Literatura académica sobre el tema "Filosofia della logica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Filosofia della logica"

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Morra, Lucia. "Traduzione e filosofia analitica: prima di Quine". PARADIGMI, n.º 2 (julio de 2009): 17–31. http://dx.doi.org/10.3280/para2009-002003.

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Resumen
- This paper is a survey of the analytical theories of translation prior to Quine's writings on this subject, which must be read in the light of previous discussion and the observations of authors such as Frege, Russell, Wittgenstein, Schlick and Carnap. Translation became an issue of major importance in analytical philosophy in the second half of the last century. Born as a query concerning a very specific task (translating mathematics into logic), the problem of translation became increasingly more general: in the Thirties, the point was to find a general method for translating all sorts of formal languages; only in the Fifties and later on, it focused on the general conditions of translating.Keywords: Logical translation, Reversible translation, Translation scalarity, Intensional isomorphism, Carnap, Wittgenstein. Alberto Voltolini, L'irrimediabile dilemma del traduttoreParole chiave: Traduzione logica, Traduzione reversibile, Scalaritŕ della traduzione, Isomorfismo intensionale, Carnap, Wittgenstein.
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Cagnolati, Antonella. "ROMPENDO IL SOFFITTO DI CRISTALLO: AMPARO GÓMEZ RODRÍGUEZ (1954-2018)". RAUDEM. Revista de Estudios de las Mujeres 10 (20 de diciembre de 2022): 86–103. http://dx.doi.org/10.25115/raudem.v10i1.8341.

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Resumen
Come è noto, la costruzione dell’identità femminile fin dall’epoca classica ha posto l’accento sull’alterità della donna come categoria fondante dell’inferiorità ontologica. A partire dal biologismo aristotelico, la natura femminile è stata assunta come un paradigma deviante, pericoloso, oscuro. Di qui l’esclusione da ogni forma di elaborazione culturale, sia in campo letterario ed ancor più scientifico. Tale marginalità si è progressivamente rafforzata con l’intervento dei Padri della Chiesa, della misoginia medievale fino a raggiungere le degradanti ipotesi – del tutto prive di alcun fondamento scientifico – elaborate dal Positivismo. Pertanto, ci appare straordinario il caso di quelle donne che si avventurano in campi tradizionalmente pensati al maschile come la logica, la filosofia della scienza, le scienze dure, e che raggiungono posizioni accademiche di assoluto prestigio coniugate ad un sincero e pragmatico femminismo. Pare quindi doveroso illuminare la figura di una pioniera come Amparo Gómez Rodríguez (1954-2018) che nella sua prestigiosa carriera ha unito mirabilmente raffinati studi di logica e filosofia della scienza con l’appassionata devozione alla causa femminista, sia dal punto di vista teorico che in senso sociale e concreto.
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Graziani, Lorenzo. "Passare il limite: funzioni espressive e implicazioni filosofiche della metalessi". ENTHYMEMA, n.º 31 (1 de febrero de 2023): 302–18. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/18434.

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Resumen
Dal punto di vista narratologico, la metalessi si definisce come una trasgressione della gerarchia narrativa in cui un elemento appartenente a un livello superiore si trova ad agire a uno inferiore e viceversa. Il presente saggio offre un’analisi delle funzioni espressive e delle implicazioni filosofiche della metalessi. Viene principalmente sottolineata la sua capacità di illustrare – attraverso i mezzi propri della letteratura – problematiche del pensiero di interesse capitale. Il paradossale attraversamento di livelli che la caratterizza compare infatti in attività intellettuali situate in territori abbastanza distanti da quello della creazione artistico-letteraria – come logica, metafisica, filosofia del linguaggio e psicoanalisi. Nostro obiettivo è dimostrare che le potenzialità espressive della metalessi vanno ben oltre la rappresentazione del problematico rapporto tra fatto e finzione in quanto la struttura metalettica riproduce narrativamente una serie di operazioni mentali compiute dal pensiero umano ogni volta che va alla ricerca dei propri limiti.
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Dugo, Sandra. "Leopardi il filosofo poetante". Revista Italiano UERJ 11, n.º 2 (28 de febrero de 2021): 29. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2020.58073.

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Resumen
Proponiamo uno studio interpretativo del pensiero poetante di Giacomo Leopardi, approfondendo l’analisi filologica di alcuni versi poetici e di alcune riflessioni estratte da Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, conosciuti come Zibaldone. Il nostro Recanatese ha creato un’originale teoria di filosofia sull’esistenza umana, sulla vita, e sul metodo più adatto per intraprendere la ricerca della felicità, desiderio inarrestabile dell’uomo di ogni epoca. Non c’è alcun dubbio nel definire Leopardi filosofo esistenzialista. Anticipatore del nichilismo di Friedrich Nietzsche, riesce a proporre una filosofia i cui concetti principali sono: il nulla nichilistico, la ragione umana, la verità, la teoria della felicità, accogliendo l’interpretazione del filosofo italiano Emanuele Severino, del critico letterario Antonio Prete. L’obiettivo di questo studio non è esaustivo in questa sede, ma vuole dimostrare che l’interpretazione tradizionale del pessimismo individuale e cosmico del poeta è assolutamente riduttiva e insufficiente per comprendere la base teorica delle riflessioni di tutte le opere leopardiane. Lo Zibaldone non va letto come un insieme di pensieri confusi, privi di una connessione logica, perché sono in realtà un sistema di riflessioni basate su dimostrazioni certe, alla cui base vive uno scetticismo ragionato e dimostrato con una grande forza psichica in ogni sua pagina.
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CAROTI, STEFANO. "HENRY CHADWICK, Boezio. La consolazione della musica, della logica, della teologia, della filosofia, Bologna, Società editrice il Mulino 1986 (« Collana di testi e studi. Filosofia »), 358 pp., bibliografia." Nuncius 1, n.º 2 (1986): 189. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00854.

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Conte, Paolo. "Michele De Tommaso: tra Costituzione montagnarda e sistema napoleonico (1792-1804)". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (junio de 2016): 21–54. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001002.

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Resumen
Per i patrioti italiani che avevano sostenuto la causa della Rivoluzione francese, il passaggio all'"ordine napoleonico" seguito alla vittoria repubblicana di Marengo non comporto la fine della loro attivita politica. Ne e un esempio il percorso biografico di Michele De Tommaso, prete napoletano attivo nell'organizzazione dei club patriottici partenopei ancor prima del 1796 e poi distintosi fra il Ponente ligure e Napoli nell'intensa fase del Triennio giacobino. Dopo il crollo delle Repubbliche sorelle, terminato un breve periodo di esilio in Francia, fece ritorno a Porto Maurizio, dove durante la "seconda" Repubblica ligure si distinse sia per la sua attivita intellettuale e pedagogica, sia per il suo attivismo filofrancese. Da un lato fondo e diresse una scuola pubblica di filosofia e scrisse opere di logica e metafisica, dall'altro svolse il ruolo di cancelliere del Viceconsolato transalpino e fu arrestato due volte per la partecipazione a rivolte cittadine: modalita diverse, ma complementari, per portar avanti la battaglia politica per la democrazia in Italia.
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Maddalena, Giovanni. "La via pragmatista al senso comune". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2010): 57–71. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003005.

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Resumen
Nel pragmatismo classico, negli Stati Uniti come in Europa, si trova un'alternativa radicale all'epistemologia kantiana, alternativa che non č stata capita né dalla filosofia analitica né dall'ermeneutica. Tutti i pragmatisti incentrano la propria critica sulla separazione tra cosa in sé e conoscenza e le oppongono una continuitŕ tra realtŕ e conoscenza. Peirce e James cercarono di specificare questa risposta cercando di argomentare diversi percorsi gnoseologici basati su una nozione evolutiva del senso comune e sulla logica della vaghezza.
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Foley, Amy A. y David M. Kleinberg-Levin. "The Philosopher’s Truth in Fiction". Chiasmi International 21 (2019): 75–101. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192113.

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Resumen
This interview with David Kleinberg-Levin, Professor Emeritus in the Department of Philosophy at Northwestern University, concerns his recent trilogy on the promise of happiness in literary language. Kleinberg-Levin discusses the relationship between and among philosophy, phenomenology, and literature. Among others, he addresses questions regarding literature’s ability to offer redemption, its response to suffering and justice, literary gesture, the ethics of narrative logic, and the surface of the text.Cet entretien avec David Kleinberg-Levin, Professeur émérite au département de philosophie de la Northwestern University, est consacrée à sa récente trilogie sur la promesse du bonheur dans le langage littéraire. Kleinberg-Levin examine les relations réciproques et internes de la philosophie, de la phénoménologie et de la littérature. Entre autres, il pose des questions sur la capacité de la littérature à offrir une rédemption, sur sa réponse à la souffrance et à la justice, sur le geste littéraire, sur l’éthique de la logique narrative et sur la surface du texte.L’intervista a David Kleinberg-Levin, Professore Emerito presso il Dipartimento di Filosofia della Northwestern University, è dedicata alla sua recente trilogia sulla promessa di felicità nel linguaggio letterario. Kleinberg-Levin esplora il rapporto tra filosofia, fenomenologia e letteratura. In particolare egli affronta le questioni che riguardano la capacità della letteratura di offrire redenzione, la sua risposta alla sofferenza e alla giustizia, il gesto letterario, l’etica della logica narrativa, e la superficie del testo.
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Longo, Giuseppe. "Solomon Feferman. Weyl vindicated: “Das Kontinuum” 70 years later. Atti del congresso, Temi e prospettive della logica e della filosofia della scienza contemporanee, Organizzato dalla Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze (SILFS), Cesena, 7–10 gennaio 1987, Volume I, Logica, edited by Carlo Cellucci and Giovanni Sambin, CLUEB, Bologna1988, pp. 59–93." Journal of Symbolic Logic 58, n.º 3 (septiembre de 1993): 1085–86. http://dx.doi.org/10.2307/2275121.

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CAROTI, STEFANO. "HENRY CHADWICK, Boezio. La consolazione della musica, della logica, della teologia, della filosofia, Bologna, Società editrice il Mulino 1986 (« Collana di testi e studi. Filosofia »), 358 pp., bibliografia." Nuncius 1, n.º 2 (1 de enero de 1986): 189. http://dx.doi.org/10.1163/221058786x00858.

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Tesis sobre el tema "Filosofia della logica"

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Bianchetti, M. "LE MOLTE VERSIONI DELLA CONSEGUENZA LOGICA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/157119.

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Resumen
This thesis is on the concept of logical consequence (LC) and it is divided into two parts. In the first one, I show that LC: (1) was not important in eminent logicians (like Aristotle) (2) has been described in several different ways (preservation of truth from premises to conclusion, formality, necessity of thought, following a rule, to transform what is a ground for the premises into a ground for the conclusion, …) and by different methods (predication, natural language, formal language, per se entities, Theory of Types, Set-theory, derivation in a formal calculus, variation of the non-logical parts of the sentences, …). I explain how LC became one of the central notions of contemporary logic, why it was not important in many authors (in certain cases, until very recent years), which forms had the logics in which LC was not important, the many and important relations among LC and extra-logical (metaphysical, epistemological, pragmatic, …) notions. It shows that we cannot simply take for granted that there is an intuitive concept of LC or even a natural concept of LC, since it has always been formulated and become understandable and important only in connection with non-logical notions and different scientific aims. The authors or the schools studied in this first section are: Aristotle, Descartes, Kant, Bolzano, Frege, the algebra of logic, the axiomatic study of mathematical theories, Brouwer, Gentzen, Tarski, Etchemendy and Prawitz. In the second part of my thesis, I explore the seminal Tarski’s idea to consider LC as a closure operator and further developed by Łos, Suszko, Wójcicki, Czelakowski and the Barcelona Group. I define LC as a structural closure relation on the algebra of formulas, without taking into account its syntactical or semantic definition. I examine the philosophical ideas lying behind this conception and I explore different definitions (e.g., non-monotone consequence). Then I explore how we can define LC by a calculus (Hilbert-calculus and Natural Deduction Calculus) or by a semantic system (I consider predicative language too) and I explain the philosophical implications of these different points of view. In the last chapter I explore how we can define LC by matrices and the philosophical implication of this method. I study Lindenbaum matrices, Lindenbaum bundles, Lindenbaum-Tarski algebras and I investigate the relation among some properties of logical systems and Lindenbaum matrices.
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Bettineschi, Paolo Guido <1980&gt. "Preliminari alla logica della presenza : contributo alla critica dell'attualismo gentiliano come teoria della prassi assoluta". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1109.

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Resumen
L'analisi mostra come la logica della presenza si ponga al termine delle contraddizioni che ancora percorrono l'attualismo gentiliano. Questo, proseguendo l'idealismo hegeliano, si muove a dimostrare l'ampiezza trascendentale del pensiero e, poi, l'illimitata assolutezza del divenire. Ma esso ritiene pure di portare davvero a compimento l'hegelismo soltanto fondando pienamente l'identità di pensiero e divenire - non lasciando, così, pensiero e divenire come due concetti astratti tra di loro e, perciò, come due assoluti solamente figurati. La fondazione di tale assoluta identità finice però per negare proprio la trascendentalità del pensiero che fungeva come prima premessa della riforma. La critica intende far vedere come gnoseologismo e dialettismo debbano essere necessariamente negati insieme affinché la realtà evidente del pensiero sia descritta senza contraddizioni. Con tale negazione la logica della presenza è già effettivamente aperta.
The following work shows how the logic of the presence stands at the end of Giovanni Gentile Actualism's contradictions. This Idealism, as the Hegelian one, works to demonstrate that Thought has a tanscendental extension and that Becoming is absolutely unlimited. Indeed, Actualism aims to complete the Hegelian idealism only demonstrating that Thought and Becoming are exactly the same reality. Thus, Becoming and Thought are not abstract and independent concepts, therefore they are not just imaginary absolutes. However, the demonstration of this absolute identity involves the denial of the Thought's tanscedental extension, that the Actualism places in first position concerning its speech. My critic here, then, establishes that both, gnoseologism and dialectic must be necessarily refused and denied, in order to be able to describe the Thought's clarity without any contradictions. The logic of the presence really begins with this negation.
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ZAPPOLI, STEFANO (ORCID:0000-0001-8285-8702). "Materiali per lo studio della teoria della scienza nella logica di Benedetto Croce". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/921.

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Castelli, Andrea <1979&gt. "Sostanzialismo e relazionalismo dello spaziotempo alla luce della relatività generale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2095/1/castelli_andrea_tesi.pdf.

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Resumen
Until recently the debate on the ontology of spacetime had only a philosophical significance, since, from a physical point of view, General Relativity has been made "immune" to the consequences of the "Hole Argument" simply by reducing the subject to the assertion that solutions of Einstein equations which are mathematically different and related by an active diffeomorfism are physically equivalent. From a technical point of view, the natural reading of the consequences of the "Hole Argument” has always been to go further and say that the mathematical representation of spacetime in General Relativity inevitably contains a “superfluous structure” brought to light by the gauge freedom of the theory. This position of apparent split between the philosophical outcome and the physical one has been corrected thanks to a meticulous and complicated formal analysis of the theory in a fundamental and recent (2006) work by Luca Lusanna and Massimo Pauri entitled “Explaining Leibniz equivalence as difference of non-inertial appearances: dis-solution of the Hole Argument and physical individuation of point-events”. The main result of this article is that of having shown how, from a physical point of view, point-events of Einstein empty spacetime, in a particular class of models considered by them, are literally identifiable with the autonomous degrees of freedom of the gravitational field (the Dirac observables, DO). In the light of philosophical considerations based on realism assumptions of the theories and entities, the two authors then conclude by saying that spacetime point-events have a degree of "weak objectivity", since they, depending on a NIF (non-inertial frame), unlike the points of the homogeneous newtonian space, are plunged in a rich and complex non-local holistic structure provided by the “ontic part” of the metric field. Therefore according to the complex structure of spacetime that General Relativity highlights and within the declared limits of a methodology based on a Galilean scientific representation, we can certainly assert that spacetime has got "elements of reality", but the inevitably relational elements that are in the physical detection of point-events in the vacuum of matter (highlighted by the “ontic part” of the metric field, the DO) are closely dependent on the choice of the global spatiotemporal laboratory where the dynamics is expressed (NIF). According to the two authors, a peculiar kind of structuralism takes shape: the point structuralism, with common features both of the absolutist and substantival tradition and of the relationalist one. The intention of this thesis is that of proposing a method of approaching the problem that is, at least at the beginning, independent from the previous ones, that is to propose an approach based on the possibility of describing the gravitational field at three distinct levels. In other words, keeping the results achieved by the work of Lusanna and Pauri in mind and following their underlying philosophical assumptions, we intend to partially converge to their structuralist approach, but starting from what we believe is the "foundational peculiarity" of General Relativity, which is that characteristic inherent in the elements that constitute its formal structure: its essentially geometric nature as a theory considered regardless of the empirical necessity of the measure theory. Observing the theory of General Relativity from this perspective, we can find a "triple modality" for describing the gravitational field that is essentially based on a geometric interpretation of the spacetime structure. The gravitational field is now "visible" no longer in terms of its autonomous degrees of freedom (the DO), which, in fact, do not have a tensorial and, therefore, nor geometric nature, but it is analyzable through three levels: a first one, called the potential level (which the theory identifies with the components of the metric tensor), a second one, known as the connections level (which in the theory determine the forces acting on the mass and, as such, offer a level of description related to the one that the newtonian gravitation provides in terms of components of the gravitational field) and, finally, a third level, that of the Riemann tensor, which is peculiar to General Relativity only. Focusing from the beginning on what is called the "third level" seems to present immediately a first advantage: to lead directly to a description of spacetime properties in terms of gauge-invariant quantites, which allows to "short circuit" the long path that, in the treatises analyzed, leads to identify the "ontic part” of the metric field. It is then shown how to this last level it is possible to establish a “primitive level of objectivity” of spacetime in terms of the effects that matter exercises in extended domains of spacetime geometrical structure; these effects are described by invariants of the Riemann tensor, in particular of its irreducible part: the Weyl tensor. The convergence towards the affirmation by Lusanna and Pauri that the existence of a holistic, non-local and relational structure from which the properties quantitatively identified of point-events depend (in addition to their own intrinsic detection), even if it is obtained from different considerations, is realized, in our opinion, in the assignment of a crucial role to the degree of curvature of spacetime that is defined by the Weyl tensor even in the case of empty spacetimes (as in the analysis conducted by Lusanna and Pauri). In the end, matter, regarded as the physical counterpart of spacetime curvature, whose expression is the Weyl tensor, changes the value of this tensor even in spacetimes without matter. In this way, going back to the approach of Lusanna and Pauri, it affects the DOs evolution and, consequently, the physical identification of point-events (as our authors claim). In conclusion, we think that it is possible to see the holistic, relational, and non-local structure of spacetime also through the "behavior" of the Weyl tensor in terms of the Riemann tensor. This "behavior" that leads to geometrical effects of curvature is characterized from the beginning by the fact that it concerns extensive domains of the manifold (although it should be pointed out that the values of the Weyl tensor change from point to point) by virtue of the fact that the action of matter elsewhere indefinitely acts. Finally, we think that the characteristic relationality of spacetime structure should be identified in this "primitive level of organization" of spacetime.
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Castelli, Andrea <1979&gt. "Sostanzialismo e relazionalismo dello spaziotempo alla luce della relatività generale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2095/.

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Until recently the debate on the ontology of spacetime had only a philosophical significance, since, from a physical point of view, General Relativity has been made "immune" to the consequences of the "Hole Argument" simply by reducing the subject to the assertion that solutions of Einstein equations which are mathematically different and related by an active diffeomorfism are physically equivalent. From a technical point of view, the natural reading of the consequences of the "Hole Argument” has always been to go further and say that the mathematical representation of spacetime in General Relativity inevitably contains a “superfluous structure” brought to light by the gauge freedom of the theory. This position of apparent split between the philosophical outcome and the physical one has been corrected thanks to a meticulous and complicated formal analysis of the theory in a fundamental and recent (2006) work by Luca Lusanna and Massimo Pauri entitled “Explaining Leibniz equivalence as difference of non-inertial appearances: dis-solution of the Hole Argument and physical individuation of point-events”. The main result of this article is that of having shown how, from a physical point of view, point-events of Einstein empty spacetime, in a particular class of models considered by them, are literally identifiable with the autonomous degrees of freedom of the gravitational field (the Dirac observables, DO). In the light of philosophical considerations based on realism assumptions of the theories and entities, the two authors then conclude by saying that spacetime point-events have a degree of "weak objectivity", since they, depending on a NIF (non-inertial frame), unlike the points of the homogeneous newtonian space, are plunged in a rich and complex non-local holistic structure provided by the “ontic part” of the metric field. Therefore according to the complex structure of spacetime that General Relativity highlights and within the declared limits of a methodology based on a Galilean scientific representation, we can certainly assert that spacetime has got "elements of reality", but the inevitably relational elements that are in the physical detection of point-events in the vacuum of matter (highlighted by the “ontic part” of the metric field, the DO) are closely dependent on the choice of the global spatiotemporal laboratory where the dynamics is expressed (NIF). According to the two authors, a peculiar kind of structuralism takes shape: the point structuralism, with common features both of the absolutist and substantival tradition and of the relationalist one. The intention of this thesis is that of proposing a method of approaching the problem that is, at least at the beginning, independent from the previous ones, that is to propose an approach based on the possibility of describing the gravitational field at three distinct levels. In other words, keeping the results achieved by the work of Lusanna and Pauri in mind and following their underlying philosophical assumptions, we intend to partially converge to their structuralist approach, but starting from what we believe is the "foundational peculiarity" of General Relativity, which is that characteristic inherent in the elements that constitute its formal structure: its essentially geometric nature as a theory considered regardless of the empirical necessity of the measure theory. Observing the theory of General Relativity from this perspective, we can find a "triple modality" for describing the gravitational field that is essentially based on a geometric interpretation of the spacetime structure. The gravitational field is now "visible" no longer in terms of its autonomous degrees of freedom (the DO), which, in fact, do not have a tensorial and, therefore, nor geometric nature, but it is analyzable through three levels: a first one, called the potential level (which the theory identifies with the components of the metric tensor), a second one, known as the connections level (which in the theory determine the forces acting on the mass and, as such, offer a level of description related to the one that the newtonian gravitation provides in terms of components of the gravitational field) and, finally, a third level, that of the Riemann tensor, which is peculiar to General Relativity only. Focusing from the beginning on what is called the "third level" seems to present immediately a first advantage: to lead directly to a description of spacetime properties in terms of gauge-invariant quantites, which allows to "short circuit" the long path that, in the treatises analyzed, leads to identify the "ontic part” of the metric field. It is then shown how to this last level it is possible to establish a “primitive level of objectivity” of spacetime in terms of the effects that matter exercises in extended domains of spacetime geometrical structure; these effects are described by invariants of the Riemann tensor, in particular of its irreducible part: the Weyl tensor. The convergence towards the affirmation by Lusanna and Pauri that the existence of a holistic, non-local and relational structure from which the properties quantitatively identified of point-events depend (in addition to their own intrinsic detection), even if it is obtained from different considerations, is realized, in our opinion, in the assignment of a crucial role to the degree of curvature of spacetime that is defined by the Weyl tensor even in the case of empty spacetimes (as in the analysis conducted by Lusanna and Pauri). In the end, matter, regarded as the physical counterpart of spacetime curvature, whose expression is the Weyl tensor, changes the value of this tensor even in spacetimes without matter. In this way, going back to the approach of Lusanna and Pauri, it affects the DOs evolution and, consequently, the physical identification of point-events (as our authors claim). In conclusion, we think that it is possible to see the holistic, relational, and non-local structure of spacetime also through the "behavior" of the Weyl tensor in terms of the Riemann tensor. This "behavior" that leads to geometrical effects of curvature is characterized from the beginning by the fact that it concerns extensive domains of the manifold (although it should be pointed out that the values of the Weyl tensor change from point to point) by virtue of the fact that the action of matter elsewhere indefinitely acts. Finally, we think that the characteristic relationality of spacetime structure should be identified in this "primitive level of organization" of spacetime.
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Rubino, Rossella <1980&gt. "Una implementazione della Logica Defeasible Temporale per il ragionamento giuridico". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1970/2/thesis.pdf.

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Resumen
La presente tesi descrive l’implementazione in Java di un algoritmo per il ragionamento giuridico che cattura due sue importanti peculiarità: la defeasibility del ragionamento normativo e il concetto di tempo. “Defeasible” significa “ritrattabile” e sta ad indicare, appunto, quegli schemi di ragionamento nei quali è possibile rivedere o ritrattare le conclusioni tratte precedentemente. Il tempo è essenziale per un’accurata rappresentazione degli scenari presenti nel mondo reale e in particolare per gli scenari giuridici. I profili temporali delle norme sono essenzialmente due: (i) tempo esterno della norma, cioè il periodo durante il quale la norma è valida cioè appartiene al sistema giuridico; (ii) tempo interno della norma che fa riferimento al periodo in cui la norma si applica. In particolare quest’ultimo periodo di tempo coincide con il periodo in cui le condizioni presenti nella norma devono presentarsi affinché essa produca i suoi effetti. Inoltre, nella tesi viene presentata un’estensione della logica defeasible in grado di distinguere tra regole con effetti persistenti, che valgono non solo per l’istante in cui si verificano le premesse ma anche per ogni istante successivo, e regole con effetti transitori, che valgono per un singolo istante. L’algoritmo presentato in questa tesi presenta una complessità lineare nelle dimensioni della teoria in ingresso e può interagire con le applicazioni del web semantico poiché elabora teorie scritte in Rule-ML, un linguaggio basato su XML per la rappresentazione di regole.
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Rubino, Rossella <1980&gt. "Una implementazione della Logica Defeasible Temporale per il ragionamento giuridico". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1970/.

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La presente tesi descrive l’implementazione in Java di un algoritmo per il ragionamento giuridico che cattura due sue importanti peculiarità: la defeasibility del ragionamento normativo e il concetto di tempo. “Defeasible” significa “ritrattabile” e sta ad indicare, appunto, quegli schemi di ragionamento nei quali è possibile rivedere o ritrattare le conclusioni tratte precedentemente. Il tempo è essenziale per un’accurata rappresentazione degli scenari presenti nel mondo reale e in particolare per gli scenari giuridici. I profili temporali delle norme sono essenzialmente due: (i) tempo esterno della norma, cioè il periodo durante il quale la norma è valida cioè appartiene al sistema giuridico; (ii) tempo interno della norma che fa riferimento al periodo in cui la norma si applica. In particolare quest’ultimo periodo di tempo coincide con il periodo in cui le condizioni presenti nella norma devono presentarsi affinché essa produca i suoi effetti. Inoltre, nella tesi viene presentata un’estensione della logica defeasible in grado di distinguere tra regole con effetti persistenti, che valgono non solo per l’istante in cui si verificano le premesse ma anche per ogni istante successivo, e regole con effetti transitori, che valgono per un singolo istante. L’algoritmo presentato in questa tesi presenta una complessità lineare nelle dimensioni della teoria in ingresso e può interagire con le applicazioni del web semantico poiché elabora teorie scritte in Rule-ML, un linguaggio basato su XML per la rappresentazione di regole.
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RAINONE, EMANUELE. "Filosofia e Matematica In Ludwig Wittgenstein". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28978.

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Resumen
Il lavoro di tesi è il risultato di un percorso di studio del pensiero di Ludwig Wittgenstein che muove principalmente dagli scritti dell’autore che si occupano di quell’insieme di tematiche di natura logica, matematica e filosofica che tra gli ultimi due decenni dell’Ottocento e i primi trent’anni del Novecento hanno animato il dibattito sui fondamenti della matematica. Da questo punto di vista, nella complessità e vastità della bibliografia wittgensteiniana, questa impostazione è un’operazione interpretativa particolarmente insolita, per non dire isolata (original interpretation). Molti sono infatti gli studi che prendono ad oggetto la cosiddetta ‘filosofia della matematica’ (Philosophy of mathematics) di Wittgenstein, ma lo fanno in modo circostanziato e settoriale, così come molti altri studi intendono presentare la sua ‘filosofia del linguaggio’ (Philosophy of language) o la sua ‘filosofia della psicologia’ (Philosophy of psychology). Non mancano certamente anche autorevoli e importanti tentativi di presentazione e interpretazione complessiva del suo pensiero, ma una interpretazione che prenda le mosse dalle problematiche filosofiche (philosophical problems) sottese dal problema dei fondamenti (problem of foundations of mathematics) è un punto di vista che non trova grande riscontro nella critica. Muovere da tale punto di vista non significa affatto partire soltanto dagli scritti di Wittgenstein sui fondamenti della matematica, ma interpretare il suo pensiero a partire dalle problematiche filosofiche che fanno da sfondo in modo più o meno consapevole al dibattito sui fondamenti della matematica. Significa in buona sostanza partire da Cantor, Dedekind, Frege, Russell, Hilbert e individuare nei loro scritti quella latenza filosofica – la prosa (prose) - che sottende le dimostrazioni logiche e matematiche - il calcolo (calculation). È un lavoro di interpretazione dei testi (interpretation of text) che permette di scoprire un sottotesto filosofico (philosophical subtext) che inserisce il dibattito sui fondamenti nell’arco della modernità ricostruendo un percorso genealogico (genealogical) con alcune figure e problematiche cruciali della filosofia moderna (modern philosophy): Descartes, il cogito e il cosiddetto ‘privato cartesiano’; Kant e il problema del fondamento nell’accezione trascendentale apodittico-problematica del dover-poter; l’impostazione metodologica baconiano-leibniziana della risoluzione more mathematico delle questioni filosofiche. Questi gli assi portanti che fanno da sfondo e che non a caso sono tre grandi tematiche che percorrono l’intera vicenda intellettuale di Wittgenstein. L’intera problematica sui fondamenti della matematica infatti, sebbene sia stata condotta per gran parte da logici e matematici che si rivolgevano alle questioni filosofiche in modo del tutto unilaterale e circostanziato, è un punto d’approdo di tutta una serie di tematiche che non solo affondano le loro radici nella grande tradizione moderna, ma è luogo di convergenza anche di questioni che rientrano a pieno titolo nell’intera storia della filosofia occidentale (history of Western philosophy). È da questo punto di vista che possiamo valutare al meglio l’importanza di Wittgenstein per il pensiero contemporaneo (contemporary): la critica che egli muove ai presupposti filosofici del dibattito sui fondamenti è una critica che si estende oltre le tematiche specifiche di tale dibattito ed investe un’intera tradizione di pensiero. Dietro alle argomentazioni di Frege e Russell, alle dimostrazioni di Cantor e di Dedekind, al programma di Hilbert e al teorema di Gödel, c’è uno sfondo filosofico che la critica serrata di Wittgenstein ci permette di smascherare. Il problema cartesiano della certezza e del dubbio, la questione kantiana del fondamento come ciò che ci deve essere affinché qualcos’altro sia possibile, la domanda sulla possibilità della scoperta in matematica e della possibilità di una conoscenza in generale sono infatti dei motivi di fondo che accompagnano il pensiero dell’autore dal Tractatus fino agli ultimi scritti. In particolare, nel capitolo finale della tesi, si avrà occasione di riallacciare l’intreccio della complessità dei temi trattati con una questione che affonda le proprie radici agli albori della filosofia occidentale, ovvero il problema posto da Platone (Plato) nel Menone del paradosso eristico sulla possibilità di una conoscenza in generale, non a caso esemplificato nel dialogo platonico – così come nella Critica kantiana – proprio dal caso della conoscenza matematica. È nel confronto con questa questione capitale che si può misurare tutta l’originalità e la contemporaneità del pensiero di Wittgenstein. Sia la soluzione platonica che quella kantiana rappresentano due modi paradigmatici mediante i quali il pensiero antico e quello moderno cercano di rendere ragione della possibilità del conoscere, liberando il pensiero dall’aporia della tautologicità da una parte e dalla cieca casualità della contingenza dall’altra. La dottrina della reminiscenza e il sintetico a priori infatti liberano letteralmente il pensiero in ultima analisi con un’apertura alla trascendenza risolvendo sul piano etico-pratico le difficoltà insormontabili delle strettoie della teoresi. In Wittgenstein la questione del pensiero viene vissuta in modo radicale e con una disperazione e ossessività tutte contemporanee. Il Tractatus e la chiusura nel silenzio rappresentano per la storia della filosofia occidentale uno scacco sia dal punto di vista teoretico che da quello etico-pratico. Negli scritti successivi invece, la chiusura nell’immanenza assoluta e la viva percezione dell’opacità del pensiero sempre più identificato con l’azione, il contesto e il gesto, se da una parte rappresentano una prosecuzione naturale del silenzio della prima opera, dall’altra possono essere interpretati come il tentativo di vivere l’esperienza logico-filosofica in altro modo rispetto a quello tradizionale, ovvero in senso patico-poetico. Il pensiero e la parola, ridotti a gesti che fanno letteralmente corpo con la vita e il mondo, possono essere vissuti con gioia, delineando un movimento che non può più configurarsi come apertura ad una dimensione trascendente, ma che rappresenta una inaudita espansione all’interno di una immanenza assoluta che non è più l’immobilità dell’identità parmenidea, ma il pensiero di un’ossimorica chiusura trascendente sulla quale il pensiero contemporaneo ha ancora da riflettere a lungo. Questo movimento di pensiero lo possiamo osservare al meglio negli scritti di Wittgenstein proprio in quegli aforismi in cui il filosofo affronta le tematiche cantoriane e dedekindiane della teoria degli insiemi. Non è un caso: la teoria degli insiemi infatti, nella sua essenza filosofica e teologica, non è altro che teoria dell’infinito. I capitoli dedicati all’analisi di quegli aforismi mettono in luce infatti lo sfondo cartesiano, spinoziano e platonico nel quale si muove ancora il pensiero dei due matematici, permettendo di osservare sul vivo la critica di Wittgenstein e il senso profondo della cosiddetta ‘svolta linguistica’. Così l’analisi dei testi fondamentali di Frege e Russell permetterà di analizzare lo sfondo metafisico dei due autori, il senso del loro platonismo e quindi il distacco e il senso della critica del filosofo viennese che non si circoscrive solo al programma logicista, ma tramite esso si estende al punto di vista logico in quanto tale, investendo quindi ancora una volta l’intera tradizione di pensiero occidentale. Quella che in ultima analisi viene proposta come tesi è una interpretazione radicale del pensiero di Wittgenstein, come di un autore sempre in bilico tra il silenzio e la parola, nella cui riflessione ciò che prima di tutto fa problema non è la domanda quanto il senso stesso del domandare, quindi il senso filosofico della vita come ricerca. È qui che l’intera tradizione socratico-platonica – che vede ancora in Russell un suo grande epigono – trova un suo scacco finale. Ciò che Wittgenstein ha cercato per tutta la vita è la parola liberatrice che permette di smettere di filosofare quando si vuole, non più quindi un modo di vivere all’insegna della ricerca della verità nel quale ciò che è degno è la ricerca in quanto tale. Il demone della filosofia non gli ha permesso di chiudersi nel silenzio dopo il Tractatus, ma il modo in cui egli ha dato voce a quella voce interiore che lo spingeva a riempire centinaia di pagine di quaderno e ad intrattenere i propri interlocutori con i più improbabili e fantasiosi esempi di casi antropologici inventati, fanno di lui un interprete del tutto originale di quella tradizione di pensiero alla quale in qualche modo appartiene ma della quale ha contribuito in modo esemplare e forse ancora oggi non del tutto compreso a smascherare i presupposti, i ‘crampi mentali’ e gli ‘inganni del linguaggio’.
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Fazioni, Nicolò. "Il problema della contingenza nella Logica e nella Filosofia del diritto di Hegel". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423532.

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Resumen
The topic of the present dissertation is the issue of contingency in Hegel’s Science of Logic and in his Elements of the Philosophy of Right. Through the analysis of contingency, my aim is to underline the structural link between logical and political dimension of Hegel’s philosophy. The first chapter deals with Hegel’s analysis of contingency inside the Science of Logic: special attention is given to the dialectics of modal categories in the section on Actuality and to the relationship between necessity and contingency in the Subjective Logic. I will explain that the problem of contingency is pivotal to the speculative structures of Hegelian logic. Hence, I will show how the issue of modal logic becomes a central topic of the entire Subjective Logic. The second chapter concerns the logic of the Objective Spirit, and its complex connection with the logic of Science of Logic: we will discuss the famous statement concerning the reciprocity of the actual and the rational, the practical-political dimension of actuality, necessity and contingency, and the link between modal categories and the idea of freedom. The third chapter highlights the political relevance of the logical categories of contingency, necessity and actuality in Hegel’s dealing with the framework of modern political science: the theory of natural law, and also modern disciplines like political economy, administrative sciences, State’s theory, international right. From this background, it will be possible to discuss Hegel’s ideas of freedom, subjectivity, human agency, law and power, representation, political sharing and constitution, war. Countering the mainstream interpretation, I show that Hegel’s political philosophy is not the affirmation of the blind necessity of laws, institutions and State over the subjects and their common agency. On the contrary, Hegel’s idea of the political is the outcome of an important understanding of contingency. His entire philosophy is a great attempt to face this contingent dimension
L’argomento centrale di questa dissertazione è il problema della contingenza nella Logica e nella Filosofia del diritto di Hegel. La sua principale finalità è lo studio del legame strutturale tra due dimensioni centrali per il sistema hegeliano, come la logica e la filosofia politica, che proprio l’analisi del problema della contingenza permette di mettere in luce. Nel primo capitolo ci occuperemo della categoria della contingenza nella Scienza della logica, con particolare attenzione per la dialettica delle categorie modali nella sezione sulla Wirklichkeit e per lo studio del rapporto tra contingenza e necessità all’interno della logica soggettiva. Cercheremo di sottolineare come la questione della contingenza sia centrale per la comprensione dell’architettura concettuale della logica hegeliana. In questo modo, vorremo mettere in luce la portata della tematica modale, non come singolo aspetto della logica dell’essenza, ma come nodo teorico dell’intera logica del concetto. Nel secondo capitolo analizzeremo la logica dello spirito oggettivo, suoi legami e le sue differenze con la logica della Scienza della logica. Discuteremo, perciò, i temi legati alla famosa asserzione sulla reciprocità dell’effettuale e del razionale, la relazione tra le categorie della necessità e della contingenza in ambito pratico-politico, il nesso tra il problema modale e la definizione dell’Idea della libertà. Nel terzo capitolo intendiamo evidenziare la rilevanza e la ricaduta filosofico-politica delle strutture logiche della contingenza, della necessità e dell’effettualità nel confronto hegeliano con il dispositivo concettuale della moderna scienza politica: non solo con la teoria del diritto naturale ma anche con le discipline che caratterizzano la cultura storica di Hegel, quali l’economia politica, le scienze dell’amministrazione, il diritto internazionale. A partire da qui, sarà possibile analizzare una serie di concetti fondamentali per la filosofia politica hegeliana: il concetto della libertà, della soggettività, dell’azione individuale, della legge e del potere, della rappresentanza, della partecipazione politica e della costituzione, della guerra. Secondo l’interpretazione che intendiamo comprovare, la filosofia politica di Hegel non è una cieca affermazione della necessità delle leggi e delle istituzioni, né una mera manifestazione di potenza, atta ad eliminare lo spazio della soggettività e dell’agire concreto e comune degli uomini. Essa nasce, al contrario, da un profondo confronto con la contingenza, che riguarda il mondo umano e l’insieme delle relazioni che formano lo spirito oggettivo. L’intera filosofia hegeliana si caratterizza come un grande tentativo di affrontare il problema della contingenza
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Levorato, Riccardo <1996&gt. "La logica della disgregazione. Indagine sulla funzione critica della riflessione dialettica in Adorno e in Hegel". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20132.

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Il proposito di questo elaborato è di analizzare il nesso tra riflessione dialettica e critica per come messo a tema nel pensiero di Theodor Adorno e G.W.F. Hegel. Nelle sue tre parti analizza, rispettivamente, in prima istanza i luoghi testuali fondamentali di Scienza della logica e di Dialettica negativa ove vengono messe a tema le determinazioni essenziali del procedimento riflessivo-dialettico, sulla base delle quali vengono caratterizzate le proposte filosofiche dei due autori nella loro reciproca esclusività; in seconda battuta si sofferma sulla risorsa che suddetti modelli dialettici costituiscono per lo svolgimento della cosiddetta “teoria critica della società”, nel raffronto dunque che il pensiero deve intrattenere con le urgenze avanzate dalla realtà sociale e politica contemporanea, sorta nel contesto costituito dal cosiddetto “illuminismo” e dal processo di razionalizzazione delle relazioni sociali che questo rappresenta; in terzo luogo conclude il percorso concentrandosi sui nodi aporetici della proposta adorniana, sullo sfondo della dirimente questione se la critica dialettica possa avere un esito positivo, se possa fungere da strumento per la determinazione teorica dei nessi sociali, se possa dunque avere un ruolo per un rinnovamento dell’impresa illuministica medesima. La tesi che questo studio propone risponde positivamente a questa domanda, tenta di valorizzare la dialettica hegeliana quale luogo di una compiuta circolazione di logica speculativa e critica sociale e prospetta, da ultimo, una concezione di illuminismo che riscopra al proprio interno una tensione eminentemente etica.
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Libros sobre el tema "Filosofia della logica"

1

Lolli, Gabriele. Cos'è la logica matematica: Filosofia della logica. Padova: F. Muzzio, 1992.

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2

Cozzo, Cesare. Teoria del significato e filosofia della logica. Bologna: CLUEB, 1994.

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3

Livi, Antonio. Filosofia del senso comune: Logica della scienza & della fede. Milano: Ares, 1990.

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4

Società italiana di logica e filosofia della scienza. Congresso. Prospettive della logica e della filosofia della scienza: Atti del Convegno triennale della Società italiana di logica e filosofia delle scienze : Roma, 3-5 gennaio 1996. Pisa: Edizioni ETS, 1998.

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5

Francesco, Petrillo y Istituto italiano per gli studi filosofici., eds. Filosofia dello stato e scienza della logica in Giovanni Gentile. Napoli: La città del sole, 2004.

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6

Livi, Antonio. Filosofia del senso comune: Logica della scienza e della fede. Roma: Casa editrice Leonardo da Vinci, 2010.

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7

Livi, Antonio. Filosofia del senso comune: Logica della scienza e della fede. Roma: Casa editrice Leonardo da Vinci, 2010.

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8

De, Gennaro Antonio. Filosofia politica: Un modello metateorico : logica delle scienze sociali e logica della società industriale. 2a ed. Bologna: Scuola di diritto Irnerio, 2000.

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9

Gennaro, Antonio De. Filosofia politica: Un modello metateorico : logica delle scienze sociali e logica della società industriale. Bologna: Scuola di diritto Irnerio, 1999.

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10

Antonio, De Gennaro. Filosofia politica: Un modello metateorico : logica delle scienze sociali e logica della società industriale. Bologna: Scuola di diritto Irnerio, 1999.

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Capítulos de libros sobre el tema "Filosofia della logica"

1

Conti, Alessandro D. "Filosofia aristotelica e ragioni della fede nel secolo xiv: il pluralismo (metodo)logico di Robert Holcot". En The Medieval Paradigm, 769–88. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.nutrix-eb.1.101261.

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2

Piergiacomi, Enrico. "Non di sola ontologia. Melisso e la logica delle apparenze?" En Verso la filosofia: Nuove prospettive su Parmenide, Zenone e Melisso, 251–70. Academia – ein Verlag in der Nomos Verlagsgesellschaft, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783896659279-251.

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