Literatura académica sobre el tema "Gestione della violenza"

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Artículos de revistas sobre el tema "Gestione della violenza"

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Feresin, Mariachiara. "I consulenti tecnici d'ufficio nei casi di affidamento dei bambini in situazioni di violenza domestica in Italia". MINORIGIUSTIZIA, n.º 3 (abril de 2022): 116–26. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003011.

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Resumen
In Italia, la legge 8 febbraio 2006, n. 54, Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli e il decreto legislativo 28 dicembre 2013, n. 154, Revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, hanno stabilito che l'affidamento congiunto e la bigenitorialità sono fondamentali per garantire il miglior interesse del bambino. Nel processo di determinazione dell'affidamento dei figli, i giudici possono nominare un esperto (consulente tecnico d'ufficio-Ctu) per valutare le competenze genitoriali. Scopo di questo studio qualitativo è di indagare le conoscenze, le opinioni e il modus operandi dei Ctu nei casi di affidamento dei figli in situazioni di violenza domestica (VD). Sono state condotte interviste semistrutturate con 15 Ctu, poi analizzate qualitativamente. I risultati suggeriscono che nella gestione dei casi di affidamento dei figli, la maggior parte dei Ctu presenta: forti pregiudizi contro le donne, spesso colpevolizzate e/o penalizzate; adesione a modelli controversi (ad es. l'alienazione parentale); scarsa conoscenza del fenomeno della VD e della legge. È necessario sviluppare e implementare linee guida sul processo decisionale per l'affidamento dei bambini nel contesto della VD.
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Spina, Luciano. "Il "codice rosso" e la tutela della vittima minorenne". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (septiembre de 2020): 144–58. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001015.

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Resumen
La violenza domestica e quella di genere costituiscono un grave fenomeno che non si esaurisce all'emergenza di un periodo limitato di tempo, ma rappresenta piuttosto un dato di carattere cronico a livello mondiale. Con il c.d. "codice rosso" sono stati approntati ulteriori strumenti normativi, oltre a quelli già esistenti, che mirano alla realizzazione tempestiva di interventi, cautelari o di prevenzione, a tutela delle vittime dei reati di violenza, che presuppongono l'obbligo di audizione della vittima da parte del pubblico ministero nei tre giorni dalla denuncia. Quella della vittima minorenne rappresenta però una peculiare posizione, posto che vengono in rilevo esigenze di tutela in materia civile e segretezza degli atti dell'indagine penale, che richiedono un coordinamento tra diverse autorità giudiziarie e i diversi operatori psico-sociali coinvolti, talvolta difficile da realizzare anche per la poca chiarezza dei riferimenti normativi. È richiesto quindi un approccio interdisciplinare e una particolare specializzazione degli operatori nel sapersi relazionare al minore, in modo da evitare che la gestione del processo possa costituire un danno ulteriore, con conseguente vittimizzazione secondaria. In particolare, occorre ridurre le audizioni al minimo necessario, privilegiando lo strumento dell'incidente probatorio, unica prova in senso tecnico utilizzabile anche nelle successive fasi del giudizio, che deve essere effettuato in modo scrupoloso, con la collaborazione di professionisti che siano effettivamente formati ed esperti in materia.
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Bompiani, Adriano. "Caratteristiche delle comunità terapeutiche e norme per il corretto comportamento degli operatori". Medicina e Morale 43, n.º 2 (30 de abril de 1994): 231–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1020.

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Resumen
L'importanza crescente delle comunità terapeutiche (CT) nella lotta alla tossicodipendenza nell'ultimo decennio in vari paesi ha spinto l'Autore, nell'articolo, a riflettere sulle tipologie di CT nella individuazione di quei comportamenti corretti che devono vigere al loro interno. In Italia, infatti, pur essendo stato riconosciuto alle CT un ruolo di enti ausiliari delle strutture pubbliche deputate all'assistenza dei tossicodipendenti, non esiste tuttora una normativa che ne regolamenti la tipologia, l'ordinamento interno, le caratteristiche della gestione e le verifiche del funzionamento. Dopo avere brevemente tracciato la cronistoria delle CT per poi illustrarne le caratteristiche - senza dimenticare lo sviluppo dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze {SERT) -, si argomenta sulle dimensioni ed i criteri operativi dell'attività psicoergoterapica che si svolge all'interno delle CT. Sul personale operante all'intemo delle CT l'Autore analizza le motivazioni e l'idea di comunità nel pensiero dei loro "fondatori". Vengono così individuate delle Linee comuni ai diversi metodi adottati nelle CT: !'"educazione alla vita"; la personalizzazione del programma di riabilitazione; il rifiuto di ogni imposizione e violenza; la condivisione delle responsabilità, anche attraverso il lavoro come strumento formativo della personalità. E' ancora aperto, invece, il problema della valutazione dei risultati ottenuti nelle CT. L'articolo si conclude con le linee-guida approvate nell'aprile 1993 dagli operatori di CT e SERT nel Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga in Italia. Pur non essendo vincolante, tale documento rappresenta uno sforzo di consapevolezza dei problemi in gioco ed un impegno morale degli operatori su validi principi etici nella lotta alla tossicodipendenza.
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D'Urso, Donato. "La gestione dell'ordine pubblico dopo i fatti di Aigues-Mortes". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 260 (febrero de 2011): 511–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260009.

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Resumen
L'eccidio di lavoratori emigrati avvenuto nell'agosto 1893 ad Aigues-Mortes, nella Francia meridionale, provocň accese proteste in molte cittŕ italiane. In alcuni casi le dimostrazioni popolari degenerarono in atti di violenza: i fatti piů gravi avvennero a Roma contro l'ambasciata francese e a Napoli. Le agitazioni colsero di sorpresa le autoritŕ che non seppero affrontare l'emergenza con misure adeguate. All'epoca, la polizia aveva un organico assai ridotto (5.000 uomini in tutt'Italia) cosicché, in aggiunta ai carabinieri, sovente bisognava chiedere l'intervento di reparti dell'esercito nei servizi di ordine pubblico. L'autore illustra quali misure adottarono i prefetti di Roma e di Napoli, ai quali spettava la responsabilitŕ del mantenimento dell'ordine. Le commissioni d'inchiesta giudicarono negativamente il loro operato e il governo puně i due alti funzionari per avere sottovalutato la situazione e utilizzato in modo inadeguato le forze di cui disponevano per soffocare i disordini. Lo studio reca in appendice il testo del rd. 5 gennaio 1899 che codifica in modo piů puntuale rispetto al passato le norme sull'impiego della truppa in servizio di pubblica sicurezza.
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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino y Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Galeazzi, Gian Maria y Valentina Moretti. "La colonizzazione del rischio. Note sulla pratica della valutazione e gestione del rischio di violenza in psichiatria". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2015): 71–88. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2015-003005.

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Olivero, Maurizio. "Comprendere la violenza La gestione clinica dell'aggressività e della violenza in pazienti psichiatrici autori di reato nelle Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) e nelle Comunità Terapeutiche". GRUPPI, n.º 2 (junio de 2018): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/gru2017-002004.

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Wacquant, Loic. "La regolazione punitiva della povertÀ nell'epoca neoliberale". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 45 (febrero de 2013): 77–82. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045007.

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L'articolo, che sintetizza le tesi esposte in Punishing the Poor, tenta di elaborare una teoria dello Stato all'epoca del neoliberismo. Secondo l'autore, le politiche economiche restrittive basate sullo sfruttamento del lavoro dequalificato e sullo sgretolamento delle acquisizioni sociali, da un lato, e la svolta securitaria e penitenziaria nella gestione della criminalitÀ, dall'altro, rappresentano le due facce della stessa medaglia. Quel che ne emerge č una visione sommamente contradditoria dello Stato: decisamente liberale in sede economica e tollerante verso le élite; profondamente attivo e violento in ambito giuridico e nei confronti degli ultimi.
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Pesce, Mario, Lavinia Bianchi y Alberto Pesce. "Dalla dimensione disumana della tratta al riscatto sociale. Percorsi di violenza di genere". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 2 (enero de 2021): 76–97. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002007.

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Le vittime di tratta, ostaggio della criminalità organizzata e destinate al mercato del sesso, sono un fenomeno omogeneo, che ha bisogno di buone prassi, particolari e ad hoc, proprio per superare la percezione emergenziale e le generalizzazioni deleterie. In prevalenza le vittime di tratta sono donne che provengono dall'est europeo, oppure di na-zionalità nigeriane o sono transessuali che arrivano principalmente dal Sud America e rap-presentano un business importantissimo per i criminali. Queste donne, invisibili e senza voce, sono il più delle volte ostaggio di chi organizza il viaggio e, di conseguenza, tutto questo ren-de difficile la presa in carico da parte dei servizi sociali. L'intervento prende in esame, come caso di studio, le buone pratiche di accoglienza e presa in carico del servizio Roxanne del Comune di Roma, e delle discipline di scarsità, di sospetto e resistenza (Theodossopoulos, 2014) che le vittime di tratta attivano al fine di gestire il disa-gio della migrazione e della violenza (Appadurai, 2005), ricomponendo i disagi psicofisici della loro condizione. Le narrazioni delle donne nigeriane, delle donne dell'Est Europa e delle transessuali, che hanno contattato il servizio Roxanne o sono state intercettate dall'unità di strada, sono la prima parte del corpus qualitativo della ricerca. La seconda parte è un lavoro di analisi dei contenuti relativamente alle schede conservate dal servizio Roxanne e nelle strutture dove le vittime di tratta vengono inviate. La terza parte del corpus è l'analisi delle narrazioni di alcu-ni uomini detenuti per il reato di sfruttamento della prostituzione nelle carceri di Pavia e di Bollate (MI) per comprendere la totale disumanizzazione e la retorica della cosiddetta "pro-tezione" da parte degli sfruttatori. Le donne vittime di tratta sono permanentemente controllate e abusate dai loro carcerieri, in una costellazione di violenze e di continui atti brutali. A loro volta, i maltrattanti, respingono totalmente ogni responsabilità proiettando ogni colpa verso le maltrattate. Racconta uno di loro "sono libere di fare quello che vogliono, noi siamo qui solo per proteggerle, lei non le aiuterebbe?". Quello che emerge, dall'analisi dei dati, è una forma di normalizzazione della violenza da parte delle vittime di tratta, una forte marginalità (Douglas, 1993) ma, anche, una propen-sione alla resilienza.
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Henderson, Claire, Jonathan Bindman y Graham Thornicroft. "Can deinstitutionalised care be provided for those at risk of violent offending?" Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 1 (abril de 1998): 42–51. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007119.

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RIASSUNTOScopo — Lo scopo di questo lavoro e spiegare l'attuale situazione della deistituzionalizzazione e dello sviluppo della community care in Gran Bretagna. Disegno — Rassegna di articoli e rapporti sulla distituzionalizzazione. Setting — Articoli inclusi in rassegne che si riferiscono o all'intera Gran Bretagna, all'Inghilterra e al Galles o alia specifica area di Londra. Principali misure utilizzate — La rassegna e stata realizzata avendo come obiettivo il problema della misura in cui la community care pud o dovrebbe assumere le funzioni dell'ospedale psichiatrico, con particolare riferimento ai pazienti a rischio di comportamento violento. Queste funzioni comprendono sia quelle manifeste o esplicite, sia quelle latenti, o non esplicitate, ma implicite (Bachrach, 1976). Risultati — L'esempio di pazienti a rischio di comportamento violento mette in luce la continua rilevanza di entrambi questi gruppi di funzioni, che si suppone esercitino una forte influenza sui processi di chiusura degli ospedali psichiatrici e sullo sviluppo della community care. Questa influenza si manifesta nella ritardata chiusura degli ospedali psichiatrici, nella trans-istituzionalizzazione (il passaggio di alcuni pazienti dagli ospedali ad altre istituzioni) e l'istituzionalizzazione di aspetti della community care. Conclusioni — Sia le funzioni manifeste che quelle latenti degli ospedali psichiatrici devono essere riconosciute da coloro che sono coinvolti nella pianificazione della community care; qualora si ritenga desiderabile che la community care non assuma certe funzioni, e necessario prevederne le conseguenze, cosicche esse siano gestite in altro modo.
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Tesis sobre el tema "Gestione della violenza"

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Callà, Rose Marie <1973&gt. "La gestione violenta dei conflitti in ambito di coppia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/727/1/Tesi_Calla_Rose_Marie.pdf.

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Resumen
La famiglia rappresenta un micro sistema all’interno del macro sistema società, che vive, si riproduce, rimane in equilibrio o cade in situazioni di squilibrio, implode e si rigenera, attraverso gli infiniti feedback comunicativi con l’ambiente esterno. I suoi componenti sono i medium di tale processo interattivo. Quindi: tutti gli eventi all’interno del nucleo familiare, compreso il conflitto, non possono considerarsi slegati dalla società circostante. La famiglia possiede una dimensione politica che si esplicita nella distribuzione di potere fra i suoi componenti. Tale distribuzione può assumere sia forme democratiche, che dispotiche. A forme di distribuzione del potere non democratiche si associano livelli elevati di conflitto. Quest’ultimo, tuttavia, è una dimensione inevitabile delle associazioni umane. Ciò che distingue le relazioni – familiari e non – non è tanto la presenza o assenza del conflitto, quanto piuttosto la modalità di espressione e di gestione di tale conflittualità. In tal senso, infatti, l’antagonismo relazionale si può tradurre in aggressione e violenza, prevaricazione, lesione della integrità e della libertà, oppure divenire occasione di crescita, di confronto, di mediazione e di negoziazione. La ricerca svolta all’interno del Dottorato in Criminologia dell’ Università di Bologna è finalizzata, attraverso un’integrazione teorica, ad individuare le variabili intervenienti nel contesto e nell’esperienza dei conflitti violenti in ambito di coppia, per accertare il loro eventuale ruolo predittivo del fenomeno. In particolare, s’indagano le modalità attraverso le quali la condizione socio-strutturale dei partner di coppia e la costruzione sociale dei ruoli di genere - con la relativa attribuzione di potere – e le condizioni lavorative, interagiscono nell’ espressione violenta della conflittualità. Il collettivo di riferimento - individuato grazie alla collaborazione di associazioni del privato sociale e di istituzioni pubbliche presenti e operanti nel territorio della Provincia di Trento eroganti prestazioni eterogenee alle famiglie - è composto da coppie sposate/conviventi alle quali è stato somministrato un questionario strutturato.
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Callà, Rose Marie <1973&gt. "La gestione violenta dei conflitti in ambito di coppia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/727/.

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La famiglia rappresenta un micro sistema all’interno del macro sistema società, che vive, si riproduce, rimane in equilibrio o cade in situazioni di squilibrio, implode e si rigenera, attraverso gli infiniti feedback comunicativi con l’ambiente esterno. I suoi componenti sono i medium di tale processo interattivo. Quindi: tutti gli eventi all’interno del nucleo familiare, compreso il conflitto, non possono considerarsi slegati dalla società circostante. La famiglia possiede una dimensione politica che si esplicita nella distribuzione di potere fra i suoi componenti. Tale distribuzione può assumere sia forme democratiche, che dispotiche. A forme di distribuzione del potere non democratiche si associano livelli elevati di conflitto. Quest’ultimo, tuttavia, è una dimensione inevitabile delle associazioni umane. Ciò che distingue le relazioni – familiari e non – non è tanto la presenza o assenza del conflitto, quanto piuttosto la modalità di espressione e di gestione di tale conflittualità. In tal senso, infatti, l’antagonismo relazionale si può tradurre in aggressione e violenza, prevaricazione, lesione della integrità e della libertà, oppure divenire occasione di crescita, di confronto, di mediazione e di negoziazione. La ricerca svolta all’interno del Dottorato in Criminologia dell’ Università di Bologna è finalizzata, attraverso un’integrazione teorica, ad individuare le variabili intervenienti nel contesto e nell’esperienza dei conflitti violenti in ambito di coppia, per accertare il loro eventuale ruolo predittivo del fenomeno. In particolare, s’indagano le modalità attraverso le quali la condizione socio-strutturale dei partner di coppia e la costruzione sociale dei ruoli di genere - con la relativa attribuzione di potere – e le condizioni lavorative, interagiscono nell’ espressione violenta della conflittualità. Il collettivo di riferimento - individuato grazie alla collaborazione di associazioni del privato sociale e di istituzioni pubbliche presenti e operanti nel territorio della Provincia di Trento eroganti prestazioni eterogenee alle famiglie - è composto da coppie sposate/conviventi alle quali è stato somministrato un questionario strutturato.
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MARTINO, EUGENIO. "Violenza e potere nell'Alto Medioevo (768-888)". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1087388.

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La tesi, dal titolo Violenza e potere nell’Alto Medioevo (768-888), si propone come uno studio complessivo del periodo carolingio, di cui si analizza sistematicamente il valore attribuito alla violenza e al suo esercizio da parte della figura regia, tanto nel contesto sociale quanto in quello politico. Da questa prospettiva si cerca di affrontare una serie di questioni che consentono di approfondire la relazione tra potestas e violenza, mostrando il valore legittimante che la vindicta regia assunse a partire dal regno di Carlo Magno fino al declino dell’Impero carolingio, nel corso del IX secolo.
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Libros sobre el tema "Gestione della violenza"

1

Simon, Robert I. y Kenneth Tardiff. Valutazione e gestione della violenza. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2.

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Valutazione E Gestione Della Violenza Manuale Per Operatori Della Salute Mentale. Springer, 2012.

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3

Simon, Robert I. y Kenneth Tardiff. Valutazione e Gestione Della Violenza: Manuale per Operatori Della Salute Mentale. Springer London, Limited, 2014.

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Esposito, Cristina y Marco Giordano. VITTIMA o CARNEFICE? Come Affrontare Conflitti e Rabbia in Modo Non Violento: Corso per Imparare la Gestione Non Violenta Delle Relazioni Problematiche, Evitando Scatti d'Ira e Liti e Vivendo in Pace. Independently Published, 2022.

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Capítulos de libros sobre el tema "Gestione della violenza"

1

Malmquist, C. P. "Violenza a scuola". En Valutazione e gestione della violenza, 485–500. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_27.

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2

Bradford, J. M. W., P. Fedoroff y P. Firestone. "Il medico e la violenza sessuale". En Valutazione e gestione della violenza, 403–18. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_22.

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3

Tardiff, K. "La valutazione del rischio clinico di violenza". En Valutazione e gestione della violenza, 3–14. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_1.

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4

Anderson, K. E. y J. M. Silver. "Disturbi neurologici e organici". En Valutazione e gestione della violenza, 165–88. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_10.

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5

Wakai, S. T. y R. L. Trestman. "Impulsività e aggressività". En Valutazione e gestione della violenza, 189–209. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_11.

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6

Beck, J. C. "Setting ambulatoriali". En Valutazione e gestione della violenza, 213–31. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_12.

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7

Quanbeck, C. D. y B. E. McDermott. "Setting ospedalieri". En Valutazione e gestione della violenza, 233–47. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_13.

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8

Lindenmayer, J. P. y A. Khan. "I servizi di emergenza". En Valutazione e gestione della violenza, 249–67. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_14.

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9

Citrome, L. "Psicofarmacologia e terapia elettroconvulsivante". En Valutazione e gestione della violenza, 271–89. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_15.

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10

Lion, J. R. "Interventi psicoterapeutici". En Valutazione e gestione della violenza, 291–303. Milano: Springer Milan, 2014. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1738-2_16.

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