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Tonon, Eleonora <1997&gt. "La scrittura epistolare femminile nel Rinascimento. Indagine su alcuni casi esemplari". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20288.

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Resumen
Lo studio mira ad analizzare alcuni specifici esempi di scrittura epistolare femminile tra Quattro e Cinquecento, per individuarne caratteristiche e variazioni. I primi capitoli sono funzionali ad un inquadramento storico-letterario della condizione delle donne, della scrittura femminile e dell’epistolografia nel corso del XV e del XVI secolo. I capitoli finali si concentrano, invece, intorno all’analisi più approfondita delle lettere di Lucrezia Tornabuoni, Maria Savorgnan e Lucrezia Borgia, messe a confronto fra loro sulla base dei contenuti e del rapporto instaurato con il panorama letterario delle rispettive epoche.
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Cecchin, Anna <1989&gt. "Il conflitto tra potere e cultura nella Russia di Putin. Quattro figure esemplari". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4695.

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Resumen
In seguito alla nuova elezione di Putin nel marzo 2012, si è assistito ad un inasprimento delle misure legislative volte a limitare l’attività dell’opposizione. La censura della rete e dei mezzi a stampa, l’obbligo per le ONG finanziate dall’estero di registrarsi come “agenti stranieri” e il ritorno ad una campagna ideologica anti-occidentale, hanno caratterizzato il nuovo mandato presidenziale. L’opposizione alla nuova linea di condotta adottata da Putin non si è sviluppata solamente nella sfera politica, ma anche in quella culturale: la variegata realtà di questa forma di opposizione non è riconducibile ad una precisa identità politica, ma dimostra che la cultura ha recuperato il suo antico status di catalizzatore delle proteste politiche e sociali che aveva avuto in epoca zarista e sovietica. L’elaborato è strutturato in un capitolo introduttivo, un corpo di quattro capitoli nei quali vengono analizzati quattro oppositori, un capitolo conclusivo. La mia tesi vuole spiegare, attraverso lo studio di diverse tipologie di oppositori, quali siano le ragioni per cui nella Russia di Putin si è ripresentato l’eterno duello tra l’intelligencija e il potere, che aveva contribuito in maniera decisiva al crollo della Russia imperiale. Le personalità presentate nel mio elaborato appartengono a diversi campi culturali e sono: Eduard Limonov, scrittore autobiografico e fondatore del Partito nazional-bolscevico; Aleksej Naval’nyj, giurista e blogger; Lev Gudkov, analista e direttore del Levada Centr; Anna Politkovskaja, giornalista di Novaja Gazeta, interessata alla guerra in Cecenia e assassinata nel 2006. Questo mosaico di figure, molto diverse le une dalle altre, rappresentano la crescente opposizione politico-culturale verso il potere, che ha in Putin la sua personificazione.
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Luzi, Francesca. "Studio sulla sopravvivenza di esemplari di Solea solea (Linnaeus, 1758) catturati con il Rapido in Adriatico centro-settentrionale". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/19844/.

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Resumen
La politica comune della pesca (PCP) nasce dall’esigenza di minimizzare gli sprechi delle risorse e riportare gli stock ittici ad un livello ottimale. Uno dei pilastri della PCP è l’eliminazione graduale dello scarto di pesca e l’obbligo di sbarco di specie commerciali che non possono essere commercializzate, come esemplari soggetti a tagli minima (Regolamento (CE) n. 1967/2006). In questo contesto nasce il presente studio, inserito all’interno del progetto SOS, per valutare la sopravvivenza di esemplari sottomisura della sogliola comune, svolto in collaborazione con il motopeschereccio “Midway”, appartenente alla marineria di Ancona, e l’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRBIM) presente ad Ancona. Lo studio è stato diviso in due fasi complementari: il monitoraggio a bordo, nel quale venivano prelevati campioni durante le normali operazioni di pesca, registrandone la quantità di esemplari “sottomisura” vivi e morti, nei momenti immediatamente dopo la cattura, e attribuendo all’esemplare una determinata classe di vitalità; il monitoraggio a terra prevedeva delle osservazioni in cattività di 120 ore registrandone lo stato vivo o morto. I risultati mostrano una sopravvivenza a breve termine del 38% con un effetto statisticamente significativo per la durata del tempo di processamento e l’entità dello shock termico. La sopravvivenza a medio termine (120 ore) è risultata maggiore nelle prime 12 ore dopo la cattura, con un effetto statisticamente significativo solo per il tempo di processamento, in particolare avremo un aumento della sopravvivenza all’aumentare del tempo di processamento. Questo può essere spiegato dai traumi derivati dalle abbondanti catture dall’attrezzo che possono avere un effetto tardivo dando stime di sopravvivenza sottostimate (Van Der Reijden et al., 2017).
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Formigaro, Costanza. "Stato tossicologico di esemplari di foca monaca (Monachus monachus, Hermann 1779) della Grecia, specie "critically endangered" del Mar Mediterraneo". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7254/.

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Resumen
La foca monaca (Monachus monachus, Hermann 1779) è il pinnipede più a rischio d’estinzione del mondo e pochi sono gli studi che hanno indagato l’impatto antropico dato dagli inquinanti chimici su questa specie. Questo studio si propone di analizzare la pressione che elementi in traccia, organoclorurati (OC) e, per la prima volta, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) hanno sulla specie, studiando una della popolazioni più numerose presenti nel Mar Mediterraneo, ossia quella greca. Sono stati utilizzati campioni di 59 esemplari deceduti provenienti da diverse colonie residenti in Grecia, di ambedue i sessi, appartenenti a diverse classi d’età e riferibili ad un arco temporali di quasi 20 anni (1994-2013). Per i contaminanti organici (PCB, DDT ed IPA), caratterizzati da un comportamento lipofilico, sono stati utilizzati esclusivamente campioni di tessuto adiposo, mentre per l’analisi di elementi in traccia (essenziali: Fe, Co, Cu, Se, Zn, Mg; tossici: Cr, Ni, As, Cd, Pb, Hg) sono state impiegate diverse matrici, quali fegato, rene, muscolo, adipe, milza, polmone, cuore e pelo. I risultati evidenziano un’importante contaminazione dai OC (125.896,69±289.934,27 ng/g p.s.), in cui DDT e PCB sono presenti rispettivamente al 48,5% e 51,5%, mentre, tra i metalli considerati tossici (As, Cd, Pb, Hg, Cr, Ni), As e Hg sono gli elementi che destano maggiori preoccupazioni per la salute di Monachus monachus, presenti rispettivamente al 36,44% e 12,83%. IPA ed altri elementi in traccia analizzati invece non raggiungono di per sé concentrazioni di rischio per la specie, ma non si escludono possibili effetti sinergici tra i vari inquinanti. L’elaborazione del fingerprint tossicologico ha evidenziato un’eterogeneità nella pressione data dai contaminanti in studio, manifestando che alcune colonie di foca monaca in Grecia sono maggiormente soggette all’azione negativa di organoclorurati, idrocarburi policiclici aromatici o elementi in traccia tossici a seconda del caso.
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Checcoli, Ippolita <1979&gt. "Biografie esemplari. La vita del beato Bernardino da Feltre e di altri osservanti francescani nella società del XV secolo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3700/1/checcoli_ippolita_tesi.pdf.

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Checcoli, Ippolita <1979&gt. "Biografie esemplari. La vita del beato Bernardino da Feltre e di altri osservanti francescani nella società del XV secolo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3700/.

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Amadini, Pietro <1972&gt. "Arti dell’Asia Orientale tra pubblico e privato: due raccolte esemplari : dal 1870, cent’anni di collezionismo d’arte cinese e giapponese a Milano". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3065.

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Resumen
This research presents in detail two collections which are taken as examples of the East Asian art collecting in Milan. The first collection, that of Count Passalacqua, is proposed as an archetype of Japanese and Chinese art collecting in Milan in the early seventies of the 19th century. At that time, the rich trade in silkworm eggs between Italy and Japan boosted a parallel trade in Asian art. The Passalacqua collection can therefore be a useful point of comparison for the interpretation of other Italian collections collected in the same historical moment. The second group of objects analyzed in this research concern a private collection of celadons, which was formed around 1970. This collection is proposed as a model of “typological” collecting. Alongside the study of these two collections, the main historical collections of Chinese and Japanese art in Milan are introduced in order to highlight the changing trends occurred in Milan over a century.
Lo studio presenta nel dettaglio due raccolte tipiche del collezionismo milanese d’arte dell’Asia orientale. La prima, quella del conte Lucini Passalacqua, è proposta come archetipo di raccolta di opere d’arte giapponesi e cinesi, propria del contesto lombardo degli anni settanta dell’Ottocento. A quel tempo, il ricco commercio fra Italia e Giappone di uova del baco da seta aveva sviluppato un traffico parallelo di opere d’arte. La collezione Passalacqua si pone come utile termine di raffronto per la lettura di altre collezioni italiane della sua epoca. La seconda collezione analizzata interessa una raccolta privata di celadon formatasi attorno agli anni Settanta del secolo scorso. Questa è proposta come raccolta tipologica, propria della fase collezionistica più recente. A fianco dello studio delle due collezioni esemplari, sono presentate infine le principali collezioni milanesi d’arte cinese e giapponese nell’ordine in cui sono pervenute alla municipalità, nell’ottica di mostrare i cambiamenti di tendenza nel collezionismo milanese nell’arco di un secolo.
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Arcari, Elisabetta <1976&gt. "Studio e commento dell'inventario Eschini, contenente l'eredità libraria di Vincenzo Borghini : ricostruzione della biblioteca tramite l’individuazione di manoscritti, edizioni, esemplari ad essa appartenuti". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1087.

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Il rinvenimento dell'Inventario Eschini presso l'Archivio di Stato di Firenze, documento collegato alle carte testamentarie di Vincenzio Borghini, e che censisce l'insieme dei volumi e dei beni (manoscritti, stampe, disegni) presenti nella biblioteca del Priore dell'Ospedale degli Innocenti, ha stimolato nuove ricerche su documenti inediti da lui posseduti e conosciuti. Dopo la risoluzione dei problemi testuali e filologici che caratterizzano il documento, e l’approfondimento del contesto storico-culturale che lo produsse, si sono identificati i contenuti ivi descritti con le fonti originali, nei termini di opere e testi, ma anche dei loro supporti materiali. Sulla base delle concordanze e delle relazioni emerse nel corso di questa schedatura di ogni singola voce dell'Inventario, è stato possibile avviare una ricostruzione ‘virtuale’ della biblioteca, tramite la ricerca e il reperimento di originali appartenuti alla raccolta nello Spedale e fino ad oggi non ancora noti, in quanto conservati nei fondi archivistici e bibiotecari senza segnalazione di provenienza o possesso.
A previously unknown document, which has been recently discovered in the National Archive of Florence, contains the census of Vincenzio Borghini’s library and heritage (manuscripts, printed editions, drawings). The document has encouraged new research on documents and materials belonged to the benedictine Prior. The first part of this project focuses on the philological and textual analysis of the inventory, with particular attention to the XVI century cultural and historical environment in which this collection was built. The information gathered on each item, once stored in a database (since this electronic tool offers the most flexible way to access and process accurately large amount of data), has proven very useful to search and and find manuscripts and editions from the Prior’s library, today scattered in several European and Western libraries, thus unknown by scholars and researchers.
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BIASCO, VALERIA. "L'EDUCAZIONE ALLA LEGALITA' NELLE SCUOLE ITALIANE. STUDIO DELLO SVILUPPO DELLE POLITICHE EDUCATIVE ANTIMAFIA E ALLA LEGALITA'. ANALISI COMPARATA SU DUE CASI ESEMPLARI: MILANO E PALERMO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2023. https://hdl.handle.net/2434/951267.

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The doctoral dissertation aims to study the importance of the lawfulness education in Italian schools and to reach a theoretical definition, including a (partial) legality anti-mafia teaching method. Particularly, the research is based on the study of education policies in education legality, by the explanation of events, the historical context and political-institutional frameworks. With a distinction between the national and regional levels, it is examined the semantic lexical change, the different purposes ratified by the legislative measures and the different roles assigned over time and places. The two case studies, taken into account on the national territory, are Milan and Palermo where it is assessed the level of involvement and response to educational policies in legality education and the social anti-mafia movement. Both focuses the didactic-educational path taken by the secondary school institution in order to assess the effects produced among students over the years, since 1980. The first focal point is on the Giuseppe Garibaldi classical high school in Palermo and the second one, on the other hand, examines the Alessandro Volta scientific high school in Milan. To develop the case studies, the qualitative method has been applied. In conclusion, the need of an education policy, perceived as a unicum both nationally and regionally, has emerged. A common starting point where the individual region can enforce its own individual specificities according to its context. To define what we mean by “education to legality” it has been researched a proper answer to this question: the proposal lies in the phrase “educating for anti-mafia-legality culture”.
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Autuori, Martina. "Tra ordo rerum e ordo verborum. ‛Verità’ e ‛realtà’ nella letteratura teologica del primo secolo XII: tre casi esemplari (Oddone di Tournai, Guglielmo di Champeaux, Roscellino di Compiègne)". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1900.

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2013 - 2014
La storiografia della seconda metà del ventesimo secolo ha in più occasioni evidenziato la centralità del dibattito teologico emerso tra la seconda metà del secolo XI e i primi decenni del secolo XII per lo sviluppo di una prima compiuta riflessione sullo statuto epistemologico del sapere teologico e del suo linguaggio. Tra gli autori attivi in questo arco cronologico, particolare rilevanza assumono le figure di Oddone di Tournai, Guglielmo di Champeaux e Roscellino di Compiègne, maestri attivi in area francese, uniti dalla condivisione di un percorso curriculare comune ma divisi dalle posizioni assunte su quella che la storiografia ha comunemente (e in parte impropriamente) definito ‘questione degli universali’. La tesi si articola in tre capitoli, incentrati sulla disamina di testi utili alla ricostruzione delle più significative tesi dei tre maestri. In particolare, nel primo capitolo, sulla base delle informazioni tratte da commenti frammentari riportati alla luce in tempi recenti e attribuiti dagli studiosi in maniera non sempre unanime a Guglielmo di Champeaux, e delle Sententiae vel quaestiones raccolte in un florilegio noto come Liber Pancrisis, è stato possibile ricostruire le linee principali del curriculum studiorum delle scuole a cavallo tra i secoli XI e XII, di cui Guglielmo era – agli occhi dei contemporanei e a dispetto di quanto sia passato alla storia attraverso la testimonianza abelardiana – una delle colonne portanti (columna doctorum). Si delinea, dunque, dall'analisi di questi materiali, la figura di un rinomato magister pienamente coerente con il paradigma epistemologico della tradizione aristotelico-boeziana e con il conseguente esemplarismo di matrice agostiniana. Nel suo magistero, Guglielmo utilizza gli strumenti provenienti dalla sapienza antica calati nelle forme di un sapere moderno, elaborando così, nel vivo del dibattito tra antiqui e moderni, una sottile speculazione teologica. I temi principali, dal peccato originale all’incarnazione, sono stati, nel presente lavoro, ricollocati, rispetto all’ordine attribuito dall’editore moderno delle Sententiae, in un percorso che evidenzia una visione platonizzante del reale che, da un punto di vista logico, conduce il pensiero ad ascendere dalle res agli universali mentre, da un punto di vista teologico, presupponendo l’esistenza dei principi di tutte le cose nel Verbo divino, postula una discesa del reale da tali principi. Il capitolo presta particolare attenzione al lessico utilizzato da Guglielmo e alla riproposizione della partizione neoplatonica e, ancora una volta, boeziana della facoltà conoscitive dell'uomo. Lo studio delle arti del trivio, scienze del discorso umano, costituisce infatti la base per indirizzare l’uomo verso una comprensione del discorso divino quale sapere teologico. È nell’incontro di tali discipline e nella coesistenza dei loro intenti che, in quella che sembra essere la proposta speculativa di Guglielmo, si determinano i presupposti di una teoria della conoscenza capace di assicurare al suo interno la fondamentale coesione tra l’ordine dell’universo – così come è stato pensato e creato da Dio – e la capacità affidata all’uomo di ricostruirne la struttura. L’insegnamento della dialettica, l’allontanamento dall’attività magistrale, la scelta del silenzio e del deserto interiore, la dimensione comunitaria della vita religiosa adattata all’ideale eremitico e il concreto impegno, in veste di vescovo, nella riforma di una Chiesa sempre più dilaniata dagli scontri tra papato e impero, accomunano la figura di Oddone di Tournai ai percorsi esistenziali degli altri attori – come lui non protagonisti – del passaggio dal secolo XI al XII, come nel caso specifico del maestro di Champeaux. È, dunque, forse possibile parlare di una linea di pensiero condivisa, capace di intercettare autori geograficamente e spiritualmente distanti tra loro; si tratta di quella linea che pur avendo avuto un cominciamento lontano si è accresciuta nel corso dei secoli dell’alto Medioevo, nutrendosi del contributo di tutti coloro che, attraverso diverse forme, hanno partecipato, nell’adesione a un paradigma esemplarista, dell’ideale platonico calandolo in una realtà storico-culturale di volta in volta differente. Il secondo capitolo si articola principalmente sull’analisi di una delle opere di Oddone, il De peccato originali, dalla cui lettura emergono il metodo dialettico utilizzato dal maestro per sciogliere le numerose difficoltà dogmatiche che emergono nell'analisi filosofico-dottrinaria del tema del peccato originale e, al contempo, il lessico e la struttura epistemologica del medesimo paradigma già evidenziato nel capitolo precedente. La teatrale riproposizione del dibattito tra le diverse dottrine che si sono avvicendate nel corso dei secoli sul tema del peccato originale messa in campo da Oddone consente, in misura ancora maggiore rispetto all’esperienza del laboratorio teologico delle Sententiae di Guglielmo, di entrare nel vivo di un dibattito la cui portata, nell’imminente passaggio di paradigma, sarebbe stata non solo teologica ma anche e soprattutto epistemologica. Tutto questo esploderà in un vero e proprio conflitto dottrinario – analizzato nel terzo e ultimo capitolo – i cui protagonisti (Roscellino, Abelardo e Anselmo) si colpiscono vicendevolmente con il gladius della dialettica; la tesi punta dunque a evidenziare – anche grazie a una mirata collocazione delle diverse opere analizzate in un climax di crescente intensità espressiva – la drammaticità speculativa di un momento di passaggio della storia della filosofia medievale costituito, al contempo, da grande ricchezza speculativa, ma anche da una forte frammentazione terminologica e dottrinaria. Nel terzo capitolo, l’analisi del pensiero di Roscellino di Compiègne – solitamente collocato agli antipodi del realismo caratterizzante le posizioni dei primi due autori – e del dibattito sul tema trinitario innescato dall’applicazione della dottrina nominalista alla sostanza divina nasce dall'esigenza di condurre una valutazione sulla terminologia utilizzata nei testi presi in esame che costituisce il loro perimetro di condivisione. L'unico testo a disposizione degli studiosi per ricostruire la dottrina di Roscellino, una lettera diffamatoria indirizzata ad Abelardo, intercetta, nell'incontro con altre significative testimonianze, in modo particolare l’Epistola de Incarnatione Verbi di Anselmo, una Epistola indirizzata al vescovo di Parigi e la Theologia Summi Boni di Abelardo, le rotte su cui si muoveva il dibattito teologico nel fertile periodo preso in esame in questo lavoro. La scelta di mettere in relazione la posizione di Roscellino con quelle ‘realiste’ di Guglielmo e Oddone offre, per il tramite di una analisi testuale – particolarmente attenta alla scelte terminologiche e alle differenze che vocaboli fondamentali, quali substantia, essentia, persona, singularitas, communitas, idem e diverso – un viaggio in un melieu culturale, filosofico e religioso in cui la ‘verità’ poteva e doveva ancora essere raccontata attraverso una ‘realtà’ il più possibile vicina a quella pensata da Dio, nella più esaustiva corrispondenza di ordo rerum, ordo verborum e ordo idearum.[a cura dell'autore]
XIII n.s.
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Di, Lorenzo Simonetta <1989&gt. "Publio Cornelio Scipione Emiliano: un caso esemplare nella memoria di Valerio Massimo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16289.

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Resumen
Il lavoro è incentrato su Valerio Massimo, storico vissuto tra I sec. a.C. e I sec. d. C., autore di una corposa raccolta di exempla, dal titolo "Factorum et dictorum memorabilium libri", che si inserisce nella politica di restaurazione morale accreditata all'imperatore Tiberio. L'intento dell'autore è quello di fornire al suo pubblico (soprattutto giovani) dei modelli di comportamento e rivitalizzare, in tal modo, il mos maiorum. Il lavoro di analisi si concentra, poi, in massima parte, sulla figura di Publio Cornelio Scipione Emiliano, personaggio nel quale sono racchiuse le virtù del padre naturale, Emilio Paolo, e del padre del padre adottivo, Scipione Africano. Valerio Massimo ne esalta le capacità militari e ne fa un esempio di rigore disciplinare, di ferreo rispetto del mos maiorum ma anche di moderazione. Attraverso il confronto con altre fonti sugli stessi casi, si analizza il modo in cui l'autore costruisce la sua memoria strumentale: omissioni, enfatizzazioni, modificazioni.
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Giunta, Fabio <1972&gt. "Francesco Panigarola (1548 – 1594): la “Vita” esemplare di un predicatore nell’età della Controriforma". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/877/1/Tesi_Giunta_Fabio.pdf.

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Giunta, Fabio <1972&gt. "Francesco Panigarola (1548 – 1594): la “Vita” esemplare di un predicatore nell’età della Controriforma". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/877/.

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Langford, Charles K. "Le utopie rinascimentali : esempli moderni di polis perfetta". Thesis, McGill University, 2006. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=102806.

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Resumen
The citizens of utopian Renaissance cities have in common the confidence in the power of reason and moral virtues. The purpose of the thesis is to prove that, in spite of the imaginative and unreal aspects of these utopian societies, they contain the prodroms of the modern societies.
The utopias of the Renaissance are projects of a new commonwealth, based on justice and education. The Italian peninsula of the XVI and early XVII century spawned several works belonging to this literary genre, inspired by Plato's Republic and initiated in England with Thomas More's Utopia (1516). Those considered in this thesis, besides Utopia, are: Francesco Doni's Il mondo savio e pazzo (1552), Francesco Patrizi's La Citta felice (1553), Ludovico Agostini's La Repubblica immaginaria (1580), Tommaso Campanella's La Citta del Sole (The City of the Sun) (1602) and Lodovico Zuccolo's Il Belluzzi (1621).
The thesis examines these six main literary works according to the concept of uchronie and escapism, the definitions of utopia by Karl Mannheim, J.C. Davis and Mikhail Bakhtin, the religious and Arcadian elements and the relationship between utopia and satire. The thesis analyzes three essential aspects of the utopian tales: city planning, relationship between man and woman, and education. The utopias of the Renaissance also reveal two different visions: one innovative if compared to the society of the time, and another, post-tridentina, oriented towards a return to more traditional values. The thesis examines the influence of More's work on the utopias of the Renaissance by analyzing and comparing a series of topics, like the title of the work, the narrator, fantastical names and ideas, the role of Plato, property and inequity, the choice of woman and the concept of beauty, daily labor, the function of God, and the concept of law.
The utopias of the Renaissance have various modern aspects: a utilitarian justice, a better place of woman in the society, the laicity of the government, the "rationality" of war, secularism, education, health, social justice, assistance to elderly. They also contain myopias, like an unrealistic economic model and a static society.
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Dal, Pino Carlo. "Pittura e fotografia degli esordi:storia di una relazione complicata. Il caso esemplare di Domenico Bresolin". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422498.

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The student has carried out a research dedicated to investigate the relationship between painting and photography in the years when it appeared, that between 1839, the year the announcement of the discovery of Daguerre, and 1870, with particular attention to Venice and the role played by Domenico Bresolin. The thesis begins with an analysis of the first relationship existed between the two sister arts primarily in France, home of the invention, and then in Italy, dealing in more detail in Rome and Florence. The choice of these two cities was dictated by the cultural significance of the two but also by the fact that here Domenico Bresolin, who trained at the Accademia di Belle Arti in Venice, he was able to get closer to a more modern way of looking at painting and probably come into contact with photography. The artist, born in Padua, in fact, was originally a landscape painter, voted for a strong link with nature photographer and later became a success. But its importance lies mainly in having cancer, since 1864, the chair of the Academy Venetian landscape, beginning a new way of understanding this kind of painting and forming the nascent realism artists like Ciardi, Favretto, Tito and Nono.
Il dottorando ha effettuato una ricerca dedicata ad approfondire i rapporti tra pittura e fotografia negli anni in cui quest'ultima fece la sua comparsa, ossia tra il 1839, anno dell'annuncio della scoperta di Daguerre, e il 1870, con particolare attenzione a Venezia e al ruolo avuto da Domenico Bresolin. La tesi inizia con un'analisi delle prime relazioni intercorse tra le due arti sorelle innanzitutto in Francia, patria dell'invenzione, e poi in Italia, occupandosi in maniera più approfondita di Roma e Firenze. La scelta di queste due città è stata dettata dalla rilevanza culturale delle due ma anche dal fatto che proprio qui Domenico Bresolin, formatosi all'Accademia di Belle Arti di Venezia, ebbe modo di avvicinarsi ad un modo più moderno di intendere la pittura e probabilmente di entrare in contatto con la fotografia. L'artista, nato a Padova, infatti fu inizialmente un pittore paesaggista votato ad un forte contatto con la natura e in seguito divenne fotografo di un certo successo. Ma la sua importanza sta soprattutto nell'aver retto, dal 1864, la cattedra di paesaggio dell'Accademia veneziana, iniziando un modo nuovo di intendere questo genere pittorico e formando al nascente realismo artisti del calibro di Ciardi, Favretto, Tito e Nono.
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Bacchini, Sara. "Analisi biologiche e comportamentali di un esemplare di Grampus griseus (G. Cuvier, 1812)(CETACEA: DELPHINIDAE) in ambiente controllato". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3217/.

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Lo scopo di questo progetto di ricerca è principalmente l’elaborare un’analisi socio-comportamentale di Grampus griseus all’interno di un gruppo sociale di Tursiops truncatus in ambiente controllato. In questo studio è stato inoltre monitorato l’uso dell’habitat da parte del soggetto all’interno della vasca. L’esemplare di grampo oggetto della ricerca rappresenta una risorsa unica per approfondire le conoscenze riguardo a una specie su cui le informazioni in letteratura risultano scarse. Si tratta inoltre dell’unico esemplare di Grampus griseus proveniente dal Mar Adriatico e mantenuto in ambiente controllato in tutta Europa, perciò si è ritenuto irrinunciabile raccogliere il maggior numero di dati relativi alla sua biologia. Il progetto si è quindi focalizzato anche su altri aspetti, oltre alla parte etologica. È stato elaborato un programma di fotografie sequenziali sul corpo del soggetto al fine di monitorare le cicatrici o graffi cutanei (scarring) che si accumulano nel corso del tempo sulla superficie corporea. Ben poco è stato pubblicato sull’insorgenza di questi segni cutanei. Infine una parte della ricerca si è occupata, grazie alla collaborazione con i veterinari della struttura, dell’analisi dei dati ematologici raccolti su questo esemplare di Grampus griseus.
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Febei, Davide Maria. "Analisi delle interazioni sociali tra un esemplare di Grampo (Grampus griseus) e una comunità di Tursiopi (Tursiops truncatus) residenti in ambiente controllato". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1405/.

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Avezzu', Arianna <1991&gt. "Esperienza e ricerca diretta nel contesto evidenziato dal Centro de Cultura Tradicional-Museo Escolar de Pusol come espressione di esemplarità nella tutela del patrimonio culturale intangibile". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7876.

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Il presente elaborato si propone come una analisi della recente attenzione, dimostrata a diversi livelli, relativamente al patrimonio culturale immateriale, attraverso una sommaria esposizione dei principali strumenti internazionali, regionali e nazionali dedicati alla tematica del patrimonio culturale, per arrivare ad un approfondimento relativo alla Convenzione UNESCO del 2003 sulla Salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile e al suo Registro delle Migliori Pratiche di Salvaguardia, nel quale nel 2009 venne inserito il (Elche, Spagna), primo esempio europeo a manifestare presenza in tale strumento. Particolare attenzione verrà riservata anche alle metodologie di didattica museale coinvolte. L’ultima parte sarà dedicata ad una disamina delle attività condotte dal Centro, frutto di una personale esperienza in situ, relative alla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale nella prospettiva di una possibile diffusione di tale modello anche al contesto italiano.
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NENCIONI, FRANCESCA. "La prosa dell'ermetismo: caratteri e esemplari". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1003517.

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I ‘caratteri’ e gli ‘esemplari’ della prosa dell’ermetismo sono ricostruiti in questa tesi attraverso un’ottica semantica. L’endiadi di ascendenza macriana suggerisce di assumere con ‘caratteri’ i motivi, gli stilemi, i moduli sintattici e melodici che sono alla base della Weltanschauung ermetica, con ‘esemplari’ i modelli e paradigmi offerti da ciascuna delle prose selezionate (Al di qua d’una sera di Alessandro Parronchi, Biografia a Ebe di Mario Luzi, La sposa bambina di Alfonso Gatto e La donna miriade di Piero Bigongiari). Se poniamo l’accento su ‘caratteri’, si evidenzia il piano delle scelte condivise; se lo spostiamo su ‘esemplari’, si configura il livello delle opzioni individuali; il reciproco rapporto può essere sintetizzato dall’equazione caratteri : esemplari = langue : parole. Un quadro d’insieme dunque che si forma grazie a modelli di lingua simili ma con caratteristiche proprie. Si sa che la semantica illumina sul modo di pensare e di concepire la realtà in una lingua; applicata a una koiné letteraria, aiuta a delineare l’immaginario che ne fa da sfondo. Per pervenire quindi al sistema linguistico della prosa ermetica è utile muovere dai singoli atti di parole con cui i diversi autori hanno tradotto le stesse immagini, mettendo in risalto analogie e discordanze ed estrapolando una radice comune. Il percorso dell’analisi lessicale procede in senso inverso rispetto al processo compositivo, perché si sposta dall’asse sintagmatico a quello paradigmatico, ossia dalla combinazione definitiva risale alla selezione preliminare dei significanti. L’iter metodologico ha coinvolto a livello del significato la scomposizione del tessuto linguistico delle opere in unità minori (temi o motivi), a livello del significante l’individuazione dei lemmi base e delle occorrenze e la successiva ricomposizione e accordo tramite le corrispondenze apparenti o sotterranee. Occorre sottolineare, infatti, che l’importanza di un lemma non sempre corrisponde al numero delle occorrenze, spesso la sua forza di attrazione semantica convoglia nella stessa orbita metafore e espressioni analogiche sostitutive (piano paradigmatico) o influenza le parole contigue (piano sintagmatico) dando vita a strutture modulari ricorrenti. Proprio in questa direzione si è rivelato fondamentale il confronto con le raccolte poetiche coeve (Avvento notturno, I giorni sensibili, La figlia di Babilonia e Morto ai paesi), che ha permesso di cogliere lo specifico della prosa grazie allo scarto delle soluzioni offerte in poesia. È per esempio il caso di sera, il cui campo semantico si articola nelle liriche intorno a un trinomio ricorrente (iride-vetro-luna), mentre nelle prose conduce ad associazioni iconico-linguistiche diverse, pur continuando ad agire a livello nascosto. La dimensione persefonica della donna presenta invece coerenza figurativa nei due canoni, avvalendosi delle stesse categorie identificative sovraordinate (caduta/raccolta-fiori-mani per Proserpina, respicere-ophis-passus per Euridice). Proprio l’indagine semantica condotta sistematicamente in direzione comparatistica (confronto tra le prose) e intergenerica (parallelo con le liriche) costituisce un modo nuovo e alternativo di accostarsi ai temi e alla lingua dell’ermetismo. La ricerca considera in maniera unitaria semantica, stilistica, melodia e ritmo, che toccano spesso un fondo comune illuminandosi a vicenda. Anche le strutture melodiche, come quelle semantiche e stilistiche, presentano la stessa vis trasgressiva nei confronti della tradizione. E se per le prime due, soprattutto sul piano della poesia, l’intento divergente è stato ampiamente dimostrato, per le ultime l’ipotesi d’infrazione normativa è avanzata (e comprovata) qui per la prima volta. Di rado le unità melodiche si adeguano fedelmente ai modelli canonici, rispettandone scansioni sillabiche e rapporto tra i membri, mentre si rivelano coerenti nel sottolineare l’innalzamento della tensione emotiva e l’aderenza a situazioni inconsuete. Allontanandosi dagli stilemi ermetici (per esempio nel progredire da Stasi a Una lettera dieci anni dopo in Biografia a Ebe), la tendenza diversiva si appiattisce, a favore di una prosa maggiormente mimetica, e la struttura melodica tende a livellarsi ai moduli standard. Estendendo lo sguardo dal piano sincronico a quello diacronico, appare degna di nota la ricostruzione completa delle varianti di Biografia a Ebe (finora attestata a livello della terza e della settima sequenza) insieme alla congettura che dalla ristampa della Sposa bambina siano espunte soprattutto le espressioni di idillio, gli ‘infrapensieri’ e le connotazioni affettive troppo forti. Il lavoro è organizzato in due sezioni, la prima volta a esplorare tempo e spazio, la seconda ispirata alla categoria dell’assenza. La coordinata temporale è ricostruita attraverso le ore del giorno, i movimenti degli astri e dei pianeti, l’alternanza delle stagioni; il concetto di spazio si presenta nell’accezione materica per estendersi ai luoghi del cuore e ai paesaggi reali. Tramite gli slittamenti d’identità della donna, l’assenza assume le ultime frontiere della metamorfosi e del transfert prima di tradursi definitivamente nella morte. L’assenza si specifica quindi come conseguenza della caducità, che ne è l’inscindibile premessa. Lo spartiacque tra prima e seconda parte è segnato anche dall’apparato delle occorrenze, collocato in appendice ai quattro capitoli iniziali, nei quali le parole-chiave corrispondono in maniera puntuale al motivo esaminato. Come in poesia anche in prosa la gamma prediletta delle ore cade nella fascia serale-notturna. Per la sera le valenze semantiche si modulano lungo il senso di confine e di appercezione in Al di qua di una sera, d’incontro che si trasforma in solitudine e morte in Biografia a Ebe, di coincidenza degli opposti nella Donna miriade, di cornice e rivelazione della Solitaria nella Sposa bambina. Per la notte le sfumature includono travaglio e turbamento in Biografia a Ebe e nella Donna miriade, evasione ed erosione del quotidiano nella Sposa bambina e nella Donna miriade, prodigio e morte in Al di qua di una sera, Biografia a Ebe e La sposa bambina. Dal tempo notturno risulta inseparabile il topos della luna, che nella prosa conserva i tre aspetti di lievità, sospensione, incantesimo consacrati dalla tradizione, mentre nella lirica se ne discosta. Il motivo si rivela particolarmente idoneo a svelare la cifra stilistica di ogni autore anche in presenza del medesimo artificio retorico. La duplicatio è realizzata, ad esempio, in Al di qua di una sera con ripetizione a contatto e rafforzativo («la luna, la luna stessa»), nella Donna miriade con semplice geminatio e vocativo («tu nascosta giri nel cielo, luna luna»), nella Sposa bambina con inusuali forme copulative («Era la luna, la luna beata»). Le stagioni presentano un processo oscillante tra persistenza e mutevolezza dei caratteri, per cui, più che per un’identità propria, si distinguono per l’interna dialettica. Sono viste in cammino, proiettate verso la scoperta del tempo successivo, oppure impegnate a proteggere fino all’ultimo le peculiarità. Non a caso in tutti i quattro testi compaiono i nomi dell’autunno e della primavera, periodi di passaggio per eccellenza. Non emerge una stagione in particolare, solo nella Sposa bambina le ricorrenze accordano la preferenza all’estate. Gli elementi materici non mostrano una corrispondenza biunivoca tra archetipo e immaginario di ciascuna prosa; più di un dato empedocleo, infatti, si ritrova alla base dell’universo elementale della stessa opera. In Parronchi spicca l’acqua morta della fontana unita al fuoco del tramonto; in Luzi la terra, nell’accezione di radicamento/sradicamento dell’exemplum evangelico, e l’aria come medium che predispone alla metamorfosi; in Bigongiari l’acqua stagnante della laguna e l’aria che si congiunge al fuoco nel vento urens; in Gatto il mare, fonte di vita ma al contempo causa di morte, e la terra connessa al senso dell’abbandono e dell’esilio. A interrompere l’indagine sincronica, s’interpone l’excursus sulle varianti di Biografia a Ebe e della Sposa bambina, ‘rivisitate’ a distanza di tempo (1983 e 1963) dagli autori. Dal testo di Luzi emerge un ricorrente trinomio variantistico: soppressione, sostituzione, inserimento; in quello di Gatto prevale la soppressione con rari inserimenti. L’ipotesi che il capitolo cerca di dimostrare è che le espressioni ritoccate siano quelle maggiormente marcate dallo stigma dell’ermetismo. L’immagine della donna è tratteggiata ricorrendo alla categoria della trascorrenza, che innesca in verticale la metamorfosi incrociando le mitiche figure di Proserpina e Euridice; in orizzontale il transfert scambiando l’identità con le altre figure del racconto. Si assiste in questo caso a una complessa forma di commutazione, modellata sulla mise en abîme: duplicazione semplice, duplicazione all’infinito e duplicazione paradossale. La donna ermetica, di cui spicca da sempre l’assenza per unanime consenso della critica, è resa ora doppiamente assente perché anche in presenza è continuamente contesa dalla sovrapposizione di altre figure. La caducità, legata a doppio nodo dall’assenza, si rivela categoria pervasiva dalle valenze polisemiche, che acquista una curvatura astrologica (eclisse, alternanza del giorno e della notte, susseguirsi di stagioni, crepuscolo) in Al di qua di una sera, esistenziale (metafisica di mistero e morte) in Biografia a Ebe, di alterazione (febbre e delirio) nella Donna miriade, di morte (come tema di un racconto, rievocazione di figure scomparse o inserto allusivo) nella Sposa bambina.
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MANCINI, SARA. "Caratterizzazione ultrastrutturale e molecolare di esemplari mediterranei dei generi Hydrolithon e Pneophyllum (Corallinales, Rhodophyta)". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917962.

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MAGANUCO, SIMONE. "Anatomia e relazioni filogenetiche di nuovi esemplari di Anfibi temnospondili del Triassico inferiore del Madagascar, con osservazioni di tipo ontogenetico, paleobiologico, paleoecologico e paleobiogeografico". Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/2158/544263.

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CUSIMANO, GIOVANNI MARCO. "Nutrizione ecosostenibile in acquacoltura: la farina di mosca soldato (Hermetia illucens, Linnaeus, 1758) in parziale sostituzione della farina di pesce nell'alimentazione di esemplari adulti di orata (Sparus aurata, Linnaeus, 1758)". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11570/3130391.

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Valutazione dell’effetto sulla crescita ed utilizzazione dei nutrienti di una farina di Hermetia illucens parzialmente degrassata, ovvero a contenuto lipidico ridotto, al fine di sostituire la farina di pesce in percentuali crescenti (25-50-75%), in diete destinate ad esemplari di orata adulti (Sparus aurata). Gli obiettivi specifici prefissati sono stati: -Caratterizzazione chimico-nutrizionale della farina di insetto (Proteina grezza; Lipidi, Ceneri, Fibra etc.); -Valutazione delle performances zootecniche degli esemplari allevati attraverso specifici indici (TAS: tasso di accrescimento specifico; ICA: indice di conversione alimentare; PER: efficienza di utilizzazione proteica; FR: rapporto di alimentazione; DIR: tasso di assunzione giornaliera -Valutazione degli indici morfometrici e biometrici:( HSI: indice epatosomatico; VSI: indice viscerosomatico; CF: coefficiente di adiposità; K: fattore di condizione. -Digeribilità del mangime -Analisi dell’attività enzimatica intestinale (proteasi totali, lipasi ed amilasi).
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SERPETTA, MARIA GIULIA. "La Regola per ben confessarsi di Giacomo della Marca: edizione e commento linguistico". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251618.

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Tutta le ricerche riguardanti la confessione prendono avvio – e non potrebbe che essere così – dal Concilio Lateranense IV del 1215 e in particolare dalla disposizione 21, meglio nota con il suo incipit Omnis utriusque sexus. È per far fronte all’adempimento di tale disposizione (che prescrive l’obbligatorietà annuale alla confessione per tutti i fedeli di entrambi i sessi, come il testo ci dice) che si sviluppa una letteratura finalizzata a istruire sia i sacerdoti (al tempo impreparati a svolgere il ruolo di confessori), sia i penitenti. Questi manuali si moltiplicano con l’avvento della stampa a caratteri mobili; in particolare si sviluppa il genere delle confessioni generali: opuscoli di poche pagine in cui si fornisce al penitente una guida all’esame di coscienza attraverso un particolareggiato elenco di peccati. A questo filone appartiene la Regola per ben confessarsi di Giacomo della Marca, sicuramente uno dei predicatori più noti dell’Osservanza francescana. Il confessionale, scritto sia in latino (con il titolo di De confessione) che in volgare, è un’opera molto nota e diffusa. Viene presentato un elenco di tutti i peccati possibili, organizzati secondo un’ampia varietà di griglie concettuali: i dodici articoli della fede; i sette vizi capitali; i dieci comandamenti; i cinque sensi corporali; i sette sacramenti; le sette opere della misericordia corporale e spirituale; le tre virtù teologali e i doni dello Spirito Santo, ecc. L’importanza e la diffusione del testo sono testimoniate dalle otto edizioni a stampa segnalate tra il 1465 e il 1550 (cfr. Jacobson Schutte 1983: 208-209). Sono censiti anche tre manoscritti: il codice 33, posseduto dalla Biblioteca francescana e picena di Falconara Marittima; il Ricc. 341, presente presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze e il manoscritto 2806, conservato presso la Biblioteca Augusta di Perugia. Nonostante ciò il testo non è stato oggetto di uno studio critico approfondito. Per tale motivo, il mio lavoro si è posto l’obiettivo di approntare l’edizione del testo di uno dei maggiori rappresentanti del francescanesimo marchigiano, fornendo un ulteriore tassello per lo studio di quel settore della letteratura penitenziale costituito dai confessionali. La collazione dei manoscritti e delle stampe ha rivelato la complessa situazione testuale: gli esemplari non derivano tutti dallo stesso originale ma sono copie di testi diversi. Nell’impossibilità, quindi, di ricostruire validamente la volontà d’autore, ho scelto di riportare in edizione il testo della Biblioteca di Falconara, ritenendo che questo codice rappresenti il bon manuscrit perché lo considero portatore del testo ‘reale’, circolato al suo tempo; questo esemplare, infatti, ha un nucleo comune a tutti, presente in una forma né troppo stringata né troppo estesa. Nella seconda parte del mio lavoro, il testo è stato oggetto di un commento linguistico basato sulla veste fonetica, morfologica e sintattica, in primo luogo; successivamente mi sono concentrata su un’analisi di tipo pragmatico-testuale, fondata sulla teoria delle tradizioni discorsive, così come è stata elaborata in ambito tedesco. Lo scopo della mia ricerca è stato quindi quello di rendere nota una delle opere che maggiormente si inscrive nel clima religioso Quattrocentesco e di evidenziare se i suoi caratteri linguistici, confrontati con opere appartenenti allo stesso genere, possano codificare una vera e propria tradizione discorsiva.
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