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Franzina, Emilio. "Lettere e messaggi nel mondo delle migrazioni". REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), n.º 37 (21 de julio de 2022): 13–38. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7053.

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Attraverso una riflessione iniziale sul modo in cui nel volgere degli ultimi trent’anni è cambiato nella storiografia di settore, ma prima ancora presso più larghi pubblici, la percezione delle potenzialità espressive e documentarie delle lettere scambiate in varie parti del mondo dagli emigranti e dai loro corrispondenti tra i primi dell’Ottocento e i giorni nostri, cercandone le prove in una letteratura in continua espansione, il saggio esamina tipologie e modalità, finalità e chiavi linguistiche della comunicazione epistolare in particolare della “gente comune” (ma non solo) che ha infine trovato sia in Italia che altrove solide basi di sostegno nella nascita e nel funzionamento di importanti archivi della scrittura epistolare.
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Frenguelli, Gianluca. "La norma linguistica nell’epoca dei social network: da petaloso a scendi il cane". Circula, n.º 11 (2020): 86–105. http://dx.doi.org/10.17118/11143/17842.

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Con l’avvento dei moderni mezzi di comunicazione di massa e, soprattutto, dei social network, le dispute linguistiche hanno assunto attori e prassi completamente diversi rispetto al passato: dalle accademie il dibattito si è ormai trasferito su internet e sui giornali, coinvolgendo un pubblico non specialista, ampio e diversificato per composizione e livello d’istruzione, il quale ha profondamente cambiato le modalità con cui vengono affrontate le questioni relative alla norma. Attraverso l’analisi di alcune di dispute linguistiche salite agli onori della cronaca in questi ultimi anni, il contributo si propone di tracciare i nuovi percorsi e di comprendere i nuovi modi in cui si sviluppa ai giorni nostri il dibattito sulla norma linguistica, sia nei media tradizionali, sia nei Social media.
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Pignotti, Marco. "Populismo: una categoria storiografica controversa". Italianistica Debreceniensis 25 (29 de marzo de 2020): 80–94. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5514.

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La nota nasce dalla necessità di realizzare un sondaggio sulla recente letteratura internazionale dedicata al populismo, partendo soprattutto dalle considerazioni contenute in The Populist Temptation di Eichengreen, e in Dal fascismo al populismo nella storia di Finchelstein, nonché dai risultati dell'Oxford Handbook of Populism di Oxford, a cura di Rovira Kaltwasser, Taggart, Ochoa Espejo e Ostiguy. Le riflessioni contrastanti registrate attorno a un fenomeno così dibattuto consentono di delineare gli elementi che giustificano l'introduzione di una categoria storiografica a sé stante e di proiettare alcune definizioni sull'intera storia del sistema politico italiano. L'intenzione di questa visione d'insieme è quella di costruire un catalogo delle varie interpretazioni del populismo emerse negli ultimi anni. È interessante notare che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, le pubblicazioni sul populismo sono state prodotte in modo discontinuo, rendendo l'argomento ancora più sfuggente e non classificabile.
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Bergui, M., D. Daniele, G. Stura y G. B. Bradač. "Trombosi venose cerebrali: Quadri clinico-neurologici". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 127. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s250.

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La trombosi di una parte del sistema cerebrale viene riconosciuta sempre più frequentemente come causa di patologia neurologica. Il quadro d'esordio può essere subdolo e mimare, sia dal punto di vista clinico che neuroradiologico, diverse patologie (tumore, “pseudotumor”, encefalite, emorragia…); inoltre la patologia può rapidamente evolvere sia dal punto di vista clinico che dell'imaging. Il trattamento anticoagulante precoce permette un'evoluzione favorevole nella maggior parte dei casi: la diagnosi precoce diventa perciò indispensabile. Abbiamo rivalutato 20 casi di trombosi venosa cerebrale diagnostica negli ultimi 3 anni, verificandone in particolare il ritardo diagnostico. Questo è stato in media di 4 giorni dalla prima visita neurologica o esame CT-RM; la diagnosi all'ingresso è stata di tumore, emorragia o encefalite. Sulla base del quadro clinico-neuroradiologico abbiamo identificato alcune modalità tipiche di esordio e di evoluzione della malattia: il valore diagnostico delle diverse tecniche neuroradiologiche, le difficoltà e gli errori diagnostici sono, nella nostra esperienza, fortemente condizionate dalle modalità di presentazione della patologia e dalla sua evoluzione.
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Denti, Giovanni. "Vienna, il crepuscolo del mondo di ieri e l'alba del mondo nuovo". TERRITORIO, n.º 58 (septiembre de 2011): 155–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058015.

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La costruzione degli Höfe viennesi č stata un'autentica epopea: teorici dell'austro marxismo come Otto Bauer vedevano nella realizzazione dei grandi complessi residenziali la concretizzazione del «Mondo nuovo» che avrebbe dato nuova dignitŕ sociale e culturale alla classe operaia fi no a quel momento sfruttata: il «mondo di ieri» contro il mondo nuovo. La contrapposizione tra quartieri operai e cittŕ borghese era sottolineata anche dai caratteri architettonici di questi nuovi complessi residenziali: grandi corti chiuse, ove erano concentrate le funzioni collettive e culturali, accessi trattati come «porte» e in alcuni casi, come il Karl Marx-Hof, torrette distribuite lungo la facciata che restituivano l'immagine di un sistema fortezze, simbolicamente accerchianti la Vienna edifi cata negli ultimi giorni dell'impero, costruita attorno al Ring. A distanza di circa novant'anni lo stratifi carsi della storia ha conferito alle diverse parti di Vienna un carattere fortemente coeso: come avrebbe detto Robert Musil «tutto si č amalgamato»
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Schwarz, Guri. "Un antirazzismo commemorativo. La Shoah, i migranti e i demoni dell'analogia". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 297 (marzo de 2022): 145–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297-s1oa-007.

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Oggetto di questo contributo sono i caratteri dell'antirazzismo commemorativo, il suo sviluppo e le sue articolazioni in Italia dagli anni Ottanta ai nostri giorni. L'analisi muove da due assunti: 1. tanto il razzismo quanto l'antirazzismo sono esercizi di memoria; 2. la retorica del ‘mai più' — che ovviamente presuppone l'analogia storica –, è stata il più pervasivo dispositivo retorico antirazzista attivo in Italia negli ultimi quarant'anni. Il saggio propone un esercizio di storia del tempo presente. Dopo aver presentato, tramite alcuni esempi, le principali forme in cui tale dispositivo si manifesta, l'attenzione si orienta alla ricerca del punto di origine di quel sistema di rappresentazioni culturali. Si illustra come sia stato negli anni Ottanta, fase storica in cui l'Italia inizia a confrontarsi con nuovi fenomeni migratori e momento in cui — al contempo — la memoria della Shoah si va imponendo nell'industria culturale, che inizia a cristalizzarsi quel codice retorico antirazzista.
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Manfrè, L., L. Tomarchio, D. Materazzo, M. Leonardo y C. Cristaudo. "La vertebroplastica nelle neoplasie del rachide". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 4 (agosto de 2002): 461–72. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500416.

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Nonostante il primo trattamento di vertebroplastica percutanea su uomo sia stato eseguito in un paziente affetto da angioma espansivo dell'odontoide, la letteratura scientifica ha focalizzato maggiormente l'attenzione sulle possibilità applicative dell'introduzione del cemento al polimetilmetacrilato nell'ambito di vertebre affette da crolli primitivi da patologia osteoporotica. Negli ultimi anni tuttavia la comunità scientifica ha tuttavia guardato con interesse crescente l'uso della vertebroplastica in corso di neoplasie benigne o maligne a localizzazione vertebrale. La riduzione del rischio di crollo vertebrale fa della vertebroplastica uno dei trattamenti principali nella patologia tumorale vertebrale. La metodica appare quindi sostitutiva, o comunque di sostegno, ai trattamenti radioterapici, non sempre in grado di ottenere un soddisfacente effetto antalgico, meno invasiva della vertebrectomia. In caso di angioma espansivo, infine, la vertebroplastica può precedere, ove necessario, un eventuale trattamento embolizzante con colle della lesione, riducendo il letto vascolare della stessa. Le patologie espansive delle vertebre ove è indicato il trattamento percutaneo di vertebroplastica sono rappresentate dagli angiomi espansivi, dalle localizzazioni intrasomatiche di malattia neoplastica (solitamente neoplasie della serie ematica come la Leucemia Mieloide Cronica o il Mieloma Multiplo) e dalle metastasi, purché sia risparmiato l'arco posteriore vertebrale: una sua eventuale compromissione infatti precluderebbe nella maggior parte dei casi una vera stabilità vertebrale, anche dopo il trattamento, e ridurrebbe comunque le potenzialità antalgiche dello stesso. La scomparsa del dolore dipendente dalla vertebroplastica avviene solitamente in un periodo oscillante tra le prime 24–48 h sino a 30 giorni, con una media di 7 giorni. Il principale rischio della vertebroplastica in corso di patologia tumorale consiste nella fuoriuscita del cemento in sede extravertebrale durante la sua introduzione. La vertebroplastica rappresenta oggi una nuova arma dell'arsenale a disposizione della Neuroradiologia Interventiva per il trattamento di lesioni singole o multiple di natura tumorale della colonna vertebrale.
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Di Palma, Francesco. "La storiografia tedesca sulla Ddr a venti anni dalla caduta del muro. Bilanci, prospettive, limiti". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (abril de 2011): 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003005.

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Il testo qui pubblicato fornisce al lettore italiano un'introduzione critica agli sviluppi storiografici ed al dibattito politico ed intellettuale che lo studio della Ddr ha suscitato in Germania dalla fondazione dello Stato tedesco orientale nel 1949 fino ai nostri giorni. La sezione dedicata agli studi apparsi nella Ddr č volutamente contenuta. Ugualmente lo č quella in merito alle opere pubblicate in Germania occidentale negli anni della divisione, che risentivano inevitabilmente, a fronte di alcune pregevoli eccezioni, di pressioni ed influenze ideologiche. Il crollo dei regimi comunisti e la (ri-)apertura degli archivi alimentavano negli ultimi venti anni un vero e propriodi lavori dedicati alla Ddr. Il piů recentedi ricerca si sviluppa prevalentemente attorno a due tematiche specifiche. Sul fronte interno, una maggiore concentrazione sul rapporto partito-societŕ, con un occhio di riguardo per le dinamiche di rinnovo e "costruzione del consenso"; sul fronte esterno, una risorgenza delle analisi internazionali comparate, con l'obiettivo di radicare la storia della Ddr, ed in particolar modo l'attivitŕ politica e propagandistica della Sed, in un contesto transnazionale, comprendente anche i partiti comunisti del mondo occidentale.
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Rigante, M., G. La Rocca, L. Lauretti, G. Q. D’Alessandris, A. Mangiola, C. Anile, A. Olivi y G. Paludetti. "Preliminary experience with 4K ultra-high definition endoscope: analysis of pros and cons in skull base surgery". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 3 (junio de 2017): 237–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1684.

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Negli ultimi venti anni la chirurgia endoscopica del basicranio ha osservato continui sviluppi tecnici e tecnologici. L’endoscopia 3D e l’ alta definizione (HD) 4K hanno fornito grandi vantaggi in termini di visualizzazione e di risoluzione spaziale. L’ ultra HD 4K, recentemente introdotta nella pratica clinica, determinerà i prossimi passi soprattutto nella chirurgica endoscopica del basicranio. I pazienti sono stati operati attraverso un approccio transnasale transfenoidale endoscopico, utilizzando un endoscopio Olympus NBI 4K UHD con ottica 4 mm 0 ° Ultra Telescope, lampada allo xeno 300 W (CLV-S400) predisposto per la tecnologia narrow band imaging (NBI) collegato con una videocamera ad un alta qualità unità di controllo (OTV-S400 - VISERA 4K UHD) (Olympus, Tokyo, Giappone). Due schermi, un 31 “Monitor - (LMD-X310S) e quello principale ultra-HD 55” a pollici ottimizzati per la riproduzione immagini UHD (LMD-X550S). In casi selezionati abbiamo usato un sistema di navigazione (Stealthstation S7, Medtronic, Minneapolis, MN, Stati Uniti). Abbiamo valutato 22 adenomi ipofisari (86,3% macroadenomi; 13,7% microadenomi). Il 50% non erano secernenti (NS), 22,8% GH, 18,2% ACTH, 9% PRLsecernenti. 3/22 erano recidive. Nel 91% dei casi abbiamo raggiunto la rimozione totale, mentre nel 9% la resezione subtotale. Un followup medio di 187 giorni, durata media del ricovero era 3,09 ± 0,61 giorni. Tempo chirurgico 128,18 ± 30,74 minuti. Abbiamo avuto solo 1 caso di fistola intraoperatoria a basso flusso senza ulteriori complicazioni nel follow up. Il 100% dei casi non ha richiesto emotrasfusione. La visualizzazione e l’alta risoluzione del campo operatorio hanno fornito una vista dettagliata di tutte le strutture anatomiche e patologie e permesso il miglioramento della sicurezza e l’efficacia della procedura chirurgica. Il tempo operatorio è stato simile a quello dell’endoscopio HD standard 2D e 3D, come la fatica fisica era paragonabile ad altri in termini di ergonomicità e peso.
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Splendiani, Giorgio, Franco Turani, Annalisa Noce, Anna Mudoni y Nicola Di Daniele. "Esperienza di aferesi nelle unità intensive". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 4_suppl (23 de julio de 2013): S57—S60. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1093.

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Introduzione. La sepsi è una delle principali cause di morte in tutto il mondo nei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva e, in molti casi, è associata a insufficienza renale e/o di un altro organo. Tuttavia, non esiste una terapia efficace per ridurre questo tasso di mortalità estremamente elevato. Negli ultimi anni, l'interesse intorno all'utilizzo di tecniche extracorporee di emopurificazione è aumentato. Uno dei trattamenti emergenti nei pazienti con sepsi grave e shock settico è la CPFA, una nuova terapia extracorporea di emopurificazione finalizzata a una riduzione non selettiva dei livelli circolanti e delle attività dei mediatori sia proinfiammatori che antinfiammatori. Lo scopo di questo studio è stato di osservare gli effetti della CPFA nei pazienti settici sulla mortalità e su alcuni parametri di laboratorio ed emodinamici. Pazienti e Metodi. Abbiamo trattato con CPFA 65 pazienti (50 maschi e 15 femmine). La pressione arteriosa media (MAP), il SOFA score e F APACHE II score sono stati monitorati. Sono stati dosati i livelli sierici di Interleuchina-6 e di procalcitonina. Risultati. Abbiamo osservato una mortalità di 24 pazienti (36.9%) a 28 giorni e una significativa riduzione di IL-6, di procalcitonina e dei SOFA e APACHE II score. Conclusioni. La CPFA rappresenta una nuova e promettente terapia da utilizzare nei pazienti con sepsi.
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Tekavčić, Pavao. "Alcune riflessioni a proposito di una recentissima grammatica della lingua italiana". Linguistica 29, n.º 1 (1 de diciembre de 1989): 149–60. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.29.1.149-160.

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L'Italia, che neppure nel passato mancava di grammatiche di indirizzo normativo e descrittivo, si è arricchita negli ultimi anni di una serie di opere glottodidattiche dedicate all'italiano. Una delle ultime è il poderoso volume La lingua e i testi, Grammatica de/la lingua italiana di P. Agazzi, A. Fallica e A. Menegoi, edito da Minerva Italica, Bergamo, 1988. II libro non è soltanto una grammatica in senso usuale: infatti, vi si trattano le nozioni fondamentali della teoria linguistica attuale (comunicazione, segno linguistico, codice, funzioni della lingua, metafora e metonomia, denotazione e connotazione, fattori della comunicazione), della teoria del testo (con alcuni campioni di testi di vario genere), in seguito l'origine e lo sviluppo della lingua italiana (dall'Indovinello veronese ai nostri giorni), i dialetti e le comunita alloglotte, e nell'ultima delle quattro appendici si danno gli elementi della composizione scritta. Il volume include dunque in notevole misura la sociolinguistica, la pragmatica, la comunicazione e la teoria dell'informazione (invece di parlante o locutore e collocutore si usano conseguentemente i termini emittente e destinatario ), la storia della lingua, la cultura del parlato e dello scritto. Si cerca insomma di avvicinare il Linguaggio all'alunno e di sviluppare in lui non solo la competenza grammaticale ma anche quella comunicativa, attiva e passiva.
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Cesaro, Laura. "Horror body as a bodily manifestation of visibility: 87 ore by Costanza Quatriglio". Northern Lights: Film & Media Studies Yearbook 17, n.º 1 (1 de noviembre de 2019): 101–14. http://dx.doi.org/10.1386/nl_00008_1.

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Abstract Taking as a starting point the recent surge in film and television narratives constructed around and by surveillance technologies, as a metaphor of an omnipotent observation and dystopian motif in narrating a political and cultural change, this article aims to probe how surveillance movies suggest complex phenomenological dynamics in the relationships between body and device. While recent contributions on surveillance films (Kammerer 2004) focus on the practice of body control as a narrative mode, as an image and a show (Léfait 2013; Zimmer 2015), recent sociological contributions on surveillance recognize the destruction and annihilation of body placed under the aegis of the Great Eye (Haggerty 2011; Murakami Wood 2011). This article examines Costanza Quatriglio's film 87 ore: Gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni (2015) to describe the transition from bodies as narrative object to de-naturalizing the human body. The film narrates the night of 4 August 2009 when Mastrogiovanni, a 58-year-old primary school teacher, dies after 87 hours of agony following imprisonment. The film, in the canon of 'reality cinema', consists of 75 minutes of mechanical images recorded from above.
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Santalucia, Diego. "IN PRINCIPIO ERA IL CAI. CENNI SULLA STORIA DELLE GLOTTOTECNOLOGIE". Italiano LinguaDue 14, n.º 2 (17 de enero de 2023): 238–54. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19660.

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L'articolo traccia le linee principali dello sviluppo delle glottotecnologie dalla loro nascita ai nostri giorni. Vengono sinteticamente illustrati quegli elementi che dal CAI (Computer Assisted Instruction) hanno portato al CALL (Computer Assisted Language Learning), anche attraverso l'evoluzione delle piattaforme didattiche, o VLE (Virtual Learning Environment), che hanno saputo interpretare la flessibilità che l'e-learning ha introdotto nella formazione linguistica. Sono, inoltre, trattati alcuni aspetti del MALL (Mobile Assisted Language Learning) e di alcune app che negli ultimi anni hanno rappresentato una novità nella formazione linguistica online, insieme ad alcune pagine di un ambiente social come YouTube che interpretano aspetti ulteriori del social learning. In the beginning, was the CAI. Outline of the history of glottotechnology The article traces the main lines of the development of glottotechnologies from their birth to the present day. The technical evolution that from CAI (Computer Assisted Instruction) has led to CALL (Computer Assisted Language Learning) is also treated, in addition to the developments of those VLEs (Virtual Learning Environment) which have better interpreted the flexibility that e-learning introduced in language teaching and learning. Some aspects of MALL (Mobile Assisted Language Learning) are illustrated as well as some apps that in recent years have represented a novelty in online language training, together with some pages of a social network such as YouTube that interpret further aspects of social learning.
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Zizolfi, Salvatore, Giovanni Santone, Gabriele Borsetti y Giovanni de Girolamo. "6. La valutazione del funzionamento sociale negli ospiti delle SR". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (septiembre de 2004): 77–84. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000101.

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Come accennato nella sezione sui metodi, il protocollo prevedeva una batteria di scale di eterovalutazione fra cui la versione italiana del Life Skills Profile (LSP) (Parker et al., 1991; Rosen et al., 1989), uno strumento di valutazione del funzionamento e delle disabilità dei pazienti con schizofrenia (ma non solo di questi: Trauer et al., 1995), ben validato da un punto di vista psicometrico anche nella traduzione italiana (Zizolfi, 1997). L'LSP viene compilato sulla base delle informazioni fornite da un operatore o da un informatore-chiave, relative al comportamento osservato negli ultimi tre mesi. Si compone di 39 items a scelta multipla con 4 opzioni di risposta, cui corrisponde un punteggio da 1 (estremo negativo, indicante un elevato livello di menomazione) a 4 (estremo positivo, indicante un basso o assente livello di menomazione). Permette di calcolare un punteggio totale (range: 39-156) e un punteggio per ciascuna delle cinque sottoscale indicate di seguito, individuate in base all'analisi del contenuto e a procedure di analisi fattoriale, che rinviano a dimensioni distinte del funzionamento dei pazienti nella vita di tutti i giorni (Rosen et al., 1989): (1) la Cura di sé (Self-care, 10 items); (2) la Non turbolenza (Non-turbulence, 12 items); (3) il Contatto Sociale (Socialization, 6 items); (4) la Comunicatività (Communication, 6 items); e (5) la Responsabilità (Responsibility, 5 items). Va sottolineato che le diverse sottoscale sono costituite da un numero differente di items, e per questo motivo il loro punteggio non è direttamente confrontabile, potendo il range di valori minimi-massimi variare per ciascuna di esse. Per una corretta interpretazione dei risultati va infine rimarcato che l'LSP chiede di valutare il funzionamento effettivo del paziente senza distinguere se il comportamento osservato sia il frutto di capacità autonome o di un intervento esterno qualsivoglia; pertanto un punteggio più elevato sta ad indicare maggiori competenze nell'area indagata, indipendentemente dal fatto che ciò sia ottenuto dal paziente sulla base delle proprie abilità e competenze o invece solo grazie ad un intervento assistenziale, come quelli effettuati nelle SR.
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Piceci, Luigi, Anna Maria Mariani y Francesco Peluso Cassese. "Train teachers in digital citizenship to facilitate a sustainable education system". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, n.º 3 (31 de diciembre de 2021): 105–17. http://dx.doi.org/10.36253/form-12114.

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The technological development of the last twenty years, starting in Europe from the increased availability of Internet resources to the concept of the digital citizen, has involved our society at all levels, affecting politics, businesses, families and all forms of education and teaching at each and every level. The COVID pandemic that began in 2020 has led to further acceleration, so much so that both the Digital Agenda for information technology in public administration 2020-2022 (AGID) and the Action Plan for Digital Education 2021-2027 focus on a strong digital component in everyday life. A psychoeducational protocol for digital skills in teachers is hereby provided, tested on a sample over the course of 8 weeks. In order to be able to assess initial and final competences, a questionnaire on digital competences has been developed and validated, based on DigComp 2.1. Formare gli insegnanti alla cittadinanza digitale per facilitare un sistema educativo sostenibile. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi vent’anni, a partire in Europa dalla maggiore disponibilità di risorse Internet fino al concetto di cittadino digitale, ha coinvolto la nostra società a tutti i livelli, interessando la politica, le imprese, le famiglie e tutte le forme di istruzione e didattica ad ogni livello. La pandemia di COVID iniziata nel 2020 ha portato a un’ulteriore accelerazione, tanto che sia l’Agenda Digitale per le tecnologie dell’informazione nella pubblica amministrazione 2020-2022 (AGID) sia il Piano d’Azione per l’Educazione Digitale 2021-2027 si concentrano su una forte componente digitale nella vita di tutti i giorni. Viene fornito un protocollo psicoeducativo per le competenze digitali degli insegnanti, testato su un campione nel corso di 8 settimane. Per valutare le competenze iniziali e finali è stato sviluppato e validato un questionario sulle competenze digitali, basato su DigComp 2.1.
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Possanzini, Davide. "Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004)". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry". Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, n.º 2 (30 de junio de 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Ruggieri, M., A. D. Praticò, A. Serra, L. Maiolino, S. Cocuzza, P. Di Mauro, L. Licciardello et al. "ACTA OTORHINOLARYNGOLOGICA ITALICA". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 5 (octubre de 2016): 345–67. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1093.

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La neurofibromatosi tipo 2 [NF2] è una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante [MIM # 101000]. Clinicamente è caratterizzata da: (1) schwannomi bilaterali del (VIII) nervo acustico/vestibolare; (2) cataratta giovanile o amartomi retinici; (3) schwannomi a carico dei nervi periferici e dei nervi cranici; (4) tumori multipli del sistema nervoso centrale (es., meningiomi, astrocitomi, ependimomi); (5) lesioni cutanee: (a) placche NF2 (schwannomi cutanei); (b) (poche) macchie caffellatte; (6) “malformazioni dello sviluppo corticale cerebrale”. La prevalenza della (forma sintomatica di) NF2 nella popolazione generale è di 1 su 100.000-200.000 individui con un’incidenza di 1 su 33.000 nati. La forma classica a esordio nel giovane adulto è conosciuta come forma di Gardner, (esordio intorno ai 20-30 anni d’età) con manifestazioni legate agli schwannomi bilaterali del nervo acustico/vestibolare (diminuzione/perdita progressiva dell’udito, tinnito, vertigini) e/o più raramente con manifestazioni da (altri) tumori del sistema nervoso centrale e/o periferico. In età pediatrica il fenotipo è diverso (forma di Wishart): per primi compaiono abitualmente i tumori del sistema nervoso centrale in assenza di schwannomi vestibolari; si possono avere macchie caffellatte e placche NF2 e solo dopo anni i tumori del nervo cranico VIII e di altri nervi cranici. Il quadro è più grave. Esiste anche una forma “congenita” ad esordio nei primi giorni/mesi di vita, con schwannomi vestibolari di piccole dimensioni (stabili nel tempo: anche per anni/decenni ma con improvvisa e rapida progressione) e numerose placche NF2; in questa forma le altre manifestazioni (es. meningiomi, altri tumori, altri schwannomi) sono spesso più gravi e progressive delle altre forme. Il gene responsabile della NF2 è localizzato sul cromosoma 22q12.1. Il prodotto genico della NF2 è conosciuto con il nome di schwannomina o merlina [dalla famiglia di proteine 4.1 del tipo moesina-ezrina-radixina/ERM alla quale appartiene il gene della NF2) e ha funzioni di regolazione della crescita e del rimodellamento cellulare (soppressione della crescita cellulare e della tumorigenesi)]. Alcune persone possono presentare tutte le (o parte delle) manifestazioni della NF2 in un emilato o in segmenti corporei circoscritti [NF2 a mosaico]. Altre persone presentano schwannomi (confermati istologicamente) dei nervi periferici (non intradermici) e/o delle radici gangliari in assenza di tumori del nervo vestibolare (o di altri nervi cranici: anche se in alcuni casi vi possono essere anche tumori unilaterali o bilaterali del nervo acustico/vestibolare e/o dei nervi cranici misti) o di altri segni diagnostici per la NF2 [Schwannomatosi, SWNTS]. L’esordio in questa forma è intorno ai 30 anni d’età (sono conosciuti casi in età pediatrica) con tumori in svariate sedi (abitualmente tronco e arti). Si conoscono due forme principali: (1) SWNTS1 [MIM # 162091] causata da alterazioni del gene SMARCB1 [regolatore della cromatina actina-dipendente associato alla matrice e correlato alle proteina SWI/SBF, sub-famiglia B, membro di tipo 1; MIM # 601607], sul cromosoma 22q11.23 (posizione centromerica rispetto al gene della NF2); (2) SWNTS2 [MIM # 615670] causata da alterazioni del gene LZTR1 [regolatore della trascrizione di tipo 1 legato alla Leucina; MIM # 600574], cromosoma 22q11.21 (posizione centromerica rispetto al gene SMARCB1) che codifica per una proteina, membro della super-famiglia BTB-kelch. Il meccanismo molecolare della Schwannomatosi comprende: (1) mutazione germinale del gene SMARCB1 o del gene LZTR1; (2) ampia delezione all’interno del cromosoma 22 (con perdita del gene NF2 e dell’allele intatto SMARCB1 o LZTR1); e (3) mutazione somatica dell’allele intatto del gene NF2 [meccanismo conosciuto come “four hits”: “Quadrupla alterazione” (su entrambi gli alleli dei due geni SWNTS/NF2), con tre passaggi consecutivi]. Negli ultimi anni, accanto alle tradizionali terapie chirurgiche e/o radioterapiche sono stati anche impiegati diversi farmaci “biologici” (es., Lapatinib e Bevacizumab) con effetti di riduzione/arresto della crescita dei tipici tumori NF2.
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Scotti, G., C. Righi, F. Simionato y Ming Hua Li. "Trattamento endovascolare degli aneurismi intracranici con spirali staccabili (GDC)". Rivista di Neuroradiologia 7, n.º 5 (octubre de 1994): 723–33. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700502.

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Tra Giugno 1993 e Agosto 1994, sono stati trattati con spirali staccabili di Guglielmi 32 pazienti con aneurismi intracranici subaracnoidei. Il gruppo è composto da 24 femmine e 8 maschi, con età media di 53 anni. Venti pazienti sono stati trattati in fase acuta a seguito di emorragia subaracnoidea; 12 sono stati diagnosticati per la presenza di segni neurologici legati alla sede e dimensione dell'aneurisma (effetto massa, deficit di nervi cranici), o sono stati un riscontro occasionale. Per quanto riguarda le dimensioni, 15 aneurismi erano piccoli (meno di 10 mm di diametro), 11 erano grandi (fra 10 e 25 mm di diametro) e 6 erano giganti (più di 25 mm di diametro, comprendendo la porzione eventualmente trombizzata). Un elemento importante nel condizionare le probabilità di successo del trattamento endovascolare è rappresentato dalle dimensioni del colletto in rapporto alle dimensioni dell'aneurisma: 14 aneurismi avevano un colletto di diametro inferiore ai 4 mm (10 piccoli, 3 grandi e un gigante) e 12 un colletto di diametro superiore ai 4 mm (3 piccoli, 5 grandi e 4 giganti); negli altri 6 non è stata possibile una valutazione sufficientemente accurata. Gli aneurismi del circolo posteriore erano 11, 8 dell'apice e 3 del tronco della basilare. Tutti i pazienti sono stati trattati in anestesia generale; gli ultimi 22 pazienti erano in eparinizzazione totale. I controlli a distanza sono disponibili solo per un numero limitato di pazienti (3 a 12 mesi; 5 a 6 mesi e 2 a 4 mesi); tutti i pazienti hanno avuto un controllo angiografico immediato e ad una settimana dal trattamento. Secondo il protocollo tutti i pazienti avranno un controllo angiografico ad un anno e possibilmente a 24 mesi dal trattamento. Il controllo angiografico ha mostrato occlusione completa dell'aneurisma in 18 pazienti (56%), occlusione parziale in dodici (38%) (di cui in 6 superiore all '80%). In due pazienti (6%) non è stato possibile posizionare il microcatetere Tracker all'interno dell'aneurisma. Questi due pazienti sono stati successivamente operati, come altri due in cui non era stato possibile posizionare un numero di coils adeguato per ottenere un packing soddisfacente ed era residuato un colletto non protetto. Tre pazienti sono stati trattati due volte; in due il trattamento è stato ripetuto perchè un controllo a 6 mesi aveva documentato ricanalizzazione parziale dell'aneurisma, nel terzo perchè il posizionamento delle coils era stato interrotto la prima volta per il riscontro di embolo nella arteria cerebrale media. Non si sono rilevate differenze nella percentuale di occlusione in funzione della sede dell'aneurisma; per quanto riguarda le dimensioni, la percentuale di occlusione completa e del 33% negli aneurismi giganti, del 63% in quelli grandi e del 70% in quelli piccoli. Nella nostra casistica il diametro del colletto non sembra influenzare in maniera significativa la percentuale di chiusura completa; ciò può essere tuttavia espressione del numero per ora basso di aneurismi trattati. Sui 14 aneurismi con colletto piccolo si è avuta chiusura completa in 5 dei 10 piccoli, vale a dire solo il 50%. Tuttavia in due pazienti non e stato possibile introdurre le spirali nell'aneurisma e si tratta quindi di insuccessi tecnici. Se quindi si considerano 8 aneurismi trattati la percentuale sale al 62%. Tutti i tre aneurismi grandi sono stati occlusi completamente (100%) mentre la chiusura dell'unico aneurisma gigante è stata parziale. Nei 12 aneurismi con colletto di diametro superiore ai 4 mm, 2 su 3 piccoli sono stati chiusi completamente (66%), 3 su 5 grandi (60%) e 1 su 4 giganti (25%). Nessun paziente è morto in conseguenza diretta del trattamento; due pazienti, entrambi con emorragia subaracnoidea di grado 3–4 sono morti cinque giorni dopo il trattamento. Si trattava di aneurismi della comunicante anteriore, in un caso associato a spasmo della cerebrale anteriore con successivo infarto frontale e nell'altro con ematoma frontobasale mesiale, prodottosi dopo il posizionamento delle coils. Si sono registrate 5 complicanze emboliche (15%) durante il trattamento o nelle prime dodici ore successive; tutte tranne una in pazienti non eparinizzati. Quattro delle complicanze sono state sintomatiche con deficit neurologici residui in 3 pazienti, da lieve afasia a grave emiparesi. In un paziente si è prodotta rottura dell'aneurisma nel corso del posizionamento delle coils, per eccessivo avanzamento del Tracker dopo la quarta coil. Il posizionamento di una quinta coil ha conseguito il tamponamento della rottura. In totale sono state impiegate 155 spirali con una media di cinque spirali per paziente; questo alto numero è spiegato dalla prevalenza, nel nostro gruppo, di aneurismi grandi o giganti.
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Neumann, Martin. "Tabucchi und die fiktive Dichterbiographie: Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa". Romanistisches Jahrbuch 51, n.º 1 (1 de enero de 2000). http://dx.doi.org/10.1515/roja-2000-0109.

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Torresetti, Matteo, Giovanni Di Benedetto y Alessandro Scalise. "Esiste un'alternativa alla matrice dermica acellulare per la gestione delle ferite? Rivisitazione del ruolo di una medicazione bioattiva a base di collagene e acido ialuronico". Italian Journal of Wound Care 4, n.º 2 (26 de enero de 2021). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2020.70.

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La guarigione delle ferite è un processo complesso che coinvolge molte interazioni sinergiche tra diverse linee cellulari, citochine, enzimi e fattori di crescita. Negli ultimi anni sono stati introdotti diversi biomateriali e medicazioni bioattive che si ritiene svolgano un ruolo attivo nella guarigione delle ferite. Sia il collagene che l’Acido Ialuronico (AI) sono stati ampiamente adottati per la gestione delle ferite e la sua combinazione, utilizzata come medicazione bioattiva, è stata studiata. Abbiamo riportato la nostra esperienza clinica con una medicazione avanzata composta da AI più collagene eterologo di tipo I applicato su ferite acute e croniche di diversa eziologia in una coorte retrospettiva di 30 pazienti. Tutti i pazienti inclusi avevano ferite cutanee portate a guarigione completa per seconda intenzione, e tutte le ferite sono state trattate utilizzando Bionect Pad® (BP). Se necessario, alcuni casi sono stati gestiti con trattamenti combinati al fine di ottenere un’adeguata preparazione del letto della ferita prima dell’applicazione di BP. Trenta pazienti con età media di 60,2 anni sono stati trattati per ferite di diversa eziologia. La tipologia di ferite trattate includeva ulcere venose, ferite post-traumatiche, complicanze di ferite chirurgiche, lesioni da decubito, ustioni, ulcerazioni peristomali e ulcerazioni cutanee dopo radioterapia. Il tempo medio di guarigione è stato di 31 giorni (range: 21-76 giorni). Sulla base dei nostri risultati incoraggianti, riteniamo che tali medicazioni bioattive possano essere considerate un’alternativa utile e affidabile ad altri metodi di trattamento ben noti e consolidati, come le matrici dermiche acellulari o altre medicazioni avanzate, in casi selezionati.
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Paradiso, Michele, Marco Altemura y Sara Garuglieri. "El rincón de Roberto Gottardi". Revista M 18 (13 de diciembre de 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v18i0.2653.

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Dopo la vittoria dei rivoluzionari sul governo filoamericano di Fulgencio Batista, l’isola di Cuba visse un momento di rinascita e forte positività. Il piano di socializzazione castrista coinvolse numerose figure professionali straniere. Tra questi, all’inizio del 1960 prese parte l’architetto veneziano Roberto Gottardi partecipando all’immensa impresa della realizzazione delle Scuole d’Arte a L’Avana tramontata prematuramente. Il suo lavoro, la sua ricerca in materia di disegno, sono state riconosciute nel 2016 con il Premio Nacional de Arquitectura dell'associazione Union de Arquitectos e Ingenieros de la Construcción di Cuba. Questo studio inizialmente ripercorre le tappe fondamentali della vita di Roberto Gottardi, dagli studi allo IUAV fino al suo arrivo a Cuba e ne delinea la figura professionale. L’eredità culturale che Gottardi lascia al suo paese adottivo prende infine collocazione all’interno di un nuovo spazio, frutto di questa ricerca, chiamato “El rincón de Roberto Gottardi”, una biblioteca - museo in sua memoria inserito all’interno della Scuola che lo ha reso internazionalmente celebre e sulla quale ha lavorato fino agli ultimi giorni di vita.
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Ressel, Magnus. "DIE ZERSTÖRUNG DER CAPITULARIEN DES FONDACO DEI TEDESCHI IM SCHLOSS WÄSSERNDORF AM ENDE DES ZWEITEN WELTKRIEGES". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 93, n.º 1 (enero de 2014). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab.2014.93.1.377.

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RIASSUNTONonostante la situazione documentaria favorevole, da più di cento anni l’attenzione della ricerca si è rivolta solo raramente alla storia commerciale tra i territori tedeschi e veneziani nell’epoca moderna. Uno dei motivi ne è la distruzione di un importante fondo documentario della cosiddetta Nazione Alemana, ovvero il gruppo dei commercianti tedeschi a Venezia, avvenuta durante la seconda guerra mondiale per la coincidenza di molteplici tragiche circostanze. I capitolari del Fondaco dei Tedeschi, che erano stati portati dallo storico Freiherr Götz von Pölnitz a Schloss Wässerndorf in Franconia, furono colà bruciati negli ultimi giorni della guerra durante un’azione di rappresaglia eseguita dall’esercito americano. Anche se nella letteratura specialistica non mancano gli accenni alla distruzione dei capitolari, non si apprende quali documenti comprendessero e quali ne fossero i contenuti; restano sconosciute pure le circostanze in cui avvenne la loro distruzione, e non si precisa come potrebbero eventualmente essere sostituiti. Nel presente contributo si tenta di dare una risposta quanto più esauriente possibile a tali quesiti. Da una parte si vuole in tal modo aggiungere un ulteriore tassello alla storia delle distruzioni di archivi durante la seconda guerra mondiale, e dall’altra parte stimolare la ricerca sulla storia commerciale e dei contatti tra i territori tedeschi e veneziani nell’epoca moderna.
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"Capitolo 1: Introduzione". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (marzo de 2002): 20–22. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000484.

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Poche ricerche hanno preso direttamente in esame lo stato della salute mentale ed i bisogni di cura delle popolazioni indigene nel mondo. Nello stesso tempo ciò non sorprende ed è singolare. Non sorprende innanzitutto poiché i bisogni e i diritti delle popolazioni indigene sono stati storicamente di scarso interesse per le grandi e assai influenti nazioni che si sono spinte da una parte all'altra del pianeta in cerca di ricchezze.Singolare, nonostante che durante lo stesso periodo del colonialismo non c'era scarsità di conoscenze intorno alle brutalità a cui le popolazioni indigene del mondo sono state, e continuano ad essere, soggette.Nel 1552 Bartalomé de las Casas, una frate spagnolo, pubblicò La devastazione delle Indie, una descrizione delle atrocità commesse dagli spagnoli nella loro conquista del Nuovo Mondo. Di Hispaniola così scrive:Su questa terra di miti reietti giunsero alcuni spagnoli che immediatamente si comportarono come fameliche bestie selvatiche, lupi, tigri o leoni che sono rimasti senza cibo per molti giorni. E gli spagnoli hanno agito sempre nello stesso modo durante gli ultimi quarant'anni fino ad oggi, comportandosi come animali affamati, uccidendo, terrorizzando, affliggendo, torturando e distruggendo i popoli nativi, facendo tutto ciò con le più inconsuete e svariate nuove forme di crudeltà, mai viste o udite prima, e con un simile grado che l'Isola di Hispaniola, un tempo assai popolata (con una popolazione che io ho stimato intorno ai tre milioni di persone) conta ora una popolazione di appena duecento abitanti (las Casas, 1992:29).
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Pantaleo, E., E. Gamalero, C. Leli y A. Rocchetti. "Il sistema di sorveglianza dell’antibiotico resistenza AR-ISS: uno strumento efficace per migliorare la gestione degli antibiotici". Working Paper of Public Health 9, n.º 1 (25 de junio de 2021). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2021.9299.

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Obiettivi: analizzare i dati di resistenza agli antibiotici raccolti dal Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria per gli anni 2019 e 2020. Metodi: negli ultimi decenni, l’antibiotico resistenza è aumentata a livello globale, diventando una delle maggiori sfide per la salute pubblica dei giorni nostri. Il fenomeno attualmente è inserito nella lista dell’Unione Europea dei problemi sanitari speciali ed è monitorato tramite il sistema di sorveglianza EARSNet. In Italia, il sistema di sorveglianza dell’antibiotico resistenza AR-ISS, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, è uno strumento essenziale per studiare e descrivere la comparsa e la diffusione del fenomeno. Il sistema di si basa su una rete di laboratori ospedalieri presenti su tutto il territorio nazionale, che inviano dati di routine sulla suscettibilità agli antibiotici per patogeni selezionati da infezioni invasive. In questo lavoro, nell'ambito della rete AR-ISS, vengono presentati i report di sorveglianza annuali 2019 e 2020 dell'Azienda Ospedaliera di Alessandria tramite statistiche riassuntive ed istogrammi. Risultati: sono state analizzate le specie batteriche sotto sorveglianza e i dati del 2020 confrontati con quelli del 2019. Inoltre, viene valutata la tendenza europea ed italiana del quinquennio 2015-2019 per quattro combinazioni farmaco/batterio. Particolare attenzione è stata rivolta a possibili previsioni di resistenza agli antibiotici. Conclusioni: i programmi di sorveglianza forniscono informazioni attuali e storiche indispensabili per una corretta stewardship antibiotica; inoltre, possibili previsioni future della resistenza agli antibiotici potrebbero essere utili per guidare le decisioni sulle strategie di mitigazione.
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Adrião, Iracely Santos y Marluce Sampaio Nobre Barbosa. "Azioni infermieristiche nelle cure primarie in considerazione dei rischi di ipertensione durante la gravidanza". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 20 de septiembre de 2021, 84–100. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/rischi-di-ipertensione.

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La preeclampsia si presenta come una delle sindromi ipertensive che possono colpire le donne durante la gravidanza, durante il parto e/o nel periodo postpartum fino a 10 giorni, tanto che è ancora una patologia che, se non adeguatamente diagnosticata e trattata, può causare gravi danni e persino portare alla morte della donna incinta e/o del parto. L’obiettivo principale di questo studio è conoscere la prevenzione della preeclampsia nelle cure primarie da parte dell’allattamento. Pertanto, la seguente domanda è: quali sono le azioni infermieristiche nelle cure primarie di fronte ai rischi di ipertensione durante la gravidanza? Il presente lavoro si basa su una ricerca bibliografica, con un approccio qualitativo condotto attraverso il metodo della revisione integrativa. Per raccogliere i dati, è stata condotta un’indagine nei database: Google Scholar, Pubmed, Scielo e Medline. I descrittori utilizzati erano: Rischi. Gestazione. Ipertensione. Allattamento. I criteri di inclusione utilizzati per la selezione dei campioni sono stati: articoli disponibili per via elettronica pubblicati dal 2015 al 2020; lingua portoghese. I criteri di esclusione erano articoli inferiori al 2015 e parole chiave che non sono correlate al tema. Per l’analisi completa degli articoli selezionati, è stata utilizzata una piattaforma online (ricerca nei database), con lo scopo di estrarre (titolo e scopo degli articoli), organizzare (in forma di tabella), sumarizzare le informazioni e facilitare la formazione del database. I risultati hanno indicato 35 articoli pubblicati, ma solo 15 articoli, negli ultimi cinque anni, hanno come tema principale la prevenzione e i rischi della preeclampsia nelle cure primarie. Si conclude che le principali condotte utilizzate non solo dagli infermieri, ma dall’intero team che lavora nelle cure primarie, dovrebbero essere basate sul processo di accoglienza incentrato su azioni che possono essere determinanti nella prevenzione della preeclampsia.
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Scorretti, Carlo y Lorenzo Ventre. "La proposta del nuovo Codice di Deontologia Medica Per quale medico? Per quale medicina?" Medicina e Morale 63, n.º 1 (28 de febrero de 2014). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2014.68.

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Nel testo proposto come nuovo rifacimento del Codice deontologico, presentato negli ultimi giorni di giugno 2013 dalla Federazione degli Ordini dei Medici italiani ed ancora in procinto di essere approvato, permane una mancanza di indicazioni su alcuni aspetti non trascurabili della professione medica attuale, quali l’asimmetria del rapporto medico-paziente, la distribuzione delle risorse (sempre più ridotte) ed il loro impiego, e soprattutto la natura morale, non solo tecnica, delle decisioni e dell’operare del medico. La tendenza a ridurre il rapporto con la persona sofferente a semplice prestazione tecnica, anche attraverso l’impiego di nuovi termini definitori del paziente (es. persona assistita), comportano una diversa relazione e suggeriscono una riduzione della autonomia del medico, limitando la possibilità per il sanitario di appellarsi alla sua “coscienza”. Non viene inoltre adeguatamente considerata, nel testo proposto, la particolare responsabilità di chi esercita una professione sanitaria. Responsabilità che nasce dalla peculiarità della relazione medico-paziente (o medico cliente), tanto più sentita quanto più la “relazione” assume una valenza terapeutica, come, ad esempio, in ambito psichiatrico o in particolari situazioni critiche. Le questioni riproposte da questa ulteriore riscrittura del codice italiano meriterebbero perciò una maggiore attenzione da parte dei medici italiani, che dovrebbero cercare di identificare prima i principi sui quali l’intera comunità dei professionisti possa trovare dei punti su cui basare il suo agire, seguendo un comune sentire che, a bene vedere, non potrà non tenere conto di valori di natura etica e di una più generale riflessione sulle basi filosofiche della medicina. ---------- In Italy the rules of professional conduct for doctors are going to change. Over the last decade the “Federazione degli Ordini dei Medici” has approved more than four different editions of the professional code and, last June, a new version was submitted. In spite of the lively debate the text that has been proposed does not give any detail about the asymmetric relationship between doctor and patient, the use of the always limited financial resources and their employment; what is more the moral aspect of the medical conduct is not dealt with. The medical conduct is not only a technical skill as suggested in the code (where the relationship doc/patient seems to get poorer) but something deeper and more complex and, calling patients in a different way (i.e. assisted person) is not enough and doesn’t help. Unfortunately, lately, the trend has been to reduce the relationship between doctor and patient to a simple technical skill. The new code seems to forget that the aim of clinical ethics is to improve the quality of patient care by identifying, analysing and attempting to solve the ethical problems that rise in practise. Medical ethics has not to be analysed only in terms of obligations between a single physician and a single patient because, as a matter of fact, doctors have an obligation to their patients as well as to their community. The new code has completely neglected the moral responsibilities of the profession inside a their moral community, as a group dedicated to a common set of moral precepts. To sum up, in the last submitted edition there are several critical points which are worth of attention. The Italian physicians should identify the obligations, values, rules of their professional conduct and, at the same time, keep in mind the buried roots from which the medical profession conduct has grown. Only in this way the still living philosophy of medicine will be kept in adequate consideration and will help to give a better welfare.
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