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Paganelli, Matteo. "La leggerezza della concretezza e dell'esperienza: incontro con il Dr. Mario Marazzi". IPNOSI, n.º 2 (enero de 2023): 79–83. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2022-002007.

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Abbiamo realizzato questa intervista con il Dott. Mario Marazzi, parlando di lui, della sua esperienza nella Scuola di Ipnosi Ericksoniana (SIIPE) e presso la Società Italiana di Ipnosi. Abbiamo parlato del suo lavoro e della sua esperienza con l'ipnosi, anche nel tempo della pandemia.
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Comberiati, Daniele. "La colonia cinese: Le rappresentazioni culturali e letterarie della Concessione italiana di Tientsin nella letteratura e nella cultura italiana del Novecento". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, n.º 3 (10 de agosto de 2014): 398–410. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814540421.

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Pur essendo stata breve e marginale rispetto alle altre esperienze coloniali, la Concessione italiana di Tientsin (1901–1947), unica esperienza di colonizzazione italiana in Asia, è interessante per le particolari dinamiche di decostruzione e ricostruzione dell’identità nazionale di cui è stata portatrice. Attraverso lo studio delle rappresentazioni letterarie e culturali di cui è stata oggetto (dai romanzi tardo-futuristi del collettivo marinettiano de I Dieci fino al fumetto Shanghai Devil di Gianfranco Manfredi, passando per le autobiografie degli ufficiali e per i testi degli esploratori, senza dimenticare di motivare “l’assenza” della Concessione italiana di Tientsin negli scritti sulla Cina degli scrittori degli anni Sessanta), la concessione cinese può, infatti, rappresentare una sorta di “laboratorio del colonialismo”, dove più evidenti sono le contraddizioni e i conflitti della presunta omogeneità nazionale. Nell’articolo, attraverso un’analisi diacronica e grazie all’apporto delle teorie postcoloniali e degli studi sulla razza, si passano in rassegna non solo i testi letterari su Tientsin, ma anche le dinamiche orientaliste e le rappresentazioni della razza e dell’identità italiana che essi mettono in gioco.
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De Ioris, Daniela y Paolo De Pascali. "L'energia nella pianificazione urbana: la singolare esperienza italiana". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 111 (marzo de 2015): 75–107. http://dx.doi.org/10.3280/asur2014-111004.

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Tolentino Quiñones, Hermis. "USO DELLA CANZONE NELLA CLASSE DI LINGUA E CULTURA PER SVILUPPARE LA COMPETENZA SOCIOCULTURALE". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 681–713. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17163.

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Il presente articolo ha come obiettivo descrivere l’importanza dell’uso della musica nei corsi di lingua e cultura italiana per sviluppare non solo la competenza linguistica-comunicativa ma anche per sviluppare la competenza socioculturale e incentivare negli studenti, attraverso l’ascolto della canzone e l’analisi del testo, la riflessione critica in relazione alla propria esperienza e a quello che accade nella sfera sociale. In questo senso, il lavoro segue la metodologia della ricerca azione e in questo senso, si sono didattizzate quattro canzoni che sono state applicate nei corsi di lingua e cultura italiana presso un Istituto Italiano di Cultura e un’Università peruviana. I risultati ottenuti sono molto positivi perché permettono di evidenziare che la canzone può essere uno strumento autentico ricco di elementi linguistici, ma soprattutto è molto motivante e che è apprezzato positivamente dagli studenti. Con l’applicazione delle Unità di Apprendimento si conclude che la canzone è utile per affrontare aspetti sociali e riflettere sulla propria realtà e sulla propria esperienza di vita facendo parlare gli studenti su quello che pensano e vivono. Use of song in the language and culture classrooms to develop socio-cultural competence This article describes the importance of the use of music in Italian language and culture classes in order to develop not only linguistic-communicative competence but also socio-cultural competence. Through listening to songs and analyzing the texts, critical reflection in relation to the students’ own experiences and what happens in the social sphere was stimulated. Following action research methodology, four songs were taught in Italian language and culture courses at an Italian Cultural Institute and a Peruvian University. The results obtained were very positive because they highlighted how songs can be authentic tools rich in linguistic elements, but above all it was very motivating and appreciated by the students. In implementing the Learning Units, we concluded that songs were useful for addressing social aspects and reflecting on one's own reality and life experience by having students talk about their thoughts and experiences.
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Kavadias, Korey, Riccardo Amorati y John Hajek. "UNDERSTANDING UNIVERSITY STUDENTS’ EXPERIENCES OF ITALIAN LANGUAGE STUDY AT PRIMARY SCHOOL AND REASONS FOR DISCONTINUATION INTO SECONDARY STUDY IN AUSTRALIA". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (26 de julio de 2022): 291–307. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18179.

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This study explores Australian university students’ experiences of Italian language study in primary school. It aims to understand the reasons why they may not continue with Italian in the transition to secondary education. The findings showed that while students enjoyed Italian language education overall at primary level, they were critical [1]about many aspects associated with their learning experience, particularly their teachers, and their own learning progress, which was hindered by limited contact hours and repetitive and insufficient content covered. However, these factors were not found to be salient in accounting for discontinuation into secondary school, which was instead caused mainly by the lack of provision of Italian at that level and, for some students, also by perceptions of scarce preparedness for secondary study and limited practical applicability of Italian. This study suggests that efforts should be made to ensure coordinated provision of Italian language study between primary and secondary, and that curricula should be reframed to include more contact hours and to reduce unnecessary repetition in content. Capire le esperienze di studenti universitari nello studio della lingua italiana alla scuola primaria e le ragioni della sua interruzione nella scuola secondaria in Australia Questo studio esplora le esperienze di studenti universitari australiani relative allo studio della lingua italiana nella scuola primaria. L’obiettivo è di comprendere i fattori che portano all’abbandono dell’italiano nel passaggio alla scuola secondaria. I risultati hanno mostrato che nonostante gli studenti abbiano apprezzato lo studio della lingua nella scuola primaria, sono stati critici su molti aspetti legati alla loro esperienza, in particolare i loro insegnanti, e i loro progressi di apprendimento, che sono stati ostacolati da ore di insegnamento limitate e da contenuti didattici ripetitivi e insufficienti. Tuttavia, questi fattori non sono risultati centrali per spiegare l’abbandono dell’italiano nella scuola secondaria, che è stato invece causato principalmente dalla mancanza di offerta della lingua a quel livello e, per alcuni studenti, anche dalla percezione di una scarsa preparazione allo studio secondario nonché di una limitata spendibilità dell’italiano. Questo studio suggerisce che è necessario assicurare un’offerta coordinata di studio della lingua italiana tra la scuola primaria e secondaria, e che i curricula scolastici dovrebbero essere modificati in modo da includere più ore di insegnamento della lingua e ridurre inutili ripetizioni contenutistiche.
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Deiana, Igor, Stefania Malavolta y Carla Marulo. "LA A23 SI RACCONTA: UNA VOCE PER CHI INSEGNA NELLA CLASSE DI CONCORSO DI LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 1–12. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17126.

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Malgrado la creazione della classe di concorso A23 abbia rappresentato un riconoscimento istituzionale per l’italiano L2 nella scuola, sembra che rispetto a quanto atteso ben poco sia cambiato. Infatti, pur essendo gli unici insegnanti della scuola italiana che sulla base di titoli ed esperienza possono essere considerati competenti in italiano L2, le e i docenti A23 costituiscono una piccola minoranza del corpo docente in servizio e sono stati assegnati esclusivamente ai CPIA. Visto che i CPIA sono l’unica scuola in cui al momento le e i docenti A23 lavorano, l’evento A023: un confronto di esperienze organizzato in occasione di FIERIDA 2021 è stata un’importante occasione che ha permesso di sondare l’attuale situazione di questa classe di concorso. L’iniziativa, inoltre, oltre a evidenziare problemi e criticità, ha permesso la condivisione di buone pratiche e la proposta di azioni costruttive. Dopo una breve presentazione di FIERIDA e di A023: un confronto di esperienze, il contributo si propone di fare un punto sul ruolo che le e i docenti A23 hanno nei CPIA attraverso le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’iniziativa. Sempre grazie alle osservazioni fatte dalla platea partecipante, sono presentate una serie di proposte attuabili e concrete per un migliore impiego della professionalità di questi docenti nei CPIA e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A23 tells her story: a voice for those who teach Italian language for foreign language learners Although the recruitment of A23 teachers (Lingua italiana per discenti di lingua straniera) can be considered a key moment for the institutional recognition for Italian L2 in school, it seems that very few things have changed compared to what was expected. In fact, even if since the school year 2017/2018 teachers that had successfully completed a structured course on teaching Italian as a second language have been included in the Italian public-school staff, nowadays it is evident that A23 teachers constitute a small minority of the teaching staff in service and have been assigned exclusively to the CPIA. Since the CPIAs are the only school where the A23 teachers currently work, the webinar “A023: un confronto di esperienze” organized during FIERIDA 2021 was an important opportunity that allowed to probe the current situation of these teachers. The webinar not only highlighted problems and criticalities, but also allowed the sharing of good practices and the proposal of constructive actions. After having briefly described FIERIDA and the aims and structure of the webinar, this paper focuses on the role that A23 teachers have in the CPIA. Furthermore, thanks to the observations made by the participating audience, in the second part of the paper we present a series of feasible and concrete proposals aimed to improve the quality of Italian L2 teaching in CPIA.
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Grillo, Valeria y Maria Pia Gagliardi. "Verso una dimensione inclusiva degli alunni diversamente abili nella scuola: presentazione di un percorso formativo orientato al modello Skills for Life". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (diciembre de 2012): 93–114. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003006.

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La presente esperienza si riferisce a un intervento formativo effettuato nel quadro del Piano Formativo Ministeriale "I CARE" previsto per gli anni 2007/2008-2008/2009, mirato all'"inclusione degli alunni diversamente abili, e finalizzato a realizzare un'effettiva dimensione inclusiva della scuola italiana". L'intervento nasce sulla base della richiesta di consulenza avanzata da alcuni docenti, che avevano gia collaborato con la Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute (SSPS) dell'Universita Sapienza di Roma in un progetto, commissionato dal MIUR e mirato all'adattamento italiano del modello formativo Skills for Life (SfL). Hanno partecipato al percorso di formazione circa 60 insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. La metodologia, in linea con il modello adottato, insiste sullo sviluppo delle competenze psicosociali, sul coinvolgimento sistemico di tutte le componenti della scuola, sull'importanza dell'andamento processuale e ricorsivo delle varie iniziative che le componenti stesse intendono promuovere. Nello specifico gli autori mirano alle seguenti finalita: documentare il percorso, evidenziando fasi e passaggi peculiari del processo formativo attivato; comprovare l'efficacia e l'adattabilita del modello SfL alla complessita e mutevolezza del contesto educativo scolastico chiamato, in questo caso, a realizzare una dimensione inclusiva degli alunni diversamente abili; verificare, attraverso la sperimentazione, il valore propedeutico del modello nelle numerose e differenti iniziative di promozione della salute nella scuola italiana. La positivita di questa esperienza e testimoniata non solo dal significativo consenso degli insegnanti, ma anche dal riconoscimento formale (premio "GOLD") da parte della Regione Toscana.
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Averna, Marta. "Tra sogno e realtà. Identità d’Italia". Italian Canadiana 36, n.º 1 (3 de octubre de 2022): 43–64. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v36i1.39385.

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Il concetto di italianità ha due facce, è sia “la coscienza di sentire l’appartenenza alla civiltà, alla storia, alla cultura e alla lingua italiana,” che passa attraverso l’ordinario, i gesti quotidiani di chi emigra e stabilisce una relazione diretta con un paese e una cultura diversi, sia l’insieme delle caratteristiche identitarie nella percezione dell’Italia, riferito a oggetti ed esperienze altri, straordinari, che rendono desiderabile essere secondo il canone dell’italianità. Negli anni ’50 l’Italia prova a ridefinirsi dopo gli anni bui della guerra e del fascismo: i vettori che testimoniano questo cambiamento sono oggetti, arredi, opere d’arte e architetture, raccontate o esperite, come sui transatlantici, disegnati in tutti loro tratti come ambasciatori mobili d’Italia. All’esperienza diretta si affianca il racconto, sulle pagine delle riviste e nelle raffinate brochure pubblicitarie, che proprio nello sfalsamento tra vita reale ed esperienza immaginata, costruisce la narrazione di un paese mitico, accattivante, finalmente moderno e rinnovato.
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Bigatti, Giorgio. "Migranti. Lavoro, genere, politica nell'esperienza dell'emigrazione italiana nel Novecento. Presentazione". SOCIETÀ E STORIA, n.º 127 (julio de 2010): 97–100. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127004.

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Le ricerche pubblicate nella sezione Orientamenti e dibattiti di questo fascicolo sono dedicate all'emigrazione italiana nella seconda metÀ del novecento, un periodo finora poco praticato dalla storiografia sull'argomento. I saggi - pur nella varietÀ delle metodologie di indagine e dei temi, incentrati su varie destinazioni migratorie, tanto in Italia che all'estero - presentano alcune costanti: in primo luogo l'esigenza comune di indagare la storia dell'emigrazione come strumento di comprensione dei meccanismi di costruzione della societÀ italiana contemporanea; inoltre il ritorno alla storia delle istituzioni dell'emigrazione, l'utilizzo estensivo delle testimonianze dirette dei protagonisti dell'esodo e, attraverso la loro esperienza personale, la costruzione dell'identitÀ migrante.
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Gambino, Silvio. "Democrazia rappresentativa e populismo: riflessioni sull'esperienza italiana nell'ottica comparatistica. Una "democrazia assediata" che muove verso la ‘democrazia illiberale'?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (enero de 2021): 5–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002001.

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"Rappresentanza politica" e "sovranità popolare" si offrono al costi-tuzionalista come le due principali tematiche teoriche che aiutano a qualificare le manifestazioni istituzionali/costituzionali ormai bisecola-ri della democrazia liberaldemocratica moderna, che ritrova le pro-prie origini storiche negli eventi rivoluzionari francesi di discontinuità con lo Stato assoluto e il proprio sviluppo nelle forme della democra-zia sociale e partecipativa del costituzionalismo del secondo dopo-guerra. La riflessione proposta al lettore muove dal modello costitu-zionale italiano - che si propone come fortemente innovativo in ragio-ne della valorizzazione della sovranità popolare e delle forme politiche del suo esercizio (incentrate sul ruolo centrale svolto dal concorso partecipativo dei partiti politici alla determinazione della politica na-zionale) - per coglierne, nel seguito, l'evoluzione osservabile nell'ambito della vita democratica interna agli stessi e con riguardo al condizionamento concreto delle istituzioni pubbliche da essi svolto. È in tale prospettiva che il contributo si ripropone due interrogativi, chiedendosi, dapprima, se sia possibile - nel quadro della trasforma-zione e della crisi dei partiti - una ‘democrazia senza partiti', e per in-terrogarsi successivamente - in una prospettiva di analisi di tipo com-paratistico aperta ai Paesi di democrazia pluralista al di qua e al di là dell'Oceano - se gli interventi sugli istituti della democrazia costitu-zionale (anche di tipo manipolativo) non dischiudano scenari preoc-cupanti di una ‘democrazia assediata' che si conforma viepiù nel tem-po alle esperienze di ‘democrazia illiberale' (nella esperienza italiana, allo stato, solo statu nascenti).
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Garano, Stefano. "L’urbanistica riformista nella complessa situazione italiana". Ciudades, n.º 18 (8 de noviembre de 2017): 143. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.143-162.

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La riforma urbanistica ha iniziato a svilupparsi in Italia attraverso la redazione di Piani che avevano come obbiettivo quello di sostitutire il “modello urbano basato nella rendita immobiliare” con nuove proposte impegnate nella lotta contro la produzione di questa “rendita”, promozionando un nuovo “modello urbano” maggiormente equo. Questa riforma urbanistica doveva anche svilupparsi attraverso un percorso legislativo, emanando leggi che a tutti i livelli amminstrativi stabilissero le regole da seguire. In questo modo, torniamo a proporre la giá tradizionale relazione urbanistica-politica: l’urbanistica come disciplina che concerne la gestione del piano e la politica come modo di agire civile che rende imprescindibile un governo della cittá che promuove la riforma intrapresa. Entrambe le categorie, gestire un piano in stretta vincolazione con una forma di governare la cittá, constituisco due degli aspetti alla quale si rivolge la riforma urbanistica. Si espone il caso di Roma come esperienza maggiormente rilevante, anche come fallimento, che tuttavia non ci fa perdere la speranza nella riforma intrapresa.
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Caramori, Alessandra Paola, Marlon Da Fonseca Misceno de Araujo y Suelen Najara de Mello. "Curso Preparatório para Exames de Proficiência de Italiano: os desafios e as possibilidades de valutare a distanza". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 14. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70727.

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RESUMO: A internacionalização tem cada vez mais papel de destaque na educação já que ela se coloca como um processo imprescindível e um desafio para as universidades. Contudo para que as universidades realizem com êxito esta ação, estas precisam se capacitar para isso. Surge, a partir dessa necessidade, o desenvolvimento de projetos e convênios que visem o ensino-aprendizagem de línguas estrangeiras que estejam contempladas nos editais de internacionalização, vide Capes PrInt, e parcerias com segmentos internacionais, vide Memorando de Acordo entre a Embaixada Italiana e as Universidades Brasileiras participantes da Rede Andifes Idiomas sem Fronteiras. Somado a isto, a crescente procura por editais e bolsas de pesquisas em universidades italianas fez nascer na Rede Andifes-IsF das Universidades Federal de Santa Maria (UFSM) e Federal de Viçosa (UFV) o desejo de ampliar a atuação e impacto no meio acadêmico e, ao considerar o atual contexto e possibilidades do ensino remoto, foi elaborado o curso Preparazione agli esami di competenza linguistica. Neste artigo, além de relatar a experiência desde a criação do curso e a sua aplicabilidade, vamos partilhar as experiências na elaboração das atividades para realizar a valutazione a distanza, o caminho percorrido e os desafios encontrados, que oportunizaram aos autores um grande aprendizado, reforçando o quanto este tipo de curso e o engajamento dos professores pode contribuir para a expansão dos objetivos da Rede Andifes IsF e para o processo de internacionalização entre as universidades brasileiras e italianas.Palavras-chave: Ensino/Aprendizagem da língua italiana. Ensino remoto. Rede Andifes IsF-italiano. Proficiência linguística. ABSTRACT: L’internazionalizzazione sta assumendo un ruolo sempre più importante nel settore dell’istruzione, in quanto si pone come un processo imprescindibile e una sfida per le università. Tuttavia, affinché le università possano svolgere con successo questa azione, è necessario che siano istruite per questo. Da questa esigenza nasce lo sviluppo di progetti e accordi finalizzati all’insegnamento-apprendimento delle lingue straniere contemplate nei bandi di internazionalizzazione, vedi Capes PrInt, e di partnership con segmenti internazionali, vedi Memorandum d’intesa tra l’Ambasciata Italiana e le Università Brasiliane che partecipano alla Rede Andifes Idiomas Sem Fronteiras. Inoltre, la crescente richiesta di bandi e borse di ricerca nelle università italiane ha fatto nascere nella Rede Andifes IsF-italiano delle Università Federale di Santa Maria (UFSM) e Università Federale di Viçosa (UFV) il desiderio di ampliare l’attività e l’impatto sull’ambiente accademico e, considerando il contesto attuale e le possibilità d'insegnamento a distanza, è stato sviluppato il corso Preparazione agli esami di competenza linguistica. In questo articolo, oltre a riportare l’esperienza dalla strutturazione del corso e la sua applicabilità, condivideremo le esperienze nell’elaborazione delle attività per implementare la valutazione a distanza, il percorso intrapreso e le sfide incontrate, che hanno fornito agli autori una grande esperienza di apprendimento, rafforzando quanto questo tipo di corso e l'impegno dei docenti possano contribuire all’espansione della Rede Andifes IsF e al processo d'internazionalizzazione tra università brasiliane e italiane.Parole chiave: Insegnamento/apprendimento di lingua italiana. Insegnamento (da) remoto. Rete Andifes IsF-italiano. Competenza linguistica. ABSTRACT: Internationalization is assuming an increasingly important role in education, since it is posed as an essential process and a challenge for universities. However, for universities to successfully perform this action, they need to be trained for this. From this requirement arises the development of projects and agreements that aim at the teaching-learning of foreign languages contemplated in the internationalization edicts, see Capes PrInt, and partnerships with international segments, see Memorandum of Understanding between the Italian Embassy and Brazilian universities participating of the Rede Andifes Idiomas Sem Fronteiras. In addition, the growing demand for calls and research grants in Italian universities has given rise in the Rede Andifes IsF of the Federal University of Santa Maria (UFSM) and Federal University of Viçosa (UFV) to the desire to expand the action and impact on the academic environment, and considering the current context and the possibilities of distance learning, the course Preparazione agli esami di competenza linguistica was developed. In this article, in addition to reporting the experience from the structuring of the course and its applicability, we will share the experiences in the development of the activities to implement the valutazione a distanza, the path taken and the challenges encountered, which provided the authors with a great learning experience, reinforcing how much this type of course and the commitment of the teachers can contribute to the expansion of the Rede Andifes IsF and the internationalization process between Brazilian and Italian universities.Keywords: Italian language teaching/learning. Remote teaching. Isf-Italian Network. Language Proficiency.
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Salvato, Valentina y Giuseppe Paternostro. "LA NARRAZIONE COME STRUMENTO DIDATTICO E DI RICERCA NELLA ESPERIENZA DI ITASTRA". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (21 de julio de 2022): 49–62. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18153.

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L’obiettivo di questo lavoro è quello di presentare il ruolo della narrazione nel modello didattico e di ricerca della Scuola di lingua italiana per Stranieri dell’Università di Palermo. In particolare, gli autori illustrano i tre pilastri su cui poggia l’impianto narrativo del modello di Itastra: l’autobiografia linguistica (§ 2); i laboratori artistico-narrativi (§ 3); la narrazione come pratica discorsiva metacomuncativa (§ 4). In conclusione del lavoro (§ 5) si evidenzia, da un lato, come la narrazione consenta di ampliare la capacità degli insegnanti di riflettere sulla loro attività didattica; dall’altro come essa contribuisca alla costruzione di una comunità di apprendimento centrata sulla forza che le lingue hanno di valorizzare le diversità e favorire la loro convivenza. Narrative as a teaching and research method. The experience of ItaStra The paper illustrates the role of narratives in the teaching and research model developed by the Italian language school for Foreigners of the University of Palermo (ItaStra). In particular, we discuss the three pillars on which the narrative model is based: linguistic autobiography (§ 2); artistic and narrative labs (§ 3); narrative as a meta-communicative practice (§ 4). In the last section (§ 5), we focus the fact that narrative can help teachers broaden their reflective capacity about teaching; narratives support the construction of a learning community where multilingualism plays a central role.
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Perilli, Luca. "Obiettivo: Istituzioni giudiziarie e magistrati italiani nel processo di allargamento dell'Unione europea". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (julio de 2009): 95–105. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003009.

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- Nel corso degli ultimi cinque anni chi scrive ha avuto l'opportunitŕ di prendere parte a progetti internazionali di forma e natura eterogenee, gestiti o finanziati dalla Commissione europea o dal Consiglio d'Europa in diversi Paesi europei (e in Georgia), alcuni dei quali oggi fanno parte dell'Unione europea mentre altri stanno percorrendo il cammino verso l'accesso1. Questa esperienza mi consente oggi di formulare alcune considerazioni di ordine generale sugli sviluppi della dimensione giuridica europea e sul ruolo che in tale contesto puň svolgere la magistratura italiana
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Nanni, Paolo. "Campagne dopo il 1348. Note sull'agricoltura italiana negli anni dopo la peste". a. LXII, n. 1, giugno 2022, n.º 154 (19 de septiembre de 2022): 5–22. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2330.

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RiassuntoL’impatto di lungo periodo della Peste Nera nelle campagne della seconda metà del Trecento e inizio Quattrocento è tema ampiamente trattato nella storiografia, specialmente a riguardo degli andamenti demografici e dei sistemi agrari nelle diverse “Italie agricole”. Tuttavia la recente esperienza pandemica ci ha portato a riflettere con più attenzione sugli effetti nel breve periodo. L’intervento si propone di rileggere fonti e sintesi storiografiche per rilanciare una riflessione sui cambiamenti nelle campagne italiane nei vent’anni dopo la Peste del 1348.AbstractThe Black Death’s long standing impact on the countryside during mid fourteenth and the beginning of the fifteenth century has been widely covered in historiography with particular focus on demographic trends and effects on agrarian systems of the various “agricultural Italies”. However, the latest pandemic led us to reflect more carefully on short terms impacts. The paper aim at reviewing sources and historiographic summaries to foster a discussion about the changes in Italian countryside’s in the twenty years following the 1348’s Plague.
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Debenedetti, Sara. "La lingua italiana in una scuola bilingue a San Paolo: primo resoconto di un´esperienza". Revista de Italianística, n.º 8 (30 de diciembre de 2003): 103. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i8p103-106.

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O autor, refletindo sobre sua experiência como professor de letras, descreve os aspectos mais relevantes de uma escola bilingue de São Paulo. Com relação à aprendizagem da língua italiana, evidencia algumas problemáicas que caracterizam essa escola nos diferentes níveis de ensino e que serão estudadas e aprofundadas futuramente. Apresentam-se alguns resultados.
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Corsello, Antonella y Marinella Buttafarro. "Don Chisciotte e i mulini a vento: il bambino come risorsa nella terapia con la famiglia ricomposta". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 33 (junio de 2011): 85–94. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-033006.

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Nella societŕ italiana attuale, la famiglia ricomposta rappresenta una realtŕ sempre piů diffusa. Ciň spinge anche l'ambito della psicoterapia familiare a interrogarsi su cosa sia una famiglia ricomposta e quale sia la sua struttura. In questo articolo le autrici affrontano questo tema utilizzando la loro esperienza all'interno di un percorso di terapia familiare con una famiglia ricomposta. La ricerca di una nuova struttura sollecita il sistema terapeutico a confrontarsi con i propri vincoli e a trovare nuovi strumenti e strategie per trasformarli in risorse. Il bambino, attraverso i suoi sintomi, indica una direzione da percorrere, che impone a ciascuno una rinegoziazione delle regole e dei ruoli.
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Božič, Dana. "Massimo Bontempelli (1878-1960) lettore di Stendhal e il pubblico della società di massa alle soglie della Terza epoca". Acta Neophilologica 54, n.º 1-2 (7 de diciembre de 2021): 179–96. http://dx.doi.org/10.4312/an.54.1-2.179-196.

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Nella prefazione all’edizione italiana del Rosso e il nero di Stendhal (1913), Massimo Bontempelli (1878-1960), il traduttore del romanzo, presenta alcune sue opinioni relative al necessario rinnovamento culturale e letterario che costituirà poi il suo Novecentismo, difeso nella rivista letteraria “900” (1926-1927). Il presente articolo esplora come Bontempelli, attraverso le osservazioni sulla vita di Stendhal e la tragica esperienza di Julien Sorel, traccia un parallelo implicito con il proprio momento storico, considerando il ruolo dello spirito rivoluzionario delle avanguardie in tale rinnovamento. Tuttavia, implica anche che ciò debba essere controbilanciato dall’idea classica di arte e letteratura, dove la tradizione è vista come un’intima e profonda continuità tra manifestazioni di inaspettata novità. Anche se Bontempelli simpatizzerà in seguito con il Futurismo italiano, è proprio tale equilibrio che rende la sua proposta culturale e letteraria per la “Terza Epoca”, il Novecentismo, unica nel panorama letterario italiano. Questo saggio considera i suoi scritti del 1913 nel contesto della società di massa emergente, e quindi gli aggiustamenti editoriali e linguistici che furono necessari per l’edizione, e li paragona contemporaneamente alle riflessioni bontempelliane fatte sul tema negli anni a seguire.
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Muller, Fernanda Suely, Antonia Dayane Figueiredo Rodrigues y Rhayssa De Sousa Costa. "Curso Italiano dall’inizio: relato de experiência em ensino de língua italiana e a formação docente". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 16. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70753.

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RESUMO: A disciplina de estágio de regência faz parte da formação docente em cursos de licenciatura e sua relevância é pautada pelo desenvolvimento e aplicação de técnicas didáticas adquiridas ao longo de todo o período de graduação. Este trabalho visa, então, evidenciar a experiência obtida por meio do minicurso Italiano dall’inizio, ministrado no período de 23 de junho a 28 de julho de 2021. No minicurso privilegiamos a abordagem comunicativa para o desenvolvimento do material didático e aulas, prezando pela interação necessária para o ensino de língua estrangeira e pela utilização de recursos, atividades on-line e materiais multissemióticos que pudessem enriquecer a experiência educacional na modalidade à distância. Em nossa exposição, sublinharemos a importância de experiências didáticas práticas para a formação em licenciatura, visto que a preparação de aula, material didático e o aperfeiçoamento das relações interpessoais com os alunos constituem-se como elementos imprescindíveis para o aprimoramento de todas as habilidades necessárias aos futuros professores.Palavras-chave: Estágio. Ensino de italiano LE. Formação docente. Relato de experiência. ABSTRACT: Il tirocinio è una tappa fondamentale della formazione degli insegnanti dei corsi di Laurea e la sua rilevanza si basa sullo sviluppo e l'applicazione delle tecniche di insegnamento imparate lungo tutto il loro percorso di studi universitari. Questo lavoro si propone, quindi, di mettere in luce l'esperienza maturata attraverso il minicorso Italiano dall'inizio, svolto dal 23 giugno al 28 luglio 2021, con un carico di lavoro di 30 ore. In questo corso di breve durata noi abbiamo prediletto l'approccio comunicativo nelle lezioni, mirando l'interazione necessaria per l'insegnamento di una lingua straniera e l’uso di risorse, attività in rete e materiali multi modali che potessero arricchire l'esperienza dell’insegnamento/apprendimento nella didattica a distanza. Nella nostra presentazione, sottolineeremo quindi l'importanza delle esperienze pratiche di insegnamento per la formazione universitaria, poiché la preparazione delle lezioni, i materiali didattici e lo sviluppo dei rapporti interpersonali con gli studenti costituiscono elementi essenziali per il miglioramento di tutte le competenze e abilità necessarie ai futuri docenti.Parole-chiave: Tirocinio. Didattica dell’italiano LS. Formazione Docente. Racconto esperienza docente. ABSTRACT: The internship discipline is part of teaching practicum in undergraduate courses and its relevance is based on the development and application of teaching techniques acquired throughout the entire undergraduate period. This work aims, then, to highlight the experience obtained through the minicourse Italiano dall'inizio, given from June 23rd to July 28th, 2021. In the minicourse we privilege the communicative approach for the development of teaching material and classes, valuing the interaction necessary for foreign language teaching and the use of resources, on-line activities and multisemiotic materials that could enrich the educational experience in the distance modality. In our presentation, we will emphasize the importance of practical teaching experiences for undergraduate training, since the preparation of classes, teaching materials and the improvement of interpersonal relationships with students that are essential elements for the improvement of all the skills necessary for future teachers.Keywords: Internship. Teaching Italian Language LF. Teacher practicum. Experience report.
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Mosconi, G., E. Persici, Ricci A., C. Kwin Kwedi, A. Nanni Costa y S. Stefoni. "Trapianto di rene in pazienti con patologia policistica: valutazione pre-trapianto e risultati. Esperienza italiana". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 3 (24 de enero de 2018): 95–103. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1488.

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Lo studio ha analizzato i criteri di gestione e i risultati dei programmi di trapianto nei pazienti con patologia policistica. Sono stati valutati 11.412 trapianti effettuati in Italia nel periodo gennaio 2002-dicembre 2008 (9995 primi trapianti, 114 trapianti combinati fegato/rene, 1303 trapianti da donatore vivente). I pazienti policistici costituiscono il 12% della casistica di primo trapianto da cadavere, il 7% da vivente, il 25% di trapianto combinato fegato/rene. Relativamente alla nefrectomia pre-trapianto lo studio ha evidenziato in 32/35 Centri Trapianto un atteggiamento conservativo (intervento solo in presenza di problemi clinici); la principale indicazione è costituita dall'ingombro addominale. L'86% dei Centri richiede indagini di secondo livello (TC) per lo studio delle dimensioni renali (46% senza, 40% con mezzo di contrasto). Indagini radiologiche (RM o TC) per la ricerca di malformazioni vascolari cerebrali sono richieste nel 97% dei Centri (74% sempre, 23% in presenza di anamnesi familiare per emorragia cerebrale). Nell'ambito dei 9995 primi trapianti (follow-up 16–112 mesi) i pazienti policistici presentano una miglior sopravvivenza del graft rispetto ad altre nefropatie (a 5 anni 86 rispetto 82%, p<0,01). La mortalità risulta sovrapponibile (a 5 anni 94 rispetto a 92,5%). Anche nei programmi di trapianto combinato fegato/rene si registra un miglior andamento del rene trapiantato nei pazienti con ADPKD (a 1 anno 92 rispetto a 79%). (airp)
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Mosconi, G., E. Persici, A. Ricci, C. Kwin Kwedi, A. Nanni Costa y S. Stefoni. "Trapianto di rene in pazienti con patologia policistica: valutazione pre-trapianto e risultati. Esperienza italiana". Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 23, n.º 3 (julio de 2011): 95–103. http://dx.doi.org/10.1177/039493621102300323.

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Bellucci, Paolo y Pierangelo Isernia. "OPINIONE PUBBLICA E POLITICA ESTERA IN ITALIA: IL CASO DELLA BOSNIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, n.º 3 (diciembre de 1999): 441–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028914.

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IntroduzioneLa guerra contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ha evidenziato i problemi della politica estera italiana degli anni '90. Con non più del 40% dell'opinione pubblica stabilmente a favore dei raid aerei contro la Serbia ed il Kosovo, una veemente opposizione del Vaticano e del Papa in prima persona ed una maggioranza di governo divisa al suo interno tra negoziatori ad oltranza ed auspici di una immediataescalationterrestre, si riproponeva, con maggiore evidenza del passato, il ridotto margine di autonomia dell'esecutivo nel settore della politica di sicurezza. A poco meno di due anni dalla crisi albanese, la leadership politica italiana si è trovata così ad affrontare l'ennesima prova di politica estera, per giunta sul terreno delle armi, un terreno sul quale nell'ultimo quarantennio repubblicano raramente un governo si era avventurato. Rispetto all'ambiente tut to sommato «placido» nel quale la politica estera italiana ha operato nel secondo dopoguerra, gli anni '90, con un ininterrotto susseguirsi di crisi (dal Golfo alla Somalia, dall'Albania alla Bosnia, per finire con il Kosovo) hanno prodotto un maggior numero di sfide, in aree molto più vicine e rilevanti per gli interessi nazionali italiani e in un quadro di minore possibilità di far ricorso al proprio tradizionale alleato, gli Stati Uniti, per risolvere i propri fondamentali problemi di sicurezza. Da qui la necessità di costruire un consenso nazionale intorno alle scelte del governo e, di conseguenza, il crescente interesse per il ruolo che l'opinione pubblica assume nella politica estera italiana. Il Kosovo tuttavia non è il primo caso in cui l'opinione pubblica entra nei calcoli dei decisori nazionali. In questo saggio intendiamo esplorare questo ruolo in un'altra recente crisi che ha visto coinvolta l'Italia, quella relativa al dissolvimento della ex-Jugoslavia, con particolare riferimento alla crisi in Bosnia-Herzegovina. Come diremo nelle conclusioni, da questa esperienza è possibile trarre alcune considerazioni che sembrano dimostrarsi valide anche nel caso del Kosovo.
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Busto, Paola y Giuseppe Viola. "Società Benefit: le prime esperienze lombarde nel settore delle public utility". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 1 (febrero de 2022): 167–74. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001009.

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Partendo da un breve excursus sulle Società Benefit, frutto di un percorso di evoluzione della responsabilità sociale nell'attività d'impresa (CSR), questo articolo intende porre l'attenzione sulla pionieristica esperienza italiana - prima in Europa - di un modello giuridico di impresa che punta a integrare massimizzazione del profitto con il raggiungimento di finalità sociali e ambientali. Tra queste rientrano le public utility, aziende del servizio pubblico locale che erogano beni e servizi essenziali per la collettività, già in realtà benefit oriented. Dal protocollo tra Confservizi CISPEL Lombardia e Assobenefit sottoscritto a dicembre 2020, in un solo anno si documenta la scelta, non scontata, delle prime due aziende di servizi pubblici in Lombardia di adottare lo status di Società Benefit. L'esperienza di Neutalia S.r.l. e Tea S.p.A
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Antonelli, Mauro, Alessandro Porro y Carlo Cristini. "Marcello Cesa-Bianchi e gli sviluppi della psicologia italiana dagli anni '50 al 2000". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (mayo de 2021): 17–34. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11585.

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Vasta &egrave; stata la produzione scientifica del Professor Marcello Cesa-Bianchi. Nella sua esperienza accademica, durata quasi settant'anni, ha trattato i pi&ugrave; svariati temi della psicologia.Nei primi anni di attivit&agrave; si &egrave; occupato soprattutto dell'invecchiamento, di metodologia sperimentale, di psicometria, di percezione. Successivamente numerosi altri argomenti sono stati oggetto di approfondimento. Dell'invecchiamento in particolare si &egrave; sempre interessato fino al termine della sua lunga vita accademica e scientifica.In questo contributo di prospettiva storica vengono sinteticamente esaminate – oltre ai lavori relativi alla metodologia, alla psicometria e alla percezione – le principali pubblicazioni del Professore riguardo agli studi e alle ricerche sulla psicologia dell'et&agrave; evolutiva, sulla psicologia del lavoro, sulla psicologia medica, con un particolare riferimento alla formazione complessiva del medico, quali temi fra i pi&ugrave; rappresentativi della sua imponente attivit&agrave; scientifica.
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Corsa, Rita. "Riflessioni sul controtransfert nella malattia dell'analista". SETTING, n.º 28 (mayo de 2010): 59–79. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028007.

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In questo articolo una psicologa, che cominciň a lavorare nel 1975 nell'Ospedale psichiatrico di Firenze, popolarmente detto Manicomio di San Salvi, racconta in modo empatico la sua particolare esperienza, nell'ambito della cultura italiana degli anni Settanta. Un'esperienza breve, difficile ma stimolante, il suo primo contatto con gravi pazienti psichiatrici che vissero per moltissimi anni, e talvolta l'intera vita, dentro un manicomio. Nel 1978 la leggere numero 180, la cosiddetta "Legge Basaglia", stabilě che gli ospedali psichiatrici sarebbero stati chiusi. Nessun paziente fu piů ammesso; nell'ospedale restarono solo coloro per cui non fu possibile trovare un'altra sistemazione. Lavorare con loro da un punto di vista psicologico era veramente un'impresa disperata! Attualmente, i locali dell'Ospedale di San Salvi accolgono la Facoltŕ di Psicologia dell'Universitŕ di Firenze.
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Canale Cama, Francesca. "Tra oblio e rimozione ideologica. La biografia di Francesco Saverio Nitti e l’identità italiana nel primo dopoguerra". Sémata: Ciencias Sociais e Humanidades, n.º 32 (13 de noviembre de 2020): 131–49. http://dx.doi.org/10.15304/s.32.6552.

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Nel movimentato quadriennio che in Italia seguì la fine della prima guerra mondiale, l’uscita dalla guerra e la gestione dei problemi ad essa connessi, la crisi sociale divampante quasi contemporaneamente al ritorno della pace sono generalmente messi in relazione con il “ritorno al liberalismo” incarnato dalla figura e dal governo di Francesco Saverio Nitti tra il 1919 ed il 1920. Instancabile artefice di un progetto di pace europea di ampio respiro egli raggiunse il suo massimo ascendente politico internazionale proprio mentre l’umore delle piazze e delle pance del Paese virava senza freno verso quel “sacro egoismo” sempre più incarnato dall’ esperienza dell’occupazione di Fiume e dal mito della “vittoria mutilata”. Il fallimento del suo governo nel giugno del 1920 è spesso indicato come autentica incarnazione della fine del liberalismo italiano e esempio di quella debolezza istituzionale che favorì non poco l’ascesa del fascismo.
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Mattioli, Francesco. "I vent'anni di un binomio impegnativo (Psicoterapia e Scienze Umane 1967-1986)". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2012): 416–22. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003006.

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Dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli sul ruolo dell'intellettuale e sul significato di "capitale intellettuale" (Intellectual Capital), vengono ripubblicati tre documenti: la prefazione di Giulio Sapelli a una raccolta di scritti di Armando Marchi (Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti. Milano: Guerini e Associati, 2010) in cui riflette sul ruolo dell'intellettuale; un capitolo di questo libro ("Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital") in cui Armando Marchi (1955-2008) riflette sulla sua esperienza come responsabile del Barilla Lab for Knowledge and Innovation quando lavorava alla gestione delle risorse umane della Barilla; una recensionesaggio di Francesco Mattioli del numero speciale (3/1986) per il ventesimo anno della rivista Psicoterapia e Scienze Umane ("I vent'anni di un binomio impegnativo", apparsa in la Rivisteria, 1987, 10: 30-33), in cui viene descritto il ruolo di questa rivista nella vita culturale italiana degli anni 1960-80.
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Sapelli, Giulio. ""Capitale intellettuale" tra pratica e teoria. Prefazione alla raccolta di scritti di Armando Marchi". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2012): 403–8. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003004.

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Dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli sul ruolo dell'intellettuale e sul significato di "capitale intellettuale" (Intellectual Capital), vengono ripubblicati tre documenti: la prefazione di Giulio Sapelli a una raccolta di scritti di Armando Marchi (Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti. Milano: Guerini e Associati, 2010) in cui riflette sul ruolo dell'intellettuale; un capitolo di questo libro ("Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital") in cui Armando Marchi (1955-2008) riflette sulla sua esperienza come responsabile del Barilla Lab for Knowledge and Innovation quando lavorava alla gestione delle risorse umane della Barilla; una recensionesaggio di Francesco Mattioli del numero speciale (3/1986) per il ventesimo anno della rivista Psicoterapia e Scienze Umane ("I vent'anni di un binomio impegnativo", apparsa in la Rivisteria, 1987, 10: 30-33), in cui viene descritto il ruolo di questa rivista nella vita culturale italiana degli anni 1960-80.
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Marchi, Armando. "Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 3 (septiembre de 2012): 409–15. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-003005.

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Dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli sul ruolo dell'intellettuale e sul significato di "capitale intellettuale" (Intellectual Capital), vengono ripubblicati tre documenti: la prefazione di Giulio Sapelli a una raccolta di scritti di Armando Marchi (Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti. Milano: Guerini e Associati, 2010) in cui riflette sul ruolo dell'intellettuale; un capitolo di questo libro ("Persone: da risorse a capitale. Alcune questioni aperte sul valore d'uso della teoria dell'Intellectual Capital") in cui Armando Marchi (1955-2008) riflette sulla sua esperienza come responsabile del Barilla Lab for Knowledge and Innovation quando lavorava alla gestione delle risorse umane della Barilla; una recensionesaggio di Francesco Mattioli del numero speciale (3/1986) per il ventesimo anno della rivista Psicoterapia e Scienze Umane ("I vent'anni di un binomio impegnativo", apparsa in la Rivisteria, 1987, 10: 30-33), in cui viene descritto il ruolo di questa rivista nella vita culturale italiana degli anni 1960-80.
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Loffredo, Maria Francesca. "Le fonti del discorso femminile nell'Elegia di Madonna Fiammetta". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 de junio de 2022): 259–80. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75812.

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Nell’Elegia di Madonna Fiammetta Giovanni Boccaccio fa propria la voce di una fanciulla per narrare in prima persona un’intima esperienza amorosa e psicologica. La fonte principale è riscontrabile nelle Heroides, da cui il certaldese riprende le modalità del monologo al femminile e l’intento di conferire una finalità morale alla vicenda, sulla falsa riga dei limiti medievale dell’esegesi ovidiana. L’articolo pretende esaminare le tecniche retorico-persuasive impiegate nel discorso della donna e funzionali al racconto esemplare, tanto per quanto riguarda le parti dialogiche come i soliloqui in cui la narrazione si articola. Per mettere in atto un’accurata ricerca sulle fonti, saranno presi in considerazioni non solo i testi classici e mediolatini che Boccaccio registrò nei suoi Zibaldoni, ma anche le tradizioni letterarie in lingua volgare di area italiana, tra le quali spicca sopra ogni altra la Vita Nova di Dante. A queste si aggiungeranno le opere di area francese che l’autore ebbe modo di conoscere durante il suo soggiorno presso la corte angioina a Napoli.
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Kennett, Wendy. "Book Review: La Culpa In Contrahendo: L’Esperienza Statunitense E Quella Italiana, by D. Caruso. (Giuffrè, 1993)". European Review of Private Law 3, Issue 3 (1 de septiembre de 1995): 535–36. http://dx.doi.org/10.54648/erpl1995039.

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Alessandro Graffi, Paola Parravicini e. "La formazione iniziale degli insegnanti di scuola: verso un modello sostenibile". Società e diritti 6, n.º 12 (14 de febrero de 2022): 363–73. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/17356.

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L’Università degli Studi di Milano è tradizionalmente impegnata nelle attività di formazione degli insegnanti e, perquanto attiene alla formazione iniziale, ha partecipato con puntuale dedizione alle attività richieste dai vari governiche si sono succeduti nel tempo. E non solo. Il Comitato per la Formazione degli insegnanti, attivo da tempo in senoall’Ateneo lombardo, ha contribuito in modo proattivo alla definizione di modelli di formazione e ha partecipato aidibattiti che si sono sviluppati sia all’interno dell’Accademia italiana che negli ambienti ministeriali, scolastici,sindacali. Tutto ciò è avvenuto per una ragione principale: la possibilità di sfruttare vere e proprie economie di retepositive connesse con la dimensione e, quindi, l’eterogeneità di un ateneo di grandi dimensioni.In questo lavoro, in particolare, verrà presentata l’esperienza dell’Università degli Studi in relazioneall’ottenimento della certificazione prevista dal Decreto Legislativo n.59 del 2017: attraverso i dati raccoltiattraverso quest’ultima esperienza, sarà infatti possibile proporre una serie di considerazioni circa i più differentiprofili dei candidati all’insegnamento nei prossimi anni per giungere una proposta di un modello di formazioneiniziale degli insegnanti efficiente, efficace e sostenibile.
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Didkovska, Inna, Natasha Kedrova, Max Mishchenko, Maria Mione, Luca Pino y Giulia Nora Pappalardo. "In tempore belli: etica e clinica nel campo della disumanità". QUADERNI DI GESTALT 35, n.º 2 (diciembre de 2022): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002002.

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L'articolo raccoglie lo sguardo di quattro autori che raccontano il loro essere terapeuti e "uomini" in un contesto difficile come l'attuale guerra russo-ucraina. I curatori dell'articolo hanno stimolato questa riflessione attraverso alcune domande pro-fondamente radicate nell'epistemologia gestaltica a partire dalla cura del ground che non è mai solo individuale, ma sempre co-creato e condiviso e all'attenzione al campo fenomenologico e sociale. Gli autori intervistati, due psicoterapeuti russi, di cui uno attualmente ospite in Italia, una ucraina e una italiana, hanno risposto partendo dalla loro esperienza diretta, raccontando perce-zioni e vissuti rispetto a come stanno attraversando la complessità che un evento del genere porta con sé. Clinica ed etica si intrecciano così nel rispetto del dolore e delle posizioni di ognuno. Le risposte dei terapeuti ci lasciano aperti alla speranza e ci ricordano che avere cura del dolore dell'altro è un atto che ha una ricaduta non solo sul singolo paziente, ma sull'umanità intera. Mantenere un atteggiamento umile e di prossimità nei confronti del dolore è la scelta etica capace di arginare le derive narcisistiche o individualistiche che si possono attivare in un campo complesso carico di angoscia e morte.
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Branduini, Paola, Lionella Scazzosi, Costanza Pratesi y Daniele Meregalli. "Paesaggi rurali e pandemia. Opportunità da cogliere da parte della PAC". Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, n.º 1 (26 de julio de 2021): 258–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10260.

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La pandemia ha messo in luce la debolezza del sistema ambientale in cui oggi viviamo e dell’agricoltura fortemente specializzata e a bassa biodiversità. I paesaggi dell’agricoltura tradizionale che mantengono caratteri di storicità sono il risultato di lenti processi di adattamento delle tecniche alla natura, offrono un’elevata biodiversità e sono sorgente di resilienza delle comunità: possono pertanto offrire una risposta alla crisi climatica e pandemica che stiamo attraversando. Su questo tema alcuni esperti italiani di diversa formazione ed esperienza sono stati invitati ad esprimere la loro opinione allo scopo di offrire spunti per la nuova politica agricola. Ne sono emerse indicazioni per i paesaggi agricoli di pianura, di montagna e di città: attuare un’agroecologia di pianura, implementare la zootecnia in montagna, costruire una montagna competitiva con altri territori nella produzione e nel turismo ed accogliente per nuovi cittadini e turisti consapevoli, migliorare il riconoscimento e la retribuzione degli agricoltori come manutentori del paesaggio e fornitori di alimenti e di servizi sociali per la città. Infine gli autori hanno sintetizzato cinque suggerimenti per la futura PAC che offra una nuova visione del nostro vivere post pandemia, attraverso la valorizzazione dei paesaggi agrari portatori della storia e dell’identità italiana. The pandemic has highlighted the weakness of the environmental system and highly specialized agriculture with low biodiversity, where we live today. The traditional agricultural landscapes guardians of historic signs and practices are the result of slow processes of adapting techniques to nature, are a source of community resilience and high biodiversity: they can therefore offer a response to the climate and pandemic crisis we are experiencing. On this issue, some Italian experts with different backgrounds and experiences were invited to express their opinion in order to provide ideas for the new agricultural policy. Indications concern the agricultural landscapes of the plains, mountains and cities: implement agroecology in the plain, maintain animal husbandry, build a competitive production and tourism, welcome new citizens and aware tourists in the mountains, improve the recognition and remuneration of farmers as landscape maintainers and providers of food and social services for the cities. Finally, the authors summarized five suggestions for the future CAP that offer a new vision for our post-pandemic life, through the enhancement of agricultural landscapes that are bearers of Italian history and identity.
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Rivetti, Paola. "Alcune spedizioni alpinistiche italiane in Iran secondo le fonti d'archivio". STORIA URBANA, n.º 131 (noviembre de 2011): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-131007.

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Il contributo propone alcuni documenti relativi a talune spedizioni alpinistiche italiane verso i monti persiani. La presenza italiana nel paese mediorientale appare in ritardo rispetto ad altre esperienze europee, rivelando in questo senso il "carattere nazionalista" dell'impegno del Club Alpino Italiano, il Cai, nel sostenere le prime imprese che ebbero luogo nel paese. Tale carattere, tuttavia, verrŕ sempre meno, lasciando il posto alla curiositŕ scientifica, all'agonismo sportivo e alla fascinazione per una realtŕ tanto distante, sentimenti dominanti espressi dagli alpinisti nei resoconti di viaggio.
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Dianetti, Michela y Francesca Nicora. "DIDATTICA PERFORMATIVA NELLA PROMOZIONE DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA IN IRLANDA. IL CORPO E LA DANZA COME STRUMENTI DI APPRENDIMENTO LINGUISTICO E PONTI TRA CULTURE". Italiano LinguaDue 13, n.º 2 (26 de enero de 2022): 665–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17162.

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Negli ultimi anni si è assistito a un progressivo interesse riguardo all’impiego delle arti performative in campo glottodidattico. Tale tendenza è dovuta ad approcci didattici sempre più orientati alla dimensione sociale e non verbale della comunicazione. Tuttavia, per il momento ci sono ancora pochi studi nell’ambito glottodidattico sull’utilizzo del corpo, immobile o in movimento, e della danza nella lezione di lingua straniera. Il contributo intende presentare il progetto Tra-balliamo, un percorso formativo incentrato sulla didattica ludico-performativa e finalizzato alla promozione della lingua e cultura italiana nelle scuole secondarie di Galway, in Irlanda. Dopo una breve introduzione sulla DPLS, viene delineato l’approccio fenomenologico che sottende a una glottodidattica di tipo esperienziale che promuove la danza come strumento di apprendimento linguistico e ponte metaforico tra culture. Una seconda sezione viene poi dedicata alla struttura della proposta didattica, alla progettazione delle fasi che la costituiscono e alla descrizione dettagliata delle attività svolte in classe, con l’intento di offrire un esempio di esperienza formativa che sia facilmente trasponibile in altri contesti o a lingue diverse. Perforative didactics in the promotion of Italian language and culture in Ireland: body and dance as language learning tools and bridges between cultures In recent years there has been progressive interest in the use of the performing arts in the field of educational glottodidactics. This tendency is due to educational approaches increasingly oriented to the social and non-verbal dimension of communication. At present, however, there are relatively few studies in the field of glottodidactics on the use of the body, motionless or in motion, and of the dance in learning a foreign language. The contribution aims to present the project Tra-balliamo, an educational course focused on ludic-performative learning and aimed at the promotion of Italian language and culture in secondary schools in Galway, Ireland. After a brief introduction on the DPLS, the phenomenological approach that underlies an experiential type of glottodidactics which promotes dance as a tool for linguistic learning and a metaphorical bridge between cultures is outlined. The second section presents the structure of the teaching proposal, the design of the phases that constitute it and a detailed description of the activities carried out in the classroom. Thus, the intention is to offer an example of an educational experience that is easily transposable in other contexts or to different languages.
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Bunn, Daniela y Mariele Lúcia Tortelli. "A participação da língua italiana no Projeto Multidisciplinar PIBID/UFSC Línguas Estrangeiras/Adicionais: interação, cooperação e formação docente". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70752.

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RESUMO: Políticas públicas de formação de professores e incentivo à docência como o Programa Institucional de Bolsas de Iniciação à Docência (PIBID/MEC), que tem como objetivo antecipar o vínculo entre os futuros professores e a sala de aula, fazendo uma articulação entre a educação superior e as escolas estaduais e municipais, não contemplam línguas adicionais como o italiano, o francês e o alemão. Tendo em vista essa lacuna, num esforço de resistência e união, professores do Departamento de Metodologia do Ensino e do Departamento de Língua e Literatura Estrangeira, da Universidade Federal de Santa Catarina, refletiram sobre a possibilidade de um subprojeto multidisciplinar que apoiasse essas línguas não contempladas no programa. O objetivo principal deste relato é expor como a experiência da interação entre professores universitários dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês; professores de espanhol e inglês da rede pública de educação de Santa Catarina e graduandos dos cursos de italiano, espanhol, inglês e francês têm criado um espaço de res(ex)istência nas discussões sobre o fazer docente e o ensino de língua-cultura na escola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Como essa equipe e essa experiência multidisciplinar podem contribuir no processo de formação de professores em contexto remoto de ensino e como podemos fomentar o diálogo entre as línguas estrangeiras em nossas universidades são algumas questões norteadoras. É objetivo ainda apresentar o desenvolvimento do projeto durante a pandemia e sua contribuição para a formação dos alunos do curso de licenciatura, especialmente do curso de Italiano. Pela análise de material empírico e teórico estudado ao longo do projeto, procurou-se levantar algumas perspectivas tendo em vista que, de pequenas iniciativas como essas, como a proposta multidisciplinar, o empenho coletivo de professores de LE, a procura por uma bolsa alternativa à da Capes e o interesse e empenho da aluna bolsista, a área do italiano pôde acessar espaços mais democráticos dentro da Universidade e da escola.Palavras-chave: Ensino. Aprendizagem. Língua. Italiano. Pibid Multidisciplinar. ABSTRACT: Politiche pubbliche per la formazione degli insegnanti e incentivi come il Programma Istituzionale per le Borse di Iniziazione all'Insegnamento (PIBID/MEC), che mirano ad anticipare il legame tra i futuri insegnanti e l'aula, creare un collegamento tra l'istruzione superiore e le scuole statali e comunali, non include lingue aggiuntive come l'italiano, il francese e il tedesco. In considerazione di questa lacuna, in uno sforzo di resistenza e di unione, professori del Dipartimento di Metodologia Didattica e il Dipartimento di Lingua Straniera e Letteratura dell'Università Federal de Santa Catarina hanno riflettuto sulla possibilità di un sottoprogetto multidisciplinare che supportasse queste lingue non incluse nel Programma. L'obiettivo principale di questa presentazione è quello di esporre come l'esperienza dell'interazione tra docenti universitari di corsi di italiano, spagnolo, inglese e francese; insegnanti di spagnolo e inglese della rete di istruzione pubblica e laureandi di corsi di italiano, spagnolo e inglese hanno creato uno spazio di resistenza nelle discussioni sulla didattica e l'insegnamento della lingua-cultura a scuola (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). Come questo team e questa esperienza multidisciplinare possono contribuire al processo di formazione degli insegnanti in un contesto di insegnamento remoto e come possiamo promuovere il dialogo tra le lingue straniere nelle nostre università sono alcune questioni guida. Si propone anche di presentare lo sviluppo del progetto durante la pandemia e il suo contributo alla formazione degli studenti del corso di laurea, in particolare il corso di italiano. L'analisi del materiale empirico e teorico ci ha aitutato ad elevare alcune prospettive in vista di piccole iniziative come la proposta multidisciplinare, l'impegno collettivo degli insegnanti di LE, la ricerca di una borsa di studio alternativa e l'impegno della studente, così l'italiano ha potuto accedere a spazi più democratici all'interno dell'Università e della scuola.Parole chiave: Insegnamento. Apprendimento. Lingua. Italiano. Pibid Multidisciplinare. ABSTRACT: Public policies for teacher training and incentive to teaching such as the Institutional Program for Teaching Initiation Scholarships (PIBID/MEC), which aims to anticipate the link between future teachers and the classroom, making a link between higher education and state and municipal schools, does not include additional languages such as Italian, French and German. In view of this gap, in an effort of resistance and union, professors from the Department of Teaching Methodology and the Department of Foreign Language and Literature of the Universidade Federal de Santa Catarina reflected on the possibility of a multidisciplinary subproject that would support these languages not included in the program. The main objective of this presentation is to expose how the experience of the interaction between university professors of Italian, Spanish, English and French courses; teachers of Spanish and English of the public education and undergraduates of Italian courses, Spanish and English have created a space of res(ex)istência in the discussions on the teaching and language-culture teaching at school (MENDES, 2004; 2008; 2010; 2015). How this team and this multidisciplinary experience can contribute to the teacher training process in a remote teaching context and how we can foster dialogue between foreign languages in our universities are some guiding issues. It also aims to present the development of the project during the pandemic and its contribution to the training of students of the undergraduate course, especially the Italian course. The analysis of empirical and theoretical material, also in view of the formal documents of Santa Catarina, sought to raise some perspectives with a view to small initiatives such as the multidisciplinary proposal, the collective commitment of LE teachers, the search for an alternative scholarship t and the interest and commitment of the scholarship student, the Italian area was able to access more democratic spaces within the University and the school.Keywords: Teaching. Learning. Language. Italian. Multidisciplinary Pibid.
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Isse, Renan Marques. "O ensino produtivo para formação de falantes proficientes". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 22. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70720.

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RESUMO: Adotar o uso de gêneros textuais para o ensino de língua é uma forma de demonstrar aos alunos as diferentes manifestações cotidianas de uso da língua em questão. Dessa forma, nossa proposta busca demonstrar como o ensino de leitura e de língua italiana pode se beneficiar com a adoção de gêneros textuais, e, portanto, apresentamos um relato de experiência com base nessa abordagem teórica em específico. A partir da análise de documentos que normatizam o ensino de línguas materna e estrangeiras no país e da contribuição de teóricos que dão suporte ao nosso objetivo, demonstraremos a posição central do gênero textual para o ensino de línguas no Brasil. Nesse sentido, mergulharemos nas contribuições valorosas de Geraldi (1999), Marcuschi (2010) e Travaglia (2009), nesse aspecto vital em que os três autores convergem como proposta para o ensino de língua. Nossa investigação se propõe a indicar caminhos para que o gênero textual, em vias de consolidação de seu papel nas aulas de língua materna na escola, também seja adotado no contexto do ensino de língua estrangeira e desenvolvimento de práticas de leitura, e, portanto, seja mais valorizado nas propostas de materiais didáticos adotados por cursos de língua. Ao contrapor o modo com o qual se ensinava línguas ao modo que defendemos para o ensino produtivo, buscaremos desestruturar o ensino engessado em práticas de metalinguagem, nomenclaturas e identificações de funções linguísticas para privilegiar o ensino produtivo, isto é, aquele que visa à criação e ao desenvolvimento das competências e habilidades comunicativas do falante. Para ilustrar nossa fala, apresentaremos, também, a metodologia utilizada para o ensino de italiano em uma turma de nível A1-A2, com vias de contemplar o ensino produtivo a partir da leitura e discussões de gêneros jornalísticos escolhidos.Palavras-chave: Ensino Produtivo. Gêneros textuais. Ensino de línguas. Ensino de italiano. ABSTRACT: Adottare l’uso di generi testuali per l’insegnamento di lingue è una forma di dimostrare agli studenti le diverse manifestazioni quotidiane di uso di questa lingua. In questo modo, la nostra proposta prova a dimostrare la maneira in cui l’insegnamento di lettura e di lingua italiana possa essere beneficiato dall’addozione dei generi testuali, e, quindi, presentiamo un rapporto di esperienza basato sul cosidetto approccio teorico. Partendo dall’analisi dei documenti che standardizzano l’insegnamento di lingue madre e straniere nel paese e dal contributo di teorici che sostengono il nostro obiettivo, dimostreremo la posizione centrale del genere testuale per l’insegnamento di lingue in Brasile. Per raggiungere il nostro obiettivo, useremo i contributi preziosi di Geraldi (1999), Marcuschi (2010) e Travaglia (2009) nell’aspetto in cui le loro ricerche e pubblicazioni convergono come proposta per l’insegnamento di lingue. La nostra ricerca si propone ad indicare percorsi perché il genere testuale, in fasi di consolidamento del suo ruolo nelle lezioni di lingua madre alla scuola, sia anche utilizzato nel contesto dell’insegnamento di lingua straniera e sviluppo di pratiche di letture, e, pertanto, sia più apprezzato nelle proposte di materiali didattici adottate dai corsi di lingua. Per contrastare il modo con cui si insegnavano le lingue con quello che difendiamo come insegnamento produttivo, proveremo a destrutturare l’insegnamento chiuso nelle pratiche di metalinguaggio, nomenclature e identificazione di funzioni linguistiche per privilegiare quello tipo di insegnamento di lingue che mira alla creazione e allo sviluppo delle competenze e abilità comunicative del parlante. Per illustrare il nostro discorso, presenteremo, anche, la metodologia utilizzata per l’insegnamento di italiano in una classe livello A1-A2 affinché si contempli l’insegnamento produttivo attraverso la lettura e discussione dei generi giornalistici scelti.Parole chiave: Insegnamento produttivo. Generi testuali. Insegnamento di lingue. Insegnamento di italiano. ABSTRACT: Adopting text genres for language teaching is a way to demonstrate students the daily different manifestations of the specific language being used. This way, our proposal aims at demonstrating how reading and Italian language teaching can be benefited from the adoption of text genres, and, thus, we present a case study based on this theoretical approach. From the analysis of native and foreign language teaching normative documents, we demonstrate the central role of text genre for language teaching in Brazil. This way, we dive deep into Geraldi’s (1999), Marcuschi’s (2010) and Travaglia’s (2009) worth contributions, in the point of utmost importance where they all agree as a way to teach language. Our investigation proposes to indicate paths so that the text genre, in consolidation of its role in mother language at school, can also be adopted for foreign languages and reading practices’ developments, and, therefore, acquire more value in textbooks adopted by language schools. Comparing the way in which languages were taught in the past to the way we defend for productive teaching, we aim at deconstructing teaching based on metalinguistic practices, naming labels and syntax function identification to privilege productive teaching, that is, practices whose target is developing the speakers’ competences and communicative skills. So as to illustrate our text, we will also present the methodology used towards Italian teaching in an A1-A2 group, with the intention to contemplate productive teaching from the reading and discussion of selected journalistic texts’ discussion.Keywords: Productive Teaching. Textual genres. Language teaching. Teaching Italian.
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Ugolini, Michele. "Case della Salute: condizioni di fragilit&agrave; e occasioni di rigenerazione sociale e". TERRITORIO, n.º 97 (febrero de 2022): 147–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12939.

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La pandemia da Covid-19 ha evidenziato la centralit&agrave; di un sistema efficace e diffuso di sanit&agrave; territoriale.Le Case della Salute, strutture sanitarie dislocate nel territorio di molte regioni italiane appartenenti al settore dell'assistenza primaria, sono considerate, anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, gli strumenti fondamentali per promuovere un rilancio dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali nei territori. L'articolo analizza le esperienze pi&ugrave; significative di promozione e redazione di linee guida per la progettazione di Case della Salute in Italia, e in particolare in Emilia-Romagna, con riferimento anche alla pionieristica esperienza inglese. Si propone un percorso progettuale per consolidare le Case della Salute quali luoghi collettivi di riferimento e occasioni di rigenerazione urbana, favorendone la transizione verso l'idea di Case della Comunit&agrave; proposta dal PNRR.
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Bertoloni, Luca. "Forme di scrittura audiovisiva del sé: esperienze e pratiche schermiche di studenti e docenti in Didattica a Distanza nel nuovo panorama mediale". Altre Modernità, n.º 27 (30 de mayo de 2022): 18–32. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/17874.

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La pandemia da Coronavirus ha scosso non solo la scuola italiana, cogliendola impreparata sul piano tecnologico, ma anche la vita degli studenti, alterando molte delle loro abitudini. I giovani della generazione Z tuttavia non stati colti così impreparati dalle innovazioni digitali, poiché da tempo sperimentano quotidianamente, sfruttando le strutture elementari del linguaggio audiovisivo, esperienze schermiche soggettive che poi diventano oggetto di narrazioni del sé, secondo modalità ritenute da loro più efficaci rispetto alla scrittura tradizionale e a quella multimediale. Con la Didattica a Distanza e con la trasformazione dell’ambiente-scuola in mediascape, tali pratiche si sono estese all’ambito scolastico: studenti e docenti si sono così ritrovati ad agire, insieme, in un unico grande ambiente mediale generato dalle rilocazioni del dispositivo-scuola e dell’ambiente domestico, con un cortocircuito tra essi. Le loro esperienze sono state testimoniate dai social network, terreno mediale in cui sia studenti che docenti, come mediantropi, sostanziano adeguatamente le proprie emozioni digitali. Per cogliere i legami tra DaD, schermi, esperienze e pratiche, si analizzerà un corpus testuale di area italiana estratto da TikTok, social network audiovisivo molto utilizzato dai giovanissimi, offrendo focus specifici su casi di docenti e studenti che si sono distinti nel flusso mediale, imprimendosi in poco tempo nell’immaginario pandemico dei giovani italiani.
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Vilei, Leonardo. "Nota introduttiva". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 de junio de 2022): 9–10. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75604.

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Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini e Cuadernos de Filología Italiana ha scelto di inaugurare con il suo nome il ritorno editoriale di una proposta monografica che da questo numero accompagnerà nuovamente le tradizionali sezioni di linguistica, letteratura e delle recensioni. Gli anniversari, si sa, possono essere momenti ambigui della riflessione e a volte convogliano su un dato autore attenzioni dal valore più mondano che intellettuale; il 2022, per giunta, ci ricorda che cento anni fa nascevano anche, solo per restare in ambito letterario, Beppe Fenoglio, Giorgio Manganelli, Luigi Meneghello e Luciano Bianciardi. Le ragioni della nostra scelta si fondano innanzitutto sulla capacità che Pasolini ha di interrogare ancora e sempre i nostri studenti, spesso stupiti nei loro primi approcci con l’autore che più di ogni altro, nella complessa costellazione del nostro Novecento, rinnova in ugual misura sconcerto e ammirazione in chi gli si avvicina per la prima volta, anche grazie o a causa del suo essere arcipelago di linguaggi e proposte. La sua esperienza artistica, per giunta, compressa in un trentennio vertiginoso, non può essere ascritta a una sola disciplina di studi e ciò ci pone automaticamente nella circostanza di aprire le maglie della nostra specializzazione ad altri sguardi e altri saperi. Vastità e complessità – e ben inteso, inciampi e contraddizioni – restano a buon conto caratteri essenziali della sua opera, eredità da coltivare e mettere in valore. Quasi cinquant’anni dopo la sua morte, pensiamo inoltre che sia possibile osservare la sua traiettoria consapevoli che ai significati della sua opera, per usare un’acuta analisi di Walter Siti (2005: 135), si è andato sovrapponendo il significante del «mito Pasolini». Non ignoriamo, del resto, che è a quel mito che spesso si avvicinano abbagliati altri giovani e altri artisti, ma ciò non ci esime, semmai ci incita, dal proseguire il lavoro ermeneutico, filologico e culturale che qui presentiamo.
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Di Pietro, M. L., A. Mancini y A. G. Spagnolo. "La consulenza etica nella sterilità di coppia". Medicina e Morale 51, n.º 6 (31 de diciembre de 2002): 1019–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.678.

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La consulenza alla coppia sterile non consiste solo negli aspetti tecnici di una diagnosi clinica, ma nell’attenzione alle persone nella loro totalità e relazionalità, in particolare alla loro richiesta di aiuto nel fronteggiare la sofferenza generata sia dal desiderio di un figlio, sia dagli insuccessi e delusioni che frequentemente costellano fino a quel momento la ricerca di una soluzione. Gli Autori, analizzando la letteratura scientifica in merito, rilevano una pressoché esclusiva attenzione all’aspetto psicologico della coppia, per lo più considerato separatamente dalla consulenza per la sterilità. Gli Autori si soffermano sulla consulenza alla coppia sterile nella prospettiva legislativa italiana sulla “procreazione medicalmente assistita”: la proposta di legge in questione si sofferma sull’efficacia e sulle modalità di esecuzione delle tecniche, sulla loro abortività, sui rischi per la donna e per l’embrione, ma pure sulle ricadute etiche e sui costi. La considerazione degli aspetti etici, seppur poco presente in letteratura, non può essere trascurata, essendo in queste procedure implicate la concezione di persona e di famiglia e le finalità riconosciute alla medicina. Non è un fatto eticamente neutro, né per la coppia né per il consulente, le cui convinzioni etiche in questa sede si fronteggiano. Accanto a tali considerazione gli Autori presentano la personale esperienza maturata presso l’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica del S. Cuore, tra il gennaio 2000 e il giugno 2002, su 25 coppie di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Dallo studio emerge la delusione della coppia per un comportamento poco umano dei medici precedentemente consultati e la carenza dell’informazione sulle procedure. Il counselling condotto ha previsto una fase di racconto dal quale è emerso, tra l’altro, un’incompletezza nelle indagini mediche eseguite e una scarsa o erronea informazione da parte dello specialista sugli interventi post-diagnostici e una fase di dialogo tra il consulente eticista e la coppia. Gli Autori concludono che la risoluzione/gestione del desiderio di paternità e maternità della coppia non può prescindere, a motivo della sua complessità e peculiarità, dall’integrazione interdisciplinare di diverse e indispensabili competenze: quella del ginecologo, dell’andrologo, dell’esperto in biologia della riproduzione, dello psicologo e del bioeticista.
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Petrocelli, Emilia. "Pre-service teacher education: Observing senior teachers through the theoretical lens of Ellis’s principles of instructed language learning". EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 8, n.º 1 (31 de marzo de 2021): 20–52. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.13.227.

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EN The study is based on a training project completed in Italy as part of a qualifying course for high school teachers of L2 English. The project moves around the framework that Rod Ellis proposed in 2010 on the relationship between Second Language Acquisition and Language Pedagogy and it argues the need for student teachers (STs) to take the role of classroom researchers during their learning process and carry out critical observations through a solid theoretical lens, such as the 10 principles for instructed language learning by Ellis (2005a, 2005b). Three case studies are analyzed to explore how STs observed classroom activities armed with the knowledge of the principles. Data is based on feedback they gave during seminar discussions and remarks made in written reports. Moreover, a follow-up survey of informants after five years’ in-service practice questions whether and how this experience influenced the quality and degree of their understanding of teaching and learning. Considering these results, suggestions are made for future implementations of this kind of project. Key words: INSTRUCTED LANGUAGE LEARNING, SECOND LANGUAGE TEACHER EDUCATION, LANGUAGE PEDAGOGY, COMMUNICATIVE APPROACH, ITALIAN SECONDARY SCHOOL, ENGLISH AS A FOREIGN LANGUAGE (EFL) ES El estudio se basa en un proyecto de capacitación realizado en Italia como parte de un curso de cualificación para profesores de inglés como L2 de nivel secundario. El proyecto se basó en el marco que Rod Ellis propuso en 2010 sobre la relación entre la adquisición de segundas lenguas y la pedagogía lingüística. Este estudio sostiene que los estudiantes necesitan recibir una lente teórica sólida para la observación crítica, como los 10 principios para el aprendizaje de idiomas instruido de Ellis (2005a, b), y asumir el papel de investigadores dentro del aula durante su proceso de aprendizaje. La análisis de tres estudios de caso explora cómo los estudiantes observaron las actividades del aula armados con el conocimiento de los principios. Los datos se basan en los comentarios que dieron durante los debates del seminario y en las observaciones realizadas en los informes escritos. Además, una encuesta de seguimiento de los informantes después de cinco años de docencia en servicio cuestiona si esta experiencia influyó, y de qué manera, en la calidad y el grado de su comprensión de la enseñanza y el aprendizaje. Teniendo en cuenta estos resultados, se hacen sugerencias para futuras implementaciones de este tipo de proyectos. Palabras clave: APRENDIZAJE DE IDIOMAS INSTRUIDO, CAPACITACIÓN DE PROFESORES DE SEGUNDA LENGUA, PEDAGOGÍA DEL LENGUAJE, ENFOQUE COMUNICATIVO, ESCUELA SECUNDARIA ITALIANA, INGLÉS COMO LENGUA EXTRANJERA IT Lo studio si basa su un progetto di tirocinio inserito in un corso di abilitazione per docenti d’inglese nella scuola superiore (TFA). Il progetto si ispira al quadro teorico proposto da Rod Ellis nel 2010 sul legame tra acquisizione della seconda lingua e didattica delle lingue e si basa sull’idea che i tirocinanti debbano effettuare le osservazioni in classe vestendo i panni di ricercatori, con una lente teorica solida come i 10 principi per l’insegnamento delle lingue di Ellis (2005a, b). L’analisi esplora il processo di formazione dei tirocinanti in tre casi studio e le modalità in cui essi si sono mossi nell’osservazione delle lezioni di lingua, armati della conoscenza dei principi di Ellis. I dati includono le riflessioni dei tirocinanti durante le discussioni seminariali e nelle loro relazioni di fine percorso. Inoltre, dopo cinque anni d’insegnamento di ruolo, quegli stessi tirocinanti sono stati intervistati per ricevere informazioni su se e come questa esperienza abbia influenzato la qualità e il livello della loro consapevolezza dei processi di insegnamento e apprendimento. Sulla base dei risultati, vengono avanzate alcune proposte per lo sviluppo di questo tipo di progetti. Parole chiave: APPRENDIMENTO DELLA LINGUA, FORMAZIONE PER DOCENTI DI LINGUA, DIDATTICA, APPROCCIO COMUNICATIVO, SCUOLA SECONDARIA ITALIANA, INGLESE COME LINGUA STRANIERA
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de Caldas Brito, Christiana. "La mia esperienza con gli editori italiani". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (enero de 2018): 255–59. http://dx.doi.org/10.3280/mm2017-003013.

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Cohen, Alex. "Prefazione all'edizione italiana". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (marzo de 2002): 15–16. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000460.

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A quanto mi risulta questo breve rapporto rappresenta il primo tentativo di offrire una panoramica internazionale sulla salute mentale delle popolazioni indigene. Dico questo non per rivendicare un merito personale – l'argomento mi è stato suggerito dal dr. Benedetto Saraceno divenuto in seguito Medical Officer del progetto Nations for Mental Health dell'Organizzazione Mondiale della Sanità – ma per sottolineare la vastità degli aspetti relativi a questo tema universale che sono stati per troppo tempo trascurati. Mentre esiste un'ampia letteratura sulla salute mentale delle popolazioni indigene a livello locale, nazionale ed internazionale c'è scarsa discussione e comparazione tra le principali aree geografiche. Ad esempio, i problemi con cui si confrontano le popolazioni indigene della Russia settentrionale sono generalmente considerati in modo del tutto separato dalle esperienze di altre popolazioni artiche: la storia della conquista e della colonizzazione sopportata dai popoli indigeni del Nord America è raramente posta a confronto con quella delle popolazioni indigene del Sud America.Questo è assai bizzarro dal momento che le popolazioni indigene in tutto il mondo hanno dovuto fronteggiare simili esperienze traumatiche (ad es. genocidio, dislocazione, repressione della cultura e del linguaggio) con gli stessi risultati (ad es. elevati tassi di suicidio, abuso di sostanze e depressione). Tali dimenticanze sono altresì deplorevoli dal momento che le ricerche transculturali e transnazionali intorno a questi fenomeni hanno prodotto risultati che io ritengo condivisibili e conoscenze che possono essere utilizzate nello sviluppo di interventi culturalmente appropriati nei programmi di salute mentale.
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Campolucci, Lorella y Danila Maori. "Un percorso integrato di matematica e italiano in continuità dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n.º 9 (27 de mayo de 2021): 73–102. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.4.

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In questo articolo si raccontano alcune esperienze realizzate da un gruppo di docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado basate su percorsi interdisciplinari di matematica e italiano. Le esperienze riguardano prevalentemente la lettura, la comprensione e la formulazione di problemi; l’uso di narrazioni per raccontare la matematica, introdurre nuovi concetti e far parlare dei concetti appresi; la ludolinguistica applicata alla matematica per un approccio positivo nei confronti dell’errore e per ampliare il lessico e le esperienze comunicative.
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Palma, Daniele. "Esperienze LGBTQ+ nel teatro musicale italiano contemporaneo". Mimesis Journal 10, n.º 2 (13 de diciembre de 2021): 229–54. http://dx.doi.org/10.4000/mimesis.2394.

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Proietti, Domenico. "Obermeister: un possibile traducente italiano". XVII, 2021/2 (aprile-giugno), n.º 2 (4 de mayo de 2021): 30–31. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2021.7539.

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Da Bolzano E. B., dell’Unione Maestri professionali dell’Alto Adige, ci chiede quale sia la traduzione in italiano del sostantivo tedesco Obermeister, utilizzato come denominazione o qualifica del livello professionale superiore a quella indicata dal termine Meister, equivalente all’italiano “Maestro professionale” o “Maestro artigiano”. Osservando opportunamente che il termine italiano capomastro è usato “principalmente” nel “settore edilizio”, domanda se “esiste un termine più generico per definire un maestro professionale di livello, formazione ed esperienza superiore al Maestro professionale”.
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Bruno, Davide y Marie Rose Moro. "La lunga notte dell'esilio. Gruppi istituzionali e centri per immigrati in Italia". GRUPPI, n.º 3 (octubre de 2011): 95–105. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003010.

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I Centri di Permanenza Temporanei (CPT) accolgono gli stranieri in una situazione di irregolaritŕ rispetto alle leggi italiane sull'immigrazione. Si tratta essenzialmente di persone in attesa dell'esecuzione del provvedimento di espulsione o che, non trovandosi in possesso di documenti d'identitŕ, devono essere identificate. A partire da una esperienza sul campo svolta in un CPT italiano e dall'analisi della letteratura, l'autore analizza la dinamica istituzionale propria di queste strutture e le interazioni con l'esterno. Lo scopo di questo lavoro č infatti quello di interrogarci sulla funzione di questi luoghi nella societŕ. Attraverso un parallelo con istituti che hanno caratteristiche analoghe di istituzioni totali, giungeremo alla conclusione che il funzionamento di tali centri sembra essere legato alla messa in campo di meccanismi di difesa rispetto al sentimento del "perturbante", suscitato dall'incontro con lo straniero. Verranno inoltre presentati approcci terapeutici di gruppo per la presa in carico del paziente migrante, che tengano in considerazione gli aspetti di sofferenza psichica legati al trauma migratorio.
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Vittori, Francesco. "Le esperienze italiane di Sistemi partecipativi di garanzia". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 116 (junio de 2018): 110–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-116008.

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