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1

O, Fanelli, D'Antona Massimo, De Luca Tamajo Raffaele y Seminario internazionale di studi su "Il giudice e la crisi delle relazioni industriali" (1983 : Università di Catania), eds. Giudici el lavoro e conflitto industriale: Tendenze italiane ed europee. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1986.

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2

Adamo, Daniela. L'intervento di terzi nel processo dinanzi ai giudici dell'Unione europea. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2011.

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3

La Convenzione europea dei diritti dell'uomo: Il ruolo del giudice. Roma: Aracne, 2011.

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4

Conti, Roberto. I giudici e il biodiritto: Un esame concreto dei casi difficili e del ruolo dei giudici di merito, della cassazione e delle Corti europee. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2014.

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5

Benedetelli, Massimo V. Il giudizio di eguaglianza nell'ordinamento giuridico delle comunità Europee. Padova: CEDAM, 1989.

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6

Palatina, Galleria, ed. Dolci trionfi e finissime piegature: Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de' Medici. Livorno: Sillabe, 2015.

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7

Il giudice e lo storico: Considerazioni in margine al processo Sofri. Torino: Einaudi, 1991.

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8

Il giudice italiano e le controversie europee: I principali regolamenti comunitari di diritto processuale civile. 2a ed. Milano: Giuffrè, 2010.

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9

Dies irae: Il giudizio universale da Giotto a Bosch. Milano: Àncora, 2009.

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10

Astone, Francesco. Integrazione giuridica europea e giustizia amministrativa: Contributo allo studio dell'influenza manifestata dal diritto europeo sul sistema di giustizia amministrativa italiano e sui poteri del giudice amministrativo. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1999.

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11

Sadeleer, Nicolas de. Rifiuti, prodotti, e sottoprodotti: La Corte di giustizia delle Comunità europee e le decisioni dei giudici nazionali in Gran Bretagna, Francia e Belgio. Milano: Giuffrè, 2006.

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12

La religione in giudizio: Tra Corte Suprema degli Stati Uniti e Corte europea dei diritti dell'uomo. Bologna: Il Mulino, 2018.

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13

Urbinati, Sabrina. I diritti umani di fronte al giudice internazionale: Atti della giornata di studio in memoria di Carlo Russo. Milano: A. Giuffrè, 2009.

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Dolfi, Anna, ed. Notturni e musica nella poesia moderna. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-803-7.

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Resumen
Che cos’è la notte? Come definirla e segnarne i limiti? È più o è meno mobile lo sguardo di chi la fissa; persiste nella notte la funzione cornice? In che modo la difficoltà di vedere favorisce l’invenzione artistica, l’interrogazione sull’infinito e la morte, i quesiti sull’immaginario, il sogno, il ricordo, l’oblio? Da domande come queste è partita Anna Dolfi nell’ideare un libro di grande novità e suggestione che, tra notturni e musica, si chiede come la letteratura, la pittura, il cinema, l’opera lirica, le tradizioni popolari, le canzoni, abbiano parlato di cecità e di visione, di ossessione e paura, di notti «tenere», disperate, sublimi, misteriose, mistiche, di notti di ‘malattia’, di notti riparatrici, di notti bianche e di notti insonni, quando il tentativo è resistere creando, per sfidare l’approssimarsi dell’alba. L’icona della mozartiana Regina della notte, assieme a quella di un Pierrot schönberghiano, ha accompagnato come in controluce una cinquantina di studiosi e giovani ricercatori italiani e stranieri che, partendo dal Settecento, dai canti di Ossian, lungo un percorso notturno europeo sostenuto da teorici (Nietzsche, Bachelard, Jankélévitch…) e musica (Mozart, Chopin, Schubert, Schumann, Fauré, Debussy, Britten…), hanno lavorato su Novalis, Hölderlin, il Romanticismo tedesco, Rilke, Celan, Müller, Hugo, Chenier, Baudelaire, Proust, Cocteau, Bonnefoy…, declinando i notturni italiani dalle elegie cimiteriali di Pindemonte a Leopardi, Di Giacomo, D’Annunzio, Onofri, Campana, Saba, Ungaretti, Sbarbaro, Montale, Penna, Pavese, Gatto, Caproni, Luzi, Bigongiari, Fortini, Jacobbi, Ripellino, Pasolini, Giudici, Rosselli, Sanguineti, De Signoribus, la Anedda, Magrelli… Aperto da testi inediti portoghesi di Ruggero Jacobbi, da versi e traduzioni di De Signoribus e di Vegliante, il volume, dalla notte di Donizetti arriva a quella dei cantautori (De Gregori, Dalla…), spingendosi al limite di notturni elettrici che rivelano in poesia gli squarci urbani di una tormentata società tra fi ne secolo e inizio millennio.
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Mansi, Francesco Paolo. Il giudice italiano e le controversie europee: Dalla Convenzione di Bruxelles del 1968 alla Convenzione di Lugano del 1988 ed al Regolamento (CE) n. 44/2001 : competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzioni delle decisioni. Milano: Giuffrè, 2004.

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Dolfi, Anna, ed. L’ermetismo e Firenze. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-963-4.

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Resumen
Il primo di due volumi dedicati all'ermetismo e Firenze editi da Firenze University Press (il secondo dal titolo Luzi, Bigongiari, Parronchi, Bodini, Sereni è acquistabile separatamente). Tra il 1930 e il 1945 un gruppo di giovani dette vita, a Firenze, a una delle più felici stagioni letterarie del nostro Novecento, nota come ermetismo fiorentino (o ermetismo tout court). Gran parte dei partecipanti si riconobbe non solo in una dizione comune, marcata da un immaginario e da una sintassi condivisi, ma nel silenzioso dissenso dalla retorica del regime, alla quale venivano contrapposti la radicalità dell’istanza etica e il legame profondo con le radici giudaico-cristiane, romanze, romantico simboliste della civiltà europea. A cento anni dalla nascita dei suoi protagonisti ancora ci si chiede cosa sia stato l’ermetismo, come sia nato, cosa l’abbia contraddistinto, quali segni abbia subìto e lasciato. Cercare come si sia modificato, perché sia stato circondato da passione, pregiudizi e avversione (come fanno i due imprescindibili volumi che raccolgono gli atti di un memorabile convegno nel quale Anna Dolfi ha coinvolto studiosi provenienti da ogni parte del mondo), porta non solo a tracciare un quadro/ritratto degli autori dell’ermetismo, dei loro estimatori e/o detrattori, ma a delimitare le costanti e i confini di un complesso capitolo della storia italiana iniziata con il Fascismo e conclusa, di recente, con la caduta delle ideologie. Tra maestri, compagni, seguaci, le figure di Bo, Macrí, Luzi, Bigongiari, Parronchi, Bodini, dell’amico di generazione Sereni, spiccano e si impongono per la forza di una suggestiva esperienza di scrittura ad alto tasso meditativo, nella critica come in traduzione, in narrativa come in poesia.
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Rasia, Carlo. Tutela giudiziale europea e arbitrato. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg254.

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Resumen
Uno studio sull’arbitrato nell’ordinamento europeo acquista il sapore di una sfida ma al contempo è un invito ad intensificare l’attenzione sull’uso della giustizia privata nello spazio dell’Unione europea, in particolare in quel contesto di globalizzazione dei mercati e del diritto con cui ogni giurista deve inevitabilmente confrontarsi. Il mercato globale ha portato, infatti, ad un ripensamento della dimensione spaziale degli ordinamenti e all’arretramento della sovranità degli Stati, allargando, anche a causa delle disfunzioni dell’organizzazione giudiziaria statale, il fenomeno della privatizzazione della giustizia: in un ordinamento aperto, senza confini, infatti, si indebolisce l’idea di una giustizia imposta dallo Stato, mentre si rafforzano le esigenze che spingono a lasciare spazio ai privati in generale e all’arbitrato in particolare. In questo volume ci si interroga a fondo, in modo organico, sul ruolo che la giustizia privata può svolgere nell’attuazione dell’ordinamento dell’Unione ponendo, al centro dell’analisi, la tutela del cittadino europeo avanti all’arbitro convenzionalmente istituito, sulla base della tesi, che verrà sottoposta a dimostrazione, che il cittadino (ma anche ogni individuo) può e deve trovare qui gli stessi standard di tutela che rinverrebbe avanti ad un giudice dello Stato. A tale scopo l’autore, esaminando il tema del rinvio pregiudiziale in arbitrato, le modalità di applicazione delle normativa europea sia davanti agli arbitri che in sede di controllo del lodo nonché il ruolo ricoperto dal giudice privato nei regolamenti processuali europei, propone una lettura dell’arbitrato, non come corpo estraneo, ma come momento rilevante nell’attuazione del diritto europeo, in armonia con l’art. 81 del tr. Fue, introdotto dal trattato di Lisbona del 2009, che promuove come obiettivi dell’Unione, fra gli altri, l’accesso alla giustizia e i mezzi alternativi di risoluzione delle controversie.
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L' Accesso alla giustizia e il giudice di pace negli ordinamenti europei: Atti del Convegno di studio tenuto a Folgaria nei giorni 11-12 gennaio 1992. Milano: Giuffrè, 1993.

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Fondaroli, Désirée. Le ipotesi speciali di confisca nel sistema penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg234.

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Resumen
Le ipotesi speciali di confisca si contraddistinguono nel sistema penale per l’allontanamento dal modello della misura di sicurezza patrimoniale ex art. 240 c.p. e per le peculiarità comuni alla loro disciplina (obbligatorietà, anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti; estensione della ablazione al valore equivalente). La misura di prevenzione patrimoniale (artt. 2 ter ss. l.n. 575/1965) e la confisca ex art. 12 sexies l.n. 356/1992 in primis, ma soprattutto la disciplina penale societaria e la legislazione relativa alla responsabilità "da reato" degli enti, testimoniano della tendenziale rinuncia del legislatore alla confisca dei beni "pertinenti" al reato a favore della re-introduzione di figure lato sensu di "confisca generale", che registrano nei fatti una significativa compressione dei diritti non solo dell’interessato, ma – nonostante il tenore delle norme – anche del "terzo" individuato, a seconda dei casi, nella "persona estranea al reato", nella "persona offesa", nel "danneggiato", nel "terzo di buona fede"). Lungo tale direttrice, evidente nell’ambito delle strategie di contrasto alla c.d. criminalità economica e condivisa dalla normativa europea e sovranazionale, l’ablazione patrimoniale è divenuta sanzione a pieno titolo: talora "pena principale" (art. 19, D.lgs. n. 231/2001), più spesso "pena accessoria", addirittura anticipata alla fase delle indagini preliminari attraverso lo strumento del sequestro preventivo finalizzato alla confisca (art. 321, comma 2 c.p.p.; art. 53 D.lgs. n. 231/2001). Dalle premesse poste scaturisce l’esigenza di una rinnovata attenzione verso le guarentigie costituzionali, che in ordinamenti come quello della Repubblica Federale Tedesca sono state invocate dal "Giudice delle Leggi" (Bundesverfassungsgericht) in funzione di garanzia dei diritti fondamentali dei singoli.
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