Literatura académica sobre el tema "Endoarterectomia"

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Artículos de revistas sobre el tema "Endoarterectomia"

1

Caputo, N., R. Scaroni, M. Hamam, P. Mazzi, R. Scatolini, P. Cao, F. Verzini, S. Ricci, M. Celani y E. Signorini. "Lesioni ischemiche cerebrali TEA-correlate: Valutazione TC su 100 casi operati". Rivista di Neuroradiologia 6, n.º 3 (agosto de 1993): 331–36. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600314.

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Resumen
Per valutare l'incidenza delle lesioni ischemiche cerebrali silenti che si realizzano in corso di intervento di tromboendoarterectomia carotidea è stata passata in revisione una serie con-secutiva di 100 casi, tutti studiati preoperatoriamente e nei periodo postoperatorio precoce con esame tomodensitometrico cerebrale. Sui 100 casi considerati, 7 hanno presentato nella TC postoperatoria una lesione ischemica non evidente nella TC preoperatoria; tali lesioni hanno avuto un corrispettivo clinico in 3 pazienti mentre in 4 sono passate asintomatiche. Gli autori discutono il ruolo dell'esame tomodensitometrico cerebrale nella quantificazione obbiettiva del rischio perioperatorio con breve commento sulla disparita dei dati segnalati in letteratura per quanto riguarda questo argomento. L'esame tomodensitometrico cerebrale effettuato prima e dopo l'intervento di endoarterectomia permette diindividuare le lesioni ischemiche TEA-correlate con possibilità di dimostrare, oltre alle lesioni che hanno un corrispettivo clinico, anche quelle clinicamente mute. Un ulteriore vantaggio offerto dall'esame TC è quello di distinguere agevolmente e immediatamente la complicanza ischemica perioperatoria da quella emorragica che si realizza nello 0,5–1%.
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Gagliardi, R., L. Benvenuti, A. Amadori y L. Rossi. "TEA con tecnica microchirurgica sotto protezione barbiturica e monitoraggio intraoperatorio di EEG e PESS". Rivista di Neuroradiologia 9, n.º 2_suppl (noviembre de 1996): 75–83. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s209.

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Resumen
Vari trials clinici recentemente conclusi hanno dimostrato l'efficacia della endoarterectomia carotidea nella prevenzione dello stroke, in pazienti sintomatici e non, con stenosi carotidea superiore al 70%. Il suddetto beneficio si realizza soltanto se l'incidenza percentuale di mortalità e morbilità viene mantenuta ragionevolmente bassa. Il ruolo del chirurgo è pertanto fondamentale e si estrinseca essenzialmente in due momenti: la selezione dei pazienti da sottoporre al trattamento chirurgico e l'accuratezza della tecnica chirurgica. In questo lavoro gli Autori riportano la loro esperienza relativa a 64 TEA (tromboendoarterectomie), eseguite in 59 pazienti negli anni compresi fra il 1991 ed il 1994, in cui era stato seguito un rigido protocollo per la selezione dei pazienti che erano poi stati sottoposti ad intervento con tecnica microchirurgica, protezione barbiturica e monitoraggio intraoperatorio di EEG e PESS. L'assenza di mortalità e morbilità operatorie come pure la mortalità a distanza, limitata ad un solo paziente deceduto per stroke vertebrobasilare alcuni mesi dopo l'intervento, incoraggiano gli autori a proseguire nel cammino intrapreso; i risultati ottenuti rappresentano una ulteriore conferma del fatto che una accurata selezione preoperatoria unita ad un rigido protocollo comportamentale perioperatorio sono fondamentali per garantire il successo di una procedura il cui scopo è profilattico più che terapeutico.
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TENJIN, Hiroshi, Takuya KAWABE, Yasuhiro HAYASHI, Yasuo INOUE, Yasuhiko OSAKA, Takashi HOURI, Yoshikazu NAKAHARA, Kanji TAKEMI y Satoshi KUBO. "Carotid Endoarterectomy Using Patch Graft". Surgery for Cerebral Stroke 32, n.º 1 (2004): 49–54. http://dx.doi.org/10.2335/scs.32.49.

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Ducati, A., E. Fava, A. Landi, M. Cenzato, E. Bortolani, R. Trazzi y R. Villani. "SEPS and EEG monitoring during carotid endoarterectomy". Electroencephalography and Clinical Neurophysiology 61, n.º 3 (septiembre de 1985): S26—S27. http://dx.doi.org/10.1016/0013-4694(85)90136-1.

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Giuliani, E., G. Coppi, S. Genedani, C. Bonvecchio, F. Mosca y A. Barbieri. "S100-b levels after carotid endoarterectomy - pilot study". European Journal of Anaesthesiology 28 (junio de 2011): 99. http://dx.doi.org/10.1097/00003643-201106001-00315.

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Fanelli, Fabrizio, Pierleone Lucatelli, Massimiliano Allegritti, Alessandro Cannavale, Andrea Wlderk y Roberto Passariello. "Percutaneous endoarterectomy: Unusual complication during thoracic endovascular repair". Clinical Radiology 67, n.º 11 (noviembre de 2012): 1124–26. http://dx.doi.org/10.1016/j.crad.2012.03.004.

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7

Maiuri, Francesco, Biagio Gallicchio, Giorgio Iaconetta, Antonio Bernardo y Lazzaro Luca Serra. "Ultrasonographic findings that predict carotid restenosis after endoarterectomy". European Journal of Ultrasound 2, n.º 4 (octubre de 1995): 261–67. http://dx.doi.org/10.1016/0929-8266(95)00111-4.

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Cofrancesco, Elisabetta, Eloisa Arbustini, Francesca Rossi, Andrea Negri, Elena Tremoli, Livio Gabrielli, Marina Camera y Michele Cortellaro. "Atorvastatin and Thrombogenicity of the Carotid Atherosclerotic Plaque: the ATROCAP Study". Thrombosis and Haemostasis 88, n.º 07 (2002): 41–47. http://dx.doi.org/10.1055/s-0037-1613151.

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Resumen
SummaryStatins appear to have beneficial effects on fibrous cap stabilisation but their effects on plaque thrombogenicity have not been reported. To evaluate the thrombogenicity of human carotid plaques before and after atorvastatin treatment, 59 patients with bilateral carotid stenosis eligible for two-step carotid endoarterectomy (CEA) were randomly assigned to atorvastatin, 20 mg/day, or placebo. Histological and immunohistochemical analyses, Tissue Factor (TF), Tissue Factor Pathway Inhibitor (TFPI) antigens (Ag) and TF activity were determined in endoarterectomy specimens obtained at baseline and after treatment. Mean TFAg and TFPIAg levels from plaques removed at the first CEA were 55 ± 56 and 32 ± 26 pg/mg. After placebo, TFAg and TFPIAg content was higher in the second than the first CEA. Plaques removed at the second CEA from atorvastatin-treated patients had a lower macrophage content than plaques at the first CEA. TFAg and TFPIAg levels, and TF activity in plaques after atorvastatin treatment were lower (respectively 29, 18% and 56%) than after placebo. These findings indicate that atorvastatin reduce the inflammatory/thrombotic phenotype of carotid plaque, suggesting that these drugs may indeed have a beneficial effect on cerebrovascular events.We are indebted to Pfizer Italia for providing atorvastatin, 20 mg, and placebo.
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Fanelli, Fabrizio, Emanuele Boatta, Pierleone Lucatelli y Roberto Passariello. "Limiting Complications During Carotid Artery Stenting in Complex Lesions". Interventional Cardiology Review 5, n.º 1 (2010): 66. http://dx.doi.org/10.15420/icr.2010.5.1.66.

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Resumen
Stroke is the third leading cause of death and permanent disability in the US and Europe. During the last decade, carotid artery stenting (CAS) has gained a role as an alternative option to carotid endoarterectomy (CEA). Both patient selection and plaque morphology are crucial to reduce the risk of complications. Technical aspects such as the employment and selection of different types of cerebral protection devices, distal occlusion balloons, filters, proximal protection systems and stent selection will be widely discussed.
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Nucci, Carlo, Eugenio Martelli, Annalisa Appolloni y Stefano Palma. "A case of central retinal artery occlusion after carotid endoarterectomy". Eye 11, n.º 5 (septiembre de 1997): 755–57. http://dx.doi.org/10.1038/eye.1997.192.

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Tesis sobre el tema "Endoarterectomia"

1

MIGLIARA, Bruno. "Pazienti ad alto rischio in patologia carotidea: endoarterectomia vs. trattamento endovascolare". Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2007. http://hdl.handle.net/11562/338118.

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Resumen
Le procedure endovascolari, introdotte negli anni ’70 per il trattamento a minima invasività di lesioni vascolari di difficile accesso o ad elevato rischio chirurgico (lesioni vascolari intracraniche, angiodisplasie, etc.), hanno avuto negli anni ’80 e soprattutto nell’ultimo decennio un’evoluzione “esplosiva” nel trattamento di pressoché tutte le patologie arteriose, sia di tipo ostruttivo che dilatativo,dei diversi territori vascolari (1, 2). Negli anni ’90, per molte patologie arteriose si è verificata un’inversione di tendenza e per esse è diventato approccio di prima scelta la procedura endovascolare, sostituendosi quasi completamente all’intervento chirurgico o integrandosi con esso per permettere di ottenere risultati più duraturi nel tempo. Pertanto, negli ultimi anni, le procedure percutanee hanno avuto un rapido sviluppo e si è tentato di applicare tali metodiche a tutti gli ambiti della patologia vascolare; questo anche in considerazione del continuo e progressivo sviluppo di nuovi materiali. L’applicazione delle tecniche endovascolari al distretto sovraortico, e alle arterie carotidi in particolare, è sicuramente quella che ha più faticato ad affermarsi, soprattutto in considerazione del rischio di embolizzazione del sistema nervoso centrale e agli ottimi risultati attualmente raggiunti dalla chirurgia carotidea (3). L’ictus ischemico cerebrale rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie; si pensi che studi della letteratura riportano l’ictus come responsabile del 26,3% delle morti in Giappone, del 9,4% in Italia e del 6,3% negli USA (4). La mortalità a 30 giorni dall’ictus raggiunge il 20%, mentre la sopravvivenza a 1 e a 5 anni è rispettivamente del 52% e del 30%. Fra coloro che superano un ictus 2/3 presentano deficit neurologici permanenti, la metà sopravvive per almeno 5 anni e 1/3 richiedono una riabilitazione in centri specializzati; solo il 36% ritorna ad un’attività lavorativa e il 4% rimane non autosufficiente (5). L’infarto cerebrale ischemico è responsabile di oltre l’80% dei casi d’ictus nella popolazione, di cui solo il 16-20% è d’origine cardioembolica, mentre la patogenesi della grande maggioranza di tali eventi è da ricondursi alla presenza di placche aterosclerotiche a livello dei principali vasi cerebroafferenti ed in particolare a livello della biforcazione carotidea.
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Ruggiero, Massimo <1974&gt. "Valutazione dei disturbi cognitivi nei pazienti sottoposti a Rivascolarizzazione Carotidea (Endoarterectomia vs Stenting) mediante dosaggio di marker di danno neuronale, Mini Mental State Examination e Risonanza Magnetica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4609/1/Ruggiero_Massimo_tesi.pdf.

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Resumen
Scopo del nostro studio è quello di valutare i disturbi cognitivi in relazione al tasso di microembolia cerebrale in due gruppi di pazienti trattati per lesione carotidea asintomatica con endoarterectomia (CEA) o stenting (CAS). Comparando le due metodiche mediante l’utilizzo di risonanza magnetica in diffusione (DW-MRI), neuromarkers (NSE e S100β) e test neuropsicometrici. MATERIALE E METODI: 60 pazienti sono stati sottoposti a rivascolarizzazione carotidea (CEA n=32 e CAS n=28). Sono stati tutti valutati con DW-MRI e Mini-Mental State Examination (MMSE) test nel preoperatorio, a 24 ore, a 6 ed a 12 mesi dall’intervento. In tutti sono stati dosati i livelli sierici di NSE e S100β mediante 5 prelievi seriati nel tempo, quello basale nel preoperatorio, l’ultimo a 24 ore. L’ananlisi statistica è stata effettuata con test t di Student per confronti multipli per valori continui e con test χ2 quadro e Fisher per le variabili categoriche. Significatività P <0,05. RISULTATI: Non vi è stato alcun decesso. Un paziente del gruppo CAS ha presentato un ictus ischemico. In 6 pazienti CAS ed in 1 paziente CEA si sono osservate nuove lesioni subcliniche alla RMN-DWI post-operatoria (21,4% vs 3% p=0,03). Nel gruppo CAS le nuove lesioni presenti alla RMN sono risultate significativamente associate ad un declino del punteggio del MMSE (p=0,001). L’analisi dei livelli di NSE e S100β ha mostrato un significativo aumento a 24 ore nei pazienti CAS (P = .02). A 12 mesi i pazienti che avevano presentato nuove lesioni ischemiche nel post-operatorio hanno mostrato minor punteggio al MMSE, non statisticamente significativo. CONCLUSIONI: I neuromarkers in combinazione con MMSE e RMN-DWI possono essere utilizzati nella valutazione del declino cognitivo correlato a lesioni silenti nell’immediato postoperatorio di rivascolarizzazione carotidea. Quest’ultime dovrebbero essere valutate quindi non solo rispetto al tasso di mortalità e ictus, ma anche rispetto al tasso di microembolia.
The aim of our study is to evaluate cognitive impairment in relation to the rate of cerebral injury in two groups of patients treated for asymptomatic carotid lesion with endarterectomy (CEA) or stenting (CAS). Comparing the two methods through the use of diffusion-weighted magnetic resonance (DW-MRI), neurobiochemical-markers (NSE and S100β) and neuropsychometric tests. MATERIALS AND METHODS: 60 patients underwent carotid revascularization (CEA and CAS n = 32 n = 28). All were assessed by DW-MRI and Mini-Mental State Examination (MMSE) test preoperatively, at 24 hours, at 6 and 12 months postoperatively. Venous blood samples to assess serum levels of NSE and S100β protein were collected for each patient preoperatively and five times in a 24-hour period postoperatively. The relationship between serum marker levels and neuropsychometric and imaging tests and differences between the two groups of patients were analyzed by Student's t test for multiple comparisons for continuous values and χ2 test and Fisher for categorical variables. Significance P <0.05. RESULTS: There was no death. One patient in the CAS group has presented a stroke. In 6 patients CAS and 1 patient CEA have observed new subclinical brain injury on MRI-DWI postoperatively (21.4% vs 3% p = 0.03). In the CAS group, the new brain lesions were significantly linked at MMSE score decline (p = 0.001). The levels of NSE and S100β showed a significant increase at 24 hours in CAS patients (P = .02). The patients who had new lesion postoperatively showed a nonsignificant lower MMSE score at 12 months. CONCLUSIONS: Biochemical markers combined with MMSE and MRI-DWI can be used in the assessment of cognitive decline related to silent injurues after carotid revascularization. These procedures should be evaluated not only with respect to mortality and stroke, but also with respect to the rate of microembolism.
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Ruggiero, Massimo <1974&gt. "Valutazione dei disturbi cognitivi nei pazienti sottoposti a Rivascolarizzazione Carotidea (Endoarterectomia vs Stenting) mediante dosaggio di marker di danno neuronale, Mini Mental State Examination e Risonanza Magnetica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4609/.

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Resumen
Scopo del nostro studio è quello di valutare i disturbi cognitivi in relazione al tasso di microembolia cerebrale in due gruppi di pazienti trattati per lesione carotidea asintomatica con endoarterectomia (CEA) o stenting (CAS). Comparando le due metodiche mediante l’utilizzo di risonanza magnetica in diffusione (DW-MRI), neuromarkers (NSE e S100β) e test neuropsicometrici. MATERIALE E METODI: 60 pazienti sono stati sottoposti a rivascolarizzazione carotidea (CEA n=32 e CAS n=28). Sono stati tutti valutati con DW-MRI e Mini-Mental State Examination (MMSE) test nel preoperatorio, a 24 ore, a 6 ed a 12 mesi dall’intervento. In tutti sono stati dosati i livelli sierici di NSE e S100β mediante 5 prelievi seriati nel tempo, quello basale nel preoperatorio, l’ultimo a 24 ore. L’ananlisi statistica è stata effettuata con test t di Student per confronti multipli per valori continui e con test χ2 quadro e Fisher per le variabili categoriche. Significatività P <0,05. RISULTATI: Non vi è stato alcun decesso. Un paziente del gruppo CAS ha presentato un ictus ischemico. In 6 pazienti CAS ed in 1 paziente CEA si sono osservate nuove lesioni subcliniche alla RMN-DWI post-operatoria (21,4% vs 3% p=0,03). Nel gruppo CAS le nuove lesioni presenti alla RMN sono risultate significativamente associate ad un declino del punteggio del MMSE (p=0,001). L’analisi dei livelli di NSE e S100β ha mostrato un significativo aumento a 24 ore nei pazienti CAS (P = .02). A 12 mesi i pazienti che avevano presentato nuove lesioni ischemiche nel post-operatorio hanno mostrato minor punteggio al MMSE, non statisticamente significativo. CONCLUSIONI: I neuromarkers in combinazione con MMSE e RMN-DWI possono essere utilizzati nella valutazione del declino cognitivo correlato a lesioni silenti nell’immediato postoperatorio di rivascolarizzazione carotidea. Quest’ultime dovrebbero essere valutate quindi non solo rispetto al tasso di mortalità e ictus, ma anche rispetto al tasso di microembolia.
The aim of our study is to evaluate cognitive impairment in relation to the rate of cerebral injury in two groups of patients treated for asymptomatic carotid lesion with endarterectomy (CEA) or stenting (CAS). Comparing the two methods through the use of diffusion-weighted magnetic resonance (DW-MRI), neurobiochemical-markers (NSE and S100β) and neuropsychometric tests. MATERIALS AND METHODS: 60 patients underwent carotid revascularization (CEA and CAS n = 32 n = 28). All were assessed by DW-MRI and Mini-Mental State Examination (MMSE) test preoperatively, at 24 hours, at 6 and 12 months postoperatively. Venous blood samples to assess serum levels of NSE and S100β protein were collected for each patient preoperatively and five times in a 24-hour period postoperatively. The relationship between serum marker levels and neuropsychometric and imaging tests and differences between the two groups of patients were analyzed by Student's t test for multiple comparisons for continuous values and χ2 test and Fisher for categorical variables. Significance P <0.05. RESULTS: There was no death. One patient in the CAS group has presented a stroke. In 6 patients CAS and 1 patient CEA have observed new subclinical brain injury on MRI-DWI postoperatively (21.4% vs 3% p = 0.03). In the CAS group, the new brain lesions were significantly linked at MMSE score decline (p = 0.001). The levels of NSE and S100β showed a significant increase at 24 hours in CAS patients (P = .02). The patients who had new lesion postoperatively showed a nonsignificant lower MMSE score at 12 months. CONCLUSIONS: Biochemical markers combined with MMSE and MRI-DWI can be used in the assessment of cognitive decline related to silent injurues after carotid revascularization. These procedures should be evaluated not only with respect to mortality and stroke, but also with respect to the rate of microembolism.
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CECCANEI, GIANLUCA. "Risultati a lungo termine di uno studio randomizzato sul ruolo della coronarografia sistematica preoperatoria prima di endoarterectomia carotidea in pazienti con malattia coronarica asintomatica". Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/917325.

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Resumen
L’incidenza di coronaropatia (CAD) nei pazienti sottoposti a chirurgia vascolare in elezione è tra 46% e 71% [1,2] con complicanze postoperatorie di tipo coronarico, osservate nel 20% dei casi, fino a 30 giorni dopo l’intervento di chirurgia vascolare [3] e con una mortalità per cause cardiache a distanza di 1 anno tra 6% e 10% [4,7]. Un ampio studio retrospettivo, ha dimostrato che il by-pass aorto coronarico (PAC) prima di un intervento periferico di chirurgia vascolare, ne migliora i risultati a lungo termine [8,9]. Seguendo questo studio, un gruppo di esperti ha raccomandato il PAC prima di un intervento periferico di chirurgia vascolare in un gruppo di pazienti con angina instabile, per i quali il PAC offre maggiori benefici in termini di sopravvivenza a lungo termine [10]. Nonostante il consenso delle linee guida, la strategia ottimale preoperatoria per la gestione del rischio cardiaco tra i pazienti selezionati per intervento periferico di chirurgia vascolare, resta controverso, con una probabilità di discordanza tra due cardiologi di circa il 54% e con un 26% di probabilità che la raccomandazione per una rivascolarizzazione coronarica potrebbe essere direttamente contradditoria [11]. Dall’altro canto però, alcuni studi riportano l’efficacia di una coronarografia o scintigrafia miocardiaca con Tallio preoperatoria, seguita da una rivascolarizzazione coronarica selettiva, nella prevenzione di un infarto miocardico postoperatorio [12- 15]; altri studi non hanno dimostrato un sostanziale beneficio ed hanno sollevato il problema del sanguinamento intraoperatorio nei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione coronarica percutanea (PCI); sanguinamento dovuto alla terapia con doppia antiaggregazione [16-19]. In un precedente studio, abbiamo dimostrato che la coronarografia sistematica preoperatoria, seguita da una rivascolarizzazione coronarica selettiva, riduce significativamente l’incidenza di infarto del miocardio (IM) nei pazienti sottoposti ad intervento di endoarterectomia carotidea (CEA) senza un’evidenza clinica di coronaropatia (CAD) [20]. Riportiamo qui i risultati di un follow-up a lungo termine del nostro studio, per valutare se l’utilizzo di una coronarografia preoperatoria sistematica, seguita da rivascolarizzazione coronarica selettiva, possa ridurre significativamente l’incidenza di infarto del miocardio (IM) e possa allungare la sopravvivenza nei pazienti senza una precedente storia di patologia coronarica (CAD) al momento della chirurgia carotidea.
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Capítulos de libros sobre el tema "Endoarterectomia"

1

Stella, A., B. I. Cifiello, M. Gessardi, M. Mirelli, M. Trianni y R. Angelini. "Pre- and post-operative echotomography and aortic endoarterectomy". En Atherosclerosis and Cardiovascular Diseases, 557–63. Dordrecht: Springer Netherlands, 1987. http://dx.doi.org/10.1007/978-94-009-3205-0_74.

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Actas de conferencias sobre el tema "Endoarterectomia"

1

Corsico, Angelo Guido, Rita Di Domenica, Valentina Conio, Eti Maria Giulia Di Vincenzo, Maurizio Pin, Valentina Grazioli, Antonio Sciortino et al. "Factors associated with exercise limitation after pulmonary endoarterectomy". En ERS International Congress 2016 abstracts. European Respiratory Society, 2016. http://dx.doi.org/10.1183/13993003.congress-2016.pa3602.

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2

Di Domenica, Rita, Mariachiara Mennitti, Arianna Viscardi, Maurizio Pin, Valentina Grazioli, Antonio Sciortino, Catherine Klersy et al. "Exercise capacity after pulmonary endoarterectomy and its determinants". En Annual Congress 2015. European Respiratory Society, 2015. http://dx.doi.org/10.1183/13993003.congress-2015.oa3525.

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3

Di Domenica, Rita, Angelo Guido Corsico, Andrea Maria D'Armini, Valentina Conio, Amelia Grosso, Erica Gini, Federica Albicini et al. "Persistent exercise limitation after successful pulmonary endoarterectomy: frequency and determinants". En ERS International Congress 2018 abstracts. European Respiratory Society, 2018. http://dx.doi.org/10.1183/13993003.congress-2018.oa3805.

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4

Fanfulla, Francesco, Eugenia Taurina, Gian Doenico Pinna, Claudio Bruschi, Roberto Maestri, Elena Robbi, Rita Maestroni, Maurizio Pin, Andrea D'Armini y Maria Teresa La Rovere. "Sleep Disordered Breathing (SDB) and Chronic Thromboembolic Pulmonary Hypertension: the Effects of Pulmonary Endoarterectomy". En ERS International Congress 2017 abstracts. European Respiratory Society, 2017. http://dx.doi.org/10.1183/1393003.congress-2017.pa4722.

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5

Catani, L., G. Vitacchiano, M. Scatigna, N. Monetti, N. Pedrini y L. Gugliotta. "TICLOPIDINE AND PREVENTION OF PLATELET ACCUMULATION IN CAROTID ENDARTERECTOMY. EVALUATION WITH INDIUM-111 LABELED PLATELETS". En XIth International Congress on Thrombosis and Haemostasis. Schattauer GmbH, 1987. http://dx.doi.org/10.1055/s-0038-1643419.

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Resumen
In endoarterectomy (EA) the vascular endothelium is removed, thus promoting platelet adhesion and aggregation. This situation may cause microembolic phenomena that manifest at the carotid level with the appearance of TIA in the postoperative period. An interesting method of evaluating platelet behavior “in vivo” consists of the use of indium-111 labeled autologous platelets and the subsequent evaluation of scintigraphic images.We used this method to perform a pilot study on the efficacy of ticlopidine, an antithrombotic drug with platelet antiaggregant activity, in the prevention of platelet accumulation after carotid EA.A total of 20 patients undergoing carotid EA were randomly allocated to receive ticlopidine 500 mg/day (10 patients, T group) or placebo (10 patients, P group) in double-blind conditions. Drug administration was started 5 days before the operation and continued during the postoperative period; infusion of the labeled platelets was performed on the first and scintigraphic evaluation on the second postoperative day.Analysis of the two groups, which were comparable for age, sex, risk factors and associated patologies, showed 3 scintigraphic-positive cases in the T group and 6 in the P group. The fixation index was 1.12 ± 0.18 in the T group and 1.20 ± 0.16 in the P group. One patient in the P group presented an episode of amauros is fugax in the first postoperative day.The results of this pilot study suggest that ticlopidine is effective in preventing platelet accumulation after carotid EA.
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Castelli, P., A. Basellini, G. B. Agus, E. Martelli y R. Zucca. "TICLOPIDINE AND PREVENTION OF ARTERIAL REOCCLUSION AFTER DIRECT PERIPHERAL VASCULAR SURGERY". En XIth International Congress on Thrombosis and Haemostasis. Schattauer GmbH, 1987. http://dx.doi.org/10.1055/s-0038-1643420.

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Resumen
Late thrombosis after arterial revascularization surgery is a relatively frequent complication especially when the more peripheral districts are involved. Among the causes of these failures, in addition to progression of the atherosclerotic disease, the behavior of platelet aggregation is of particular importance. With the aim of preventing this pathology we performed two controlled clinical 6-month studies on patients undergoing thrombo-endoarterectomy (TEA) of the femoropopliteal district and on patients undergoing aortobifemoral bypass.In the first study 47 patients were randomly allocated to receive ticlopidine, 500 mg/day, (23 patients) or placebo (24 patients), and in the second study 125 patients were evaluated (25 treated with ticlopidine, 500 mg/day, and 100 controls).Physical examination, doppler sonography, angiography, and blood tests were performed on all patients at baseline, during and at the end of treatment.In the patients who underwent TEA of the femoropopliteal district doppler sonography revealed 3 reocclusions in the ticlopidine-treated patients versus 6 reocclusions and 6 significant stenoses in the placebo group (p = 0.007).Furthermore, clinical symptomatology persisted or reappeared in 5 patients in the ticlopidine group versus 15 in the placebo group (p = 0.003).The active treatment significantly reduced the incidence of acute ischemia. In the. patients who underwent a bypass 5 reocclusions were observed in the control group, whereas the bypass remained patent in all the patients who received the active treatment. Ticlopidine was well tolerated in all the patients and no alterations of blood composition or other side effects were observed.
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