Literatura académica sobre el tema "Fondi comuni"

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Artículos de revistas sobre el tema "Fondi comuni"

1

Ronchini, Beatrice. "Le asimmetrie regolamentari nell'industria dei fondi comuni aperti". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 3 (septiembre de 2011): 423–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003003.

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Resumen
L'obiettivo di livellare il terreno competitivo tra gli operatori europei del risparmio gestito non sembra ancora pienamente raggiunto. Nei diversi paesi permangono infatti alcune residue divergenze - nelle modalitŕ di recepimento e di interpretazione delle normative comunitarie, nelle prassi di vigilanza, nei regimi sanzionatori, nella regolamentazione settoriale - tali da penalizzare potenzialmente gli operatori e i prodotti sottoposti alla disciplina piů stringente. Il presente contributo si focalizza sul comparto dei fondi comuni aperti italiani e intende arricchire la letteratura sul tema passando in rassegna in ottica comparata le principali norme e prassi di vigilanza "competition sensitive" suscettibili di limitare l'attrattivitŕ di tali prodotti rispetto a quelli esteri commercializzati in Italia o rispetto a prodotti finanziari alternativi. Come noto, le asimmetrie regolamentari sono considerate una delle cause del declino attraversato nel passato recente dall'industria italiana dei fondi comuni d'investimento mobiliare. L'individuazione dei residui spazi di discriminazione competitiva di matrice normativa rappresenta la necessaria premessa per prefigurare un possibile percorso di ottimizzazione della regolamentazione.
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Mantini, Pierluigi y Alberto Scaravaggi. "I fondi immobiliari nel federalismo patrimoniale. Profili giuridici". TERRITORIO, n.º 58 (septiembre de 2011): 161–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058016.

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Resumen
La riforma del federalismo fi scale prende avvio con la legge delega n. 42/2009 e con il primo decreto attuativo n. 85/2010 sul federalismo patrimoniale. In particolare, l'art. 6 del decreto intende favorire la valorizzazione dei beni attraverso fondi comuni di investimento immobiliare e sancisce precise regole affinché i fondi possano svolgere un ruolo attivo. I fondi immobiliari sono strumenti finanziari che consentono ai risparmiatori di partecipare ai risultati economici di iniziative immobiliari, utilizzando il modello organizzativo del patrimonio gestito da un intermediario professionale, le Sgr (Societŕ di gestione del risparmio) che si occupano di fondi immobiliari. In specie, i fondi ad apporto pubblico possono costituire uno strumento evoluto per le politiche di sviluppo urbano.
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Duranti, Silvia, Patrizia Lattarulo y Letizia Ravagli. "Risorse, esperienza e caratteristiche dell'amministrazione dietro i fondi comunitari dei comuni. La capacità di assorbimento delle amministrazioni nel caso toscano". RIV Rassegna Italiana di Valutazione, n.º 66 (septiembre de 2017): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/riv2016-066009.

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Gandolfi, Gino y Giacomo Neri. "Il settore del risparmio gestito". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 3 (septiembre de 2011): 401–22. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003002.

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Resumen
Il settore del risparmio gestito si sta muovendo in un contesto ancora fortemente instabile dal punto di vista economico e sempre piů complesso dal punto di vista regolamentare. Il presente lavoro intende fornire un'analisi del comparto italiano dell'asset management che, com'č noto, č caratterizzato dal preponderante peso del canale bancario nella distribuzione dei suoi prodotti. Appare importante considerare le caratteristiche e i trend della domanda e dell'offerta del risparmio gestito in Italia, in particolare alla luce della spinta del Regolatore ad una separazione tra distribuzione e produzione. Inoltre, la recente crisi finanziaria e il consistente calo di fiducia manifestato dagli investitori negli ultimi anni hanno indotto i governi a mettere in atto delle manovre finalizzate a reperire risorse finanziarie. Infine, č perň importante menzionare anche gli importanti passi avanti compiuti in campo normativo, grazie all'adeguamento ai diversi provvedimenti regolamentari emanati a livello europeo, quali la Mifid e la Ucits IV, che segnano un momento decisivo nel processo di armonizzazione dei mercati europei dei fondi comuni.
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Mauro, Mussini, Crosato Lisa, Mariani Paolo y Zavanella Biancamaria. "L'abbinamento dei dati da fonti diverse: una proposta per integrare dati amministrativi e campionari a livello locale". RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, n.º 3 (diciembre de 2011): 87–114. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-003004.

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Resumen
L'articolo affronta il tema dell'abbinamento di dati provenienti da fonti di diversa natura, amministrativa e campionaria, disponibili a livello locale. Si indagano gli aspetti metodologici dell'abbinamento dei dati provenienti dall'indagine sui consumi delle famiglie milanesi, condotta da Camera di commercio di Milano e Comune di Milano, con i dati dell'archivio del data warehouse AMeRIcA, che integra l'archivio tributario dell'Agenzia delle entrate e l'archivio dell'Anagrafe del comune di Milano. L'obiettivo conoscitivo dell'abbinamento č l'arricchimento delle informazioni separatamente contenute nei due archivi, creando un archivio integrato che abbini le informazioni sul reddito e i consumi. Per eseguire l'abbinamento si utilizza una tecnica di abbinamento quasi-esatto. Essa prevede l'impiego di vari criteri decisionali per stabilire se una coppia di record sia da abbinare. Questa strategia di abbinamento consente di evidenziare la capacitŕ identificativa delle variabili di abbinamento disponibili. I risultati della procedura confermano la fattibilitŕ dell'integrazione tra gli archivi delle due fonti considerate. L'archivio integrato risultante offre l'opportunitŕ di effettuare analisi statistiche dettagliate sulle famiglie, descrivendo ciascuna di esse in base a informazioni demografiche, reddituali e relative alle scelte di spesa. Inoltre, dal punto di vista metodologico, i risultati dell'esercizio di abbinamento assumono particolare rilievo in considerazione del fatto che l'esperienza condotta con riferimento all'area del comune di Milano potrebbe essere ripetuta in maniera analoga anche per altre realtŕ locali (comuni, province o cittŕ metropolitane), data la disponibilitŕ delle fonti utilizzate in questo studio.
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6

Pacini, Luca. "La tutela dei minori e il ruolo dei Comuni". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (septiembre de 2020): 67–75. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001007.

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Resumen
L'articolo prende in esame il ruolo assegnato nel disegno istituzionale ai Comuni nella tutela dei minori, tenuto conto dell'articolazione del sistema di intervento intorno alle tre aree della Promozione, Prevenzione e Protezione. Tratta quindi di alcuni degli attuali profili critici del sistema: la necessaria creazione di un Fondo strutturale capace di assicurare livelli essenziali di intervento su dimensione nazionale, la qualificazione e stabilizzazione contrattuale di figure professionali, in specie gli assistenti sociali, operanti nel settore pubblico, i passi da compiere in direzione dell'integrazione sociosanitaria.
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7

Gandullia, Luca y Andrea Taddei. "Il fondo di solidarietà 2017: effetti e sostenibilità per i comuni italiani". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 2 (noviembre de 2018): 53–77. http://dx.doi.org/10.3280/ep2018-002003.

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Buja, Antonella y Giuseppe Caruso. "Fondi europei e project management negli enti locali: l'esperienza del comune di Modena". PROJECT MANAGER (IL), n.º 45 (enero de 2021): 13–18. http://dx.doi.org/10.3280/pm2021-045004.

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9

Caffarena, Fabio. "In Fondo alla Scrittura (la Scrittura di Chi Sta in Fondo) le Testimonianze Scritte della Gente Comune". Revista de Italianística, n.º 17 (30 de diciembre de 2008): 47. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i17p47-56.

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Resumen
A história, especialmente a contemoorânea, pode ser abordada utilizando-se as costumeiras fontes institucionais, ligadas aos clássicos paradigmas econômicos e institucionais, mas também privilegiando os aspectos sociais, utlizando a mina inesgotável de testemunhos escritos e orais produzidos pela gente comum. Essas fontes permitem que se olhe "de baixo" para os eventos, mas essa perspectiva, que não pode ser ignorada e adquire uma conceituação metodológica cada vez mais consistente, está ainda buscando uma legitimação historiográfica completa.
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Castelbarco, Antonella. "Bauman e Baricco: uno sguardo comune sulla vita liquida". GRUPPI, n.º 3 (mayo de 2010): 147–52. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003009.

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Resumen
L'articolo prende spunto dalla considerazione dei rapidi mutamenti della societŕ attuale intesi come fattori che influiscono nel contesto clinico della terapia di coppia. La tesi di Bauman circa la societŕ "liquida" e le sue dinamiche relazionali viene messa a confronto con l'idea di Baricco espressa nel libro I Barbari circa la genesi di modalitŕ nuove di vivere l'esperienza. L'articolo si sofferma su alcuni concetti come: «rete di sistemi passanti e fluiditŕ», che ben si adattano alla descrizione degli aspetti fondanti le relazioni affettive che Bauman evidenzia come caratteristiche di rapporti che assomigliano di piů a "connessioni" intese come legami condensati e superficiali per proteggere dal rischio di coinvolgimenti affettivi avvertiti come obblighi. Il cambiamento riguarderebbe aspetti importanti della vita e delle relazioni interpersonali come ad esempio: la superficie al posto della profonditŕ, le sequenze e la velocitŕ al posto della riflessione. In generale la descrizione della societŕ "barbara" e della societŕ "liquida" si fonda sulla tesi di una mutazione profonda del concetto di "esperienza" e di una nuova dislocazione del concetto di «senso nel tessuto dell'esperienza».
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Tesis sobre el tema "Fondi comuni"

1

Papusoi, Ana <1991&gt. "FINANZA ETICA E FONDI COMUNI D’INVESTIMENTO SOCIALMENTE RESPONSABILI". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11745.

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Resumen
Prima che i fondi socialmente responsabili cavalcassero il successo che stanno vivendo attualmente c’era una totale ignoranza in materia, addirittura, non si conosceva il significato di etica. L’avversità rispetto ad effettuare approfondimenti su queste tematiche erano tra le più svariate, in particolare c’erano i pregiudizi nei riguardi di questa materia radicati dalla cattiva informazione. C’erano anche associazioni sbagliate tra il significato di etica e tutto ciò che portava con sé e in sé, infatti, c’era la convinzione che l’investimento etico equivalesse ad un investimento meramente di beneficenza. Grazie alle ricerche, la divulgazione delle informazioni, si inizia a diffondere il vero concetto di fondo etico e il reale significato che questo ha e assume nell’economia moderna.
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Casagrande, Maria Sefora <1989&gt. "Le categorie di screening nei fondi comuni socialmente responsabili". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6308.

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Resumen
Questa tesi approfondisce le differenze che incorrono nelle varie tipologie di screening che possono interessare un investimento socialmente responsabile (SRI). Nella prima parte vengono introdotte le caratteristiche generali del mercato SRI, approfondendo il suo livello di sviluppo in diversi contesti geografici e gli indici di mercato. In seguito, si ricercano le motivazioni teoriche per l’esistenza di questo mercato, analizzando le caratteristiche e il comportamento dell’ investitore SRI, per capire cosa lo spinge ad intraprendere un investimento di questo tipo, nonostante un possibile sacrificio in termini di performance; e come imprese e istituzioni finanziarie si organizzino per cogliere le opportunità di questo mercato con effetti positivi per la società. Inoltre, si riporta la letteratura sulle performance del mercato SRI, per mostrare che non necessariamente si presenta un sacrificio etico. Si prosegue parlando delle caratteristiche dei fondi comuni di investimento socialmente responsabili, approfondendo i fondi religiosi e in particolare le diverse tipologie di screening: ambientale, sociale, governance e prodotti. Si passa ad un’analisi dei rating etici, volta a capire se viene dato più peso ad una tipologia di screening oppure no. Poi si presenta la metodologia DEA e i test che si utilizzeranno al fine di confrontare le performance dei differenti screening. Si conclude con l’applicazione di tale metodologia ai fondi SRI del mercato statunitense, suddivisi in gruppi in base al loro tipo di screening mediante l’assegnazione di un punteggio.
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3

Renzulli, Valeria <1980&gt. "I fondi comuni di investimento: Aspetti inerenti alla separazione patrimoniale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7223/1/Renzulli_Valeria_tesi.pdf.

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Resumen
Il presente lavoro mira a una ricostruzione della condizione giuridica del fondo comune di investimento, definito come “patrimonio autonomo e distinto”, su cui il legislatore non ha preso alcuna posizione espressa sul piano della titolarità, lasciando all’interprete il relativo (e tormentato) compito. A tal fine, l’esame critico della disciplina, alla luce di ulteriori forme di separazione patrimoniale rinvenibili nell’ordinamento giuridico, richiede un approccio metodologico teso sì a una ricostruzione in retrospettiva della questione ma anche a una sua analisi sistematica. La prima parte prende avvio dall’analisi della disciplina dei fondi comuni di investimento e della gestione collettiva del risparmio, ripercorrendo i tratti salienti della normativa al fine di acclararne la ratio. Rifuggendo da una redazione meramente compilativa, tale analisi risulta necessaria ai fini dell’esame degli aspetti problematici concernenti la natura giuridica dei fondi comuni di investimento, che non può essere avulso dal relativo contesto normativo. La seconda parte è dedicata al tema della qualificazione giuridica del fondo e della relativa titolarità alla luce della risalente dottrina, dell’evoluzione normativa e della giurisprudenza pronunciatasi sul punto. Sotto questo profilo, la prospettiva di indagine mira ad approfondire alcuni degli spunti emergenti dalle riflessioni teoriche concernenti la natura e la titolarità del fondo, avendo riguardo non solo alla classiche categorie civilistiche ma anche alla reale essenza della struttura e della disciplina dei fondi comuni di investimento e alle specifiche finalità di tutela degli interessi degli investitori perseguite dalla disciplina. Seguendo questo percorso, l’ultima parte volge uno sguardo doveroso alle tematiche concernenti le funzioni della separazione dei patrimoni nell'ambito dei mercati finanziari e del diritto positivo, senza pretermettere le categorie civilistiche, di diritto interno e di diritto straniero, sottese alle fattispecie considerate.
The work aims to reconstruct the legal status of investment fund, on which law has not taken any position expressed in terms of ownership. The first part focuses on an analysis of the regulation of investment funds and collective investment management. The second part focuses on the problematic aspects concerning the legal nature of funds and its ownership. In this light, the prospective aims to explore the leading cases regarding the investment fund and some of the theories emerging in the doctrine, with particular attention with the traditional categories of civil law and the real essence of the regulation of investment funds. The last part examines the functions of the separation and segregated liability in financial markets and in the positive law.
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4

Renzulli, Valeria <1980&gt. "I fondi comuni di investimento: Aspetti inerenti alla separazione patrimoniale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7223/.

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Resumen
Il presente lavoro mira a una ricostruzione della condizione giuridica del fondo comune di investimento, definito come “patrimonio autonomo e distinto”, su cui il legislatore non ha preso alcuna posizione espressa sul piano della titolarità, lasciando all’interprete il relativo (e tormentato) compito. A tal fine, l’esame critico della disciplina, alla luce di ulteriori forme di separazione patrimoniale rinvenibili nell’ordinamento giuridico, richiede un approccio metodologico teso sì a una ricostruzione in retrospettiva della questione ma anche a una sua analisi sistematica. La prima parte prende avvio dall’analisi della disciplina dei fondi comuni di investimento e della gestione collettiva del risparmio, ripercorrendo i tratti salienti della normativa al fine di acclararne la ratio. Rifuggendo da una redazione meramente compilativa, tale analisi risulta necessaria ai fini dell’esame degli aspetti problematici concernenti la natura giuridica dei fondi comuni di investimento, che non può essere avulso dal relativo contesto normativo. La seconda parte è dedicata al tema della qualificazione giuridica del fondo e della relativa titolarità alla luce della risalente dottrina, dell’evoluzione normativa e della giurisprudenza pronunciatasi sul punto. Sotto questo profilo, la prospettiva di indagine mira ad approfondire alcuni degli spunti emergenti dalle riflessioni teoriche concernenti la natura e la titolarità del fondo, avendo riguardo non solo alla classiche categorie civilistiche ma anche alla reale essenza della struttura e della disciplina dei fondi comuni di investimento e alle specifiche finalità di tutela degli interessi degli investitori perseguite dalla disciplina. Seguendo questo percorso, l’ultima parte volge uno sguardo doveroso alle tematiche concernenti le funzioni della separazione dei patrimoni nell'ambito dei mercati finanziari e del diritto positivo, senza pretermettere le categorie civilistiche, di diritto interno e di diritto straniero, sottese alle fattispecie considerate.
The work aims to reconstruct the legal status of investment fund, on which law has not taken any position expressed in terms of ownership. The first part focuses on an analysis of the regulation of investment funds and collective investment management. The second part focuses on the problematic aspects concerning the legal nature of funds and its ownership. In this light, the prospective aims to explore the leading cases regarding the investment fund and some of the theories emerging in the doctrine, with particular attention with the traditional categories of civil law and the real essence of the regulation of investment funds. The last part examines the functions of the separation and segregated liability in financial markets and in the positive law.
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5

Burel, Sara <1989&gt. "Analisi e confronto delle performance dei fondi comuni d'investimento socialmente responsabili". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4028.

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Resumen
Data una definizione generale di che cosa si intende per finanza etica, ci si concentra sui fondi comuni d'investimento socialmente responsabili e sul calcolo delle loro performance. Per raggiungere tale obiettivo si considerano le seguenti misure di performance aggiustate per il rischio: Sharpe ratio, Treynor Ratio e alfa di Jensen (CAPM unifattoriale/CAPM multifattoriale); si analizzano i risultati ottenuti fino ad ora in letteratura ed infine, tramite l'applicazione dell DEA (Data Envelopment Analysis) si calcola l'efficienza delle misure considerate.
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6

Salandin, Leopoldo <1992&gt. "I fondi comuni d’investimento socialmente responsabili: profili teorici, strategie e performance". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12552.

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Resumen
Se in passato il Socially Responsible Investing (SRI) poteva essere considerato un approccio emergente, oggigiorno esso rappresenta un vero e proprio mainstream. La tesi si focalizza sui fondi d’investimento SRI, proponendosi l’obiettivo di dimostrare come investitori istituzionali, che includono criteri di responsabilità sociale nel proprio processo decisionale, possano, o ottenere un vantaggio in termini di performance finanziaria rispetto ai fondi tradizionali, o per lo meno, non sopportare un sacrificio. Infatti a livello teorico lo screening etico riduce l’universo di titoli nel quale è possibile impiegare il denaro, ostacolando il principio della diversificazione di portafoglio. Per raggiungere l'obiettivo prefissato, in primis si è cercato di contestualizzare questa particolare tipologia di fondi, collocandoli all’interno di un quadro di riferimento più ampio, la cosiddetta finanza etica, ossia un nuovo modello di finanza che promuove la coesistenza dei tradizionali criteri del rischio e del rendimento con valutazioni di natura sociale. Successivamente si cercherà di capire cosa distingue i fondi SRI dai fondi tradizionali, approfondendo le strategie attraverso cui essi selezionano i propri investimenti, e tutte le caratteristiche che contribuiscono a renderli peculiari. Inoltre verranno trattate sia le tematiche del rating etico che degli indici di sostenibilità, strumenti che fungono da supporto alle strategie, poiché attribuiscono un ranking ai fondi e alle imprese sulla base di giudizi etici. Lo scopo è avere delle misure per una corretta valutazione delle performance in chiave ESG. (Environmental, Social and Governance). Gli investitori possono così scegliere l’alternativa migliore nella quale allocare il proprio denaro e allo stesso tempo essere socialmente utili. A tal fine verranno utilizzati i documenti scientifici presenti nella letteratura empirica, informazioni e dati mutuati da istituzioni finanziarie, ricorrendo ove possibile allo sviluppo di un'analisi quantitativa del fenomeno studiato, allo scopo di dimostrare l’obiettivo sopra citato.
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7

Barzi, Stefano <1987&gt. "Fondi comuni di investimento e investimento in derivati: un'analisi mediante l'approccio DEA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1586.

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8

Trevisan, Daniele <1995&gt. "La gestione dei non performing loans attraverso i "fondi comuni di ristrutturazione"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16931.

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Resumen
La recente crisi finanziaria ha gravemente impattato sulla stabilità del sistema bancario europeo. In questo scenario, l’incidenza dei non performing loans (npl), sui bilanci degli intermediari, ha influenzato negativamente le possibilità di una ripresa economica stabile. È di primaria importanza, quindi, adottare le misure necessarie a ridurre l’impatto di tali crediti sull’attività delle banche. Successivamente l’aver analizzato i npl dal punto di vista definitorio e quantitativo, l’elaborato esamina una delle soluzioni sviluppatasi negli anni: la cessione degli stessi ai "fondi comuni di ristrutturazione" e la loro gestione attraverso questi. L’obiettivo di questo lavoro è, quindi, quello di evidenziare le peculiarità e i punti critici di questa strategia per il recupero dei crediti deteriorati, analizzando l’operato dei fondi fino a questo momento.
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9

Salvadori, Benedetta <1992&gt. "Evidenze empiriche dell'underperformance dei Fondi Comuni di Investimento rispetto agli Exchange Traded Funds". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8229.

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Resumen
La tesi verte sulla dimostrazione dell'underperformance dei fondi comuni di investimento, rispetto agli ETF. Verrà eseguito un raffronto sulle performance, sui costi, sulla tassazione, per entrambi i tipi di investimento, dimostrando la scarsa efficienza, prevalentemente dal punto di vista performance-costi, dei Fondi di investimento rispetto ai benchmark; verrà, inoltre, analizzato il comportamento dei risparmiatori di fronte a queste evidenze empiriche.
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10

Papa, Agostino. "Project financing e Fondi Infrastrutturali: governance e struttura degli sponsors complessi". Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2010. http://hdl.handle.net/11385/200735.

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Libros sobre el tema "Fondi comuni"

1

Marchi, Gianluigi De. I fondi comuni di investimento. Milano: Sole 24 ore libri, 1993.

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2

La rivoluzione dei fondi comuni. Milano: Sperling & Kupfer, 1986.

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3

Convegno "I fondi comuni di investimento nella Legge n. 77 del 23 marzo 1983" (1983 Florence, Italy). I fondi comuni di investimento nella L. 77/1983. Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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4

Leo, Schuster, Velo Dario y Fruscio Dario, eds. I Fondi comuni immobiliari: Esperienze europee e prospettive italiane. Milano: Giuffrè, 1989.

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5

Fossati, Giorgio. I fondi comuni di investimento: Con nozioni di borsa. 3a ed. Milano: Giuffrè, 1985.

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6

Gentile, Giulio. Il contratto di investimento in fondi comuni e la tutela del partecipante. Padova: CEDAM, 1991.

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7

Biagio, Grasso, ed. I Fondi comuni di investimento: Atti del convegno di Amalfi, 3-4 giugno, 1983. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1985.

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8

Sergio, De Angeli, Benanni V, Unione fiduciaria y Associazione Necchi, eds. I Fondi comuni di investimento mobiliare di diritto italiano: Aspetti giuridici, tributari, tecnici e finanziari. Milano, Italy: F. Angeli, 1985.

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9

Grévin, Benoît. Al di là delle fonti ‘classiche’. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-448-6.

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Resumen
Lo studio stilistico delle Lettere di Dante è fino ad ora stato condotto in un’ottica che mirava soprattutto a individuare le specificità del suo latino. Tale prospettiva ha forse contribuito a occultare un’altra possibilità: quella d’iscrivere la retorica dantesca nella cultura del tempo attraverso una messa a fuoco più sistematica dei tratti comuni con la prassi epistolare di un lungo Duecento. Effettuato a partire da una base di oltre duemila testi, questo saggio riporta alla luce diversi tratti ‘semi-formularistici’, spesso legati al cursus, comuni a Dante e alla prassi dell’ars dictaminis siciliana, papale, comunale che lo ispirò.
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10

Iommi, Silvano. Fonti, fontane, lavatoi, fontanili: Le acque nel Comune di Macerata. Macerata: Edizioni Simple, 2018.

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Capítulos de libros sobre el tema "Fondi comuni"

1

Cristante, Lucio. "Sulle fonti comuni delle Artes grammaticae di Marziano Capella e di Prisciano". En Priscien, 221–37. Turnhout: Brepols Publishers, 2009. http://dx.doi.org/10.1484/m.sa-eb.3.1214.

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2

Petracca, Luciana. "L’Archivio del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo". En La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 2 Archivi e poteri feudali nel Mezzogiorno (secoli XIV-XVI), 381–420. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-301-7.09.

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Resumen
In recent years, historiographical reflection has devoted more and more attention to the rela- tionship between the exercise of power and the processes of production/management of doc- uments, understood as real instruments of government, capable of guaranteeing the correct functioning of the administrative apparatus of kingdoms, principalities, republics and lord- ships, more or less extensive. The essay investigates one of the most important noble archives of the fifteenth-century Southern Italy, the archive of the Prince of Taranto, Giovanni Antonio Orsini del Balzo, which over time has been invested by a vast process of dispersion. The fundamental objective is to take stock of the most consistent core of documents, coming from the principality of Taranto, and merged into the fond of the Regia Camera della Sommaria of the Archivio di Stato of Naples.
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3

Pizzo, Marco. "Web et humanités numériques". En Patrimoine et Humanités numériques, 127–38. Editions des archives contemporaines, 2020. http://dx.doi.org/10.17184/eac.3597.

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Resumen
Le « Fondo Guerra », conservé au Museo Centrale del Risorgimento, a fait l’objet d’un projet ciblé d’informatisation et de numérisation qui a abouti à la constitution du portail www.14-18.it. La numérisation a permis de réunir les documents présents, identifiés et décrits dans les différentes sections. Ce fonds est arrivé au Musée avec pour objectif précis de documenter la Première Guerre mondiale, qui est considérée comme la quatrième Guerre d’Indépendance italienne. L’ensemble des documents recueillis au Musée a été divisé en deux sections: l’« Archivio della guerra » et la « Biblioteca della guerra », qui contient également des notices nécrologiques. Ces deux sections furent divisées en 1935 entre trois institutions différentes : la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, le Museo Centrale del Risorgimento et la Biblioteca Universitaria Alessandrina. Aujourd’hui, grâce à ce projet commun de numérisation et d’informatisation, le fonds a été virtuellement réunifié et est accessible en ligne.
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4

James, Henry. "XXII". En The American. Oxford University Press, 2009. http://dx.doi.org/10.1093/owc/9780199555208.003.0024.

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Resumen
‘I’M very much obliged to you for coming,’ he began with observing. ‘I hope it won’t get you into trouble.’ ‘I don’t think I shall be missed. My lady, in these days, is not fond of having me about her.’ This was said with a...
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5

"A las llamas". En Music for Unknown Journeys by Cristian Aliaga, editado por Benjamin Bollig, 84–85. Liverpool University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.3828/liverpool/9781800348097.003.0035.

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Resumen
Algo proviene de ese fondo oscuro de convicción y sangre, corazón y miembros rotos, órganos estallados. Alguna cosa íntima que no puede reducirse a lonjas de lugar común. ‘Fanáticos’, ‘los asesinos’, ‘los desviados’. Manchan como hojarasca las palabras, dichas con soberbia moral, la miseria del léxico. Algo surge de un fondo, lo increado, tiempos de fango, sumisión y piedra arrastrada cien veces hasta el agotamiento de la humillación. Necesidad de expiación, nada religioso, un Alarico que se consume en su propio fuego. No se pide perdón o misericordia, por dignidad. Cada uno se entrega a las llamas con la santidad oscura de quien traga su propia historia....
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6

Frozel Barros, Natália. "Les fonds marins internationaux sous le Patrimoine Commun de l’Humanité : quand le bien commun devient un outil d’appropriation". En L’accaparement des biens communs, 161–80. Presses universitaires de Paris Nanterre, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.pupo.19495.

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7

Cananea, Giacinto della. "UNA RICERCA SUL “FONDO COMUNE” DEI DIRITTI AMMINISTRATIVI IN EUROPA: IL PROCEDIMENTO". En Sfide e innovazioni nel diritto pubblico | Herausforderungen und Innovationen im Öffentlichen Recht, 101–28. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2019. http://dx.doi.org/10.5771/9783748906650-101.

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8

Blonski, Michel. "Conclusion : y a-t-il un « fond commun » de saleté ?" En Se Nettoyer à Rome (IIe siècle av. J.-C.- IIe siècle ap. J.-C.), 91–95. Les Belles Lettres, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.lesbelleslettres.2504.

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9

Heulot, Françoise, Aline Robert, Sophie Rousse, Estelle Vancauwenberghe, Éric Roditi y J. F. Chesné. "Chapitre 4. Un point de vue didactique sur les questions d’évaluation en éducation. Les compétences et le socle commun". En Une caméra au fond de la classe de mathématiques, 279–319. Presses universitaires de Franche-Comté, 2012. http://dx.doi.org/10.4000/books.pufc.10123.

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10

Khôi, Lê Thanh. "Y a-t-il un fond commun aux langues littéraires de l’Asie orientale ?" En Les tiges de mil et les pattes du héron, 133–40. CNRS Éditions, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.editionscnrs.23183.

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Actas de conferencias sobre el tema "Fondi comuni"

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Gallastegui Gonzalez, Samuel. "Aplicación de ideas del utopismo clásico a la creación de una matriz política global que permita el desacuerdo, la pluralidad y la diversidad organizativa." En IV Congreso Internacional Estética y Política: Poéticas del desacuerdo para una democracia plural. València: Editorial Universitat Politècnica de València, 2019. http://dx.doi.org/10.4995/cep4.2019.10335.

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Resumen
Esta propuesta de investigación parte del problema que genera la hegemonía del mecanismo capitalista sobre las diversidad de matrices políticas, constriñendo su poder y efectividad ante los problemas sociales y ecológicos globales. La pregunta que nos hacemos es ¿Cómo podrían los poderes políticos dar una respuesta eficaz a dichos problemas?Planteamos como hipótesis que es posible invertir la figura y dar forma a una matriz política con unos principios éticos políticos y comunes, pero que permita diferentes modelos y mecanismos de organización social y económica. Y que, para ello, podemos aplicar algunas de las ideas del utopismo clásico. La siguiente metodología empleada consiste en analizar los textos y analizar las ideas políticas que permitirían la creación de una matriz política y las que no. Como resultado nos hemos encontrado con la dificultad inicial de que que los modelos clásicos aparecen como perfectos y homogéneos, lo cual está en contra de la propia diversidad humana y del objetivo que se pretende conseguir. Sin embargo, hemos descubierto en dichos modelos utópicos ideas constructivas que admiten la diversidad, la pluralidad y el desacuerdo. Entre otros se estudian los siguientes conceptos: prevalencia de la racionalidad, esencialidad jurídica, organización modular, origen común de la propiedad y trascendencia abierta. Posteriormente se desarrollan dichos conceptos dentro del contexto político actual. Bibliografía fundamentalLaclau, E. &amp; Mouffe, C. (2001). Hegemony and socialist strategy. New York, NY: Verso.Moro, T., Campanella, T., Bacon, F. (2012). Utopías del Renacimiento. Madrid: Fondo de Cultura Económica
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2

AL SID CHIKH, Safa y Rabah BELKESSA. "Etude de protection contre l’érosion de la plage de Palm Beach-Azur, commune de Zéralda, Alger. Recours aux modèles réduits physiques à fonds fixe et mobile". En Conférence Méditerranéenne Côtière et Maritime - Coastal and Maritime Mediterranean Conference. Editions Paralia, 2011. http://dx.doi.org/10.5150/cmcm.2011.001.

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3

Pérez Cano, María Teresa, Vidal Gómez Martínez y Blanca Del Espino Hidalgo. "Más allá de la casa sin nombre. Nuevos estudios: Arahal". En I Simposio anual de Patrimonio Natural y Cultural ICOMOS España. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/icomos2019.2020.11726.

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Resumen
Frente a los estudios generalizados de la arquitectura singular, de autor o con un amplio reconocimiento social, investigaciones sobre temas como la casa tradicional han sido más minoritarias. Trabajos realizados por los autores en los últimos años han permitido identificar y caracterizar una tipología de casa popular que se encontraba hasta entonces englobada en tipologías genéricas con las que comparte ciertos elementos pero en la que tienen cabida casas de diversa índole. Se trata de una casa asociada a los crecimientos y densificaciones de los tejidos urbanos medievales durante la época moderna en la provincia de Sevilla y territorios limítrofes, llegando en plenitud de uso hasta la primera mitad del siglo XX cuando cae en desuso por los cambios tecnológicos en el ámbito agropecuario. Esta casa ocupa parcelas de poco frente y mucho fondo, conformándose mediante cuerpos - normalmente de doble crujía - paralelos a fachada que se alternan con espacios libres interiores, mediante la secuencia tipológica constituida por un cuerpo de fachada, un patio, un cuerpo intermedio y un corral de fondo. Todo el conjunto se registra mediante un sistema de pasos independientes - zaguán y paso intermedio - que salvan las estancias de servidumbres de paso para permitir el acceso de animales y aperos de forma limpia hasta el corral.Tras el trabajo inicial titulado “La casa sin nombre. Una casa popular tradicional en la provincia de Sevilla” se han continuado los trabajos de investigación ampliando el ámbito de estudio y actualizando fuentes y referencias a partir del mismo procedimiento metodológico basado en el reconocimiento de esta arquitectura a través de publicaciones especializadas y sobre todo en el análisis de los contenidos de los Planes Especiales de Protección de los Conjuntos Históricos mediante un proceso de parametrización común de la información de los diferente planes.Concretamente, este trabajo se centra en el análisis del Plan Especial de Protección del Conjunto Histórico de Arahal, municipio de la provincia de Sevilla con un amplísimo caserío caracterizado por la conservación de su arquitectura popular doméstica donde se localiza claramente esta casa popular de zaguán, patio y corral.
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4

Hafez, Stéphane Ahmad. "Comment optimiser les formations ouvertes et à distance ? Le cas de PRO FLE à l’Université Libanaise. « L’eau, goutte à goutte creuse le roc ! »". En XXV Coloquio AFUE. Palabras e imaginarios del agua. Valencia: Universitat Politècnica València, 2016. http://dx.doi.org/10.4995/xxvcoloquioafue.2016.2568.

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Resumen
Dans le cadre d’un projet (un Fonds de Solidarité prioritaire - FSP) mené par l’Ambassade de France, un dispositif de formation ouverte à distance (FOAD) PRO FLE- Professionnalisation en FLE a vu le jour en 2009 au sein de l’Université Libanaise (UL). En si peu de temps, cette formation a remporté un grand succès en milieu universitaire. Ainsi, pour la sixième année consécutive, à peine l’appel d’offres était-il lancé qu’un grand nombre d’enseignants de français s'y sont déjà inscrits. Nombreux sont les facteurs qui expliquent l'engouement des enseignants de français pour ce dispositif. Parmi lesquels, nous citons le concept même de cette formation interactive. PRO FLE offre une flexibilité de temps et de lieu de travail pour des enseignants souhaitant développer leurs compétences professionnelles en didactique du FLE. Il vise à les doter d’outils et d’un cadre de réflexion permettant de choisir des démarches pédagogiques efficaces susceptibles de motiver les apprenants. En outre, il tend à développer l'autonomie d'apprentissage et à faciliter la mise en application des principes pédagogiques décrits dans le Cadre européen commun de référence pour les langues (CECRL). Pourtant, à l'issue d'une formation de quatre mois, les résultats ne sont pas toujours au rendez-vous. Certains stagiaires rendent un dossier pédagogique incomplet et appliquent avec légèreté l'approche PRO FLE d'où la question de savoir si une formation à distance atteint toujours ses objectifs. Pour répondre à cette question problématique, notre communication suit la démarche suivante : - après un rappel des grandes lignes de PRO FLE, nous présenterons les résultats d’une enquête menée auprès d’une centaine de stagiaires et de tuteurs. L’objectif de ce sondage d’opinion est de se pencher sur l’expérience du public libanais dans une formation à distance. - Dans un deuxième temps, nous mettrons l’accent sur le dossier final du module 1 que les stagiaires devaient réaliser pour valider la formation. L’analyse pédagogique d’une trentaine de dossiers permettra de vérifier le degré d’appropriation de PRO FLE dans l’élaboration de fiches didactiques. - Enfin, nous nous intéresserons aux pratiques de classe de trente tutorés. De telles observations de terrain nous éclaireront sur l’application de l’approche PRO FLE ainsi que son impact sur l’enseignement du français au sein de l’UL.DOI: http://dx.doi.org/10.4995/XXVColloqueAFUE.2016.2568
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Catros, S. "A quoi servent les Bio-Imprimantes 3D ?" En 66ème Congrès de la SFCO. Les Ulis, France: EDP Sciences, 2020. http://dx.doi.org/10.1051/sfco/20206601012.

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Les imprimantes 3D existent depuis plusieurs décennies et le principe général de la fabrication additive est de déposer des couches successives de matériau afin dobtenir un volume, à partir d’un modèle défini à l’avance grâce à une interface informatique. Depuis quelques années, ces imprimantes sont utilisées dans le domaine médical : ainsi, les chirurgiens peuvent obtenir une réplique en résine d’une situation clinique afin de planifier leur geste chirurgical pour réaliser des interventions moins invasives. Par ailleurs, on peut aujourdhui imprimer certains biomatériaux synthétiques sur mesure afin dobtenir des greffons personnalisés basés sur limagerie tridimensionnelle d’un patient. Ces applications utilisent sur des imprimantes fonctionnant principalement sur le principe de la stéréolithographie (photopolymérisation sélective de résines photosensibles) ou bien du dépôt à chaud de fil fondu : ces technologies ne permettent pas dutiliser des composés biologiques tels que des cellules ou des biomolécules. Plus récemment, des imprimantes 3D dédiées à l’impression déléments biologiques (Bio-Impression) ont été développées. On distingue la Bioimpression assistée par laser, la bioimpression par jet dencre et lextrusion dhydrogels. Ces trois méthodes présentent des points communs (utilisation d’une encre biologique, modélisation du motif à imprimer et pilotage de limprimante par une interface informatique, impression couche par couche). Cependant, en fonction de la technologie utilisée, la résolution et le volume des motifs imprimés peuvent varier de façon importante. Les machines permettant d’imprimer à haute résolution ne sont habituellement pas adaptées lorsquon cherche à obtenir des volumes importants ; de la même façon, lorsqu’une technologie permet d’imprimer des volumes importants, il est souvent difficile dobtenir de hautes résolutions dimpressions. De ce fait, on doit parfois combiner plusieurs technologies pour produire certains assemblages complexes. Ainsi, il est primordial de définir finement ses objectifs avant de choisir une technologie de bioimpression. Les applications des imprimantes 3D de tissus biologiques (Bio-imprimantes) sont toutes dans le champ de lingénierie tissulaire et aujourdhui presque exclusivement dans le domaine de la recherche. Les méthodes permettant d’imprimer à haute résolution trouvent des applications principalement en biologie cellulaire lorsquon cherche par exemple àé valuer les capacités de communication de plusieurs types cellulaires : en effet, il est possible de créer des motifs réguliers en imprimant des gouttes de bioencre contenant chacune quelques cellules avec la technologie laser. Par ailleurs, d’autres technologies basées sur lextrusion permettent de manipuler des amas cellulaires (sphéroïdes) et de les organiser entre eux, ce qui peut trouver des applications dans le domaine de la cancérologie. En combinant les technologies, on peut aujourdhui mettre en place des modèles d’étude pharmacologiques qui pourraient à terme se substituer à certaines expérimentations animales et ouvrir la voie à certaines thérapies ciblées. Enfin, la fabrication dorganes par bioimpression (« Organ Printing ») reste aujourdhui du domaine de la science fiction, même si quelques équipes travaillent sur cet aspect. Les imprimantes 3D biologiques apportent donc de nouveaux outils pour le chercheur dans de nombreuses applications en biologie et en médecine régénératrice. Le choix de la méthode la plus adaptée à L’objectif de L’étude est primordial afin dutiliser au mieux ces technologies.
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Informes sobre el tema "Fondi comuni"

1

Catherine, Hugo. Étude comparative des services nationaux de données de recherche Facteurs de réussite. Ministère de l'enseignement supérieur et de la recherche, enero de 2021. http://dx.doi.org/10.52949/6.

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Ce travail a pour objectif de nourrir la réflexion en présentant un état des lieux de différents services nationaux de données. Il porte sur sept infrastructures de services qui se sont développées dans des contextes différents mais qui partagent un grand nombre de points communs, à commencer par offrir un accès à un service de données à l’ensemble des chercheurs, à l’échelle nationale. Que ce soit pour faciliter l’accès et le partage de l’information scientifique ou répondre aux exigences des bailleurs de fonds, les services nationaux de données qui font l’objet de cette étude se sont développés autour d’un noyau de fonctionnalités communes : - un service de dépôt, - un service d’archivage pérenne, - un service d’assistance et d’accompagnement à la gestion des données. La plupart d’entre eux ont aussi choisi de proposer un service de signalement et d’accès qui s’appuie soit sur un outil de découverte interne, soit sur un moteur de recherche fédérant l’accès à des données provenant de services externes à celles déposées dans leurs entrepôts. Fruit de projets au long cours, les services nationaux de données restent des initiatives plutôt récentes, l’une d’entre elles doit ouvrir ses services au début de l’année 2021. Compte tenu du contexte très dynamique qui voient se multiplier les projets d’entrepôts institutionnels, le “temps long” qui caractérise la mise en place de services nationaux incite les opérateurs à opter pour des solutions techniques et organisationnelles flexibles, de manière à pouvoir s’adapter à l’évolution des usages et des attentes des utilisateurs. Dès le stade du projet, la consultation des acteurs clés et représentatifs de la diversité des écosystèmes scientifiques s’avère incontournable pour construire l’offre de services au plus près des attentes des publics visés. Une fois le service mis en place, ce principe de co-construction prévaut tout autant : rôle déterminant des institutions partenaires au sein des comités consultatifs, appels à projets de service, implication des chercheurs pour développer de nouveaux outils (ex. retours exprimés par les utilisateurs, recueil des besoins, tests). De la même manière, les services de données inscrivent leur activité au sein de réseaux nationaux et internationaux, ce qui participe à définir et renforcer leur rôle. La majeure partie de ces infrastructures nationales s’appuie sur le financement structurel assuré par le ministère de la recherche ou un bailleur de fonds public. En s’appuyant sur la collaboration ou la fédération, l’objectif de ces initiatives nationales est aussi de réduire les coûts pour l’ensemble des partenaires. Ces économies d’échelle, l’évaluation continue des services, l'interopérabilité des outils avec les écosystèmes existants et la fiabilité des solutions techniques représentent des points d’attention déterminants pour l’ensemble de ces dispositifs car ils conditionnent leur pérennité.
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