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Mastalski, Janusz. "“Sconfitte emozionali” dei genitori". Person and the Challenges. The Journal of Theology, Education, Canon Law and Social Studies Inspired by Pope John Paul II 7, n.º 1 (28 de abril de 2017): 117. http://dx.doi.org/10.15633/pch.1984.

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Zahavi, Dan. "Tu, Io, e Noi. La condivisione delle esperienze emozionali". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 57 (marzo de 2017): 85–102. http://dx.doi.org/10.3280/las2016-057018.

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La Barbera, Daniele y Stefania Cannizzaro. "I nuovi adolescenti: il virtuale tra metamorfosi evolutiva ed emergenza planetaria". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (junio de 2021): 51–61. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004005.

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In questo contributo vengono approfondite le modalità attraverso cui i nuovi dispositivi digitali entrano in relazione con i processi di socializzazione e le dinamiche evolutive di adolescenti e giovani, quali influenza esercitano sui percorsi di costruzione dell'identità personale, sui processi cognitivi, emozionali e relazionali.
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Di Pentima, Lorenza y Sara Ramelli. "Attaccamento e bullismo: un confronto tra bulli, vittime, bulli-vittime e non-coinvolti in età scolare". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (agosto de 2020): 119–45. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002007.

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Scopo del presente studio è stato analizzare il fenomeno del bullismo secondo la prospettiva dell'attaccamento, ponendo a confronto i bulli, i bulli-vittima, le vittime e i non-coinvolti nei modelli mentali e nei comportamenti socio-emozionali (in particolare aggressività, evitamento dell'interazione, manifestazioni di ansia e depressione). Hanno partecipato allo studio 365 bambini, 208 maschi (57%) e 157 femmine (43%), di 5 scuole di Roma, di età compresa tra 8 e 11 anni (M = 9.28, DS = 0.81). Gli strumenti impiegati sono stati: Nomina dei Pari (Menesini, 2003), per individuare i ruoli di bullo, vittima, bullo-vittima e non coinvolto, Separation Anxiety Test (Attili, 2001) per la misura dei modelli mentali dell'attaccamento e Social Emo-tional Dimension Scale (Ianes, & Savelli, 1994) per la valutazione dei comportamenti socio-emozionali. Dai risultati emerge che, nel confronto con i non-coinvolti, i bulli mostrano più attaccamenti ambivalenti ed evitanti, li dove le vittime e i bulli-vittima mostrano per lo più modelli mentali di tipo ambivalente. Inoltre i bulli, i bulli-vittima e le vittime presentano più alti livelli di aggressività, di evitamento delle interazioni con i pari e di comportamenti inappropriati.
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Moselli, Patrizia. "L'intersoggettivitŕ nella costruzione dei confini: tra il sě e il no". GROUNDING, n.º 1 (julio de 2012): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-001002.

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Nella primissima fase della vita del bambino lo sguardo della madre ha un'importanza fondamentale. Puň essere uno sguardo che lo fa sentire accolto e accettato nel mondo o puň spaventarlo minacciando la sua "motivazione" alla sopravviven- za, cosě come i modi di contattare il neonato (quindi il contatto, l'abbraccio, la cura) rappresentano importanti chiavi di messaggi non verbali con cui il bambino apprende la regolazione dei propri stati emozionali, costituendo parte fondamentale della memoria implicita. Nello scritto l'autrice mostrerŕ - aprendo con una panoramica sui recenti studi sull'intersoggettivitŕ - come gli studi condotti dall'infant research e le neuroscienze sembrano validare le intuizioni di Reich e di Lowen, esplorando la problematica dei confini che puň essere considerata "l'interfaccia energetica" del carattere.
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Ferrarini, Roberto, Cristina Carbognin y Anna Maria Meneghini. "Le emozioni del vino". DiPAV - QUADERNI, n.º 26 (marzo de 2010): 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026007.

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Ogni cultura possiede un suo lessico emotivo che rende possibile la condivisione sociale dei feelings che sono pur sempre un'esperienza profondamente privata e soggettiva. Seguendo gli studi di Damasio (2003), le emozioni, che darebbero forma alla maggior parte delle nostre esperienze quotidiane, possono essere considerate percezioni dello stato del nostro corpo modificato dalle interazioni con stimoli esterni. Lo studio si focalizza sulla selezione, all'interno del piů ampio e generico lessico emotivo, di un set di termini specifici per descrivere affettivamente il prodotto vino. Partendo da una lista di 453 termini tratti dalla letteratura, attraverso 3 studi, sono stati selezionati 16 aggettivi emozionali che permettono alle persone di descrivere in modo "emotivamente particolareggiato" le personali esperienze di assaggio e consumo del vino.
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Morel, Lydie. "L’activité ludique en articulation avec les activités de raisonnement". Travaux neuchâtelois de linguistique, n.º 46 (1 de noviembre de 2007): 51–68. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2007.2818.

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In questo articolo, l'autore abborderà nel stesso tempo la nozione di attività ludica come motore, nella costruzione di attività protologico che prepara il pensiero ad entrare nel sémiotisation, e come spazio per creare un aggiustaggio ortofonico L'attività ludica sarà considerata come l'espressione delle esplorazioni del bambino, il luogo di installazione di regolarità essenziali all'uscita dei piaceri cognitivi ed emozionali, un tempo di esercizio ,di collocamento in relazione e di coordinamenti ed un momento di creazione di significati dunque di "dovendo essere significati". L'analisi di sequenze filmate permetterà di illustrare come l'attività ludica, ragionamento e linguaggio sono articolati dai bambini che portano uno handicap. L'autore esporre brevemente i principi di un adeguamento ortofonico prelogica e relativo al linguaggio di cui gli argomenti teorici si trovano nella corrente della psicologia construtivista.
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Morelli, Ugo. "La bomba interna. Indifferenza, crisi di legame e vulnerabilitŕ". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 14 (septiembre de 2010): 81–106. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014007.

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Per riconoscere l'evoluzione della paura, della violenza e della guerra nel nostro mondo, questo contributo č un'analisi del conflitto intra-psichico correlato all'inizio dell'era atomica (era della bomba esterna) e ai giorni nostri (era della bomba interna). Ci troviamo ora in un periodo di indifferenza. La crisi dei legami sociali, i social network e i conflitti interiori ed emozionali sono alla base della nostra condizione. L'indifferenza ci ferisce e abbiamo grosse difficoltŕ nell'elaborare l'ambiguitŕ, il conflitto e la creativitŕ. I piů importanti fattori di impatto di questa situazione sono connessi alla vulnerabilitŕ del mondo interno. La contingenza della crisi dei processi di individuazione e i collegamenti sociali favoriscono il rischio dell'emergere dell'altro, e la necessitŕ di investimenti didattici e psicologici per un nuovo patto di legami sociali e processi di individuazione.
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Weber, Carla. "Un setting che lo possa contenere". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 37 (septiembre de 2022): 76–82. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037006.

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Dalla prassintesi, con cui Luigi Pagliarani era solito indicare una sintesi essen-ziale che prelude alla scelta, alla decisione, il setting è luogo di approssimazione continua. Concorrono alle scelte che di volta in volta si compiono, in modo tacito e consapevole, sia l'epistemologia che il metodo, unitamente al flusso relazionale con le sue componenti intersoggettive, emozionali e cognitive. Questo contributo si concentra su quattro aspetti del setting: teoria, metodo, relazione e contesto, cercando di approfondire e aggiornare sia i vincoli che le possibilità interve-nienti nell'esperienza terapeutica e di intervento. Sono convocati allo scopo i contributi più recenti della ricerca scientifica, con un orientamento transdisci-plinare. Il setting ne emerge arricchito e ridefinito come contesto che vincola e come ambiente che, con la sua contingenza e la sua generatività, con gli antecedenti e le emergenze impreviste che lo caratterizzano, può essere riconosciuto come luogo poetico del riconoscimento di sé per l'etica della prassi clinica.
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Marcella, Ravenna, Brambilla Marco y Roncarati Alessandra. "Percezione sociale di gruppi nazionali: credenze ed emozioni verso gli israeliani". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (enero de 2012): 395–411. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003005.

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Questo studio investiga aspetti della percezione sociale di categorie di Israeliani caratterizzate da differenti ruoli sociali assunti in contesti intergruppi. 213 studenti universitari hanno descritto liberamente stimoli fotografici differenziati e specificato l'intensitŕ con cui hanno sperimentato reazioni emozionali ed empatiche. I principali risultati mostrano, in linea con le previsioni, che i partecipanti non hanno rappresentazioni univoche del gruppo degli Israeliani ma notevolmente diversificate in funzione delle informazioni contestuali proposte. Cosě se Israeliani seduti ad un caffč di Gerusalemme evoca una rappresentazione complessivamente positiva e priva di contenuti stereotipici negativi, Israeliani in azione di guerra in Libano evoca invece contenuti ed emozioni univocamente negativi. Diversamente, Israeliani che soccorrono connazionali feriti evoca emozioni riconducibili sia ad ammirazione che a disprezzo. Infine, sia la categoria Israeliani che Israeliani impegnati nello sgombero di connazionali a Gaza evocano rappresentazioni ambivalenti. La presenza diversificata di contenuti stereotipici in rapporto alle categorie considerate č discussa specie in rapporto a specifiche implicazioni applicative.
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Crozzoli, Aite Livia. "Il luttto nell'esperienza analitica con il gioco della sabbia"". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (mayo de 2010): 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003002.

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Attraverso le testimonianze verbali e le rappresentazioni per immagini realizzate con il "gioco della sabbia" da persone in lutto vengono descritte nel testo le risonanze emozionali per la perdita di una persona con cui si era condivisa la vita e il processo elaborativo di chi intraprende un'esperienza terapeutica. Nel clima partecipativo della relazione analitica le persone possono condividere la loro sofferenza e la ricerca di sé, scoprendo il significato simbolico racchiuso nella sofferenza: l'aprirsi di uno spazio mentale e affettivo, aperto alla presenza dei processi interiori e all'importanza della componente relazionale. Segue la presentazione di un caso clinico e l'analisi di alcune scene del "gioco della sabbia", che evidenziano la peculiaritŕ del "pensare per immagini", un punto teorico di fondo del pensiero junghiano. Dal confronto tra i vissuti espressi nella comunicazione verbale e quelli nelle scene del "gioco della sabbia" si puň cogliere che la rappresentazione per immagini favorisce l'emergenza di contenuti profondi e simbolici, non prevedibili dalla coscienza e non ancora esprimibili con le parole.
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Inverso, Angelo Maria, Tiziana Frau, Elena Checchin y Alessia Minellono. "Prototipi clinici di ritirati sociali. Un approccio in seconda persona alla diagnosi". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (junio de 2022): 141–58. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002012.

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Il lavoro che presentiamo è un tentativo di definire le caratteristiche di soggetti in età evolutiva, socialmente ritirati, in termini di stati mentali. Si caratterizza, altresì, per la metodologia di indagine che contempla un setting psicoterapeutico caratterizzato da "ascolto attivo" e atteggiamento non giudicante e non direttivo. La ricerca si compone di due fasi. La prima costituita dalla costruzione di prototipi, sulla base dell'osservazione clinica di soggetti in trattamento; la seconda dalla verifica su un campione di soggetti in trattamento della consistenza di tali prototipi. I risultati della ricerca, elaborati solo su base qualitativa, identificano, in una prima fase tre prototipi che abbiamo denominato: 1) mondo nemico aiuto inaccessibile o infido, con due varianti, rabbioso-ostile e sconfitta-umiliata; 2) diversità deviante; 3) straniamento non conflittuale a basso coinvolgimento. Nella seconda fase si sono evidenziate sia le peculiarità presenti nei diversi prototipi, nei termini di giudizio su di sé, sugli altri e sugli stati emozionali prevalenti nelle situazioni di esposizione sociale, sia le caratteristiche comuni a diversi prototipi. L'elaborazione statistica dei dati a nostra disposizione esula da questa analisi preliminare.
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Cipolli, Carlo y Vincenzo Natale. "Il laboratorio di psicofisiologia del sonno e del sogno". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (octubre de 2021): 129–43. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12602.

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Renzo Canestrari fondò l'Istituto di Psicologia dell'Università di Bologna e lo diresse per oltre 20 anni, durante i quali indirizzò varie linee di ricerca sull'adulto. Assegnò due ambienti al laboratorio del sonno per ricerche su struttura, variazioni circadiane e attività mentali durante il sonno (AMS). Dal 1967 Piero Salzarulo studiò l'influenza della deprivazione sensoriale e dei ritmi circadiani sulle caratteristiche neurofisiologiche del sonno, mentre Marino Bosinelli analizzò le caratteristiche percettive ed emozionali delle AMS soprattutto in addormentamento. Canestrari sostenne costantemente le ricerche con risorse umane, finanziarie e tecnologiche, per cui Salzarulo e Bosinelli poterono organizzare due gruppi di giovani ricercatori. Vennero così individuate le variazioni stadio- e ciclo-dipendenti nei contenuti e nella struttura delle AMS, il funzionamento dei processi cognitivi coinvolti nell'elaborazione delle AMS, l'accesso alle fonti mnestiche trasformate in contenuti di AMS. I progetti di ricerca dei due gruppi, realizzati con approcci cognitivi distinti ma complementari alle AMS, hanno avuto ampia risonanza internazionale e sono stati considerati come i più sistematici realizzati negli anni '70 e '80 al di fuori degli USA. Nel laboratorio sono tuttora attive le linee originarie di ricerca, unitamente alla cronopsicologia del sonno.
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Colafranceschi, Daniela y Joan Nogué. "Abitare l’intangibile: paesaggio e spazio pubblico". Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, n.º 2 (27 de enero de 2022): 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Di Pentima, Lorenza y Sara Ramelli. "Attaccamento e disimpegno morale nel fenomeno del bullismo: uno studio su bambini di scuola elementare". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (diciembre de 2020): 871–903. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-003005.

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Obiettivo del presente studio è stato analizzare l'influenza delle precoci rela-zioni di attaccamento sullo sviluppo dei processi cognitivi di disimpegno morale e come quest'ultimo possa rappresentare una variabile di mediazione con condot-te aggressive, con particolare riferimento al fenomeno del bullismo nel confronto tra bulli, vittime e non-coinvolti. I partecipanti allo studio sono stati 199 alunni, 106 maschi e 93 femmine di età compresa tra 8 e 11 anni (M = 9.39, DS = 0.91), frequentanti le classi terza, quarta e quinta elementare, all'interno delle quali è stata rilevata la presenza di bulli, vittime e non-coinvolti. La rilevazione dei ruoli è stata effettuata mediante la Nomina dei Pari (Menesini, 2003); per misurare il disimpegno morale è stata impiegata la Scala di Disimpegno Morale per il Bullismo (Gini & Caravita, 2013); mentre per i modelli operativi interni dell'attaccamento è stato somministrato il Separation Anxiety Test, SAT (Attili, 2001). La valutazione dei comportamenti socio-emozionali, con specifico riferimento alle condotte aggressive, è stata svol-ta dalle insegnanti mediante il Social Emotional Dimention Scale, SEDS (Ianes & Savelli, 1994). I risultati complessivi mettono in luce come il disimpegno morale rappresenti un mediatore tra l'attaccamento insicuro e il comportamento aggressivo. Nel confronto tra bulli, vittime e non-coinvolti, i primi non solo sono più frequente-mente insicuri, ma riportano anche punteggi più elevati nel disimpegno morale e vengono valutati come più aggressivi dalle insegnanti.
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Garotti, Pier Luigi, Lavinia La Torre, Dorella Scarponi y Andrea Pession. "Operatore e utente nel contesto sanitario. Quali competenze per una relazione efficace?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (septiembre de 2010): 89–102. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001005.

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La maggior parte dei contributi che riguardano la relazione tra operatore sanitario e paziente ha reso evidente la necessitŕ di approfondire un aspetto importante della formazione dell'operatore, quello che riguarda l'acquisizione di abilitŕ a prestare attenzione alla "risonanza emotiva" suscitata dalla relazione con l'altro. A questo proposito č in corso una ricerca presso il reparto di Oncologia pediatrica dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna che ha tra gli obiettivi quello di verificare il grado di coerenza, nel colloquio clinico tra medico e genitore del giovane paziente, della risposta emozionale non verbale del medico, con i segnali espressivo-emozionali prodotti dal genitore. I risultati confermano che la maggior parte dei segnali non verbali e delle espressioni prodotte dal medico hanno, soprattutto, funzione comunicativo- relazionale e non esprimono emozioni in sintonia con quelle espresse dal genitore. Tale aspetto si puň considerare indicativo di una relazione tra medico e interlocutore non sempre efficace. Riconoscere le emozioni permette di comprenderne il significato e di trarne informazioni su cosa accade all'altro e a se stessi; č un percorso personale di auto-conoscenza e di accrescimento delle proprie capacitŕ relazionali che rende possibile all'operatore di adattare le proprie competenze ai bisogni dell'altro. Lo sviluppo e l'acquisizione di specifiche e adeguate skills comunicative e relazionali possono diventare obiettivo primario di un'organizzazione sanitaria che ha come scopo l'alta qualitŕ del servizio.
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Venetz, Gabriela. "Il catalano nella Corte Aragonese a Napoli riflesso in documenti bilingui della cancelleria di Ferrante. Uno studio storico-sociale". SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 1, n.º 1 (17 de junio de 2013): 37. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.1.2577.

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Riassunto: Nel presente lavoro viene analizzato il fenomeno del code switching in una prospettiva storico-sociale. In particolare, focalizzeremo la nostra attenzione su cinque lettere bilingui del Codice Aragonese (1458-1460), un registro cancelleresco della corte aragonese a Napoli, in cui si passa dal catalano o dal castigliano al napoletano e viceversa. Analizzando il contesto storico e sociale nel quale le lettere sono state scritte, proveremo a trarre delle conclusioni sulle motivazioni per cui si è realizzato il rispettivo cambio di codice linguistico. Nello stesso modo cercheremo di spiegare la tendenza di esprimersi in catalano in situazioni emozionali o di tensione politica, ma anche in contesti personali, per creare un’atmosfera di prossimità o di intimità.Parole chiave: Catalano, Napoletano, Sociolinguistica, Corte aragonese, Bilinguismo, Code switchingAbstract: This article is devoted to the phenomenon of code switching, related to a sociohistorical perspective. Particularly, we focuse on five bilingual documents of the Codice Aragonese, a codex from the chancellery of the Aragonese Crown at Naples in the 15th century. We analyze the historical and social context in which the letters have been written, in order to outline the motivation to change the linguistic code, this is, from the Catalan or Castilian language to the Neapolitan one, or vice versa. At the same time, we like to demonstrate the tendency of writing in Catalan in emotional situations or under strong political tension, but also in familiary contexts to create proximity and intimacy.Keywords: Catalan, Neapolitan, sociolinguistics, Catalan-Aragonese Crown, Bilingualism, Code switching
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Cipolli, Carlo y Pio Enrico Ricci Bitti. "La nascita e lo sviluppo della Psicologia nell'Università di Bologna dal 1950". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (octubre de 2021): 61–84. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12597.

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Renzo Canestrari (1924-2017) è stato uno dei più prestigiosi psicologi italiani del XX secolo. È stato professore ordinario di Psicologia (poi Psicologia generale) nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1960 al 1999. Laureato in Pedagogia nel 1946 e in Medicina e Chirurgia nel 1951, ha effettuato un'attività di ricerca in vari ambiti della psicologia sperimentale ed evolutiva, ovvero la percezione visiva (utilizzando paradigmi della psicologia della Gestalt e del funzionalismo) e il funzionamento dei processi cognitivi ed emozionali nei bambini e negli adolescenti. Ha esercitato anche un ruolo importante nella promozione di studi collaborativi (condotti con metodiche diagnostiche, psicometriche e strumentali) tra psicologi e clinici medici sulle relazioni tra stress e sintomi di varie patologie psicosomatiche, favorendo in tal modo la crescita della Psicologia Clinica nelle Facoltà italiane di Medicina e Chirurgia. Fin dagli ultimi anni '60 ha fornito a molti giovani ricercatori collaboratori l'opportunità di fare ricerca nel suo Istituto di Psicologia, nel quale vi era un numero rilevante di laboratori per la ricerca sperimentale e di ambulatori per attività diagnostiche e psicoterapiche su bambini e adolescenti. Il risultato più importante della sua lunga attività didattica è stato l'inserimento della Psicologia generale e della Psicologia clinica nel core curriculum della laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e nelle lauree delle professioni sanitarie.
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Casati, Elisa y Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (agosto de 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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Giannakoulas, Andreas. "La follia rimossa della coppia sana". PSICOBIETTIVO, n.º 2 (enero de 2011): 48–64. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-002005.

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La relazione coniugale č una relazione speciale, anzi unica, che si sviluppa all'interno di un contesto culturale e sociale. Č un'impresa individuale e reciproca realizzata per soddisfare i bisogni biunivoci personali ed emozionali di una stretta intimitŕ e interdipendenza all'interno di un quadro istituzionale e sociale di cui gli sposi fanno parte. La ricerca di risposte emotive da parte dei partner con bisogni regressivi e con la gratificazione di fantasie infantili rimane profondamente radicata e costantemente presente nella sessualitŕ adulta. Naturalmente un compito speciale č stanziato nella forza dell'Io per maneggiare un'elevata regressione e dipendenza con meno ansie. Quindi nell'amore adulto il senso di fiducia e di affidabilitŕ reciproca possono produrre un gran senso di sicurezza, di autonomia, di libero desiderio e possono portare all'inevitabilitŕ della ricerca per regressione unita a livelli piů arcaici con il desiderio di realizzare un reciproco e soddisfacente orgasmo e una maggiore intimitŕ. Questo include l'elaborazione immaginativa di parti fisiche, di sensazioni e di funzioni del sé in relazione all'altro. Implicito, e spesso esplicito nelle menti dei partner, č anche l'obbiettivo di formare una nuova integrazione sociale, una nuova famiglia con la sua propria cultura interna distintiva, derivata e dipendente dalle varie referenze interne e dalle esperienze con significative figure dell'infanzia e dell'adolescenza. Le vicissitudini degli oggetti interni e dellei, all'interno dell'Io, del Super-Io e del sé, la loro, la liberazione di significative introiezioni sono state descritte molto abilmente da Bychowski, da Khan, dalla Milner, da Bion, da Kohut, da Bradley e da altri. Cosě, noi possiamo concepire la relazione coniugale come un'interazione di due persone con una lunga storia personale e di sviluppo e, a livello conscio ed inconscio, con conseguenze normali e patologiche. L'importanza di conflitti parentali collusivi come un fattore possibile dell'eziologia o del mantenimento della patologia di un bambino č stata esplorata come un'area da investigare da molti studiosi.
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CATURANO, MARIANGELA. "Un Modello di Ricerca Evidence Based sull’Inclusione Scolastica In Italia". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, n.º 1 (2 de julio de 2016): 443. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.159.

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Abstract: Che cosa significa educazione inclusiva? In che modo è possibile sostenere lo sviluppo di un sistema che favorisca l’inclusione nella quotidiana realtà scolastica? Su un campione di 162 studenti, dagli 8 ai 16 anni, si vogliono misurare gli effetti di efficaci metodologie didattiche quali feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Variabili stimate sono le competenze e le abilità trasversali alle discipline, i fattori cognitivo-emozionali del successo scolastico, l’autostima. Valutazione bio psico-sociale che si oppone alla valutazione bio-medica prevalente in Italia. Osservare tutti gli allievi, trasformare la risposta speciale in normalità, misurare le variabili del contesto scolastico favorevoli all’inclusione può contribuire a migliorare, in Italia, l’efficacia di investimenti pubblici stimati nel 2013 in € 4,7B. Qui si costruisce un modello, il cui disegno sperimentale impone metodologie riconosciute a livello internazionale ed europeo come l’evidence based education (EBE), necessarie per confrontare i risultati e replicare il modello in un contesto sovranazionale. I risultati entreranno a far parte del progetto pilota dell’European Agency For Special Needs avviato in tre paesi, tra cui l’Italia, e che verrà concluso nell’ottobre 2016.Parole chiave: inclusione, organizzazione inclusiva, metodologie didattiche, evidence based education Abstract: What is inclusive education? How you can support the development of a system that favors the inclusion in the daily school reality? On a sample of 162 students, aged 8 to 16 years, they want to measure the effects of effective teaching methods such as feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Estimated variables are the skills and abilities to cross disciplines, cognitive-emotional factors of academic success, self-esteem. Rating bio psychosocial which opposes the prevailing bio-medical evaluation in Italy. Observe all students, to transform the special response in normal, measure the variables of the school environment favorable to the inclusion in Italy improves the effectiveness of a welfare amounted to € 4,7B. Here we build a model, whose experimental design requires methodologies recognized at international and European level as the evidence-based education (EBE), necessary to compare the results and replicate the model in a supranational context. The results will become part of the pilot project of the European Agency For Special Needs started in three countries, including Italy, and which will be concluded in October 2016.Keywords: inclusion, inclusive rules, educational methods, evidence based education, EBE
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Arletti, Emanuele. "Eh…la coppia, la coppia!" Ricerca Psicoanalitica 31, n.º 2 (16 de octubre de 2020). http://dx.doi.org/10.4081/rp.2020.292.

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Psicoteatro è una serata di puro teatro, che tocca di volta in volta tematiche differenti. Il tema della serata di Bologna è stato quello della coppia. Anche quando crediamo di conoscere noi stessi, i nostri bisogni più intimi e profondi può succedere che nella relazione di coppia emergano parti di noi che ci sorprendono, che non riconosciamo come nostre. Le relazioni di coppia possono riaprire ferite emozionali, farci toccare momenti di estasi, farci sentire folli, ci possono riempire, appagare e completare, o al contrario svuotare e allontanarci da noi stessi.
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Barretta, Vincenzo. "La medicina emotiva e comportamentale: un nuovo paradigma per i sistemi sanitari?" Journal of Advanced Health Care, 23 de julio de 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1907-007.

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I profondi cambiamenti che si stanno verificando all’interno dei sistemi sanitari sono dovuti all’invecchiamento della popolazione, alle maggiori richieste di salute e benessere nonché all’avvento delle nuove tecnologie. Le profonde trasformazioni in atto impattano sulla quotidianità degli operatori sanitari, sulla soddisfazione degli utenti e sulle scelte di manager e decisori politici. Il notevole aumento dei disturbi della sfera emotiva e comportamentale, registrato negli ultimi anni sia in termini epidemiologici che di impatto sulla clinica, appare un fenomeno ancora sottovalutato e scarsamente integrato nelle attuali conoscenze. In questo contributo sarà valutata l’utilità di un nuovo paradigma teorico allo scopo di migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari e correlarne l’impatto con alcuni parametri in grado di influenzare lo sviluppo sociale ed economico. L’applicazione di questo paradigma può essere descritta come la possibilità di studiare la nostra salute attraverso la griglia di lettura costituita dagli aspetti emozionali e comportamentali. Tale operazione risulta gravida di conseguenze in relazione alla maggiore comprensione della correlazione tra più aree della Medicina, dell’interazione tra diversi ambiti teorici, nonché relativamente alla consapevolezza del valore e dell’entità delle connesse ricadute sociali ed economiche.
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Poto, Margherita P. y Arianna Porrone. "Co-creazione della ricerca e del sapere nel sistema dell’ecologia integrale". Nordicum-Mediterraneum 16, n.º 4b (2022). http://dx.doi.org/10.33112/nm.16.4.5.

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Abstract: To effectively respond to the ecological challenges of our time, our research demands that we become accountable to the relations that we form and the answers that we give. Through the lens of critical analysis and participatory research, we explore the beneficial effects of co-creating knowledge with the help of a specific learning toolkit (LT), built around storytelling and designed to stimulate respectful relationships between participants. In this article, we investigate the implications of co-creating knowledge with a community of learners and research participants within the context of integral ecology, in its objective to develop an integrated understanding of the social relationships of all living beings. Through the lens of illustrated and participatory storytelling, we analyze how the process of looking for common solutions to environmental threats makes the participants reflect on their relational connection to the story and each other. We also observe how the discussion generates a sense of responsibility that comes with bringing a new idea into being. The result is that both education and research become part of the solution to the challenge itself in the shape of a harmonious relational and transformative experience. The solution lies in the recognition of the individual and collective capacity to change systems by changing relationships. We conclude that only through a collective effort towards a common sense of relational accountability and trust, we can heal the wounds of our Planet, and our individual and collective wounds. Sommario: L’analisi delle sfide ambientali del nostro tempo richiede un processo di ricerca formativa, co-creata e relazionale. Attraverso il pensiero critico applicato alla ricerca azione partecipativa (RAP), il presente lavoro si propone di esplorare i benefici di un approccio co-creato nel paradigma dell’ecologia integrale. L’approccio si fonda sulla creazione di laboratori di ricerca e sulla sperimentazione dinamica di materiale didattico (learning toolkit, LT). Il LT è il luogo in cui l’ermeneutica e lo storytelling si incontrano, per la co-creazione di nuovi significati e saperi da parte della comunità coinvolta nell’opera co-creativa. Alcune tecniche adottate nella ricerca formativa, co-creata e relazionale vengono qui esaminate nel contesto dell’ecologica integrale (EI), nella ricerca del suo significato di sistema integrato che comprende le dimensioni relazionali ed emozionali che legano umani e non umani. Il processo dialettico e partecipato intorno a una storia artica sulla ricerca del sapere costituisce un esempio di risposta della comunità scientifica alle sfide ecologiche del nostro tempo e insegna come è possibile sanare le ferite del pianeta attraverso la cura delle ferite relazionali.
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