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Pandolfo, Sara <1996&gt. "Il giudizio di ottemperanza e l'introduzione dell'istuto della penalità di mora: esperienza italiana ed esperienza europea". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18724.

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Resumen
In questo elaborato viene analizzato il giudizio di ottemperanza, un istituto dell’ordinamento italiano che può essere attivato per ottenere l’esecuzione di una sentenza tributaria. Tale strumento è stato introdotto per tutelare il contribuente qualora la Pubblica Amministrazione risulti inadempiente. La riforma più significativa di tale disciplina è stata inserita dal D.lgs. 156/2015, in cui viene data la possibilità di rendere esecutive e di attuare tutte le sentenze delle Commissioni Tributarie, anche non definitive. L’analisi del processo di ottemperanza viene eseguita con riferimento all’istituzione, da parte del Legislatore, del giudizio di ottemperanza anche nel Codice del Processo Amministrativo. L’approfondimento del presente lavoro prosegue, poi, nello studio della natura mista di esecuzione e di cognizione del giudizio di ottemperanza e nell’introduzione dell’istituto della penalità di mora o astreinte nel Processo Amministrativo. L’istituto della penalità di mora è una misura che il giudice dell’ottemperanza può utilizzare qualora la Pubblica Amministrazione violi il giudicato o sia in ritardo nell’esecuzione della sentenza. Il Legislatore italiano, nel recepire tale istituto, si ispira ad altre misure simili di coercizione indiretta che gli ordinamenti europei già prevedono da tempo. Infine, l’elaborato indaga sulle somiglianze e sulle differenze dell’istituto delle astreinte tra i vari sistemi europei di giustizia amministrativa e si conclude con l’analisi comparativa di alcuni dati in merito all’utilizzo di tale istituto nei diversi Paese Europei.
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Pancaldi, Annalisa <1982&gt. "La privatizzazione del processo civile: esperienza italiana e francese a confronto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4143/1/pancaldi_annalisa_tesi.pdf.

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Resumen
La tesi di dottorato affronta uno dei temi più delicati e attuali relativi al processo civile, vale a dire quello della sua privatizzazione, offrendo una comparazione tra la situazione italiana e quella francese, ed analizzando in particolare gli istituti del calendario del processo e dei protocolli d'udienza.
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Pancaldi, Annalisa <1982&gt. "La privatizzazione del processo civile: esperienza italiana e francese a confronto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4143/.

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Resumen
La tesi di dottorato affronta uno dei temi più delicati e attuali relativi al processo civile, vale a dire quello della sua privatizzazione, offrendo una comparazione tra la situazione italiana e quella francese, ed analizzando in particolare gli istituti del calendario del processo e dei protocolli d'udienza.
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Fonte, Valentina <1976&gt. "Una metodologia d'intervento olistico per il recupero delle dislessie in età evolutiva: esperienza sonoro-musicale e linguistica creativa quale approccio educativo-didattico integrato". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4607.

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Il progetto si snoda tra gli ambiti di ricerca della pedagogia speciale, delle neuroscienze e dell’educazione linguistica, muovendo da una positiva esperienza concreta e proponendo un approccio “olistico” al recupero delle abilità di base nelle dislessie in età evolutiva mediante esercizi di linguistica creativa ed esperienze sonoro-musicali, laddove l’azione delle frequenze sonore può stimolare il sistema percettivo-cognitivo e al contempo attivare per risonanza meccanismi di autoregolazione nel soggetto. Design. L’efficacia dell’azione della musica è indagata inizialmente su 4 individui “normodotati”, quindi su un panel di 5 soggetti con dislessia di tipo disfonetico e misto, misurando l’evoluzione dei principali parametri di benessere psico-fisico e i valori della coerenza emisferica cerebrale. I dati ottenuti e lo studio di caso su un soggetto adolescente con dislessia, lungo un follow-up di 2 anni, consentono di definire un modello di attività didattiche e proposte operative, valutandone gli effetti su altri 4 casi scelti in ambito scolastico (“embedded case study”), relativamente al potenziamento delle abilità di lettoscrittura e al rafforzamento del concetto di sé attraverso pre-, durante- e post-test (lettura di parole e non-parole con e senza crowding, prova MT di comprensione testuale, Test di valutazione multidimensionale dell’autostima e analisi della produzione testuale con il software “Èulogos”). Results. L’analisi delle evidenze empiriche attesta la valenza delle strategie utilizzate, rivelando effettivi miglioramenti nelle abilità di lettoscrittura, nella capacità espressiva, nelle componenti socio-emotiva e motivazionale, nella prassia e nell’integrazione spazio-temporale dei soggetti in esame. Ciò va in direzione della trasferibilità dell’approccio e del modello multimodale adottato.
This project refers to various research areas, from special education to neuroscience and language education. It starts from a real and positive experience and develops into an “holistic” approach to the recovery of basic skills in developmental dyslexia. This goal is achieved by creative linguistic exercises and musical experiences, where the action of sound frequencies can stimulate the perceptual-cognitive system, activating at the same time self-regulation mechanisms by resonance. Design. The effectiveness of music is initially investigated on 4 “normal” subjects, then on a panel of 5 subjects with disphonetic and mixed dyslexia. The investigation is carried on by measuring the evolution of the main parameters of physical and mental wellbeing and the hemispheric coherence brain values. The collected data and the case study of a teenager with dyslexia, through a 2 years’ follow-up, are used to define a model of learning activities and operational guidelines. The effects of these guidelines are investigated on other 4 cases chosen in a secondary school (“embedded case study”), with reference to the implementation of reading and writing skills and the development of self-concept across pre-, during -and post –test: words and non-words lists with and without crowding effect, MT evidence of textual understanding, multidimensional self-esteem assessment test and analysis of textual production by the software “Èulogos”. Results. Analysis of empirical evidence shows the effectiveness of the used strategies to reveal the actual improvements of literacy skills, expressive capability, socio- emotional and motivational dimensions, praxia and space-temporal integration of the studied cases. This suggests the possibility of the transferability of the adopted multimodal approach.
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Testa, Camilla <1993&gt. "Percorso storico della didattica artistica: esperienze didattiche italiane a confronto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14876.

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Il primo capitolo affronta il tema dell'educazione nel corso della storia secondo il punto di vista di diversi studiosi. il secondo capitolo si concentra su alcune esperienze didattiche italiane, mentre nel terzo capitolo esporrò la mia personale esperienza nei lavoratori didattici a ca'rte lab di Ca' Foscari.
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Baudo, Valeria. "I ragazzi in biblioteca: la prospettiva italiana a confronto con esperienze internazionali". Thesis, University of Parma, 2005. http://hdl.handle.net/10919/71592.

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The job analyzes the lines of development of the library services devoted to chidren and young adults, with particular reference to the Italian context, in public and school libraries. It analyzes some international documents: the guidelines IFLA-UNESCOfor children's library services and the PULMAN guidelines, with a special focus on library porfessionalism.
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Accardo, Fabiana <1991&gt. "Sistemi reputazionali e responsabilità civile : un'analisi comparata delle esperienze italiana e statunitense". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17822.

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Resumen
Il frammentato panorama dell’economia dell’informazione è ad oggi contraddistinto dall'emersione di peculiari fenomeni nello scenario della Rete. Uno di questi è costituito dai sistemi reputazionali. Si tratta di strumenti elaborati al fine di ridurre i fallimenti di mercato derivanti dalle situazioni di asimmetria informativa e predisposti ex ante allo scopo preordinato di stabilire la credibilità del singolo. I sistemi reputazionali sono stati definiti come «strutture informative che aggregano e diffondono dati relativi alla reputazione individuale entro un certo contesto di riferimento, con la funzione di offrire indicazioni utili alla conclusione degli affari e favorire la creazione di fiducia nel mercato». È evidente che essi siano forieri di molteplici problematiche e che in misura sempre più rilevante informino il contesto giuridico. A tal proposito, innumerevoli sono le controversie recentemente sorte sul contenuto di questi sistemi: recensioni e feedback online stanno causando degli effetti distorsivi rispetto allo scopo della loro originaria elaborazione. In questo contesto è l’apporto giurisprudenziale a fornire i primi risultati tangibili sul tema, ma il pieno sviluppo degli orientamenti sulla responsabilità eventualmente ascritta alle piattaforme che elaborano i sistemi di reputazione è tuttora ostacolato dalle lacune normative sul punto. Da ciò ne deriva la difficoltà di fornire un chiaro indirizzo sulle modalità utilizzate per affrontare il dilagante fenomeno delle recensioni false ed ingannevoli, le cui conseguenze lesive sono pregiudizievoli sia nei confronti di operatori economici presenti sulla Rete che dei consumatori, spesso fuorviati nel loro consenso contrattuale. Occorre allora valutare se, allo stato dell’arte, sia possibile intravedere delle proposte di regolazione o se i sistemi di reputazione siano lasciati alle incontrollabili logiche di mercato dei grandi “colossi” dell’informazione.
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Siviero, Stefano <1991&gt. "Flat tax: esperienze internazionali e dibattito in Italia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21529.

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Il concetto moderno di flat tax sviluppato negli Stati Uniti da Milton Friedman è stato oggetto di studio per tutta la seconda metà del secolo scorso. Un'effettiva implementazione del sistema, tuttavia, venne messa in atto solo sul finire del secolo, in particolare nei paesi dell'Europa Orientale. Nonostante in Italia non sia mai stata adottata una flat tax, il tema è stato dibattuto molto, specialmente nell'ultimo decennio, sotto la spinta di Lega e Forza Italia. L'analisi proposta in questa tesi cercherà di affrontare il tema della flat tax, in primo luogo definendone i fondamenti storici; in seguito si procederà all'analisi dei modelli e delle applicazioni pratiche della flat tax in contesto internazionale ed infine si vedrà il dibattito politico italiano, cercando di evidenziare i pregi e difetti del sistema attualmente in vigore. La tesi presenta la seguente struttura. Nel primo capitolo si evidenzieranno le proposte dei maggiori teorici della flat tax, in primis l'economista americano Milton Friedman, a seguire Robert Hall e Alvin Rabushka con il loro modello formato “cartolina postale”. Poi il modello (RM-AU) dell'economista inglese Anthony Barnes Atkinson. Infine, la proposta di riforma del sistema tributario americano da parte dell'Heritage Foundation. Il capitolo affronterà anche i problemi definitori della flat tax, evidenziandoli nell'analisi critica di Lane B. Teller. Nel secondo capitolo si descriveranno i modelli e le applicazioni pratiche della flat tax in un contesto internazionale. Il focus sarà rivolto ai paesi dell'Europa Orientale che hanno deciso di implementare tale sistema fiscale, approfondendo in seguito particolarmente la prima ondata avvenuta nei Paesi Baltci e il caso russo, fautore della seconda ondata. L'analisi metterà in luce come, in alcuni Paesi, la flat tax ha avuto casi di successo mentre altri di insuccesso a cui però sono correlate ulteriori circostanze che potrebbero aver influito sul funzionamento del sistema fiscale. Argomento di discussione del terzo capitolo saranno le proposte di flat tax in Italia. All'inizio si cercherà di inquadrare lo sviluppo del sistema fiscale in vigore, analizzando la struttura dell'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), evidenziando le caratteristiche, le debolezze e gli elementi “flat” che già oggi la caratterizzano. A seguire si esporranno le proposte di legge avanzate negli ultimi anni delle forze politiche di centrodestra e dall'Istituto Bruno Leoni. Nel quarto e ultimo capitolo l'analisi verterà sull'illustrazione delle proposte di riforma fiscale attualmente in discussione in Italia di Baldini e Rossi dal titolo “Effetti distributivi della flat tax: il caso italiano”. Questa sarà portata avanti molto probabilmente dal Governo Draghi nei prossimi mesi.
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D’Arezzo, Mario Paolo <1963&gt. "Legittimo affidamento nel diritto tributario: esperienze comparate di diritto italiano ed inglese". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6138/1/d%27arezzo_mario_paolo_tesi.pdf.

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Resumen
Il contributo di questo scritto è stato quello di delineare attraverso l’esame comparatistico del principio dell'affidamento quel particolare fil rouge che differenzia e che unisce, gli ordinamenti di common law e di civil law nell’approcciarsi a questo principio. In questo studio lo sviluppo del principio dell’affidamento nel diritto inglese,l’influenza della Corte di Giustizia, ed recepimento da parte dei giudici di common law di quei principi di armonizzazione indicati dalla Corte di Giustizia che ha estremamente modificato e razionalizzato il contenzioso inglese e quello italiano. Questa ricerca si propone di valutare in chiave comparatistica le possibili lesioni che possono aver tratto il contribuente in inganno attraverso comportamenti difformi dalla P.A. Rispetto a quanto promesso ed i possibili effetti risarcitori che potrebbero dare luogo nei confronti della Pubblica Amministrazione fiscale.
The contribution of this paper is to outline through the comparative research of English and Italian Administrative institutions that particular connections which joins and differentiates the common law and and civil law systems in approaching the principle of legitimate expectation. This paper outlines starting from the birth of the principle of legittimate expectation in Administrative and Enghish tax law, its developments, the influence of the Court of Justice inside the Italian and Enghish law which has extremely changed and razionalIzed the litigation between HMRC and taxpayers's disputes. This research aims to evaluate in Italian and English law , the expectation principle in favour of taxpayers rights's the possible negative effects of violation of legittimate expectation carried out by financial administration.
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D’Arezzo, Mario Paolo <1963&gt. "Legittimo affidamento nel diritto tributario: esperienze comparate di diritto italiano ed inglese". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6138/.

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Resumen
Il contributo di questo scritto è stato quello di delineare attraverso l’esame comparatistico del principio dell'affidamento quel particolare fil rouge che differenzia e che unisce, gli ordinamenti di common law e di civil law nell’approcciarsi a questo principio. In questo studio lo sviluppo del principio dell’affidamento nel diritto inglese,l’influenza della Corte di Giustizia, ed recepimento da parte dei giudici di common law di quei principi di armonizzazione indicati dalla Corte di Giustizia che ha estremamente modificato e razionalizzato il contenzioso inglese e quello italiano. Questa ricerca si propone di valutare in chiave comparatistica le possibili lesioni che possono aver tratto il contribuente in inganno attraverso comportamenti difformi dalla P.A. Rispetto a quanto promesso ed i possibili effetti risarcitori che potrebbero dare luogo nei confronti della Pubblica Amministrazione fiscale.
The contribution of this paper is to outline through the comparative research of English and Italian Administrative institutions that particular connections which joins and differentiates the common law and and civil law systems in approaching the principle of legitimate expectation. This paper outlines starting from the birth of the principle of legittimate expectation in Administrative and Enghish tax law, its developments, the influence of the Court of Justice inside the Italian and Enghish law which has extremely changed and razionalIzed the litigation between HMRC and taxpayers's disputes. This research aims to evaluate in Italian and English law , the expectation principle in favour of taxpayers rights's the possible negative effects of violation of legittimate expectation carried out by financial administration.
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Rosy, Romersa Federica. "Il rinnovamento della parrocchia nella Chiesa italiana dal Concilio ad oggi : esperienze, valutazioni, prospettive /". Roma : Pontificia università lateranense : Mursia, 1999. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb39052226c.

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Romersa, Federica Rosy. "Il rinnovamento della parrocchia nella chiesa italiana dal concilio ad oggi esperienze, valutazioni, prospettive /". Roma : Pontificia università lateranense : MURSIA, 1999. http://books.google.com/books?id=eirZAAAAMAAJ.

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Ravecca, A. "ESPERIENZE DI DI GIOVANI IMMIGRATI NELL'UNIVERSITÀ ITALIANA - STORIE IN TENSIONE FRA MOBILITÀ E MARGINALITÀ". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230962.

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Nowadays disparities in educational opportunities are among the most pervasive challenges across Western societies. Educational setbacks perpetuate broader inequalities in later stages of life. This happens particularly for the socioeconomically disadvantaged and for children with an immigrant background. This thesis focuses on the latter and on their experience in higher education system of a specific national setting, Italy. Forty interviews have been administered to migrant origin studies. Their narratives have been analyzed and red through the lens of international literature on the topic. Three ilealtipic groups have been built gathering students with common experiences and orientations in the Italian University system.
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De, Gennaro Annamaria <1989&gt. "Sababu: "una porta che apre altre porte". Un' esperienza di serendipità a scuola di italiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6931.

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Questa tesi nasce dalla realizzazione di un sogno, dopo aver trovato qualcosa che avevo smesso di cercare … La scuola per richiedenti asilo e rifugiati dell’associazione Asinitas onlus è uno spazio in cui si tenta di rendere fertile la crisi dell’arrivo, consapevoli che la cura della sfera affettiva accompagna quella della sfera cognitiva. Utilizzando la tecnica dell’osservazione partecipante, questo scritto si propone di dimostrare come è possibile fare innovazione sociale utilizzando come strumento la lingua. Viene presentato un modo di fare scuola che si traduce in un modo di fare società Si propone il metodo dell’educazione attiva utilizzato dalla scuola di italiano di Garbatella come esempio di accoglienza non assimilazionista. Che significa accogliere attraverso la lingua? Vuol dire piantare la vecchia radice e farla rinascere. Non si sa se il terreno della società sarà adatto a far diventare quella radice una pianta e poi un albero da cui poter cogliere buoni frutti. Ma quel che è certo è che non si può avere un buon raccolto senza una buona semina. È mio intento dimostrare il potere del linguaggio che troppo spesso viene ridotto ad un mero codice di significazioni e privato del suo corpo vivo. A differenza dei manuali di italiano che si limitano ad un uso funzionale della lingua, (una forma di discriminazione che appiattisce la persona migrante come portatrice di bisogni ) in questi spazi si guarda alla lingua come strumento che permette l’incontro fra persone. All’interno di una città come Roma che in questo momento non si contraddistingue per le sue pratiche di accoglienza, c’è una realtà positiva esempio di una buona pratica sociale che lavora dal basso.
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SOLARINO, Alberta. "Attrezzare la città a scala locale. Programmazione, progetto, concertazione in alcune esperienze italiane". Doctoral thesis, La Sapienza, 2005. http://hdl.handle.net/11573/917471.

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Bressan, Virginia. "Child Language Brokering: esperienze a confronto". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
Il presente elaborato si propone di esplorare il fenomeno del Child Language Brokering sulla base di tre interviste condotte con delle giovani mediatrici non professionali che hanno riflettuto sulle loro esperienze presenti e passate. Il primo capitolo si concentra su alcuni cenni teorici riguardanti la mediazione linguistica e culturale. Inoltre, viene fornita una breve panoramica degli stranieri che vivono in Italia e dello stato dei servizi linguistici ai quali possono accedere. Nel secondo capitolo vengono analizzate le interviste condotte con le tre giovani mediatrici, evidenziando analogie e differenze in merito ad alcuni aspetti controversi riguardanti le attività di Child Language Brokering, ad esempio l'inversione del rapporto genitore-figlio o le sensazioni negative e positive provate dal mediatore. Infine, nelle conclusioni vengono riassunti i dati raccolti tramite le interviste mettendo in evidenza la varietà di percezioni che possono caratterizzare le singole esperienze di ciascun mediatore nel contesto del Child Language Brokering.
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Sorbello, Chiara <1988&gt. "Profili costituzionali dell'integrazione europea multilivello. Le esperienze di Italia e Francia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7637/1/sorbello_chiara_tesi.pdf.

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Resumen
La tesi si propone di indagare l’incidenza dei processi di integrazione sovranazionale sulle singole esperienze costituzionali, nel contesto di una prospettiva teorica consapevole delle molteplici interconnessioni sussistenti tra processi di integrazione sovranazionale e relazioni tra ordinamenti giuridici. L’obiettivo è quello di rappresentare ed evidenziare, in siffatto contesto multilivello, i processi dinamici che hanno riguardato e caratterizzano taluni aspetti dell’ordinamento costituzionale nella dimensione sovranazionale ed infrastatale. La prospettiva involge altresì un’analisi di tipo comparatistico, attraverso la quale si sono trattate in parallelo i caratteri di due esperienze nazionali, anche al fine di ricostruire i canali di comunicazione fra le culture costituzionali, e far emergere i punti di contatto ed i più significativi elementi di diversità tra i modelli accolti. Lo studio si muove lungo tre principali direttrici, cui corrispondono le tre parti dell’elaborato, volte ad approfondire gli aspetti più rilevanti del fenomeno in esame. Nel primo capitolo vengono esaminate le dinamiche evolutive dei rapporti tra il processo di integrazione europea e le Carte costituzionali, con l’intento di evidenziare come esse siano divenute gli elementi fondanti ed essenziali di siffatta struttura composita. Il secondo capitolo si sofferma ad analizzare il contributo della Corte di giustizia e delle giurisdizioni costituzionali allo sviluppo del contesto comunicativo euro-nazionale, con l’obiettivo di valutarne l’apporto in termini di armonizzazione del processo di integrazione interordinamentale. L’accento è altresì posto sull’evoluzione del dialogo tra le Corti e sul ruolo affidato alle giurisdizioni costituzionali. Infine, nel terzo capitolo muovendo dall’accento posto dal paradigma del costituzionalismo multilivello sull’esigenza di rinforzare la legittimazione democratica dell’Unione europea, sfruttando sino in fondo le risorse proprie della rappresentanza parlamentare, nel Parlamento europeo come nei Parlamenti nazionali, ci si sofferma nello specifico sul ricorso ad alcuni strumenti volti al rafforzamento del contesto comunicativo della rappresentanza parlamentare nel contesto europeo, nonché sulla relativa attuazione a livello nazionale.
The aim of the present thesis is to investigate the impact of the European integration process on the basis of national constitutional and institutional system, in a general context of a theoretical perspective aware of the interconnection between the supranational integration processes and the national legal order. The main purpose is to analyse, in such multilevel contest, the dynamic processes concerning the constitutional systems. The analysis also involves a comparative approach, through which the experiences of Italy and France are considered and studied in parallel. The study focuses on three main areas, to which the three chapters are linked. In the first chapter, the evolutionary dynamics of the relationships between the European integration process and the Constitutions are taken into consideration, with the aim of highlighting how the Constitutions become the fundamental elements of such "compound structure". The second chapter analyses the role of the Court of justice as well as of the constitutional jurisdictions in the development of the euro-national communicative system, with the aim to evaluate the harmonization of such integration process. In this regard, attention is also paid to the evolution of the dialogue between Courts and, more precisely, to the role of the constitutional courts. Lastly, in line with the "multilevel constitutionalism in action" perspective and with the need to enhance the democratic legitimacy of the European Union (also) by exploiting the Parliamentary sources, both at the European and national level, the third part of the present work focuses the attention on some mechanism considered necessary to deepen such Parliamentary representation.
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Sorbello, Chiara <1988&gt. "Profili costituzionali dell'integrazione europea multilivello. Le esperienze di Italia e Francia". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7637/.

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La tesi si propone di indagare l’incidenza dei processi di integrazione sovranazionale sulle singole esperienze costituzionali, nel contesto di una prospettiva teorica consapevole delle molteplici interconnessioni sussistenti tra processi di integrazione sovranazionale e relazioni tra ordinamenti giuridici. L’obiettivo è quello di rappresentare ed evidenziare, in siffatto contesto multilivello, i processi dinamici che hanno riguardato e caratterizzano taluni aspetti dell’ordinamento costituzionale nella dimensione sovranazionale ed infrastatale. La prospettiva involge altresì un’analisi di tipo comparatistico, attraverso la quale si sono trattate in parallelo i caratteri di due esperienze nazionali, anche al fine di ricostruire i canali di comunicazione fra le culture costituzionali, e far emergere i punti di contatto ed i più significativi elementi di diversità tra i modelli accolti. Lo studio si muove lungo tre principali direttrici, cui corrispondono le tre parti dell’elaborato, volte ad approfondire gli aspetti più rilevanti del fenomeno in esame. Nel primo capitolo vengono esaminate le dinamiche evolutive dei rapporti tra il processo di integrazione europea e le Carte costituzionali, con l’intento di evidenziare come esse siano divenute gli elementi fondanti ed essenziali di siffatta struttura composita. Il secondo capitolo si sofferma ad analizzare il contributo della Corte di giustizia e delle giurisdizioni costituzionali allo sviluppo del contesto comunicativo euro-nazionale, con l’obiettivo di valutarne l’apporto in termini di armonizzazione del processo di integrazione interordinamentale. L’accento è altresì posto sull’evoluzione del dialogo tra le Corti e sul ruolo affidato alle giurisdizioni costituzionali. Infine, nel terzo capitolo muovendo dall’accento posto dal paradigma del costituzionalismo multilivello sull’esigenza di rinforzare la legittimazione democratica dell’Unione europea, sfruttando sino in fondo le risorse proprie della rappresentanza parlamentare, nel Parlamento europeo come nei Parlamenti nazionali, ci si sofferma nello specifico sul ricorso ad alcuni strumenti volti al rafforzamento del contesto comunicativo della rappresentanza parlamentare nel contesto europeo, nonché sulla relativa attuazione a livello nazionale.
The aim of the present thesis is to investigate the impact of the European integration process on the basis of national constitutional and institutional system, in a general context of a theoretical perspective aware of the interconnection between the supranational integration processes and the national legal order. The main purpose is to analyse, in such multilevel contest, the dynamic processes concerning the constitutional systems. The analysis also involves a comparative approach, through which the experiences of Italy and France are considered and studied in parallel. The study focuses on three main areas, to which the three chapters are linked. In the first chapter, the evolutionary dynamics of the relationships between the European integration process and the Constitutions are taken into consideration, with the aim of highlighting how the Constitutions become the fundamental elements of such "compound structure". The second chapter analyses the role of the Court of justice as well as of the constitutional jurisdictions in the development of the euro-national communicative system, with the aim to evaluate the harmonization of such integration process. In this regard, attention is also paid to the evolution of the dialogue between Courts and, more precisely, to the role of the constitutional courts. Lastly, in line with the "multilevel constitutionalism in action" perspective and with the need to enhance the democratic legitimacy of the European Union (also) by exploiting the Parliamentary sources, both at the European and national level, the third part of the present work focuses the attention on some mechanism considered necessary to deepen such Parliamentary representation.
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Santini, Maria. "Ricerca terminologica in italiano e tedesco nell'ambito della salute e sicurezza sul lavoro: esperienza pratica presso Eurac Research". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17224/.

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Resumen
Oggetto del presente elaborato è una ricerca terminologica effettuata presso l’Istituto di ricerca Eurac nella combinazione linguistica italiano-tedesco altoatesino nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro. L’obiettivo delle schede terminologiche è quello di facilitare la comunicazione e la comprensione interlinguistica dei concetti appartenenti a questo settore di primaria importanza. Il presente elaborato si inserisce nella Convenzione bilaterale tra Eurac Research e il Servizio di prevenzione e protezione della Provincia autonoma di Bolzano che prevede la traduzione e revisione di moduli e-learning e la corrispondente uniformazione terminologica. Il presente elaborato è suddiviso in due sezioni, una teorica e una pratica: nella prima è illustrata l’evoluzione della disciplina e i nuovi approcci terminologici. Per quanto concerne la parte pratica, il processo di elaborazione delle schede terminologiche consta in una prima fase di documentazione, seguita dalla creazione di mappe concettuali al fine di organizzare e sistematizzare le conoscenze e che si conclude con la creazione delle entrate terminologiche mediante l’utilizzo del software SDL Trados Multiterm. Le circa duecento schede terminologiche elaborate nel corso del tirocinio saranno poi pubblicate online nel Sistema informativo per la terminologia giuridica bistro.
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Zavan, Angela <1986&gt. "IL CASO DEGLI INTERNATI MILITARI ITALIANI. UNA «STORIA DELLE ESPERIENZE» TRA ARTE, MEMORIA E DIRITTI NEGATI". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18568.

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Resumen
La presente trattazione si propone di indagare la vicenda degli Internati Militari Italiani lungo i percorsi della memoria, l’arte e il diritto. Il caso in oggetto è esemplificativo della mancata applicazione delle norme di protezione umanitaria per i prigionieri di guerra, vigenti all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Le attività culturali e le opere d’arte prodotte all’interno dei lager da parte dei militari italiani vengono approfondite attraverso l’esperienza dell’ufficiale pittore Italo Gerlin, uno degli ultimi testimoni ancora in vita e il contributo della professoressa Paola Cintoli, autrice del libro L’arte nei lager nazisti: memoria, resistenza, sopravvivenza, di recente pubblicazione. La produzione artistica costituisce il trait-d’union tra la memoria del particolare tipo resistenza «senz’armi» condotta dagli IMI, tra i diritti che sono stati loro negati prima e dopo il ritorno a casa e la costruzione di un’identità nuova e democratica nel nostro Paese. Ad oggi, il riconoscimento della loro condizione e i risarcimenti per i danni subìti quali vittime dei crimini nazisti rimane una questione aperta. Continuare a fare ricerca sul valore civile della memoria e sull’arte come testimonianza di una «storia delle esperienze» può far riemergere le zone lasciate in ombra nella memoria storica e contribuire affinché, anche nelle guerre odierne, venga tutelato ciò che rimane di veramente umano in un conflitto armato: la persona e il patrimonio culturale.
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Zocca, Sara <1995&gt. "“Abbiamo dovuto tutti improvvisare”. Improvvisazione, cambiamento e liminalità nelle esperienze di didattica digitale di docenti italiani". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21146.

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Nei primi mesi del 2020, la diffusione in Italia del virus Sars-Cov-2 ha reso necessaria la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado sull’intero territorio nazionale. Questo provvedimento, il primo del suo genere per durata ed estensione, ha richiesto un rapido passaggio dall’insegnamento tradizionale all’insegnamento virtuale, caratterizzato dall’uso di strumentazione digitale e piattaforme online. Dal momento dell’implementazione della cosiddetta DaD (didattica a distanza), docenti e insegnanti si sono trovati a doversi confrontare con una modalità assolutamente nuova, che ha richiesto, in tempi brevissimi, di “reinventare” se stessi e il modo di concepire la propria professione. Traendo spunto dalla mia personale esperienza di docente in una scuola media e dalle conversazioni informali e semi-formali avute con colleghi, ex-colleghi e dirigenti di scuole elementari e medie, intendo presentare in queste pagine diverse tipologie di risposte date alla digitalizzazione dell’insegnamento. In particolare, tramite il confronto con lo stato della arte sul tema, userò il concetto di improvvisazione per analizzare l’operato dei docenti, mettendo in rilievo come l’improvvisazione non sia un semplice agire impreciso e frettoloso, ma costituisca piuttosto un’efficace modalità di gestione dell’inatteso. Gli insegnanti, pur disponendo di risorse limitate, hanno infatti saputo trasformare l’imprevisto in opportunità, riuscendo così ad arrivare dentro le case e a raggiungere i propri interlocutori, gli studenti oltre lo schermo. Infine, tenterò di mostrare come l’esperienza di questi docenti, lungi dal venire interpretata in luce esclusivamente negativa, abbia costituito per molti di loro un momento di transizione, una fase di sospensione dell’ordine abituale che ha permesso di cambiare a livello personale e professionale, emergendo dal periodo diversi da come vi erano entrati. Il momento di crisi si è dunque rivelato essere anche un momento di trasformazione, nonché il catalizzatore di una serie di cambiamenti il cui impatto si è protratto ben oltre il ritorno sui banchi di scuola.
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Bartolucci, Federico <1986&gt. "Gli investimenti Italiani nel mercato automobilistico Cinese: le esperienze di Fiat, Magneti Marelli e del Gruppo Faam". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1639.

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Grassi, Alessandro <1992&gt. "Misurare la complessità del sistema giudiziario in Italia. Esperienze nazionali ed internazionali a confronto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11546.

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Muovendo dalla revisione e sintesi della letteratura nazionale ed internazionale, in particolare europea, sui macro-temi della qualità e dell'efficienza dei sistemi giudiziari, il percorso di ricerca viene arricchito da alcune esperienze personali, come lo stage presso il Consiglio Nazionale Forense e la collaborazione ad un’indagine basata sul consensus method. Lo scopo del lavoro diventa così duplice: mostrare al lettore la complessità dei sistemi giudiziari e la conseguente difficoltà a descrivere e misurare il fenomeno in modo esaustivo; in secondo luogo, sulla base della letteratura e della ricerca effettuata, provare ad offrire uno strumento di misurazione che integri le pratiche attuali con le conclusioni raggiunte nel corso della trattazione.
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Martins, Juliana Miranda. "Comunità patrimoniali e patrimonio culturale immateriale: esperienze a confronto". Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2016. http://hdl.handle.net/10045/59915.

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El objetivo del estudio es analizar y describir los procesos y dinámicas que impulsan las comunidades a solicitar la inclusión de su patrimonio cultural inmaterial en la lista representativa de la UNESCO. La comprensión del papel desempeñado por la comunidad, a partir del reconocimiento de su patrimonio cultural hasta la gestión del mismo, significa interpretar las motivaciones y expectativas, conflictos y sentimientos relacionados con los patrimonios y el contexto social e histórico en el que están inmersos. El estudio pretende además analizar la legislación internacional y nacional inherente al proceso de patrimonialización de las expresiones culturales para establecer una especie de modelo general aplicable a casos similares, analizando los recorridos del Misteri d'Elx (Alicante, España) y de la naciente candidatura para la salvaguarda del patrimonio cultural inmaterial de la Humanidad promovida por la asociación de los artesanos y constructores de góndolas en Venecia El Felze (Venecia, Italia). La elaboración del dossier per la salvaguardia de una expresión cultural en el ámbito internacional es un proceso complejo que involucra necesariamente cada comunidades. Esto implica la creación de una red de relaciones con las instituciones públicas, tanto locales como nacionales e internacionales, tales como el ayuntamiento, la Comunidad Autónoma y el Comité de la UNESCO, sino también a las universidades e instituciones de investigación que poseen sectores especializado y promueven las actividades de investigación.
Republica Federativa do BRASIL, Ministério da Educação, CAPES – Coordenação e Apoio de Pessoal em Nível Superior, Programa doutorado pleno no exterior 2012-2015.
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MARCHESE, CLAUDIA. "Il diritto di voto e la partecipazione politica: esperienze comparate: Italia, Spagna e Regno Unito". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/201671.

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Bianchi, Valentina <1994&gt. "Artisti contemporanei giapponesi in Italia: le esperienze di Kiyohara O’Tama, Shimamoto Shōzō e Izumi Ōki". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16067.

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Con questo elaborato si vuole analizzare la presenza di artisti giapponesi attivi in Italia, in particolare nel ventesimo secolo. Nel primo capitolo si vuole introdurre la vicenda storica dell'arte giapponese in Italia e le prime esposizioni e collezioni che la rappresentavano. Nei capitoli seguenti, Kiyoahra O’Tama, Shimamoto Shōzō e Izumi Ōki sono i tre principali artisti di cui si tratta, date le loro particolari caratteristiche, la specificità del loro rapporto con l'Italia e il momento storico in cui hanno operato. Di ogni artista viene descritta la produzione e partecipazione alla scena artistica italiana: nel primo caso si presenta il raro esempio di un'artista donna giapponese in Italia alla fine del diciannovesimo secolo, nel secondo le ultime performance italiane di un ex componente del Gutai, nel terzo la ricerca sperimentale di una scultrice giapponese che tutt'ora lavora a Milano. Tutti e tre gli artisti presi in esame hanno espresso in modo più o meno esplicito la volontà di creare canali di comunicazione tra le due culture, tra i due modi di intendere l’arte. In conclusione, si è cercato di individuare nelle tre esperienze estetiche elementi di eventuale "giapponesità", discutendone la nozione e mettendo in luce l'individualità degli artisti.
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Rubini, Giulia <1987&gt. "Il benessere del suino pesante italiano: esperienze di ricerca in allevamento, durante il trasporto e nella percezione dei consumatori". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10314/1/Rubini_Giulia_tesi.pdf.

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Questo elaborato contiene studi riguardanti il benessere del suino pesante italiano ed in particolare si sofferma su alcuni aspetti particolarmente significativi per il miglioramento del benessere. Gli aspetti in esame hanno riguardato la percezione da parte del consumatore italiano del benessere in azienda; inoltre sono stati studiati gli effetti sul benessere di alcune caratteristiche dell'allevamento e di aspetti multifattoriali riguardanti il trasporto al macello. Alla luce dei lavori contenuti in questo lavoro, emerge come una revisione della normativa, anche considerando la categoria dei suini pesanti, possa migliorare notevolmente le loro condizioni di benessere. I consumatori italiani, infatti, hanno confermato di essere attenti e interessati al benessere animale, oltre che disposti a spendere di più per gli animali derivanti da pratiche innovative e più rispettose del benessere, come l'immunocastrazione. Un altro criterio importante, soprattutto in questa categoria di prodotti, è la disponibilità di spazio. Le nostre evidenze sperimentali dimostrano che garantire a questa categoria di suini requisiti di spazio superiori a quelli richiesti dalla normativa migliora il comportamento degli animali e i parametri di produzione. Infine, in termini di trasporto, lo studio da noi condotto ha permesso di identificare parametri da utilizzare come indicatori del livello di stress degli animali, risultando in una buona correlazione con i parametri di stress ematobiochimico. A conclusione di queste variegate esperienze di ricerca, si evidenzia quindi come investire in ulteriori impegni da parte del settore suinicolo, perseguendo l'obiettivo di ridurre al minimo gli stress a cui sono sottoposti i suini pesanti nel corso della loro vita, dall'adozione di tecniche di castrazione meno invasive, il miglioramento delle condizioni di allevamento e di trasporto, dovrebbe essere l'obiettivo comune di tutti i protagonisti della filiera, anche con l’obiettivo di ottenere un prodotto finale con un valore etico che soddisfi le aspettative implicite del consumatore.
This paper contains studies concerning the welfare of the Italian heavy pig and focuses on some aspects particularly significant for the improvement of welfare. The aspects under investigation concerned the perception of the Italian consumer of welfare on the farm; in addition, the effects on the welfare of some characteristics of the farm and of the multifactorial characteristics that occur during transport to the slaughterhouse were investigated. In the light of the works included in this paper, it emerges how reviewing the legislation, also considering the category of heavy pigs, could significantly improve their welfare conditions. In fact, Italian consumers have confirmed that they are attentive and interested in animal welfare, as well as willing to spend more for animals resulting from innovative practices that are more respectful of welfare, such as immunocastration. Another important criterion, especially in this product category, is the availability of space. Our experimental evidence shows that guaranteeing this category of pigs space requirements higher than those required by the legislation improves the behavior of the animals and production parameters. Finally, in terms of transport, the study we conducted made it possible to identify parameters to be used as indicators of the stress level of the animals, resulting in a good correlation with the hematobiochemical stress parameters. In light of these varied research experiences, it is therefore highlighted how to invest in additional commitments by the pig sector, pursuing the objective of minimizing the stresses to which heavy pigs are subjected throughout their life, from the adoption of techniques less invasive castration, the improvement of housing and transport conditions, should be the common goal of all the protagonists of the supply chain, also in pursuit of an ethical content of the final products that satisfies the implicit expectations of the consumer.
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VALMACHINO, CHIARA. "Formazione e informazione di attualità. Modelli, metodologie, esperienze, confronti". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/135.

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Questa tesi analizza le relazioni tra informazione e formazione degli adolescenti. la prima parte descrive il sistema dell'informazione e i suoi meccanismi nell'età tardo. moderna; offre una definizione dell'adolescenza, soprattutto rispetto ai processi di costruzione della cittadinanza . Si presenta, infine, lo stato della ricerca empirica sul tema in oggetto. La seconda sezione si occupa dei modelli pedagogici e delle metodologie didattiche per l'educazione alla/con l'informazione presentando, infine, recenti esperienze realizzate in Italia e in Germania.
This dissertation analyses the relationship among news, teenagers and education. The first part describes how the information-system works in the late-modern age; it draws a picture of the today's teenagers-generation and the making of citizens processes. Finally it gives an overview of the empirical research concerning teens and news. The second part suggests pedagogical models and methods to introduce news in (civic) education, concluding with recent didactical experiences in Italy and Germany.
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VALMACHINO, CHIARA. "Formazione e informazione di attualità. Modelli, metodologie, esperienze, confronti". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/135.

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Questa tesi analizza le relazioni tra informazione e formazione degli adolescenti. la prima parte descrive il sistema dell'informazione e i suoi meccanismi nell'età tardo. moderna; offre una definizione dell'adolescenza, soprattutto rispetto ai processi di costruzione della cittadinanza . Si presenta, infine, lo stato della ricerca empirica sul tema in oggetto. La seconda sezione si occupa dei modelli pedagogici e delle metodologie didattiche per l'educazione alla/con l'informazione presentando, infine, recenti esperienze realizzate in Italia e in Germania.
This dissertation analyses the relationship among news, teenagers and education. The first part describes how the information-system works in the late-modern age; it draws a picture of the today's teenagers-generation and the making of citizens processes. Finally it gives an overview of the empirical research concerning teens and news. The second part suggests pedagogical models and methods to introduce news in (civic) education, concluding with recent didactical experiences in Italy and Germany.
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Ciciriello, Walter. "Tecniche di ricarica artificiale delle falde". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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L’obiettivo della presente tesi è analizzare le varie tecniche di ricarica artificiale delle falde. Tali tecniche vengono applicate, ove non è possibile la ricarica naturale, con lo scopo di evitare il depauperamento delle falde e garantire una adeguata disponibilità della risorsa idrica. Nella prima parte dell’elaborato vengono esaminate le normative vigenti in materia di gestione e controllo delle acque, concentrando l'attenzione sulle acque sotterranee. A livello nazionale vige il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152: Norme in materia ambientale, mentre a livello europeo vige la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 Ottobre 2000. La seconda parte tratta la distinzione tra le diverse tecniche di ricarica artificiale applicabili, evidenziando gli aspetti legati alle interventi di tipo diretto, quali le tecniche di ricarica diretta superficiali, sotterranee composte, e alle tecniche indirette, quali la modifica del flusso dell’acquifero e l’alimentazione superficiale indotta. La terza ed ultima parte conclude l’analisi descrivendo alcuni casi significativi a livello nazionale ed internazionale, esaminando in particolare il progetto AQUOR (LIFE 2010 ENV/IT/380).
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D'ALESSANDRO, MATTEO. "Il protocollo EUROlupus nel trattamento della nefrite lupica in età pediatrica: 20 anni di esperienza nei centri italiani di reumatologia e nefrologia". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1090631.

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Resumen
Introduction Systemic Lupus Erythematosus (SLE) is a rare chronic multisystemic inflammatory disease in the pediatric population: despite its prevalence, the burden of physical and psychological disability that can derive from its natural history can be relevant. Potentially every organ can be damaged by SLE and kidney involvement, known as Lupus Nephritis (LN), has a major role in quoad vitam prognosis. Pediatric form of SLE and LN is basically the same as in adults, however, the care of children and adolescents has key features related to growth and long-life expectancy of this population. Historically the lack of pediatric patients hampered the collection of data in this subset, forcing clinicians to use adult-derived evidence-based practice in children. Aim of the study Our study aims to collect and analyze clinical, histological, therapeutic and follow-up data derived from a 20-year experience in managing pediatric patients affected by SLE and LN, collected from a multicenter network of Italian Lupus Clinics, and to compare our results with those from the EUROlupus study. Patients and methods We conducted as a retrospective observational multicenter cohort study involving four Italian pediatric Lupus clinics. A total of 28 Italian patients affected by pediatric onset LN (pLN) were enrolled. All patients met the following inclusion criteria: a diagnosis of SLE according to ACR/SLICC criteria formulated during the last 20 years, age < 18 years at the time of SLE diagnosis, biopsy-proven LN, treatment according to EUROlupus protocol. The study was approved by the ethics committees of all participating hospitals. Patients were evaluated every 6 to 12 months as outpatients or during short hospitalization, with a shared protocol between pediatric Rheumatologists and Nephrologists. Data were reported and analyzed using descriptive and analytical statistics, using Fisher’s exact test, Friedman’s test, Shapiro-Wilk test and Log-rank test. Results The primary endpoint of our study was the evaluation of overall treatment failure, that affected 6/27 patients (22.2%). Secondly, we investigated how different variables (such as socio-demographic and clinical features), impacted on the primary endpoint: interestingly, we noticed that the absence of extrarenal manifestations at diagnosis of pLN is related to a higher probability of treatment failure. Afterward, we focused on the secondary endpoint, that is renal remission, defined according to urine protein (UPr) or hypertension (HTN) criteria. Respectively 19/25 (76%) and 23/25 (92%) patients were in renal remission at 1 year of FU, according to the previous criteria, as 21/26 (80.8%) and 22/26 (84.6%) were at the last FU visit available. Moreover, we investigated the possible relationship between the different variables and renal remission: the absence of extrarenal manifestation was linked to a less probable renal remission at 1 year (UPr criterion), as Gaslini patients were linked to a more probable renal remission at the last FU visit (UPr criterion). Furthermore, patients with elevated blood pressure at the end of FU period are linked to the absence of renal remission (UPr criterion) at the same visit. The efficacy or EUROlupus protocol was evaluated drawing response kinetics for plasma creatinine, 24H urine protein, plasma albumin, C3 and C4 levels and ECLAM score at each FU visit. For every variable analyzed over time we demonstrated statistically significant improvement from T0 baseline. Considering renal flare as the event, we draw a Kaplan-Meier analysis of the event-free survival estimates dividing patients according to sex, age, histological class and extrarenal manifestations at LN onset: no data reached statistical significance in the analysis. Finally, we recorded 6 severe renal flares in 5 patients and 3 severe infections in 3 patients during FU period. Moreover, we documented 1 case of cancer (cervical intraepithelial tumor treated with local surgical therapy and optimal outcome) and 1 case of kidney transplant, after the FU period. Conclusion The efficacy of EUROlupus protocol is high regarding the primary outcome, both when we consider patients with renal impairment and patients with nephrotic syndrome at the time of protocol administration. This data has been confirmed considering the rate or renal remission at 1 year and 5 years/last FU visit and is related to the great efficacy over time of EUROlupus protocol combined with immunosuppressive therapies. Later, we had slightly less renal flares than in the original study (17.9% vs 27%): this could be related to a global shorter observational period. Moreover, our study demonstrated optimal safety of EUROlupus protocol: indeed no patients had major problems during FU period. In conclusion, this study reproduced the good results in terms of efficacy and safety obtained in the original article (adult patients) among Italian pediatric patients affected by proliferative LN. Our study has two main strong points: it is indeed a database filled with Italian pediatric-onset SLE and notably, pediatric-onset LN; for this reason, its implementation is of particular interest for efficacy and safety studies regarding this disease in such a special subset of patients. Moreover, this database includes patients derived both from the first and second decade of the 21st century: during these years several changes occurred mainly in immunosuppressive therapies started after EUROlupus administration, hence the collected data are of great interest for further studies. The weak points are the small number of patients included until now and the high rate of drop off before 60 months of FU. This is mainly related to the pandemic situation at the time of Centers enrolling and the low rate of LN incidence among pediatric patients. Finally, patients reaching 16 to 18 years old (depending on Centers protocol) usually have moved from pediatric to adult care. For all these reasons, it is desirable in the future to increase the number of centers participating in this project.
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MARANDOLA, Danilo. "Le risorse forestali nei processi di sviluppo rurale del territorio montano italiano: esperienze, strumenti e potenzialità in tre casi studio". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2012. http://hdl.handle.net/11695/66270.

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Che le risorse forestali possano svolgere un ruolo importante nei processi di sviluppo rurale sembra ormai cosa ampiamente riconosciuta, sia dal mondo della ricerca che dal mondo istituzionale. Questo ruolo diviene ancor più strategico nelle aree montane ove l’importante presenza di risorse forestali si associa a delicati equilibri ambientali ed ecologici e a particolari sfide economiche e sociali. Nonostante questa riconosciuta importanza, in diversi contesti del territorio italiano si registra, però, la difficoltà di tradurre tali potenzialità in concreto contributo allo sviluppo rurale. Di sicuro tale possibilità è racchiusa nella dimensione multifunzionale cui la gestione delle risorse forestali deve mirare. Parliamo della capacità di fornire contemporaneamente più prodotti e più servizi (materiali e immateriali, remunerabili o senza mercato) a vantaggio delle comunità locali, dell’ambiente e del territorio rurale. La variabilità di interpretazioni e applicazioni del concetto di multifunzionalità forestale propone nuove sfide che coinvolgono più attori, dai professionisti ai policy e decision makers, dai proprietari forestali agli imprenditori della filiera. Anche i ricercatori sono chiamati in causa per affrontare in modo scientifico la questione di come tradurre in contributo reale allo sviluppo rurale le potenzialità racchiuse nel concetto di multifunzionalità forestale. Proprio questa mission rappresenta il principale obiettivo di indagine di questo dottorato. L’attività è stata sviluppata attraverso tre distinte esperienze di ricerca che hanno approfondito, secondo diversi approcci, i possibili legami che si possono instaurare fra multifunzionalità forestale e processi di sviluppo rurale a) La prima esperienza affronta il tema della funzione ricreativa e turistica delle aree forestali Natura 2000 in un territorio dell’entroterra appenninico centro-meridionale. Attraverso questionari, interviste e focus groups, la ricerca evidenzia come le aree forestali Natura 2000 possano offrire interessanti opportunità di diversificazione e qualificazione dell’offerta eco-agri-turistica locale, confermando come informazione, coinvolgimento e partecipazione attiva delle comunità locali siano elementi chiave di questo tipo percorsi di sviluppo rurale. b) La seconda esperienza affronta il tema dei prodotti forestali non legnosi come opportunità di animazione economica, sociale e culturale del territorio rurale. La ricerca si dedica al caso studio del “Noce di montagna”, una risorsa tradizionalmente importante per le comunità rurali appenniniche. Attraverso un approccio di indagine che integra analisi di tipo genetico e valutazioni di tipo socioeconomico, la ricerca lega le peculiarità organolettiche e genetiche di alcune popolazioni di noci all’antica pratica della transumanza realizzata sul Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, una secolare via armentizia lunga 211 km. Questa evidenza viene colta come opportunità per ipotizzare una strategia di valorizzazione win-win che permetta di connotare il prodotto noci come “Noci del Tratturo” e di rilanciare la promozione del Tratturo in chiave ecoturistica ed enogastronomica. c) La terza linea di ricerca si dedica ad approfondire il tema dei processi aggregativi del settore forestale. Sviluppata nell’ambito delle attività di indagine dell’Osservatorio Foreste dell’INEA, la ricerca si focalizza sul caso studio delle associazioni forestali del Piemonte costituite nel 2002 grazie ad un’azione dedicata dal PSR 2000-2006. Un’indagine dedicata evidenzia come queste associazioni svolgano l’importante ruolo di catalizzare attorno alla risorsa bosco gli interessi di un ampio gruppo di attori locali, divenendo loro stesse beneficiarie di altre misure PSR e promotrici di forest-based rural development.
It is widely accepted, both at research and at institutional level, that forest resources can play an important role in rural development processes; This role becomes even more strategic in mountainous areas, where the presence of forest resources is associated with a fragile environmental equilibrium and with particular economic and social challenges. Despite this recognized importance, in several contexts of the Italian territory the possibility to translate this potential role into tangible contribution to rural development seems to be not so easy. Certainly, this possibility is related to the multifunctional dimension of forest management and to its ability provide multiple products and services (tangible and intangible, marketable or non-marketable) for the benefit of local communities, of environment and of rural territory. The variability of interpretations and applications of the concept of forest multifunctionality offers up new challenges that involve multiple players, from professionals to policy and decision makers, from forest owners to private entrepreneurs. Even the researchers are involved in these challenges to address scientifically the question of how to translate into real contribution to rural development the potential contained in the concept of forest multifunctionality. This mission represents the main focus this PhD. The doctoral programme develops through three distinct experiences of research with the aim to investigate, from different viewpoints, the possible relationships that can be established between forest multifunctionality and rural development. a) The first experience deals with tourism and recreation functions of Natura 2000 forests in an inner area of mid-southern Apennines. Through questionnaires, interviews and focus groups, the research highlights how Natura 2000 forests can represent an opportunity of qualification and diversification of local eco-rural-tourism supply. The research, moreover, confirms that information and participation of local communities are key elements of these types of tourism-based rural development processes. b) The second research experience deals with non-wooden forest products and their role in the economic, social and cultural animation of rural areas. The research focuses on the case study of “mountain walnut”, a traditional and important resource for Apennine rural communities. The research adopts a mixed approach combining genetic analysis and socioeconomic investigation and demonstrates that some specific populations of walnut, characterized by interesting nutritional features, have been selected along the centuries by an ancient transhumance practice that was used to be carried out on a specific path called Tratturo. This result provides the opportunity to draft a win-win strategy that allows, on the one hand, to characterize the walnuts as “Tratturo’s walnuts” and, on the other hand, to promote the ancient transhumance path as an eco-food-tourism attraction. c) The third research experience deals with the theme of forest associations. The investigation is carried out within the research activities promoted by the Forest Observatory of INEA. It particularly focuses on the case-study of the Forest Stakeholders Associations that have been established in Piedmont with the support of the 2000-2006 regional rural development programme. A specific focus on this case study highlights the role played by these associations in gathering around needs and interests of heterogeneous groups of forest stakeholders. The focus, moreover, shows how these groups are actively operating within the measures provided by the new regional rural development programme.
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Mangialardo, Alessia. "Nuove forme di riuso e rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico - innovative esperienze italiane di partecipazione e di creazione di valore". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423149.

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The question of how to enhance the Italian public real-estate assets is a topic widely debated by local authorities and the central government. The reuse and enhancement of a public asset of immense size no longer used for public purposes and at risk of abandonment is a challenge for the Italian territories and for the government finances. For a long time, the lawmaker's effort in this field has focused on facilitating the public procedures for the alienation of public buildings. The bases of these policies were the need to enter the property on the market to entrust them to operators which would hold the appropriate financial resources and knowledge able to redevelop the buildings and ensure new uses. At an ex-post evaluation, facilitation and market access measures through traditional valuation tools have not yielded the hoped outcome. Growing downturns on real estate sales may be similar to the market for non-performing loans - estimated at no more than 30% of their real value as reported by the Bank of Italy - imposes new solutions to avoid the sale and the abandonment of such assets. In public real-estate assets suspended among the negligence of the administrations and the exclusion from the traditional real estate market logic, in recent years innovative forms of enhancement of public real-estate properties took place. These are promoted by a citizenship that is eager to get involved in enhancing its territory. If traditional operators no longer have the interest or resources to transform public areas and buildings, the creative class, represented by associations, artists and companies, fab-lab, creative industries, digital manufacturing workshops, craft workshops and professional firms, rediscovers abandoned real estate assets to launch innovation projects with cultural and social purposes. At the core of these activities is the desire to restart the territories affected by the structural crisis that has hit our country through culture and the sharing of projects and ideas. The present research aims to study these innovative forms of enhancement of public real-estate properties promoted from bottom-up processes, from initiatives taken by local citizenship. In particular, the goal is to identify the conditions for predicting the success of such projects and, from a real-estate economics point of view, to what extent similar actors can generate new economic value in the enhanced real-estate assets. Often, governments encourage the development of similar initiatives that revitalize properties and establish new ecosystem with culture and enterprise, simultaneously promoting economic development and urban regeneration. From reserve of financial value, public properties are thus transformed into new commons, of which citizenship reappears to start new social and economic activities. Although bottom-up processes are a well-established procedure in Europe, in the literature the theme is still experimental. For this reason, research is based on the analysis and interpretation of some empirical successful experiences in Italy and it can be distinguished in three phases. A first experimental survey was conducted on fifteen successful case studies in Italy. The basics of descriptive statistics have allowed us to identify some of the elements common to most of the experiences. Among them, the importance of active citizenship, temporary uses, the conceptual framework of commons and the attractiveness of creative industries. The second step explores in more detail the dynamics of bottom-up processes and deepens some aspects of macro and micro-territorial scale. The dataset has been expanded through fifty experiences that have been explored through multivariate statistics techniques. In particular, cluster analysis has allowed identifying some internal groups to the datasets with similar characteristics. From the analysis emerged some elements that can represent many predictors for the success of the bottom-up enhancement experiences in Italy. From the macro-territorial point of view, the importance of the endowment of social capital in a territory has emerged. Large cities have always been characterized by a high level of social and human capital and, for this reason, bottom-up processes are typically an urban phenomenon. Nevertheless, similar mechanisms can also occur where social capital is latent. In this case, administrations have promoted specific public policies to stimulate citizenship to pursue such initiatives. From the micro-territorial scale, the cluster analysis allowed to identify some architectural, managerial and legal aspects. Bottom-up enhancement processes take place in small buildings in a good state of conservation. Such mechanisms require an emblematic figure, the social entrepreneur, to ensure their economic sustainability. From a legal perspective, flexibility is the necessary element to ensure contractual formulas that are appropriate to the needs of proprietary and the users of the assets. If the positive externalities that bottom-up processes generate locally (new jobs, urban regeneration, new community services) are clear, the economic benefits, from a purely real-estate point of view, are less evident. The third step concerns the value creation process that similar mechanisms are able to generate in the enhanced asset. The discounted cash flow analysis conducted on a case study is the procedure employed to estimate the value generated by bottom-up processes. To measure in the high degree of uncertainty associated with the value chain that characterizes bottom-up initiatives, the estimation model has been combined with the Monte Carlo simulation. The results show that from a near-zero initial value, bottom-up processes have contributed to increasing this value, demonstrating how similar processes represent a valid alternative to traditional administrative procedures for enhancing abandoned property assets. From a practical point of view, research highlights new perspectives for enhancing public property assets and provides a valid support for administrations to promote similar practices. Finally, scientific results link two issues - the enhancement of public real-estate assets and bottom-up processes - which are now treated distinctly in the literature and show the effectiveness of such practices in the regeneration of territories.
La questione su come valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico è un tema ampiamente dibattuto dalle amministrazioni locali e dal governo centrale. Il riuso e la valorizzazione di un patrimonio pubblico di immense dimensioni non più utile ai fini pubblicistici e a rischio di abbandono è una sfida per i territori italiani e per le finanze delle amministrazioni. Per un lungo periodo, lo sforzo del legislatore in materia di valorizzazione è stato incentrato sull’agevolazione delle procedure di alienazione degli immobili pubblici. Alla base di queste vi era la necessità di immettere i beni sul mercato per affidarli a operatori che disponessero delle appropriate risorse finanziarie e conoscenze in grado di riqualificare gli immobili e assicurarne nuovi usi. A una valutazione ex post, le misure di agevolazione e di accesso al mercato attraverso i tradizionali strumenti di valorizzazione non hanno dato l’esito sperato. I crescenti tentativi di vendite al ribasso di beni immobili pubblici possono essere posti in analogia al mercato dei crediti deteriorati che sono stimati al massimo al 30% del loro reale valore così come segnalato da Banca d’Italia. Tali esiti fallimentari hanno imposto la ricerca di nuove soluzioni per evitare la svendita e l’abbandono di tali beni. In un patrimonio sospeso tra l’incuria da parte delle amministrazioni e l’esclusione dalle tradizionali logiche del mercato immobiliare negli ultimi anni hanno avuto luogo innovative forme di valorizzazione promosse da una cittadinanza desiderosa di mettersi in gioco per valorizzare il proprio territorio. Se gli operatori tradizionali non hanno più l’interesse né le risorse per trasformare aree e manufatti, la creative class, rappresentata da associazioni, artisti e imprese, fab-lab, industrie creative, atelier di manifattura digitale, laboratori artigianali e studi professionali, riscopre il patrimonio immobiliare abbandonato per avviare progetti d’innovazione a sfondo culturale e sociale. Alla base di queste attività vi è il desiderio di far ripartire i territori segnati dalla crisi strutturale che ha colpito il nostro paese attraverso la cultura e la condivisione di progetti e idee. La presente ricerca mira a studiare queste innovative forme di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico promosse dal basso, dalle iniziative portate avanti dalla cittadinanza locale. In particolare, l’obiettivo è di individuare le condizioni in grado di predire il successo di simili progetti, e, dal punto di vista estimativo, in quale misura simili attori siano in grado di generare nuovo valore economico nel patrimonio immobiliare valorizzato. Spesso le amministrazioni favoriscono lo sviluppo di simili iniziative che rivitalizzano gli immobili a costi contenuti e instaurano inediti ecosistemi di cultura e impresa, promuovendo simultaneamente sviluppo economico e rigenerazione urbana. Gli immobili pubblici si trasformano così da riserva di valore finanziario in nuovi beni comuni, di cui la cittadinanza si riappropria per avviare nuove realtà sociali ed economiche. Sebbene i processi di valorizzazione dal basso siano una procedura ormai consolidata in ambito europeo, in letteratura il tema è ancora sperimentale e in via di definizione. Per questo motivo, la ricerca è basata sull’analisi e sull’interpretazione di alcune evidenze empiriche di successo in Italia e può essere distinta in tre fasi. Una prima indagine sperimentale è stata condotta su quindici casi studio di successo in Italia. Le metodologie a fondamento della statistica descrittiva hanno permesso di individuare alcuni elementi comuni alla maggior parte delle esperienze. Fra questi, l’importanza di una cittadinanza attiva, gli usi temporanei, il quadro concettuale dei beni comuni e l'attrattività delle industrie creative. Il secondo step indaga più dettagliatamente le dinamiche dei processi di valorizzazione dal basso e approfondisce alcuni aspetti a scala macro e micro-territoriale. Il dataset di esperienze di valorizzazione è stato ampliato passando a cinquanta esperienze che sono state esaminate attraverso le tecniche di statistica multivariata. In particolare, l’analisi cluster ha permesso di individuare alcuni gruppi interni al dataset con caratteristiche simili. Dall’analisi sono emersi alcuni elementi che possono rappresentare altrettanti predittori per il successo delle esperienze di valorizzazione dal basso in Italia. Dal punto di vista macro-territoriale è emersa l'importanza della dotazione di capitale sociale in un territorio. Le grandi città sono da sempre caratterizzate da un’alta dotazione di capitale sociale e umano e, per questo motivo, i processi di valorizzazione dal basso sono tipicamente fenomeni urbani. Ciononostante simili meccanismi possono avvenire anche in realtà dove il capitale sociale è latente. In questo caso le amministrazioni hanno promosso specifiche politiche pubbliche per stimolare la cittadinanza a portare avanti simili iniziative. A scala micro-territoriale, l’analisi cluster ha permesso di individuare alcuni aspetti a livello di architettonico, gestionale e giuridico. I processi di valorizzazione dal basso avvengono in edifici di piccole dimensioni in buono stato di conservazione. Simili meccanismi necessitano di una emblematica figura, quella dell’imprenditore sociale, per garantire la loro sostenibilità economica nel tempo. Dal punto di vista giuridico, la flessibilità è l’elemento necessario per garantire formule contrattuali appropriate alle esigenze dell’amministrazione proprietaria e degli ideatori del progetto. Se sono evidenti le esternalità positive che i processi bottom-up generano a livello locale (nuovi posti di lavoro, rigenerazione urbana, nuovi servizi per la comunità), i vantaggi economici, da un punto di vista puramente immobiliare, sono meno evidenti. Il terzo step riguarda il processo di creazione di valore che simili processi sono in grado di generare nel patrimonio valorizzato. L'analisi dei flussi di cassa scontati condotta su un caso studio è la procedura utilizzata per stimare il valore generato dai benefici che la mobilitazione dal basso genera per le amministrazioni proprietarie. Per misurare nell'elevato grado di incertezza associata alla catena del valore che caratterizza le iniziative bottom-up, il modello di stima è stato combinato con la simulazione Montecarlo. I risultati evidenziano che da un valore iniziale pressoché nullo, i processi bottom-up hanno contribuito ad accrescere del 60% tale valore, dimostrando come simili processi rappresentino una valida alternativa alle tradizionali procedure delle amministrazioni per valorizzare gli asset immobiliari abbandonati. Dal punto di vista pratico, la ricerca mette in luce nuove prospettive di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e fornisce un valido supporto alle amministrazioni per promuovere simili pratiche. I risultati scientifici, infine, connettono due temi – la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e i processi di mobilitazione dal basso – ad oggi trattati distintamente in letteratura e dimostra l’efficacia di simili pratiche nella rigenerazione dei territori.
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MARCHIGIANI, ELENA. "Pratiche e funzioni della descrizione nei testi urbanistici : recenti ricerche ed esperienze di piano in Italia". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1999. http://hdl.handle.net/11578/278442.

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PIERUCCI, Pierpaola. "La trasformazione delle Cure Primarie nel Servizio Sanitario Italiano. Un’analisi di progetti ed esperienze di “Case della Salute” in Emilia Romagna". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388845.

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Resumen
In order to meet the challenges that the major changes - demographic, epidemiological and social - of the last decades have presented to the welfare systems of mature capitalist countries it’s recognized the need to reorganize public health services focusing on the development of Primary Care. In this context, the proposal of the Italian welfare model called “Casa della Salute”, which is the object of study of our empirical investigation, was born. The survey, conducted in the “Azienda sanitaria” of Parma, consists of two case studies (Colorno-Torrile and San Secondo Parmense), observed with a qualitative and quantitative methodological approach. The qualitative part of the study aimed to shed light on the objectives characterizing the model of Casa della Salute as the continuity of care, the unity of care pathways, the professional partnership and social health, and the connection between the community and the hospital. The quantitative part, instead, focused on the perception of the quality delivered by the new health care facilities from the user's perspective. The study has several items of interest and can be deepened for future research in this area.
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Cattaneo, Alessandra. "Tutela, valorizzazione e manutenzione delle cosiddetta "città morte". Le esperienze di management pubblico e privato in Italia". Doctoral thesis, Sapienza Università di Roma, 2018. http://hdl.handle.net/11576/2665781.

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Resumen
La conservazione a lungo termine del patrimonio archeologico richiede la progettazione e l’attuazione di piani di azione combinati, che preservino lo stato dei beni compatibilmente con le esigenze di fruibilità dei monumenti da parte di visitatori. Oggi è necessario avviare programmi di conservazione, valorizzazione, gestione e fruizione in una prospettiva globale e sistematica; per far ciò occorre individuare e analizzare tutti gli elementi chiave che, nella costruzione di un sistema gestionale, o per meglio dire di “valorizzazione culturale”, possono incidere sulla definizione dell’assetto organizzativo, sulle funzioni da espletare, sulla forma gestionale e sul modello giuridico, attraverso i quali si riescono a regolare le relazioni economico-istituzionali e il sistema di management. La ricerca, attraverso l’analisi di sei casi di studio, evidenzia gli aspetti positivi e le criticità da dover considerare nella costruzione di una nuova ed innovativa cultura della gestione.
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Colo', Valentina. "Una scossa all'economia: le conseguenze del sisma dell'Aquilano. Traduzione dall'inglese in italiano di un articolo di ricerca economica ed esperienza di collaborazione con gli autori". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9515/.

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Resumen
The aim of this dissertation is to provide a translation from English into Italian of a specialised scientific article published in the Cambridge Working Papers in Economics series. In this text, the authors estimate the economic consequences of the earthquake that hit the Abruzzo region in 2009. An extract of this translation will be published as part of conference proceedings. The main reason behind this choice is a personal interest in specialised translation in the economic domain. Moreover, the subject of the article is of particular interest to the Italian readership. The aim of this study is to show how a non-specialised translator can tackle with such a highly specialised translation with the use of appropriate terminology resources and the collaboration of field experts. The translation could be of help to other Italian linguists looking for translated material in this particular domain where English seems to be the dominant language. In order to ensure consistent terminology and adequate style, the document has been translated with the use of different resources, such as dictionaries, glossaries and specialised corpora. I also contacted field experts and the authors of text. The collaboration with the authors proved to be an invaluable resource yet one to be carefully managed. This work is divided into 5 chapters. The first deals with domain-specific sublanguages. The second gives an overview of corpus linguistics and describes the corpora designed for the translation. The third provides an analysis of the article, focusing on syntactical, lexical and structural features while the fourth presents the translation, side-by-side with the source text. The fifth comments on the main difficulties encountered in the translation and the strategies used, as well as the relationship with the authors and their review of the published text. Appendix I contains the econometric glossary English – Italian.
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Miranda, Martins Juliana. "Comunita' patrimoniali e patrimonio culturale immateriale: esperienze a confronto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3427252.

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Resumen
The objective of this study is to analyze and describe the processes and dynamics driving the communities to apply for the inscription of their intangible cultural heritage into the representative list of UNESCO. Understanding the role performed by the community, from the recognition of its cultural heritage up to management of the same, means to interpret the motivations and expectations, conflicts and feelings relating not only to one’s heritage but also to the social and historical context the heritage lies in. The study intends also to analyse the international and national laws regarding the process of patrimonialisation of a cultural expression in order to define a sort of general model that may be applied to similar cases, while analysing the path followed both by the Misteri d’Elx (Alicante, Spain) and the rising candidacy for the safeguard of the Intangible Cultural Heritage of Humanity promoted by El Felze, the association of gondola’s artisans and builders based in Venice, Italy. The drawing up of a dossier for the safeguard of a cultural expression at an international level is a complex process that inevitably involves the single communities. It implies the setting-up of a net of relations with public authorities, both local, national and international, such as, the Municipality, the Region, the UNESCO Committee, as well as the Universities and the research centres provided with specialised sectors aiming at promoting the research activities.
L’obiettivo dello studio è di analizzare e descrivere i processi e le dinamiche che spingono le comunità a chiedere l’inserimento dei loro patrimoni culturali immateriali nelle liste rappresentative dell’UNESCO. Comprendere il ruolo svolto dalle comunità, a partire dal riconoscimento dei loro patrimoni culturali fino alla gestione degli stessi, significa interpretare le motivazioni e le aspettative, i conflitti e i sentimenti legati ai patrimoni e al contesto sociale e storico nel quale sono immersi. Si vuole inoltre analizzare le legislazione internazionale e nazionale inerente al processo di patrimonializzazione delle espressioni culturali per stabilire una specie di modello generale applicabile a casi simili, analizzando i percorsi realizzati dal Misteri d’Elx (Alicante, Spagna) e dalla nascente candidatura per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità promossa dall’associazione degli artigiani e costruttori di gondole di Venezia El Felze (Venezia, Italia). L’elaborazione del dossier per la salvaguardia di una determinata espressione culturale in ambito internazionale è un processo complesso che coinvolge necessariamente le singole comunità. Esso implica la creazione di una rete di rapporti con le istituzioni pubbliche sia locali e nazionali che internazionali, quali il Comune, la Regione e il Comitato dell’UNESCO, ma anche le università e gli enti di ricerca che dispongono di settori specializzati e promuovono le attività di ricerca.
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Comparotto, Daniela <1983&gt. "Il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in Italia: esperienze innovative e sfide applicative mutuate dall'approccio etnopsichiatrico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16212.

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Abstract L’intento generale del mio lavoro è quello di ispirare i professionisti che operano nel sistema di accoglienza per persone con background migratorio ad indossare “nuovi occhiali” utili a stimolare una riflessione su come rendere concretamente efficace l’intervento offerto. Come assistente sociale che opera per un Ente Locale nell’ambito di un Servizio di Accoglienza per minori stranieri non accompagnati, la mia osservazione privilegiata dei contesti di accoglienza delle comunità educative per persone minorenni mi ha portata a rilevare alcune criticità nella pratica quotidiana ed istituzionale, nell’intento di proporre una prospettiva migliorativa dell’offerta, con l’obiettivo di rendere la presa in carico ed i percorsi di intervento maggiormente efficaci attraverso una effettiva personalizzazione. Il lavoro prende avvio da una ricostruzione del contesto organizzativo e di policy, con riferimento alle modificazioni apportate negli anni al Testo Unico sull’Immigrazione (con riferimento specifico alla Legge n. 47/2017 ed alla Legge 132/2018) e in generale alle normative che regolamentano l’accoglienza in Italia. Viene preso in considerazione il Decreto con il quale il Ministero dell’Interno stabilisce le linee guida per la riprogettazione da parte degli Enti titolari dei servizi di accoglienza denominati SIPROIMI (Servizi di accoglienza per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati). Si riporta a titolo di esperienza locale la politica della Regione Veneto in materia di accoglienza, con riferimento alla previsione della specifica tipologia di unità d’offerta per minori stranieri non accompagnati (DGRV n. 249 del 08 marzo 2019). La cornice teorica di riferimento che suggerisco di adottare consente di avviare una riflessione sul tema dell’accoglienza delle persone con background migratorio e si sostanzia nelle teorie dell’etnoclinica, da Devereux a Nathan a Moro, e dell’antropologia (rif. Coppo, Servier). Attraverso lo studio di tali approcci è possibile individuare linee direttrici che fungono da base per una revisione dei sistemi di accoglienza e cura a partire dalla pratica quotidiana. Attraverso una ricerca esplorativa basata sull’osservazione su campo e su interviste a testimoni privilegiati nell’ambito di realtà associative che lavorano nell’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati, prendo in esame alcune esperienze significative e pratiche innovative che ho incontrato durante l’attività professionale.
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Dalle, Carbonare Mario. "Le esperienze romana, germanica e celtica nello sviluppo della dipendenza personale altomedievale: Iberia, Gallia e Italia settentrionale tra V e VIII secolo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/367.

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II tema della libertà e quello della dipendenza sono legati alle condizioni matenali ed alle situazioni concrete nelle quali l'individuo vive. Attraverso lo studio di tre casi specifici (quello visigoto, quello franco e quello longobardo), questo studio é stato mirato a porre in rilievo i caratteri della dipendenza volontaria nei primi secoli del medioevo. L'attenzione é stata costantemente rivolta sia alle clientele di livello più elevato che coinvolgono i re e l'anstocrazia, sia a quelle di carattere rurale, nella convinzione che vi sia una continuità strutturale tra il mondo tardoromano e i regni germanici. L'indagine ha cercato perciò di evidenziare i caratteri economici, sociali, politici ed etico-religiosi del rapporto signore-cliente. I limiti cronologici sono individuati nel secolo in cui Visigoti e Franchi si insediarono stabilmente in Occidente (il V), e nella prima meta del sec. VIII, quando gli Arabi posero fine alla monarchia di Toledo e i Carolingi sostiruirono i re Merovingi alla guida dei Franchi; per i Longobardi, invece, sono stati scelti i riferimenti tradizionali del 569 e della sconfitta da parte di Carlo Magno, con particolare artenzione al secolo che va da Rotari all'ascesa di Desiderio. The subject represented by the freedom and the theme of the individual's dependence are strictly connected with the concret situation of the life; by means of the analysis of three particular case-study (the Visigoths, the Franks and the Lombards), this work try to point out the main features of the personal voluntary dependence, in the early medieval age. The attention is constantly directed to the different forms of the clientship, both to the lower levels, and to the upper levels of the social and economic structures; this because at the base of this work there is the convinction that there was a Strucrural not an institutional continuity from the late roman age and the early medieval time, particularly by the point of view of the clientship. This research was interested in all the main features of the clientship: religious, economic, legal and political, military. The terminus post quem is indicated in the V century, with the beginning of the Visigoth and the Frankish political experience and expansion, and with the year 569, for the Lombards; the terminus ante quem is represented, in the eight century, by the end of the Visigothic realms bye the Arab conquest (711), by the success of the proto-carolingian politics and, for the Lombard Italy, by a later date: the defeat by Charles, in 774, with particular attention paid to the century between king Rothan and the access to the power of king Desiderius.
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Salvia, Martina <1989&gt. "Il tossicodipendente cronico tra marginalità e rischio di assistenzialismo. esperienze di riduzione del danno e promozione dell’autonomia in Italia e in Europa". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10141.

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Il tema della cronicità, all’interno dei servizi per le dipendenze, è uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni. Incerta e problematica è ancora la definizione di quali siano i piani d’intervento più efficaci da attuare, come risposta ai bisogni specifici del tossicodipendente cronico. Questo lavoro mira a ricercare le prassi operative più esemplificative attuate a livello europeo, nazionale e locale, nell’ambito dell’inclusione e del miglioramento di vita di questo target di utenza. Dopo una disanima dei concetti e delle esperienze, tratta dalla letteratura nazionale ed europea, il lavoro presenta una riflessione frutto delle interviste a testimoni privilegiati e delle osservazioni di gruppi di lavoro di operatori e utenti dei Ser.D sul territorio provinciale veneziano. La ricerca e l’analisi sono state condotte alla luce di pratiche come la riduzione del danno e il welfare generativo, permettendo di giungere a dei risultati. Porre alla base degli interventi tali indirizzi operativi può rappresentare una possibile soluzione nel campo della tossicodipendenza cronica, in quanto consente di contenere i danni alla salute e di responsabilizzare il tossicodipendente. Purtroppo il quadro rintracciato, a livello dei servizi esistenti e dei progetti attuati, è apparso scarso, salvo qualche eccezione. Questo lavoro può rappresentare un contributo, seppur modesto, alla riflessione su una nuova sfida in campo alla dipendenza patologica.
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BACCIOCCHI, LUCA. "Tra Sri Lanka e Italia. Vite, percorsi, mondi migranti e ambivalenze delle migrazioni". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/341413.

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La tesi riguarda la migrazioni tra Sri Lanka e Italia. Questa migrazione ha una storia di oltre 30 anni, che diversi autori (cfr. Nare, 2008) sostengono abbia avuto origine attorno agli anni Settanta favorita dai contatti tra le istituzioni cattoliche italiane e srilankesi. La migrazione srilankese verso l’Italia, che riguarda prevalentemente singalesi, mostra un incremento numerico costante nel tempo: attualmente secondo i dati Istat (2008) i migranti srilankesi residenti sono poco meno di 70.000. Questa migrazione si caratterizza per il fatto di provenire da città ad elevata densità e-migratoria in Sri Lanka, situate lungo la costa occidentale dell’Isola, legate ad alcune medie-grandi città italiane ad alta concentrazione di migranti srilankesi. L’obiettivo che ha mosso la ricerca è stato quello di descrivere e analizzare l’esperienza della migrazione tra Sri Lanka e Italia. Per raggiungere questo obiettivo si è ritenuto opportuno una ricerca etnografica multi-situata, un’immersione all’interno dei differenti mondi migranti, che ha consentito – attraverso la condivisione del vissuto quotidiano e la coabitazione con cittadini srilankesi, i dialoghi informali e le interviste in profondità, la partecipazione ad eventi formali ed informali riguardanti migranti in entrambi i contesti – di recuperare il maggior numero di informazioni sulle vite dei migranti. La ricerca empirica è stata condotta principalmente a Verona e a Wennapuwa. Verona è la seconda città italiana per presenza srilankese e presenta una notevole organizzazione della componente srilankese (negozi, associazioni, servizi etnicamente connotati). Wennapuwa è una città della costa occidentale dello Sri Lanka, con popolazione a maggioranza singalese e di religione cattolica, dove l’emigrazione verso l’Italia ha assunto un ruolo importante, evidente se si considera il soprannome: Punchi Italia (Piccola Italia). La ricerca empirica può essere definita teoricamente informata (cfr. Willis e Trondman, 2000), teoricamente orientata dalla teoria della pratica (cfr. Bourdieu, 1972, 1980, 1994). Questo approccio tende a respingere la classica dicotomia soggetto/struttura e considera le pratiche sociali come il risultato della loro relazione a doppio senso. Il processo migratorio, nelle sue diverse fasi, viene quindi considerato come il risultato di una tensione costante tra, da una parte, le percezioni e le valutazioni del mondo sociale che gli agenti sociali possiedono e i loro schemi generatori della pratica (habitus) e, dall’altra, le condizioni sociali d’esistenza, al cui interno prendono forma le strategie, le azioni e le relazioni sociali degli agenti. All’interno del mondo contemporaneo qualsiasi analisi del locale non può prescindere dal confronto con i processi della globalizzazione e i loro effetti sulle realtà locali. All’interno di un ordine globale segnato da accentuate disuguaglianze socio-economiche e da rapporti di forza che li riproducono, in paesi del cosiddetto terzo mondo, come lo Sri Lanka, la migrazione diventa una soluzione tesa a colmare il gap che separa desideri globali e impossibilità locali. I desideri globali, che i flussi globali di merci, significati, denaro e persone alimentano, vanno intesi come desideri verso un certo standard di vita orientato dai consumi e definito dalla popolazione di Wennapuwa come modern life o western life. Il benessere inteso come disponibilità economica ad una vita “lussuosa” e dalle molteplici opportunità risulta fuori portata per gran parte della popolazione in un habitat sociale segnato da un’economia locale con un ruolo marginale all’interno dell’economia mondo e ulteriormente indebolita da una guerra civile che tra il 1983 e il 2009 ha insanguinato il paese. In questo ambiente sociale alcuni migranti, arricchiti in Italia, diventano soggetti da invidiare e imitare; l’Italia viene rappresentata come una sorta di dream land nella quale è possibile guadagnare e la migrazione una soluzione che consente di migliorare la propria vita, attraverso una ascesa socio-economica una volta ritornati in Sri Lanka. L’attenzione alla storia della migrazione e alle connessioni tra contesto di partenza e di arrivo hanno permesso di comprendere come le diverse strategie migratorie messe in atto nel corso del tempo dai migranti abbiano favorito il costituirsi di uno spazio sociale specifico della migrazione, all’interno del quale migranti e non migranti, nelle aree di origine e di destinazione agiscono e si relazionano secondo logiche specifiche, comprensibili se pensate in relazione al contesto internazionale e nazionale all’interno dei quali prende forma questo spazio sociale specifico. La letteratura ha definito questo spazio con il termine “transnazionale”, poiché caratterizzato da molteplici connessioni tra le due sponde della migrazione. Un tema che emerge con forza dall’analisi dell’esperienza migratoria tra Sri Lanka e Italia è quello delle ambivalenze che caratterizzano le relazioni fra migranti. All’interno di una determinata gestione sociale ed istituzionale dell’immigrazione (sia nazionale, che internazionale), i migranti srilankesi tendono spesso ad affrontare le difficoltà della migrazione attraverso l’ausilio dei legami personali con propri connazionali, delle reti migranti, piuttosto che attraverso il supporto delle istituzioni, che talvolta devono essere scavalcate, come nei casi di immigrazione irregolare, e che spesso mostrano evidenti lacune nel garantire un’integrazione sociale positiva ai migranti. I migranti, che presentano condizioni socio-economiche estremamente differenziate tra loro, si trovano spesso nella situazione di dipendere dal supporto di connazionali. La solidarietà tra connazionali, uniti da vincoli di parentela, amicizia e comunanza di origine, risulta determinante per le fortune del migrante. Ma all’interno di un contesto socio-economico come quello italiano, che si caratterizza per una forma di capitalismo nel quale i guadagni sono scarsi, il mondo del lavoro precario ed instabile e la protezione del welfare minimale (Nobil, 2009), l’aiuto risulta particolarmente pesante, soprattutto per chi, come i migranti possiedono diritti limitati e tendono ad occupare posizioni socio-economiche subordinate. Lungo la dialettica richiesta e necessità dell’aiuto da una parte e dell’altra incapacità e peso del dare aiuto e in relazione all’impossibilità della restituzione del debito possono originarsi conflittualità. Inoltre beni e servizi tra connazionali possono circolare seguendo la logica del profitto. La migrazione è essenzialmente una corsa al guadagno attraverso una discesa sociale, un’impresa difficile e faticosa intrapresa alla luce di un miglioramento futuro, legato ad aspettative elevate. Le difficoltà della migrazione allontano la realizzazione dei desideri e delle aspettative della migrazione, creando insoddisfazione, ansia e frustrazione tipica di situazioni nelle quali vi è distanza tra aspettative e possibilità concrete. In questa situazione la logica del profitto può penetrare all’interno dello spazio sociale dei connazionali, portando potenziale conflittualità e concorrenza. L’ambiente della migrazione è così altamente ambivalente. È un ambiente nel quale è facile far relazione con propri connazionali, ma nel quale le relazioni possono anche rompersi facilmente. È un ambiente nel quale pratiche di solidarietà coesistono con pratiche guidate dalla logica del profitto. I migranti trovano negli altri connazionali supporto e legami affettivi, ma d’altra parte all’interno di questo spazio possono diffondersi una diffidenza generalizzata, un senso di concorrenza, accuse di egoismo e gelosia diffuse legate alla mercificazione delle relazioni, alle disuguaglianze tra prossimi, ai vantaggi che l’uno può trarre dall’altro. Si diffondono una serie di sentimenti e comportamenti ambivalenti che contraddistinguono una società dell’immediatezza, dove le relazioni interpersonali tendono a/sono costretta a sostituire le istituzioni.
The thesis is concerned with migration between Sri Lanka and Italy. Many authors (see Näre, 2008) assume that migration began over thirty years ago, supported by connections between Italian and Sri Lankan institutions of Catholic religion. The Sri Lankan migration to Italy, which is mostly Singhalese, has constantly increased during the years. According to Istat data (2008) the number of Sri Lankan citizens currently resident in Italy is around 70.000. This migration is characterized by the connections between the cities of the western coast of Sri Lanka which send large numbers of emigrants to Italy and some Italian cities. The aim of the research was to describe and analyse holistically the experience of migration by means of multi-situated ethnography. The immersion in migrants’ worlds made it possible to obtain detailed knowledge of migrants’ lives by sharing daily life with migrants, living with migrants, interviewing them, taking part in their official and informal events. The field research took place in Verona and Wennapuwa. Verona is the Italian city with the second largest population of Sri Lankan migrants in Italy. Moreover in this city Sri Lankan migrants are well-organized: there are Sri Lankan shops, associations and services. Wennapuwa is a city of the western coast of Sri Lanka where the great majority of population is Singhalese and catholic. In this city emigration to Italy has become so important that its nickname is Punchi Italia (Little Italy). The empirical research was theoretically informed (Willis and Trondman, 2000) and oriented by the Theory of the Practice (Bourdieu, 1972, 1980, 1994). This approach rejects the classic dichotomy between subject and structure and considers social practices to be the result of their two way relation. The migration process, in its different phases, is considered to be the result of the constant tension between, on the one hand, the principles of perception and evaluation of the social world and patterns which generate practices (habitus), and on the other, the social conditions of existence within which the strategies, practices and social relations of the social agents are constructed and constrained. In the contemporary world, the analyses of local processes have to take into consideration also the processes of globalization and their effect on local ones. The global order is characterized by huge socio-economic inequalities and relations of power which reproduce inequalities between countries and citizens. In so-called Third World countries, such as Sri Lanka, migration has become a solution to bridge the gap between global desires and local impossibilities. Global desires, fed by global flows of goods, money, imaginaries and people, are desires for a standard of living oriented by consumption and defined by Wennapuwa people as modern life or western life. This kind of way of life is not possible for the great majority of people who live in a social habitat, constrained by the local economy which has a weak and marginal role within the global economy and has been depressed by the civil war (1983-2009). In this social space those migrants, who have become rich working in Italy, have become persons to envy and imitate; Italy has become a dream land where people think that it will be possible to earn a huge amount of money and migration has become one of the best strategies in the search of “modern life”. By considering the specific history of this migration and the connections between the context of emigration and immigration it is suggested that migration strategies of migrants have promoted the creation of a specific social space of migration, where migrants and non-migrants, in the areas of origin and destination, act and establish social relations, following specific logics of practice. However, the specific social space of migration and the logics of practice which move actors within this social space should be considered in relation to international and national contexts because the social space of migration takes its specific shape inside these contexts. The social space of migration has been also defined transnational social space because of the multiplex connections between the context of emigration and that of immigration. The analysis of the experience of migration suggests that migrants’ worlds are strongly characterized by ambivalence. The international and national management of migration issues, especially where the country of destination is concerned, compels migrants to resort to the help of their fellow countrymen (migration networks), rather than official institutions which would help them deal with the problems of migration. In some cases, as in that of irregular migration, migrants cannot resort to institutions. On the other hand, in many situations institutions show their inability to give migrants the opportunities of a positive social integration. So migrants, who vary in their socio-economic positions, often depend on the support of their fellow countrymen during their experience of migration. Solidarity between people with ties of kinship, friendship or common origin is extremely important during migration and helps migrants to face their difficulties. On the other hand, giving solidarity is extremely difficult for people who live in a society, such as Italy, characterized by a form of capitalism in which jobs are scarce, the informal economy pervasive, wages are low and welfare protection minimal (Nobil, 2009). Migrants have limited rights and occupy low socio-economic positions. On the one hand, there are migrants who need help from the others, on the other hand there are migrants who cannot help or do not want to help their fellow countrymen because of their own difficulties and because of the fact that helping is the contrary of the aim of migration which is earning money. Moreover, in precarious socio-economic conditions it is often difficult to return the help received. This situation often causes conflicts among migrants. Goods and services may circulate within the transnational social space of migration according to the logic of profit. So, people often have to pay their fellow countrymen in order to receive help in migrating or facing difficulties later. Migration is basically pursuing socio-economic success in a foreign country. The obstacles encountered frustrate migrants’ realization of their desires and high expectations. This situation, in which there is a gap between desires and real possibilities, constantly creates dissatisfaction, anxiety and frustration. In this situation the logic of profit can penetrate inside the social space of migration and cause potential conflicts, contradictions and competition inside migrant networks. The social environment of Sri Lankan migrants to Italy appears to be highly ambivalent. It is a context in which it is easy to make contact with fellow countrymen, but also to break ties. It is a social space in which practices based on solidarity coexist with practices based on the logic of profit. Fellow countrymen supply migrants with support and affective ties, but widespread mistrust, feelings of competition and accusations of selfishness and envy can spread throughout social space of migration because of the unequal success of migrants and the penetration of the logic of profit within relationships. Ambivalent feelings and behaviour can spread throughout a social environment in which personal relations work tend to/have to replace the functions of state institutions.
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De, Vivo Maria. "La "smaterializzazione" dell'opera e la questione dell'arte relazionale. Il dibattito critico in Italia e le esperienze artistiche di Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1328.

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2011 - 2012
La "smaterializzazione" dell'opera - un processo che ha messo in discussione categorie tradizionali e generici artistici - è il tema centrale intorno al quale si polarizzano gli sviluppi dell'arte sul finire del decennio sessanta del Novecento, in una diffusa area di ricerca che spazia, coma ha detto Piero Gilardi, da "Torino alla West Coast". Questo lavoro di tesi muove dall'analisi del dibattito critico che da tale processo è scaturito, prendendo in particolare in considerazione ciò che accade nel contesto italiano nell'arco cronologico 1966-1972, un periodo tanto circoscritto quanto intensamente decisivo... [a cura dell'autore]
XI n.s.
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Cacciagrano, Adele <1977&gt. "Il critico teatrale come operatore di scrittura scenica. La critica teatrale italiana tra pratica organizzativa e utilizzo dei nuovi media nel Nuovo Teatro e in alcune esperienze dal 2003 ad oggi". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4922/4/Cacciagrano_Adele_Tesi.pdf.

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La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta. Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura. I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica? Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”. La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali.
The crisis of "theater as a public service" exemplified on the Piccolo Teatro experience, shows its internal dissatisfaction at the end of the fifties. The firsts who fights against this cultural politic was the artists, Carmelo Bene it's one of the first with his early and provocative performances. By critical side, otherwise, is more difficult to identify some critics or intellectuals bearing of a similar explosive rupture. We can recall Arbasino and Flaiano but, in this case, also if their sensitive criticism against "Theatre Established" were very important, they can not be regarded as promoters of that different way of criticism outgoing from Ivrea Conference (1967) and that accompanied New Theatre from the Sixties to Eighty . But definitively what's this new "operation" criticism? Primarily this criticism is focused on a new operative manner that located itself at the threshold of writing practices. It's a criticism embracing a gradual, but steady removal from the theatrical chronicles, a radically rethink about the critical function so it finds very interesting to create new operational areas on magazines and focused publishing, on mass-media like radio and television and as organization of festivals, conferences, exhibitions and awards - both performative both theoretical- who are identified as "the criticism that dirting its hands". The second part of the thesis is a documentary collection on today. From Manifesto del Critico Impuro written in 2003 in Prato by a group of critics of the last generation, the thesis uses that Statement as a starting point for creating a small record based on some elaboration by someone among the most significant critical experiences of these last ten years. Interesting Appendix based on rare materials.
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Cacciagrano, Adele <1977&gt. "Il critico teatrale come operatore di scrittura scenica. La critica teatrale italiana tra pratica organizzativa e utilizzo dei nuovi media nel Nuovo Teatro e in alcune esperienze dal 2003 ad oggi". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4922/.

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La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta. Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura. I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica? Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”. La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali.
The crisis of "theater as a public service" exemplified on the Piccolo Teatro experience, shows its internal dissatisfaction at the end of the fifties. The firsts who fights against this cultural politic was the artists, Carmelo Bene it's one of the first with his early and provocative performances. By critical side, otherwise, is more difficult to identify some critics or intellectuals bearing of a similar explosive rupture. We can recall Arbasino and Flaiano but, in this case, also if their sensitive criticism against "Theatre Established" were very important, they can not be regarded as promoters of that different way of criticism outgoing from Ivrea Conference (1967) and that accompanied New Theatre from the Sixties to Eighty . But definitively what's this new "operation" criticism? Primarily this criticism is focused on a new operative manner that located itself at the threshold of writing practices. It's a criticism embracing a gradual, but steady removal from the theatrical chronicles, a radically rethink about the critical function so it finds very interesting to create new operational areas on magazines and focused publishing, on mass-media like radio and television and as organization of festivals, conferences, exhibitions and awards - both performative both theoretical- who are identified as "the criticism that dirting its hands". The second part of the thesis is a documentary collection on today. From Manifesto del Critico Impuro written in 2003 in Prato by a group of critics of the last generation, the thesis uses that Statement as a starting point for creating a small record based on some elaboration by someone among the most significant critical experiences of these last ten years. Interesting Appendix based on rare materials.
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Reatti, Sofia <1988&gt. "Riconfigurare i legami sociali tra appartenenza e partecipazione: una sfida per nuove politiche di sicurezza urbana. Analisi di alcune esperienze in Italia e in Spagna". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9013/1/Tesi_PhD_Sofia_Reatti.pdf.

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Cosa significa essere protetti? Vivere in un ambiente costantemente vigilato, oppure sentirsi ascoltati da parte delle istituzioni? Sorvegliare il territorio coadiuvando le forze dell’ordine o essere partecipi e coinvolti nelle fasi di progettazione di politiche di sicurezza? L’oggetto dello studio che si è scelto di condurre è costituito dal coinvolgimento e dalla partecipazione attiva della cittadinanza intesi come ulteriori elementi per un efficace sviluppo e implementazione di interventi innovativi in materia di politiche di sicurezza urbana. In particolare l’obiettivo è stato quello di verificare se e in che modo i legami sociali impattino sul sentimento di sicurezza percepita e che ruolo hanno o potrebbero avere nella progettazione delle politiche di sicurezza. L’ambito di riferimento è quindi quello delle politiche di prevenzione comunitaria. Per sviluppare il progetto si sono prese in esame la realtà italiana e quella spagnola e si sono analizzate, utilizzando una metodologia di ricerca integrata qualitativa e quantitativa, le forme di partecipazione alla sicurezza realizzate attraverso il controllo di vicinato, la polizia di prossimità e la mediazione di polizia.
What does it mean to be protected? To live in a constantly monitored space, or feeling heard by the institutions? Supervise the neighborhood or be involved in the design of security policies? The study analyze citizen’s active participation as a further element for an effective implementation of urban safety policies. The goal is to understand if and how social ties influence on perceived safety and what role they may have in the design and development of security policies. The reference framework is therefore to community prevention policies. In order to develop the project I used a mixed qualitative and quantitative methodology research in order to analyze citizen’s active participation through neighborhood watch, community policing and police mediation in the italian and spanish context.
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Lombardi, Luisa. "L'enseignement secondaire supérieur général anglais, italien et français : contribution à la comparaison internationale en éducation et à l’analyse des curriculums". Thesis, Sorbonne Paris Cité, 2017. http://www.theses.fr/2017USPCB170.

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La recherche ici présentée interroge la comparaison internationale des curriculums de l'enseignement secondaire supérieur général -les lycées. Elle part du constat que, dans les comparaisons internationales à grande échelle, les curriculums lycéens sont considérés comme équivalents sur le principal critère de leur même mission politico-éducative : préparer les élèves aux études supérieures longues. Or, les lycées sont aussi caractérisés par des variations curriculaires importantes, qui sont presque ignorées dans ces comparaisons. Compte tenu des enjeux de connaissance et de gouvernance des systèmes éducatifs qui fondent les comparaisons internationales contemporaines, cette recherche propose une approche d'analyse et de comparaison des lycées qui prend en compte leur variabilité curriculaire. À cet égard, elle interroge en particulier la relation d'interdépendance entre leurs principes fondateurs et organisateurs et caractérise les effets des structures curriculaires sur la mission commune aux trois lycées. Cela est réalisé à travers une analyse comparative et systémique des évolutions historiques des curriculums lycéens et de leurs organisations. En particulier, la comparaison porte sur trois curriculums de l'enseignement secondaire supérieur général, choisis car particulièrement contrastés au niveau de leurs principes organisateurs : les GCSE - Advanced Levels anglais, les séries générales du lycée d'enseignement général et technologique français, et les parcours scientifique et classique du liceo italien. L'enquête recense et analyse des données issues de corpus regroupant différentes sources documentaires. Ainsi, l'étude des évolutions historiques des trois lycées s'appuie sur la confrontation d'ouvrages d'histoire originaires des trois pays, tandis que l'analyse de leurs structures est faite à partir de la comparaison de corpus rassemblés de textes officiels prescrivant l'organisation des lycées. Cette analyse est complétée par la consultation de rapports officiels évaluant les trois systèmes éducatifs et par la réalisation d'entretiens-témoignages avec des acteurs, recueillis en visitant trois lycées, un dans chaque pays examiné. La méthode d'investigation privilégiée pour étudier ces corpus de données est la comparaison internationale, utilisée tout au long de la recherche afin d'identifier et d'interpréter les variables prises en compte dans l'analyse. En outre, un outil d'investigation est proposé - l'expérience curriculaire - permettant d'analyser et de comparer les relations entre les composantes des curriculums, et les significations qui y sont associées. La recherche accomplie montre que, malgré le partage des mêmes principes fondateurs, les trois curriculums lycéens portent des significations différentes liées à leurs organisations, qui caractérisent différemment la mission politico-éducative commune consistant à préparer les élèves aux études supérieures longues. Ainsi, en Angleterre le lycée doit prioritairement préparer de manière adéquate aux études universitaires ; en Italie, il s'agit surtout de parachever une formation commune et généraliste dans la continuité du premier cycle du secondaire ; en France, il est fondamental de différencier les parcours de formation des élèves au vu de la segmentation qui caractérise l'enseignement supérieur français. Par ce résultat, et par les méthodes mobilisées pour l'obtenir, la recherche éclaircit le fonctionnement systémique des curriculums lycéens, sous-estimé à la fois par les réformateurs dans la construction curriculaire et par les auteurs des comparaisons internationales ; elle contribue au développement de l'éducation comparée en mettant en évidence le potentiel heuristique de la démarche comparative ; elle aide à comprendre les missions des lycées aujourd'hui, et leurs évolutions potentielles face à la massification de l'enseignement supérieur
This research compares the curricula of general upper secondary education systems in France, Italy, and in England. It starts from the observation that, in large-scale international comparisons, high school curricula are considered equivalent since they fundamentally share the same political and educational mission: preparing students for higher studies. However, high schools are indeed characterized by substantial curricular variations, which are almost ignored in these comparisons. As contemporary international studies are founded on issues of knowledge and governance among the various education systems, this research adopts an analytical and comparative approach capable of including those curricular variations. In this respect, this research examines, firstly, the interdependent relationship between the founding principles and the organizing principles that inform the different high school systems. Secondly, it analyzes the effects that curricular structures may induce on their founding missions. This is achieved through a comparative and systematic analysis of historical evolutions in high school curricula and their organizations. The three curricula compared in this research have been selected as their organizing principles are particularly contrasting: the English GCSE - Advanced Levels, the French séries générales du lycée d'enseignement général et technologique, and the Italian scientific and classic liceo. This study collects and analyzes data gathered from different documentary sources. The primary source is an in-depth review of a selection of official documents detailing the historical evolution of the three high school systems and their organizations. This analysis is supplemented by the consultation of official reports evaluating the three educational systems, and by conducting interviews with pupils and teachers of three high schools, one for each country involved in the study. International comparison was the main research method adopted to study the selected data. It was employed throughout the thesis as a tool both to identify and then to interpret the variables considered in the analysis. In addition, a contribution of this dissertation consists in proposing an innovative research tool: the curriculum experience. This notion enables analysis and comparison of the relationships between the curriculum components and the meanings associated with them. This investigation shows that, despite the fact that the three high school curricula share the same founding principles, their structure can actually have an influence on how their common political-educational mission is understood and implemented. The priority of the general upper secondary education in England is to adequately prepare for university studies; in Italy, the liceo is mainly conceived as the final stage of a common and general curriculum that begins in the general lower secondary schools; in France, the focus is to differentiate the educational tracks of pupils in the light of the segmentation featured in the French higher education system. The findings of this research, along with the methodology employed, give insight into the systemic dimension of high school curricula, an aspect that has been largely underestimated by both decision-makers designing the curricula and by the institutions producing international comparisons. In addition, this research gives a valuable contribution to the development of a comparative approach to education analysis by giving evidence of the heuristic potential of comparative methods. It also clarifies the purpose of the general upper secondary education systems, as well as their possible evolutions, in the context of the democratization of higher education
La ricerca parte da una costatazione relativa alla comparazione internazionale dei curricoli della scuola secondaria superiore generale - i licei. Nelle comparazioni internazionali prodotte su larga scala, i licei di diversi paesi sono considerati equivalenti in quanto adempiono ad una stessa missione politico-educativa : preparare gli alunni gli studi superiori. Tuttavia i licei sono anche caratterizzati da forti differenze riguardanti in particolare l'organizzazione dei loro curriculi; tali diffenze sono di fatto ingnorate nelle suddette comparazioni internazionali. Tenuto conto dell'influenza che queste comparazioni esercitano attualmente sul conoscimento e sulla governanza dei sistemi educativi, la ricerca propone un approccio di analisi comparativa dei licei che prende in conto le loro differenze curricolari. Viene analizzata in particolare la relazione d'interdipendenza trai i principi fondatori e organizzatori dei licei, e si definiscono gli effetti delle strutture curricolari sulla loro missione comune. A tal fine, i curricoli sono studiati attraverso un'analisi comparativa e sistemica delle evoluzioni storiche dei curricoli liceali, e delle loro modalità organizzative. La comparazione porta su tre curricoli della scuola secondaria superiore generale: i GCSE - Advanced Levels inglesi ; le séries (percorsi) générali del liceo generale e tecnologico francese, e i licei classico e scientifico italiani. L'inchiesta raccoglie e utilizza dei dati provenienti da diverse fonti documentarie. In effetti, lo studio dell'evoluzioni storiche dei tre licei si basa sulla comparazione di scritti storici originari dei tre paesi, metre l'analisi delle loro strutture é fatta comparando i testi ufficiali che prescrivono l'organizzazione dei licei. Questa seconda analisi é completata dal confronto di rapporti ufficiali contenenti delle valutazioni dei tre sistemi educativi, così come da interviste realizzate a titolo di testimonianza in tre licei, uno per paese. Il metodo fondamentale di ricerca utilizzato per analizzare quest'insieme di dati é la comparazione internzazionale, a cui é fatto continuo ricorso non solo per identificare le variabili significative ai fini dell'analisi, ma anche per interpretarle e caratterizzarle. Viene inoltre proposto uno strumento originale d'analisi: l'esperienza curricolare. Questa nozione permette di analizzare e comparare le connessioni che uniscono le diverse componenti dei curriculi, e d'interpretare i significati che sono ad esse associati. La ricerca cosi' realizzata dimostra che i tre curricoli liceali, nonostante condividino gli stessi principi fondatori, assumono e trasmettono dei significati diversi, legati alle loro modalità organizzative ; ne deriva una diversa caratterizzazione della (stessa) missione politico-educativa relativa alla preparazione degli alunni agli studi superiori. Viene cosi' messo in evidenza che in Inghilterra, la priorità del liceo é quella di preparare in modo adeguato agli studi universitari ; in Italia, si tratta piuttosto di concludere una formazione comune e generalista in continuità rispetto al primo ciclo di istruzione; in Francia infine, risulta fondamentale di differenziare i percorsi di formazioni degli alunni in vista della segmentazione che caratterizza l'istruzione superiore francese. I risultati prodotti - e i metodi di analisi proposti per ottenerli - permettono alla ricerca di chiarire il funzionamento sistemico dei curricoli liceali, spesso sottovalutato sia dai riformatori responsabili della costruzione dei curricoli che dagli autori delle comparazioni internazionali dei sistemi educativi. La ricerca contribuisce inoltre allo sviluppo dell'educazione comparata, comprovando il potenziale euristico dell'approccio comparativo; offre infine degli elementi utili a comprendere le missioni attuali dei licei e le loro potenziali evoluzioni in un contesto di progressiva massificazione dell'istruzione superiore
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Serbati, Anna. "Riconoscimento e certificazione delle competenze tra apprendimento formale, non formale, informale". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426298.

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The research framework lies within the new lifelong learning scenario and focuses on the field of adult employed students who enter university study programmes with extensive knowledge and expertise gained in previous educational, professional and extra-professional contexts. The theoretical and political framework refers to the theories of experiential learning, to the development and application of the competence paradigm, to the approaches and tools for recognition and validation of prior experiential learning acquired in informal and non formal contexts and finally to the European and national directives in this field. The general aim of the research is to identify theories, models, methodologies and tools that respond to adult students’ need not only for the recognition and certification of qualifications, but also of competences. The specific objective is to design (following the relevant elements highlighted in the theories and models identified and analysed), apply and assess prototypal tools and procedures for recognising and certifying previously acquired competences within formal programmes that lead to academic qualifications. The main referential theories and practices for developing a model are the French Validation des acquis de l’experience - VAE and the English Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL models, with specific focus on the educational value of the autobiographic reflective process and on the adviser’s methodological support. The empirical research context draws on a project - conducted by the Faculty of the Science of Education and Training of Padua University and located within a wider project of the Venetian Region - in the field of the certification of competences requiring adult employed students enrolled in Padua University to prepare a learning outcomes portfolio. This portfolio, which is the result of the description and documentation of experiences, the analysis of learning and the identification of competences to be recognized in terms of academic credits, is assessed by a specific Examination Board (composed of three lecturers) comparing the learning outcomes identified and demonstrated by the students with the learning outcomes expected at the end of the programme. The research strategy lies within the interpretativist paradigm and integrates quantitative and qualitative tools administered to all stakeholders involved, with a complementary purpose. The aim is to investigate, on the one hand, the practical elements, the strengths and weakness of the process in order to improve it, and, on the other hand, the model’s educational and professional implications, focussing on the development of adults’ wider comprehension and awareness of their own competences which is a necessary pre-requisite for obtaining external recognition. In the context of today’s uncertainty and the flexibilization of the socio-economic reality, the systematic exercise of identifying the main connecting thread and the coherence of individuals’ preceding personal pathway and the connections between formal, non formal and informal contexts may be an important strategy for developing autonomy and responsibility and for responding to educational, professional and personal transitions. The aim of the research, according to the European and national directives (particularly referring to the Italian Law 92/2012 and related to the legislative Decrees), is to propose a model which may be applied in analogous contexts and to suggest indications for building a University lifelong learning centre with services and processes for recognising prior experiential learning. In this way, Universities are called to fulfil a third mission, accepting the social challenge to propose educational, organisational and technological innovations that respond to the learning needs of adult and thereby interface with local networks of educational, training and professional systems.
La presente ricerca nasce nell’ambito del nuovo scenario di lifelong e lifewide learning e orienta il proprio campo d’indagine a lavoratori studenti, adulti che si avvicinano a percorsi formativi accademici portando con sé un bagaglio di saperi maturati nei contesti di vita formativa, lavorativa, extra-professionale. Il quadro teorico e politico fa riferimento alle teorie di apprendimento dall’esperienza, allo sviluppo e agli usi del paradigma della competenza, alle modalità di riconoscimento e validazione dei saperi acquisti in ambito non formale e informale e alle direttive europee e nazionali in materia. La finalità della ricerca è quindi quella di individuare teorie, modelli, metodologie e strumenti che possano rispondere all’esigenza dei lavoratori studenti di ottenere un riconoscimento e una certificazione non solo di titoli, ma anche di nuclei di competenze. L’obiettivo specifico perseguito è quello di progettare (sulla base degli elementi significativi riscontrati nei modelli e nelle teorie individuate e analizzate), applicare e valutare strumenti e procedure prototipali di riconoscimento e certificazione delle competenze precedentemente acquisite, perlopiù in contesti informali e non formali, all’interno di percorsi formali finalizzati all’ottenimento di un titolo universitario. Le teorie e pratiche di riferimento per l’elaborazione del modello sono quella francese di Validation des Acquis de l’Expérience – VAE e quella inglese di Accreditation of Prior Experiential Learning - APEL, con particolare approfondimento degli aspetti di valenza formativa della narrazione autobiografica e di supporto metodologico offerto dalla figura di supporto dell’accompagnatore metodologico. Il contesto empirico della ricerca trae spunto da un progetto della Facoltà di Scienze della Formazione di Padova - all’interno di una macro-azione della Regione Veneto sul tema della certificazione delle competenze - e prevede la realizzazione per lavoratori studenti iscritti a corsi di laurea dell’Ateneo Patavino di un portfolio dei risultati di apprendimento. Quest’ultimo, esito dell’esplicitazione e documentazione dell’esperienza, dell’analisi dei propri saperi e dell’individuazione delle proprie competenze affinché possano essere riconosciute in termini di crediti formativi universitari, è infine valutato da un’apposita Commissione di docenti del corso di laurea interessato sulla base di un confronto tra i risultati di apprendimento attesi al termine del corso e quelli analizzati e comprovati dal candidato. La strategia di ricerca adottata si richiama al paradigma interpretativista e integra strumenti quantitativi e qualitativi somministrati a tutti gli attori coinvolti, secondo una logica di complementarietà. Si vuole, infatti, indagare, da un lato, gli aspetti operativi, gli elementi di criticità e i punti di forza riscontrati in una prospettiva di miglioramento, e, dall’altro, le ricadute formative e professionali del modello, con focus sullo sviluppo di comprensione e consapevolezza più ampie sulle proprie competenze da parte degli adulti, condizione imprescindibile per l’ottenimento di un riconoscimento esterno. Nel contesto di flessibilizzazione e incertezza della realtà socio-economica odierna, l’esercizio sistematico di individuazione dei fili conduttori e della coerenza del proprio percorso pregresso e delle connessioni tra i contesti formali, non formali e informali può divenire uno strumento importante di autonomia e responsabilità per rispondere a situazioni di transizione formativa, professionale e personale. Volontà della ricerca, collocandosi nelle direttive europee e nazionali sul tema (in particolare con riferimento alla legge 92/2012 e ai suoi decreti attuativi), è quella di proporre un modello riproducibile in contesti analoghi e tracciare indicazioni per la costituzione di un servizio di Ateneo per il riconoscimento e la certificazione delle competenze. In questa direzione, l’Università è chiamata ad una terza missione, raccogliendo la sfida sociale di proporre innovazioni didattiche, organizzative e tecnologiche che rispondano alla domanda di apprendimento di un pubblico adulto e quindi di interfacciarsi con le reti territoriali degli attori dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.
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Faval, Cherie. "La Regione sostenibile. Forme giuridiche del regionalismo alla luce del principio di sostenibilità. Spunti comparativi dalle esperienze italiana, francese e spagnola = La Région durable. Formes juridiques du régionalisme au vu du principe de durabilité. Suggestions comparatives à partir des expériences italienne, française et espagnole". Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2022. http://hdl.handle.net/11579/142899.

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The thesis aims to deal with a classical theme (regional territorial organisation), in a comparative perspective (comparing the Italian Regione, the French Région and the Spanish Comunidad Autónoma) and adopting a dimension that is widely spread (sustainability). In this sense, the research, on the one hand, traces the reference framework of the whole work, introducing the basic concepts (Region; Regional State), not without having previously contextualised them in the perimeter in which it is (still) relevant to deal with them (the questions relating to territorialization and autonomy). Then, the thesis discusses certain characteristics ('static' and 'dynamic' variables of the 'regional state') which are described as emblematic, insofar as their function is both to provide a representative description of the 'regional state', abstractly considered, and to serve as a parameter of the comparative relationship between concrete regional experiences. On the other hand, the thesis analyses the subject of sustainability, attempting, firstly, to trace the origins of the concept and the processes of its "juridicisation" and "constitutionalisation". Secondly, it asks whether it is possible to propose further interpretations of sustainability that could prove useful for an analysis of institutional nature. This component of the work – a sort of "research within the research" – leads to the identification of a notion of institutional sustainability – and, in particular, of regional institutional sustainability – and of a series of potential indicators of sustainability. On this basis, the identified criterion is proposed as a key to interpret the experiences of 'regionalism', with a view not to give exhaustive and complete answers, but to provide useful elements for a fruitful reflection on the existence or not of conditions of permanent and future sustainability of the regional institution.
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ONORATO, Giusi. "Il principio di sussidiarietà e la sua ragionevole applicazione. Esperienze comunitaria ed italiana a confronto". Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11562/337851.

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Cosa si intende quando si parla di sussidiarietà? In termini estremamente generali, con tale termine oggi si allude ad un “criterio di organizzazione sociale in base al quale i compiti di governo devono essere svolti da quello, tra tutti i livelli di potere astrattamente idonei, più vicino al cittadino. In questo senso il ruolo di ogni singolo livello deve essere sussidiario rispetto a quello del livello immediatamente inferiore: il primo, cioè, deve intervenire solo in caso di incapacità del secondo nell’affrontare una determinata questione, nonché nei limiti di tale incapacità”. Si può rilevarne il nucleo essenziale nell’idea che, nel rapporto tra entità aventi dimensione diversa, la preferenza sia da accordare a quelle minori e che gli interventi delle entità maggiori debbano essere volti a sopperire ad eventuali inadeguatezza delle prime: emerge con tutta evidenza la ratio garantista che vi è sottesa, nonché la sua struttura relazionale, dal momento che si applica ai rapporti tra entità di vario tipo. In verità, la sussidiarietà si presenta come un concetto estremamente flessibile e versatile, in grado di travalicare il mero contesto politico per informare di sé non solo i rapporti tra poteri pubblici allocati ai diversi livelli di governo, ma ogni rapporto tra minore e maggiore, tra inferiore e superiore, tra pubblico e privato. Se è vero che si applica principalmente alle relazioni tra lo Stato ed i gruppi che nascono in seno alla società, ciò significa solo che il soggetto statale costituisce l’autorità per eccellenza, ma non esaurisce tale categoria: basti pensare al padre o alla madre che rappresentano l’autorità nell’ambito della famiglia, la quale si assume come l’aggregazione sociale prima e fondamentale. L’idea di sussidiarietà concerne qualunque autorità e può dunque essere applicata a qualsiasi raggruppamento umano, a prescindere dalle sue dimensioni e dalla sua natura, ancorché in maniera diversa ed in funzione della natura stessa del raggruppamento. Quello sussidiario inoltre si configura come un meccanismo suscettibile di diverse modalità operative, in grado di muoversi in direzioni differenti ed, in effetti, è proprio questo suo aspetto “camaleontico” che ha contribuito a suscitare grande diffidenza intorno a tale principio, accusato di essere facilmente strumentalizzabile in ragione della forte connotazione politica che lo caratterizza. Inoltre, la sua notevole versatilità, che si manifesta su diversi piani, ha concorso a renderne nebulosi i confini, contribuendo a diffondere l’idea della sua forte ambiguità. Ciò ha spinto la dottrina ha ricondurre tale principio di volta in volta entro classificazioni e finalità differenti giungendo così a coglierne diverse accezioni ed elaborando corrispondenti categorie dogmatiche.
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