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Hölker, Klaus. "Storia della filosofia analitica". Journal of Pragmatics 35, n.º 10-11 (octubre de 2003): 1715–19. http://dx.doi.org/10.1016/s0378-2166(03)00073-0.

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2

Rossi, Fabio. "Filosofia della religione, religione e religioni". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 35 (septiembre de 2009): 37–57. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035003.

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Resumen
- A partire da una rapida presentazione del modo in cui oggi si configura il fenomeno religioso, e da un'altrettanto rapida enucleazione delle ‘sfide' che oggi si moltiplicano al modo tradizionalmente scientifico di studiare la religione, il saggio intende considerare i problemi, i mutamenti, le nuove prospettive che tali sfide hanno imposto e impongono non solo alle scienze delle religioni e alla teologia ma soprattutto alla filosofia della religione.
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3

Sorrentino, Sergio. "La filosofia della religione di Schleiermacher". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 49 (junio de 2014): 53–64. http://dx.doi.org/10.3280/las2014-049005.

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4

Moli, Andrea Le. "Kant e la filosofia della religione". Quaestio 3 (enero de 2003): 542–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.2.300345.

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5

Lomonaco, Fabrizio. "L’interpretaz ione kantiana del testo biblico tra filosofia della storia e filosofia della religione". Educação e Filosofia 27, Especial (30 de diciembre de 2013): 191–210. http://dx.doi.org/10.14393/revedfil.issn.0102-6801.v27nespeciala2013-p191a210.

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6

Morra, Lucia. "Traduzione e filosofia analitica: prima di Quine". PARADIGMI, n.º 2 (julio de 2009): 17–31. http://dx.doi.org/10.3280/para2009-002003.

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Resumen
- This paper is a survey of the analytical theories of translation prior to Quine's writings on this subject, which must be read in the light of previous discussion and the observations of authors such as Frege, Russell, Wittgenstein, Schlick and Carnap. Translation became an issue of major importance in analytical philosophy in the second half of the last century. Born as a query concerning a very specific task (translating mathematics into logic), the problem of translation became increasingly more general: in the Thirties, the point was to find a general method for translating all sorts of formal languages; only in the Fifties and later on, it focused on the general conditions of translating.Keywords: Logical translation, Reversible translation, Translation scalarity, Intensional isomorphism, Carnap, Wittgenstein. Alberto Voltolini, L'irrimediabile dilemma del traduttoreParole chiave: Traduzione logica, Traduzione reversibile, Scalaritŕ della traduzione, Isomorfismo intensionale, Carnap, Wittgenstein.
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7

Cucci, Giovanni. "RELIGIONE E SECOLARIZZAZIONE. DUE REALTÀ ANTITETICHE?" Síntese: Revista de Filosofia 47, n.º 149 (20 de diciembre de 2020): 535. http://dx.doi.org/10.20911/21769389v47n149p535/2020.

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La secolarizzazione in Europa nasce da lontano. Nell’articolo se ne mostrano le radici filosofiche e teologiche, legate alla rigorizzazione della problematica di Dio e alla pensabilità della sua presenza nel mondo. La crisi della scolastica, accentuata dal sorgere della scienza moderna, porta all’esclusione della problematica teologica dalle università, dal vivere civile (a motivo della guerre di religione e dell’inquisizione, cattolica e protestante) e dalla riflessione filosofica (Kant). La problematica religiosa ritrova interesse in sede culturale a partire dagli anni ’70 del ‘900, in sociologia (Berger, Casanova), in filosofia (Wittgenstein, Plantinga), in psicologia (Bruner, Gardner). Ciò che accomuna queste prospettive è la pluralità di approcci possibili al mondo e alla vita, nessuna delle quali ha la pretesa di ritenersi di dominio esclusivo. Il ripensamento del rapporto tra religione e secolarizzazione è sempre più ricorrente anche in sede socio/politica, con l’esplodere dei problemi legati al pluralismo religioso, alle migrazioni e alla crisi di senso, che pongono problemi enormi in ordine alla sopravvivenza stessa delle società occidentali.
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8

Michelis, Angela. "Filosofia-scienza e religione, i nuovi percorsi tracciati da Hans Jonas". Pensando - Revista de Filosofia 6, n.º 11 (7 de abril de 2015): 274. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.3313.

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Resumen
Il pensiero di Jonas, in particolare quello della sua seconda fase, dedicato alla filosofia della biologia, apre nel confronto filosofico con la scienza nuovi spazi di riflessione critica per la filosofia e per le scienze stesse. In tale incontro entrambe si arricchiscono, acquisendo maggior coscienza metodologica e ampliando le prospettive di osservazione dei fenomeni. Sorge, così, in modo rinnovato, la possibilità di nuove soluzioni interpretative, che, ponendosi al di là di desueti schieramenti ideologici, riescano a comprendere più in profondità la complessità della realtà epocale a cui ci troviamo di fronte e dunque aumentino la capacità di governarla.
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Gurashi, Dario. "Religione e ideologia nel giovane Agrippa: Appunti sulla vocazione intellettuale". Mediterranea. International Journal on the Transfer of Knowledge 5 (20 de marzo de 2020): 153–92. http://dx.doi.org/10.21071/mijtk.v5i.12250.

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Resumen
La riforma della cultura promossa da Cornelio Agrippa richiede una riorganizzazione della teologia tradizionale. Recuperando la prisca theologia, Agrippa mira ad emancipare l’esegesi delle Scritture dalla filosofia scolastica, responsabile di aver corrotto il significato autentico della Parola di Dio tramite un impiego indisciplinato della ragione a scapito della fede. Ripensare l’approccio alla Bibbia significa allora ridefinire il concetto di teologia: in quanto meditazione sulla parola divina, essa dovrà abbandonare le dispute dialettiche per tradursi in uno stile di vita contrassegnato dalla virtù e dall’integrità della fede in Cristo. Il programma di Agrippa, dunque, intende dimostrare l’incompetenza dei teologi scolastici e allo stesso tempo rivendica per il pensatore laico la libertà di interpretare le fonti della vera sapienza.
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Magris, Aldo. "Filosofizzazione del cristianesimo". Verbum Vitae 39, n.º 3 (30 de septiembre de 2021): 915–40. http://dx.doi.org/10.31743/vv.12162.

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Resumen
Laddove la cultura ellenica nei suoi aspetti più importanti scomparve all’avvento della religione cristiana, solo la filosofia greca sopravvisse, anzi trovò nella nuova situazione culturale forme di sviluppo originali. Perciò noi dovremmo parlare di filosofizzazione, piuttosto che di ellenizzazione del cristianesimo. Inizialmente gli autori cristiani erano avversi alla filosofia, ma poi prevalse la linea di Giustino, di Clemente e di Origine secondo cui essa poteva rappresentare una propedeutica a una comprensione colta della fede: certo non tutta la filosofia greca ma soltanto il filone platonico e aristotelico. Da queste specifiche fonti i Padri della Chiesa trassero concetti e argomentazioni utili per due scopi: il primo, la dimostrazione del libero arbitrio a supporto dell’etica, e della provvidenza divina in funzione della teodicea; il secondo, la critica dei miti e culti pagani e delle contemporanee sette eretiche. In particolare la confutazione del manicheismo impiegò su larga scale le strutture formali dell’ontologia aristotelica. La filosofizzazione divenne parte integrante dell’identità e della visione cristiana del mondo.
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FERRAGUTO, Federico. "NATURA E RIVELAZIONE IL CONCETTO DI FINE NEL SAGGIO DI UNA CRITICA DI OGNI RIVELAZIONE DI J.G. FICHTE. UNA RILETTURA FICHTEANA DI KANT". Estudos Kantianos [EK] 4, n.º 1 (15 de julio de 2016): 15–30. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2016.v4n1.03.p15.

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Resumen
Apparentemente scritto più per ragioni di opportunità economica che non per motivi sistematici, il Versuch einer Critik aller Offenbarung occupa una posizione importante nel percorso filosofico di Fichte. In questo suo primo scritto, infatti, il filosofo di Rammenau tenta di colmare un’importante lacuna nel dibattito teologico dell’epoca1, offre una sintesi complessiva della sua formazione filosofica e sviluppa una prima e impegnativa rielaborazione della filosofia di Kant. Non a caso diversi interpreti del Versuch si sono concentrati sulla valutazione del contributo dato da Fichte ai possibili sviluppi della filosofia pratica kantiana e al suo rapporto con la Religion innerhalb der Grenzen der blossen Vernunft2. In questo contesto, l’indagine fichtiana sulle condizioni di possibilità del concetto di rivelazione viene considerata come una tappa indubbiamente decisiva nel passaggio dalla teologia alla filosofia della religione, che coincide con quello da un´indagine che mira alla definizione scientifica dell’essenza di Dio a una descrizione delle condizioni di possibilità del “senso religioso” come espressione della natura dell’essere umano3.
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Spallanzani, Mariafranca. "La morte di Descartes. I pensieri della filosofia, le cure della medicina, i conforti della religione". RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, n.º 1 (febrero de 2012): 89–105. http://dx.doi.org/10.3280/sf2012-001008.

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Descartes died in Stockholm on 11 February 1650 from pneumonia contracted during the freezing cold mornings spent in his philosophical colloquia with Queen Christina. According to Chanut, who stayed with him until the very end, his death was "sweet and very much like his life". These words have always been held to be of fundamental importance in the different accounts of the philosopher's death, especially in Adrien Baillet's Vie de Monsieur Descartes. The literature that flourished around Descartes' death has always presented this ‘trespassing' as the final declaration of his philosophy, inspired by those principles he had theorized in his works as a philosophy of life and that he would play out even in the crowning moment as an ethic of wisdom which has to be lived out in the first person, and for the last time.
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Luzzati, Claudio. "L'analogia come procedimento di scoperta". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 1 (julio de 2010): 173–78. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001007.

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Analogia - Scoperta - Giustificazione - Modello. Lo scritto č una breve rivisitazione di un tema classico della filosofia analitica: quello della distinzione fra procedimenti di scoperta e il c.d. contesto di giustificazione. Le analogie possono essere un utile strumento per giungere a nuove scoperte, ma non costituiscono di per sé dimostrazioni convincenti. Ecco perché bisogna diffidare delle somiglianze e andare sempre alla ricerca di prove indipendenti dalle analogie che ci hanno guidato ad abbracciare determinate ipotesi. Questo, perň, non č facile. Un radicato pensiero magico č sedotto dalle somiglianze ed č convinto che non ci sia miglior dimostrazione della bontŕ di una teoria del fatto che "tutto si tiene".
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Maddalena, Giovanni. "La via pragmatista al senso comune". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2010): 57–71. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003005.

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Nel pragmatismo classico, negli Stati Uniti come in Europa, si trova un'alternativa radicale all'epistemologia kantiana, alternativa che non č stata capita né dalla filosofia analitica né dall'ermeneutica. Tutti i pragmatisti incentrano la propria critica sulla separazione tra cosa in sé e conoscenza e le oppongono una continuitŕ tra realtŕ e conoscenza. Peirce e James cercarono di specificare questa risposta cercando di argomentare diversi percorsi gnoseologici basati su una nozione evolutiva del senso comune e sulla logica della vaghezza.
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Laplanche, François. "Guglielmo Forni Rosa, Destino della religione. Il cristianesimo moderno fra scienza storica e filosofia della storia". Revue de l'histoire des religions, n.º 4 (1 de diciembre de 2006): 501–3. http://dx.doi.org/10.4000/rhr.5220.

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Mŕdera, Romano. "Lo spirito dell'analisi nella trascendenza della centralitŕ egoica". STUDI JUNGHIANI, n.º 32 (febrero de 2011): 45–58. http://dx.doi.org/10.3280/jun2010-032003.

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Nel pensiero di Jung lo spirito puň essere avvicinato al senso, come la tensione opposta alla dimensione predeterminata del comportamento istintivo. Da questo punto di vista si puň cogliere l'importanza centrale che la spiritualitŕ ha per la clinica, poiché nel disagio dell'anima č, in ultima analisi, in gioco il senso. Se da un lato l'impianto teorico junghiano č sbilanciato nella direzione di un possibile riduzionismo psicologistico della dimensione spirituale, tendenza che trova la sua estremizzazione nella psicologia di Hillman e di Giegerich, dall'altro proprio Jung apre la via di una necessaria rivisitazione della clinica nella direzione di una trascendenza dell'incentramento egoico. Si propone allora una trasformazione della prassi analitica in direzione di una mancata coltivazione della ricerca del senso a partire da un lavoro mitobiografico che riprenda l'idea di Hadot di una filosofia come stile di vita. Ciň comporta sensibili trasformazioni del tempo del rapporto analitico, della "fine" dell'analisi, della stabilizzazione degli insight. L'apertura all'esercizio spirituale diventa allora continuazione e sviluppo dell'analisi stessa.
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Dappiano, L. "L'idealismo di Oxbridge tra Lotze e Meinong. A proposito delle origini della filosofia analitica". Axiomathes 5, n.º 2-3 (diciembre de 1994): 279–304. http://dx.doi.org/10.1007/bf02228233.

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Apollonio, Simona. "Dottrina del carattere e conoscenza di sé. Il giovane Nietzsche interprete di Schopenhauer a partire dai Beiträge zur Charakterologie di J. Bahnsen." Voluntas: Revista Internacional de Filosofia 12 (28 de diciembre de 2021): e09. http://dx.doi.org/10.5902/2179378666978.

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Resumen
Il presente saggio mette in evidenza come i Beiträge zur Charakterologie (1867) di Bahnsen abbiano rappresentato un primo filtro interpretativo per la ricezione in Nietzsche di alcuni importanti temi della filosofia di Schopenhauer. Il giovane Nietzsche condivide non solo la critica di Bahnsen al radicale dualismo posto da Schopenhauer tra volontà e intelletto, ma anche la tesi che le inclinazioni intellettuali derivino dalla peculiarità del carattere individuale. Le osservazioni di Bahnsen sulla dottrina del carattere di Schopenhauer rappresentano la chiave interpretativa con cui Nietzsche spiega la sua adesione alla filosofia di Schopenhauer. Dal punto di vista di Nietzsche l’affinità con Schopenhauer è prova di un carattere incapace di soddisfare il suo bisogno metafisico attraverso il ricorso alla religione. Nietzsche concorda anche con Bahnsen sul fatto che l'eccessiva auto-riflessione inibisca l'azione e l'espressione autentica del carattere individuale e, di conseguenza, che la voce dell'istinto sia preferibile alla guida dell'intelletto.
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Odero, José Miguel. "Giovanni MAGNANI, Filosofia della religione, Editrice Pont. Università Gregoriana, Roma 1993, 200 pp., 15 x 21." Scripta Theologica 27, n.º 2 (26 de enero de 2018): 695–96. http://dx.doi.org/10.15581/006.27.15741.

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Odero, José Miguel. "Adriano ALESSI, Filosofia della religione, («Biblioteca di Scienze Religiose», 93), LAS, Roma 1991, 335 pp., 16,5 x 24." Scripta Theologica 26, n.º 1 (5 de febrero de 2018): 343. http://dx.doi.org/10.15581/006.26.16588.

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Gatti, Marzio. "La decostruzione della visione etnocentrica: Il contributo dell’antropologia culturale e filosofica nel pensiero africano sulla religione". Trans/Form/Ação 45, spe (2022): 51–66. http://dx.doi.org/10.1590/0101-3173.2022.v45esp.04.p51.

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Riassunto: L’uomo ha sempre riflettuto su se stesso e sulla sua identità e la sua riflessione si è strutturata attraverso molteplici forme espressive. Le domande esistenziali nascono nell’uomo con il suo esistere. Il pensiero filosofico occidentale ha egemonizzato il campo filosofico e antropologico imponendo le proprie categorlie di pensiero come le uniche razionali e scientifiche in nome di una presunta superiorità legata a un’idea di sviluppo fondata su un modello prettamente economico. In questo articolo si cercherà di decostruire le certezze scientifiche del pensiero filosofico occidentale e analizzare criticamente il suo primato evidenziando come esistano diverse forme e rappresentazioni dell’esistenza umana. Il pensiero filosofico africano ci offre una prospettiva di lettura dell’essere che contrasta con la visione antropologica occidentale, ma allo stesso tempo ha una sua dignità e coerenza logica fondata su presupposti antropologici propri. Nata come resistenza al dominio del pensiero filosofico e antropologico occidentale, la filosofia africana si è sviluppata e contaminata dalle riflessioni che l’hanno preceduta. Non esiste un pensiero puro, poiché tutte le riflessioni umane sono ibride e nascono dall’incontro e dallo scontro con le altre posizioni filosofiche. Forse è venuto il tempo per riformulare il pensiero filosofico e antropologico da un punto di vista interculturale.
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Pellegrino, Marina Pia. "Edith Stein. Verso la “comunita’ di destino” attraverso la liberta’ e la grazia". Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, n.º 2 (22 de agosto de 2021): 61–73. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27974.

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Resumen
Il saggio di Edith Stein Libertà e Grazia , nel quale si sviluppano le sue riflessioni sulla comunità didestino, è stato ritrovato come manoscritto inedito e ha subito un percorso problematico prima diessere definitivamente datato e intitolato. Risalente al 1921, poco prima che l’autrice entrasse nellachiesa cattolica con il battesimo, e avendo come nucleo tematico l’incontro tra libertà umana egrazia divina, questa trattazione di filosofia della religione s’inserisce nel percorso filosofico edesistenziale che, dalla tesi di laurea sull’entropatia, ai lavori sulla Causalità psichica, su Individuo ecomunità e sullo Stato, caratterizza il periodo di ricerca della Stein come assistente di EdmundHusserl e quello subito dopo le sue dimissioni da tale incarico. E’ opportuno seguire a grandi linee ipassi di questo cammino, per scoprire come all’interno dell’analisi fenomenologica, che Edith avevafatto propria, emergano approfondimenti sulla struttura dell’essere umano, in particolare sull’anima,e questioni ad essi collegate, come quella della comunità di destino. Tale tipo di comunità, si inseriscenella riflessione, mai abbandonata dalla Stein, riguardante la relazione con l’altro, la libertà di aprirsio chiudersi all’incontro; essa si fonda sugli atti liberi di ciascuno e insieme sulla responsabilità cheognuno ha nei confronti della salvezza di tutti gli altri e viceversa. L’essere umano porta in sé lavocazione di proteggere anche il mondo animale, le creature inanimate e la natura. Il percorso diEdith, in un’osmosi tra pensiero e vita, si conclude con la sua offerta come “vittima di espiazione” afavore del suo popolo e in nome della nuova alleanza in Cristo, unico vero Mediatore per la salvezzadi tutti davanti a Dio.
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Stettier, Antoinette. "Alessandro Dini, Filosofia della Natura, medicina, religione. Lucantonio Porzio (1639—1724). Milano, Franco Angeli, 1985. 177 S. lit. 15 000. (Filosofia e scienza nel Cinquento e nel Seicento, Serie I, 26)." Gesnerus 47, n.º 2 (21 de noviembre de 1990): 222. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-04702020.

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Leaman, Oliver. "Massimo Campanini (ed. and tr.): Averroè: Il trattato decisive sull' accordo della religione con la filosofia. 155pp. Milan: Biblioteca Universale Rizzoli, 1994. L. 12,000." Bulletin of the School of Oriental and African Studies 58, n.º 3 (octubre de 1995): 621. http://dx.doi.org/10.1017/s0041977x00013628.

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Warren, James. "Philosophy - (C.) Tamagnone Ateismo filosofico nel mondo antico. Religione, naturalismo, materialismo, atomismo, scienza. La nascita della filosofia atea. Clinamen, 2005. Pp. 304. 24.70. 8884110771." Journal of Hellenic Studies 127 (noviembre de 2007): 249–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0075426900002706.

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Gallardo, Francisco. "Sergio SORRENTINO y otros, La filosofia di fronte alla pluralità delle religioni, Atti del V Convegno annuale della Associazione italiana di Filosofia della Religione (Torino, 5-6 maggio 2006), Aracne, Roma 2007, 132 pp., ISBN 978-88- 548-1012-9." Scripta Theologica 40, n.º 3 (16 de octubre de 2017): 910. http://dx.doi.org/10.15581/006.40.10499.

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Pacciolla, Aureliano. "EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN". Studia Philosophica et Theologica 18, n.º 2 (7 de diciembre de 2019): 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Resumen
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. Ales Bello, Angela, Empathy, a return to reason, in The self and the other. The irreducibile element in a man. Part I, ed. by A. T. Tymieniecka, Dordrecht-Boston, Reidel Publishing Company, in «Analecta Husserliana», 6 (1977), pp. 143-149. – Edith Stein: da Edmund Husserl a Tommaso D’Aquino. In Memorie Domenicane, n. 7, n.s., 1976. – Edmund Husserl e Edith Stein. La questione del metodo fenomenologico, in «Acta Philosophica», 1 (1992), pp. 167-175. – Fenomenologia dell’essere umano – Lineamenti di una filosofia al femminile, Città Nuova, Roma 1992. – Analisi fenomenologica della volontà. Edmund Husserl ed Edith Stein, in «Per la filosofia», 1994, n. 31, pp. 24-29. – Lo studio dell’anima fra psicologia e fenomenologia in Edith Stein, in Sogno e mondo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995, pp. 7-25. – Edith Stein. Invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Milano 1999. – Edith Stein, Piemme, Casale Monferrato 2000. – Empatia e dialogo: un’analisi fenomenologica, in A. 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Suchecki, Zbigniew. "Wolnomularstwo w dokumentach Stolicy Apostolskiej i Kodeksie Prawa Kanonicznego, ze szczególnym uwzględnieniem dekretów Kongregacji Doktryny Wiary (1949-1983)". Prawo Kanoniczne 41, n.º 3-4 (20 de diciembre de 1998): 133–86. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.3-4.06.

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Resumen
La libera muratoria (comunemente chiamata massoneria) viene trattata e presentata in molte pubblicazioni sotto diversi aspetti e svariati punti di vista. Dal punto di vista del diritto canonico non esistono pubblicazioni riguardanti la libera muratoria, manca­no anche approfonditi studi critici in materia condotti in un'ottica comparata con la filosofia, la teologia e il diritto dai studiosi cattolici. Nella nostra ricerca, passando attraverso un confronto delle disposizioni della Chie­sa previste per la libera muratoria, facciamo un riferimento diretto alla legislazione della Chiesa contenuta nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e a numerosi docu­menti emanati dai Papi e dalle Congregazioni, per arrivare alle disposizioni del Codice di Diritto Canonico del 1983. Negli ultimi secoli la massoneria, fosse essa regolare, legittima, irregolare o «devia­ta», senza distinzioni, è stata condannata da diversi Papi ìn circa seicento documenti. La questione comunque è quanto mai attuale perché molti cattolici appartengono alla libera muratoria. La divisione fondamentale, a mio avviso, comprende la fase pre­istituzionale e la fase istituzionale. Nella fase preistituzionale emergeva la massoneria operativa propensa alla costruzione delle cattedrali, delle basiliche e delle chiese; nella fase istituzionale si sviluppa la massoneria moderna detta speculativa. I liberi muratori londinesi, il 24 giugno 1717, nella festa di S. Giovanni Battista costituivano la Gran Loggia d'Inghilterra, la Gran Loggia Madre del Mondo. Fin dall'inizio, in un testo diretto a tutti i fedeli, emerge la preoccupazione per la difficile definibilità, a livello concettuale e terminologico, della libera muratoria con i suoi effetti negativi a livello della Chiesa e della societa civile. Leone XIII, nell'enciclica programmatica Quod sectam massonum: Humanum Ge­nus, del 20 aprile 1884, in modo significativo sottolinea gli effetti negativi delle socie­ta clandestine. L'enciclica costituisce un documento fondamentale di quel periodo. Nel CIC del 1917 il legislatore menziona esplicitamente la setta massonica e le altre associazioni dello stesso genere le quali incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede: «Chi si ascrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime autorita civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede» (c. 2335). Un graduale approfondimento della natura e dei fini della massoneria svolto da par­te della Chiesa, prima dell'emanazione della Dichiarazione sulla massoneria del 26 novembre 1983, Quaesitum Est, permise alla Congregazione di accertare le posizioni dottrinali, filosofiche e morali dell'istituzione. Mariano Cordovani in un articolo pubblicato in prima pagina dall'Osservatore Romano sostiene che «fra le cose che risorgono e riprendono vigore, e non solo in Italia, c'è la massoneria con la sua ostilita sempre rinnovata contro la Religione Catto­lica». Egli rileva un fatto che appare nuovo: «la voce che si sparge, nei diversi ceti sociali, che la massoneria di un certo rito non sia piu in contrasto con la Chiesa, che anzi sia avvenuto un accordo tra la massoneria e la Chiesa, in forza del quale anche i cattolici possono tranquillamente iscriversi alla setta senza pericolo di scomuniche e dì riprovazione». Dopo 57 anni dall'entrata in vigore del «Codex» del 1917 «molti vescovi hanno posto il quesito a questa S. Congregazione (per la Dottrina della Fede) circa il valore el'interpretazione del can. 2335 del C.I.C. che sotto pena di scomunica vieta ai cattolici d'iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo. Il dialogo cattolico-massonico inizia con degli incontri informali tra esponenti della Chiesa Cattolica e della massoneria. Tali incontri ebbero iniziato in Austria, Italia e Germania. Per approfondire alcuni aspetti di questo tema, si possono consultare, an­che se in modo molto critico, diverse pubblicazioni. Negli anni 1974-1980 la Conferenza Episcopale Tedesca costituisce una Commis­sione ufficialmente incaricata di esaminare la compatibilità dell'appartenenza contem­poranea alla Chiesa cattolica e alla libera muratoria. La Commissione sostenne che «Indipendentemente da tutte le concezioni soggettive, l'essenza oggettiva si manifesta nei Rituali ufficiali della libera muratoria. Percio questi documenti vennero sottoposti ad un attento e lungo esame (negli anni 1974-1980); si tratta dei Rituali dei primi tre gradi, dei quali i massoni permisero di studiare i testi, anche se i colloqui non si riferi­rono solo ai Rituali». Il fatto che la libera muratoria metta in discussione la Chiesa in modo fondamentale non è mutato. La libera muratoria non e mutata nella sua essenza. L'appartenenza ad essa mette in questione i fondamenti dell'esistenza cristiana. L'esame approfondito dei Rituali della libera muratoria e del modo di essere massonico, come pure la odierna immutata autocomprensione di sé, mettono in chiaro che l'appartenenza contempora­nea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa. Da diverse parti del mondo arrivavano domande alla S.C. per la Dottrina della Fede sul giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria. La normativa penale del Co­dice non prevede nessuna sanzione per i fedeli che si iscrivono alla massoneria, perché la medesima non viene espressamente nominata dal legislatore; quindi prima dell'ema­nazione della Dichiarazione l'iscrizione non costituiva un delitto punibile con sanzioni a meno che la massoneria non entrasse nella categoria delle associazioni «che com­plottano contro la Chiesa» (can. 1374) e questo si doveva provare. La Dichiarazione invece afferma che gli «appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato gra­ve» e proibisce ai fedeli appartenenti alle associazioni massoniche l'esercizio del dirit­to soggettivo fondamentale dei fedeli di accedere alla S. Comunione. «Solo Gesù Cri­sto e, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli».
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Albertan-Coppola, Sylviane. "La littérature philosophique clandestine au XVIIIe siècle : orientations de la recherche. (Notes critiques) [A propos de : Filosofia e religione della letteratura clandestina. Secoli XVII e XVIII, a cura di Guido Canziani, Milano, Franco Angeli, 1994, 520 p. ; La face cachée des lumières. Recherches sur les manuscrits clandestins de l'âge classique, par Miguel Benítez, Paris - Universitas et Oxford - Voltaire Foundation, 1996, 456 p. ; De l'examen de la religion, attribuable à Jean Lévesque de Burigny, éd. critique par Sergio Landucci, Paris - Universitas et Oxford - Voltaire Foundation, 1996, 146 p. (« Libre-pensée et littérature clandestine », 4) et Traité de la liberté. Des miracles. Des oracles. Avec le traité « La fausseté des miracles des deux Testaments », éd. critique par Alain Niderst, Paris - Universitas et Oxford - Voltaire Foundation, 1997, 146 p. (« Libre-pensée et littérature clandestine », 5)]". Revue de l'histoire des religions 216, n.º 3 (1999): 355–66. http://dx.doi.org/10.3406/rhr.1999.1094.

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GORIA, Giulio. "KANT E LA DISCIPLINA DELLA RAGION PURA. LE PROPOSIZIONI TRASCENDENTALI SINTETICHE E LA LORO DIMOSTRAZIONE". Estudos Kantianos [EK] 3, n.º 02 (16 de diciembre de 2015). http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2015.v3n2.08.p119.

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Le proposizioni fondamentali (Grundsätze) sono presentate nel secondo capitolo della Analitica dei princìpi come princìpi sintetici dell’intelletto puro. Essi sono le determinazioni a priori delle categorie rispetto alla possibilità dell’esperienza come tale. Esse sono anche le proposizioni trascendentali e sintetiche che nella Disciplina della ragion pura della Dottrina del metodo Kant individua come l’oggetto della dimostrazione trascendentale pertinente alla filosofia, in virtù del suo caratteresintetico. Scopo dell’articolo è considerare il potere ostensivo affatto unico e decisivo per la Critica della ragion pura proprio della dimostrazione trascendentale delle proposizioni pure sintetiche.
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Motta, Anna. "MATERIA E FORMA DEI MITI. SU MIMESI PLATONICA E SIMBOLOGIA OMERICA". Revista Estética e Semiótica 5, n.º 2 (28 de julio de 2015). http://dx.doi.org/10.18830/issn2238-362x.v5.n2.2015.02.

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Resumen
L’interferenza di mito, religione e pensiero razionale caratterizza quella filosofia che, nella tarda antichità, si configura come una mistagogia e al contempo come una scienza teologica. Obiettivo di questo paper è quello di offrire un quadro sulle discussioni neoplatoniche attorno al mito e al rapporto tra Platone e i poeti-teologi, che, banditi dalla kallipolis, sono riabilitati nei testi della tarda antichità. La riflessione sul linguaggio della scienza e quella sul linguaggio del simbolo sono certamente alcune delle chiavi di lettura attraverso le quali è possibile comprendere l’operazione di recupero del mito omerico e l’attribuzione di caratteri di scientificità divina alla mimesis platonica
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"ALESSANDRO DINI, Filosofia della natura,medicina, religione. Lucantonio Porzio (1639-1724), Milano, Franco Angeli, 1985 (Filosofia e Scienza nel Cinquecento e nel Seicento)." Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze 10, n.º 2 (1985): 164. http://dx.doi.org/10.1163/221058785x01902.

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Longo, Angela. "Il Rapporto tra Anima e Corpo nel Vivente". Journal of Ancient Philosophy, 3 de marzo de 2019, 42–53. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1981-9471.v1isupplementp42-53.

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Resumen
In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content: "Queste pagine trattano del vivente nel penultimo trattato plotiniano, il 53 (= Enn. I 1) dal titolo Che cos’è il vivente e che cos’è l’essere umano?. Si esaminerà in particolare la sezione di esso (cap. 3) che riguarda la separabilità dell’anima dal corpo nel vivente umano. Ivi il rapporto che si instaura tra i due componenti è descritto come un rapporto strumentale, nel senso che l’anima si serve del corpo come un artigiano si serve dei suoi strumenti. L’analisi del testo plotiniano permette di fare un parallelo con il filosofo contemporaneo Henri Bergson (1859-1941), nella misura in cui quest’ultimo, fine conoscitore del filosofo greco, parla del corpo come di uno strumento. A riguardo si approfondirà in particolare il concetto bergsoniano del rapporto tra mistica e tecnica nelle Conferenze di Madrid (1916) e nell’opera Le due fonti della morale e della religione (1932). Lo stimolo in tal senso è venuto da un libro di C. Zanfi (Bergson, la tecnica, la guerra. Una rilettura delle Due fonti, Bologna, Bononia University Press 2009) in cui si esamina la filosofia bergsoniana relativamente sia al corpo inteso come uno strumento sia al modo in cui la mistica dovrebbe guidare la tecnica, perché l’umanità non ne sia sopraffatta."
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Tarantino, Giovanni. "Identità e tolleranza, determinismo morale e religione civile, libero pensiero e teismo, filosofia e superstizione: ineludibili nodi della modernità negli studi recenti di Sutcliffe, Taranto e Champion". Storicamente 1 (31 de diciembre de 2005). http://dx.doi.org/10.12977/stor521.

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