Literatura académica sobre el tema "Gran Principe Ferdinando de'Medici"

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Artículos de revistas sobre el tema "Gran Principe Ferdinando de'Medici"

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Farneti, Fauzia. "Il quadraturismo in Pallazzo Pitti da Cosimo II a Cosimo III de' Medici". Varia Historia 24, n.º 40 (diciembre de 2008): 369–86. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-87752008000200002.

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Resumen
Nei primi decenni del Seicento la pittura decorativa a Firenze risulta ancora legata all'ornamentazione tradizionale tardomanierista attuata nei modi di Alessandro Allori o di Bernardino Barbatelli detto il Poccetti. L'interesse per le novità e per l'aggiornamento dell'ambiente artistico fiorentino portarono il granduca Ferdinando II a chiamare a Firenze tra il 1636 ed il 1637 Pietro da Cortona, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. I due bolognesi completarono il ciclo pittorico celebrativo del governo di Ferdinando cui aveva dato inizio Giovanni da San Giovanni, con la decorazione delle tre sale di rappresentanza del quartiere estivo di palazzo Pitti realizzata tra il 1637 ed il 1641. L'intervento, condotto secondo il più moderno linguaggio barocco che vede la perfetta integrazione dell'illusionismo architettonico, che supera i limiti dello spazio reale, con le scene figurative, verrà a costituire nell'ambiente fiorentino un ineludibile modello di riferimento nella decorazione d'interni, soluzioni di grande modernità su cui si formerà Jacopo Chiavistelli e i giovani della sua scuola. Anche Giovan Carlo, fratello del granduca, nel 1637 diede inizio ad una serie di trasformazioni che si protrassero per oltre un ventennio, trasformando gli ambienti a lui assegnati in Pitti in veri e propri luoghi di delizie, decorati dagli artisti più significativi del momento quali ad esempio Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli, Pietro da Cortona, Jacopo Chiavistelli. Fu quest'ultimo frescante che con i suoi 'scolari', fin dagli anni Cinquanta fu attivo in palazzo Pitti, decorando a quadratura gli ambienti dei quartieri dei membri della famiglia granducale, ambienti che in gran parte sono andati perduti in quanto interessati dalle ristrutturazioni lorenesi e sabaude. Con i lavori commissionati dal gran principe Ferdinando si chiude in palazzo Pitti la grande stagione del quadraturismo barocco fiorentino.
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Tesis sobre el tema "Gran Principe Ferdinando de'Medici"

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Zucchini, Elisa. "Giuseppe Maria Crespi e il Gran Principe Ferdinando: analisi e ricostruzione di un contesto". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1151477.

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Resumen
L’eccezionale intesa fra Giuseppe Maria Crespi e il Gran Principe Ferdinando de’Medici è stata sottolineata dalle fonti coeve, seguite dalla storiografia recente, che ne spiegarono riduttivamente il motivo col comune gusto per l’”estro pittoresco” delle pennellate rapide e corpose, di stile veneto, e per i dipinti “di genere” e burleschi. La lettura iconologica dei dipinti di Crespi per il Gran Principe rivela le idee, ispirate a Seneca, che li accomunavano: la venerazione per l’ingegno, il distacco dalla società per un’esistenza dedita all’arte, l’interesse per la scienza e la riforma religiosa, l’apprezzamento per un’esecuzione pittorica spontanea ed originale. Nell’Estasi di s. Margherita da Cortona, si allude alla visione della Passione concessa alla santa dalla Provvidenza, esito della sua conversione e della vocazione dell’Ordine Francescano. La Strage degli Innocenti illustra gli esiti dell’ira diffusa nel popolo dalle azioni irose di un tiranno, punite dalla Provvidenza, alla quale si affidano i giusti. Le Nature morte con uccelli e con pesci, che Ferdinando ordinò a Crespi di eseguire in due giorni, colgono una visione occasionale con rapidità di pennello dettata dall’estro; la comune ammirazione per la pittura veneta emerge nell’Autoritratto di Crespi del Corridoio Vasariano, mentre l’Autoritratto con la famiglia cela un riferimento a Socrate che giocava coi figli per svagarsi. La Fiera di Poggio a Caiano, opponendo gli inganni delle figure in primo piano, culminanti nel palco con lo Scema travestito da cavadenti, alla serenità dei contadini sullo sfondo, introduce un tema trattato da Crespi nelle “scene di genere” per il Medici, l’inganno e i vizi degli stolti, dai quali il saggio, che può essere di estrazione umile, deve fuggire; tema proseguito in Lavandaie ed ortolano e Fanciulli che giocano a cappelletto e nella Pulce degli Uffizi, dove la protagonista rischia di cadere vittima della seduzione, mentre nella Pulce di Pisa si rappresenta la vita grama di una che spera in beni caduchi come gioventù e bellezza. Anche Amore e Psiche si collega al tema dell’inganno, poiché la bocca aperta di Amore rimanda al discorso col quale il dio condanna le sorelle maldicenti di Psiche. Crespi comprese le ragioni del gusto del mecenate per le scene “di genere” e pastorali, ossia gli ideali stoici di vita secondo natura, universalità della virtù, ironia sulla stoltezza, il che ne fece un esponente di spicco della visione mecenatistica di Ferdinando, secondo la quale le arti dovevano guidare alla sapienza e alla virtù. La moglie di Ferdinando, Violante di Baviera, partecipava alla promozione degli ingegni del marito patrocinando i talenti femminili; ella condivideva i pensieri stoici di lui, base della sua credenza nell’uguaglianza di virtù fra uomo e donna. L’apprezzamento di pittore e principe per le iconografie bizzarre e la pittura di tocco si spiega con idee di matrice senechiana sull’ingegno e sul furor, che il secondo apprese dal De Pictura Veterum di Junius e dagli scritti di Baldinucci e Boschini, agenti del prozio Leopoldo de’Medici, al quale guardò per il proprio collezionismo, e il primo da Malvasia, come dimostra il ricorrere di temi stoici nel suo corpus. I caratteri di brevità, brillantezza, compresenza di arcaismo e novità unificarono il mecenatismo artistico e musicale del Gran Principe, influenzando il pensiero di artisti e musicisti attivi alla sua corte, e il collezionismo di Händel. [English] The exceptional understanding between Giuseppe Maria Crespi and Gran Prince Ferdinando de’Medici was noticed by historical sources, followed by recent historiography, which reduced its reason to a shared taste for the picturesque, Venetian style thick and swift brushstrokes, and humorous genre painting. The iconological analysis of Crespi’s paintings for the Grand Prince reveals ideas rooted in Seneca’s philosophy, over which the two bonded: worship of ingenuity, detachment from society to pursue art, interest in science and religious reform, appreciation for spontaneous and original painting. In the Ecstasy of St. Margaret of Cortona the iconography alludes to the saint’s mystical vision of the Passion, a result of her conversion and of the vocation of the Franciscan Order. The Massacre of the Innocents depicts the effects of anger spread in people by the acts of a tyrant, punished by Providence, in which the righteous trust. The Still lives with birds and fish, which Ferdinando ordered Crespi to paint in two days, seize a random sight with quick brushstrokes driven by the artist’s flair; the two men’s’ admiration for Venetian painting emerges in Crespi’s Self-portrait in the Vasari Corridor, while the Self-portrait with family hides a reference to Socrates’ habit of playing with his children to distract himself. The Fair of Poggio a Caiano, by contrasting the deceit of the characters in the foreground, culminating in the platform with Scema, a servant of Ferdinando’s, disguised as a tooth-puller, with the serenity of the farmers in the background, introduces a typical theme of Crespi’s genre paintings for the prince - the deceit and vice of fools, to be avoided by wise people (who can be low-class) - continued in Washerwomen and greengrocer and Children playing cappelletto, and in the Uffizi version of The Flea, in which a woman risks falling victim of seduction, while the Pisa version portrays the wretched life of a woman trusting in fleeting goods such as youth and beauty. Even Cupid and Psyche is connected to the theme of deceit, since Cupid’s open mouth alludes to the speech in which he condemns Psyche’s gossipy sisters. Crespi understood the reasons of his patron’s predilection for genre and pastoral scenes, that is the Stoic ideals of life according to nature, universality of virtue, irony on foolishness; this made him a prominent proponent of the prince’s artistic view, according to ehich arts and sciences lead the way to wisdom and virtue. The prince’s wife, Violante of Bavaria, participated in her husband’s promotion of talent through her patronage of female talent; she also shared his Stoic way of thinking, the foundation of her belief in equality of skills and virtue between genders. Crespi’s and the prince’s appreciation for bizarre iconographies and Venetian style painting is clarified by ideas, inspired by Seneca, on ingenuity and picturesque frenzy, which the prince knew through Junius’ De Pictura Veterum, the books of Baldinucci and Boschini (agents of his great uncle Leopoldo de’Medici, his role model in collecting and Stoicism) and the painter knew through Malvasia, as shown by recurrent Stoic themes in his corpus. The characteristics of conciseness, brilliance, coexistence of archaism and innovation associate Ferdinando’s artistic and musical patronage, influencing his favourite artists and composers, perhaps even Handel’s art collection.
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Libros sobre el tema "Gran Principe Ferdinando de'Medici"

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Zucchini, Elisa. Giuseppe Maria Crespi e il Gran Principe Ferdinando de' Medici. Firenze: Firenze University Press, 2021.

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Uffizi, Galleria degli, ed. Il gran principe Ferdinando de' Medici (1663-1713): Collezionista e mecenate. Firenze: Giunti, 2013.

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Gabbiani, Anton Domenico. Il gran principe Ferdinando de' Medici e Anton Domenico Gabbiani: Mecenatismo e committenza artistica ad un pittore fiorentino della fine del Seicento. [Prato]: Noèdizioni, 2003.

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Gabbiani, Anton Domenico. Il gran principe Ferdinando de' Medici e Anton Domenico Gabbiani: Mecenatismo e committenza artistica ad un pittore fiorentino della fine del Seicento. [Prato]: Noèdizioni, 2003.

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5

(Italy), Poggio a. Caiano, ed. Il gran principe: Ferdinando de' Medici e Anton Domenico Gabbiani : mecenatismo e committenza artistica ad un pittore fiorentino della fine del Seicento. [Firenze?]: Noèdizioni, 2003.

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6

Riccardo, Spinelli, ed. Il Gran Principe Ferdinando de' Medici e Anton Domenico Gabbiani: Mecenatismo e committenza artistica ad un pittore fiorentino della fine del Seicento. Prato: Noèdizioni, 2003.

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7

Per il Gran Principe Ferdinando. Nature morte, paesi, bambocciate e caramogi dalle collezioni medicee. Catalogo della mostra. Sillabe, 2013.

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