Literatura académica sobre el tema "Formazione alla sicurezza e disabilità"

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Artículos de revistas sobre el tema "Formazione alla sicurezza e disabilità"

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Tarantino, Francesco. "Il voto degli italiani all'estero: le difficoltà incontrate in Argentina nell'attuazione delle norme". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, n.º 1 (30 de junio de 2007): 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10223.

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La complessa riforma del voto all'estero Il passaggio delle norme alla prassi in Argentina, alla vigilia delle elezioni politiche 2006 La formazione degli elenchi elettorali: uno spunto di riflessione sulla certezza del voto L'invio e il recapito dei plichi elettorali: uno spunto di riflessione sulla sicurezza del voto Le elezioni politiche del 2006 in Argentina: partecipazione e risultati elettorali
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Guerini, Ines. "La formazione degli insegnanti specializzati per il sostegno. Esiti della rilevazione iniziale sul profilo dei corsisti dell'Università Roma Tre". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 1 (junio de 2020): 169–85. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9492.

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Il contributo intende descrivere gli esiti della rilevazione iniziale condotta presso il corso di Specializzazione per le attività di sostegno didattico agli allievi con disabilità all'Università degli Studi Roma Tre. Alla luce delle novità introdotte con il IV ciclo (rispetto alla possibilità che possano accedere al corso anche coloro i quali non sono attualmente degli insegnanti), la presente indagine qualiquantitativa ha lo scopo di analizzare il profilo dei corsisti, rilevando la loro attuale professione, le loro motivazioni e le loro aspettative. Dall'analisi dei dati emerge un profilo altamente motivato a intraprendere il corso di specializzazione per acquisire conoscenze, competenze e abilità da utilizzare a scuola. Ciò vale anche per chi già insegna (152 su 237) anche se prevalentemente con contratti a tempo determinato. Tra le competenze desiderate come acquisibili spicca la capacità di relazionarsi efficacemente con i colleghi, una dimensione fondamentale per far sì che gli alunni con disabilità non siano esclusiva prerogativa del docente specializzato e per avere il coraggio di evolvere, divenendo docente specializzato per tutta la classe, ossia docente inclusivo.
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3

Lucidi, Fabio. "Dal modello bio-psico-sociale all'approccio alla salute globale". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (octubre de 2021): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003002.

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Molti anni dopo la proposta di un modello bio-psico-sociale, si parla oggi di Salute Globa-le come diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, tra-scendendo e superando le prospettive nazionali, così come gli interessi e le possibilità delle singole discipline. Adottando una prospettiva transdisciplinare in un'ottica transnazionale, parlare di Salute Globale vuol dire mettere in primo piano le disuguaglianze che sono presenti in termini di speranza e di qualità di vita, malattie e disabilità così come risorse e opportunità di salute sia all'interno dei Paesi, sia tra di essi, attraverso la ricerca, la formazione e l'intervento in materia di assistenza, prevenzione della malattia e promozione della salute. La Psicologia della Salute ha l'opportunità di contribuire a questo processo portando in esso conoscenze, competenze, prospettive pronte a fondersi in un approccio che mette al centro la soluzione dei problemi e non le discipline che ad essa contribuiscono.
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Balber Pérez, Miguel Antonio y Maritza de la Caridad McCormack Bequer. "Attuali sfide della qualità nel diritto agrario di fronte alla globalizzazione – il caso dell’isola di Cuba". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 2(23) (15 de diciembre de 2018): 115–25. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.8.

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La protezione del settore alimentare nazionale attraverso un sistema di prodotti agroalimentari di qualità è una delle forme di contrasto adottata dai cubani di fronte alla globalizzazione. A tal fine Cuba sta perseguendo una politica agricola volta ad aumentare il livello di professionalità nel settore alimentare: tra l’altro organizzando corsi di formazione periodici per i dipendenti che riguardano le tecnologie di produzione utilizzate in agricoltura e insistendo sulla formazione professionale continua; nonché portando ad un graduale miglioramento del sistema statale di certificazione dei prodotti agroalimentari e della qualità dei laboratori accreditati che controllano la qualità alimentare, come anche di certificazione dei sistemi di lavoro, in particolare per quanto riguarda il ricorso alle tecniche di analisi del rischio e di controllo dei punti critici nel processo di produzione alimentare. Per chi non osserva la politica agricola e la legislazione che la sottende, il sistema cubano prevede numerose sanzioni, contenute nel decreto n. 182 del 23 febbraio 1998: “La standardizzazione e la qualità” e nel decreto n. 267 del 3 settembre 1999: “La violazione delle regole stabilite sulla normalizzazione e la qualità”. Secondo l’autore, la regolazione sulla qualità dei prodotti agroalimentari adottata ha contribuito ad aumentare l’attrattività del settore agricolo cubano e ha contribuito a garantire un livello adeguato di qualità e sicurezza alimentare.
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5

Rebora, Gianfranco. "Ripensare il sistema pubblico: spunti per una strategia di trasformazione". STUDI ORGANIZZATIVI, n.º 1 (diciembre de 2012): 112–29. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001005.

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L'articolo sintetizza le ragioni alla base del fallimento delle riforme delle pubbliche amministrazioni intraprese da diversi governi in Italia negli ultimi 20 anni. Successivamente, l'autore sviluppa una proposta, di prima approssimazione, delle linee portanti per una strategia e un progetto di trasformazione delle PA. Al centro della proposta c'č una visione d'insieme, un'idea di fondo, che integra in un disegno coerente le idee guida fondamentali e le linee di azione operativa; alla luce della visione generale, i diversi aspetti di taglio piů operativo non sono posti in sequenza come passaggi di un percorso, ma sono connessi da relazioni di tipo circolare, complementaritŕ e reciproca rispondenza. Alla realizzazione di questa visione sono funzionali interventi coordinati che si possono raggruppare sotto una serie di profili come: gestione della transizione, perimetro e rete istituzionale, strutture e risorse, regole, innovazione. Si prospetta quindi un sistema di amministrazioni piů snello, capace di economizzare il diretto impiego di risorse rispetto all'attuale, ma anche aperto, attento al governo delle reti che vedono una fitta connessione di attori nei processi da cui dipendono gli esiti delle fondamentali politiche pubbliche (welfare, beni culturali, educazione e formazione, sicurezza, ecc.).
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Polese Remaggi, Luca. "Pechino 1955. Intellettuali e politici europei alla scoperta della Cina di Mao". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 3 (abril de 2011): 55–89. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003003.

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Resumen
Questo saggio studia i viaggi che gruppi di intellettuali e politici europei (soprattutto italiani e francesi) intrapresero alla volta di Pechino nel 1955. L'attrazione intellettuale verso il regime di Mao si concretizzň in seguito all'invito che il primo ministro Zhou Enlai rivolse all'opinione pubblica mondiale nel corso della conferenza di Bandung. Il suo messaggio («venite a vedere») fu raccolto entusiasticamente da quegli intellettuali che faticavano a trovare una collocazione nel contesto della politica della guerra fredda in Europa. L'autore mostra che la formazione del nuovo regime comunista stimolň nel discorso politico l'immagine di una terza via rivoluzionaria e democratica. Nel corso delle visite degli intellettuali occidentali, le autoritŕ cinesi impiegarono i metodi che Mao aveva collaudato giŕ durante la Lunga Marcia: «sicurezza, segretezza, cordialitŕ e guide rosse». La volontŕ di credere dei visitatori rese il lavoro delle autoritŕ piů semplice. I viaggiatori infatti riportarono a casa l'immagine positiva di uno Stato-partito impegnato nello sforzo di sradicare la miseria e l'arretratezza. L'autore discute infine le ragioni per cui soltanto una parte dei viaggiatori si preoccupň della violazione dei diritti civili e delle libertŕ.
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Costantino, Maria, Amelia Filippelli, Grazia Cioffi, Giuseppina Moccia y Francesco De Caro. "Stewardship per l’utilizzo degli antibiotici." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2 (25 de julio de 2021): 11–48. http://dx.doi.org/10.48268/antibioticoresistenza/2021/0001.1.

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Ridurre l’uso eccessivo, incontrollato o inappropriato degli antibiotici, è essenziale per garantire la sicurezza dei pazienti e la qualità dell’Assistenza Medica. Per prevenire e controllare le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e lo sviluppo dell’antimicrobico-resistenza si possono utilizzare varie strategie: • adozione di programmi di sorveglianza e controllo condivisi a livello nazionale, comprendenti lo sviluppo di percorsi diagnostici e terapeutici comuni, • implementazione della stewardship antimicrobica e dei programmi di formazione rivolti al personale sanitario, finalizzati alla promozione di una maggiore osservanza delle Linee Guida, • incremento della sorveglianza, effettuando studi di prevalenza ripetuti nel tempo, per poter identificare precocemente eventuali criticità e valutare l’efficacia dei presidi messi in atto, • potenziamento delle strutture ospedaliere, aumento delle camere singole destinate all’isolamento di pazienti particolarmente a rischio, • miglioramento delle procedure di pulizia e sanificazione e dei percorsi dedicati all’igiene delle mani, • promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte non solo al personale sanitario, ma anche ai cittadini, allo scopo di rendere i pazienti parte attiva del processo di lotta alle infezioni.
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Calidoni, Paolo, Filippo Dettori, Giusy Manca y Luisa Pandolfi. "Special education teachers in training and ethical competence development. An exploration at the University of Sassari". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, n.º 2 (31 de julio de 2021): 64–77. http://dx.doi.org/10.36253/form-10442.

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In school contexts, ethical competences are crucial in order to make the teacher able to manage the class dynamics and the relationships with families and colleagues. These competences are all the more necessary to the special education teacher. These competences are neither specified nor defined at regulatory and teacher training level; nevertheless, they are transversally present in many of the skills required to the special education teacher. This paper describes an exploratory research carried out at the University of Sassari in the context of a national research project on moral education in lower secondary school. The aforementioned exploratory research aims to assess the point of view of special education teachers during their training, in order to define adequate training strategies for the development of ethical, reflective and argumentative skills. On the basis of the results, guidelines were set for a training course that is being currently in test phase. Insegnanti di sostegno in formazione e sviluppo della competenza etica. Un’esperienza presso l’Università di Sassari Nel contesto scolastico la competenza etica dell’insegnante si configura come una competenza molto importante per la gestione delle dinamiche della classe e dei rapporti con le famiglie e con i colleghi. Particolare rilevanza assume per l’insegnante specializzato per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. I decreti ministeriali non individuano in modo esplicito questa competenza, che appare come trasversale a molte delle abilità considerate centrali per il profilo dell’insegnante di sostegno. Il presente contributo descrive una ricerca esplorativa realizzata presso l’Università di Sassari, nell’ambito di un PRIN sull’educazione morale nella scuola secondaria di primo grado, che ha la finalità di ascoltare il punto di vista degli insegnanti di sostegno in formazione per definire adeguate strategie formative per lo sviluppo di competenze etiche, riflessive ed argomentative. Gli esiti emersi sono alla base di un percorso formativo in corso di ’prova’ sul campo.
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (agosto de 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Lazzarino, L. "La formazione interprofessionale: sinergie per il controllo degli outcome sulla sicurezza del paziente". Working Paper of Public Health 4, n.º 1 (15 de junio de 2015). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2015.6709.

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Obiettivi: . Obiettivo dello studio è valutare l'efficacia dell'apprendimento nei partecipanti alle iniziative di formazione sul campo, rispetto alle capacità di pensiero critico e riflessivo, al fine di verificare se risultino più efficaci i gruppi mono professionali o composti da professionalità diverse per lo sviluppo di progetti volti alla prevenzione di eventi avversi per il paziente. Metodologia: Revisione della letteratura, analisi quantitativa retrospettiva e analisi qualitativa mediante la conduzione di focus group. Risultati: E’ emersa una correlazione positiva tra le competenze di tipo critico-riflessivo e la formazione interprofessionale e tra quest'ultima ed il controllo degli esiti avversi per il paziente. Conclusioni: L'indagine quantitativa ha messo in luce alcuni rischi connessi alla formazione interprofessionale, analizzati successivamente con matrice SWOT, che inducono a porre particolare attenzione alla progettazione, da effettuarsi anche attraverso metodologie che prevedano lo stakeholder engagement. Lo sviluppo della formazione interprofessionale aumenta la collaborazione tra i membri delle équipe e tra i servizi; essa contribuisce ad uniformare i comportamenti e a migliorare la comunicazione con l'utenza; tutto ciò porta a decisioni rapide, appropriate e condivise.
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Tesis sobre el tema "Formazione alla sicurezza e disabilità"

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MORTARI, Serena. "Sicurezza e disabilità nell'impresa: formazione e prevenzione. La strategia formativa della personalizzazione per una cultura della sicurezza inclusiva in azienda". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11562/349447.

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Dall’analisi della letteratura emerge una grave lacuna: da quando è stato stabilito l’obbligo per le aziende di assumere persone con disabilità (L. 482/68 in seguito abrogata dalla 68/99), in Italia non si sono mai compiuti studi sulla gestione della sicurezza di questi lavoratori. All’estero le ricerche risultano scarse e frammentarie, nonostante si evidenzi una maggiore attenzione al tema. Il punto critico della gestione della sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento alla questione di nostro interesse, è la mancanza di un approccio unitario e interdisciplinare alle due tematiche disabilità e sicurezza. In uno scenario in continuo mutamento da un punto di vista tecnologico e con l’emergere di nuovi aspetti della sicurezza come la privacy e la security, i datori di lavoro e i responsabili della sicurezza si trovano spesso impreparati all’inserimento di un lavoratore con disabilità per difficoltà sia organizzative che strutturali. La ricerca che viene presentata è suddivisa in due studi. L’obiettivo del primo studio è l’individuazione delle criticità della relazione disabilità - sicurezza sul lavoro; in particolare si intende rilevare in che modo le aziende osservano gli obblighi di accessibilità, di informazione e formazione, di valutazione del rischio e di gestione delle emergenze. Si è predisposta un’indagine conoscitiva con la somministrazione di questionari di tipo quanti-qualitativo rivolti ai lavoratori con disabilità e ai dirigenti d’azienda. Sono stati raccolti e analizzati complessivamente 118 questionari. Un ulteriore step della ricerca ha previsto la raccolta di 4 interviste semi – strutturate a lavoratori con disabilità che spontaneamente ci hanno contattato per avere maggiori informazioni e per dare la loro disponibilità per ulteriori indagini. Questo ci ha permesso di approfondire alcune tematiche emerse dai questionari come particolarmente interessanti. Per quanto riguarda il secondo studio l’obiettivo è verificare se la personalizzazione dell’intervento formativo per i lavoratori con disabilità e i responsabili della sicurezza è funzionale alla promozione della cultura della sicurezza in azienda in considerazione delle problematiche specifiche legate alla disabilità. Si è progettato e attivato un percorso formativo personalizzato per 4 lavoratori con disabilità e 3 dirigenti – responsabili della sicurezza. Si è compiuta un’attenta analisi aziendale studiando documenti come il DPS, il DVR e il Bilancio Sociale e si è fatto uso dello strumento dell’intervista semistrutturata e di un test di ingresso per individuare i bisogni formativi. La valutazione dei risultati dell’attività formativa è stata compiuta sia ex post con l’utilizzo di test di uscita e di interviste semistrutturate, sia in itinere per monitorare ed eventualmente ricalibrare il corso, utilizzando diari e momenti di discussione.
Analysing the existing literature on this subject a serious gap emerges: ever since the obligation for companies to employ people with disability was introduced in Italy (by Law no. 482/68, later revoked by Law no. 68/99), no studies on the management of these workers’ security & safety have been carried out. In other countries, although research on the same subject is limited and incomplete, the issue seems to draw more attention. The crucial point in managing workplace security & safety, with specific reference to our subject, is the lack of a unitary and interdisciplinary approach to both disability and security & safety. In an ever-changing technological scenario, and with new aspects to security & safety continuously emerging – such as privacy – employers and security & safety managers are often unprepared to employ a worker with disability due to both organizational and structural problems. This investigation is divided into two different studies. The aim of the former is to identify the critical points in the ‘disability-workplace safety & security’ relation. In particular, it intends to examine how companies meet their accessibility, information, training, risk assessment and emergency management obligations. To this end, a quantity-quality survey has been designed and administered to both workers with disability and company managers. 118 questionnaires were collected and analysed. Another step in the research included administering 4 semi-structured interviews to workers with disability who contacted us spontaneously for information and made themselves available for further investigations. This allowed us to deal more thoroughly with some issues that emerged from the questionnaires as particularly interesting. The second study’s aim is to check whether the customization of the training for workers with disability and security & safety managers is functional to the promotion of security & safety culture in the workplace as applied specifically to disability issues. A customized training course for 4 workers with disability and 3 security & safety managers was developed. A careful company analysis was performed, considering documents such as social accounting, risk assessment form and security policy document, and using tools like semi-structured interviews and entrance tests to identify the training needs. The evaluation of the training’s results was carried out both ex post, using exit tests and semi-structured interviews, and in itinere, to monitor and – if necessary – fine-tune the course, by using classroom journals and discussions.
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Libros sobre el tema "Formazione alla sicurezza e disabilità"

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Uomini di cantiere: Storie di ricerca e formazione alla sicurezza in edilizia. Milano: UNICOPLI, 2010.

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Il rischio scelto: La formazione alla sicurezza per le organizzazioni di volontariato. Brescia: La scuola, 2010.

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Federighi, Paolo y Francesca Torlone, eds. La formazione al rispetto dei diritti umani nel sistema penale. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-854-5.

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I principi fondamentali di libertà, sicurezza, democrazia, i dispositivi normativi dell’Unione Europea e le pronunce della Convenzione Europea per la tutela dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) possono essere oggetto di pericolose violazioni nei sistemi di giustizia penale. Quando tali violazioni sono perpetrate dagli attori chiamati alla tutela dei medesimi diritti e libertà le istituzioni devono predisporre dispositivi anche formativi necessari per la loro prevenzione. Il volume intende indagare la complessità di azioni formative – in primis di tipo informale – che accompagnano la costruzione delle conoscenze degli operatori dei sistemi in esame e le modalità del loro accrescimento. I contenuti sono trattati partendo dalle ipotesi di ricerca e sulla base della sperimentazione dell’embedded learning nel carcere di Chieti (con la supervisione del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze).
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