Literatura académica sobre el tema "Epigrafica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Epigrafica"

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Zöller, Wolf. "Saeculum obscurum – der epigraphische Befund (ca. 890–1000)". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, n.º 1 (1 de noviembre de 2019): 79–114. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0007.

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Resumen
Riassunto Questo saggio offre gli esiti di un’indagine condotta sulla produzione epigrafica della Roma altomedioevale, ponendo in particolare l’accento sugli aspetti topologici e materiali delle iscrizioni commissionate da parte dei vescovi romani e degli esponenti della nobiltà cittadina durante il X secolo. Nonostante esistano ponderosi corpora che raccolgono le iscrizioni romane, manca purtroppo a tutt’oggi una rassegna specifica della produzione epigrafica dell’Urbe per il periodo che va dall’anno 890 all’anno 1000, periodo comunemente noto come saeculum obscurum. Proprio le testimonianze epigrafiche, invece, consentono di giungere a una comprensione più profonda del linguaggio materiale e dei meccanismi di comunicazione utilizzati per la rappresentazione del potere all’interno della struttura urbana della città di Roma. Due casi di studio, riguardanti, da un lato, gli epitaffi papali conservati nella basilica di S. Pietro e, dall’altro, le iscrizioni commemorative nella basilica di S. Giovanni in Laterano dimostrano come le epigrafi siano state opportunamente ed efficacemente integrate all’interno del contesto architettonico e liturgico. Un’organizzazione più attenta dello spazio epigrafico permise infatti una interazione per così dire intensificata tra le iscrizioni e il loro contesto tanto materiale che sociale, in particolare nel momento della controversia che coinvolse papa Formoso e della ricostruzione, così carica di valori anche simbolici, della cattedrale di Roma, quando i papi rivali si misero in competizione per il controllo dello spazio urbano. Seguendo un comportamento analogo, gli esponenti dell’aristocrazia cittadina utilizzarono lastre marmoree dalle dimensioni considerevoli al fine di esibire e consolidare in forme monumentali la loro posizione politica dominante. Soprattutto i famosi Teofilatti occuparono, per così dire, le basiliche patriarcali di S. Lorenzo fuori le mura e S. Maria Maggiore per custodirvi la memoria famigliare, mentre le iscrizioni commemorative delle loro imprese edilizie attestavano il loro sforzo di ridefinire il paesaggio urbano di Roma.
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Paci, G. "Le iscrizioni in lingua latina del la Cirenaica". Libyan Studies 25 (enero de 1994): 251–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006397.

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Resumen
Lo stanziarsi dei Greci in terra di Cirenaica nella seconda metà del VII secolo a.C. e la loro ininterrotta permanenza nella regione fino al tramonto della civiltà antica hanno dato luogo ad una mirabile fioritura di civiltà che noi conosciamo grazie alle testimonianze archeologiche, alla letteratura e alla cospicua messe dei documenti epigrafici: uno sviluppo civile tanto più sorprendente, per la sua ampiezza e ricchezza, ove si consideri l'isolamento in cui la popolazione greca è venuta a trovarsi — dal punto di vista geografico — rispetto alla restante nazione greca e ove si pensi alla forte e continua pressione cui la stessa fu sottoposta, d'altra parte, ad opera della popolazione indigena. Infatti i Greci non furono i soli ad abitare la regione: essi occuparono, arrivando, una terra già abitata da una popolazione libica, mentre successivamente — in età ellenistica — sopraggiunse una forte comunità ebraica; infine è da registrare una presenza romano-italica, pure abbastanza consistente, documentata per via epigrafica (vd. sotto) a partire dal I sec. a.C.La superiore civiltà greca esercitò un forte influsso sulla popolazione libica, o almeno su una parte di essa, e su quella ebraica, che furono più o meno profondamente ellenizzate: tanto che è possibile rintracciare — attraverso l'onomastica — una varia presenza di individui libici ed ebraici nell'epigrafia greca della Cirenaica (Masson 1976; Lüderitz 1983), che ne attesta anche l'avvicinarsi ad alcune istituzioni cittadine. Per contro non abbiamo, almeno finora, una autonoma produzione epigrafica Ubica o semitica dalla regione.
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Lučin, Bratislav. "Litterae olim in marmore insculptae: humanistička epigrafija na istočnoj obali Jadrana do Marulićeva doba". Croatica et Slavica Iadertina 10, n.º 10 (7 de febrero de 2017): 191. http://dx.doi.org/10.15291/csi.1089.

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Resumen
U radu se uvodno daju opće naznake o mjestu epigrafie u humanizmu i o stanju istraživanja hrvatske humanističke epigrafie. Nakon kratka osvrta na interes za antičke natpise u srednjem vijeku, slijedi opširniji prikaz humanista epigrafiara koji su djelovali na Apeninskom poluotoku; naročita se pozornost posvećuje njihovim vezama s Dalmacijom i Dubrovnikom. Uz Cirijaka iz Ancone, koji je bio povezan s humanistima u Zadru, Trogiru i Dubrovniku, čini se da je važnu i dosad nepoznatu ulogu u Splitu odigrao Girolamo Bologni. Interes za antičku baštinu vlastitoga zavičaja i dodiri s kolegama s druge obale Jadrana potaknuli su brojne hrvatske humaniste da i sami prepisuju stare natpise, pa se može reći da se epigrafia na istočnoj obali Jadrana razvija gotovo istodobno s onom na Apeninskom poluotoku. Pobliže se prikazuje djelatnost Jurja Benje, Petra Cipika, Marina Rastića, Marina Marinčića, dosad nepoznatog Jerolima Trogiranina te Dmine Papalića i Marka Marulića. Marulićev spis In epigrammata priscorum commentarius vrhunac je epigrafske djelatnosti u hrvatskom humanizmu, no ovdje se pokazuje da djelo ima iznimnu vrijednost i u međunarodnom kontekstu, jer je posrijedi jedna od prvih komentiranih zbirki natpisa uopće. U završnom dijelu rada pokušava se odgovoriti na pitanje zašto je u hrvatskom humanizmu nakon Marulića epigrafska djelatnost gotovo posve zamrla.
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Dell’Era, Romeo. "uisou o uosiu[i] ? Cambiando senso, il senso cambia : nuova lettura di un’iscrizione celtica da Pregassona (Lugano)". Cahiers du Centre de Linguistique et des Sciences du Langage, n.º 60 (24 de febrero de 2020): 215–20. http://dx.doi.org/10.26034/la.cdclsl.2020.193.

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Il 24 gennaio 1924, una notizia di archeologia ticinese fu pubblicata sulle Basler Nachrichten :« Bei Ausgrabungsarbeiten in Rollino, einem kleinen Zinken der Gemeinde Pregassona (Lugano) stieß man auf ein Grab und legte dann sukzessive drei weitere mit Steinen überdeckte Gräber frei. Rechts vom Reste des einen Skeletts fand man einen unregelmäßig geformten Stein, auf dessen behauener Oberfläche in einem Rechteck folgende Zeichen zu lesen sind : H G L E T O. Die Form der Buchstaben ist dieselbe wie die auf dem Stein, den man bei den Ausgrabungen im Jahre 1848 bei San Pietro di Stabio fand. Ein Maler hat das besterhaltene der Skelette erworben ».Questa notizia anonima fu ripresa nello Jahresbericht der Schweizerischen Gesellschaft für Urgeschichte ; la lettura, dubbia, non fu riportata (« [eine] Inschrift, deren sichere Lesung uns zur Zeit noch nicht vorliegt »), ma fu formulata un’ipotesi di classificazione archeologica ed epigrafica : « Möglicherweise handelt es sich um eine jener häufigen gallischen Inschriften mit “etruskischem” Alphabet ». In seguito a ciò, in alcuni studi di epigrafia preromana fu segnalata una possibile iscrizione celtica a Pregassona.
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Fagan, Garrett G. "The reliability of Roman rebuilding inscriptions". Papers of the British School at Rome 64 (noviembre de 1996): 81–93. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010357.

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Resumen
L'AFFIDABILITÀ DELLE ISCRIZIONI DA RIEDIFICAZIONI ROMANEEdmund Thomas e Christian Witschel hanno presentato (Papers of the British School at Rome 60 (1992), 135–77) un'analisi dell'affermazioni epigrafiche delle iscrizioni da riedificazioni nel tentativo di mettere in luce il simbolismo e l'ideologia della ricostruzione e la sua importanza per i Romani. In tutto il loro lavoro i suddetti autori costantemente mettono in dubbio l'affidabilità delle iscrizioni da riedificazioni romane, poiché la finalità di tali testi viene vista non come un riflesso delle condizioni dell'antichità, ma piuttosto come un mezzo per trasmettere un'ideologia della ricostruzione. In questo lavoro viene invece affermato che la natura del linguaggio epigrafico, i limiti dell'evidenze antiche e le difficoltà nell'interpretazione del materiale archeologico ed epigrafico in connessione, e, infine la funzione sociale dei monumenti epigrafici stessi rendono difficile accettare il quadro di diffusa inaffidabilità che emerge, secondo Thomas e Witschel, da tali testi. Piuttosto, le iscrizioni da riedificazioni vanno associate all'antica realtà fisica, sebbene in un linguaggio sfumato, simbolico e di formule.
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D’Encarnação, José. "[Recensão a] La Collezione Epigrafica dei Musei Capitolini". Conimbriga: Revista de Arqueologia 29 (1990): 160–62. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8657_29_14.

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Pollard, Nigel. "Art, benefaction and élites in Roman Etruria. Funerary relief fragments from Saturnia". Papers of the British School at Rome 66 (noviembre de 1998): 57–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004232.

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ARTE, BENEFICENZA ED ELITE NELL'ETRURIA ROMANA. FRAMMENTI DI RILIEVI FUNERARI DA SATURNIAQuesto articolo discute due frammenti di scultura, uno di una scena di banchetto e l'altro rappresentante un gladiatore, attualmente localizzati nella moderna città – e precedente colonia romana – di Saturnia. I frammenti provengono da una grande villa tardo repubblicana/alto imperiale situata nei dintorni della città. L'evidenza epigrafica suggerisce che questa villa potrebbe essere appartenuta ad una famiglia locale (probabilmente di decurioni), i Varii. La scultura potrebbe derivare dalla tomba monumentale di un membro di quella famiglia. Sia banchetti che gladiatori sono comunemente rappresentati su monumenti funerari romani, e rappresentano anche una componente comune di opere civiche di beneficenza. Il materiale epigrafico di Saturnia rappresenta un'importante evidenza di euergetismo nel principato, e la scultura funeraria proviene da quel contesto culturale. L'evidenza di euergetismo a Saturnia fa riferimento alia continua stretta relazione fra proprietari terrieri locali e la vita civica, per il tramite del principato. Ciò è in contrasto con quanta avveniva nella bassa valle dell'Albegna, dove, fin dai tempi di Augusto, i proprietari che non risiedono nelle sue terre avevano mostrato scarsa partecipazione alia vita civica.
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DEVIJVER, H. y F. VAN WONTERGHEM. "'Nuova' testimonianza epigrafica sull'allevamento transumante in territorio albense (AE1974, 308)". Ancient Society 19 (1 de enero de 1988): 97–103. http://dx.doi.org/10.2143/as.19.0.2011345.

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Camodeca, Giuseppe. "L'attività dell'ordo decurionum nelle città della Campania dalla documentazione epigrafica". Cahiers du Centre Gustave Glotz 14, n.º 1 (2003): 173–86. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2003.1584.

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Culasso Gastaldi, Enrica. "Abbattere la stele. Riscrittura epigrafica e revisione storica ad Atene". Cahiers du Centre Gustave Glotz 14, n.º 1 (2003): 241–62. http://dx.doi.org/10.3406/ccgg.2003.1591.

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Tesis sobre el tema "Epigrafica"

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Zoia, Serena <1986&gt. "Un Mediolaniensis mos in epigrafia: l'officina epigrafica di Mediolanum". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6847/1/serena_Zoia_tesi.pdf.

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Si compie un'indagine al fine di determinare se all'interno dell'epigrafia romana fossero presenti precise specificità locali e quale livello di consapevolezza ne avessero i fruitori del mezzo epigrafico. Campione di indagine è l'orizzonte epigrafico di Mediolanum, di cui si definiscono le specificità - monumentali, impaginative, sintattiche, ma anche relative a maestranze e committenza - per confronto con le produzioni epigrafiche circostanti. Il quadro finale è quello di una produzione ben inserita negli orizzonti cisalpino e transpadano, ma che allo stesso tempo se ne differenzia per una serie di peculiarità, che in taluni casi sembrerebbero volutamente ricercate dai committenti.
The aim of this thesis is to point out the existence of local specificities in the Roman epigraphic production, and to determine whether the users of the epigraphic medium were aware of them or not. At this purpose the epigraphic production of Mediolanum has been taken into account; the Milanese inscriptions have been catalogued, analyzed from both a monumental and textual point of view, and compared to those of other Cisalpine cities. In this way it has been possible to find out several peculiarities that distinguished the epigraphic habit of Mediolanum from both the Cisalpine and Transpadane one; besides, in some cases, the purchasers of the inscriptions seem to have been well aware of these peculiarities.
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Zoia, Serena <1986&gt. "Un Mediolaniensis mos in epigrafia: l'officina epigrafica di Mediolanum". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6847/.

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Resumen
Si compie un'indagine al fine di determinare se all'interno dell'epigrafia romana fossero presenti precise specificità locali e quale livello di consapevolezza ne avessero i fruitori del mezzo epigrafico. Campione di indagine è l'orizzonte epigrafico di Mediolanum, di cui si definiscono le specificità - monumentali, impaginative, sintattiche, ma anche relative a maestranze e committenza - per confronto con le produzioni epigrafiche circostanti. Il quadro finale è quello di una produzione ben inserita negli orizzonti cisalpino e transpadano, ma che allo stesso tempo se ne differenzia per una serie di peculiarità, che in taluni casi sembrerebbero volutamente ricercate dai committenti.
The aim of this thesis is to point out the existence of local specificities in the Roman epigraphic production, and to determine whether the users of the epigraphic medium were aware of them or not. At this purpose the epigraphic production of Mediolanum has been taken into account; the Milanese inscriptions have been catalogued, analyzed from both a monumental and textual point of view, and compared to those of other Cisalpine cities. In this way it has been possible to find out several peculiarities that distinguished the epigraphic habit of Mediolanum from both the Cisalpine and Transpadane one; besides, in some cases, the purchasers of the inscriptions seem to have been well aware of these peculiarities.
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Urio, Simone <1992&gt. "La collezione epigrafica della famiglia Emo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8768.

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Dopo una breve introduzione sul collezionismo antiquario ed epigrafico nel Veneto e soprattutto a Venezia, la tesi si concentra sullo studio della formazione e dispersione della raccolta epigrafica appartenuta alla famiglia veneziana settecentesca degli Emo di San Simeon Piccolo.
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Bardella, Ylenia <1994&gt. "La collezione epigrafica dell'abate Onorio Arrigoni". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20645.

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Dopo una breve introduzione sul collezionismo epigrafico e antiquario a Venezia e in Veneto a cavallo tra Seicento e Settecento, la tesi analizzerà la formazione e la dispersione della raccolta epigrafica appartenuta all'abate Onorio Arrigoni; la ricerca ha il suo fondamento nelle trascrizioni delle epigrafi che il nobile adriese Ottavio Bocchi realizzò durante una visita al museo Arrigoni e che successivamente inviò per via epistolare a Ludovico Antonio Muratori, nel gennaio del 1737. ​
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Ballotta, Francesca <1994&gt. "I Desticii della Regio X. Un’indagine epigrafica e prosopografica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13851.

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A partire da un dossier epigrafico composto da 18 iscrizioni si vuole esaminare la prosopografia degli esponenti di rango equestre e senatorio della gens Desticia originari della Venetia, attestati in una forbice cronologica compresa tra l’età antonina e la seconda metà del III secolo d.C. nella loro città natale Iulia Concordia, ma anche ad Aquileia, Cividale del Friuli, Industria (nell’odierno Piemonte) e a Roma, nonchè nelle provincie di Retia, Lusitania e Britannia. L’obiettivo principale consiste nell’esaminare carriere, genealogia e legami familiari stabiliti con altre gentes (in particolare dai Salustii) dai Desticii concordiesi (6 uomini, 2 donne di rango senatorio, 3 liberti) documentati a livello epigrafico, evidenziando soprattutto le dinamiche e gli strumenti da essi messi in atto per il conseguimento della loro promozione sociale, ottenuta dapprima con l’ammissione all’ordo equestre e coronata dall’ingresso in senato tramite adlectio imperiale.
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FUSCO, Angela. "La gestione dell'acqua nelle civitates dell'Italia romana. La documentazione epigrafica". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90858.

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Ferraro, Antonella. "Per una storia della falsificazione epigrafica. Problemi generali e il caso del Veneto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424080.

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Among the studies dedicated to the "Rediscovery of the Ancient World" from the thirteenth century to the present days, forgery has attracted much attention. The fake is now recognized as a ‘document of its time’ and a primary source of the History, for the informations it provides about the knowledge of Classical Antiquity, the ideas and tastes of that period and the reasons of the forgery. Among the various types of forgery, little space has been devoted to false inscriptions, on stone or only known from manuscript sources: previous studies on this subject have been partial and unsystematic and in most cases there has not been a review of epigraphic documents. This research has aimed to trace a history of epigraphic forgery, through the review of the Venetian corpus of false latin inscriptions, published in the Corpus Inscriptionum Latinarum. The global corpus has been investigated from both chronological and typological point of view, in order to identify the nature, meaning and function of such documents in each town of Veneto: false inscriptions have been distinguished from copies and creations just inspired to Classical Antiquity. This study shows the main trends followed in the creation of fakes over the centuries, the scholars who created them as part of their researches on 'Classical Antiquity’ or those who worked for purely commercial purposes. It has been possible for the first time to carry out a comprehensive and diachronic study of the phenomenon in a specific area of Italy, investigating the changes of opinion about forgery in different periods and cultures and its geographical peculiarities
Nell’ambito degli studi che sotto vari aspetti si sono occupati dell’atteggiamento assunto dal Duecento fino ai giorni nostri nei confronti dell’antichità classica, una sempre crescente attenzione è stata riservata alla falsificazione. Questa è oggetto di studio da parte di molteplici discipline, che riconoscono ormai nel falso un “documento della propria epoca” e, in quanto tale, una fonte primaria della storia, per le informazioni che fornisce sulla conoscenza dell’antichità classica che si stava imitando, sulle idee e sul gusto dell’epoca, oltre che sulle motivazioni della falsificazione. Nell’ambito di questi studi, relativamente poco spazio è stato dedicato ai falsi epigrafici, sia lapidei sia cartacei: gli studi effettuati sull’argomento sono stati parziali e non sistematici, e nella maggior parte dei casi è mancato un riesame dei documenti epigrafici. Il presente studio ha lo scopo di tracciare una storia della falsificazione epigrafica, attraverso il riesame delle iscrizioni false in lingua latina del Veneto pubblicate nel volume V del Corpus Inscriptionum Latinarum. Dopo una preliminare riflessione sul concetto di falso epigrafico e sulla sua distinzione dalla copia e dalla creazione all’antica, l’intero corpus è stato indagato dal punto di vista cronologico e tipologico, al fine di individuare la natura, il significato e la funzione di queste iscrizioni nei singoli centri veneti. La revisione di questi documenti ha permesso di individuare le principali linee di tendenza seguite nella creazione dei falsi nel corso dei secoli, dagli studiosi che li crearono nell’ambito delle loro indagini sull’antichità classica a coloro che operarono per puri fini commerciali. E’ stato possibile per la prima volta avviare uno studio complessivo e diacronico della falsificazione epigrafica in una determinata zona d’Italia, indagando i cambiamenti che si ebbero nei confronti di questo fenomeno nelle varie fasi della storia e della cultura e le sue peculiarità geografiche
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Piras, Marianna. "La tipologia epigrafica delle iscrizioni ebraiche e cristiane della Sardegna e della Penisola iberica". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/458875.

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Il lavoro di ricerca si propone di tracciare un breve parallelo tra l'epigrafia ebraica e l'epigrafia cristiana in due aree dell'orbis romano legate tra di loro. La storia dell'epigrafia ha dimostrato come tendenze e mode si riflettessero anche nelle iscrizioni, seppure in ambiti diversi. Anche nelle iscrizioni ebraiche e cristiane questi modelli si riflettono nelle diverse tipologie monumentali. Partendo dalla storia, dall'analisi delle fonti letterarie e materiali, si è cercato di capire come e quali entità avessero le comunità ebraiche e come la successiva cristianizzazione di questi territori abbia influito nei loro rapporti e nella loro produzione epigrafica.
The research aims to trace a short parallel between Jewish and Christian epigraphy in two areas of Roman orbis linked to each other. The history of epigraphy has shown how trends and ways are reflected in the inscriptions, although in different domains. Even in Jewish and Christian inscriptions these models are reflected in the various monumental types. From the history, from the analysis of literary and material sources, we tried to understand how and what entities the Jewish communities had and how the subsequent Christianization of these territories influenced their relationships and their epigraphic production.
La investigación tiene como objetivo dar un breve paralelo entre la epigrafía epigrafía judía y cristiana en dos áreas romanas relacionadas entre ellas. La historia de la epigrafía ha demostrado que las tendencias y las modas se reflejaron también en las inscripciones, aunque en diferentes esferas. Incluso en las inscripciones judías y cristianas estos modelos se reflejan en diferentes tipologías monumentales. A partir de la historia, del análisis de las fuentes y de los materiales literarios, trataba de entender cómo y qué entidad han tenido las comunidades judías y cómo la posterior cristianización de estos territorios ha afectado a su relación y su producción epigráfica.
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Cervellati, Nicola <1981&gt. "I diplomi militari: una fonte epigrafica ufficiale per lo studio delle flotte provinciali romane". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1651/1/Cervellati_Nicola_tesi.pdf.

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This work analyzes the role of roman provincial fleets, mainly through the use of military diplomas. All the evidence has been collected, ordered and commented with special attention to the role of diplomas as official documents for the study of the naval provincial garrisons in the Ist and IInd centuries A.D.. Problems deriving from diplomas as still imperfect proofs for a full reconstruction of the history of roman fleets have been registered. Epigraphic evidence has been also taken into account to describe the history of the fleets.
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Cervellati, Nicola <1981&gt. "I diplomi militari: una fonte epigrafica ufficiale per lo studio delle flotte provinciali romane". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1651/.

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This work analyzes the role of roman provincial fleets, mainly through the use of military diplomas. All the evidence has been collected, ordered and commented with special attention to the role of diplomas as official documents for the study of the naval provincial garrisons in the Ist and IInd centuries A.D.. Problems deriving from diplomas as still imperfect proofs for a full reconstruction of the history of roman fleets have been registered. Epigraphic evidence has been also taken into account to describe the history of the fleets.
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Libros sobre el tema "Epigrafica"

1

Calvelli, Lorenzo. La falsificazione epigrafica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-386-1.

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2

D'Aversa, Arnaldo. Crestomazia etrusca epigrafica. Brescia: Paideia, 1997.

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3

Tamponi, Pietro. Silloge epigrafica Olbiense. Milano: Ennerre, 1999.

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4

editor, Capaldi Carmela y Zevi Fausto editor, eds. La collezione epigrafica. Napoli: Museo archeologico nazionale di Napoli, 2017.

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5

Scienza epigrafica: Contributi alla storia degli studi di epigrafia latina. Faenza: Fratelli Lega, 2010.

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6

Limentani, Ida Calabi. Scienza epigrafica: Contributi alla storia degli studi di epigrafia latina. Faenza: Fratelli Lega, 2010.

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7

Genealogie estensi e falsificazione epigrafica. Roma: Casa editrice Quasar, 1990.

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8

Lepore, Paolo. Rei pubblicae polliceri: Un'indagine giuridico-epigrafica. Milano: Giuffre, 2005.

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9

Museo archeologico dell'antica Capua: Collezione epigrafica. Roma: Quasar, 2011.

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10

ambrosiana, Biblioteca, ed. Loquentes lapides: La raccolta epigrafica dell'Ambrosiana. Milano (Italy): Biblioteca ambrosiana, 2014.

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Capítulos de libros sobre el tema "Epigrafica"

1

De Rubeis, Flavia. "La produzione epigrafica, prima e dopo il 774". En 774, ipotesi su una transizione, 403–22. Turnhout: Brepols Publishers, 2008. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.3.1257.

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2

Marchioli, Nicoletta Giovè. "La maiuscola gotica epigrafica nell’Italia settentrionale. Il caso di Padova". En I Longobardi a Venezia, 451–60. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2020. http://dx.doi.org/10.1484/m.hama-eb.5.118896.

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3

Guardo, Marco. "Riuso e ricezione epigrafica di un chiavistello rinvenuto a Manziana". En Maraviglia, 147–56. Köln: Böhlau Verlag, 2021. http://dx.doi.org/10.7788/9783412522391.147.

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4

Gramigni, Tommaso. "Un catalogo delle iscrizioni medievali del territorio Fiorentino. Esempi di scrittura epigrafica nell’area di Firenze tra XI e XIII secolo". En Bibliologia, 393–409. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.bib.1.101492.

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5

De Rubeis, Flavia. "Epigrafia femminile: la trasformazione delle virtù". En Haut Moyen Âge, 53–73. Turnhout: Brepols Publishers, 2007. http://dx.doi.org/10.1484/m.hama-eb.3.513.

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6

Felle, Antonio Enrico. "Documenti epigrafici di committenza ebraica. Omologazione e alterità". En JAOC Judaïsme antique et origines du christianisme, 741–67. Turnhout: Brepols Publishers, 2017. http://dx.doi.org/10.1484/m.jaoc-eb.5.111728.

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7

De Rubeis, Flavia. "La corona del martire, ovvero l’agone epigrafico tra cristiani e pagani". En Agôn. La compétition, Ve-XIIe siècle, 253–71. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.hama-eb.1.101226.

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8

Cosentino, Salvatore. "Epigrafia e società nella Sardegna bizantina (VII–XI secolo). Alcune osservazioni". En Studies in Byzantine Epigraphy 1, 71–92. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2022. http://dx.doi.org/10.1484/m.sbe-eb.5.131799.

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9

De Rubeis, Flavia. "Le epigrafi fra tarda antichità e primo medioevo". En Le trasformazioni del V secolo. L'Italia, i barbari e l'Occidente romano, 705–27. Turnhout: Brepols Publishers, 2010. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.4.00026.

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10

Orlandi, Silvia. "Per la storia edilizia di Roma nel iv secolo. Qualche contributo epigrafico". En Studi e testi tardoantichi, 507–23. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.stta-eb.5.119103.

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Actas de conferencias sobre el tema "Epigrafica"

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Brandão, Luciana dos Santos. "EDUCAÇÃO E CONTEMPORANEIDADE: A URGÊNCIA DA APROPRIAÇÃO DAS TECNOLOGIAS DIGITAIS". En I Congresso Brasileiro de Educação a Distância On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2021. http://dx.doi.org/10.51189/rema/1124.

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Resumen
Introdução: Na contemporaneidade estamos vivenciando transformações paradigmáticas que tencionam discussões acerca da apropriação das tecnologias digitais. Nesta esteira de análise, o presente artigo propõe-se a problematizar o percurso da formação ead para docência no curso de Pós-graduação Lato Sensu em Mídias na Educação promovido pela Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia- UESB/Jequié em 2020. Objetivo:A política de formação para a docência, ora epigrafada, vem assumindo ações significativas objetivando a reconstrução da autonomia na perspectiva da tríade ensino/pesquisa/docência. A formação coloca em xeque a apropriação das tecnologias digitais enquanto meios potencializadores de uma práxis pedagógica que atenda as demandas do atual contexto pandêmico. Material e métodos: Diante do exposto, a pós em mídias traça um caminho metodológico exploratório no que tange ao desenvolvimento de produções e registros digitais interativos feito pelos alunos/docentes em Ambientes Virtuais de Aprendizagem um espaço que possibilita ressignificação de práticas. Se valendo da plataforma moodle,em que a tutoria ead encaminha,e orienta as atividades em momentos síncronos e /ou assícronos. Resultados:O movimento epistemológico do curso corrobora para que os alunos/docentes utilizem em seu fazer pedagógico inovações no ensino remoto,uma vez que, é proposto uma diversidade de dispositivos digitais. Conclusão:Nesse contexto educacional de multiletramentos,impera pontuar que, é necessário uma conexão do professor mediador de aprendizagem com os recursos tecnológicos possibilitados na educação contemporânea.
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2

Silva, Leandro Vieira da. "Na Linguística, na História e na Arqueologia: a importância da epigrafia para os estudos sobre o Brasil colonial, os casos das cerâmicas da Casa da Torre e das lápides da Igreja de Nossa Senhora da Vitória, Bahia". En II Congresso Brasileiro Online de Letras. Congresse.me, 2022. http://dx.doi.org/10.54265/rypg6761.

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3

Cebrián Fernández, Rosario, Raúl Carral Fernández y Román Esteban Díez. "Arqueología reconstructiva digital para el visitante de Segobriga. La experiencia POLIRURAL en su Parque Arqueológico". En Congreso CIMED - II Congreso Internacional de Museos y Estrategias Digitales. Valencia: Editorial Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/cimed22.2022.15351.

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Resumen
La ocupación del yacimiento arqueológico de Segobriga se extiende en el cerro de Cabeza de Griego (Saelices, Cuenca) entre la Segunda Edad del Hierro y la Época Medieval. Para reconstruir su historia a lo largo de estos siglos contamos con los datos estratigráficos aportados por las excavaciones realizadas desde los años 50 del siglo XX hasta la actualidad, pero también con la información manuscrita referente a los hallazgos antiguos y trabajos arqueológicos de los siglos XVIII y XIX. Al mismo tiempo, los estudios vinculados a la epigrafía, la arquitectura, decoración arquitectónica y esculturas han permitido plantear hipótesis interpretativas de restitución de la ciudad altoimperial y tardoantigua. La apertura pública del Parque Arqueológico de Segóbriga en 2002 creó las primeras imágenes virtuales para facilitar al visitante su interpretación en su propio entorno histórico y natural. Desde 2018, en el Parque se desarrolla un proyecto de divulgación científica a través de la implementación de herramientas digitales, que permiten a su visitante interpretar los restos arqueológicos. El proyecto POLIRURAL está implementado las TIC en la visita, desarrollando diferentes herramientas a través de nuevas tecnologías innovadoras, que ayudan, junto con una estrategia de interpretación adecuada, a la transferencia del conocimiento científico del yacimiento al gran público. A día de hoy, el proyecto ha incorporado una amplia gama de contenidos que versan sobre la difusión del patrimonio y la naturaleza mediante numerosas técnicas punteras como la Realidad Aumentada, la fotogrametría, reconstrucciones virtuales, recreaciones 3D, avisos sonoros, reconocimiento de imágenes, entre otras, que reconstruyen con exactitud diversos espacios excavados, sobre el entorno real y sin perder la percepción de este. Así, a través del desarrollo de nuevos recursos y herramientas virtuales se facilita a los diferentes tipos de usuarios el acceso al conocimiento arqueológico del yacimiento, esencia de su Parque. El proyecto ha conseguido poner en valor la investigación científica, adaptándola a las necesidades del visitante a través de la gestión eficiente de los recursos disponibles. Participa un equipo multidisciplinar que cuenta con una amplia experiencia previa en patrimonio arqueológico, creación de contenidos interpretativos y divulgación didáctica, así como en proyectos de investigación y desarrollo. POLIRURAL, es un proyecto de Desarrollo Rural Europeo financiado a través de los fondos de Innovación Horizonte 2020. En él participa el Grupo Tragsa en representación de España junto a 16 países europeos.
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Informes sobre el tema "Epigrafica"

1

Simón Cornago, Ignacio. La epigrafía de El Palomar de Oliete: cultura escrita en un poblado ibérico. Edicions de la Universitat de Lleida, 2018. http://dx.doi.org/10.21001/rap.2018.28.4.

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