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Artículos de revistas sobre el tema "Esperienza del rischio"

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Pietropaoli, Eleonora, Maria Giuseppina Mantione y Paola Castelli Gattinara. "La CO-TERAPIA. Strategia di intervento per il trattamento della disregolazione emotiva". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (julio de 2012): 149–65. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-002010.

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In questo articolo viene presentato un intervento di co-terapia per quei pazienti che presentano difficoltŕ nel dialogo interpersonale a causa di un deficit nella regolazione emotiva. Tale esperienza clinica si inserisce nella cornice teorica del cognitivo-evoluzionista ed č caratterizzata dal lavoro congiunto fra un setting individuale e un gruppo psicoeducativo per il potenziamento delle abilitŕ emotive. Questo tipo di intervento integrato, č stato finalizzato a rendere i pazienti piů abili a riconoscere e gestire le emozioni e a superare il rischio di stallo relazionale nel dialogo clinico, a causa dell' incapacitŕ di rappresentare verbalmente le proprie esperienze emotive.
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Tagliapietra, Andrea. "Il rischio del senso. Esperienza scientifica e mito della sicurezza". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2015): 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2015-003002.

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Martone, Vittorio. "I conflitti ambientali come sperimentazione di comunitŕ di rischio territorializzato". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 97 (mayo de 2012): 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097006.

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In questa saggio l'Autore riflette sui conflitti ambientali come esperienza collettiva di costruzione sociale del rifiuto e del territorio. L'attenzione č posta su due dimensioni delle proteste: da un lato, i modelli di azione collettiva e di cittadinanza politica sperimentati nei conflitti ambientali, con particolare attenzione allo strumento dei presědi territoriali; dall'altro lato, la costruzione sociale della territorialitŕ e la comparsa di manifestazioni identitarie e di comunitŕ a essa collegati.
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Favilli, Silvia. "Affrontare la gravidanza con una cardiopatia". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 1 (31 de mayo de 2022): 47–50. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-11.

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Resumen
Le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa indiretta di mortalità materna in gravidanza. Fra le cardiopatie pre-esistenti alla gravidanza, le Cardiopatie Congenite (CC) rappresentano la condizione più frequente nei paesi occidentali, mentre gli esiti della Malattia Reumatica rimangono la prima causa di morte materna nei paesi in via di sviluppo. Anche se molto più rare delle CC, le Cardiomiopatie, soprattutto le forme dilatative, sono la causa più frequente di scompenso cardiaco in gravidanza. La stratificazione del rischio è fondamentale in tutte le donne portatrici di cardiopatia che desiderano una gravidanza; idealmente la valutazione completa delle condizioni cardiovascolari, l’eventuale correzione di fattori di rischio modificabili ed un counselling strutturato dovrebbero precedere la gravidanza. In tutte le cardiopatie moderate o severe, la consulenza pre-concezionale, la gestione della gravidanza e la programmazione del parto dovrebbero essere affidate ad un team multidisciplinare con esperienza nelle gravidanze ad alto rischio.
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Borin, D., C. Piovan, T. Bovolon, N. Olivieri, M. Barbiero y C. Loschiavo. "Esperienza nell'utilizzo di un nuovo presidio per il Priming dei CVC nel trattamento di Emodialisi". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, n.º 1 (24 de enero de 2018): 18–24. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1192.

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Il catetere venoso centrale rappresenta uno dei possibili accessi vascolari per il paziente in emodialisi. I protocolli attualmente in uso per la procedura di attacco prevedono una serie di manovre di movimentazione del sangue seguite da ripetute connessioni-sconnessioni di alcune siringhe, con possibili rischi infettivi sia per il paziente sia per l'ambiente e con una valutazione soggettiva della portata dell'accesso. In questa breve esperienza abbiamo utilizzato un nuovo presidio, denominato “Haemocatch”, che permette di aspirare il sangue da entrambi i lumi del catetere venoso centrale mediante una sola siringa, di restituire il sangue filtrato e privo di eventuali coaguli e di quantificare la portata dell'accesso prima dell'inizio della seduta dialitica in un sistema chiuso. I vantaggi di questo device innovativo sono la standardizzazione del metodo di priming, la riduzione del numero delle connessioni con conseguente minor esposizione al rischio di infezioni, la maggiore sicurezza sia per il paziente sia per l'operatore e la preliminare valutazione della portata dell'accesso, che fornisce un'importante informazione all'operatore e riduce l'evenienza di interruzione del trattamento per portata insufficiente.
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Di Cori, Renzo, Nadia Fedeli y Ugo Sabatello. "Giovani autori di reati sessuali: personal profiling, criminogenesi e criminodinamica del juvenile sexual offending". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (diciembre de 2011): 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003005.

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Quello dei giovani autori di reati sessuali (- JSO) č un fenomeno complesso, la cui valutazione psicopatologica e criminologica puň risultare complessa ed insidiosa. Gli Autori, in base a quanto riportato dalla letteratura specialistica ed alla loro personale esperienza clinica e di ricerca, delineano le principali caratteristiche strutturali e di funzionamento dei minori autori di reati sessuali (JSO). Vengono in particolare descritte l'eziopatogenesi, alcuni aspetti criminodinamici ed i principali fattori di rischio di recidiva dei comportamenti sessuali abusanti, quali elementi conoscitivi indispensabili alla valutazione ed alla successiva strategia riabilitativa, di cura, dei minori autori di.
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Ghinassi, Simon y Franca Tani. "La gelosia romantica: una rassegna". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 435–66. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002002.

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La presente rassegna si propone di esaminare lo stato attuale della ricerca re-lativa al sentimento di gelosia all'interno della relazione di coppia. In particolare, a partire dalla definizione del costrutto, prende in esame i principali modelli teorici avanzati nel corso del tempo ed esamina le specifiche manifestazioni e caratteristiche che distinguono la cosiddetta gelosia normale da quella patologica, gli esiti che forme diverse di gelosia possono avere sul benessere del singolo e sulla qualità della relazione di coppia, nonché i molteplici fattori di rischio e di prote-zione che concorrono al sorgere e al mantenimento di tale complessa esperienza emotiva.
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Montevecchi, F., G. Cammaroto, G. Meccariello, P. T. Hoff, R. M. Corso, C. Galletti, M. F. H. Al-Rawashdeh y C. Vicini. "Transoral robotic surgery (TORS): a new tool for high risk tracheostomy decannulation". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 1 (febrero de 2017): 46–50. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1134.

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La decannulazione è sempre stata considerata una procedura con un certo grado di rischio, specie nei pazienti con ridotti diametri delle via aeree, come nel caso della sindrome delle apnee ostruttive (OSA). Presentiamo 4 casi nei quali la chirurgia robotica transorale (TORS) ha permesso un appropriato management di pazienti tracheotomizzati da divers mesi. Gli obiettivi del nostro lavoro sono: 1. Dimostrare come il team otorinolaringoiatrico possa favorire il riconoscimento di pazienti ad alto rischio di decannulazione inefficace e 2. Evidenziare il ruolo nella TORS nel trattamento dell’ipertrofia della base della lingua, responsabile dell’ostruzione delle vie aeree superiori. Dalla nostra esperienza la TORS appare una tecnica efficace nella decannulazione di pazienti affetti da ipertrofia della base della lingua e da epiglottide flottante.
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Di Guida, Anna. "Gioca con me, così posso fidarmi di me". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 1 (junio de 2021): 157–78. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001011.

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La perdita della persona amata, come un genitore, irrompe nella vita di un bambino in modalità dirompete e traumatizzante. Mentre il mondo esterno è contraddistinto dal vuoto fisico, il mondo interno tenta disperatamente di colmare la presenza dell'oggetto amato. Cosa accade quando la persona amata mette a rischio la vita dell'altro genitore, quando la morte si impone in maniera violenta e traumatica? Queste domande orientano il delicato lavoro di costruzione di confini tra mondo interno ed esterno, tra fantasia e realtà di un piccolo paziente che mediante il gioco prova ad affrontare il sentimento di perdita, la rabbia e l'angoscia per l'esperienza di mancanza. Il contributo descrive come grazie all'utilizzo del gioco e all'analisi del transfert e del controtransfert, sia possibile fare esperienza di un buon incontro per dare l'avvio alla conoscenza dell'altro e anche di sé stesso.
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Valoriani, Vania, Serena Vaiani y maria Gabriella Ferrari. "Intersoggettivitŕ primaria, interazione precoce ed esperienza di allattamento: soddisfazione materna ed esordio depressivo come fattori di rischio per lo sviluppo infantile". CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, n.º 3 (abril de 2010): 72–95. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003004.

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Questo studio longitudinale ha valutato 33 madri dal 3° trimestre di gravidanza ai 3 mesi circa dal parto. Il campione fa parte di un piů ampio studio sulla transizione alla genitorialitŕ, dal quale sono state selezionate le donne con una relazione stabile con il partner e un buon supporto sociale percepito per poter escludere fattori di rischio psicosociale, che non riportavano precedenti disturbi psichiatrici, gravidanza fisiologica e bambini nati sani e a termine. In gravidanza č stato valutato il tono dell'umore materno, la soddisfazione nella relazione di coppia e i sintomi psichiatrici life-time. A circa 3 mesi dal parto il protocollo comprendeva la videoregistrazione dell'interazione con il bambino secondo la metodica del Global Rating Scale (GRS), il retest della scala per la depressione e un'intervista sul contesto emotivo della maternitŕ con riferimento all'andamento e alla soddisfazione nell'esperienza di allattamento. I risultati hanno evidenziato correlazioni negative fra segni di depressione della madre dopo il parto e la scala della sensibilitŕ del GRS, cosě come la qualitŕ del supporto del partner č apparsa correlata con le problematiche relative all'esperienza di allattamento e a piů evidenti sintomi depressivi. La comunicazione nell'interazione dei bambini che avevano avuto un allattamento problematico, o lo avevano giŕ interrotto o mai iniziato, č risultato piů povera nelle scale del GRS. I risultati confermano l'ipotesi che la relazione di allattamento possa essere un fattore protettivo nello sviluppo di competenze in- fantili, come dimostrato dai bambini durante l'interazione con la madre, nel senso di maggior capacitŕ di elicitare risposte positive nella madre.
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Masserdotti, Elisa, Silvia Tessarin, Maria Sofia Palmas, Margherita Capretti, Emanuela Beretta, Enrico Sartori y Rita Simonetti. "Esperienza preliminare finalizzata all'individuazione del disagio psicologico perinatale in donne a rischio ostetrico ricoverate nel reparto di Ostetricia". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (octubre de 2022): 137–53. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003011.

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Con la presente esperienza preliminare si è cercato di verificare se l'introduzione dello screening della salute mentale all'interno dell'attività di routine del reparto di Ostetricia Ostetricia degli Spedali Civili di Brescia si riveli efficace ad intercettare il disagio psicologico delle donne ricoverate con patologia ostetrica e prevenire esiti psicopatologici, al fine di garantire supporto adeguato a tutte le donne che ne manifestino il bisogno. Sono state intercettate, nell'arco di 6 mesi nel 2019, 91 donne, 87 delle quali hanno aderito allo screening. È stata messa a punto la seguente Procedura Operativa: individuazione delle pazienti con gravidanza patologica che rispondano ai criteri di inclusione del campione; presentazione del Servizio di Psicologia dell'Area Ostetrica e consegna della brochure informativa con i riferimenti e i con-tatti della Psicologa Strutturata; compilazione del consenso informato; compilazione della scheda anamnestica; primo livello di screening della salute mentale attraverso il Questionario auto-somministrato General Health Questionnaire GHQ-12. Nel caso di esito positivo per il secondo livello di assessment è stato proposto un colloquio clinico di approfondimento, la somministrazione dei test Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9) e General Anxiety Disor-der-7 (GAD-7) e la Scheda dei Fattori di Rischio (PDPI modificato). Nel caso di esito negati-vo è stata comunque garantita la possibilità di un colloquio clinico su richiesta, infine viene presentato un caso clinico emblematico dell'opportunità offerta dallo screening della salute psi-cologica perinatale ospedaliero di intercettare precocemente il disagio della donna e di favorire l'accesso alle cure psicologiche.
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Damilano, Alberto. "Il Laboratorio Teatrale Sensibili alle storie. Riflessioni a carattere psicodinamico e gruppoanalitico su due anni di esperienza (2007-2009)". GRUPPI, n.º 1 (octubre de 2010): 141–53. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001012.

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Un'esperienza di attivitŕ espressiva teatrale centrata sul gruppo, svoltasi nell'ambito di un servizio pubblico di Patologia delle Dipendenze, ha visto operatori e pazienti uniti dal medesimo rischio espressivo e di rivelazione di sé. La rivisitazione attraverso una lettura di carattere gruppoanalitico permette di porre in relazione le potenzialitŕ terapeutiche proprie del linguaggio teatrale con i peculiari e polimorfi tratti della odierna condizione psicopatologica tossicomanica. Il complesso processo creativo ed artistico del Laboratorio teatrale si snoda attraverso elementi quali l'esplorazione corporea ed una precisa dimensione dell'estetica e del piacere, tradizionalmente trascurati nella cura delle dipendenze, e ancora attraverso il gioco e l'improvvisazione, che mediano l'accesso al linguaggio simbolico e contrastano narcisismo patologico ed alexitimia. La reinvenzione mitica dei contenuti emersi nel Laboratorio produce una narrazione drammaturgica imperniata sulla metafora del viaggio, che viene analizzata attraverso alcuni brani scelti, consentendo di evidenziare la prevalenza della struttura sul contenuto e il ruolo svolto dalla ritualitŕ. Si prefigura cosě la strutturazione di una comunitŕ teatrale aperta che condivide un progetto di cambiamento anche nel sociale.
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Nkouka, L. E., P. Maida, M. Pallotti y C. Venanzio. "Anticoagulazione regionale con citrato nelle terapie sostitutive in Area Critica: 10 anni di esperienza dialitica di un singolo Centro". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 4 (24 de enero de 2018): 47–50. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1501.

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Oggigiorno, dopo vent'anni di esperienza il citrato può essere considerato a pieno titolo un vero anticoagulante alternativo all'eparina per le terapie sostitutive in Area Critica. L'anticoagulazione con citrato è regionale, perché viene anticoagulato solo il circuito extracorporeo con risparmio della coagulazione sistemica del paziente. Dal 2001 abbiamo utilizzato per i pazienti afferenti alla Terapia Intensiva DEA /Grandi Traumi (ICU), con danno renale e necessitanti di trattamento sostitutivo ad alto rischio emorragico o sanguinamento in atto (per la maggior parte pazienti con grandi traumi, grandi ustionati “GU”), un protocollo di anticoagulazione regionale con citrato in emodiafiltrazione continua (CWHDF), intermittente prolungata a 7–11 ore (I-HDF) e coupled plasma-filtration adsorption (CPFA-HF). Nel periodo 2001–2010 sono stati trattati 283 pazienti, di cui 133 pazienti con citrato (69 GU, 64 ICU), per un totale di 1265 giorni di dialisi (647 giorni GU, 618 giorni ICU). Le sedute di CPFA-HF sono state in totale 238, di cui 58 con citrato. Il protocollo adottato si è rivelato sicuro (nessun episodio di ipocalcemia grave) ed efficace (sopravvivenza dei circuiti superiore con citrato che con eparina). Il monitoraggio del iCa++ sistemico e del circuito extracorporeo tramite emogasanalisi e dosaggio delle citratemie si è rivelato fattibile e di facile gestibilità anche durante le ore notturne con la fattiva collaborazione del personale infermieristico delle ICUs.
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Di Vita, Angela Maria, Alessandra Ciulla y Aluette Merenda. "Perinatalitŕ e migrazione. Percorsi di ricerca-intervento". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 35 (julio de 2012): 5–15. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-035001.

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Il presente contributo esplora le dinamiche che sottendono la perinatalitŕ in un gruppo di donne migranti provenienti da diverse aree geografi che, con l'obiettivo di individuarne le risorse personali e contestuali, nonché gli elementi predittori di rischio. Lo studio ha in particolare esaminato le modalitŕ di parenting con cui le madri migranti vivono la propria esperienza perinatale in relazione alla identitŕ: materna, a quella del proprio figlio ed altresě culturale. I risultati della ricerca hanno configurato la gravidanza come un evento culturalmente determinato dai significati che ciascuna donna attribuisce alla gravidanza ed evidenziato come la lontananza dal proprio paese d'origine possa incrementarne la vulnerabilitŕ durante questo momento del ciclo di vita. Un elemento particolarmente riscontrato nelle interviste č il senso di solitudine per l'assenza di un sostegno da parte delle rete familiare di riferimento, che enfatizza l'esigenza di favorire da parte dei servizi sanitari un accompagnamento adeguato in situazioni di vulnerabilitŕ psicosociale.
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De Luca, Walter, Flavio Gheri, Enrico Lucenti y Yari Barnabino. "Effetti della pandemia COVID-19 negli infermieri del sistema di emergenza pre-ospedaliera". RESCUE PRESS 01, n.º 01 (junio de 2021): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2021.01.02.it.

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La pandemia da COVID-19 ha fatto emergere il ruolo cruciale degli infermieri e il loro impegno nel fronteggiare tale situazione. L’Italia ha mostrato un incremento sostanziale di richieste di soccorso per patologie respiratorie e il personale infermieristico impiegato sui mezzi di soccorso è stato travolto dalla situazione con conseguenti ripercussioni psicofisiche quali depressione e Post Traumatic Stress Disease (PTSD). Lo studio mira a valutare l’impatto dell’emergenza pandemica sugli infermieri del Sistema di Emergenza Territoriale (SET). Metodo Analisi di depressione e PTSD mediante “Screening Questionnaire for Disaster Mental Health”. Il questionario è stato distribuito tra gli infermieri italiani afferenti al SET con campionamento non probabilistico tra il 1° dicembre 2020 e il 31 gennaio 2021. Risultati Hanno partecipato allo studio 441 infermieri italiani con età media 43,28 anni (DS ± 9,38), l’esperienza lavorativa media nel SET è 11,68 anni (DS ± 7,98). Il 6,12% dei partecipanti lavora presso una Centrale Operativa (CO), il 72,34% è impegnato nel soccorso territoriale e il 21,54% opera in entrambi i setting. Il 17,01% del campione è ad alto rischio per PTSD e il 15,65% per depressione. Discussione Il campione è costituito da infermieri generalmente esperti nel soccorso territoriale. Il rischio di PTSD e depressione rientra nei range individuati in letteratura. L’analisi per setting operativo ha evidenziato un maggior rischio di sviluppare PTSD per gli infermieri che svolgono attività di CO, con valori quasi doppi rispetto a chi opera solo sui mezzi di soccorso. Il personale con poca esperienza nel SET risulta soggetto a maggiori esiti per le 2 sintomatologie. Conclusione Il personale inesperto e quello impegnato nelle CO è risultato maggiormente vittima di PTSD e depressione. È essenziale attuare piani per permettere al personale del SET di superare tali situazioni di criticità e prevenirle. PAROLE CHIAVE Emergency Nurse, pandemia, COVID-19, emergenza territoriale, PTSD, depressione
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Messina, Marianna y Franco Pala. "L'analgesia peridurale nel travaglio di parto: considerazioni etiche". Medicina e Morale 42, n.º 3 (30 de junio de 1993): 565–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1056.

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Vengono presi in considerazione i presupposti fisiopatologici, psicologici e sociologici del dolore da parto per analizzare il ruolo svolto dall'introduzione delle tecniche antalgiche con particolare riferimento all'analgesia peridurale. A fronte di una maggiore medicalizzazione e del rischio di una fuga di responsabilità da parte della donna, l'analgesia peridurale può permettere alla donna di vivere meglio il proprio parto quando il forte dolore diventa un motivo di angoscia e di stress per la madre ed un pericolo per la stessa salute del feto per i circoli viziosi che lo stress innesca. Anche nel parto normale, se richiesta dalla donna, l'analgesia sembra utile come strumento di promozione della persona in quanto le permette di vivere con maggiore serenità un avvenimento unico nella propria esperienza. Si auspica infine che l'abolizione del dolore sia considerata un mezzo e non un fine e che tutta l'équipe (ostetrico, levatrice, anestesista, pediatra) collabori con la madre sia prima, con una adeguata preparazione, che durante il parto, perché la donna possa gestire liberamente e responsabilmente la nascita del proprio figlio.
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Castelbarco, Antonella. "Bauman e Baricco: uno sguardo comune sulla vita liquida". GRUPPI, n.º 3 (mayo de 2010): 147–52. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003009.

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L'articolo prende spunto dalla considerazione dei rapidi mutamenti della societŕ attuale intesi come fattori che influiscono nel contesto clinico della terapia di coppia. La tesi di Bauman circa la societŕ "liquida" e le sue dinamiche relazionali viene messa a confronto con l'idea di Baricco espressa nel libro I Barbari circa la genesi di modalitŕ nuove di vivere l'esperienza. L'articolo si sofferma su alcuni concetti come: «rete di sistemi passanti e fluiditŕ», che ben si adattano alla descrizione degli aspetti fondanti le relazioni affettive che Bauman evidenzia come caratteristiche di rapporti che assomigliano di piů a "connessioni" intese come legami condensati e superficiali per proteggere dal rischio di coinvolgimenti affettivi avvertiti come obblighi. Il cambiamento riguarderebbe aspetti importanti della vita e delle relazioni interpersonali come ad esempio: la superficie al posto della profonditŕ, le sequenze e la velocitŕ al posto della riflessione. In generale la descrizione della societŕ "barbara" e della societŕ "liquida" si fonda sulla tesi di una mutazione profonda del concetto di "esperienza" e di una nuova dislocazione del concetto di «senso nel tessuto dell'esperienza».
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Cangiano, Ciro y Rosalba Sarnataro. "Il lavoro che vorrei. Uno studio sulla capacità di aspirare dei giovani studenti napoletani". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 157 (agosto de 2020): 209–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157011.

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Dopo una lunga stagione in cui le categorie di rischio e di incertezza hanno dominato il panorama delle scienze sociali, negli ultimi anni il tema del futuro si è imposto nel dibattito sociologico. A testimonianza di ciò le aspirazioni, proficuo strumento di operativizzazione dell'avvenire, si sono configurate come un'imprescindibile dimensione da esplorare quando si rivolge lo sguardo in direzione dei giovani. Basandosi sull'analisi di 30 storie di vita di studenti universitari raccolte a Napoli, il contributo utilizza le aspirazioni lavorative per interrogarsi sulla relazione tra disuguaglianza e futuro. Ciò che viene messo in luce è come, nonostante la generalizzata difficoltà di guardare al "domani", a fare la differenza nel modo in cui le nuove generazioni sviluppano la propria capacità di aspirare sia la dotazione di capitale culturale, non tanto nella sua forma istituzionalizzata quanto nella sua più complessa e ampia accezione di capitale di esperienza, situato nella soggettività delle singole biografie.
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Forte Bice, Maria. "Alunni DSA e docenti". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 3, n.º 1 (5 de mayo de 2018): 13. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2018.n1.v3.1204.

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Come insegnante con molti anni di esperienza e con l’inclinazione all’aggiornamento professionale, un momento molto irrevocabile per la funzione sociale di un insegnante, relativo alla disabilità specifica (LSD), non solo i problemi sono legati alle difficoltà che rallentano gli studenti apprendimento ma anche la riluttanza degli insegnanti a scegliere strategie di apprendimento per tutti i casi presenti nella classe. Questo articolo discuterà diversi problemi: sono le dinamiche particolari che caratterizzano il rapporto educativo-didattico esistente tra insegnanti e studenti con LSD. La panoramica teorica delle strategie e metodologie di insegnamento educativo, la conoscenza diretta del riferimento legale e la conoscenza delle ultime informazioni sull’LSD,. Precisamente, l’articol fornisce una considerazione generale su LSD, e fa un’analisi degli indicatori di rischio citati nella letteratura scientifica e si occupa di un quadro ampio e dettagliato di azioni sollevate considerate dalla legge e di dispositivi compensatori più adatti a semplificare l’intervento richiesto nel disabilità.
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Della, Vedova A. M., B. Ducceschi, A. Lojacono, M. Guana, A. Imbasciati y C. Cristini. "Variabili psicologiche materne e andamento del parto: rilevazione in un campione di donne italiane alla prima esperienza di parto". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (junio de 2012): 191–219. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002003.

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Le ricerche recenti documentano l'influenza dei fattori psicosociali sull'andamento della gravidanza e sulla salute materno-fetale. Il presente lavoro si propone di indagare l'eventuale relazione tra caratteristiche psicologiche e di contesto della gestante e andamento clinico del parto. Attraverso questionari di autovalutazione, applicati ad un campione di 114 gestanti italiane, nullipare e con gravidanza a basso rischio, sono state rilevate variabili psicologiche (ansia, depressione, alessitimia) e psicosociali (supporto sociale, legame parentale, aspetti intergenerazionali incluse caratteristiche del parto della madre della gestante), considerando anche la presenza di eventi stressanti e variabili relative alla gravidanza. L'ipotesi della ricerca riguarda la possibilitŕ che tali fattori possano influire sull'andamento clinico del parto valutato attraverso una griglia di rilevazione che permette di classificare il processo di parto in base agli eventi biologici e medico-assistenziali registrati nella cartella clinica ospedaliera. Lo studio ha previsto due fasi: a) rilevazione delle variabili materne al terzo trimestre di gravidanza; b) valutazione dell'andamento clinico del parto tramite dati della cartella clinica ospedaliera. I risultati di questo studio supportano l'ipotesi che gli aspetti della struttura psichica materna possano influire sull'andamento clinico del parto: maggiori punteggi alla scala di rilevazione della depressione e dell'alessitimia si associano rispettivamente a travaglio piů lungo e parto operativo. Ansia e depressione si associano inoltre ad un aumento eccessivo di peso durante la gravidanza. Infine sembra emergere un ruolo significativo degli aspetti intergenerazionali: il parto operativo risulta associato alla presenza di complicazioni del parto della madre della gestante. L'interpretazione di questi risultati invita alla prudenza, considerata la ridotta estensione del campione e la complessitŕ delle variabili in gioco, tuttavia lo studio offre spunti di riflessione sulla psicosomatica del parto e sottolinea l'importanza delle variabili psicosociali nell'ambito dell'assistenza perinatale.
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Bandini, S., M. Gallo, L. Caroti, N. Paudice y L. Moscarelli. "Iperparatiroidismo ipercalcemico post-trapianto renale: un problema per il nefrologo". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, n.º 4 (24 de enero de 2018): 1–6. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1490.

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Descriviamo un caso di una paziente dializzata, sottoposta a paratiroidectomia pre-trapianto: la PTX non è stata risolutiva per mancato reperimento della IV ghiandola; a 6 mesi dall'intervento si è manifestata, infatti, una recidiva dell'iperparatiroidismo. Nel frattempo si è presentata la possibilità di eseguire un trapianto renale. Nonostante la “recidiva” dell'IPT, è stato deciso di optare per il trapianto renale che è stato effettuato con successo e con recupero precoce della funzione renale: si è manifestato, però, nel post-trapianto, un iperparatiroidismo residuale ipercalcemico. Di fronte al rischio di rendere aparatiroidea la paziente con una nuova PTX, si è optato per una terapia farmacologica. Per 6 anni la paziente trattata con calcitriolo (0,5–0,25 mcg a giorni alterni, con periodiche interruzioni dovute all'ipercalcemia) e difosfonati a cicli, ha mantenuto livelli di calcemia e di paratormone al di sopra dei valori di normalità senza raggiungere livelli di rischio, mentre il VFG si è mantenuto stabilmente nella norma. Nel dicembre 2008 a seguito di una frattura della branca ischio-pubica e per un progressivo incremento nell'ultimo anno dei livelli di calcemia e del PTH viene deciso di iniziare la somministrazione “off label” di Cinacalcet, di sospendere gradualmente lo steroide e di sostituire la ciclosporina con il Tacrolimus. Nei 3 anni di trattamento abbiamo notato, mantenendo costante la dose somministrata di Cinacalcet (30 mg/die), una riduzione significativa e persistente nel tempo dei livelli di calcemia e del PTH e un incremento della fosforemia. La funzione renale è persistita stabile senza episodi di rigetto. Indagini tomodensitometriche ripetute hanno rilevato un quadro di osteopenia sostanzialmente invariato. La nostra singola ma prolungata esperienza conferma in accordo con dati recenti della letteratura e in attesa dei risultati di uno studio RCT attualmente in corso, che questo farmaco può rappresentare una reale alternativa alla PTX mostrando grande efficacia e mancanza di effetti collaterali.
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Zanoletti, E., L. Girasoli, D. Borsetto, G. Opocher, A. Mazzoni y A. Martini. "Endolymphatic sac tumour in von Hippel-Lindau disease: management strategies". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 5 (octubre de 2017): 423–29. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1402.

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Il carcinoma del sacco endolinfatico è un tumore molto raro come evidente dai dati presenti in letteratura ove anche centri di esperienza riferiscono tuttavia casistiche limitate. E’ un tumore maligno a lenta crescita, con tendenza all’invasione locale e scarsa tendenza alla disseminazione metastatica. L’insorgenza spesso tardiva dei sintomi e la difficoltà ad eseguire indagini bioptiche a livello della sede di origine, parete posteriore della rocca, ha reso la diagnosi di questo tumore spesso difficile, nonostante si riconoscano attualmente dati radiologici patognomonici della neoplasia. Patterns tipici di presentazione sono evidenziabili alla RM con mezzo di contrasto e alla TC per osso a strato sottile, rendendo nella maggior parte dei casi possibile la diagnosi radiologica. L’incidenza del tumore del sacco endolinfatico è maggiore nei pazienti affetti da sindrome di von Hippel Lindau (VHL), con una frequenza del 25% che fa parte del quadro sindromico. Negli anni dal 2012 al 2015 abbiamo osservato 7 casi, uno di essi con manifestazione della patologia bilaterale, tutti affetti da VHL. Quattro tra questi sono stati sottoposti a chirurgia presso il nostro centro per un totale di 5 procedure chirurgiche. Ogni caso è stato descritto dettagliatamente analizzando sintomi, intervallo tra comparsa dei sintomi, diagnosi e terapia. Non vi è stata morbidità post-operatoria aggiuntiva nei pazienti in cui la diagnosi e la terapia sono state precoci, mentre la gestione di tumori localmente avanzati è stata associata a deficit neurologici postoperatori, in particolare del VII, IX e X nervo cranico. I siti anatomici critici di coinvolgimento della malattia che hanno coinciso con un pianificato rischio di danno neuronale sono risultati essere il canale di Falloppio, il forame giugulare, l’apice della rocca petrosa. L’estensione intradurale nella fossa cranica posteriore è stato un altro elemento caratterizzante i tumori in stadio avanzato. I tumori del sacco endolinfatico che lo screening permette di evidenziare precocemente nei pazienti VHL, hanno buona prognosi quando affrontati precocemente, compatibilmente con le esigenze terapeutiche della malattia di base.
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Bianchi, T., C. Vegni y A. Marini. "Gravidanze Gemellari: Mortalità e Morbilità Neonatali. Casistica I.O.G.L. Mangiagalli Anni 1990-1992". Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, n.º 1-2 (1994): 121–22. http://dx.doi.org/10.1017/s000156600000310x.

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AbstractI nati da gravidanza gemellare costituiscono una popolazione a maggior rischio di mortalità e morbilità neonatale rispetto ai nati singoli. I principali problemi che si possono presentare sono la nascita pretermine, il ritardo di crescita intrauterina con le patologie associate e la maggiore incidenza di malformazioni congenite.Materiali. Negli anni 1990-92 sono nati 435 bambini da 215 gravidanze multiple: 132 pluricoriali e 57 monocoriali (delle quali 6 monoamniotiche); in 26 casi la placentazione non era definita. Le coppie erano 204, le triplette 10 e una gravidanza era quadrigemina.Risultati. Nel 79% dei casi il parto è avvenuto per taglio cesareo. Il 66.7% di neonati sono di basso peso alla nascita (<2500g) e il 62.5% prematuri (EG<37 settimane). Il 13.1% dei soggetti presentano un peso alla nascita <1500g. Il 19.3% sono piccoli per l'età gestazionale. Nel 28.3% dei casi è stata riscontrata una discordanza di peso maggiore del 20%. Sulla base della placentazione è possibile sottolineare alcune differenze significative: il peso medio alla nascita e l'età gestazionale media sono inferiori nei gemelli monocoriali (1995g e 34 settimane) rispetto ai bicoriali (2399g e 35.7 settimane) mentre non si rilevano differenze per altri parametri quali modalità di parto, prevalenza di piccoli per l'età gestazionale (SGA) o la discordanza di peso. La mortalità perinatale e neonatale è rispettivamente del 4.7% e 4.3 %, superiore nel gruppo dei monocoriali, rispetto ai bicoriali (mortalità perinatale 9% vs. 4%, neonatale 10.3% vs. 2.8%). Cause prevalenti di mortalità sono grave prematurità o idrope nei soggetti monocoriali, malformazioni nei bicoriali. La frequenza di malformazioni da noi riscontrata nei gemelli (6.4%) è doppia rispetto a quanto riferito nei singoli. Si è osservata un'alta prevalenza di RDS in forma grave (12.4%) e di patologie che riconoscono l'evento ischemico come favorente quali NEC (2.7%) e IR (1.6%). Una condizione di sofferenza ipossico-ischemica cerebrale, evidenziata da alterazioni neuroradiologiche, si ha nel 14.4% dei soggetti.Si è valutata la morbilità della popolazione suddividendo i soggetti in base a placentazione, sviluppo intrauterino, ordine di nascita e concordanza di peso o meno nella coppia. Asfissia (6.5%), RDS (35.5%), PDA (10.3%) sono significativamente più frequenti nei gemelli monocoriali. In tale gruppo vi è maggiore prevalenza anche di NEC, IR e alterazioni ipossico-ischemiche cerebrali, probabilmente attribuibili a riduzione del flus-so ematico in tali distretti più frequenti nella placentazione monocoriale. La patologia respiratoria grave (RDS), è più frequente negli AGA (14.2%) vs. SGA (4.2%) e rappresenta la più importante causa di morte; nei soggetti SGA vs. AGA vi è un'incidenza significativamente superiore di ipoglicemia (7.1%) e un maggior rischio di NEC e malformazioni. Non sono state osservate significative differenze di mortalità e morbilità fra 1° e 2° gemello, ad eccezione di ritardo di crescita intrauterina nel 2° gemello (21.1% vs. 11.2%). Nel confronto tra coppie di gemelli con discordanza di peso alla nascita e non, è emersa la maggior prevalenza nel primo gruppo di prematurità (EG media 34.4 sett. vs. 35.5), ritardo di crescita intrauterina e maggior rischio di RDS e malformazioni; l'incidenza di mortalità è significativamente superiore nei gemelli discordanti (10.3% vs. 2.9%). Si sottolinea l'elevata prematurità nei nati da gravidanza plurima. La Sindrome da Trasfusione Feto-Fetale, si è riscontrata con una incidenza del 2,7% in gemelli monocoriali.Conclusioni. La nostra esperienza conferma l'alto rischio di mortalità e morbilità neonatale nel neonato da gravidanza gemellare, rischio correlabile da un lato alla maggiore frequenza di prematurità, di IUGR o di patologia malformativa, dall'altro alle alterazioni circolatorie secondarie a possibili anastomosi vascolari. In particolare tale rischio è maggiore in caso di placentazione monocoriale, o discordanza di peso. Non si è al contrario riscontrata differenza di frequenza di patologia in rapporto all'ordine di nascita.
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Rillo, Mariano, Pompeo E. Maggio, Angelo Aloisio y Davide Aloisio. "Follow up a lungo termine dell’ablazione ibrida della fibrillazione atriale persistente o persistente di lunga durata con tecnica Convergent: la prima esperienza in Italia". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 2 (30 de septiembre de 2020): 88–101. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-2-2.

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Introduzione: I dati a lungo termine del follow up dei pazienti (pz) sottoposti ad ablazione (A) transcatetere con radiofrequenza (RF) endocardica (Endo) della fibrillazione atriale (FA) persistente (P) o di lunga durata (LD) si sono dimostrati meno incoraggianti rispetto a quelli ottenuti per la FA parossistica. Recentemente una tecnica ibridadi A epicardica (Epi) e Endo, ha dimostrato di essere più efficace della sola A-Endo. Scopo: lo scopo del nostro studio è stato quello di riferire la nostra esperienza nell’esecuzione di questo approccio. Metodi e risultati: 15 pz con FAP (11) o FAP-LD (4), 9 maschi e 6 femmine, età media 67 ± 7 anni, precedentemen-te trattati senza successo con singola (10 pz) o multiple (5 pz) sessioni di A-Endo sono stati sottoposti a A-Epi per silenziare l’atrio sinistro posteriore (ASP). Un mese dopo l’A-Epi abbiamo eseguito una A-Endo per cercare even-tuali aree residue delle vene polmonari (VP) o dell’ASP che avrebbero potuto richiedere un ulteriore trattamento. Inoltre, abbiamo eseguito una mappabipolare ad alta densità utilizzando il sistema CARTO 3D, con acquisizione di almeno 2.000 punti al fine di identificare la fibrosi al di fuori dell’ASP. L’A-Epi ha richiesto un numero di righe di linee di ablazione di 1 in 3 pz (20%) e 2 in 12 pz (80%), con una media di 9 ± 3 linee nella riga inferiore e 7 ± 1 nella superiore. In un solo pz abbiamo osservato versamento pericardico ed è stato l’unico fallimento della nostra serie. l’A-Endo ha dimostrato 19 gaps di conduzione che hanno interessato 4 VP nel 21,4% dei pz e 41 gaps dell’ASP nel 71,4% dei pz. La fibrosi al di fuori dell’ASP è stata osservata in 6 pz. Non sono stati rilevati episodi di FA nell’84,6% dei pz al diciottesimo mese di follow-up; il 30.8% dei pz è stato trattato con Amiodarone. Conclusioni: l’A-Epi e l’A-Endo si sono dimostrate efficaci per il trattamento della FAP o FAP-LD con un rischio accettabile di complicanze, sebbene il numero limitato di casi e la natura osservazionale dello studio richiedano cautela nelle conclusioni.
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Romanò, Sara, Silvia Ghiselli y Claudia Girotti. "Rischio sovra-istruzione: il ruolo delle esperienze professionalizzanti dei laureati". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 164 (diciembre de 2022): 231–55. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164012.

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In Italia si stima che la sovra-istruzione interessi tra il 23% e il 36% dei giovani lau-reati. Anche al fine di contrastare questo fenomeno, le azioni intraprese nel corso degli ultimi anni sono state diverse. Tra queste ci sono anche la promozione delle esperienze di tirocinio sia curricolare sia extra-curricolare. L'idea è che attraverso le esperienze di tirocinio i giovani acquisiscono competenze professionalizzanti che sono particolarmente apprezzate e richieste nel mercato del lavoro. Questo studio analizza se le esperienze di tirocinio curricolare ed extracurricolare contribuiscano a prevenire la sovra-istruzione. A tal fine sono stati elaborati dei modelli di regres-sione longitudinale utilizzando i dati AlmaLaurea sui laureati magistrali del 2014 e intervistati al momento della laurea, e a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. I risultati suggeriscono che le esperienze di tirocinio curricolare non influi-scono sulla sovra-istruzione, mentre quelle di tirocinio extra-curricolare tendono ad associarsi a situazioni di sovra-istruzione.
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Bruno, Giovanni, Angela Corbella, Sara Giacobbe y Bruna Rebagliati. "Gestione del rischio clinico nell’ASL 3 Genovese: esperienze e prospettive". Pratica Medica & Aspetti Legali 3, n.º 1 (15 de febrero de 2009): 17–26. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v3i1.360.

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Geron, Devis y Luciano Greco. "Supporto pubblico al capitale di rischio: lezioni dalla crisi". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 3 (febrero de 2013): 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003008.

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Resumen
L'articolo si prefigge di analizzare l'evoluzione, a cavallo degli ultimi anni di crisi, dell'intervento pubblico a supporto del capitale di rischio tramite strumenti innovativi di partnership con operatori privati. L'intervento pubblico origina da fallimenti del mercato del capitale di rischio, particolarmente nel segmento del venture capital, accentuati dalla crisi e segnatamente a scapito delle giovani piccole e medie imprese innovative, potenziale motore di sviluppo e crescita economica. Dopo un iniziale quadro di analisi degli strumenti in oggetto, l'articolo delinea il contesto internazionale per focalizzarsi sulla situazione italiana e regionale veneta. Dall'analisi delle esperienze considerate emerge innanzitutto come l'attenzione al contesto normativo e culturale sia un necessario complemento degli interventi pubblici di investimento diretto nel capitale di rischio. Inoltre, l'intervento pubblico nel medio-lungo termine deve risultare funzionale allo sviluppo del mercato privato, ed evitare di allocare eccessivi oneri a carico delle finanze pubbliche.
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D’Arpino, Alessandro, Francesca Venturini, Luigi Giuliani, Ilario Viano, Oscar Alabiso, Massimo Boni, Maria Rachele Chiappetta et al. "Atti del I Convegno. Laboratorio dose unitaria Galenica clinica e gestione del rischio: modelli ed esperienze". Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 8, n.º 1S (15 de diciembre de 2006): 1–38. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v8i1s.1030.

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Callegari, Roberto, Maria Grazia Fusacchia y Paola Re. "Fallimento adottivo e crisi adolescenziale: un destino prevedibile?" INTERAZIONI, n.º 2 (febrero de 2013): 40–54. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002005.

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Resumen
Questo scritto ha lo scopo di riflettere sulla dinamica relazionale e affettiva che qualifica alcune adozioni difficili, quando all'ingresso dell'adolescenza, si verifica una grave crisi del rapporto genitore-figlio, crisi che puň anche comportare l'allontanamento del figlio adottivo. Nel corso della valutazione clinica e/o del trattamento di questi casi, ricompaiono fantasie di esperienze dolorose e di carenza primaria sperimentati dal figlio adottivo che la sessualitŕ pubertaria riattualizza, spingendo la coppia genitoriale a sperimentare livelli insostenibili di ansia e parallele difensive manovre di espulsione Questi movimenti risultano essere strettamente collegati con le esperienze personali dei genitori, che non sono state preventivamente considerate come potenti fattori di rischio, che possono condurre alla rinuncia del progetto adottivo. Gli autori sollevano alcune ipotesi circa la qualitŕ narcisistica e anti-libidica della coppia, strettamente legata alla scelta adottiva, spesso, considerata essenziale. Eppure, questo collegamento č anche il bastione che contiene in sé i germi del potenziale fallimento. Attraverso esempi clinici, gli autori mettono in evidenza come i nodi problematici si riferiscano alla coppia adottiva che non sembra aver debitamente elaborato la propria infertilitŕ, rimanendo catturata in fantasie infantili e/o edipiche, riacutizzate dallo sviluppo puberale dei loro figli adolescenti.
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Dallavalle, Chiara, Cinzia Novara, Carolina Messina y Sergio Diminica. "Le forme autodistruttive di gruppo. Narcisismo e autolesionismo fra gli emo: invulnerabilitŕ percepita e ottimismo irrealistico". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (mayo de 2011): 75–88. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001008.

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La cultura(o) nasce - ma il dibattito č molto aperto - all'interno del punk rock, come una realtŕ musicale in crescente evoluzione, in grado di mixare sonoritŕ e modelli a prima vista vicini all'area punk, ma nei fatti fortemente differenziati. Nell'ultimo decennio, l'evoluzione che ha condotto ad esperienze sonore come l'ha mostrato una forte capacitŕ di aggregare gruppi e stili di vita, intessuti dai due tratti psicologici caratterizzanti: narcisismo e autolesionismo, influenzati dalla cultura musicale delloe del. La cattedra di Psicologia di comunitŕ dell'Universitŕ di Palermo ha avviato una serie di ricerche sugli stili comportamentali e la percezione del rischio nel mondo adolescenziale. La ricerca ha studiato la relazione esistente fra percezione del rischio, percezione della salute e comportamenti a rischio in un campione di 406 giovani (etŕ 13-25 anni, M: 19,93, DS: 3,58). I risultati mostrano che l'invulnerabilitŕ percepita correla con alcuni comportamenti a rischio, come l'abuso di alcol e l'autolesionismo.
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Verrocchio, Maria Cristina. "Psicopatologia dei genitori e maltrattamento". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (septiembre de 2012): 61–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-002004.

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La presenza di un disturbo mentale in un genitore determina un impatto negativo sullo sviluppo e sul benessere dei figli, e si associa ad un elevato rischio di maltrattamento infantile. Questa rassegna si propone di fornire una panoramica attuale degli effetti dei disturbi psichiatrici sulla genitorialitŕ e della relazione tra la psicopatologia genitoriale e il maltrattamento agito sui bambini. Vengono esaminati alcuni studi che si sono interessati di comprendere in che modo esperienze di vittimizzazione infantile subite dai genitori, associate alla psicopatologia, favoriscono la continuitŕ del ciclo intergenerazionale degli abusi. Tramite l'esplorazione di alcune esperienze internazionali, si sottolinea il bisogno urgente di sviluppare, nel nostro Paese, un adeguato coordinamento tra i servizi con l'intento di promuovere la salute mentale dei bambini e la loro protezione.
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del Curto, Davide. "La didattica del restauro in tempo di Covid-19. Un'esperienza nel territorio del sisma 2016". TERRITORIO, n.º 96 (septiembre de 2021): 61–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096005.

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Questo testo propone un contributo alla discussione sulla didattica universitaria a distanza in epoca di Covid-19. Illustra l'esperienza maturata nel 2020 insegnando Restauro presso il Politecnico di Milano, sia nel percorso internazionale che in quello italiano. Gli studenti hanno svolto l'esercitazione sulla Rocca medievale di Arquata del Tronto, un caso-studio emblematico della fragilità che caratterizza il territorio dell'Italia interna, e anche della sua resilienza. L'edificio è infatti sopravvissuto al sisma che ha devastato l'Appennino nel 2016 e oggi vigila sulle fatiche della ricostruzione, dopo aver presidiato l'alta valle del Tronto per otto secoli. Il testo mette in evidenza alcuni rischi e opportunità di questa esperienza.
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Ardino, Vittoria, Paola Di Blasio y Luca Milani. "Disturbo post-traumatico e comportamento criminale: rischio di recidiva e costrutti personali". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (marzo de 2010): 45–65. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001004.

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Gli eventi traumatici causano esiti psicopatologici di natura diversa e con diverse configurazioni di sintomi. Il presente studio analizza le cognizioni post-traumatiche nei contesti forensi per verificare le connessioni tra esperienze di traumatizzazione precoce, sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress e rischio di recidiva di reato in una popolazione carceraria. L'ipotesi principale sostiene che cognizioni disfunzionali (worry, percezione negativa del supporto degli altri) mediano la relazione tra i sintomi DPTS ed il rischio di recidiva. Lo studio, inoltre, esplora il modello della Psicologia dei Costrutti Personali basato sulla teoria di Kelly (1995) per comprendere in che modo un sistema di credenze post-traumatico possa frammentare la visione del mondo e del Sé del campione. I risultati hanno mostrato che la percezione negativa del supporto degli altri media tra sintomi DPTS e rischio di recidiva e che i partecipanti con i sintomi DPTS hanno maggiori difficoltŕ ad integrare eventi traumatici e il reato stesso all'interno del loro sistema di costrutti e credenze.
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Cheli, Mariagnese, Michela Campieri, Andrea Fini, Maria Elena Montenegro, Alessandra Piccioni, Francesca Pincanelli y Cosimo Ricciutello. "Esperienze traumatiche in etŕ evolutiva e fattori di rischio familiari: un'indagine sugli esiti nello sviluppo". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (febrero de 2013): 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003006.

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Il contributo esamina le conseguenze pervasive del maltrattamento precoce alla luce della prospettiva teorica del Trauma Complesso come Disturbo dello Sviluppo (Courtois & Ford, 2009) e del Modello Process Oriented (Di Blasio, 2005) sui fattori di rischio familiari. L'indagine qualitativa, condotta tramite una revisione socio-anamnestica delle cartelle e un'intervista strutturata al clinico referente del minore, riguarda un campione di 87 soggetti in etŕ evolutiva tra i 3 e i 18 anni, in carico al centro specialistico contro i maltrattamenti all'infanzia "Il Faro" di Bologna. I dati indicano una generale compromissione delle principali funzioni psichiche esplorate, associata a specifici fattori di rischio distali e prossimali nell'ambiente familiare. I risultati sollecitano un'attenta valutazione multidimensionale (psicosociale e clinica) delle variabili cruciali per la futura salute mentale.
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Marchetti, Daniela, Lilybeth Fontanesi, Serena Di Giandomenico, Cristina Mazza, Paolo Roma y Maria Cristina Verrocchio. "Ostilità verbale materna durante il lockdown dovuto al COVID-19: il ruolo dell'abuso verbale infantile, della stabilità emotiva e del burnout genitoriale". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (enero de 2021): 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-003003.

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Dall'inizio del lockdown si è verificato un aumento di violenze familiari. Il maltrattamento infantile è un fattore di rischio che può predire comportamenti genitoriali disfunzionali. Genitori con bassi livelli di stabilità emotiva e di burnout genitoriale possono compiere abusi sui figli. Secondo la letteratura, genitori emotivamente stressati possono ripetere i medesimi abusi esperiti nell'infanzia. Tramite una survey online somministrata durante le prime settmane di lockdown, abbiamo analizzato in un ampio campione di madri (N = 767) l'associazione tra esperienze precoci di abuso verbale subite, stabilità emotiva, burnout genitoriale e ostilità verbale verso i figli. I risultati mostrano che esperienze precoci di abuso verbale predicono l'adozione di comportamenti verbalmente abusanti verso i figli e che la stabilità emotiva e il burnout genitoriale mediano questa relazione.
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Quadrelli, Isabella y Anna Uboldi. "Esperienze di giuridicità nella vita quotidiana. I giovani tra diritto, scienza ed etica durante la pandemia". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 2 (enero de 2023): 153–68. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-002012.

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L'articolo presenta i risultati di una ricerca sull'esperienza del diritto da parte dei giovani durante la pandemia. Partendo dal concetto di "legal consciousness", la ricerca ha analizzato l'implementazione delle norme nei contesti di vita dei giovani, nei termini di accettazione, interpretazione, negoziazione e rifiuto di esse, o di alcuni loro aspetti. Le diverse forme di coscienza giuridica emergenti dalle narrazioni evidenziano come i giovani abbiano interpretato l'imperativo del "fare la cosa giusta" per la sicurezza di se stessi e degli altri. Nelle loro ar-gomentazioni s'intrecciano le dimensioni della legittimità e dell'adesione alle norme giuridiche ma anche dell'utilità, del rischio, dell'equità e della capacità dei legislatori di dare voce e di mediare tra le diverse esigenze dei molteplici gruppi sociali. I risultati mostrano la capacità di agency e di ragionamento mo-rale dei giovani di fronte all'esigenza di bilanciare bisogni, interessi e ordini di responsabilità differenti e mettono in discussione l'immagine stereotipata del giovane irresponsabile e trasgressivo presentata dai media e diffusa nel senso comune.
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Lusardi, Paola y Riccardo Asteggiano. "Attività fisica e cancro: dalla prevenzione all’esercizioterapia". CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, n.º 2 (31 de julio de 2022): 52–59. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-7.

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Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione primaria delle neoplasie è noto; negli ultimi anni l’esercizio svolto con sistematicità ha acquisito un ruolo anche in prevenzione secondaria, riducendo il rischio di recidiva di cancro e migliorando la prognosi e la qualità di vita dei pazienti. L’esercizio fisico è altresì raccomandato per prevenire e contrastare la cardiotossicità dei trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti, e per limitare gli effetti invalidanti di fatigue, sarcopenia e cachessia. Dalla letteratura internazionale e dalle esperienze di pratica clinica emerge sempre più l’importanza di introdurre programmi di esercizioterapia nella gestione globale del paziente oncologico, con una prescrizione sartoriale concordata a livello multidisciplinare (oncologo, cardiologo, fisiatra, fisioterapista), che tenga conto della storia naturale del tipo di cancro, del rischio di complicanze, degli effetti terapeutici e collaterali delle terapie in corso, oltre a valutare problemi di sicurezza ed eventuali controindicazioni.
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Simonetti, L., P. Capasso, F. Spadetta, E. Sabetta, F. Caranci y R. Elefante. "Osteoporosi vertebrale: Confronto critico tra le tecniche diagnostiche quantitative ed interpretazione dei risultati". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 191. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s286.

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L'aumento della popolazione anziana sta rendendo sempre più significativa l'incidenza dell'osteoporosi, sia come patologia in sé, sia come fattore di rischio di fratture patologiche. La messa a punto di metodologie di mineralometria sui corpi vertebrali con TC, dà l'opportunità al neuroradiologo di confrontarsi con tale patologia, prima un po' negletta. Questo lavoro, attraverso la proposizione della personale esperienza, ha lo scopo di mettere a punto lo “stato dell'arte”, con particolare riguardo al confronto tra le varie tecniche di valutazione quantitativa e l'interpretazione nosologicamente e prognosticamente valida dei risultati.
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Cattani, Martina. "Fattori di rischio e di protezione nella valutazione di famiglie in carico ai Servizi Sociali: uno studio retrospettivo intergenerazionale". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (agosto de 2022): 63–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2022-002005.

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L'interesse preminente della presente ricerca è la comprensione degli aspetti connessi al trauma relazionale (maltrattamenti e abusi, trascuratezza e violenza domestica), nella valuta-zione delle competenze genitoriali in famiglie in carico ai Servizi Sociali per situazioni di pregiudizio dei minori. A tale scopo, sono state analizzate le cartelle psicosociali di 65 nu-clei familiari. Dopo le analisi descrittive, sono state indagate eventuali differenze nella di-stribuzione (presenza vs assenza) dei fattori del Protocollo Fattori di Rischio e di Protezione (Di Blasio, 2005) fra famiglie valutate ad alto vs basso rischio. Si è, quindi, indagato l'impatto della presenza di alcuni fattori significativi in rapporto al livello di recuperabilità delle competenze parentali di madri e padri. I risultati mostrano che l'applicazione del Pro-tocollo in sede di valutazione permette di discriminare famiglie ad alto vs basso rischio e la sua applicazione evidenzia l'impatto, sulla recuperabilità genitoriale, di esperienze infantili avverse del genitore, di relazioni difficili o conflittuali con la propria famiglia d'origine - e/o con quella del partner - e di una relazione significativa con un membro della famiglia d'origine, in modo differenziato per madri e padri.
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La Pietra, Federica. "Radici e germogli: la psicoterapia della Gestalt e il trauma transgenerazionale". QUADERNI DI GESTALT 35, n.º 2 (diciembre de 2022): 85–95. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002006.

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Nel susseguirsi di eventi mondiali come la pandemia e la guerra, diviene fondamentale la necessità di affrontare, trattare ed elaborare le ferite delle esperienze traumatiche, in modo che non condizionino in senso definitivo la percezione del futuro. Viviamo in un'epoca storica di diffusa e intensa traumatizzazione e gli effetti di queste sofferenze rischiano di avere conse-guenze sulle future generazioni che, come abbiamo visto, non è scontato sappiano o possano imparare dalle esperienze passate. Alla luce di ciò, la psicoterapia è la chiave per un cambia-mento individuale e sociale e, come psicoterapeuti, siamo chiamati ad agire responsabilmente non solo nei confronti dei pazienti, ma verso l'intera comunità, occupandoci della diffusione del trauma nella società e della propagazione della violenza da una generazione all'altra.
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Cannella, Giuseppe. "La tortura nell'inferno libico. L'incontro terapeutico con Ebrima". QUADERNI DI GESTALT 35, n.º 2 (diciembre de 2022): 33–51. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002003.

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L'autore, psichiatra e psicoterapeuta all'interno di un ambulatorio di salute mentale di Ra-gusa promosso da MEDU-Medici per i Diritti umani, descrive il percorso terapeutico di un giovane migrante senegalese rinchiuso a lungo nelle carceri libiche e vittima di trattamenti inu-mani, degradanti e tortura. I sintomi del giovane paziente richiamano uno stile percettivo post-traumatico legato ad esperienze insopportabili che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza. Gran parte del lavoro terapeutico, raccontato attraverso il modello della "danza della reciprocità", è stato finalizzato alla ricostruzione della percezione di un ground sicuro e solido che per-mettesse di superare la dissociazione e di contattare l'altro.
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Rivaldi, Claudia y Dianora Torrini. "Vivere il lutto nella professione assistenziale. Sequele post-traumatiche e rischio di burn-out negli operatori sanitari". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (mayo de 2010): 163–74. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003010.

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La morte durante la gravidanza o dopo il parto č un evento profondamente stressante, che puň compromettere l'equilibrio psichico della madre e della coppia genitoriale, e associarsi a disturbi psichici di lunga durata. L'assistenza ai genitori colpiti da lutto puň essere estremamente stressante anche per l'operatore, che molto spesso č impreparato nell'affrontare una gravidanza che si conclude con la morte del bambino. Spesso i genitori percepiscono la mancanza di assistenza psicologica come un trauma aggiuntivo alla perdita, ed i caregivers rivestono un importante ruolo nel determinare la qualitŕ del percorso di elaborazione del lutto. L'associazione CiaoLapo ONLUS fornisce dal 2006 supporto psicologico ai genitori in lutto e promuove formazione e ricerca sui genitori e sugli operatori nel campo del lutto perinatale. In questo articolo sono presentati i risultati preliminari di uno studio condotto nell'Area Vasta di Firenze. Lo studio si č svolto in due fasi; una prima fase ha visto coinvolti 60 operatori dell'area materno-infantile e successivamente sono state arruolate 100 ostetriche della ASL 10 di Firenze. L'obiettivo era quello di approfondire l'impatto traumatico della morte intrauterina con particolare attenzione alla relazione tra esperienze professionali traumatiche (misurate con l'Impact of Event Scale IES) e sviluppo di sindrome da burn-out (misurata con la Maslach Burn-Out Inventory - MBI). I punteggi di entrambi i test sono risultati significativamente piů alti nelle ostetriche rispetto alle altre categorie professionali. Le ostetriche sembrano dunque piů esposte all'impatto traumatico della morte intrauterina rispetto agli altri colleghi coinvolti nella gestione della coppia affetta da morte in utero, e dovrebbero potersi avvalere di una formazione specifica sul lutto e di un supporto psicologico quando necessario.
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Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna y R. Nardi. "Saper desistere per curare fino in fondo: come intraprendere il migliore percorso di assistenza nel Paziente con grave insufficienza d’organo in Medicina Interna?" Italian Journal of Medicine 5, n.º 1 (11 de abril de 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.5.

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<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La futilità in medicina e le difficoltà a desistere</strong><br /><em>L. Lusiani, L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive Slow Medicine sulla desistenza terapeutica</strong><br /><em>S. Spinsanti, S. Vernero</em></p><p class="titolo"><strong>La desistenza terapeutica: il punto di vista del magistrato</strong><br /><em>V. Castiglione, V. Pedone</em></p><p class="titolo"><strong>La <em>desistenza terapeutica</em> è giustificabile sul piano etico?</strong><br /><em>E. Furlan</em></p><p class="titolo"><strong>Il punto di vista di un credente</strong><br /><em>G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Il buon samaritano, la misericordia del medico e desistenza terapeutica: concetti fra loro compatibili?</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, L. Cascavilla, G. Fasanella</em></p><p class="titolo"><strong>Le grandi insufficienze d’organo <em>end stage</em>: il documento SIAARTI</strong><br /><em>G.R. Gristina, L. Riccioni</em></p><p class="titolo"><strong>I determinanti della mortalità a breve termine dei pazienti non oncologici ricoverati in medicina interna: un’esperienza sul campo</strong><br /><em>M. Tiraboschi, S. Ghidoni, A. Zucchi, A. Carobbio, A. Ghirardi, M. Casati, F. Dentali, A. Squizzato, D. Torzillo, F. De Stefano, V. Gessi, E. Tamborini Permunian, S. Moretti, A. Assolari, A. Brucato</em></p><p class="titolo"><strong>Le parole per dirlo: la comunicazione al paziente, ai familiari e al <em>caregiver</em></strong><br /><em>M. Felici, S. Lenti, L. Occhini, A. Pulerà</em></p><p class="titolo"><strong>Le alternative possibili che il medico internista può proporre alla dimissione, rispetto all’aumento di intensità di cura e l’assistenza ospedaliera ordinaria: <em>la rete di cure palliative</em></strong><br /><em>D. Valenti, F. Moggia</em></p><p class="titolo"><strong>Scompenso cardiaco avanzato: dalla terapia attiva alle cure palliative</strong><br /><em>G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>Ictus ischemico ed emorragia cerebrale: problematiche di fine vita</strong><br /><em>C. Trocino</em></p><p class="titolo"><strong>Demenza avanzata</strong><br /><em>M. Coveri</em></p><p class="titolo"><strong>La dispnea al termine della vita</strong><br /><em>M. Giorgi-Pierfranceschi, S. Orlando</em></p><p class="titolo"><strong>Dialisi</strong><br /><em>M. Meschi, S. Pioli, A. Magnano, F. Spagnoli, M. Saccò</em></p><p class="titolo"><strong>Ventilazione meccanica invasiva e non</strong><br /><em>M. La Regina, F. Orlandini</em></p><p class="titolo"><strong>Il diabete mellito</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>Comunicare la scelta di desistere in medicina: una esperienza sul campo</strong><br /><em>C. Bullo, G. Bordin, L. Lusiani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive future in Italia e all’interno del nostro SSN</strong><br /><em>A. Fontanella</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale: le malattie più frequentemente riscontrabili in Medicina Interna</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, P. Gnerre, G. Pinna, D. Borioni, M. Campanini, R. Gerloni, A. Fontanella</em></p>
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Simonetti, L., P. Cenni, F. De Santis, C. Sturiale, A. Andreoli, A. Fioravanti, F. Calbucci y M. Leonardi. "Prime esperienze di embolizzazione di MAV cerebrali con Onyx®". Rivista di Neuroradiologia 15, n.º 1 (febrero de 2002): 85–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500108.

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L'approccio endovascolare alle malformazioni artero-venose (MAV) con vari agenti embolizzanti è una opzione terapeutica ormai collaudata da alcuni decenni. Esso consente la completa chiusura della malformazione in circa un quarto dei casi, quando si considerino cumulativamente le varie casistiche presenti in letteratura, con una significativa variabilità di tale dato da autore ad autore. La colla acrilica va considerata un mezzo embolizzante valido, definitivo, ma di uso difficile e con significativi rischi per il paziente. Un altro aspetto negativo è che non è stata dotata dalla ditta produttrice del marchio CE per l'uso endovascolare, che viene addirittura vietato nelle indicazioni all'uso. Da alcuni anni è stato presentato un nuovo materiale embolizzante, l'Onyx (Onyx System MicroTherapeutics, Inc., MTI), che ha la caratteristica teorica di essere un materiale “schiumoso” progressivamente occludente piuttosto che bruscamente “incollante”. L'Onix è dotato di marchio CE per uso endovascolare. Riportiamo i risultati ottenuti nei primi sette pazienti. L'Onyx sembra essere un materiale più maneggevole, più sicuro e, soprattutto, più prevedibile e riproducibile nella sua dinamica rispetto al cianoacrilato. Restano da verificare la sua stabilità nel tempo e, secondo alcuni, la possibile tossicità del DMSO.
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Cerbara, Loredana y Maria Girolama Caruso. "Fragilità e rischio di povertà educativa negli adolescenti in Italia. I dati delle indagini del CNR-IRPPS". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junio de 2020): 119–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001011.

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Se attraverso i dati ufficiali (ISTAT, MIUR e altre Istituzioni) si può analizzare dal punto di vista statistico il fenomeno della povertà educativa, costruendo graduatorie territoriali, na-zionali e internazionali, sono le indagini direttamente rivolte ai ragazzi, o anche agli educa-tori, a dare completezza al quadro complessivo del rischio di marginalizzazione a cui sono esposti i minori. Dal 2014 il CNR-IRPPS ha svolto una serie di indagini rivolte ai giovani delle scuole secondarie, sia inferiori che superiori, per approfondire la conoscenza sulla condizione giovanile. Si tratta di esperienze pratiche derivanti dalle attività di ricerca di due progetti del CNR-IRPPS, uno dedicato alla pratica dello sport come veicolo di integrazione sociale (IRPPS WPs n. 106 e 108), che è stato realizzato attraverso quattro survey distinte, e l'altro più specificamente dedicato allo studio della condizione giovanile (IRPPS WPs n. 107; Tintori e Cerbara, 2016) sia in contesti territoriali limitati che a livello nazionale. In entram-bi i progetti un team di ricercatori si è recato nelle scuole per effettuare, durante l'indagine, l'osservazione diretta del comportamento degli studenti ammessi nel campione, rivelando una serie di elementi importanti, in primo luogo per la scuola che è chiamata ad intervenire anche sulla povertà educativa, ma anche a livello di ricerca sociale più allargata. Partendo dal presupposto che la povertà educativa solo in parte coincide con la povertà eco-nomica, i dati raccolti dimostrano che, anche quando le condizioni economiche sono accetta-bili, può verificarsi la presenza di fattori di rischio di esclusione sociale che spesso si so-vrappongono, fino a determinare una vera e propria barriera che impedisce ai ragazzi di vedersi nello stesso modo dei propri pari. Vivere in una famiglia con background migratorio oppure con uno status culturale non elevato, ma anche essere donna, costituiscono elementi sufficienti perché i giovani rimangano vittime di condizionamenti sociali che impediscono lo-ro di scegliere il proprio futuro. E anche i comportamenti devianti (uso di sostanze pericolo-se, atti di violenza verbale o fisica, ecc.) possono essere determinati da situazioni di disagio correlabili con una povertà culturale che è più difficile da determinare ma che è altrettanto importante delle altre declinazioni di povertà. Alla voce degli studenti si aggiunge poi quella dei docenti che, attraverso le due indagini con-dotte dal CNR-IRPPS, hanno potuto esprimere il proprio parere sulla situazione dei giovani da un punto di osservazione particolare ed hanno dato alcune indicazioni su come la scuola potrebbe intervenire per limitare le situazioni di difficoltà nell'integrazione tra i giovani.
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Daneluzzo, Enrico, Silvia Di Tommaso, Daniela Tempesta, Gianluigi Cerroni, Paolo Stratta y Alessandro Rossi. "The Community Assessment Psychic Experience (CAPE): evaluation study of the Italian version". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 17, n.º 3 (septiembre de 2008): 242–47. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00001342.

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AbstractNegli ultimi anni il modello categoriale della psicosi e della schizofrenia in particolare, è stato riconsiderato a favore di una visione dimensionale. Questa assume che I sintomi psicotici differiscono in modo quantitativo dalle normali esperienze psichiche distribuendosi lungo un continuum che va dalla popolazione clinica affetta da schizofrenia ad individui con disturbo di personalità, fino alla popolazione generale che può mostrare esperienze simil psicotiche (Hanssen et al., 2003; Johns & Phil, 2005). Tale continuità fenomenologica è suggerita da studi che mostrano che le dimensioni del fenotipo della psicosi subclinica sono molto simili a quelle identificate nei disturbi clinici (Van Os et al. 2000; Van Os & Tamminga, 2007; Rossler et al., 2007). Sono state infatti riportate dimensioni positive e negative sia in ambito clinico che subclinico, mentre più incerta appare la presenza della dimensione disorganizzazione (Vollema & Hoijtink, 2000; van Os et al., 2002). Vari studi hanno riportato che i fenotipi clinico e non clinico condividono fattori di rischio, meccanismi psicologici ed i pattern epidemiologici (Sharpley & Peters,1999; Johns & van Os, 2001; van Os et al., 2001), fornendo un'ulteriore prova che l'espressione clinica e subclinica delle psicosi fanno parte dello stesso continuum.
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Verdi, Vighetti Leonardo. "Il tempo e il non-tempo". STUDI JUNGHIANI, n.º 35 (febrero de 2013): 5–19. http://dx.doi.org/10.3280/jun2012-035001.

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Il tempo, questa esperienza cosě familiare e nel contempo cosě sconosciuta, assume forme diverse nella vita e nell'analisi, forme che si intersecano e si dissociano. Compito dell'analisi č anche quello di slegarle o di valorizzare le une per comprendere le altre, soprattutto in un momento storico in cui il tempo della produttivitŕ rischia di determinare il tempo dell'individualitŕ. Rispetto al tempo dell'analisi, vi sono tante concezioni del tempo quante sono le visioni della psiche. Ne sono prova le elaborazioni di Freud, Jung, Matte Blanco, Winnicott, Stern. Il tempo in analisi sfiora costantemente il paradosso, tra storicitŕ e a-temporalitŕ, tra continuitŕ e rottura, tra ripetitivitŕ rituale e unicitŕ impercettibile. Le metafore sono il luogo privilegiato in cui si attua il paradosso.
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Martorana, Giuseppe. "L'autoferimento. Uno studio pilota sui fattori di rischio: ruolo e interazione di trauma, attaccamento, dissociazione ed alessitimia". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julio de 2012): 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002002.

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Resumen
Questo studio si propone di indagare il ruolo che i vissuti traumatici, l'attaccamento, la disregolazione affettiva e i processi dissociativi hanno nello sviluppo dell'autoferimento in un gruppo di giovani che si autoferiscono. I partecipanti sono 27 (22 femmine, 5 maschi), hanno aderito alla ricerca compilando il questionario on-line disponibile su "SIBRIC", sito web costruito ad hoc per lo studio e la ricerca sul self injury. Successivamente sono stati somministrati i seguenti test: TSI-A, ASQ, TAS-20, DES-II e A-DES. I dati di questo studio pilota confermano l'ipotesi che eventi traumatici, difficoltŕ nell'attaccamento, regolazione affettiva e dissociazione costituiscono fattori di rischio per lo sviluppo ed il mantenimento del self injury. Pertanto sarebbe necessario un maggiore approfondimento. Sulla base dei risultati ottenuti l'autore sostiene che un attaccamento insicuro ed esperienze traumatiche durante l'infanzia possano indebolire la capacitŕ di regolazione di stati affettivi, favorendo cosě l'insorgere di sintomi dissociativi e tratti alessitimici. Il self injury costituirebbe una strategia maladattiva di regolazione delle emozioni utilizzata per gestire tali stati.
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Esposito, Giovanni y Anna Franzone. "The TAVI: Transcatheter Aortic Valve Implantation". Cardiologia Ambulatoriale, n.º 1 (30 de enero de 2020): 49–57. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-4.

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L’impianto transcatetere di valvola aortica (Transcatheter Aortic Valve Replacement, TAVI) è una procedura di cardiologia interventistica, introdotta nel 2002, che prevede il posizionamento e l’impianto di una protesi biologica a livello dell’annulus aortico mediante accesso percutaneo, prevalentemente transfemorale. Dopo le prime esperienze cliniche, riservate a pazienti senza altre opzioni terapeutiche, la TAVI si è affermata come alternativa all’intervento chirurgico tradizionale di sostituzione valvolare grazie ad una serie di studi randomizzati che ne hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza in pazienti appartenenti a tutto lo spettro del rischio operatorio (da estremo a basso). L’utilizzo della TAVI è in continua crescita, a livello mondiale, e si assiste ad una progressiva espansione delle sue indicazioni cliniche (stenosi di valvola bicuspide, insufficienza aortica severa). Il presente articolo ha lo scopo di riassumere i recenti progressi nell’ambito del trattamento transcatetere della stenosi valvolare aortica, descrivere le caratteristiche della procedura e analizzare i risultati degli studi che ne hanno favorito la diffusione nella pratica clinica.
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Soavi, Gloria. "Le vittime di abuso sessuale online: percorsi di presa in carico". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (febrero de 2013): 31–51. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003003.

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Il rischio di vittimizzazione connesso a internet e ai new media impone ai professionisti della cura di interrogarsi sulle strategie di trattamento delle vittime. Si tratta di adolescenti che, anche precocemente, usano attivamente il mezzo telematico e vengono adescati da predatori online e di bambini che vengono abusati, filmati o fotografati e messi in rete. L'abuso online, nelle sue varie forme, puň provocare le stesse conseguenze post-traumatiche della vittimizzazione sessuale, con l'aggravante che le immagini delle violenze, cristallizzate nel web, hanno un effetto dirompente sui vissuti posttraumatici. Scarse sono attualmente le esperienze che indichino percorsi di cura adeguati alla complessitŕ e diversitŕ delle situazioni; una sfida possibile č quella di adattare a questo fenomeno terapie consolidate per il trattamento del trauma, con progetti di ricerca che ne valutino l'efficacia.
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