Literatura académica sobre el tema "Formazione accademica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Formazione accademica"

1

Serafina, Pastore. "Valutazione e formazione alla ricerca: la via della riflessivitŕ". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 48 (enero de 2012): 79–86. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048006.

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Resumen
La diffusione di nuove pratiche di valutazione, strettamente correlate alle recenti riforme istituzionali, sembra caratterizzare l'attuale sistema universitario italiano. L'effetto di privatizzazione dell'istruzione e della ricerca, indotto da una distorta interpretazione del principio della libertŕ accademica, ha incentivato la produzione di modelli e di approcci valutativi che non sempre paiono pertinenti. A partire da tale presupposto l'articolo si sofferma sulle forme di valutazione previste per la valutazione del dottorato di ricerca. Dall'analisi emerge come in questo caso la valutazione finisca, e spesso, con l'apparire una mera pratica burocratica; una valutazione apparente, incapace di produrre alcun effetto di apprendimento e di cambiamento.
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Concilio, Carmen. "Andate e ritorni nella trilogia di Nino Ricci". Italian Canadiana 35 (18 de agosto de 2021): 165–82. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37225.

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Resumen
In questo studio si analizza la Trilogia dello scrittore italo-canadese Nino Ricci, in cui il romanzo di formazione di Vittorio Innocente si articola tra il viaggio di andata dall’Italia — terra della madre — al Canada — terra del padre — e il viaggio di ritorno in patria da adulto. Dominata dalla relazione edipica, la formazione di Vittorio è dolorosa e nessun approdo sembra offrire risposte alla ricerca del Sé, al contrario il ritorno è doloroso quanto la partenza. Inoltre, lo studio mette in luce come la Trilogia si configuri come cartografia dell’altrove, in cui il paradigma della linea curva e della griglia squadrata definiscono gli spazi al di qua e al di là dell'Oceano. La saggistica accademica sull'autore e sulla Trilogia, in particolare, ha fornito l'orizzonte critico di riferimento.
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Antonelli, Mauro, Alessandro Porro y Carlo Cristini. "Marcello Cesa-Bianchi e gli sviluppi della psicologia italiana dagli anni '50 al 2000". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2021): 17–34. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11585.

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Vasta è stata la produzione scientifica del Professor Marcello Cesa-Bianchi. Nella sua esperienza accademica, durata quasi settant'anni, ha trattato i più svariati temi della psicologia.Nei primi anni di attività si è occupato soprattutto dell'invecchiamento, di metodologia sperimentale, di psicometria, di percezione. Successivamente numerosi altri argomenti sono stati oggetto di approfondimento. Dell'invecchiamento in particolare si è sempre interessato fino al termine della sua lunga vita accademica e scientifica.In questo contributo di prospettiva storica vengono sinteticamente esaminate – oltre ai lavori relativi alla metodologia, alla psicometria e alla percezione – le principali pubblicazioni del Professore riguardo agli studi e alle ricerche sulla psicologia dell'età evolutiva, sulla psicologia del lavoro, sulla psicologia medica, con un particolare riferimento alla formazione complessiva del medico, quali temi fra i più rappresentativi della sua imponente attività scientifica.
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Schilleci, Filippo. "Le sfide della formazione urbanistica nell'era post-pandemia". TERRITORIO, n.º 98 (marzo de 2022): 71–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098012.

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La diffusione dell'infezione da Sars-CoV2 e la crisi di sistema, che ne è conseguita, hanno generato una serie di impatti che vanno ben oltre il campo dell'epidemiologia investendo anche l'ambito della formazione accademica dei futuri pianificatori sotto il profilo sia dei contenuti che delle metodologie didattiche. L'articolo restituisce una riflessione critica sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'insegnamento del planning a partire dalle esperienze didattiche condotte dall'autore presso il Corso di laurea magistrale in Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale dell'Università degli Studi di Palermo. Un'occasione per avviare un ragionamento più ampio non solo sulle competenze richieste ai pianificatori all'indomani della crisi pandemica ma più in generale su come i corsi di laurea in Pianificazione urbana e territoriale si stanno attrezzando nel fornire agli studenti le competenze necessarie per affrontare le sfide poste dal post-pandemia.
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5

Polselli, Paola y Alice Fatone. "Apprendenti universitari e profili di competenza nella scrittura accademica". Quaderns d’Italià 26 (3 de diciembre de 2021): 217–40. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.508.

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Resumen
Nell’ambito delle ricerche sulle competenze linguistiche degli studenti universitari in Italia, il contributo indaga le pratiche di comunicazione scritta e le relative difficoltà espresse da studenti di un corso di recupero OFA in corsi di laurea triennale. L’indagine è parte di un progetto di rilevazione più ampio ed è stata realizzata somministrando un questionario informatizzato. I dati raccolti permettono di sviluppare alcune riflessioni utili sul profilo linguistico-comunicativo di apprendenti dalle competenze definite “fragili”; la loro autorappresentazione in termini di biografia linguistica; i bisogni linguistico-comunicativi espressi in rapporto ai compiti di scrittura, e il senso di autoefficacia percepita in rapporto alle abilità di scrittura funzionale richieste. Nell’insieme, il divario tra il panorama linguistico delle matricole in esame e quello del nuovo contesto di studio avallano le indicazioni circa la necessità di prevedere una specifica formazione linguistica in ambito universitario superando l’impostazione rimediale per una prospettiva più strutturale e continuativa.
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Fuchs, Dieter y Hans-Dieter Klingemann. "LA TEORIA POLITICA DELL'ANALISI DEI SISTEMI: DAVID EASTON". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, n.º 3 (diciembre de 2003): 427–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027416.

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IntroduzioneNato, il 24 giugno del 1917, e cresciuto in Canada, David Easton ha completato la sua formazione universitaria all'Università di Toronto (B.A. nel 1939, M.A. nel 1943). La sua successiva carriera accademica è legata a tre delle più importanti università americane, Harvard, Chicago e la University of California. Nel 1947 ha conseguito il Ph. D. ad Harvard, dove era teaching fellow dal 1944. Per quasi un quarto di secolo è stato uno dei più eminenti scienziati politici della University of Chigago (1947-1982), dove divenne full professor nel 1955 e fu nominato Andrei MacLeish Distinguished Service Professor nel 1969. Nel 1981 entrò a far parte del Department of Politics and Society della University of California ad Irvine, dove insegna ancora oggi. Non è possibile, nei limiti di quest'articolo, ricapitolare tutte le sue cariche accademiche, partecipazioni a comitati editoriali, o i suoi incarichi come consulente politico. Basti dire che è stato Presidente della American Political Science Association (1968-89), e membro e vicepresidente della American Academy of Arts and Sciences (1985-88). David Easton ha ricevuto tre lauree ad honorem (dalla McMaster University, dal Kalamazoo College e dalla Free University of Berlin).
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Ellerani, Piergiuseppe y Daniele Barca. "Valutazione narrativa e trasformativa: co-costruzione di comunità di apprendimento. Un caso di studio espl". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2021): 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12395.

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Negli ultimi anni, la ricerca sugli esiti della valutazione ha mostrato evidenze che dimostrerebbero alcune relazioni tra i risultati di apprendimento degli studenti e gli strumenti di valutazione utilizzati nelle scuole. Il paper presenta un insieme di ricerche sulla valutazione formativa, focalizzandosi sulla prospettiva del feedback. A partire da questa prima analisi, vengono spiegati ulteriori aspetti di sviluppo che portano a considerare i significati della valutazione narrativa e trasformativa. Questo particolare processo di valutazione mostra una maggiore equità nei risultati dell'apprendimento e una prospettiva più esplicita sulla prassi democratica nelle scuole. Il caso di studio esplorativo presentato ha utilizzato il costrutto teorico iniziale di questo articolo. Attraverso un modello di ricerca-formazione-intervento, il caso studio mostra possibili e interessanti sviluppi della collegialità. Il percorso, iniziato nel 2018 e tuttora in corso, ha attraversato la pandemia, e permesso di affrontare l'emergenza educativa partendo dalla valutazione. L'attenzione è rivolta alla supervisione accademica come un modo per sostenere l'innovazione e il cambiamento organizzativo.
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Sisto, Alessandra, Maria Assunta Zanetti, Marco Bartolucci y Federico Batini. "La validazione della versione italiana delle GRS-S (Pfeiffer-Jarosewich, 2003) - Scale di Valutazione della Plusdotazione (modulo per l'età scolare) - Dati Umbria 2019 - Università di Perugia". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (septiembre de 2022): 1–49. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14577.

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Resumen
La plusdotazione in Italia è un argomento ancora scarsamente affrontato. Nonostante il 5% circa della popolazione sia plusdotato, non esiste una formazione obbligatoria specifica per gli insegnanti, sebbene sia auspicabile un'individuazione precoce della plusdotazione. Tra gli strumenti più utilizzati a questo scopo, dopo il test del QI, troviamo le Gifted Rating Scales (GRS), ovvero le Scale di Valutazione della Plusdotazione, di Pfeiffer-Jarosewich (2003). Si tratta di uno strumento di screening diagnosticamente appropriato e concepito per essere utilizzato con semplicità ed efficacia dagli insegnanti. È disponibile in due versioni, GRS-P (fascia d'età prescolare 4-6 anni) e GRS-S (fascia d'età scolare 6-13 anni), tese a valutare la percezione dell'insegnante rispetto al livello di abilità dello studente in confronto ai pari, in differenti aree: abilità intellettiva, abilità accademica, talento artistico, creatività, motivazione e leadership (quest'ultima è presente soltanto nelle GRS-S). Data la loro elevata solidità psicometrica, sono state tradotte e validate in molte lingue. La validazione della versione italiana delle GRS-S è stata avviata da uno studio di Beretta-Zanetti su un campione di 449 soggetti, provenienti dalla Lombardia, cui si sono aggiunti successivamente altri 142 soggetti provenienti da Roma. Nel presente lavoro, che si inserisce nel medesimo filone, sono state somministrate le GRS-S, dopo opportuna formazione degli insegnanti, ad un campione di 204 bambini tra i 6 ed i 14 anni provenienti dal Centro Italia (Regione Umbria), ampliando quindi la numerosità del campione proveniente dall'Italia centrale. Sono state quindi indagate le seguenti proprietà: asimmetria, curtosi, affettività e correlazione item-totale corretta. La coerenza interna delle scale è stata valutata attraverso il coefficiente alfa di Cronbach e l'errore standard di misurazione. La validità è stata analizzata mediante correlazione tra scale e attraverso un'analisi fattoriale esplorativa. I risultati hanno mostrato adeguate proprietà psicometriche ed una consistenza interna soddisfacente, tuttavia sono emerse criticità (valori molto elevati dell'indice alfa di Cronbach e soluzione a 5 fattori nell'analisi fattoriale esplorativa) che sono state ampiamente discusse e per le quali sono state avanzate alcune ipotesi (ad esempio ridondanza di item e bias interpretativo degli insegnanti) pur considerando la scarsa ampiezza campionaria di questa ricerca e riconoscendo il valore degli studi sul medesimo strumento che l'hanno preceduta. Si conferma pertanto la attendibilità della versione italiana delle GRS-S, tuttavia, per maggiore completezza dei dati ed omogeneità del campione, si segnala la necessità di rilevare dati da un campione più ampio, auspicabilmente proveniente dalle scuole del Sud Italia.
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De Paola, Maria y Vincenzo Scoppa. "Corsi pre-universitari e rendimenti degli studenti". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 2 (junio de 2011): 57–83. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002003.

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In questo lavoro si cerca di comprendere se corsi di formazione a livello universitario, diretti a colmare lacune nelle competenze di base, possano determinare un miglioramento nei risultati accademici ottenuti dagli studenti. La nostra analisi riguarda gli effetti prodotti da un progetto, finanziato dalla Regione Calabria, che all'inizio dell'anno accademico 2008-09 ha offerto agli studenti immatricolati alle Universitŕ calabresi un insieme di attivitŕ formative. I tipici problemi di "distorsione da selezione" che si pongono nella valutazione degli effetti di interventi di questo tipo sono stati affrontati sia grazie alla disponibilitŕ di dettagliate informazioni su caratteristiche, abilitŕ e motivazioni degli studenti, sia cercando di identificare un gruppo di controllo costituito da studenti che non hanno partecipato all'intervento per fattori puramente casuali. Dalle nostre stime emerge un impatto positivo dei corsi di formazione sulle performance degli studenti nel primo anno di studi. Questi risultati sono robusti all'uso della tecnica del.
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Zampetti, Paolo y Andrea Scribante. "Silvio Palazzi (1892-1979), un pioniere della moderna odontoiatria Italiana". Acta medico-historica Adriatica 19, n.º 2 (2021): 323–36. http://dx.doi.org/10.31952/amha.19.2.9.

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Non è facile analizzare una figura complessa come quella di Silvio Palazzi (1892-1979) (fig.1). Senza dubbio fu uno dei personaggi di maggior spicco nel panorama odontostomatologico italiano per circa un cinquantennio, uno dei protagonisti della trasformazione dell’Odontoiatria pionieristica a in quella scientifica, un precursore ed un uomo con una mentalità aperta, dotato di una visione lungimirante. Personalità eclettica, versatile, da certi punti di vista addirittura geniale ma anche imprevedibile, fu al centro della vita accademica e professionale dell’Odontoiatria italiana; pochi possono vantare un’attività didattica, clinica, scientifica come la sua. Divenuto, in età giovanissima, direttore di una clinica che era ancora poco più che un ambulatorio seppe portarla ad un livello di eccellenza che non aveva riscontri in Italia (fig. 2) e che poteva essere paragonato a quello delle grandi cliniche odontoiatriche europee. Fu autore di un “Trattato di Odontologia” (fig. 3 e 4) che ebbe sette edizioni, sui cui si formarono intere generazioni di dentisti, e di oltre cinquecento pubblicazioni scientifiche, in tutti i campi dell’Odontostomatologia; predilesse particolarmente le indagini istologiche ed istochimiche, come spesso ricordava, per avere avuto una preparazione impostata in tal senso dalla sua frequenza presso l’istituto di Patologia Generale di Pavia diretto da Camillo Golgi (1843-1926, Premio Nobel per la Medicina nel 1906). In campo clinico ogni settore della Odontoiatria lo vide attento ed appassionato cultore, in particolare dell’Endodonzia e della Parodontologia. Inoltre, fu un pioniere dell’Implantologia quando questa branca riscuoteva più critiche che successi ed iniziò le ricerche sull’azione profilattica del fluoro quando molti erano contrari. Si batté assiduamente per una differente legislazione odontoiatrica: fu un convinto sostenitore di un Corso di Laurea apposito per la preparazione del futuro odontoiatra, già sin dagli anni Cinquanta: poiché questo progetto sembrava di difficile realizzazione, propose se non altro l’obbligo di una specializzazione post-laurea per garantire una formazione idonea. Accanto a ciò, per il suo modo di porsi spesso aggressivo e polemico si alienò l’amicizia di molti colleghi e si creò numerosi nemici. Certamente fu un personaggio che non può passare inosservato e che merita, ad oltre quaranta anni di distanza dalla morte, una attenta valutazione storica.
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Tesis sobre el tema "Formazione accademica"

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Garbari, Laura <1987&gt. "Behavioural competencies nella formazione accademica: analisi della letteratura e sperimentazioni condotte". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1677.

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2

CORSI, ELENA. "Il maestro negletto. La formazione accademica del giovane Theodor Wiesengrund-Adorno". Doctoral thesis, Urbino, 2017. http://hdl.handle.net/11576/2641834.

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Scocchera, Giovanna <1968&gt. "La revisione della traduzione editoriale dall'inglese all'italiano tra ricerca accademica, professione e formazione: stato dell'arte e prospettive future". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7203/1/Scocchera_Giovanna_tesi.pdf.

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Quando si parla di traduzione, si pensa spesso solo al risultato di un processo, valutato e analizzato come tale. Sembra ci si dimentichi del fatto che, prima di arrivare a quel risultato finale, il traduttore applica più o meno consapevolmente tutta quella serie di strumenti di analisi, critica, correzione, rilettura, riformulazione e modifica che rientrano nell’attività di revisione. A questa prima fase, di cui ogni traduttore fa esperienza nel lavorare alla propria traduzione, segue di norma una fase successiva in cui la traduzione è rivista da un’altra figura professionale della filiera editoriale (di solito, e auspicabilmente, un altro traduttore) e infine altre fasi ancora del processo di lavorazione e pubblicazione del testo tradotto. Oltre a essere un’attività cruciale di ogni attività di traduzione e processo editoriale, la revisione riveste anche un fondamentale ruolo didattico nella formazione dei traduttori. L’idea alla base di questo progetto di ricerca nasce dal bisogno di triangolare riflessioni e dati concreti sulla revisione provenienti dalla ricerca accademica, dalla pratica professionale e dall’esperienza didattico-formativa, in un triplice approccio che informa l’intero progetto, di cui si illustrano i principali obiettivi: • formulare una nuova e chiara definizione sommativa del termine “revisione” da potersi utilizzare nell’ambito della ricerca, della didattica e della prassi professionale; • fornire una panoramica tematica, critica e aggiornata sulla ricerca accademica e non-accademica in materia di revisione; • condurre un’indagine conoscitiva (tramite compilazione di questionari diversificati) sulla pratica professionale della revisione editoriale in Italia, allo scopo di raccogliere dati da traduttori e revisori, fornirne una lettura critica e quindi individuare peculiarità e criticità di questa fase del processo di lavorazione del libro tradotto; • presentare ipotesi di lavoro e suggerimenti su metodi e strumenti da applicare all’insegnamento della revisione in contesti didattici e formativi.
When speaking of translation, we often think of it as the end result of a process and we analyze and evaluate it as such. However we seem to forget that, before that final result is arrived at, the translator applies, more or less deliberately, all those tools of analysis, criticism, correction, re-reading, re-formulation and alteration that revision consists of. This first stage – which each translator goes through when working on his/her own translation (self-revision) – is usually followed by a second stage where the translation is revised by another professional figure in the publishing field (usually, and desirably, also a translator) and then by further stages of translation processing and publishing. As well as being a crucial stage of any translation work and publishing process, revision plays a fundamental didactic role in translator training. The idea behind this project arises from the need to triangulate insights and data on revision drawing from scholarly research, professional practice and training experience, and this three-pronged approach informs the whole project. In particular, the project aims at achieving the following four main objectives: • to formulate a new, straightforward and exhaustive definition of the term “revision” to be used in research and training contexts as well as in the professional world; • to provide a thematic, critical, and state-of-the-art overview of scholarly and non-scholarly research on revision; • to conduct a survey (by means of on-line, retrospective questionnaires) on all aspects of professional revision practice in Italy, aimed at collecting data from both translators and revisers, and therefore outlining specific and critical aspects of this stage of the publishing process; • to provide hints and suggestions on methods and tools to be applied to the teaching of revision both in didactic and training contexts.
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Scocchera, Giovanna <1968&gt. "La revisione della traduzione editoriale dall'inglese all'italiano tra ricerca accademica, professione e formazione: stato dell'arte e prospettive future". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7203/.

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Quando si parla di traduzione, si pensa spesso solo al risultato di un processo, valutato e analizzato come tale. Sembra ci si dimentichi del fatto che, prima di arrivare a quel risultato finale, il traduttore applica più o meno consapevolmente tutta quella serie di strumenti di analisi, critica, correzione, rilettura, riformulazione e modifica che rientrano nell’attività di revisione. A questa prima fase, di cui ogni traduttore fa esperienza nel lavorare alla propria traduzione, segue di norma una fase successiva in cui la traduzione è rivista da un’altra figura professionale della filiera editoriale (di solito, e auspicabilmente, un altro traduttore) e infine altre fasi ancora del processo di lavorazione e pubblicazione del testo tradotto. Oltre a essere un’attività cruciale di ogni attività di traduzione e processo editoriale, la revisione riveste anche un fondamentale ruolo didattico nella formazione dei traduttori. L’idea alla base di questo progetto di ricerca nasce dal bisogno di triangolare riflessioni e dati concreti sulla revisione provenienti dalla ricerca accademica, dalla pratica professionale e dall’esperienza didattico-formativa, in un triplice approccio che informa l’intero progetto, di cui si illustrano i principali obiettivi: • formulare una nuova e chiara definizione sommativa del termine “revisione” da potersi utilizzare nell’ambito della ricerca, della didattica e della prassi professionale; • fornire una panoramica tematica, critica e aggiornata sulla ricerca accademica e non-accademica in materia di revisione; • condurre un’indagine conoscitiva (tramite compilazione di questionari diversificati) sulla pratica professionale della revisione editoriale in Italia, allo scopo di raccogliere dati da traduttori e revisori, fornirne una lettura critica e quindi individuare peculiarità e criticità di questa fase del processo di lavorazione del libro tradotto; • presentare ipotesi di lavoro e suggerimenti su metodi e strumenti da applicare all’insegnamento della revisione in contesti didattici e formativi.
When speaking of translation, we often think of it as the end result of a process and we analyze and evaluate it as such. However we seem to forget that, before that final result is arrived at, the translator applies, more or less deliberately, all those tools of analysis, criticism, correction, re-reading, re-formulation and alteration that revision consists of. This first stage – which each translator goes through when working on his/her own translation (self-revision) – is usually followed by a second stage where the translation is revised by another professional figure in the publishing field (usually, and desirably, also a translator) and then by further stages of translation processing and publishing. As well as being a crucial stage of any translation work and publishing process, revision plays a fundamental didactic role in translator training. The idea behind this project arises from the need to triangulate insights and data on revision drawing from scholarly research, professional practice and training experience, and this three-pronged approach informs the whole project. In particular, the project aims at achieving the following four main objectives: • to formulate a new, straightforward and exhaustive definition of the term “revision” to be used in research and training contexts as well as in the professional world; • to provide a thematic, critical, and state-of-the-art overview of scholarly and non-scholarly research on revision; • to conduct a survey (by means of on-line, retrospective questionnaires) on all aspects of professional revision practice in Italy, aimed at collecting data from both translators and revisers, and therefore outlining specific and critical aspects of this stage of the publishing process; • to provide hints and suggestions on methods and tools to be applied to the teaching of revision both in didactic and training contexts.
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Bolgan, Giulia <1997&gt. "La formazione teatrale - Il caso Accademia Teatrale Lorenzo Da Ponte". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22029.

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Quando si parla di teatro molto spesso si considera solo un aspetto ossia quello relativo alla produzione teatrale. Tuttavia, l’ambiente teatrale al suo interno comprende un secondo settore non meno importante, vale a dire la formazione. Sebbene se ne parli esiguamente essa, inoltre, non sempre è legata alla produzione. Ad ogni modo coloro che frequentano accademie, scuole di teatro o semplici laboratori non necessariamente iniziano tale percorso per diventare attori professionisti. In realtà anche se nel proprio futuro un individuo non intraprenderà una carriera attoriale, acquisisce comunque competenze utili che poi portano ad accrescere la partecipazione al teatro in qualità di spettatore. In tal senso, l’elaborato tratterà della formazione teatrale italiana e in particolar modo dell’Accademia Teatrale Lorenzo Da Ponte di Vittorio Veneto (TV), in quanto esempio di selezione e sviluppo di attività didattica volta a formare futuri attori professionisti e non solo.
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Zennaro, Claudia <1992&gt. "Il processo di formazione della Personal Vision: una applicazione in ambito accademico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9720.

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Il contributo della tesi ha l’obiettivo di costruire un modello che consenta all’individuo di redigere la propria Personal Vision. Con tale concetto si vuole investigare sull’importanza che riveste la vision nella definizione del futuro desiderato di una persona. Tale definizione, di Personal Vision, rappresenta una delle fasi della teoria del Cambiamento Intenzionale necessaria per lo sviluppo delle competenze emotive e sociali. La presente tesi verrà suddivisa in tre capitoli. Il primo capitolo ci permetterà di introdurre il concetto di competenza, esplicitando la differenziazione tra competenza emotiva e sociale. La competenza emotiva definita come un’insieme di abilità pratiche necessarie all’individuo per creare relazioni che suscitano emozioni. La competenza sociale invece, definita come il modo in cui gli individui gestiscono le emozioni con gli altri attraverso l’empatia. La diffusione di tali competenze ci permetterà di illustrare i motivi per cui esse sono considerate importanti, il loro impatto e gli studi empirici a supporto. Attraverso il concetto di Intelligenza Emotiva espliciteremo come le regole del mondo del lavoro stiano cambiando, dimostrando come l’individuo sia giudicato non solo in base all’intelligenza, alle competenze tecniche che possiede, ma soprattutto viene giudicato per il modo che ha di relazionarsi con gli altri e di comportarsi con se stesso. Tale concetto verrà approfondito nella sua evoluzione storica, teorica e critica poiché non esiste ancora oggi una definizione univoca in letteratura al concetto di Emotional Intelligence. Verranno descritte le tre teorie contemporanee più importanti, analizzandone somiglianze e differenze, dedicando parte della trattazione ai relativi strumenti di misurazione proposti dai diversi autori. In seguito, evidenziando gli elementi peculiari delle teorie precedenti, si giunge alla definizione del modello di Cambiamento Intenzionale, che ci permetterà nel secondo capitolo di descrivere in modo approfondito la prima “fase” di tale modello: Il Sé Ideale. La speranza, l’immagine del futuro desiderato e l’identità profonda, costituiscono le componenti del Sé Ideale che verranno analizzate nel secondo capitolo in modo dettagliato. Tali componenti, permettono di influenzare gli obiettivi di un individuo, portandoci all’introduzione del concetto di Personal Vision e la sua seguente trattazione. La Vision definita come la persona che si vuole diventare, sia dal punto di vista personale, che dal punto di vista lavorativo rappresenta l’espressione dei nostri desideri e sogni alimentati dalla speranza di poterli soddisfare. Infine nel terzo capitolo analizzeremo il concetto della Vision in ambito accademico, somministrando attraverso uno studio qualitativo, una serie di interviste a partecipanti a percorsi formativi basati sulla teoria del Cambiamento Intenzionale. Attraverso uno studio e comparazione dei risultati ottenuti dalle interviste ai candidati, si cercherà di capire come le persone riescano a costruire ed elaborare la vision, cercando di individuare degli strumenti e tecniche che permettano di supportare l’individuo verso la creazione della propria visione futura in modo coerente e costruttivo. Infine, l’obiettivo di tale progetto sarà quello di esplicitare le componenti del processo di sviluppo della Personal Vision.
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Cucciniello, O. "MILANESI A PARIGI. LA FORTUNA CRITICA FRANCESE DEGLI ARTISTI DI FORMAZIONE LOMBARDA ALLE ESPOSIZIONI DI PARIGI NELLA SECONDA METÀ DELL'OTTOCENTO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/373759.

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Milanese people in Paris. The French critical reception of the artists that studied in Lombardy on the exhibitions in Paris during the second half of the 19th Century. The topic of the dissertation is the critical reception of the Lombard art in the second half of the 19th Century in Paris, between printed and archival sources from these years, based on the Parisian universal exhibitions and the annual Salon. As the universal exhibitions are a mirror of the society, important changes in art and politics that characterized the period, both in Italy and in France, are clearly reflected by them. From the 1855 Universal Exhibition, when Lombardy was under the Austrian domination, over the 1867 and 1878 ones that followed the progressive unification of Italy; finally the 1889 Universal Exhibition shows a radical change for the art market and for the artists. Through the critical reception of artists (such as Etienne-Jean Delécluze or Olivier Merson) and anonym or well-known critics (such as Théophile Gautier, Paul Mantz, Charles Blanc), we can understand the contemporary idea of "Italian modern art" and the regional identity of the Lombard school.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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BERRETTI, LUISA. "Alberigo Clemente Carlini: la formazione accademica di un frate pittore tra la Toscana e Roma a metà Settecento". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1157063.

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La tesi è è incentrata sull’attività pittorica e grafica di Alberigo Clemente Carlini (Vellano, 1703 - Pescia, 1775), frate minorita pittore, allievo di Ottaviano Dandini a Firenze e di Sebastiano Conca a Roma, noto per aver dipinto tele e cicli di affreschi in varie chiese e conventi toscani dell’Ordine, e non solo, tra il terzo decennio e l’ottavo del Settecento. Sue opere si conservano a Firenze, Roma, Fucecchio, Colleviti, Livorno, Pietrasanta, Foiano e in altri luoghi della Toscana. Meno nota agli studi è la sua produzione grafica - qui ricostruita - costituita da più di quattrocento disegni assemblati sulle pagine di tre volumi (che in origine dovevano essere almeno otto) “annessi” dal frate pittore alla Libreria del Convento di San Ludovico a Colleviti e che dall’Ottocento entrarono a far parte delle collezioni del Museo Civico di Pescia, ove tutt’ora sono conservati. Nel corso delle ricerche svolte durante il primo anno di dottorato sono emerse novità tali da decidere di affrontare l’argomento con uno studio monografico, il quale non si è limitato a ricostruire la vicenda biografica ed artistica del Carlini, bensì si è allargato ad indagare la coeva committenza dell’Ordine oltre che a considerare la produzione artistica toscana e romana di quegli anni, ma anche dei maestri del passato, degli idiomi e stili differenti che fornirono stimoli e spunti creativi alla mente prensile e curiosa del Nostro. Corollario del lavoro svolto è stata anche la messa a fuoco del rinnovamento degli apparati religiosi in seguito alle canonizzazioni e beatificazioni che dal periodo barocco in poi, partendo da Roma, interessarono larga parte della Toscana, acquisizione importante di informazioni per gli studi che potrà essere sviluppata a parte su basi qui già impostate. Nello sfogliare le pagine dei volumi di Colleviti vergate di “pensieri mentali” (come li chiamava il Nostro), “disegni di naturali”, studi anatomici, spiegazioni e dimostrazioni di geometria e prospettiva, nonché illustrazioni di “stampe varie”, si comprende la complessità del pensiero che sottese alla realizzazione di tali elaborazioni grafiche. Una tale varietà di soggetti, desunti da fonti iconografiche tra le più svariate, dalle storie bibliche ed evangeliche, ai trattati di antiquaria, a quelli di anatomia, di architettura, e via dicendo, dimostra i molteplici interessi disciplinari e le colte conoscenze di colui che sino agli studi recenti è apparso quale un artista “minore”. Dallo studio svolto è invece emerso che Carlini si pone come uno dei gangli speculativi da affrontare per meglio definire nuovi stili di ricerca per rinnovare e completare gli studi relativi a questo troppo misconosciuto periodo. Un “caso di studio” ben documentabile e, a mio avviso, sintomatico delle tendenze dell’epoca di profondi cambiamenti in cui egli visse. Pare evidente, dal materiale rintracciato, che larga parte della attività di questo pittore francescano sia stata indirizzata ad un rinnovamento del modo di presentare la storia degli antichi martiri cristiani, dei santi dell’Ordine e di altri fatti salienti legati all’affermazione della fede, e ciò sembra confermare il corredo grafico di cui Carlini disponeva. Il lavoro che ho condotto mostra come il frate pittore, in un linguaggio che trae i suoi punti di forza formali dal mondo barocco, così come avvenne a Sebastiano Conca frequentato a Roma, sia riuscito a travasare alcuni elementi di filologia storico-materiale che, per il mondo religioso che serviva, erano, di fatto, una sorta di corrispettivo delle acquisizioni erudite della cultura pre-enciclopedica e pre-winckelmaniana. Tutto sembra indicare che, prima che le vittoriose armate francesi dilagassero nella Penisola dopo aver cancellato molta dell’arte religiosa della Francia di Luigi XVI, la Chiesa avesse iniziato un processo di recupero archeologizzante nell’iconografia religiosa, un processo di cui si potrà aver conferma con futuri studi se si avrà la fortuna di individuare altre figure chiave come Padre Alberigo Carlini da Vellano.
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Libros sobre el tema "Formazione accademica"

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Vannini, Guido, ed. Florentia. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-950-8.

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Con questo IV volume della serie espressione della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici del nostro Ateneo, si è potuta ripristinare una continuità, sia pure ad ampia periodicità, che la redazione intende consolidare con una partecipazione dell’intera ‘comunità’ della Scuola (pure mantenendo centrale lo ‘spazio’ riservato agli allievi). I saggi qui presentati, appartenenti a tutti i curricula diacronici presenti nella Scuola (pre-protostorico, orientalistico, classico, medievista), fanno emergere alcune tendenze, fra le quali (in inspiegabile controtendenza, di questi tempi) la crescita d’interesse per l’archeologia islamica, la raggiunta piena trasversalità dell’archeologia pubblica o la conferma dell’articolazione delle tematiche che caratterizzano dalla fondazione il settore classico. Si conferma inoltre la varietà delle provenienze degli allievi, sia come formazione di base sia come matrice accademica, a conferma di una buona rispondenza della Scuola alle esigenze e alle attese attuali.
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Castagnaro, Alessandro. La formazione dell'architetto: Botteghe, accademie, facoltà, esperienze architettoniche. Napoli: Liguori, 2003.

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Balestra, Gian Luca. La formazione degli ufficiali nell'Accademia militare di Modena, 1895-1939. Roma: Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, 2000.

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Balestra, Gian Luca. La formazione degli ufficiali nell'Accademia militare di Modena, 1895-1939. Roma: Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, 2000.

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Balestra, Gian Luca. La formazione degli ufficiali nell'Accademia militare di Modena, 1895-1939. Roma: Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, 2000.

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Arte e media: Formazione, ricerca, produzione, origini, identità, prospettive. Milano: Scalpendi, 2010.

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Cipriani, Alberto, Alessio Gramolati y Giovanni Mari, eds. Il lavoro 4.0. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-649-1.

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Le ricerche del presente volume si fondano sul nesso tra lavoro e Quarta Rivoluzione industriale. Su questo piano le domande sono numerose. Qual è la natura del lavoro 4.0? Qual è il rapporto tra rivoluzione tecnologica e occupazione? Quali sono i diritti del lavoro nell’epoca dei nuovi modelli di business? L’innovazione può essere implementata senza il superamento della subalternità novecentesca e l’approdo a nuove forme di libertà e responsabilità del lavoro? La digitalizzazione e le nuove forme di organizzazione dell’impresa mutano i rapporti di lavoro e favoriscono nuove forme di collaborazione e di conflitto? La formazione, la qualità e la libertà nel lavoro sono più importanti del salario? La progettazione e il design dell’impresa come si pongono nei confronti della tecnologia e del lavoro? La digitalizzazione spinge l’economia della conoscenza a determinare nuove forme di lavoro? Quali progetti da parte dei soggetti coinvolti, a cominciare dai lavoratori, perché queste trasformazioni siano un passo avanti nelle condizioni di lavoro e nelle relazioni industriali? Queste e molte altre domande sono alla base dei saggi raccolti nel volume cui hanno collaborato autori di diversa formazione ed esperienza: accademici, giornalisti, imprenditori, manager, operatori, sindacalisti e rappresentanti sindacali.
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Manfredi, Tommaso. La costruzione dell'architetto: Maderno, Borromini, i Fontana e la formazione degli architetti ticinesi a Roma. Roma: Argos, 2008.

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La costruzione dell'architetto: Maderno, Borromini, i Fontana e la formazione degli architetti ticinesi a Roma. Roma: Argos, 2008.

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Burroni, Luigi, ed. L'agenda del lavoro. Florence: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-281-7.

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Questo volume raccoglie i migliori elaborati di tesi degli anni accademici 1999/00 e 2000/01 di studenti del Master Europeo in Scienze del Lavoro della Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. I contributi si concentrano sul tema del lavoro e della sua regolazione nei paesi europei, analizzando aspetti quali la flessibilità del lavoro, la formazione, le relazioni industriali aziendali, la responsabilità sociale delle imprese, la promozione della partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei disabili. Questi temi costituiscono dei punti di osservazione privilegiati per mettere in luce sia gli effetti di promozione del cambiamento del processo di integrazione politica europea sia il ruolo giocato dalla presenza di determinate architetture istituzionali relative ai sistemi di welfare, di regolazione dell'economia e del lavoro che continuano a essere differenti da paese a paese. Guardare a questa coesistenza tra stabilità e cambiamento con un approccio multidisciplinare e comparato come quello utilizzato nei lavori qui raccolti è come utilizzare un caleidoscopio che contribuisce a far luce sugli equilibri multipli e sui diversi percorsi di sviluppo che caratterizzano il cosiddetto "modello sociale europeo".
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