Literatura académica sobre el tema "Esperienza ermeneutica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Esperienza ermeneutica"

1

Montesarchio, Gianni y Claudia Venuleo. "Verso una clinica operativa: la ri/narrazione generativa. Il racconto infinito-plurale". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (mayo de 2011): 103–15. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001010.

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Gli autori propongono il concetto di "ri-narrazione generativa" come possibile modalitŕ di definire il prodotto psicologico clinico. Tale proposta si inscrive entro un approccio ermeneutico al colloquio che rende pregnante i significati con cui gli attori sociali costruiscono la realtŕ della loro esperienza, e recupera altresě il contributo della scienza storica nel definire la fine del mito (e del senso) di una storia unitaria, universale, lineare, finita.
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2

Vilei, Leonardo. "Nota introduttiva". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 de junio de 2022): 9–10. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75604.

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Il 5 marzo del 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini e Cuadernos de Filología Italiana ha scelto di inaugurare con il suo nome il ritorno editoriale di una proposta monografica che da questo numero accompagnerà nuovamente le tradizionali sezioni di linguistica, letteratura e delle recensioni. Gli anniversari, si sa, possono essere momenti ambigui della riflessione e a volte convogliano su un dato autore attenzioni dal valore più mondano che intellettuale; il 2022, per giunta, ci ricorda che cento anni fa nascevano anche, solo per restare in ambito letterario, Beppe Fenoglio, Giorgio Manganelli, Luigi Meneghello e Luciano Bianciardi. Le ragioni della nostra scelta si fondano innanzitutto sulla capacità che Pasolini ha di interrogare ancora e sempre i nostri studenti, spesso stupiti nei loro primi approcci con l’autore che più di ogni altro, nella complessa costellazione del nostro Novecento, rinnova in ugual misura sconcerto e ammirazione in chi gli si avvicina per la prima volta, anche grazie o a causa del suo essere arcipelago di linguaggi e proposte. La sua esperienza artistica, per giunta, compressa in un trentennio vertiginoso, non può essere ascritta a una sola disciplina di studi e ciò ci pone automaticamente nella circostanza di aprire le maglie della nostra specializzazione ad altri sguardi e altri saperi. Vastità e complessità – e ben inteso, inciampi e contraddizioni – restano a buon conto caratteri essenziali della sua opera, eredità da coltivare e mettere in valore. Quasi cinquant’anni dopo la sua morte, pensiamo inoltre che sia possibile osservare la sua traiettoria consapevoli che ai significati della sua opera, per usare un’acuta analisi di Walter Siti (2005: 135), si è andato sovrapponendo il significante del «mito Pasolini». Non ignoriamo, del resto, che è a quel mito che spesso si avvicinano abbagliati altri giovani e altri artisti, ma ciò non ci esime, semmai ci incita, dal proseguire il lavoro ermeneutico, filologico e culturale che qui presentiamo.
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3

Clay, Jenny Strauss. "Lo Scudo Di Achille Nell' Iliade: Esperienze Ermeneutiche A Confronto. Atti Della Giornata Di Studi, Napoli 12 Maggio 2008 - Edited by Matteo D'Acunto and Riccardo Palmisciano". Religious Studies Review 38, n.º 1 (marzo de 2012): 15. http://dx.doi.org/10.1111/j.1748-0922.2011.01577_1.x.

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4

Pastore, Sara. "Performare lo squat. I luoghi culturali occupati come esercizio di liveness e democrazia." Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, n.º 3 (28 de diciembre de 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/16826.

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Resumen
Assumendo l’intrinseca democraticità della svolta performativa delle arti – la quale eccede il principio della proprietà privata sia per l’artista che per il fruitore – il presente contributo intende esplorare le esperienze in cui la creazione dell’artista si realizza nella sua abilitazione alla creazione collettiva, mobilitando il concetto di liveness come presenza e partecipazione. Il contributo, a seguito di una tipizzazione delle varie possibili declinazioni della pratica di squatting, intende restringere il focus sulla sua versione culturale, in quanto metodo performativo teso ad obiettivi estetici, comunicativi e politici. Attraverso l’interpretazione ermeneutica dei presupposti e del funzionamento di tali esperienze, nonchè il riferimento – seppur sintetico, per motivi di economicità della ricerca – a casi di cultural squatting sul territorio italiano, sarà restituita una lettura di questi che li propone come momenti di attivazione e spazi d’intersezione dei diversi livelli di liveness, messi a disposizione nell’abilitazione dell’agency culturale e politica del pubblico in quanto collettività.
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5

Montaldi, Massimo. "Anthropology applied to the analysis of social deviances and the effects of uprooting on individual trans-generational behavior / Antropologia applicata all’analisi delle devianze sociali e gli effetti dello sradicamento sul comportamento individuale trans generazionale / Antropología aplicada al análisis de las desviaciones sociales y de los efectos del desarraigo en el comportamiento transgeneracional individual". Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, 8 de octubre de 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.64.

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Resumen
This article aims to clarify some points of view and aspects on the relationship between multiculturalism and migration, and the relationship between minor and major normative jurisprudences, against the dynamic background of historical and anthropological processes, in a criminological perspective, and using some theories that argue why the phenomena of deviance are associated with intercultural and ethnic contexts. The interaction between outgroup and ingroup, while modern societies are engaged in solving problems related to the management and control of regulatory deviance, seems to bring out spaces to think, thanks to the onset of the ethnographic method in criminological studies. Criminology and ethnography can therefore profitably experiment with a scientific relationship, in the light of the sociology of deviance. New concepts invite to formulate a different approach, less constrained by specializations, but tending to obtain a result of a balanced scientific exchange full of perspectives. In this way, some of the reasons behind the deviant behavior among minorities will appear clearer. It can be argued, for example, that concepts of proximal and distal stress expand the translations of the problem. The cessation of the social bond, the semantic differences between landless and native minorities, seem to have a role in the dynamics of deviance, psychopathology, and crime. The sub-cultural community, the training and educational conditions are all recurrent themes, but they often assume an unexpected value in the eternal struggle for space. The class struggle and the reasons behind the enormous amount of laws appear to be the result of contrasting relationships between majorities and minorities. The problem of cultural deviances does not always seem clear and complete, if interpreted by the individual sciences, they easily run into scientific reductionism and redundancy. Stitching together edges that tend to remain far away could be possible only provided that the different perspectives can be connected, and that the tool of comparative ethnography is regarded as a fruitful link with criminology. Semantics is enriched with concepts, such as the syndrome of socio-cultural adoption, probes the implications of the cultural bond that redefines the existential plots of the condition of the migrant in modernity. The disruptive effects of the stress of minorities, or the disbelief of minorities towards the normative majority, are only some of the concepts with which I have tried to represent the motivations that are at the base of a basic hostility of some social communities to the rules. A multi-scientific approach has an experimental structure, a crossroads of different experiences, which aims to build lexicons and widen and diversify the semantics of deviance, questioning the particularisms and the singular exasperation of the perspectives of hermeneutic excesses. As Europe prepares to deal with the impact of epochal migration, the comparative method is able to provide empirical considerations for a reading consistent with history, and less involved with academic speculation, and ideological needs. Understanding the dynamics that underlie the criminal deviance between minorities, is not only an exercise of absolute social vanguard, but tends to build new bases and theoretical and practical references better systematized, which dictate complex work agendas, expanding the knowledge on the real relationship between criminal deviance and ethnic communities. RiassuntoQuesto articolo si propone di chiarire alcuni punti di vista e aspetti sulle relazioni tra multiculturalismo e migrazione, e il rapporto tra minoranze e maggioranze normative, sullo sfondo dinamico di processi storici e antropologici, in una prospettiva criminologica, e utilizzando alcune teorie che argomentano i motivi per i quali le fenomenologie della devianza si associano ai contesti interculturali ed etnici. L'interazione tra outgroup ed ingroup, mentre le società moderne sono impegnate nella soluzione di problemi legati alla gestione ed al controllo della devianza normativa, sembra far emergere spazi di riflessione grazie all’irruzione del metodo etnografico negli studi criminologici. Criminologia ed etnografia, possono dunque proficuamente sperimentare una relazione scientifica, alla luce della sociologia della devianza. Nuovi concetti invitano a riformulare un approccio meno costretto dalle specializzazioni, ma tendente ad ottenere un risultato di uno scambio scientifico equilibrato e denso di prospettive. Appariranno più chiare in tal modo, alcuni delle motivazioni retrostanti alla condotta deviante tra le minoranze. Si può sostenere, per esempio, che concetti di stress prossimale e distale, ampliano le traduzioni del problema. La cessazione del legame sociale, le differenze semantiche tra minoranze senza terra e minoranze native, sembrano avere un ruolo nella dinamica della devianza, della psicopatologia, della delinquenza. La comunità sub culturale, la formazione e le condizioni di istruzione, sono temi ricorrenti, tuttavia assumono sovente un valore imprevisto nella lotta eterna per lo spazio. La lotta di classe e le ragioni che stanno dietro alla enorme mole di normativa, appaiono il frutto di rapporti di contrasto tra maggioranza e minoranze. Non appare sempre chiaro e completo il problema delle devianze culturali, se interpretato dalle singole scienze, incorrono facilmente nel riduzionismo e nella ridondanza scientifica. Un lavoro di ricucitura di margini che tendono a mantenersi lontani, è possibile a patto che le prospettive sappiano comunicare tra loro, e lo strumento dell’etnografia comparata si profila una proficua connessione con la criminologia. La semantica si arricchisce di concetti, come ad esempio la sindrome dell’adozione socioculturale, sonda le implicazioni del legame culturale che ridefinisce le trame esistenziali della condizione del migrante nella modernità. Gli effetti dirompenti dello stress delle minoranze, o la diffidenza delle minoranze verso la maggioranza normativa, sono solo alcuni dei concetti con cui ho cercato di rappresentare le motivazioni che stanno alla base di un'ostilità di fondo di alcune comunità sociali, rispetto alle regole. Un approccio multi scientifico ha un assetto sperimentale, incrocio di esperienze diverse, che mirano a costruire lessici e ampliare e diversificate le semantiche della devianza, mettendo in discussione i particolarismi e l'esasperazione singolare delle prospettive degli eccessi ermeneutici. Mentre l'Europa si appresta ad affrontare l'impatto di una migrazione epocale, il metodo comparativo è in grado di fornire le considerazioni empiriche per una lettura coerente con la storia, e meno coinvolte con la speculazione accademica, e le esigenze ideologiche. Capire le dinamiche che sotto intendono la devianza criminale tra le minoranze, è un esercizio non solo di assoluta avanguardia sociale, ma tende a costruire basi nuove e riferimenti teorici e pratici meglio sistematizzati, che dettano agende di lavoro complesse, allargando la conoscenza sul rapporto reale tra devianza criminale e comunità etniche. ResumenEste artículo se propone aclarar los puntos de vista y aspectos sobre las relaciones entre multiculturalismo y migración, y la relación entre minorías y mayorías normativas, en el fondo dinámico de procesos históricos y antropológicos. En una perspectiva criminológica, y utilizando algunas teorías que argumentan los motivos por los cuales las fenomenologías de las desviaciones se asocian a los contextos interculturales y étnicos. La interacción entre outgroup e ingroup, mientras las sociedades modernas están ocupadas en la solución de los problemas ligados a la gestión y al control de la desviación normativa, parece que hacen surgir espacios de reflexión gracias a la introducción de la metodología etnográfica en los estudios criminológicos. Criminología y etnografía, pueden entonces experimentar rentablemente una relación científica, bajo la luz de la sociología de la desviación. Nuevos conceptos invitan a reformular un enfoque menos forzado por las especializaciones, pero con la tendencia en obtener un resultado de un intercambio científico equilibrado y lleno de perspectivas. Aparecerán más claras de esta manera, algunas de las motivaciones que están detrás de la conducta desviada entre las minorías. Se puede sostener, por ejemplo, que conceptos como stress proximal y distal, amplían las traducciones del problema. La ruptura del lazo social, las diferencias semánticas entre minorías sin tierra y minorías nativas, parecen tener un rol en la dinámica de la desviación, de la psicopatología y de la delincuencia. La comunidad sub-cultural, la formación y las condiciones de instrucción, son temas recurrentes, sin embargo, asumen a menudo un valor imprevisto en la lucha eterna por el espacio. La lucha de clase y las razones que están detrás a la gran masa normativa, parecen el fruto de relaciones de contraste entre mayorías y minorías. No parece siempre claro y completo el problema de las desviaciones culturales, si es interpretado por las ciencias individuales, incurren fácilmente en el reduccionismo y en la redundancia científica. Un trabajo de reparación de márgenes que tienen la tendencia a mantener la distancia, es posible siempre y cuando las perspectivas sepan comunicarse entre ellas, y el instrumento de la etnografía comparada pueda conectarse rentablemente con la criminología. La semántica se enriquece de conceptos, como por ejemplo el síndrome de la adopción sociocultural, sondea las implicaciones del lazo cultural que redefinen la parte existencial de la condición del migrante en la modernidad. Los efectos disruptivos del stress de las minorías, o la diferencia de las minorías hacia las mayorías normativas, son solo algunos de los conceptos con los que busqué representar las motivaciones que están en la base de la hostilidad de algunas comunidades sociales, con respecto a las reglas. Un enfoque multicientífico tiene un corte experimental, cruce de experiencias diferentes, que velan por construir léxicos, ampliar y diferenciar las semánticas de la desviación, poniendo en discusión los particularismos y la exasperación singular de las perspectivas de los excesos hermenéuticos. Mientras Europa se alista para afrontar el impacto de una migración épica, la metodología comparativa puede suministrar las consideraciones empíricas para una lectura coherente con la historia, y menos involucrada con la especulación académica, y las exigencias ideológicas. Entender las dinámicas que definen la desviación criminal entre las minorías, es un ejercicio no solo de absoluta vanguardia social, sino que tiene la tendencia en construir bases nuevas y referencias teóricas y prácticas mejor sistematizadas, que dictan agendas de trabajo complejas, engrandeciendo el conocimiento sobre la relación real entre desviación criminal y comunidades étnicas.
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Tesis sobre el tema "Esperienza ermeneutica"

1

Dreon, Roberta. "Tempo, esperienza, esistenza: la temporalità tra ermeneutica e ontologia fondamentale in Martin Heidegger". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2000. http://hdl.handle.net/10579/397.

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2

Riccardini, Luigi Romano <1991&gt. "Il concetto di Attestazione in “Essere e Tempo” di Martin Heidegger: la Bezeugung come esperienza ermeneutico-ontologica dell’appropriazione di Sé". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10454.

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Resumen
“One doesn’t exaggerate if one says that exactly this required attestation is the turning point for Heidegger” (A. Cimino) . Fare esperienza della “voce della coscienza” (Gewissenruf), nel contesto di Essere e Tempo diviene esperire continuamente il fondamento ontico-esistentivo che guida l’indagine ermeneutica-ontologica, cosicché la coscienza diviene quell’esperienza ontica fondante la metodica di Heidegger. Da qui sorge la domanda: Quali sono le modalità in cui l’Esserci possa accedere alla sua dimensione autentica facendo emergere così quell’orizzonte di senso, che egli stesso già da sempre è, e il quale gli permette di esprimere autenticamente la domanda sull’senso dell’essere in generale? Lo scopo dell’indagine consiste proprio nel domandarsi quali sono, nel caso esistano, i criteri metodici che emergono durante la lettura dell’opera e quali sono le modalità in cui Heidegger durante l’esibizione dell’indagine li fa emergere sia esplicitamente che implicitamente. Con ciò si intende fare chiarezza sulla metodica di Heidegger cercando di mostrare come l’esperienza onticamente-esistentiva della Bezeugung sia connessa all’”indicazione formale” e come su questa “identificazione” si muova l’ermeneutica ontologica in Essere e Tempo.
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Libros sobre el tema "Esperienza ermeneutica"

1

Jauss, Hans Robert. Esperienza estetica ed ermeneutica letteraria. Bologna: Mulino, 1987.

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2

Valori, Furia. Esperienza, ermeneutica, dialettica in Hans Georg Gadamer. Roma: Cadmo, 1990.

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3

Esperienza e linguaggio: Ermeneutica e ontologia in Hans-Georg Gadamer. Roma: Carocci, 2010.

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4

Dreon, Roberta. Esperienza e tempo: La condizione temporale tra ermeneutica e ontologia nel pensiero di Martin Heidegger. Milano: F. Angeli, 2003.

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5

Tortolone, Gian Michele. Esperienza e conoscenza: Aspetti ermeneutici dell'antropologia kantiana. Milano: Mursia, 1996.

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6

Donadio, Francesco. Elogio della storicità: Orizzonti ermeneutici ed esperienza credente. Milano: Paoline, 1999.

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7

Palmisciano, Riccardo. Lo scudo di Achille nell'Iliade: Esperienze ermeneutiche a confronto : atti della giornata di studi, Napoli 12 maggio 2008. Pisa [etc.]: F. Serra, 2010.

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