Literatura académica sobre el tema "Giudizio riflettente"

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Artículos de revistas sobre el tema "Giudizio riflettente"

1

Micali, Stefano. "Il giudizio riflettente estetico nella Critica del Giudizio. Una ripresa fenomenologica". Chiasmi International 16 (2014): 167–84. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20141611.

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2

Turoldo, Fabrizio. "Dire la verità / To tell the truth". Medicina e Morale 67, n.º 1 (23 de marzo de 2018): 71–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.529.

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Resumen
Dire o non dire la verità? Mentire a fin di bene? Dire subito tutta la verità, oppure farla trapelare progressivamente, tenendo conto della capacità che l’interlocutore ha di sopportarla? Questi dilemmi etici si pongono nei più svariati campi professionali e, prima ancora, nella nostra vita quotidiana. Le diverse tradizioni che hanno dato origine alla cultura occidentale, a cominciare dalla cultura greca e da quella giudaico-cristiana, hanno avuto atteggiamenti diversificati nei confronti della verità e della menzogna? E la modernità come si è posta di fronte a questo tema? Infine, come si è sviluppata la riflessione filosofica su questi temi? Come si sono posti autori quali Platone, Agostino, Machiavelli, Montaigne, Grozio, Kant, Constant, Feyerabend, MacIntyre, Sandel, di fronte a questo problema? Dopo aver preso in esame queste questioni il saggio prova a dare una risposta alla difficile problematica, facendo leva sulla nozione aristotelica di phronesis e su quella kantiana del giudizio riflettente, mettendone alla prova l’efficacia soprattutto nel campo della bioetica e della pratica clinica in medicina. ---------- Can we lie for a good purpose? Is it better to tell the whole truth immediately, or to leak it progressively, taking into account the interlocutor’s capacity to suffer? These ethical dilemmas are often raised in the most varied professional fields and first of all in our daily life. Do the different traditions that gave rise to western culture share similar attitudes towards truth and lies? What about Greek culture? What about Judeo-Christian culture? What about Modernity? How has philosophical reflection developed these topics? What did Plato, Augustine, Machiavelli, Grotius, Kant, Constant, Feyerabend, MacIntyre and Sandel think about these issues? After dealing with these difficult questions, this short essay tries to look for an answer in the Aristotelian concept of phronesis and in the Kantian notion of reflective judgement, testing these conceptual tools through bioethical and clinical medical cases.
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3

Coltorti, Fulvio. "DAGLI ARCHIVI DI MEDIOBANCA UN ISTITUTO DIVERSO". Il Politico 254, n.º 1 (7 de junio de 2021): 141–55. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.573.

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Nel novembre 2019 MEDIOBANCA ha aperto l’archivio storico alla consultazione pubblica arricchendo l’insieme dei materiali ora disponibili. Questo scritto ha lo scopo di riflettere sull’opportunità di rivedere alcuni giudizi espressi in passato sulla banca di Enrico Cuccia.
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4

Venanzoni, Andrea. "La tirannia del giudizio: il nuovo ruolo del giudice nel rapporto tra poteri, riflettendo su A. Kojève". DEMOCRAZIA E DIRITTO, n.º 3 (enero de 2017): 180–216. http://dx.doi.org/10.3280/ded2016-003007.

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5

Pisani, Michele. "La struttura del Comprehensive Income Statement: le indicazioni del progetto congiunto IASB-FASB Financial Statement Presentation". FINANCIAL REPORTING, n.º 4 (diciembre de 2011): 9–48. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004002.

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Il progetto congiunto IASB-FASBsi propone di definire l'impostazione di tutti i documenti necessari per formare un bilancio di esercizio che possa definirsi completo, ma grande attenzione è dedicata alla struttura del conto economico e alla rappresentazione del. Nel momento in cui i due corpi di principi contabili adottano un sistema misto di riconoscimento e di valutazione, fondato in parte sul costo storico e sul principio di realizzazione e in parte sule sulla logica delle variazioni patrimoniali, si pone il problema di valutare se la rappresentazione del reddito debba riflettere in modo neutro l'esistenza di questi due diversi paradigmi. Il lavoro esamina le soluzioni proposte nella struttura di conto economico al fine di esprimere su di esse un giudizio di merito alla luce delle indicazioni provenienti dai contributi teorici e dalle indagini empiriche svolte sull'argomento. Le innovazioni presentano indubbi vantaggi ma non risolvono le principali criticità legate alla rappresentazione del. L'incertezza che emerge dai contributi teorici ed empirici, che non consentono di individuare argomenti decisivi per basare le valutazioni esclusivamente sul reddito tradizionale o sul, rappresentano il principale argomento a supporto delle scelte conservative avanzate dai due.
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6

Serkowska, Hanna. "L’altra faccia della medaglia: Il ciclo dei vinti di Giampaolo Pansa". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 51, n.º 1 (3 de marzo de 2017): 95–111. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682488.

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Resumen
Questo saggio muove dall’enfasi sul desiderio di fare giustizia nel ciclo dei vinti (2003–) di Giampaolo Pansa, inserito nel contesto del revisionismo storico di sinistra, contestato dall’autore che con esso giustifica il proprio. Si dimostra che Pansa rivendica la giustizia nei modi che sfiorano la vendetta, con un ritardo che lascia sospettare l’opportunismo politico e che degrada la storia della Resistenza italiana a crimine diffuso in attesa di giustizia. L’autore, che si definisce uno storico dilettante e trascura le fondamentali regole della storiografia (pronuncia giudizi di valore, adotta una prospettiva e studia le fonti e testimonianze solo di una parte, non elabora il passato ma vi cerca le ragioni del presente), fa della storia politica. Parte integrale della sua operazione è anche la preferenza per la forma romanzo di cui qui si propone un’analisi delle componenti strutturali, linguistiche e ideologiche come uno spunto per riflettere sulla scelta dei destinatari e per capire l’uso che l’autore fa del concetto di giustizia. Si rinvengono infine alcune avvisaglie di un ripensamento: l’autore – già passato dalla sinistra a posizioni di destra – sembra rivedere un’altra volta le sue ragioni e accettare che la guerra sia uno stato di eccezione, per cui non sono idonei né i criteri di giustizia sviluppati al tempo di pace né tanto meno le chiavi di lettura semplificate.
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7

Cristofari, Fabiana. "Autodeterminazione nelle scelte procreative: identità di genere e famiglia". Medicina e Morale 56, n.º 3 (30 de junio de 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.319.

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Resumen
Alcune pronunce giurisprudenziali mostrano un’evoluzione nella presa di coscienza da parte dei giudici della procreazione come oggetto di un autonomo diritto di personalità. Il fatto che all’interno del “diritto a procreare”, come diritto fondamentale del singolo, vada ricompreso anche il diritto negativo di “non procreare”, pone il problema del bilanciamento d’interessi nel caso in cui, ad avvenuto concepimento, la volontà di procreare di un coniuge si opponga a quella di non procreare dell’altro. L’autrice, a partire da un’analisi e un confronto della giurisprudenza anglo- americana ed europea, mette in luce come la rapida evoluzione della scienza medica e la diffusione dell’applicazione delle nuove tecnologie riproduttive (con la circostanza per cui il materiale genetico dell’ovocita può essere fuso in ambiente extra-uterino dando vita ad un embrione) hanno aperto nuove ed inattese prospettive di riflessione, rispetto a quelle poste dalla problematica dell’aborto, con riferimento alla simmetria dei diritti riproduttivi da attribuire ai generanti. Il contributo invita a riflettere sul rilievo della gestazione nella specificazione diversa dei sessi e dei diritti ad essi riconosciuti. Secondo alcuni, assegnare un’indiscriminata uguaglianza di diritti nell’ambito delle “reproductive decision-making” - in ordine alla volontà di procreare o non procreare - equivale a non tenere in sufficiente considerazione la specifica caratterizzazione sessuale-riproduttiva che inevitabilmente pone un uomo ed una donna in maniera differente in relazione alla vita nascente. Ma, la radicalizzazione della differenza corporea e la polarizzazione dei ruoli che ne deriva rischia che sorgano quei rapporti di potere che rendono inessenziali gli altri soggetti ridotti a possesso. La proposta alternativa per la realizzazione di una situazione di equità, è quella dell’“astrazione dalla corporeità” e quindi dell’omologazione. Ma, se quest’ultima in apparenza annulla le differenze, ripropone poi, l’asimmetria dei diritti sul piano delle volontà. L’Autrice, superando il modello della radicalizzazione della differenza corporea e il modello dell’omologazione, propone quello della “democrazia” come fatto intersoggettivo e relazionale e, quindi, collegato ad un riconoscimento reciproco, sostenendo che l’autodeterminazione del singolo, nelle scelte riproduttive, una volta avvenuto il concepimento/fecondazione, non sia conciliabile con tale principio. ---------- Some jurisprudential pronunciations demonstrate that judges are becoming always more conscious of procreation as object of an autonomous right of privacy. The fact that inside of the procreating right, as a fundamental human right, must also be considered the negative one of no-procreating, puts the problem of the balance of interests in the case that, after the conception, the procreating will of one consort opposes to the no-procreating will of the other one. The author, beginning from an analysis and a comparison of Angloamerican and European jurisprudential cases, points out that the rapid evolution of medical science and the diffusion of the new reproductive technologies (together with the fact that genetic material of the oocyte can be fused out of uterus giving life to an embryo) has opened new and unexpected considerations compared with those offered by abortion problems, about the same reproductive rights of the progenitors. This contribution invites to consider the importance to tribute to the gestation for the different specification of the sexes and of their rights. Someone thinks that to tribute an indiscriminated equality of rights within the “reproductive decision-making”- in order to the procreating or noprocreating will - means not to consider enough the specific sexualreproductive characterization which inevitably puts a man and a woman in a different position in front of the unborn child. But the radicalization of the difference and the deriving polarization of the roles brings the rising of risks of power relations that make unessential the other subjects reduced to be simple property. The alternative proposal for the realization of an equity situation is the abstraction of the bodility, and then of the homologation. But, if this one, in seeming, nullifies the differences, it presents again, the asymmetry of the reproductive rights in the field of the wills. The author, between the homologation model and the bodility-difference model suggests the “democracy” one as a relational fact between the subjects and, therefore, connected to a mutual acknowledgement. She thinks that individual self-determination in the “reproductive decision-making”, after fecondation/conception, is not reconcilable with this principle.
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Tesis sobre el tema "Giudizio riflettente"

1

Castagnoli, Andrea <1989&gt. "Tre riprese originali del giudizio riflettente: Arendt, Ricoeur e la bioetica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6248.

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Il presente lavoro prende le mosse dall'analisi del giudizio riflettente kantiano, passando attraverso un confronto con la Critica della Ragion Pura e il giudizio determinante. Dopodiché si è passati ad illustrare la ripresa di questo tema in ambito politico, giuridico ed etico grazie ai contributi contemporanei di Hannah Arendt e Paul Ricoeur. Infine, è stato possibile mostrare la validità dell'atteggiamento esposto nel corso della trattazione anche in relazione all'ambito medico-psichiatrico, permettendo quindi un'ulteriore ripresa del giudizio riflettente all'interno del contesto bioetico con tutte le precisazioni metodologiche del caso.
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2

Giustina, Roberta <1989&gt. "Philosophy for Children o Pedagogy for Children? Il Giudizio Riflettente come paradigma filosofico della Philosophy for Children". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8170.

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Resumen
Attraverso una dettagliata analisi del curricolo educativo della Philosophy for Children e la successiva analisi del panorama filosofico contemporaneo,indagato secondo le coordinate del giudizio riflettente kantiano e della tesi dell'esemplarità, si cerca di ancorare la Philosophy for Children ad un solido paradigma filosofico, per legittimarne a pieno titolo l'esistenza nel contesto filosofico attuale e attribuirle il solido valore filosofico che merita e che non trova attualmente effettivo riscontro nella realtà.
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3

GARELLI, GIANLUCA. "La causa senza luogo. Lettura della teleologia di Kant". Doctoral thesis, 1999. http://hdl.handle.net/2158/822658.

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Tesi conclusiva del dottorato di ricerca in filosofia (estetica), IX ciclo, a.a. 1997/98; tutore della ricerca: Sergio Givone ; coordinatore del corso di dottorato: Lino Rossi ; Università degli studi di Bologna
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Libros sobre el tema "Giudizio riflettente"

1

Querzola, Lea. La tutela anticipatoria fra procedimento cautelare e giudizio di merito. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg231.

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Resumen
Dal 1865 in avanti, e limitandosi ai soli aspetti macroscopici, era mutata, anche in profili essenziali, la disciplina del processo di cognizione, il legislatore era intervenuto sul regime delle preclusioni e sul giudizio di appello, aveva introdotto il rito laburistico, modificato la disciplina dell’arbitrato, escogitato provvedimenti anticipatori per far fronte alla crisi determinata dai tempi lunghi della giustizia; sì, a dire il vero era intervenuto anche in materia di tutela cautelare, introducendo il rito uniforme, ma la strumentalità e la provvisorietà non erano state sfiorate. Per questa ragione, la primissima lettura del d.lgs. n. 5 del 2003 in tema di processo societario, nella parte in cui si occupa in specie di provvedimenti cautelari, particolarmente ante causam, mi fece riflettere. Non si poteva non riconoscere che il cambiamento era significativo, forse epocale, che lo sganciamento" o "allentamento" o l’"attenuazione" del nesso di strumentalità cautelare, che fa il suo ingresso nel nostro ordinamento proprio attraverso quel decreto, era una novità significativa, che scalfiva una piccola certezza e meritava un approfondimento. L’esigenza di una riflessione, poi, è stata evidentemente accresciuta dagli ulteriori cambiamenti attuati dal d. l. n. 35 del 14 marzo 2005, convertito con modifiche dalla l. n. 80 del 14 maggio 2005".
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