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Fraticelli, Fulvio y Carla Marangoni. "Considerazioni sulla presenza dello zigolo muciatto orientale Emberiza cioides in Italia". Rivista Italiana di Ornitologia 87, n.º 2 (21 de junio de 2018): 51–55. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.396.

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Nella collezione ornitologica di Arrigoni degli Oddi, presso il Museo Civico di Zoologia di Roma, sono custoditi due esemplari di zigolo muciatto orientale Emberiza cioides. Questa specie è diffusa, come nidificante, dal Kazakistan orientale alle isole Curili. Gli scarsi report per l’Europa (Gran Bretagna, Finlandia, Spagna, Germania e Bulgaria) sono da considerarsi incerti e la presenza della specie in Italia è stata messa in discussione, per svariati motivi, nelle precedenti pubblicazioni. La catalogazione di entrambi gli esemplari, supportata dalle note autografe di Arrigoni degli Oddi conservate presso la biblioteca del Museo, rafforza la presenza in Italia dello zigolo muciatto orientale. D’altro canto, l’attribuzione dei due esemplari ad una determinata sottospecie, basandosi sulla misura dell’ala, resta dubbia. Al contrario, la colorazione del dorso, permette di assegnare entrambi gli esemplari alla forma nominale. Di conseguenza, il presente studio consentirebbe di inserire la specie nella check-list degli uccelli italiana, inserendola nella categoria AERC B4, dopo la valutazione da parte della Commissione Ornitologica Italiana (COI).
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Berlincioni, Vanna, Francesca Acerbi y Cristina Catania. "Dichiarazione di non sottomissione: due casi esemplari". INTERAZIONI, n.º 1 (abril de 2020): 95–109. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-001007.

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Petricioli, Ivo. "Esemplari di arte applicata carolingia in Croazia". Hortus Artium Medievalium 3 (enero de 1997): 55–59. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.2.305098.

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Arslan, Ermanno. ""Abraxas" a Cafarnao. I. Anticipazioni sugli amuleti nel deposito sotto la pavimentazione della Sinagoga". Vjesnik Arheološkog muzeja u Zagrebu 54, n.º 1 (2021): 123–38. http://dx.doi.org/10.52064/vamz.54.1.30.

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Tra i 20.003 esemplari del deposito di moneta divisionale in bronzo, verosimilmente chiuso alla fine del 5 secolo a. C., recuperato sotto la pavimentazione della Sinagoga di Cafarnao, un esemplare, il n. 3766, con foro per la sospensione, si presenta rilavorato a niello come amuleto. Su un lato presenta la scritta in greco ЄVΠ / ЄΠTЄ. Sull’altro lato propone una figura di difficile interpretazione, vista in questa sede come collegata all’immagine indicata come Abraxas sulle “gemme magiche”. Un riesame, ancora in corso, del resto del complesso ha rivelato come un’alta percentuale delle monete recuperate, ufficiali o di imitazione, porti tracce indiscutibili di riutilizzo come amuleto, con la collocazione sui tipi di un patrimonio di icone ben noto dalle gemme magiche, con precisi riferimenti all’ambito escatologico egizio. Le raffigurazioni sono incise, ricavate ad impressione e forse smaltate. Il contributo si propone come segnalazione preliminare, in una serie di interventi su una tematica molto articolata, collocati in altre sedi e in corso di approfondimento.
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Pazzagli, Luciana, Francesco Ranzani y Elena Albini. "Dal packaging all’errore: casi esemplari e aspetti normativi". Pratica Medica & Aspetti Legali 3, n.º 3 (15 de agosto de 2009): 131–37. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v3i3.373.

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Gasparo, Fulvio y Francesca Di Franco. "DESCRIZIONE DI DYSDERA ROMANA N. SP. DEL LAZIO (ARANEAE, DYSDERIDAE)". Fragmenta Entomologica 40, n.º 1 (30 de abril de 2008): 1. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2008.103.

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<em>Dysdera romana</em> n. sp. viene descritta su esemplari raccolti in quattro località situate nei dintorni di Roma. La nuova specie appartiene al gruppo crocota ed è riconoscibile in base alla morfologia degli organi genitali.
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Inserra, Simona. "Libri antichi, antichi rimedi: erbari e ‘materia medica' tra gli incunaboli della biblioteca del Monastero dei Benedettini di Catania". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 1 (mayo de 2021): 100–106. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001011.

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Il contributo si propone di analizzare, all'interno della raccolta di incunaboli della Biblioteca del monastero benedettino di San Nicola l'Arena, gli esemplari di edizioni quattrocentesche di argomento medico che appartennero ai monaci; si analizzano inoltre alcune note manoscritte relativi ad antichi rimedi.
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Piombino-Mascali, Dario. "Giovan Battista Rini e Paolo Gorini". Acta medico-historica Adriatica 16, n.º 1 (2018): 145–56. http://dx.doi.org/10.31952/amha.16.1.7.

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Il presente contributo e finalizzato ad esplorare le analogie tra due celebri imbalsamatori lombardi, Giovan Battista Rini e Paolo Gorini. Tali straordinarie figure, note soprattutto per la preparazione di esemplari pietrificati, vengono confrontate sulla base della tipologia di reperti, dei materiali impiegati e dell’alone di mistero che li accomuno.
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Castellini, Giorgio. "DUE NUOVI CEPHENNIUM DELLE ALPI APUANE (TOSCANA) (Coleoptera, Scydmaenidae)". Fragmenta Entomologica 43, n.º 1 (30 de abril de 2011): 35. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.51.

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Si descrivono due nuove specie, <em>Cephennium doderianum</em> e <em>C</em>. <em>apuanum</em>, su esemplari raccolti nella catena montuosa delle Alpi Apuane, in Toscana; si espongono inoltre alcune osservazioni e considerazioni sulla struttura edeagica delle due specie.
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Mirto, Maria Serena. "Figure esemplari in commedia: Aristofane e la distorsione dei paradigmi". Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 148, n.º 1 (enero de 2020): 34–68. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.124349.

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Ciccarelli, Diego. "Le carte divise. Attestazioni di autenticità nei contratti ad enfiteusi". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 2 (diciembre de 2021): 70–80. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002005.

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Nel Medioevo alcuni documenti notarili erano divisi mediante le lettere dell'alfabeto. Quest'uso era frequente anche in Sicilia, specialmente in quella orientale. Questo contributo presenta alcuni esemplari catanesi con riferimento alla prassi notarile locale. Si mette in rilievo anche la funzione delle lettere alfabetiche con rimando alla loro simbologia, alla linguistica e alla raffigurazione grafica liturgica o metaforica.
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Gasparo, Fulvio. "UNA NUOVA STRAORDINARIA SPECIE DEL GENERE DYSDERA DELL’ITALIA MERIDIONALE (ARANEAE, DYSDERIDAE)". Fragmenta Entomologica 42, n.º 2 (31 de diciembre de 2010): 369. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2010.208.

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<em>Dysdera aberrans</em> n. sp. (♂♀) viene descritta su esemplari raccolti presso Casacalenda (Campobasso). La nuova specie presenta caratteristiche assolutamente peculiari, in particolare per quanto riguarda la morfologia degli organi genitali maschili, che non ne consentono la collocazione in alcuno dei gruppi istituiti per ospitare le 250 specie congeneri sinora conosciute.
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Pagliano, Guido. "RICERCHE IMENOTTEROLOGICHE NELL’ISOLA DI LAMPEDUSA CON DESCRIZIONE DI UNA NUOVA SPECIE DI MUTILLIDE (Hymenoptera, Mutillidae)". Fragmenta Entomologica 43, n.º 2 (31 de octubre de 2011): 215. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.47.

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Viene descritta <em>Physetopoda silviae</em> n. sp. di Mutillidae basata su esemplari raccolti sull’isola di Lampedusa (Sicilia). Viene inoltre segnalata per la prima volta la presenza sull’isola di alcune specie di Imenotteri Ichneumonidae, Chrysididae (primo reperto per questa famiglia), Eumenidae, Pompilidae, Crabronidae, Colletidae (primo reperto per la famiglia), Halictidae, Megachilidae e Apidae.
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Slavazzi, Fabrizio. "Lussuosi arredi romani fra Italia e Spagna: i sostegni scanalati in marmo Giallo antico". ACME 74, n.º 2 (14 de septiembre de 2022): 23–40. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18661.

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Fra gli arredi marmorei di età romana si distingue un gruppo di sostegni realizzati in marmo Giallo antico, che presentano caratteristiche comuni di lavorazione e di decorazione, i cui esemplari sono stati ritrovati nel Mediterraneo occidentale (Sardegna, Francia meridionale, Spagna), con una concentrazione in alcuni centri antichi. Si propongono considerazioni su produzione, circolazione e riuso di questi oggetti di lusso.
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Fanti, Fabrizio y Francesco Vitali. "Phaeopterus unicolor A. Costa, 1856 (Coleoptera, Omalisidae): nuovi ritrovamenti italiani, note nomenclaturali e biologiche". Natural History Sciences 1, n.º 1 (1 de agosto de 2014): 37. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2014.55.

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A seguito del recente ritrovamento di alcuni esemplari di<em> Phaeopterus unicolor</em> A. Costa, 1856, viene aggiornata la distribuzione italiana della specie e sono delineate alcune caratteristiche biologiche. La data di pubblicazione originaria viene inoltre anticipata di un anno, risultando la specie già validamente descritta nel Rendiconto della Società Reale Borbonica - Accademia delle Scienze di Napoli nel 1856.
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De Luca, Giovanna. "I bambini e noi: l’infanzia nel cinema di Luigi Comencini". Quaderni d'italianistica 34, n.º 2 (25 de marzo de 2014): 85–98. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i2.21036.

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Padre per antonomasia dei bambini del cinema italiano, Luigi Comencini ha dedicato tredici film all’infanzia ripercorrendo l’evoluzione storico sociale del paese dal secondo dopoguerra fino agli anni 90. Questo saggio si propone di investigare, attraverso l’analisi di alcuni dei film più esemplari del regista, due temi ricorrenti del discorso comenciniano sull’infanzia: la coesistenza nel bambino di una dipendenza dall’adulto e un desiderio di autonomia, e l’esplorazione dell’ambiguo rapporto padre/figlio.
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Jastrzębowska, Elżbieta. "Ślady gromadzenia ofiar lub darów w przykościelnych domach w Ptolemais i Cyrene?" Vox Patrum 52, n.º 1 (15 de junio de 2008): 333–42. http://dx.doi.org/10.31743/vp.8191.

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Si tratta di cosi dette mangiatoie di pietra, conservate nelle due case tardo antiche di Cirenaica (oggi Libia): casa di Paulos a Tolemaide (6 esemplari) e in una casa anonima (9 esemplari) presso la Basilica Centrale a Cirene. La piu problematica sarebbe la funzione originaria di questi blocchi rettangolari di pietra ricavati dentro e messi in linea, perche gli studi precedenti di molti monumenti simili dell'Africa del Nord (oggi Tunisia e Algeria) non danno la risposta definitiva a questa domanda: se si tratterebbe delle vere mangiatoie per i cavalli oppure dei recipienti per l’annona in natura oppure, nei casi di ambienti cristiani eon le „mangiatoie”, dei recipienti per le offerte di terra dalia parte dei fedeli o per i doni a loro dalla parte della chiesa ai fedeli furono le vere stalle. Le installazioni di Cirenaica, insieme eon le „mangiatoie” del Santuario d’Asclepio di El Bayda, non sono ancora conosciute ne pubblicate, sicuramente non hanno servito ai cavalli. L’ultimo caso sembra il piu chiaro, ed e molto probabile che nelle „mangiatoie” del luogo deponevano le loro offerte portate al dio della Salute dai malati visitatori del santuario. Si puó chiedere se la vicinanza stretta delle chiese, sia a Tolemaide, sia a Cirene, non potrebbe indicare la funzione simile delle „mangiatoie” in queste citta antiche. Purtroppo le fonti scritte cristiane a ąuesto proposito ne taccino oppure non sono ancora scoperte e studiate.
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Leo, Piero, Giorgio Pezzi y Francesca Riolo. "Prima segnalazione per l’Italia di <em>Cryphaeus cornutus</em> (Fischer von Waldheim, 1823) e della tribù Toxicini con osservazioni sulla distribuzione della specie in Europa (Coleoptera Tenebrionidae Toxicini)". Bollettino della Società Entomologica Italiana 153, n.º 3 (16 de diciembre de 2021): 123–28. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2021.123.

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Viene reso noto il primo ritrovamento di Cryphaeus cornutus (Fischer von Waldheim, 1823), e della tribù Toxicini, in Italia (Emilia- Romagna): nell’autunno 2017 sono stati fotografati due esemplari (maschio e femmina) su un tronco in decomposizione presso le rive del fiume Enza, nel territorio del comune di Traversetolo (prov. di Parma). Viene discussa la distribuzione generale di questa rara specie saproxilofaga e xilomicetofaga e l’apparente espansione del suo areale. Viene inoltre confermata con dati recenti, dopo oltre 120 anni, la presenza di Cryphaeus cornutus in Grecia.
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Leo, Piero y Andrea Liberto. "UN NUOVO GENERE E UNA NUOVA SPECIE DI MELAMBIINA DELL’OMAN (Coleoptera, Tenebrionidae)". Fragmenta Entomologica 43, n.º 2 (31 de octubre de 2011): 157. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.43.

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<em>Orarabion dominici</em> n. gen n. sp. della sottotribù <em>Melambiina</em> viene descritto su esemplari provenienti dal’Oman settentrionale. Il nuovo genere è caratterizzato principalmente dal corpo attero, massiccio, la taglia relativamente grande, le elitre con strie sottili ed interstrie piane, le protibie con margine esterno largamente arrotondato ed apice svanito, l’organo copulatore maschile relativamente allungato con lunga e fitta pubescenza all’apice dei parameri. La localizzazione geografica del nuovo genere è estremamente eccentrica rispetto all’areale dei restanti generi Paleartici della sottotribù cui sembra essere più affine.
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Morandi, Corinna, Gloria Pessina y Lina Scavuzzo. "Strumenti innovativi per la riqualificazione dei quartieri residenziali in Italia: tre casi esemplari". Ciudades, n.º 13 (29 de noviembre de 2017): 103. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.13.2010.103-122.

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Dagli anni ‘90 la realizzazione dei quartieri residenziali pubblici, avvenuta tra gli anni '50 e '70, ha ceduto il passo in buona parte delle città italiane ad interventi di riqualificazione, non solo fisica ma anche sociale, dei grandi complessi realizzati nei decenni precedenti, spesso percorsi da processi di degrado che ne hanno stigmatizzato negativamente l’immagine. I tre casi presentati nell’articolo descrivono diverse ed esemplari modalità di intervento pubblico o in partnership pubblico-privato, per la riqualificazione integrata di quartieri periferici: mentre due di essi (PRU via Artom e CdQ Sant'Eusebio) utilizzano in modo nuovo alcuni strumenti attuativi innovativi nelle modalità di finanziamento pubblico e nell’iter procedurale introdotti negli anni '90 –i cosiddetti “programmi complessi”-, il terzo caso (Villaggio Barona) propone, attraverso un intervento di dimensioni quantitativamente limitate e di iniziativa sostanzialmente privata, la riqualificazione di un ampio settore urbano in crisi di cui il “quartiere” diviene il nuovo centro spaziale e sociale. Dei casi si ricostruisce, oltre la contestualizzazione negli ambiti urbani di riferimento, l’insieme delle azioni di accompagnamento o di partecipazione che hanno teso a superare le situazioni di conflittualità che spesso compromettono l’efficacia di questi programmi.
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Spina, Luigi. "Il buon uso dell'oblio nei rivolgimenti costituzionali: tra slogan e argomentazione persuasiva". Rhetorica 21, n.º 1 (2003): 25–36. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2003.21.1.25.

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Un'antica formula di riconciliazione, me mnesikakein, nata nella democrazia ateniese di fine V secolo, viene analizzata sia nel suo contesto storico, sia attraverso tre momenti esemplari che hanno segnato la conclusione di alcuni degli eventi piùù drammatici del XX secolo: la memoria dell'Olocausto; l'amnistia per i fascisti nell'Italia repubblicana del dopo-guerra; l'attivitàà della Truth and Reconciliation Commission (TRC) nel Sud Africa del presidente Mandela. In tali occasioni, in forme diverse tra loro, si èè ripresentata la stessa domanda della vicenda ateniese sulla validitàà delle soluzioni proposte. Tale analisi consente di approfondire la dialettica fra memoria, perdono ed oblio.
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Cafora, Silvia. "Territori e diritti in contrazione. Gestioni possibili per il patrimonio costruito". TERRITORIO, n.º 98 (marzo de 2022): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098013.

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Numerosi movimenti community-led stanno emergendo in Europa per rispondere a dinamiche di abbandono e marginalizzazione di territori e popolazioni. Questo articolo si concentra su esperienze nate dal basso in centri urbani e aree marginali, in cui comunità attive e intenzionali hanno prodotto modelli e strumenti di intervento tesi ad ampliare le possibilità di accesso e risignificazione del patrimonio costruito, creando condizioni di rigenerazione territoriale, giustizia sociale, economica e spaziale. Il Mietshäuser Syndikat in Germania e i Community Land Trusts nel Regno Unito sono illustrati quali casi esemplari per il loro radicamento locale e diffusione nazionale, le consolidate pratiche di demercificazione del patrimonio e la potenziale replicabilità nel territorio italiano.
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Pittiglio, Gianni. "Iconografia e retorica nella Commedia: similitudine miniate dello Yates Thomson 36". Dante e l'Arte 8 (7 de marzo de 2022): 103–36. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.150.

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Nella tradizione miniata della Commedia, le illustrazioni riguardano quasi costantemente la narrazione del viaggio di Dante nei tre regni dell’Aldilà. Tra le deroghe più interessanti, però, esistono casi in cui gli autori dei programmi iconografici provano ad andare oltre e a mettere in immagine alcune delle numerose figure retoriche del testo dantesco.Lo Yates Thompson 36, grazie al suo ricchissimo apparato figurativo, è uno degli esemplari che lo fa in maniera piuttosto frequente, dando sostanza fisica a singole parole o a concetti più complessi che ispirano composizioni che senza utilizzare i versi o gli antichi commenti come “libretto” non sembrerebbero avere nessuna connessione con la Commedia.
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Gardini, Giulio. "Pseudoscorpioni d’Italia XLII. Chthoniidae cavernicoli di Sardegna (Pseudoscorpiones)". Memorie della Società Entomologica Italiana 87, n.º 1 (30 de junio de 2008): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2008.3.

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Lo studio di Pseudoscorpioni raccolti in grotte della Sardegna nel decennio 1996 - 2006 consente di individuare 12 specie di Chthoniidae riferibili ai generi <em>Chthonius</em> C. L. Koch, 1843 (10 specie) e <em>Spelyngochthonius</em> Beier, 1955 (2 specie), di cui due nuove per la scienza: <em>Chthonius</em> (E.) <em>sardous</em> n. sp. (mf, loc. typ.: Cagliari, Domusnovas, Grotta Rolfo 1301 Sa/CA), riferita al gruppo <em>C. concii - poseidonis - grafittii</em>, e <em>Spelyngochthonius dewaelei</em> n. sp. (mf, loc. typ.: Cagliari, Armungia, Grotta Su Pittiolu de Gospuru 1865 Sa/CA), ad affinità incerte. Sono ridescritti i tipi di <em>Chthonius (E.) cassolai</em> Beier, 1973 e a questa specie sono attribuite popolazioni cavernicole ed endogee della Sardegna orientale; si sottolineano le sue affinità con <em>C. parmensis</em> Beier, 1963 e <em>C. bauneensis </em>Callaini, 1983. La ridescrizione dei tipi di <em>Chthonius (E.) siculus </em>Beier, 1961 consente di attribuire le popolazioni cavernicole del Sulcis, del Gerrei e dell’Ogliastra, in parte precedentemente riferite a questa specie, a <em>C. (E.) concii</em> Beier, 1953; le citazioni di <em>Chthonius (E.) maltensis</em> Mahnert, 1975 relative a esemplari di grotte della Sicilia sono ugualmente da riferirsi a <em>C. concii</em>. Sono provvisoriamente attribuiti a <em>Spelyngochthonius sardous</em> Beier, 1955 esemplari di grotte dell’Isola di Tavolara e dell’Iglesiente. È proposta una chiave analitica delle specie del genere <em>Spelyngochthonius</em> Beier, 1955.
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De-Virgilio, Giuseppe. "«Cerca il suo volto!» (Sal 24,6). Aspetti del documento «Che cos’è l’uomo?» (Sal 8,5)". Scripta Theologica 53, n.º 1 (31 de marzo de 2021): 151–68. http://dx.doi.org/10.15581/006.53.1.151-168.

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L’articolo offre una presentazione analitica del documento della Pontificia Commissione Biblica: Che cos’è l’uomo? (Sal 8,5). Un itinerario di antropologia biblica (30-IX-2019), segnalando alcuni aspetti del messaggio teologico di Gen 1–3. Dopo aver presentato il contesto, la finalità e l’articolazione del Documento, si sottolineano due motivi esemplari del messaggio antropologico di Gen 1–3: a) ’ådåm e le sue relazioni; b) Alla ricerca del volto (Gen 3,8). Vengono infine segnalate tre prospettive emergenti dalla riflessione sul Documento. La prima prospettiva è data dalla relazione tra antropologia e cristologia. La seconda prospettiva si inquadra nell’interpretazione ampia della vicenda umana alla luce della storia di alleanza con Dio. La terza prospettiva concerne la dialettica tra la debolezza creaturale e la potenza vivificante dell’azione divina.
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Garosi, Linda. "Considerazioni sulla traduzione come processo di adattamento: il caso del volgarizzamento dei Fiori e vita di filosafi e d’altri savi e d’imperadori". Revista de Filología Románica 39 (3 de noviembre de 2022): 45–53. http://dx.doi.org/10.5209/rfrm.81701.

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Il presente lavoro prende le mosse dalla riflessione sulla natura e le caratteristiche della traduzione medievale, dal latino al toscano, nel caso dell’opera Fiori di filosafi, per poi avvicinarsi all’esame della configurazione sia dei singoli testi raccolti nella silloge sia dell’insieme unitario formato da florilegi di sentenze e da biografie esemplari. La ricognizione sulla raccolta intende infatti mettere in evidenza le spie di un processo di adattamento del modello mediolatino e del sapere classico piegato sulle coordinate storico-culturali del nuovo contesto laico e cittadino. Per concludere, si cercherà di trovare riscontro di quanto emerso dall’indagine testuale rivolgendo lo sguardo al contesto letterario di appartenenza dei Fiori di filosafi formato da alcune opere volgari in prosa di cui, in area toscana, questi sono parzialemente fonte.
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Paola Arena, Libera. "Scoperte paleontologiche e sfruttamento industriale: il caso degli scisti bituminosi e dei fossili di Besano nell'Ottocento". STORIA IN LOMBARDIA, n.º 1 (septiembre de 2022): 5–47. http://dx.doi.org/10.3280/sil2022-001001.

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Il territorio di Besano (Varese) attirò l'attenzione di molti geologi fin dai primi decenni dell'Ottocento da un punto di vista mineralogico, stratigrafico e soprattutto paleontologico. Questa storia risale al 1830 quando Giulio Curioni raccolse alcuni esemplari di scisti bituminosi richiamando l'attenzione sia degli industriali, per il loro valore economico, sia dei geologi, per il loro contenuto fossilifero. Le prime due campagne di scavi paleontologici compiute a Besano nel 1863 e nel 1878, mostrarono l'interesse della comunità scientifica della seconda metà dell'Ottocento verso gli scisti di quest'area della Lombardia. In tali occasioni vennero portate alla luce numerose nuove specie fossili di piante e animali la cui scoperta consentì agli scienziati di meglio comprendere la struttura stratigrafica, l'età dei terreni e di proporre ipotesi sulle condizioni di vita e sull'ambiente di questo luogo nelle passate epoche geologiche.
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Di Paola, Marcello. "Le virtů ambientali e il paradigma del giardino". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 39 (enero de 2011): 61–76. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039005.

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Il saggio difende l'idea che i contesti piů congeniali allo sviluppo e all'esercizio di un carattere virtuoso dal punto di vista ambientale siano i giardini e che il modo migliore per sviluppare ed esercitare tale carattere sia conservare specie botaniche, coltivandone esemplari con le proprie mani. La coltivazione di un giardino permette, e richiede, una certa comprensione e accettazione di importanti dimensioni del rapporto uomo-natura, le quali innescano comportamenti positivi che, consolidandosi nel tempo attraverso abitudine e riflessione, diventano veri e propri tratti caratteriali virtuosi. Le virtů sviluppate ed esercitate in giardino contribuiranno in modo decisivo alla buona riuscita dei nostri futuri sforzi verso la sostenibilitÀ, perché avranno un prezioso aspetto operativo, assente dalle virtů ambientali tipicamente contemplative che l'individuo puň invece sviluppare ed esercitare in aree naturali non umanizzate.
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Sorrenti, Lucia. "La gestione quattrocentesca del patrimonio monastico e i rapporti enfiteutici nella prassi negoziale: accortezza di chierici e professionalità di notai". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n.º 2 (diciembre de 2021): 54–69. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002004.

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Il complesso di scritture inedite riconducibili all'amministrazione del patrimonio immobiliare di S. Nicolò l'Arena è oggetto d'indagine per un duplice scopo. Innanzitutto approfondire il tema delle modalità di gestione dei beni monastici di dotazione dal peculiare angolo di visuale dei contratti a lungo termine: i fondi meno pregiati, per cui si richiedono specifiche opere di trasformazione, sono affidati a conduttori volenterosi tramite contratti agrari migliorativi tra i più diffusi nella prassi negoziale siciliana, quali enfiteusi o censi. Di alcuni di essi, presi come esemplari, si esamina poi la caratura tecnico giuridica dell'impianto formulare in rapporto alle qualifiche e alla professionalità dei rispettivi notai roganti. Non si tralascia inoltre e viene esplicitato, nel quadro normativo generale della Chiesa e dell'Impero, il ruolo eminente del diritto particolare del Regnum Siciliae, vigente nel territorio come diritto positivo.
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Torino, Marielva y Nicola Maio. "La collezione cetologica di Stefano delle Chiaje presso il Gabinetto di Anatomia Generale e Patologica dell’Università di Napoli". Natural History Sciences 154, n.º 2 (1 de septiembre de 2013): 157. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2013.157.

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Nel corso di una ricerca sulla vita privata e professionale di Stefano delle Chiaje, lo studio di alcuni documenti ha fatto supporre che la Balenottera Minore esposta nel Museo Zoologico di Napoli fosse quella donata dallo scienziato al Gabinetto di Anatomia Patologica dell’Università (GAGP) nel 1848 e segnalata all’epoca dalla apposizione di una targa – Dono di Stefano delle Chiaje – grazie al permesso ottenuto, in riconoscenza del donativo, direttamente dal Re. In questo lavoro viene riportato il risultato di indagini effettuate sulla collezione cetologica del GAGP raccolta da Stefano delle Chiaje durante la sua direzione. Tale collezione risultava essere composta da almeno 13 reperti appartenenti ad almeno quattro specie di Cetacei: otto reperti di <em>Balaenoptera acutorostrata</em>, 6 dei quali (cranio e parte dello scheletro assile, sterno, osso ioide, rudimenti pelvici, bulle timpaniche e fanoni montati su base) riconducibili ad un individuo e due fanoni appartenenti ad un altro esemplare; un feto di <em>Balaenopteridae</em> gen. sp.; due esemplari di <em>Lagenorhynchus acutus</em> (uno scheletro e un feto); uno scheletro di <em>Stenella coeruleoalba</em>; un cranio di <em>Tursiops</em> <em>truncatus</em>. Almeno nove di questi reperti sono ancora oggi nel Museo Zoologico di Napoli: scheletro, sterno, osso ioide, bulle timpaniche e fanoni di un individuo di B. acutorostrata; un fanone di un altro individuo di <em>B. acutorostrata</em>; gli scheletri di <em>l. acutu</em>s e di <em>S. coeruleoalba;</em> il cranio di <em>T. truncatus</em>. L’esemplare più interessante è lo scheletro di Balenottera minore che delle Chiaje nel 1846 acquistò personalmente da W. F. K. Christie, Direttore del Museo Zoologico dell’Università di Bergen in Norvegia, per farne dono all’Università di Napoli.
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Sandrin, Tamara. "Credere alla carne La funzione del corpo nel cinema di genere e documentario". Altre Modernità, n.º 26 (29 de noviembre de 2021): 246–61. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/16809.

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Che cos’è il cinema del corpo? E il cinema del corpo-animale? E ancora: il cinema può darci la presenza del corpo? Sulla scorta del concetto deleuziano di corpo cinematografico in questo saggio cercherò di condurre – con l’ausilio di alcune pellicole esemplari, film di “genere” e d’autore – un’analisi del cinema del corpo e del corpo-animale che, attraverso la raffigurazione di corpi mostruosi e di corpi sacrificabili, di corpi animali e animalizzati, attraverso il divenire animale di corpi visibili e invisibili, possa contribuire a restituire il discorso al corpo, a portare alla luce una nuova narratività del corpo del vivente e a forzare lo spettatore a credere nel corpo, nei corpi, a credere alla carne: poiché il cinema del corpo-animale è sempre cinema politico, come tale può spingere a un’azione politica, un’azione intesa come cambiamento della nostra postura di fronte all’alterità.
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Bonavita, Paolo y Augusto Vigna Taglianti. "Note sulle specie italiane di Sinechostictus del gruppo decoratus (Coleoptera Carabidae)". Memorie della Società Entomologica Italiana 87, n.º 1 (30 de junio de 2008): 61. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2008.61.

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Sono pubblicati i risultati dello studio delle specie italiane di <em>Sinechostictus</em> del gruppo <em>decoratus</em>: <em>Sinechostictus decoratus</em> (Duftschmid, 1812), <em>S. elongatus</em> (Dejean, 1831) e <em>S. tarsicus</em> (Peyron, 1858). Sulla base dell’esame di oltre 300 esemplari, viene ribadita la netta separazione a livello specifico tra <em>S. elongatus</em> e <em>S</em>. <em>tarsicus</em>, prima ritenute conspecifiche. Per ciascuna specie sono riportate anche le immagini dell’aspetto generale, le figure degli apparati genitali, maschili e femminili, e le cartine di distribuzione. E’ infine proposta una semplice chiave dicotomica basata su caratteri esterni, che permette di identificare più agevolmente le tre specie del gruppo <em>decoratus</em> presenti in Italia.
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Authors, The. "Short Communications". Natural History Sciences 2, n.º 1 (30 de junio de 2015): 43. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2015.221.

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<p><strong>- Extinct or not extinct: the case of the <em>Chalcides ocellatus</em>(Squamata: Scincidae) population from the Park of the ex Bourbonic Royal Palace of Portici (Naples, Italy)</strong></p><p><strong><em>- Petrochirus fabroensis</em> Pasini, Garassino &amp; De Angeli, 2014 (Anomura, Diogenidae) and Ranina sp. (Brachyura, Raninidae) from the Pliocene of Masserano (Piedmont, NW Italy)</strong></p><p><strong><em>- Ranina</em> sp. (Brachyura, Raninidae) from the Pliocene sands of “Serre di Rapolano” (Siena, Tuscany, central Italy) </strong></p><p><strong>- Esemplari di lince <em>Lynx lynx</em> (Linnaeus, 1758) dalle Alpi Orientali del XIX secolo in musei italiani</strong></p>
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Ruggirello, Fabio. "STRUTTURE IMMAGINATIVE NELLA TRAGEDIA DEL CINQUECENTO: IL TOPOS DEL SOGNO PREMONITORE". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 39, n.º 2 (septiembre de 2005): 378–97. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900204.

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Il topos classico del sogno premonitore rivivenel teatro tragico italiano del Rinascimento configurandosi come componente strutturale fondamentale, semanticamente pregnante, sulla quale diversi autori basano la sintassi drammatica dei loro testi. Attraverso l'analisi comparativa di cinque opere esemplari di quella stagione letteraria (la Sofonisba di Trissino, l' Orazia dell'Aretino, l' Orbecche di Giraldi Cinthio, la Canace di Speroni e il Torrismondo di Tasso), questo studio cerca di dimostrare come la rinascita della lingua tragica italiana nel Cinquecento si fondi anche sul tentativo di raggiungere una comunicazione più pienamente transitiva fra testo e fruitori, chiamati ad avanzare, per tutta la durata della rappresentazione, possibili “scioglimenti” dei nodi drammatici. Il sogno costituisce non solo un sintomo della rinnovata attenzione verso le strutture immaginative dei testi, ma anche un canale privilegiato per questa comunicazione, un momento topico in cui si tocca quella zona “liminale” dell'esperire umano dove la ragione e la logica lasciano spazio ad altre dimensioni cognitive come l'intuito e le emozioni tragiche per eccellenza della “pietà” e dell‘“orrore.”
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Barone, Francesca Prometea. "Sir Henry Savile, editore delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo : I suoi esemplari, il suo testo". Sacris Erudiri 46 (enero de 2007): 89–109. http://dx.doi.org/10.1484/j.se.1.100095.

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Caputo, Vincenzo. "Un transfert cinquecentesco: Scipione l'Africano". Quaderni d'italianistica 28, n.º 2 (1 de junio de 2007): 89–102. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v28i2.8522.

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L'intervento si pone l'obiettivo di analizzare la fortuna di Scipione l'Africano nel corso della seconda metà del XVI secolo. Sulla scia delle dispute quattrocentesche e dell'opera latina del Petrarca, il mito di Scipione si impone nel secondo Cinquecento attraverso la mediazione dei machiavelliani Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, dove si fornisce la narrazione delle gesta esemplari dell'illustre capitano antico. Grazie a queste premesse l'Africano diviene un preciso punto di riferimento per molte biografìe di uomini d'arme e di stato. E possibile, in questo senso, soffermarsi in maniera specifica su alcune comparazioni'. Nella biografia di Ferrante Gonzaga, scritta da Alfonso de' UUoa (1563), si accosta, ad esempio, la vicenda di Scipione a quella del capitano cinquecentesco, mentre nella vita di Cornelio Scipione l'Emiliano, scritta da Antonio Bendinelli (2 ed., 1568), si associano le gesta del 'maggiore' Africano con quelle dell'omonimo 'minore'. Il discorso, in realtà, finisce per coinvolgere diversi letterati (da Bernardo Segni e Antonio Benivieni il Giovane a Scipione Ammirato e Scipione de' Monti), nelle cui opere l'Africano diviene sicuramente un continuo, e nobilitante, termine di paragone.
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Scalercio, Stefano y Carlo Di Marco. "Fauna macrolepidotterologica notturna degli ambienti forestali della media valle dei fiumi Alli e Simeri (Calabria, Italia) (Lepidoptera)". Bollettino della Società Entomologica Italiana 154, n.º 3 (15 de diciembre de 2022): 99–116. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2022.99.

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Si riporta l’elenco dei macrolepidotteri notturni raccolti nel territorio compreso fra i fiumi Alli e Simeri, sul versante sud-orientale del massiccio montuoso della Sila. A quote comprese fra i 650 e i 90 metri sul livello del mare, sono stati indagati 10 siti rappresentativi delle principali formazioni forestali del comprensorio, principalmente quercete termofile e boschi ripari. Con l’ausilio di trappole luminose a LED UV, attivate a cadenza mensile da giugno 2019 ad aprile 2021, sono stati catturati 20.366 esemplari appartenenti a 429 specie. Le più abbondanti sono strettamente legate alla copertura forestale (Eupithecia dodoneata, Cyclophora puppillaria, Watsonalla uncinula e diverse specie di Catocala) oppure hanno ampia valenza ecologica (Peribatodes rhomboidaria, Idaea filicata, I. degeneraria, Eilema caniola). Di particolare interesse biogeografico sono il rinvenimento di Cryphia receptricula, per la prima volta segnalata in Calabria, Aegle agatha, nota in Italia per tre località, Horisme exoletata, segnalata finora in Italia continentale soltanto in questa area, Denticucullus pygmina e Orectis proboscidata, note per una sola località calabrese. 44 specie vengono segnalate per la prima volta nel comprensorio silano e 7 per la costa ionica.
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Sabatino, Mattia, Giovanni Mattia Pecoraro y Stefano Scalercio. "I macrolepidotteri notturni di un oliveto a conduzione biologica della Stretta di Catanzaro, Italia meridionale (Insecta Lepidoptera)". Memorie della Società Entomologica Italiana 98, n.º 1 (7 de mayo de 2021): 3–22. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2021.3.

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In questo lavoro vengono riportati i risultati del monitoraggio della fauna dei macrolepidotteri notturni di una azienda olivicola a conduzione biologica condotto da luglio 2018 a giugno 2019. L’area di studio è posta nella Stretta di Catanzaro e precisamente nel comune di Marcellinara, a circa 200 metri di quota. Sono state utilizzate 8 trappole luminose collocate all’interno dell’oliveto e ai suoi margini, dove è ancora presente una vegetazione seminaturale sottoposta ad un grado di disturbo variabile. Il monitoraggio, effettuato con cadenza mensile, ha permesso la raccolta di 7.569 esemplari appartenenti a 332 specie, fra le quali le più abbondanti sono state Eilema caniola, Peribatodes rhomboidaria, Dysauxes famula e Spodoptera exigua. Queste specie da una parte sottolineano la natura antropica dell’ambiente indagato e dall’altra il suo carattere mediterraneo. Oltre all’interessante rinvenimento di alcune specie solitamente rinvenute a quote più elevate, vanno evidenziate le presenze di Agrotis lata, definitivamente confermata in Italia continentale e segnalata per la prima volta in Calabria, e Rhodostrophia pudorata, per la quale questo è il rinvenimento più settentrionale in Italia. Entrambe le specie sono piuttosto frequenti in Sicilia e la loro presenza nella penisola è stata segnalata molto di rado. Inoltre, si riporta il primo rinvenimento di Eilema rungsi in Calabria.
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Martellozzo, Nicola. "Le traiettorie del fervore: cavalli e geometrie non-umane nel Palio di Ronciglione". Altre Modernità, n.º 26 (29 de noviembre de 2021): 165–80. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/16803.

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Il Palio di Ronciglione vanta una tradizione secolare, ma ciò che lo rende davvero unico è l’assenza di qualunque fantino. Alla caduta del canape ogni cavallo sceglie se competere con gli altri, accodarsi o semplicemente non correre, a seconda del carattere di ciascuno. Nel contesto del Palio il cavallo costituisce un co-produttore di processi culturali, che inoltre trasmette la sua esperienza agli esemplari più giovani; quest’ultimo aspetto è particolarmente evidente nelle traiettorie scelte durante la Corsa, fondate su un’incontestabile soggettività non-umana. Va rilevata una prima modalità di iscrizione ‘interna’ alla specie: i cavalli da corsa sono il risultato di una domesticazione secolare abbinata ad una selezione genetica controllata (breeding), che ha progressivamente embricato l’Equus ferus caballus alla società umana. Un secondo aspetto ‘esterno’ riguarda il tracciato della Corsa, vero e proprio ambiente di coesistenza inter-specie: realizzato dalla comunità umana, viene percorso ed esperito dai cavalli, che incidono il tessuto urbano con le loro traiettorie. L’agency dell’animale emerge dunque attraverso l’adattamento creativo al tracciato, un’iscrizione di geometrie non-umane nello spazio. L’intenzionalità del cavallo è ciò che fonda la performance del Palio: per quanto sembri paradossale, la conservazione di questo patrimonio culturale è possibile fintanto che il cavallo può scegliere di non correre.
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Magrini, P. y R. Sciaky. "CINQUE NUOVE SPECIE DI TRECHUS DELL’ETIOPIA (Coleoptera, Carabidae)". Fragmenta Entomologica 38, n.º 2 (31 de octubre de 2006): 173. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2006.4.

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Nella presente nota vengono descritte cinque nuove specie di <em>Trechus</em>, tutte raccolte in alta quota in Etiopia, e inquadrate nei gruppi di specie indicati da Jeannel. Tre provengono dal Massiccio del Simien (Provincia di Gondar): <em>Trechus peynei</em> n. sp. e <em>Trechus loeffleri</em> n. sp. (gruppo <em>simienensis</em>) e <em>Trechus martelluccii</em> n. sp. (gruppo <em>sublaevis</em>); due provengono dal Monte Batu (Mendebo, Provincia di Bale): <em>Trechus batuensis</em> n. sp. (gruppo <em>bipartitus</em>) e <em>Trechus bastianinii</em> n. sp., non inquadrabile al momento<br />in nessuno dei gruppi di specie indicati da Jeannel. Non descriviamo una sesta specie, sintopica con <em>T. bastianinii</em> n. sp., anche se sicuramente nuova, poichè abbiamo a disposizione solo due esemplari femmina. Tutte le nuove specie si differenziano chiaramente da tutte quelle finora descritte, per la diversità netta sia dell’edeago che della morfologia esterna, i cui caratteri e immagini descrittive sono riportati nel testo.
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Sassano, Roberta. "Camicette Nere: le donne nel Ventennio fascista". El Futuro del Pasado 6 (8 de octubre de 2015): 253–80. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2015.006.001.011.

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Nell’articolo si è realizzata una disamina della condizione delle donne in Italia nel Ventennio fascista, un periodo di profonda regressione per quanto riguarda i loro diritti. In primo luogo ci si è soffermati sulle discriminazioni subite dalle donne in ambito giuridico, lavorativo, sociale e soprattutto politico, con l’ennesima negazione del tanto agognato diritto di voto. Poi si è cercato di narrare la condizione delle donne nel regime fascista attraverso l’analisi delle modalità con le quali veniva descritta la donna nella stampa dell’epoca, specie nei periodici femminili, i quali dovevano contribuire a diffondere l’ideale muliebre che il fascismo voleva realizzare. Diversi furono i giornali fondati in questo periodo, tutti molto utili per comprendere l’immagine della donna nella stampa del Ventennio e quindi, di riflesso, nella società stessa. Infine si è messo in evidenza come il Fascismo avesse finito per relegare le donne ad un unico ruolo: quello di mogli e madri esemplari, ritenendole inferiori rispetto agli uomini e collocandole così in una posizione di profonda subordinazione. Inoltre, per poter meglio inculcare in loro i principi del regime, queste furono inquadrate in diverse organizzazioni di massa, come i Fasci femminili, attraverso i quali attuare una rigida funzione di controllo di ogni dissenso.
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Viel, Riccardo. "Lessicografia e critica del testo:". Textual Cultures 12, n.º 2 (29 de agosto de 2019): 18–32. http://dx.doi.org/10.14434/textual.v12i2.27686.

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Attraverso una serie di tre esempî lessicali tratti dal corpus lirico del trovatore Giraut de Borneil, attestato nella seconda metà del XII secolo, si mostrerà come il modulo lessicale del database TrobVers sia in grado di aiutare il filologo nelle operazioni di sintesi e di valo- rizzazione della varia lectio dei manoscritti. Tali casi esemplari aiuteranno a riflettere circa il rapporto tra l’applicazione dei nuovi strumenti informatici a tradizioni testuali ecdotica- mente complesse e il metodo filologico, cercando di dimostrare che l’interfaccia digitale può aiutare nel difficile compito di coniugare la restitutio textus in termini neo-lachmanniani con la valorizzazione dei rapporti orizzontali e le redazioni lessicalmente significative delle differenti famiglie di manoscritti. Some lexical examples from Giraut de Borneil’s lyric corpus (2nd half of the twelfth century) will show how textual scholarship may benefit from the database TrobVers, especially in locating and assessing the manuscript variants. Some cases in point will help shed new light on the relationship between the application of humanities computing to complex instances of textual transmission and broad methodological issues in textual scholarship. The essay argues that the digital interface may help bridge the gap between the neo-Lachmannian recensio and the necessary consideration of contamination and other forms of lexical inno- vation in the various groups of MSS.
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Ventura, Simone. "Digital Editing and Linguistic Analysis:". Textual Cultures 12, n.º 2 (29 de agosto de 2019): 33–56. http://dx.doi.org/10.14434/textual.v12i2.27687.

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Attraverso una serie di tre esempî lessicali tratti dal corpus lirico del trovatore Giraut de Borneil, attestato nella seconda metà del XII secolo, si mostrerà come il modulo lessicale del database TrobVers sia in grado di aiutare il filologo nelle operazioni di sintesi e di valo- rizzazione della varia lectio dei manoscritti. Tali casi esemplari aiuteranno a riflettere circa il rapporto tra l’applicazione dei nuovi strumenti informatici a tradizioni testuali ecdotica- mente complesse e il metodo filologico, cercando di dimostrare che l’interfaccia digitale può aiutare nel difficile compito di coniugare la restitutio textus in termini neo-lachmanniani con la valorizzazione dei rapporti orizzontali e le redazioni lessicalmente significative delle differenti famiglie di manoscritti. Some lexical examples from Giraut de Borneil’s lyric corpus (2nd half of the twelfth century) will show how textual scholarship may benefit from the database TrobVers, especially in locating and assessing the manuscript variants. Some cases in point will help shed new light on the relationship between the application of humanities computing to complex instances of textual transmission and broad methodological issues in textual scholarship. The essay argues that the digital interface may help bridge the gap between the neo-Lachmannian recensio and the necessary consideration of contamination and other forms of lexical inno- vation in the various groups of MSS.
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Infusino, M. y S. Scalercio. "Contributo alla conoscenza della fauna dei Macrolepidoptera delle aree prospicienti lo Stretto di Messina (Italia) (Insecta: Lepidoptera)". SHILAP Revista de lepidopterología 49, n.º 195 (30 de septiembre de 2021): 529–62. http://dx.doi.org/10.57065/shilap.291.

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Nell’ambito dei monitoraggi ambientali propedeutici alla realizzazione dell’Attraversamento stabile dello Stretto di Messina sono state indagate le faune dei Macrolepidoptera presenti sul versante siciliano e su quello calabrese. Il monitoraggio è stato effettuato in 23 siti siciliani e 15 calabresi, cercando di coprire al meglio la diversità ambientale presente sulle due sponde dello stretto. Le ricerche sono state condotte dal 2010 al 2011, escludendo i mesi invernali. Sono stati rinvenuti 10.399 esemplari appartenenti a 355 specie, un numero relativamente alto se si considera l’elevata antropizzazione delle aree indagate e la sospensione dei campionamenti nei mesi invernali, anche se di queste solo Euplagia quadripunctaria (Poda, 1761) ha un interesse conservazionistico ai sensi della Direttiva “Habitat”. Fra le 168 specie rinvenute solo su una sponda dello stretto (97 sulla sponda calabrese e 71 su quella siciliana), 26 non sono presenti su entrambe le sponde per motivi biogeografici. Di queste 21 sono presenti in quasi tutta Italia, ma ad oggi non sono mai state rinvenute in Sicilia e 5 sono specie endemiche siciliane di relativamente recente differenziamento o sono specie più diffuse nel bacino sudoccidentale del Mediterraneo. Inoltre, Zanclognatha lunalis (Scopoli, 1763), viene segnalata per la prima volta sul territorio siciliano. Questi dati sottolineano ancora una volta la già nota importanza dello Stretto di Messina come barriera biogeografica che la eventuale costruzione di un suo attraversamento stabile potrebbe quanto meno indebolire.
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Russo, Eugenio. "La scultura della seconda metà del IV secolo d.C." Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia 30 (20 de febrero de 2019): 249–308. http://dx.doi.org/10.5617/acta.6874.

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Si parte dalla scultura di Costantinopoli, che assume una propria identità non con Teodosio I come si pensa comunemente, ma con il nipote Teodosio II: la scultura di carattere mitologico, grazie alla statuetta di Cristo del Museo Nazionale Romano e alla statua di Valentiniano II, da Afrodisia, può essere attribuita, unitamente alla produzione “cristiana”, a maestranze afrodisiensi attive nella capitale. Maestranze di Afrodisia che contemporaneamente hanno lavorato a Roma: non solo per soggetti pagani, ma pure per a statuetta diCristo e per sarcofagi cristiani (come quello di Giunio Basso), tra cui spicca - come l’esemplare di più alta qualità - il sarcofago del beato Egidio in S. Bernardino a Perugia. Maestranze afrodisiensi sicuramente attive anche a Mantova per il sarcofago della cattedrale: dove tuttavia, come per i varii esemplari di Roma , vi è la compresenza di maestranze romane, italicheforse. Pure in Renania notiamo l’attività degli artefici di Afrodisia; mentre a Ravenna siamo davanti a sarcofagi importati direttamente da Costantinopoli, nella cui esecuzione si vede evidente la mano di maestranze afrodisiensi di vario livello. Per Efeso, ho rinvenuto nella città alta un capitello di pilastro di età antonina, ch’è stato in parte rilavorato in modo mimetico forse all’inizio del V secolo: è l’unico elemento nuovo tra le opere di artefici effemini finora apparso per questo periodo nella città , accanto ai capitelli della prima basilica di S. Giovanni, della”Stigengasse” e dell’edificio a ovest del Prytaneion.
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Roggia, Carlo Enrico. "PLURIVOCITÀ, POLIFONIA E OPACITÀ DEI TESTI". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (28 de julio de 2022): 617–32. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18317.

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L’articolo rivisita il tema della polifonia (soprattutto nella sua manifestazione più esposta di discorso riportato) come dimensione costitutiva della testualità e insieme come tecnica di costruzione dei testi, prestando speciale attenzione alle sue manifestazioni complesse o sfumate, tali da sfidare la decodifica da parte dei destinatari. Rivisti i fondamenti semiotici del fenomeno e ritoccata la tipologia tracciata alcuni anni fa da E. Calaresu, quest’ultima viene presa come guida per passare in rassegna gli aspetti costitutivi del discorso riportato nelle loro ripercussioni ‘opacizzanti’, illustrate e discusse attraverso l’analisi di casi esemplari. In chiusura l’articolo si affaccia sulla polifonia intesa nel senso più lato di elemento pervasivo della comunicazione, operante anche al di sotto del livello testuale e inscritto nelle strutture basiche stesse della lingua. Multivocality, polyphony and opacity of texts The article revisits the theme of polyphony (especially in its most exposed manifestation of reported discourse) as a constitutive dimension of textuality and at the same time as a technique of text construction, paying special attention to its complex or nuanced manifestations, such as to challenge decoding by the addressees. Having reviewed the semiotic foundations of the phenomenon and tweaked the typology drawn a few years ago by E. Calaresu, the latter is taken as a guide to review the constitutive aspects of reported discourse in their 'opacifying' repercussions, illustrated and discussed through the analysis of exemplary cases. In closing, the article overlooks polyphony understood in its broadest sense as a pervasive element of communication, operating even below the textual level and inscribed in the very basic structures of language.
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Castellini, Giorgio. "SCIDMENIDI AFROTROPICALI DEL MUSEO DI ZOOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA “LA SAPIENZA” (COLEOPTERA, SCYDMAENIDAE)". Fragmenta Entomologica 39, n.º 2 (31 de octubre de 2007): 225. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2007.121.

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Sono esaminati alcuni lotti di esemplari conservati nelle collezioni del Museo di Zoologia dell’Università di Roma “La Sapienza”. In premessa viene svolta qualche breve riflessione sull’incertezza delle descrizioni degli autori “classici” e sugli errori che da esse possono nascere; vengono altresì esposti i criteri seguiti nell’accertamento delle sinonimie. Si descrivono le seguenti nuove specie: <em>Cephennodes glabella, Cephennomicrus zoiai, Euconnus brignolii, E. calcagnoi, E. carpanetoi, E. confertus, E. cottarellii, E. patrizii, E. quadrarius, E. sica, E. vignai</em>. Si stabiliscono le seguenti<strong> nuove sinonimie</strong>: <em>Scydmaenus trifidus</em> Franz, 1961 = <em>paratrifidus</em> Franz, 1980 = <em>trifidiformis</em> Franz, 1980; <em>Scydmaenus steelae</em> Lhoste, 1939 = <em>watsae</em> Cauchois, 1955 = <em>ugandae</em> Franz, 1962 = <em>ifensis</em> Franz, 1977 = <em>pseudoifensis</em> Franz, 1987 = <em>pseudowatsae</em> Franz, 1990; <em>Scydmaenus abyssinicus</em> (Reitter, 1880) = <em>pseudoantennatus</em> Franz, 1979 = <em>antennatus</em> <em>ripicola</em> Franz, 1980; <em>Scydmaenus vicinus</em> Franz, 1961 = <em>medleri</em> Franz, 1977; <em>Scydmaenus</em> <em>gemellus</em> (Reitter, 1882) = <em>gemelloaffinis</em> Franz, 1982. 251
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Giovannini, Annalisa. "Pendenti in vetro di forma circolare. Spunti di ricerca dagli esemplari del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste". Pallas, n.º 83 (1 de octubre de 2010): 117–41. http://dx.doi.org/10.4000/pallas.10794.

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Maio, Nicola, Francesco Pollaro, Fabio Di Nocera, Esterina De Carlo y Giorgio Galiero. "Cetacei spiaggiati lungo le coste della Campania dal 2006 al 2011 (Mammalia: Cetacea)". Natural History Sciences 153, n.º 2 (1 de septiembre de 2012): 241. http://dx.doi.org/10.4081/18.

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Resumen
<div class="page" title="Page 1"><div class="layoutArea"><div class="column"><p><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">Nel presente lavoro viene riportato il risultato del rilevamento degli spiaggiamenti e dei rinvenimenti in mare di Cetacei avvenuti negli anni 2006 - 2011 lungo le coste della Campania. I dati sono stati raccolti in base ad una collaborazione scientifica tra l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, il Centro Studi Cetacei e il Centro Studi Ecosistemi Marini, collaborazione, che nel 2008 è stata ratificata da un protocollo di intesa finalizzato agli interventi sui Cetacei spiaggiati lungo le coste della Campania. Nel 2009 la Giunta Regionale della Campania, su richiesta del Settore Veterinario dell’Assessorato alla Sanità, ha decre</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">tato la “Costituzione di un Comitato di Coordinamento per l’attuazione del protocollo di intesa per gli interventi in caso di Cetacei e tartarughe spiaggiate” formato dai rappresentanti dei citati enti, delle AA.SS.LL. costiere, della Direzione Marittima di Napoli e dell’A.R.P.A.C. al fine di </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">approvare le linee </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">guida relative alla procedura operativa da adottarsi in caso di intervento per il recupero di carcasse di Cetacei spiaggiati. In totale sono stati raccolti i dati riguardanti 73 esemplari di almeno 6 specie, così </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">suddivisi: 1 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Balaenoptera acutorostrata</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 4 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Balaenoptera physalus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 2 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Grampus griseus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 1 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Delphinus delphis</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 9 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Tursiops truncatus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 40 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Stenella coeruleoalba; </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">10 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">Delfinidi indeterminati e 6 Cetacei inde</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">terminati. Si riporta anche il primo caso di mal rossino diagnosticato in un esemplare di Stenella striata mai segnalato prima per le coste dell’Italia continentale. </span></p></div></div></div>
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Oppici, Patrizia. "Félicité. Una serva esemplare". Studi Francesi, n.º 173 (LVIII | II) (1 de septiembre de 2014): 294–302. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.1708.

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