Literatura académica sobre el tema "Funzione museale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Funzione museale"

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Mattozzi, Ivo. "Il museo nel curricolo di storia: una questione di trasposizione didattica". Educar em Revista, n.º 58 (diciembre de 2015): 69–85. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.43470.

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Resumen
Riassunto Negli ultimi anni si sono diffusi i musei, ne sono stati creati molti, si è rinnovata la museografia, si è diffusa l'idea della didattica museale e sono usciti molti libri a tal proposito. I musei offrono dappertutto servizi didattici o educativi, molti alunni vengono condotti nei musei. Tutto bene, dunque, potremmo dire: una battaglia cominciata qualche decennio fa è ormai vinta. Il problema è che le offerte che partono dai servizi didattici museali in gran parte non si integrano nel curricolo di formazione storica, obbediscono a logiche e preferenze che nascono all'interno del museo da parte di educatori che non si pongono il problema del curricolo, gran parte dell'offerta consiste in visite guidate e giochi svolti con materiali poco efficaci dal punto di vista formativo. Da parte della scuola l'aumento della fruizione dei servizi museali c'è stato, ma non s'è generalizzata l'idea di usare didatticamente i musei a portata di uscita. Gli alunni che entrano in contatto con i musei sono una minoranza e sempre prevale la scuola primaria... Nella scuola secondaria l'interesse per i musei scema. In questo contesto il nostro scopo è valorizzare la didattica museale in funzione della formazione storica curricolare. Farla cessare di essere un episodio o un progetto. Vorremmo che gli educatori museali elaborassero offerte nell'ottica del curricolo e che gli insegnanti fossero in grado di incardinare l'esperienza di apprendimento mediante il museo entro il piano di lavoro annuale anche nella scuola secondaria di II grado. Perseguiremo lo scopo usando musei archeologici e storici. Non offriamo laboratori riguardanti musei d'arte. Ma le procedure e le attività che proporremo possono essere trasferite agevolmente ai musei d'arte. Lo scopo può essere perseguito a condizione di: a) pensare il curricolo continuativo e verticale; b) pensare i musei in rapporto all'apprendimento della storia; c) pensare il collegamento tra essi; d) pensare la trasposizione didattica funzionale ai processi di insegnamento e di apprendimento della storia.
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2

Montanari, Elena. "Museo diffuso: propagazioni, applicazioni e articolazioni nei territori contemporanei". TERRITORIO, n.º 99 (agosto de 2022): 116–21. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099016.

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Il museo diffuso è un'istituzione integrata e policentrica, che sviluppa la propria missione combinando una funzione intra moenia e una extra moenia per garantire la conservazione, la comunicazione e la promozione di sistemi culturali e paesaggistici complessi. La pandemia da Covid-19 sembra aver ulteriormente nutrito l'interesse attorno a questo modello museale, che mostra una grande flessibilità e la capacità di rispondere a molte delle sfide che le istituzioni culturali stanno affrontando. L'articolo intende mettere in evidenza la corrente proliferazione del museo diffuso, che si sta sviluppando non solo in conseguenza agli eventi in corso ma anche come prosecuzione di un processo che nell'ultimo ventennio ha portato alla sua applicazione a diversi temi, contesti e territori, e alla conseguente definizione di nuovi paradigmi.
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Romeo, Emanuele. "Memoria dell’antico e nuove funzioni museali compatibili Alcune riflessioni sul patrimonio industriale legato alla produzione di elettricità". Labor e Engenho 11, n.º 4 (26 de diciembre de 2017): 412. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651199.

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Il patrimonio industriale legato all’energia elettrica è rappresentato da una serie di complessi architettonici fortemente stratificati, caratterizzati da diverse soluzioni tecniche, formali e distributive che si sono sovrapposte l'una all'altra, quando necessario, per ragioni legate all’innovazione tecnologia e ai cambiamenti nei processi produttivi. In realtà, sono proprio queste stratificazioni (aggiunte, cambiamenti d'uso, abbandoni momentanei e riusi, accompagnati da adeguamenti architettonici e tecnologici) che conferiscono ai complessi industriali particolare valore di memoria. Infatti, è proprio la continua trasformazione di funzioni e di elementi tecnologici a rappresentare “l'essenza” di questa particolare produzione edilizia. Dalla nascita delle prime fabbriche fino ad oggi, gli edifici industriali hanno cambiato rapidamente la loro forma architettonica e la loro consistenza sia materica sia formale assecondando le esigenze lavorative e produttive. Per questo motivo oggi abbiamo l'opportunità di leggere una "storia dell'architettura" rappresentata da una sequenza di tecnologie e materiali sostituiti di continuo o stratificatisi, in un abaco di elementi relativi alla sperimentazione del calcestruzzo armato, del ferro, della ghisa, dell’acciaio; oppure riguardanti l’utilizzo di grandi superfici di vetro o coperture a shed; o ancora relativi all'uso di fonti energetiche naturali e artificiali. Molte esperienze europee di restauro e riuso degli edifici industriali legati alla produzione di energia, hanno già considerato tale approccio come una delle migliori scelte volte a una conservazione che possa definirsi compatibile: la scelta delle nuove funzioni è dettata, infatti, non tanto dalle esigenze economiche e d’uso, ma dalla flessibilità dell'edificio ad accogliere sostanziali adeguamenti tecnici, energetici, funzionali. Ciò con l’obiettivo di raggiungere un giusto equilibrio tra il rispetto della memoria storica e la necessità di adattarsi alle normative riguardanti l’adeguamento energetico e le nuove funzioni richieste dalla popolazione, raggiungendo una sostenibilità sociale, culturale e ambientale.
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4

Cadamuro, Elena. "Rappresentare, esibire, dominare. La fotografia coloniale nelle collezioni De Reali e Puccioni". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 294 (diciembre de 2020): 129–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294005.

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L'articolo si propone di analizzare le raccolte fotografiche di origine coloniale del viaggiatore Giuseppe De Reali (1877-1937) e dell'antropologo Nello Puccioni (1881-1937). Tra fine Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, essi visitarono l'Africa in piů occasioni dando vita a due collezioni - una zoologico-naturalistica e una antropologico-etnografica - oggi conservate e in parte esposte rispettivamente al Museo di storia naturale di Venezia e al Museo di antropologia e etnologia di Firenze. Attraverso lo studio degli scatti, l'autore riflette attorno alle modalitŕ di rappresentazione dell'Africa e delle sue popolazioni, alle funzioni e ai significati che fotografie e oggetti hanno assunto nel trasferimento nei contesti museali, giungendo a formulare alcune iniziali ipotesi in merito alle persistenze allestitive che hanno caratterizzato le collezioni tra Italia fascista e repubblicana.
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Tesis sobre el tema "Funzione museale"

1

Casonato, Sara <1991&gt. "La copia e il pubblico. La funzione delle riproduzioni di opere d'arte in contesto museale ed espositivo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10542.

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A partire dal significato dei concetti di copia e di riproduzione in arte, la tesi si propone di studiare l’evoluzione dell’utilizzo di copie e di repliche in conteso museale ed espositivo. Lo studio viene affrontato sia da un punto di vista storico che teorico, a partire dal XVII secolo fino al XXI secolo, cercando di capire se e come sia evoluta la funzione delle copie in tale ambito. Dopo un breve excursus storico-culturale, si analizzeranno casi specifici di musei di copie e di mostre di copie. L’elaborato si prefigge di analizzare in particolar modo la funzione didattica che hanno avuto e che hanno tutt'oggi le copie, attraverso le diverse modalità di ricezione e fruizione da parte del pubblico, soprattutto nell’epoca contemporanea, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie di riproduzione. Infine si cercherà di capire quali siano i casi in cui si preferisce esporre le riproduzioni al posto degli originali, un argomento che si inserisce all'interno del dibattito che ormai da anni pone come quesito principale se sia meglio la copia o l’originale.
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2

MATARAZZO, ELISABETTA. "Antichi edifici, nuovi musei. Storia e attualità del dialogo tra Restauro, Riuso e Museografia". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1129175.

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Resumen
La ricerca si occupa delle trasformazioni degli edifici storici in spazi espositivi permanenti, quindi del dialogo che intercorre in queste operazioni tra restauro, riuso e museografia. L'importanza di attribuire una funzione al costruito storico ne assicura una conservazione e una re-immissione nella realtà contemporanea; una valorizzazione che deve essere compatibile, ovvero che metta al primo posto la qualità materiale del bene, le sue caratteristiche fisiche, tipologiche e formali. E' in questo scenario che si colloca il riuso culturale attuale, che assegna al museo un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo sostenibile, in quanto strumento di salvaguardia del patrimonio culturale materiale e immateriale, mobile e immobile. E allora questa ricerca parte da alcune necessarie premesse: analizzare come il tema del riuso museale si sia nutrito nel tempo delle elaborazioni teoriche dei tre termini, con la volontà di tratteggiare gli scenari attuali della tematica. Nella prima parte vedremo quindi, in parallelo, come cresce la consapevolezza dell'importanza che un edificio ospiti una determinata funzione e della compatibilità degli interventi realizzati a questo proposito con la fabbrica storica. Nella seconda parte si entra nella contemporaneità. La convergenza delle operazioni di conservazione e progetto del nuovo all'interno dello sviluppo teorico del restauro, nonché la necessità di una tutela attiva del patrimonio culturale che vede nell'istituzione museale un presidio territoriale, si raffronta con i profondi mutamenti che hanno investito l'istituzione museale negli ultimi anni. E quindi si sceglie di partire proprio da questi mutamenti per individuare tre aree tematiche - relative alla spazialità del museo, alle nuove funzioni e identità urbana e ai modi di costruire una narrazione interna - da riportare nello studio delle esperienze di riuso museale attuale, alcune delle più importanti realizzazioni europee dell'ultimo ventennio. Le argomentazioni saranno sostenute, poi, dallo studio di due casi studio significativi, il Neues Museum di Berlino e il Museo della Montagna nel Forte di Bard, scelti per la componente critica, conservativa e creativa dei loro restauri e per la riconosciuta efficacia del loro programma museale. Il quadro d'insieme che si tratteggia, a partire proprio dai cambiamenti delle tematiche individuate, permetterà alla fine di definire le tendenze progettuali in atto in questo fenomeno sempre più in ascesa e di tratteggiarne le linee di sviluppo. -------- (english text) The research deals with the transformation of historical buildings into permanent exhibition spaces, and therefore deals with the dialogue that takes place in these operations between restoration, reuse and museography. The importance of assigning a function to historical buildings ensures their conservation and re-entry into contemporary reality; an enhancement that must be compatible, that is giving priority to the material quality of the asset, its physical, typological and formal characteristics. The current cultural reuse is therefore placed in this scenario, which assigns the museum a fundamental role in the promotion of sustainable development, as a means of safeguarding the tangible and intangible cultural heritage. And so this research starts from some necessary premises: analyze how the theme of museum reuse has nourished over time the theoretical elaborations of the three terms, with the will to outline the current scenarios of the theme. In the first part we will see therefore, in parallel, how the awareness of the importance that a building hosts a specific function grows and of the compatibility of the actions realized in this regard with the historical factory. In the second part we enter the contemporaneity. The convergence of the conservation project and the design of new architecture within the theoretical development of the restoration, as well as the necessity of an active protection of the cultural heritage that sees in the museum institution a territorial garrison, is compared with the deep changes that have invested the museum institution in recent years. And so we choose to start from these changes to identify three thematic areas - related to the museum's spatiality, to new urban functions and identity and to ways of creating an internal narration - to be reported in the study of the experiences of current museum reuse, some of the most important European achievements of the last twenty years. The arguments will be supported, then, by the study of two significant case studies, the Neues Museum in Berlin and the Mountain Museum in the Fort of Bard, chosen for the critical, conservative and creative component of their restoration project and for the recognized effectiveness of their museum programme. The overall picture that is drawn, starting from the changes in the issues identified, will ultimately define the design trends in progress in this increasingly rising phenomenon and outline the lines of development.
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