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Literatura académica sobre el tema "Fenomeno associativo"
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Artículos de revistas sobre el tema "Fenomeno associativo"
Moscatelli, Valerio. "La cooperazione tra imprese e il contratto di rete". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 1 (octubre de 2011): 33–53. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001003.
Texto completoRezende, Mareio Amaral. "Comportamento associativo de Fregata magnificens (Fregatidae, Aves) e Sula lecogaster (Sulidae, Aves) no litoral centro-norte do Estado de São Paulo". Boletim do Instituto Oceanográfico 35, n.º 1 (1987): 01–05. http://dx.doi.org/10.1590/s0373-55241987000100002.
Texto completoMacKenney, Richard y Maria Teresa Maiullari. "Storiografia francese ed italiana a confronto sul fenomeno associativo durante xviii e xix secolo: Atti delle giornate di studio promosse dalla Fondazione Luigi Einaudi." Economic History Review 46, n.º 1 (febrero de 1993): 204. http://dx.doi.org/10.2307/2597698.
Texto completo., Ngasifudin. "FENOMENA TRANSPORT KOBALT-60 PADA LAPISAN TANAH". Jurnal Forum Nuklir 3, n.º 1 (28 de junio de 2013): 21. http://dx.doi.org/10.17146/jfn.2009.3.1.331.
Texto completoDewi, Ira Septira y Hairus Salikin. "EFEKTIVITAS SEMANTIK PRIMING DALAM ATASI FENOMENA TIP OF THE TONGUE". Kajian Linguistik dan Sastra 7, n.º 1 (23 de junio de 2022): 92–107. http://dx.doi.org/10.23917/kls.v7i1.16887.
Texto completoAdiningsih, Ni Ketut Serna y I. Wayan Bela Siki Layang. "FENOMENA MARAKNYA PENCURIAN DENGAN KEKERASAN TERHADAP KORBAN PEREMPUAN". Kertha Semaya : Journal Ilmu Hukum 10, n.º 5 (30 de abril de 2022): 1159. http://dx.doi.org/10.24843/ks.2022.v10.i05.p15.
Texto completoPingani, Luca, Giulia Reali y Paola Carozza. "Lo stigma associato alla malattia mentale: tipologie, conseguenze e strategie per contrastarlo". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (diciembre de 2021): 134–58. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003009.
Texto completoArbania Fitriani. "FENOMENA KESEHATAN PERKEMBANGAN SEKSUAL DAN PERAN ORANG TUA MILD RETARDATION DALAM PENDIDIKAN SEKS". Psychopedia Jurnal Psikologi Universitas Buana Perjuangan Karawang 5, n.º 1 (1 de junio de 2020): 28–46. http://dx.doi.org/10.36805/psychopedia.v5i1.1004.
Texto completoSaraswati, Niluh Ayu Sri. "Fenomena Acquired Hemofilia A (AHA) Setelah Infeksi Covid-19: Sebuah Tinjauan Literatur". Majalah Kesehatan Indonesia 2, n.º 1 (5 de abril de 2021): 5–8. http://dx.doi.org/10.47679/makein.202118.
Texto completoRigano, Francesco. "Libertà individuale e rapporti sociali: lo statuto costituzionale del Terzo settore". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002007.
Texto completoTesis sobre el tema "Fenomeno associativo"
Benincampi, Luisa. "I KOINA' di Rodi". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3123.
Texto completoL’isola di Rodi, dal sinecismo (408/7 a. C.) in poi, attraversa fasi politiche alterne e turbolente, rappresentate dall’avvicendarsi al potere ora del partito democratico ora di quello oligarchico, fino allo stabilizzarsi, in età ellenistica, di un governo democratico nelle istituzioni, ma oligarchico nella configurazione dei rapporti di potere: un’apparente contraddizione riconoscibile nella gestione della cosa pubblica da parte dalle famiglie aristocratiche più ricche e potenti dell’isola, che, quasi “ereditariamente”, ricoprono le cariche pubbliche di maggior prestigio (i sacerdozi eponimi di Halios, Athana Ialysia, Athana Lindia; il demiurgato a Kameiros; la navarchia, la pritania, etc.). Altro aspetto, probante della coesistenza delle due tendenze politiche, è il trattamento del territorio: in esso, accanto alla suddivisione in demi tipicamente democratica, si conservano le antiche partizioni territoriali, come le ktoinai, e i raggruppamenti di evidente natura aristocratica, quali synnomai e diagoniai, la cui funzione era quella di mantenere saldi i legami fra gene un tempo uniti anche nel territorio e ora distribuiti nei vari demi del’isola (tale esigenza si riscontra anche nel ricorso frequentissimo all’adozione, talvolta usata per trasferire membri della stessa famiglia da un demo all’altro, probabilmente al duplice scopo di aggirare le regole di rotazione per l’elezione alle cariche pubbliche e di mantenere, ereditando, la proprietà dei beni di famiglia). L’equilibrio, esistente tra conservatorismo e apertura politica, si riscontra soprattutto nella conformazione della compagine sociale di Rodi: oltre ai cittadini con pieni diritti troviamo moltissimi stranieri residenti (e di passaggio), considerati secondo classificazioni differenti e spesso tanto sfumate da rendere complicatissima l’individuazione delle differenze sostanziali. Tra gli status sociali degli stranieri, oltre alla metoikia, ricordiamo l’epidamia (associata talvolta alla concessione straordinaria del diritto di enktesis ges kai oikias), in virtù della quale i beneficiari, residenti a tutti gli effetti, garantivano la naturalizzazione in Rhodioi ai propri discendenti (da non confondere con i Rhodioi, cittadini con pieni diritti, che, per il loro mestiere di artisti, preferivano identificarsi con l’etnico anziché con il demotico per ottenere fama e visibilità anche oltre i confini dell’isola). L’elaborazione della complessa (e molto mobile) stratificazione sociale riservata agli stranieri, entro cui essi, se meritevoli, guadagnavano diritti sempre maggiori, si rivela una strategia vincente al fine di alimentare la potenza economica e politica di Rodi, attirando commercianti e manodopera straniera, il cui contributo incrementava, tramite il mercenariato, la forza dell’esercito di terra (stanziato nei territori della Perea) e la marina, impegnata nella difesa delle acque del Mediterraneo contro i pirati. Inoltre una politica di apertura allo straniero favoriva il consolidamento delle relazioni internazionali e, dunque, la centralità dell’isola in tema di traffici e scambi commerciali (Rodi fino al 167 a. C. restò il portofranco più importante del Mediterraneo, il punto di snodo centrale dei commerci tra Occidente e Oriente). In questo contesto di floridezza economica e benessere sociale, all’interno del quale gli stranieri capaci potevano conquistare posizioni di prestigio, si sviluppa in proporzioni eccezionali – uniche per il mondo antico – il fenomeno associativo, attestato dalle fonti epigrafiche a partire dalla fine del IV sec. a. C. Il fenomeno in sé è conosciuto e diffuso in tutto il Mediterraneo antico, in particolare nelle poleis (come Atene, Delo, Alessandria) la cui funzione di porto commerciale attirava folti gruppi di stranieri, ma esso assume a Rodi dimensioni senza confronti: nell’isola e nei territori della sua Perea è documentata la presenza, allo stato attuale dei rinvenimenti, di circa duecento koinà. La maggior parte di essi è rappresentata da associazioni di tipo “eranos”, ovvero gruppi organizzati e di carattere stabile, i cui affiliati, accanto ai cittadini, erano principalmente stranieri (epidamoi, meteci, schiavi) provenienti dai più importanti empori del Mediterraneo e dell’Egeo. Gli eranoi, i cui nomi derivano sostanzialmente da teonimi (in molti casi sono attestati nomi multipli) e da fondatori, presidenti o riformatori, avevano una struttura interna molto articolata, basata sul modello della polis: le cariche interne di presidente, tesoriere, vari archontes, epistati e di segretario venivano annualmente rinnovate dall’Assemblea di tutti i membri dell’associazione che approvava anche l’accettazione stessa di nuovi affiliati, previa constatazione delle qualità morali del candidato e giuramento sullo statuto del koinon. Una volta accolto, il nuovo iscritto doveva versare una quota fissa in denaro secondo le scadenze stabilite e, occasionalmente, era chiamato a partecipare volontariamente a sottoscrizioni, promosse dall’associazione, per coprire le necessità o le emergenze economiche del proprio eranos di appartenenza (i motivi potevano essere i più vari: dal bisogno di liquidità per l’acquisto o la ristrutturazione di sedi e spazi comunitari all’allestimento di adeguate onoranze funebri per soci di spicco; la sottoscrizione volontaria era un sistema, praticato anche dalla polis, per fronteggiare spese improvvise di qualsiasi tipo); naturalmente il denaro donato, secondo le possibilità di ciascuno, non era reso, bensì dato a titolo di doreà. Spesso la composizione dell’associazione era mista, ovvero vi partecipavano sia stranieri residenti che cittadini; il koinon, secondo la legge della polis, diversamente dagli stranieri in quanto singoli, aveva il diritto di acquistare beni immobili come case (ad uso di sede), terreni ove intraprendere attività agricole o edifici ad uso commerciale, purché i guadagni ricavati costituissero capitale sociale e non individuale; ancora, molte associazioni, specialmente quelle con un gran numero di affiliati, possedevano spazi circoscritti nelle necropoli dove seppellire i propri soci e dove celebrare vere e proprie festività di carattere funerario. La maggior parte delle iscrizioni in nostro possesso rivelano che una delle attività fondamentali dei koinà era quella onoraria, ovvero la possibilità di decretare onori ufficiali a cittadini importanti o membri del gruppo per le occasioni più varie; tale partecipazione consisteva nell’acquisto di corone e nella collocazione di stele onorarie a spese dell’associazione. Tale consuetudine, quando destinata a politici di spicco (non necessariamente affiliati dell’associazione), rivela uno stretto legame esistente tra le associazioni private e la polis, entrambe le quali traevano reciprocamente grandi vantaggi sia di natura economica che in termini di visibilità sociale. Gli eranoi, a differenza degli altri tipi di associazione (come quelle dei veterani, dei giovani legati al ginnasio, dei gene, dei magistrati o dei sacerdoti) disponevano di capitali ingenti, provenienti sia da quote associative e donazioni che dagli introiti delle attività esercitate in comunità; essi rappresentavano dunque una garanzia di ricchezza e protezione sia per gli affiliati (spesso appunto stranieri che, diversamente, non avrebbero potuto investire in beni immobili né conquistare ruoli importanti i società) che per la polis, la quale beneficiava della loro prosperità non soltanto in termini finanziari - se si pensa, ad esempio, ai contributi privati delle associazioni per la costruzione di edifici pubblici o per l’allestimento di festività che chiamavano commercianti da tutto il Mediterraneo – ma anche in vista di rapporti politici con altre città, che avrebbero accordato la loro preferenza a Rodi sotto l’aspetto commerciale, garantendole un continuo afflusso di ricchezza e il sostegno per il mantenimento di una politica di neutralità. Concludendo, il fenomeno associativo rodio, oltre alle conseguenze più evidenti legate ai risvolti economici, deve la sua ampia diffusione a molti altri fattori, primi fra tutti al rapporto di stretta reciprocità e collaborazione con la polis e alla sua versatilità nel rendersi parte integrante e necessaria della società rodia; i koinà non erano comunità indipendenti o estranee alla compagine sociale i cui interessi rimanevano “privati” e limitati ai soli soci, bensì il collante tra cittadini e stranieri che creava una forte osmosi da cui tutti, polis compresa, traevano vantaggi di ogni tipo.
XX Ciclo
1979
Bandini, Matteo. "Modellazione fisico-matematica di fenomeni aerodinamici associati al volo in formazione di uccelli migratori". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5553/.
Texto completoAhlbin, Oskar y Marcus Svensson. "Kommersialism, mer än bara ett fenomen : En studie av kommersialismen inom svenska herrelitföreningar och om den miljö de verkar i, i förhållande till yttre partners". Thesis, Linnéuniversitetet, Institutionen för idrottsvetenskap (ID), 2020. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:lnu:diva-96557.
Texto completoAbstract The purpose of the study is to investigate the dependence of associations on external organizations. At the same time highlight the sports associations' use of commercial activities and how it affects their finances. The study will also discuss the advantages and disadvantages that the surveyed associations see with the incorporation of sports associations, as the sports associations world is moving towards a more corporate-like approach. The study is rooted in the uncertain environment that is formed when commercialization and the non-profit ideal are set against each other within Swedish sports. Research agrees that sport needs to strike a balance between commercialization and the non-profit ideal. On the other hand, there is disagreement as to whether commercial revenue is about profit maximization or utility maximization. Resource Dependence Theory is used to explain how organizations reduce their dependence and uncertainties in the environment they operate in relation to external partners. The method applied is a mixture of quantitative and qualitative research, through a questionnaire containing questions in a mixture of survey and semi-structured interview questions. Sixteen respondents participated in the study. The study shows that elite sports associations find that collaboration with external organizations is something to strive for, but that it also creates a dependency on these external organizations. It also appears that the dependency is unchanged regardless of the form of association.
Asensi, Moisés Isabel. "Les bandes de música a Sant Carles de la Ràpita a partir de mitjans del segle XIX". Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2016. http://hdl.handle.net/10803/382642.
Texto completoLa tesis doctoral que se presenta muestra la larga tradición de bandas de música locales que ha habido en Sant Carlos de la Rápita. Desde el último tercio del siglo XIX con la presencia de dos bandas de música en la población, se han ido sucediendo este tipo de agrupaciones. Una de estas primeras bandas estaba dirigida por Tomàs Pujol Companyó, un torrero que había adquirido sus conocimientos musicales en el ejército. El año 1887 una crónica de fiestas mayores califica la presencia de la banda de música en una ubicación determinada de la plaza de toros como inveterada, término que designa una costumbre muy arraigada. A finales del siglo XIX y principios del XX, también hay noticias de la contratación ocasional de bandas, coblas o grupos de dulzaina y tamboril de poblaciones vecinas para dar aún más brillo a las fiestas. Antes de la Guerra Civil Española se tiene testimonio de multitud de bandas en la localidad: la banda dirigida por el maestro Leopoldo, que era molinero; la dirigida por el secretario del Ayuntamiento, el maestro Higinio Domingo Romeu; y la banda del sindicato agrícola que dirigía el maestro Montfort, de profesión relojero. Todas ellas amenizaron las fiestas en alguna ocasión. Contemporánea a la banda del sindicato agrícola, hubo la banda vinculada al sindicato Sant Telmo, y el director Leopoldo Segarra. Desgraciadamente con la guerra la actividad de las bandas locales se paraliza. El interés del consistorio y la buena disposición del maestro Guillermo Cantallops Barceló, el cual llegó a la localidad desde Mallorca destinado como maestro de la Escuela Nacional Graduada, serán fundamentales para recuperar la actividad bandística. Se contactó con los músicos de las antiguas agrupaciones, se formaron nuevos músicos, se compraron instrumentos y la banda salía de nuevo a la calle por fiestas mayores el año 1944. Aunque la banda había empezado siendo municipal, al cabo de un tiempo se creó la Agrupación Musical Rapitense (AMR) para velar por sus intereses. Diferentes maestros se han sucedido en el cargo de director de la banda: Sixto Mir Baldrich, Joaquín J. Amela Guillot, José Pascual Sanchiz, Rafael Cárcel Pinach, Vicent Sunyer Garcia, Josep Fuster Martinez, Vicente Jorge Adriá, Enric Naval Llorca y Antoni J. Alburquerque Subirats. Todos ellos aportaron su experiencia a la banda local, consiguiendo mejorar con el tiempo la cultura musical de la localidad. La entidad ofrecía formación a las personas que estuvieran interesadas en tocar en la banda. En un principio, el propio director era el maestro de la escuela y poco a poco se fue ampliando el número de profesores hasta llegar a los quince actuales. La construcción de la escuela de música actual es uno de los hitos conseguidos más importantes en la larga historia de la AMR y ha permitido dar respuesta a la fuerte demanda de enseñanza musical de la población. La banda de la AMR con el resto de bandas de la comarca, evidencian el fuerte arraigo que este tipo de agrupación tiene en el territorio. Algunos de los elementos que explican este movimiento son: la importancia de su funcionalidad amenizando todo tipo de actos civiles y religiosos; la proyección de la localidad en el exterior; su labor de cohesión social con grupos heterogéneos; el fomento de la cultura y el gusto por la música. Este fuerte fenómeno bandístico ha sido común en otras zonas del mundo, sirviendo la ciudad de Edimburgo y sus poblaciones vecinas para analizar las similitudes y diferencias con la banda de la AMR.
This thesis presents the long tradition of the banding movement in Sant Carles de la Ràpita. Since the last third of the 19th century, when two wind bands co-existed in the locality, several musical groups have maintained this movement alive. Tomàs Pujol Companyó was the conductor of one of the first local bands in the town. He learned music in the army and after serving his duties, became a lighthouse keeper in Sant Carles de la Ràpita. In 1887, a newspaper covering the local festivals stated that the band was playing in the inveterate place of the stands of the bullring. This term refers to a firmly established habit. In the late 19th and early 20th centuries, other news explain that wind bands, cobles and musical groups with dolçaina and tabal were hired to give more importance to the local festivals. Before the Spanish Civil War, several local wind bands played in the festivals of the town: the band conducted by Leopoldo, a miller; the band conducted by Higinio Domingo Romeu, the secretary of the city council; and the band of the agricultural union conducted by Montfort, a watchmaker. Contemporary to this last band, there was a second band of the union of Sant Elm, and a conductor called Leopoldo Segarra. Unfortunately, the war stopped the banding movement in the town. Some years later, the interest of the city council and the willingness of Guillermo Cantallops Barceló were fundamental to recover the banding activity in the town. Guillermo was an educator from Mallorca that arrived to work as a teacher in the National Graduate School of the town. Musicians from old groups were contacted, new musicians were taught, instruments were bought, and finally the band marched again for the local festivals of 1944. Although the band originally started as a municipal band, very soon the Agrupació Musical Rapitenca (AMR) was founded to protect the interests of the band. Since then, several conductors have directed the band: Sixto Mir Baldrich, Joaquín J. Amela Guillot, José Pascual Sanchiz, Rafael Cárcel Pinach, Vicent Sunyer Garcia, Josep Fuster Martinez, Vicente Jorge Adriá, Enric Naval Llorca and Antoni J. Alburquerque Subirats. All of them contributed with their experience to the success of the band, progressively improving the musical culture of the town. The entity offered musical lessons to anyone interested in joining the wind band. At the beginning, the conductor of the band was in charge of teaching these students. Gradually, the number of teachers increased until reaching fifteen teachers nowadays. The current building of the School of Music is one of the main achievements in the history of the AMR, allowing to offer enough music classes to the high demand in the town. The wind band of the AMR together with the other local bands are a clear evidence of the strong roots of these musical groups in the territory. Some of the elements that explain this movement are: the importance of its functionality entertaining civil and religious events; the projection of the town abroad; cohering heterogeneous social groups; the promotion of culture and taste for music. This strong movement is common in other places around the world. The bands in Edinburgh and its surroundings will serve to identify the main similarities and differences with the band of the AMR.
Houda, Přemysl. "Folk jako společenský fenomén v čase tzv. normalizace". Doctoral thesis, 2011. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-299596.
Texto completoLibros sobre el tema "Fenomeno associativo"
Marano, Venerando. Il fenomeno associativo nell'ordinamento ecclesiale. Milano: A. Giuffrè, 2003.
Buscar texto completoRivetti, Giuseppe. Il fenomeno associativo nell'ordinamento della Chiesa tra libertà e autorità. Milano: Giuffrè, 2008.
Buscar texto completoTeresa, Maiullari Maria y Fondazione Luigi Einaudi, eds. Storiografia francese ed italiana a confronto sul fenomeno associativo durante XVIII e XIX secolo: Atti delle giornate di studio promosse dalla Fondazione Luigi Einaudi (Torino, 6 e 7 maggio 1988). Torino: Fondazione Luigi Einaudi, 1990.
Buscar texto completoConference, International Association for Scandinavian Studies Study. Modernismen i skandinavisk litteratur som historisk fenomen og teoretisk problem: Foredrag på den XVIII Studiekonferanse i International Association for Scandinavian Studies (IASS), arrangert av Nordisk institutt, Universitetet i Trondheim 29. juni-3. august 1990. [Trondheim]: Nordisk institutt, AVH, Universitetet i Trondheim, 1991.
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