Non è un caso quando l'esecuzione del Nimr condotta prima dell'attuazione del PACG, ha raggiunto l'Iran con il gruppo 5+1 e l'Unione Europea. L'azione politica saudita nasce da un carattere politico che è sia personale che tribale. Questo articolo fornisce un rinforzo teorico alle precedenti ricerche correlate, in particolare Hermann Frederick Eilts sulla politica estera dell'Arabia Saudita, anche Philip S. Khoury e Joseph Kostiner che evidenzia la formazione dello stato e i modelli del paese tribale arabo. Modello di tracciamento della diplomazia del fuoco che fa affidamento sul petrolio (denaro) e sulla spada (militare), un po' tanto per contribuire sull'urgenza di comprendere la natura politica, compreso lo stile della diplomazia, in quanto grandi mappe per analizzare l'azione politica degli attori arabi regno di Saud nel rispondere alle dinamiche politiche regionali e globali
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Perrelli, Franco. "Grotowski's First Tour Abroad: The Constant Prince in Scandinavia". New Theatre Quarterly 26, n.º 4 (noviembre de 2010): 307–18. http://dx.doi.org/10.1017/s0266464x10000618.

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Little attention has been paid to the fact that Grotowski's first tour abroad with the Laboratory Theatre was to the Scandinavian countries rather than to Paris, as is often imagined. In this article, Franco Perrelli focuses on the responses of critics, especially in Sweden, to performances of The Constant Prince and to the seminars and other discussions accompanying the tour. He thus provides a comprehensive account of the impact made by Grotowski and his actors in their first encounter with spectators outside Poland. A specialist in Scandinavian theatre, Franco Perrelli is Chair of Performing Arts and Head of the Doctoral School in the Department of Art, Music, Theatre and Cinema (DAMS) at the University of Turin. His books include Echi nordici di grandi attori italiani (2004), La seconda creazione. Fondamenti della regia teatrale (2005), I maestri della ricerca teatrale. Il Living, Grotowki, Barba e Brook (2007), and Strindberg: la scrittura e la scena (2009).
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Courvoisier, François. "Des nano-plasmas pour la découpe du verre". Photoniques, n.º 112 (2022): 26–31. http://dx.doi.org/10.1051/photon/202211226.

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Dans le domaine de l’ablation par laser femtoseconde, une classe particulière de faisceaux a récemment attiré une large attention de la part de la communauté scientifique et industrielle : les faisceaux « non-diffractants ». Leur profil transverse varie très peu lorsqu’ils se propagent et ils se révèlent particulièrement efficaces pour déposer de l'énergie à une échelle nanométrique sur de grandes distances à l'intérieur des matériaux transparents. Ceci permet en particulier la découpe de verre et de saphir à des vitesses pouvant atteindre le mètre par seconde. Ces nano-plasmas à très haut rapport de forme posent des défis scientifiques et ouvrent de nouvelles opportunités.
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Scarlett, O'Phelan Godoy. "L'Utopie andine. Discours parallèles à la fin de l'époque coloniale". Annales. Histoire, Sciences Sociales 49, n.º 2 (abril de 1994): 471–95. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1994.279272.

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Ces derniers temps, le thème de l'« utopie andine » a attiré l'attention des chercheurs. L'imbroglio idéologique des mouvements sociaux a été l'objet essentiel de leurs travaux, si bien que la dimension économique ou le problème de l'introduction de certaines politiques économiques qui permettent d'expliquer le déferlement des vagues d'agitation sociale ont été relégués au second plan.Bien sûr, l'idéologie n'est pas sans fondements ; elle repose sur des discours, des manifestes politiques, des programmes, c'est-à-dire sur de l'évidence. C'est pourquoi justement à la lumière de l'évidence, je voudrais passer au crible trois grands thèmes qui ont contribué à raviver la discussion sur les révoltes andines du XVIIIesiècle.
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ΚΑΡΑΚΑΤΣΟΥΛΗ, ΑΝΝΑ. "ΤΥΠΟΣ, ΕΞΟΥΣΙΑ ΚΑΙ ΠΑΡΑΔΟΣΗ. Η REVUE DES DEUX MONDES ΣΤΟΝ ΜΕΣΟΠΟΛΕΜΟ". Μνήμων 23 (1 de enero de 2001): 296. http://dx.doi.org/10.12681/mnimon.714.

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<p>Anne Karakatsoulis, La Revue des Deux Mondes pendant l'entre-deuxguerres</p><p>La Revue des Deux Mondes nuance fortement l'image-type de la revuequi a attiré l'attention de la recherche historique récente. Elle n'est pasle produit d'un petit groupe d'intellectuels marginaux, elle ne connaîtpas de mésaventures économiques ou de vacillations idéologiques, elleabhorre tout ce qui de loin pourrait ressembler à une avant-garde eten plus, elle réussit un trajectoire plus que centenaire. Fondée en 1829,elle avait rapidement trouvé son espace comme «grande revue de culturegénérale» s'adressant à une «élite intellectuelle», bourgeoise et bienpensante.Si en ses débuts elle côtoya les romantiques, après 1848 ellesuivit l'évolution de son public vers le conservatisme social et y demeura.Depuis le Second Empire et jusqu'à l'entre-deux-guerres, sesidées de fond furent le libéralisme et la grandeur de la France, avec unintermède fortement tenté de polémique catholique durant le passagede Ferdinand Brunetière à sa direction à l'aube du vingtième siècle.La Reçue des Deux Mondes dépasse le simple cas de la revue etatteint la dimension d'une institution littéraire et politique en réunissantpour cela les exigences de la permanence et de la reconnaissanceofficielle. De par sa longévité, sa diffusion mondiale croissante, sonpartimoine inébranlable d'abonnés fidèles qui transmettent la traditionde l'abonnement familial à la Revue de génération en génération, et enconséquence, sa situation économique florissante, mais aussi et par dessustout, de par la direction inspirée de René Doumic (1916-1937) etson équipe rédactionnelle, la Reçue des Deux Mondes devient la tribunedes grands hommes politiques et des littérateurs consacrés et parvientainsi à s'imposer comme «l'ambassadrice des lettres françaises».</p>
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Cantin, Serge. "L’homme de Marx est-il un sujet individuel ou un être social?" Articles 18, n.º 1 (6 de agosto de 2007): 25–60. http://dx.doi.org/10.7202/027140ar.

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RÉSUMÉ Prenant le contre-pied de l'opinion généralement admise concernant l'anthropologie marxienne, Louis Dumont (dans son ouvrage Homo JEqualis. Genèse et épanouissement de l'idéologie économique} désigne celle-ci comme l'expression la plus achevée de l'idéologie individualiste moderne. Cet article examine les principaux arguments à l'appui de cette interprétation et s'interroge sur sa capacité à éclairer l'enjeu que recèle la conception marxienne de l'homme. Je me propose de montrer que l'opposition rigoureuse entre holisme et individualisme dans laquelle s'enferme la lecture dumontienne laisse échapper cet enjeu, que seule une juste appréhension du naturalisme marxien est, selon moi, en mesure de révéler. Le texte se divise en trois parties. La première expose les grandes lignes de la théorie dumontienne de l'idéologie moderne et attire l'attention sur les deux difficultés épistémologiques majeures auxquelles se heurte l'application de cette théorie à Marx. La seconde partie montre en quoi le naturalisme conséquent de Marx suppose le rejet et le dépassement de l'alternative holisme/individualisme. Dans la troisième partie, enfin, je m'efforce de poser quelques jalons en vue d'une recherche qui prendrait pour thème l'individualisme social de Marx.
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Luatti, Lorenzo. "Durham x Chianina: storia di un incrocio fallito (1856-1859)". a. LXII, n. 1, giugno 2022, n.º 154 (1 de julio de 2022): 1–25. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2325.

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Resumen
Il contributo ricostruisce, attraverso le fonti archivistiche e a stampa coeve, il tentativo di incrocio tra razza bovina Durham e razza Chianina realizzato in Val di Chiana nel 1856-58, per volere del governo granducale, in contrasto con l’indirizzo zootecnico seguito dagli allevatori autoctoni. Ne esplora le motivazioni storiche, le fasi e le vicende specifiche di sua realizzazione, gli esiti, i ruoli degli attori a vario titolo coinvolti, e raccoglie la testimonianza del medico veterinario che seguì l’intera sperimentazione, oggetto, vent’anni più tardi (1875), di un’accesa discussione a un Congresso nazionale di veterinaria.&nbsp;The contribution describes the controversial attempt to crossbreed two cattle breeds, Durham x Chianina, in Val di Chiana, at the behest of the Grand Duchy of Tuscany between 1856 and 1858. Through the examination of authentic documents of that period and the important testimony of the veterinarian that led the trial, it was possible to reconstruct the reasons behind the crossbreeding trial, which actors were involved and their roles, the different phases, events, and conclusions of it.
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Koci, Simon. "La ville sous les haut-parleurs ou le rap comme critique urbanistique et paysager". Environnement urbain 8 (9 de diciembre de 2014): 119–33. http://dx.doi.org/10.7202/1027742ar.

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Resumen
L’art urbain est-il également critique de l’urbain? En plus d’être un produit de la ville, de l’évoquer, de lui rendre hommage à bien des égards, l’art urbain peut-il être et doit-il être critique des formes et de l’habitabilité des villes? Ces questions, qui interrogent la portée aménagiste des arts de la ville, serviront à conduire ce présent article vers le contexte spécifique qu’il prétend sonder : les cités HLM de France. Discours subversif et vindicatif, fondamentalement urbain, le rap alors même qu’il révèle la condition habitante qui a cours dans les grands ensembles, mène également de front une critique de l’univers HLM qui porte celui qui s’y attarde vers des chemins tout aussi inédits que tragiques.
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Coulon, Damien. "Les migrations de marchands catalans en Méditerranée orientale aux XIVe et XVe siècles". Circulations et transferts : France, Italie, Méditerranée…, n.º 1 (18 de octubre de 2022): 15–29. http://dx.doi.org/10.57086/sources.460.

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Resumen
Les migrations de marchands catalans en Méditerranée orientale aux XIVe et XVe siècles – Le présent article analyse les stratégies de migration des marchands catalans vers les principaux centres du grand commerce en Méditerranée orientale, qui avaient déjà attiré, depuis les XIe-XIIe siècles, des négociants essentiellement italiens parmi les Occidentaux. Bien que les Catalans parvinssent à leur tour à accéder ultérieurement aux échelles du Levant, ils ne paraissent pas avoir adopté la même stratégie migratoire, du moins en ce qui concerne les destinations d’Alexandrie, de Beyrouth, de Damas et même de Chypre où s’était implantée la dynastie des Lusignan – et qui pour cette raison faisait figure de tête de pont chrétienne en Orient. En revanche, l’île de Rhodes, aux mains des Hospitaliers de Saint-Jean et à la croisée des routes menant au Levant musulman et à Constantinople, semble avoir joué un rôle plus attractif, que n’explique que partiellement l’élection d’un grand maître catalan à partir de 1417.
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Germ, Martin. "La gravure Triumphe de la mort de Janez Vajkard Valvasor". Acta Neophilologica 41, n.º 1-2 (19 de diciembre de 2008): 73–80. http://dx.doi.org/10.4312/an.41.1-2.73-80.

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Le rôle que le grand historien et fondateur de l'art graphique en Carniole a eu dans le développement de l'art et de la culture est bien connu du fait que Valvasor, lui-même artiste-amateur des techniques graphiques, a mis la main à la pâte et produit une gravure intéressante figurant à l'introduction de son suvre Theatrum mortis humanae tripartitum, qui, en dépit de son aspect graphique très riche, n'a pas attiré beaucoup d'attention des historiens de l'art. Il s'agit pourtant d'une śuvre importante intégrant les grandscourants dela production artistique traversant l 'Europe contemporaine qui thématisent, dans les arts plastiques et dans la littérature, la fugacité de la vie humaine et la mort.
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Harvey, Louis-Georges. "Banques, société et politique dans le discours politique d’Edmund Bailey O’Callaghan, 1833-1837". Les Cahiers des dix, n.º 69 (14 de marzo de 2016): 251–79. http://dx.doi.org/10.7202/1035602ar.

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Resumen
Au premier regard, il semble que peu de journalistes bas-canadiens aient eu une sensibilité aussi développée que celle des journalistes radicaux new-yorkais sur les questions sociales et économiques reliées au développement du capitalisme commercial. Nous avons toutefois trouvé un exemple de cette sensibilité dans le discours du lieutenant politique de Louis-Joseph Papineau, Edmund Bailey O’Callaghan. Bien qu’il soit un promoteur acharné des positions du Parti patriote, O’Callaghan démontre parfois un esprit frondeur, et sa désolidarisation la plus remarquée se manifeste sur la question des banques et de leur rapport aux classes agricoles et ouvrières du Bas-Canada. En fait, sur cette question, il affirme une position nettement plus radicale que celle adoptée par ses collègues de La Minerve, et sa condamnation sans exception de l’effet de la manipulation du numéraire par toutes les banques, même la Banque du peuple, lui attire les reproches de certaines éminences du parti et crée un froid dont le Patriote irlandais se souviendra longtemps. En ce sens, O’Callaghan se rapproche des journalistes radicaux Democrats de la trempe de William Leggett qui mène une croisade contre les grandes banques des États-Unis au nom des travailleurs de New York et Philadelphie.
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Simon, Sherry. "Malcolm Reid et la traversée de la ville". Anthropologie et Sociétés 28, n.º 3 (12 de septiembre de 2005): 91–103. http://dx.doi.org/10.7202/011284ar.

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Résumé Montréal, séparée entre l’ouest anglophone et l’est anglophone, était encore dans les années 1960 une ville divisée. Malcolm Reid entreprend un voyage initiatique qui prendra la forme d’une exploration ethnologique, et dont le résultat sera un document riche d’enseignements à la fois sur la culture politique du Canada français et sur la curiosité et des anglophones francophiles. The Shouting Signpainters traduit les paroles et les écrits du groupe littéraire Parti pris. Quel genre d’équivalence est proposé? Comme plusieurs autres traducteurs du joual à l’époque, Malcolm Reid proposera une équivalence qui ne peut être que partielle entre le français et l’anglais, faisant valoir la spécificité absolue de la culture québécoise dans son rapport à la culture anglophone. Dans la ville polarisée de la Révolution tranquille, la culture émergente – où s’imbriquent langue, littérature et revendication politique – n’a pas d’équivalent ailleurs. C’est en fait le caractère intensément local et donc intraduisible de cette culture qui attire notre voyageur. Livre-culte, qui a eu un grand impact sur une certaine jeunesse anglophone pro-nationaliste au cours des années 1970, The Shouting Signpainters acquiert une nouvelle importance aujourd’hui alors que la donne culturelle est en train de se transformer à Montréal.
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Putz, Hannelore. "Bayerische Blicke auf den römischen Kunstmarkt (1790–1815)". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 264–89. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0013.

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Riassunto A partire dal Rinascimento, Roma fu il centro europeo del mercato delle antichita e delle opere d’arte, nonche dell’attivita artistica. L’importanza politica e culturale, assunta dalla citta quasi senza soluzione di continuita fin dai tempi antichi, aveva fatto nascere, nel corso dei secoli, straordinarie collezioni di opere d’arte. Al contempo gli artisti producevano nuove opere, e giovani artisti confluivano in questa „metropoli europea dell’arte“ per studiare, per imparare dai grandi, per raccoglierne gli impulsi in maniera creativa, per riportare in patria le cognizioni acquisite. I rivolgimenti e le crisi politiche, economiche e belliche, che verso la fine del XVIII secolo scuotevano tutta l’Europa, ebbero dirette consequenze sul delicatissimo mercato d’arte romano, cambiandone radicalmente le condizioni complessive che sarebbero rimaste critiche fino al riordinamento dell’Europa dopo le guerre napoleoniche. Nel 1810 il principe ereditario bavarese, Lodovico, mando a Roma lo scultore Johann Martin von Wagner che nella qualita di agente d’arte doveva rappresentare i suoi interessi in loco. L’intensa corrispondenza tra i due, che duro fino alla morte di Wagner sopravvenuta nel 1858, getta una luce particolare sul mercato romano dalla prospettiva del committente e nell’ottica professionale dell’artista. Si apre cosi uno squarcio singolare sulle condizioni e sui meccanismi del mercato e i suoi attori durante gli ultimi anni dell’eta napoleonica a Roma.
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Putz, Hannelore. "Bayerische Blicke auf den römischen Kunstmarkt (1790–1815)". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (5 de marzo de 2018): 264–89. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0013.

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Resumen
Riassunto A partire dal Rinascimento, Roma fu il centro europeo del mercato delle antichità e delle opere d’arte, nonché dell’attività artistica. L’importanza politica e culturale, assunta dalla città quasi senza soluzione di continuità fin dai tempi antichi, aveva fatto nascere, nel corso dei secoli, straordinarie collezioni di opere d’arte. Al contempo gli artisti producevano nuove opere, e giovani artisti confluivano in questa „metropoli europea dell’arte“ per studiare, per imparare dai grandi, per raccoglierne gli impulsi in maniera creativa, per riportare in patria le cognizioni acquisite. I rivolgimenti e le crisi politiche, economiche e belliche, che verso la fine del XVIII secolo scuotevano tutta l’Europa, ebbero dirette consequenze sul delicatissimo mercato d’arte romano, cambiandone radicalmente le condizioni complessive che sarebbero rimaste critiche fino al riordinamento dell’Europa dopo le guerre napoleoniche. Nel 1810 il principe ereditario bavarese, Lodovico, mandò a Roma lo scultore Johann Martin von Wagner che nella qualità di agente d’arte doveva rappresentare i suoi interessi in loco. L’intensa corrispondenza tra i due, che durò fino alla morte di Wagner sopravvenuta nel 1858, getta una luce particolare sul mercato romano dalla prospettiva del committente e nell’ottica professionale dell’artista. Si apre così uno squarcio singolare sulle condizioni e sui meccanismi del mercato e i suoi attori durante gli ultimi anni dell’età napoleonica a Roma.
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Paillé, Michel. "Attraction des deux principales langues d’enseignement sur les divers groupes linguistiques au Québec, 1969-1970 à 1980-1981". Articles 10, n.º 3 (27 de octubre de 2008): 397–425. http://dx.doi.org/10.7202/600860ar.

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RESUME Afin de mesurer l’attraction des deux grands réseaux d’enseignement du Québec — français et anglais — sur les différents groupes linguistiques (français, anglais, autres), l’auteur compare les données scolaires annuelles disponibles à une situation théorique où le choix de la langue d’enseignement n’aurait aucun effet à long terme sur le poids relatif des deux principales communautés linguistiques du Québec. L’indice d’attraction générale des écoles françaises et anglaises montre que, pour l’année scolaire 1980-1981, le réseau français accuse encore un déficit de 3 % tandis que le réseau anglais accueille toujours 21 % plus d’élèves que la situation théorique le permettrait. Bien que depuis 1979-1980 l’école française attire un peu plus d’enfants de langue maternelle anglaise que l’école anglaise reçoit d’élèves de langue maternelle française, l’école de la majorité demeure encore loin derrière celle de la minorité anglophone en ce qui a trait à la langue d’enseignement des Allophones. En effet, la proportion des Allophones étudiant en français ne dépasse pas encore 50 % de la population attendue tandis qu’on compte toujours 5 fois plus d’Allophones inscrits dans les écoles anglaises que ne le permettrait l’hypothèse retenue. Au rythme où évoluent les clientèles, ce n’est qu'à la fin de la présente décennie que les écoles françaises recevront un nombre d’élèves Allophones égal aux effectifs attendus.
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Bonucchi, Decenzio, Francesca Facchini, Gianni Cappelli, Monica Spina, Antonio Granata, Andrea Bandera y Marcello Napoli. "Per una gestione Lean degli Accessi Vascolari". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 3 (14 de junio de 2013): 197–200. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1036.

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L'accesso vascolare per dialisi continua a sfuggire a una precisa organizzazione, capace di dare risposte al complesso problema demografico e clinico di pazienti comorbidi e sempre più anziani. Descriviamo l'intero processo gestionale alla luce dei principi del Lean Management (LM), filosofia gestionale divenuta un metodo di produzione industriale. I concetti cardine sono quelli di valore aggiunto per il paziente, di scarto (inteso come esposizione a un rischio) e di partecipazione del paziente e dell’ operatore alla revisione continua del prodotto (servizio) fornito. Si parte dalla materia prima (patrimonio vascolare), passando per la progettazione (riferimento tempestivo e controllo del territorio), la realizzazione chirurgica e il controllo del prodotto funzionante (monitoraggio). Per esempio, in termini consoni al LM, i CVC sono un magazzino troppo grande di parti di ricambio con un'elevata percentuale di difetti di produzione. La loro manutenzione (antibiotici, ricoveri, sostituzioni, trombolisi e stenting dei vasi centrali) costa molto e causa un elevato tasso di incidenti sul lavoro (per pazienti e operatori). Si tratta di un contratto non conveniente, perché serve a finanziare un'attività di scarso valore aggiunto e con un interesse passivo troppo elevato. Questo approccio richiede una crescita culturale che parte dalla creazione di un gruppo coordinato: gli attori sono stati più volte individuati (nefrologo, chirurgo vascolare, radiologo e infermiere di dialisi), ma spesso non esiste il coordinatore, che proponiamo di individuare secondo il modello organizzativo dei trapianti. Anche le Direzioni Sanitarie dovrebbero essere coinvolte in un cambiamento organizzativo cruciale per il contenimento prospettico dei costi.
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Venturini, Alfonso. "l cinema a Firenze durante la seconda guerra mondiale". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (abril de 2011): 25–54. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003002.

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L'autore, raccogliendo i dati sui film proiettati a Firenze dal 10 giugno 1940 all'agosto del 1944, fornisce un quadro dell'attivitŕ cinematografica di una grande cittŕ durante il periodo bellico, considerando sia le sale commerciali che le attivitŕ delle organizzazioni ricreative fasciste, offrendo statistiche sulle sale attive, sui film proiettati, divisi secondo il paese di origine, e una classifica dei film piů visti in base ai giorni di programmazione. I dati sulla programmazione, assunti come indice di popolaritŕ e di visibilitŕ, permettono di valutare i favori del pubblico, il quale continua a privilegiare il cinema americano e a rifiutare quello tedesco, nonostante le campagne propagandistiche contrarie. Inoltre, attraverso questi dati, si possono trarre considerazioni sull'accoglienza dei film italiani: l'opinione pubblica risponde positivamente ad un'industria cinematografica nazionale, capace di offrire una varietŕ di generi diversi, e non solo «telefoni bianchi». Per quanto riguarda i film italiani a carattere propagandistico, il favore del pubblico cambia nel corso del periodo bellico: l'interesse iniziale viene meno quando le sorti della guerra volgono al peggio.
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Phillips, Judith. "Francis G. Caro, Robert Morris, and Jill R. Norton. (Eds.). Advancing Aging Policy as the 21st Century Begins. New York: Haworth, 2000." Canadian Journal on Aging / La Revue canadienne du vieillissement 21, n.º 3 (2002): 466–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0714980800001781.

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RÉSUMÉLe titre et le chapitre d'introduction de cet ouvrage sont très prometteurs, et, à la fin du livre, le lecteur n'est pas déçu. Les directeurs de rédaction ont regroupé divers essais autour de plusieurs thèmes clés de la politique sociale. Ces thèmes sont le reflet d'anciens débats (p. ex., soins de longue durée, retraite, emploi) comme de questions et problèmes sociaux d'actualité, qui n'ont pas encore fait l'objet d'une discussion approfondie (p. ex., délinquants âgés, transport). Tous les essais traitent de politiques qui ont une pertinence d'envergure internationale. L'ouvrage offre un bon point de départ pour le développement de politiques au vingt et unième siècle; chaque chapitre conclut avec des idées pour faire progresser ces politiques. L'ouvrage devrait attirer un grand nombre de lecteurs, depuis les étudiants intéressés par les questions relatives aux politiques jusqu'aux responsables mêmes de leur élaboration.
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