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Literatura académica sobre el tema "Estetica e filosofia dell'arte in Russia"
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Artículos de revistas sobre el tema "Estetica e filosofia dell'arte in Russia"
Marchetti, Luca. "La filosofia dell'arte di Arthur C. Danto. Alcune traduzioni recenti". PARADIGMI, n.º 3 (diciembre de 2010): 163–72. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003012.
Texto completoMazzoni, Augusto. "Manifestarsi dell'arte". De Musica, 13 de febrero de 2023. http://dx.doi.org/10.54103/2465-0137/18030.
Texto completoTesis sobre el tema "Estetica e filosofia dell'arte in Russia"
Pizzati, Ilaria <1988>. ""The Artworld". Il mondo dell'arte contemporanea tra filosofia ed istituzioni". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4372.
Texto completoLacchin, G. "Immagini dell'antichità nella filosofia dell'arte di Stefan George : Forma, riflessione e techne artistica". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2004. http://hdl.handle.net/2434/141884.
Texto completoMarcuzzo, Francesco <1996>. "Arte e filosofia dell'arte: il pensiero di Arthur C. Danto e le sue conseguenze, tra Dickie e Margolis". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21528.
Texto completoCampana, Francesco. "La filosofia hegeliana della letteratura". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3427245.
Texto completoL’oggetto del presente lavoro è la filosofia hegeliana della letteratura e l’obiettivo che ci si prefigge è quello di interpretare la concreta produzione letteraria contemporanea, attraverso i concetti della ‘filosofia della letteratura’ del pensatore tedesco. Si intendono dimostrare due tesi: 1. La letteratura non va incontro alla ‘fine dell’arte’ nello stesso modo in cui accade per le altre arti. La forma d’arte letteraria sembra infatti avere, in sé, gli elementi capaci di resistere a un mutamento irreversibile del proprio status. La letteratura, tra le arti, sembra l’arte che più resiste agli stravolgimenti, perché ha in sé, forse da sempre, i germi della sua ‘fine’. 2. Nella produzione letteraria contemporanea, è possibile vedere realizzate alcune delle tendenze che rispondono ai caratteri dell’opera d’arte letteraria, così come veniva teorizzata da Hegel, nell’interpretazione che verrà qui proposta della sua ‘filosofia della letteratura’. La prima parte dell’elaborato è dedicata alla discussione della letteratura critica sulla filosofia hegeliana dell’arte e sulla filosofia hegeliana della letteratura. Viene affrontato il problema dell’’attualizzazione’ nella contemporaneità di una filosofia del come quella di Hegel. Si cercano di individuare le modalità, i limiti e le potenzialità di una interpretazione del presente attraverso il pensiero hegeliano. La questione dell’attualità è strettamente legata a quella della modernità e della contemporaneità. Si approfondisce quindi il concetto di modernità, come è stato inteso da Hegel. Hegel, infatti, ha fornito gran parte della cornice concettuale all’interno della quale noi pensiamo il moderno. La seconda parte dell’elaborato è dedicata all’analisi della ‘filosofia della letteratura’ di Hegel. Si analizzano, in primo luogo, le caratteristiche che il pensiero sulla letteratura ha in Hegel. La ‘filosofia della letteratura’ hegeliana è una filosofia costituita da una dimensione teorica, critica e storica. Si passa poi a individuare il ruolo dell’arte nel sistema hegeliano in generale e della letteratura in quello hegeliano delle arti. L’arte è la prima forma del sapere assoluto e occupa una posizione intermedia tra sensazione e pensiero. La letteratura, la ‘poesia’, in termini hegeliani è l’arte che più esprime, rispetto alle altre arti, il concetto di arte (aspetto normativo della letteratura) e, allo stesso tempo, per la sua posizione di confine e di vicinanza alle altre forme dello spirito assoluto, la migliore candidata a sperimentare la fine (aspetto eccedente). La poesia, infatti, utilizza la parola come suo mezzo espressivo. Questo la colloca in una posizione di stretta vicinanza con il quotidiano, la vita di tutti i giorni, da una parte, e le altre forme dello spirito assoluto, la religione e, soprattutto, la filosofia. La ‘poesia’ si trova così stretta tra la ‘prosa del mondo’ o ‘prosa del quotidiano’ e la ‘prosa della scienza’ o ‘prosa del pensiero’. Questi tre elementi, costituiranno la traccia per il modello di interpretazione della produzione letteraria contemporanea, presente nella terza parte. Ci si chiede quindi se la filosofia della letteratura hegeliana sia una teoria antiessenzialista e si indaga la possibilità di rinvenire, in Hegel, una teoria del romanzo. Si analizzano, infine, alcuni elementi e caratteri che caratterizzano l’arte nella modernità, per Hegel, in stretta relazione con la letteratura (umano; comico, ironico, umoristico; quotidiano). Nella terza parte viene proposta un’interpretazione ‘hegeliana’ della produzione letteraria contemporanea. Ci si sofferma sul dibattito riguardante la ‘fine’ della letteratura. Sulla base del modello tratto dalla ‘filosofia hegeliana della letteratura’, si individuano tre poli: la ‘poesia’, che è la letteratura in quanto arte; la ‘prosa del pensiero’, che è la tendenza della poesia a superare se stessa, attuando processi riflessivi e cerebrali; la ‘prosa del quotidiano’, che è invece la tendenza a far entrare il mondo reale nella ‘poesia’. A partire dalle analisi di critica letteraria degli ultimi anni, si individua quindi la ‘prosa del pensiero’ nella cosiddetta letteratura postmoderna ‘massimalista’ (Pynchon, Wallace, Bolaño); la ‘prosa del quotidiano’ nella cosidetta letteratura di ‘non-fiction’ (Capote, Carrére, Saviano). Poiché i poli delle due ‘prose’ non sono categorie rigide, ma campi di tensione entro cui vive la molteplicità concreta e complessa della letteratura, si individuano casi a metà strada che condividono elementi tratti dalle due tendenze (Franzen, Smith). In conclusione si evidenzia come questa struttura ‘prosa del quotidiano’- ‘poesia’-’prosa del pensiero’ costituisca, da una parte, il fatto che la poesia abbia in se stessa, come costitutivi, gli elementi della ‘fine’, dall’altra, il fatto che, proprio perché questa presenza è costitutiva, essa funge da resistenza contro una sua ‘fine’ irreversibile (inteso come mutamento strutturale del suo status).
Bonato, Matilde. "Primi tentativi di figurazione: l'inizio dell'arte nelle lezioni berlinesi di Hegel". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424292.
Texto completoL’analisi presentata in questo lavoro ha per oggetto l’interpretazione hegeliana dei primi momenti del darsi dell’evento artistico e cioè di quella forma d’arte che Hegel definisce simbolica. L’obiettivo della tesi è quello di definire quali siano le caratteristiche di tale forma artistica e quale sia il ruolo che essa gioca nello sviluppo dell’arte e nel più generale processo di conoscenza di sé da parte dello spirito. I testi su cui l’indagine si concentra risalgono al periodo berlinese di Hegel e sono, in primo luogo, le trascrizioni degli studenti presenti alle lezioni di filosofia dell’arte negli anni 1820/21, 1823, 1826, 1828/29 e, in secondo luogo, le edizioni berlinesi dell’Enciclopedia, le recensioni pubblicate da Hegel sulle riviste dell’epoca e l’ultima edizione del primo volume della Scienza della logica. Infine, per poter apprezzare l’evoluzione e le peculiarità che caratterizzano la matura concezione hegeliana dell’arte e del simbolo, la tesi offre un confronto di tale concezione con quella presente in alcuni testi risalenti al periodo di Jena, di Norimberga e di Heidelberg. Il primo capitolo è dedicato alla ricostruzione del contesto nel quale Hegel sviluppa la propria concezione dell’arte, la quale si distingue dalle altre teorie estetiche perché tripartita (essa è cioè divisa in: arte simbolica, arte classica, arte romantica). Più precisamente, l’analisi si sofferma ad analizzare gli elementi di originalità che caratterizzano la connessione posta da Hegel fra il concetto di simbolo e le produzioni artistico-culturali dei popoli orientali. Nel secondo capitolo, il binomio hegeliano simbolo-oriente viene approfondito in primo luogo attraverso l’analisi della definizione del concetto di simbolo offerta da Hegel nei paragrafi dedicati alla Psicologia nelle edizioni dell’Enciclopedia del 1827/1830 (e negli scritti ad esse preparatori) e, in secondo luogo, attraverso l’analisi della definizione della forma d’arte simbolica proposta nelle lezioni di Filosofia dell’arte berlinesi. Tale indagine mette in luce la complessità insita nella forma d’arte simbolica, la quale è pensata da Hegel come il succedersi di diversi momenti attraverso cui l’intelligenza guadagna una sempre maggiore determinazione del contenuto spirituale rispetto all’elemento naturale. Nel terzo capitolo si affronta la questione relativa alla fine dell’arte simbolica: tale forma artistica finisce prima o dopo del sorgere dell’arte classica? Al fine di rispondere a questa domanda, nel capitolo viene offerta un serrato confronto fra la forma d’arte simbolica e la forma d’arte classica, il quale ne mette in luce alcuni punti di analogia. Nel quarto ed ultimo capitolo la tesi relativa ad una possibile permanenza delle dinamiche simboliche nella forma d’arte classica viene verificata sulla base dell’effettivo avvicendarsi di opere d’arte descritto da Hegel. In conclusione viene considerata la possibilità di concepire il concetto hegeliano di arte simbolica come legato alla capacità umana di rompere con quanto è già noto e conosciuto e così rendere possibile il nuovo.
BOTTA, GIOVANNI. "JACQUES MARITAIN E GEORGES ROUAULT". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6440.
Texto completoThe research I conducted was made possible by a process of recovery of unpublished correspondence between Jacques Maritain and Georges Rouault. The fund Rouault-Maritain is currently located in the Archives of the Foundation Georges Rouault in Paris. The correspondence of Rouault is the result of a donation of Antoinette Grunelius Isabelle Rouault, coming in part from the Archives of Maritain Kolbsheim. The hard work of recovery of the matches, which lasted three years, was made possible thanks to the active assistance of the grandchildren of Rouault in Paris. The correspondence consists of 104 letters (some of these very long) and a smaller corpus of letters (30) between the Maritain and family Rouault. The first difficulty that the survey was required to decipher the handwriting of Georges Rouault, of difficult intelligibility. It is therefore repertoriata a grid to orient the morphology of the characters tend adopted by Rouault so as to favor the slow work of understanding. All letters have been cataloged chronologically and through an identification code. The letters are cited according to this code, and the context shows always the sender and the recipient. Another difficulty encountered is the syntactic structure of the correspondence is not clear and sometimes wrong; the speed and urgency are the recurrent features of the epistolary style of Rouault, at least against Maritain. This difficulty has therefore given rise to extra work that involved the whole family Rouault to provide a precise meaning to each letter. The third phase of the work has been to the contextualization of each letter by identifying the circumstances and implicit allusions. All this was accompanied by explanatory footnotes. For the case of the letters of Jacques Maritain, the situation was much smoother thanks to the well-known calligraphy clarity of the philosopher. The correspondence has unearthed new information has emerged that make substantial additions biographical and that illuminate many aspects of the fraternal relationship and friendship between Georges Rouault and Jacques Maritain and their respective families. The last part of the research is focused in the analysis of the correspondence and in the discovery of 4 convergence of poetic philosophical nature between Rouault and Maritain since the new aspects found in the biography and letters from their works.
BOTTA, GIOVANNI. "JACQUES MARITAIN E GEORGES ROUAULT". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6440.
Texto completoThe research I conducted was made possible by a process of recovery of unpublished correspondence between Jacques Maritain and Georges Rouault. The fund Rouault-Maritain is currently located in the Archives of the Foundation Georges Rouault in Paris. The correspondence of Rouault is the result of a donation of Antoinette Grunelius Isabelle Rouault, coming in part from the Archives of Maritain Kolbsheim. The hard work of recovery of the matches, which lasted three years, was made possible thanks to the active assistance of the grandchildren of Rouault in Paris. The correspondence consists of 104 letters (some of these very long) and a smaller corpus of letters (30) between the Maritain and family Rouault. The first difficulty that the survey was required to decipher the handwriting of Georges Rouault, of difficult intelligibility. It is therefore repertoriata a grid to orient the morphology of the characters tend adopted by Rouault so as to favor the slow work of understanding. All letters have been cataloged chronologically and through an identification code. The letters are cited according to this code, and the context shows always the sender and the recipient. Another difficulty encountered is the syntactic structure of the correspondence is not clear and sometimes wrong; the speed and urgency are the recurrent features of the epistolary style of Rouault, at least against Maritain. This difficulty has therefore given rise to extra work that involved the whole family Rouault to provide a precise meaning to each letter. The third phase of the work has been to the contextualization of each letter by identifying the circumstances and implicit allusions. All this was accompanied by explanatory footnotes. For the case of the letters of Jacques Maritain, the situation was much smoother thanks to the well-known calligraphy clarity of the philosopher. The correspondence has unearthed new information has emerged that make substantial additions biographical and that illuminate many aspects of the fraternal relationship and friendship between Georges Rouault and Jacques Maritain and their respective families. The last part of the research is focused in the analysis of the correspondence and in the discovery of 4 convergence of poetic philosophical nature between Rouault and Maritain since the new aspects found in the biography and letters from their works.
Nucci, Angela 1980. "Forma e consciência : o desenvolvimento do pensamento artístico-filosófico na obra de Kazímir Maliévitch". [s.n.], 2015. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/281222.
Texto completoTese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciências Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-26T21:06:08Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Nucci_Angela_D.pdf: 4545897 bytes, checksum: b757c0ee381a614e4de58b61e1dd3526 (MD5) Previous issue date: 2015
Resumo: A presente tese tem por objetivo discutir quais seriam as ligações entre o pensamento artístico-filosófico de Kazímir Sievierínovitch Maliévitch (1879-1935) ao longo dos anos de 1920 em relação aos debates da intelligentsia russa do início do século XX, especialmente aqueles ligados à tradição filosófico-mística. A preocupação de estudar Maliévitch frente a alguns de seus contemporâneos ocorre para entender o "sentido e o espírito" de um determinado período histórico e, embora as escolhas bibliográficas revelem interesse pela Filosofia russa, não se trata de uma tese centrada no âmbito da Filosofia, mas sim da História da Arte e suas ligações com a História Intelectual e a História Cultural. Ao longo de sua trajetória, Maliévitch fez uso de conceitos relacionados à tradição filosófica como intuição, mística, não-objetividade, infinito e transfiguração. Houve, portanto, a intenção de apresentar e discutir estes termos dentro de uma coerência interna que integrasse aspectos históricos e artísticos. Desconfiando da razão iluminista e das abordagens cientificistas do conhecimento, muitos pensadores russos viam na intuição, na individualidade criativa e no espírito o caminho para um conhecimento transcendente; pensamento perseguido pelo regime soviético, que no início de 1920 determinou a prisão e a deportação para o Ocidente de uma série de intelectuais russos. Dentre este grupo é possível citar alguns dos mais destacados pensadores russos do início do século XX, como Nikolai A. Berdiáev, Nikolai O. Losski, Pável A. Floriênski e Sierguéi N. Bulgákov. Estes filósofos retomavam alguns dos debates eslavófilos do século XIX e buscavam gerar novas discussões no campo filosófico, social e cultural, frente aos contextos pré e pós-revolucionários. A partir desse panorama, buscou-se pensar em um quadro mais amplo sobre os significados de algumas das questões abordadas por Maliévitch em seus tratados e em suas obras. Em um primeiro momento, buscou-se refletir sobre a produção pictórica pós-suprematista de Maliévitch, tanto no que diz respeito a sua ligação com a tradição popular e religiosa, quanto aos problemas e significados no contexto ideológico e artístico do período soviético. Um segundo ponto discutido, refere-se aos desdobramentos dos debates místicos no projeto artístico de Maliévitch, especialmente no período em que o artista viveu na cidade de Vitebsk, a qual acolheu pela mesma época figuras da importância de Mikhail M. Bakhtin e Pável N. Miedvédiev; estudiosos que estavam ligados a discussões e associações religiosas. Em um terceiro nível, a redação concentra-se no problema da representação artística e da livre criação no quadro da reconstrução social e de um "novo homem" no período em que existia um forte enfrentamento ideológico entre as correntes produtivistas, defensoras do desenvolvimento de uma "cultura material" e as correntes não-figurativas, nomeadas como "místicas" ou "subjetivas" por defenderem valores espirituais. Por fim, buscou-se evidenciar como a questão da representação artística na obra de Maliévitch, ligada ao reconhecimento de uma verdade dissociada da concepção objetiva da realidade, estava inserida em um conjunto de ideias que ganhou proporção suficiente para se tornar uma ameaça e ser diretamente combatido pelo regime soviético
Abstract: The present thesis aims to discuss what would be the connections between the artistic and philosophical thought of Kazimir Severinovich Malevich (1879-1935) along the 1920s compared to the debates of the Russian intelligentsia of the early twentieth century, especially those related to philosophical and mystical tradition. The concern of studying Malevich before some of his contemporaries is to understand the "meaning and the spirit" of a particular historical period, and although the bibliographic choices show interest in the Russian philosophy, it is not a thesis centered within the philosophy, but on Art History and its links to Intellectual History and Cultural History. Throughout his career, Malevich made use of concepts related to the philosophical tradition, such as intuition, mysticism, non-objectivity, infinite and transfiguration. Therefore, the intention was to present and discuss these terms within an internal coherence that integrates historical and artistic aspects. Distrusting enlightenment reason and scientistic approaches to knowledge, many Russian thinkers saw on intuition, creative individuality and spirit, the way to a transcendent knowledge; idea pursued by the Soviet regime, which in the early 1920s led to the arrest and deportation to the West of a number of Russian intellectuals. Among this group we can mention some of the most prominent Russian thinkers of the early twentieth century, as Nicolai A. Berdyaev, Nicolai O. Lossky, Pavel A. Florensky and Sergei N. Bulgakov. These philosophers retook some of the Slavophiles debates of the nineteenth century and sought to generate new discussions on philosophical, social and cultural fields, compared to pre and post-revolutionary contexts. From this background, we tried to think of a broader picture of the meanings of some of the issues addressed by Malevich in his treatises and in his works. At first, we tried to reflect on the pictorial production post-Suprematist of Malevich, both with regard to their connection with the popular and religious tradition, the problems and meanings in the ideological and artistic context of the Soviet period. A second point discussed refers to the unfolding of the mystics debates in the artistic design of Malevich, especially in the period in which the artist lived in the city of Vitebsk, which hosted the same time figures of the importance of Mikhail M. Bakhtin and Pavel N. Medvedev; scholars who were linked to discussions and religious associations. On a third level, the essay focuses on the problem of artistic representation and free creation in the context of social reconstruction and a "new man" in the period in which there was a strong ideological confrontation between the productivist currents, advocates the development of a "material culture" and the current non-figurative, named "mystical" or "subjective" for defending spiritual values. Finally, we sought to show how the issue of artistic representation in the work of Malevich, linked to the recognition of a dissociated truth of the objective conception of reality, was inserted into a set of ideas that gained sufficient proportion to become a threat and be directly fought by the Soviet regime
Doutorado
Historia da Arte
Doutora em História
FRANCHIN, GLENDA. "L' arte del volto. Per un'antropologia dell'immagine". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/628.
Texto completoIf human body represents the border of the self as regards the external world and the other people, human face is the area of our body in which we can find the mark of our individuality. No other area of our body is as much suitable to mark out our individuality and give us social distinctiveness. With its permanent expressiveness and its ability to show infinitesimal changes, human face is essential to save the individual from the undifferentiated and to preserve human uniqueness. Face has meaning and sense, but its signification process can’t be closed. It goes beyond face itself, given that face is an area of configuration of a sense which bases itself on a mode which can be called “mid-say”: it leaves something unsaid, keeps on saying the same things but always halfway, reveals that something is hidden and makes this evident. Our face is a limited area with an unlimited spread (apertura, distensione) which can’t be eliminated - dynamism of opening and closing.
FRANCHIN, GLENDA. "L' arte del volto. Per un'antropologia dell'immagine". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/628.
Texto completoIf human body represents the border of the self as regards the external world and the other people, human face is the area of our body in which we can find the mark of our individuality. No other area of our body is as much suitable to mark out our individuality and give us social distinctiveness. With its permanent expressiveness and its ability to show infinitesimal changes, human face is essential to save the individual from the undifferentiated and to preserve human uniqueness. Face has meaning and sense, but its signification process can’t be closed. It goes beyond face itself, given that face is an area of configuration of a sense which bases itself on a mode which can be called “mid-say”: it leaves something unsaid, keeps on saying the same things but always halfway, reveals that something is hidden and makes this evident. Our face is a limited area with an unlimited spread (apertura, distensione) which can’t be eliminated - dynamism of opening and closing.
Libros sobre el tema "Estetica e filosofia dell'arte in Russia"
Franzini, Elio. Estetica e filosofia dell'arte. Milano: Guerini studio, 1999.
Buscar texto completoCorda, Mario. Filosofia estetica e critica dell'arte. Rho, Milano: Gruppo Edicom, 1998.
Buscar texto completoGiommoni, Marco. La motivazione del giudizio artistico: Estetica e filosofia dell'arte. Padova: CLEUP, 2010.
Buscar texto completoCarlo, Mazzantini. L' estetica di Benedetto Croce e la filosofia dell'arte di Giovanni Gentile. Torino: Cooperativa L'Arca, 1995.
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