Literatura académica sobre el tema "Emozionalità"

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Artículos de revistas sobre el tema "Emozionalità"

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Mastalski, Janusz. "“Sconfitte emozionali” dei genitori". Person and the Challenges. The Journal of Theology, Education, Canon Law and Social Studies Inspired by Pope John Paul II 7, n.º 1 (28 de abril de 2017): 117. http://dx.doi.org/10.15633/pch.1984.

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Zahavi, Dan. "Tu, Io, e Noi. La condivisione delle esperienze emozionali". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 57 (marzo de 2017): 85–102. http://dx.doi.org/10.3280/las2016-057018.

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3

La Barbera, Daniele y Stefania Cannizzaro. "I nuovi adolescenti: il virtuale tra metamorfosi evolutiva ed emergenza planetaria". MINORIGIUSTIZIA, n.º 4 (junio de 2021): 51–61. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004005.

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Resumen
In questo contributo vengono approfondite le modalità attraverso cui i nuovi dispositivi digitali entrano in relazione con i processi di socializzazione e le dinamiche evolutive di adolescenti e giovani, quali influenza esercitano sui percorsi di costruzione dell'identità personale, sui processi cognitivi, emozionali e relazionali.
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Di Pentima, Lorenza y Sara Ramelli. "Attaccamento e bullismo: un confronto tra bulli, vittime, bulli-vittime e non-coinvolti in età scolare". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (agosto de 2020): 119–45. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-002007.

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Resumen
Scopo del presente studio è stato analizzare il fenomeno del bullismo secondo la prospettiva dell'attaccamento, ponendo a confronto i bulli, i bulli-vittima, le vittime e i non-coinvolti nei modelli mentali e nei comportamenti socio-emozionali (in particolare aggressività, evitamento dell'interazione, manifestazioni di ansia e depressione). Hanno partecipato allo studio 365 bambini, 208 maschi (57%) e 157 femmine (43%), di 5 scuole di Roma, di età compresa tra 8 e 11 anni (M = 9.28, DS = 0.81). Gli strumenti impiegati sono stati: Nomina dei Pari (Menesini, 2003), per individuare i ruoli di bullo, vittima, bullo-vittima e non coinvolto, Separation Anxiety Test (Attili, 2001) per la misura dei modelli mentali dell'attaccamento e Social Emo-tional Dimension Scale (Ianes, & Savelli, 1994) per la valutazione dei comportamenti socio-emozionali. Dai risultati emerge che, nel confronto con i non-coinvolti, i bulli mostrano più attaccamenti ambivalenti ed evitanti, li dove le vittime e i bulli-vittima mostrano per lo più modelli mentali di tipo ambivalente. Inoltre i bulli, i bulli-vittima e le vittime presentano più alti livelli di aggressività, di evitamento delle interazioni con i pari e di comportamenti inappropriati.
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Moselli, Patrizia. "L'intersoggettivitŕ nella costruzione dei confini: tra il sě e il no". GROUNDING, n.º 1 (julio de 2012): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-001002.

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Resumen
Nella primissima fase della vita del bambino lo sguardo della madre ha un'importanza fondamentale. Puň essere uno sguardo che lo fa sentire accolto e accettato nel mondo o puň spaventarlo minacciando la sua "motivazione" alla sopravviven- za, cosě come i modi di contattare il neonato (quindi il contatto, l'abbraccio, la cura) rappresentano importanti chiavi di messaggi non verbali con cui il bambino apprende la regolazione dei propri stati emozionali, costituendo parte fondamentale della memoria implicita. Nello scritto l'autrice mostrerŕ - aprendo con una panoramica sui recenti studi sull'intersoggettivitŕ - come gli studi condotti dall'infant research e le neuroscienze sembrano validare le intuizioni di Reich e di Lowen, esplorando la problematica dei confini che puň essere considerata "l'interfaccia energetica" del carattere.
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Ferrarini, Roberto, Cristina Carbognin y Anna Maria Meneghini. "Le emozioni del vino". DiPAV - QUADERNI, n.º 26 (marzo de 2010): 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026007.

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Resumen
Ogni cultura possiede un suo lessico emotivo che rende possibile la condivisione sociale dei feelings che sono pur sempre un'esperienza profondamente privata e soggettiva. Seguendo gli studi di Damasio (2003), le emozioni, che darebbero forma alla maggior parte delle nostre esperienze quotidiane, possono essere considerate percezioni dello stato del nostro corpo modificato dalle interazioni con stimoli esterni. Lo studio si focalizza sulla selezione, all'interno del piů ampio e generico lessico emotivo, di un set di termini specifici per descrivere affettivamente il prodotto vino. Partendo da una lista di 453 termini tratti dalla letteratura, attraverso 3 studi, sono stati selezionati 16 aggettivi emozionali che permettono alle persone di descrivere in modo "emotivamente particolareggiato" le personali esperienze di assaggio e consumo del vino.
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Morel, Lydie. "L’activité ludique en articulation avec les activités de raisonnement". Travaux neuchâtelois de linguistique, n.º 46 (1 de noviembre de 2007): 51–68. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2007.2818.

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Resumen
In questo articolo, l'autore abborderà nel stesso tempo la nozione di attività ludica come motore, nella costruzione di attività protologico che prepara il pensiero ad entrare nel sémiotisation, e come spazio per creare un aggiustaggio ortofonico L'attività ludica sarà considerata come l'espressione delle esplorazioni del bambino, il luogo di installazione di regolarità essenziali all'uscita dei piaceri cognitivi ed emozionali, un tempo di esercizio ,di collocamento in relazione e di coordinamenti ed un momento di creazione di significati dunque di "dovendo essere significati". L'analisi di sequenze filmate permetterà di illustrare come l'attività ludica, ragionamento e linguaggio sono articolati dai bambini che portano uno handicap. L'autore esporre brevemente i principi di un adeguamento ortofonico prelogica e relativo al linguaggio di cui gli argomenti teorici si trovano nella corrente della psicologia construtivista.
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Morelli, Ugo. "La bomba interna. Indifferenza, crisi di legame e vulnerabilitŕ". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 14 (septiembre de 2010): 81–106. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014007.

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Resumen
Per riconoscere l'evoluzione della paura, della violenza e della guerra nel nostro mondo, questo contributo č un'analisi del conflitto intra-psichico correlato all'inizio dell'era atomica (era della bomba esterna) e ai giorni nostri (era della bomba interna). Ci troviamo ora in un periodo di indifferenza. La crisi dei legami sociali, i social network e i conflitti interiori ed emozionali sono alla base della nostra condizione. L'indifferenza ci ferisce e abbiamo grosse difficoltŕ nell'elaborare l'ambiguitŕ, il conflitto e la creativitŕ. I piů importanti fattori di impatto di questa situazione sono connessi alla vulnerabilitŕ del mondo interno. La contingenza della crisi dei processi di individuazione e i collegamenti sociali favoriscono il rischio dell'emergere dell'altro, e la necessitŕ di investimenti didattici e psicologici per un nuovo patto di legami sociali e processi di individuazione.
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Weber, Carla. "Un setting che lo possa contenere". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 37 (septiembre de 2022): 76–82. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037006.

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Resumen
Dalla prassintesi, con cui Luigi Pagliarani era solito indicare una sintesi essen-ziale che prelude alla scelta, alla decisione, il setting è luogo di approssimazione continua. Concorrono alle scelte che di volta in volta si compiono, in modo tacito e consapevole, sia l'epistemologia che il metodo, unitamente al flusso relazionale con le sue componenti intersoggettive, emozionali e cognitive. Questo contributo si concentra su quattro aspetti del setting: teoria, metodo, relazione e contesto, cercando di approfondire e aggiornare sia i vincoli che le possibilità interve-nienti nell'esperienza terapeutica e di intervento. Sono convocati allo scopo i contributi più recenti della ricerca scientifica, con un orientamento transdisci-plinare. Il setting ne emerge arricchito e ridefinito come contesto che vincola e come ambiente che, con la sua contingenza e la sua generatività, con gli antecedenti e le emergenze impreviste che lo caratterizzano, può essere riconosciuto come luogo poetico del riconoscimento di sé per l'etica della prassi clinica.
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Marcella, Ravenna, Brambilla Marco y Roncarati Alessandra. "Percezione sociale di gruppi nazionali: credenze ed emozioni verso gli israeliani". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 3 (enero de 2012): 395–411. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003005.

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Resumen
Questo studio investiga aspetti della percezione sociale di categorie di Israeliani caratterizzate da differenti ruoli sociali assunti in contesti intergruppi. 213 studenti universitari hanno descritto liberamente stimoli fotografici differenziati e specificato l'intensitŕ con cui hanno sperimentato reazioni emozionali ed empatiche. I principali risultati mostrano, in linea con le previsioni, che i partecipanti non hanno rappresentazioni univoche del gruppo degli Israeliani ma notevolmente diversificate in funzione delle informazioni contestuali proposte. Cosě se Israeliani seduti ad un caffč di Gerusalemme evoca una rappresentazione complessivamente positiva e priva di contenuti stereotipici negativi, Israeliani in azione di guerra in Libano evoca invece contenuti ed emozioni univocamente negativi. Diversamente, Israeliani che soccorrono connazionali feriti evoca emozioni riconducibili sia ad ammirazione che a disprezzo. Infine, sia la categoria Israeliani che Israeliani impegnati nello sgombero di connazionali a Gaza evocano rappresentazioni ambivalenti. La presenza diversificata di contenuti stereotipici in rapporto alle categorie considerate č discussa specie in rapporto a specifiche implicazioni applicative.
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Tesis sobre el tema "Emozionalità"

1

Messina, Irene. "Correlati Neurali dell'Interferenza Proattiva con Parole Emozionali: Implicazioni per i Modelli della Regolazione Emozionale". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423421.

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Resumen
Emotion regulation is a key concept in psychopathology and psychotherapy theoretical models (Aldao et al., 2012; Greemberg & Pascual-Leone, 2006). It has been taken into consideration as an important issue in the debates about the possibilities and limits of neuroimaging techniques application in studying complex clinical phenomena (Westen & Gabbard, 2002; Kandel, 2007). In neuroscience, emotion regulation has been described in terms of cognitive control of emotional responses, in line with the dual-process models based on the difference between controlled and automatic processes (Barrett et al, 2004). In the first chapter, a meta-analysis of fMRI studies on neural correlates of emotion regulation is described with the aim to summarize the data from the literature, and, in the second place, to compare adaptive and non-adaptive forms of emotion regulation. The results confirm the previous literature that has shown the increase of prefrontal areas activation and the decrease of limbic areas activation in carrying out voluntary strategies of emotion regulation (Ochsner et al., 2008; Diekhof et al., 2011). However, the comparison between adaptive and non-adaptive emotion regulation strategies did not show relevant differences. These results are discussed taking into account the studies’ methodological limits and the intervention of processes that go beyond the categorization of the dual-process models. Dual-process model of emotion regulation has been applied in describing psychotherapy effects. In this case, it has been hypothesized a change in emotion regulation brain areas as effect of psychotherapy intervention (De Rubeis et al., 2008). With the aim to verify this hypothesis, in the second chapter the results of a second meta-analysis of longitudinal studies on neural effects of psychotherapy is exposed. In line with the results, only a partial confirmation to the dual-process model was provided, whereas it was shown the intervention of semantic attribution processes, dependent on temporal areas (Binder et al., 2009), and self-related information processes, depending on the cortical midline structures (Northoff et al., 2006). In order to enrich the dual process models of emotion regulation, a neuroimaging study, described in the third chapter, had the aim to explain the implication of attentional processes not attributable to cognitive control. With this aim, the neural correlates of proactive interference (the interference of responses that were previously correct but no longer are) have been investigated. Proactive interference resolution require the control of the internal informational environment, as opposed to resisting the effects of salient or prepotent stimuli of external origin in the elaboration of response, and it is related with semantic categories of the experimental stimuli, which in this experiment included emotional or neutral categories. The result of this study have shown that the emotional content of the experimental stimuli interacts with the increase of proactive interference affecting the modulation of cerebral areas part of the semantic system, (Binder et al., 2001), of the attentional ventral network, involved in forms of attention dependent on the behavioural relevance of stimuli, more than on voluntary attention (Corbetta et al., 2008), and the default system associated with internal directed attention (Raichle et al., 2001). In the fourth chapter, an analysis of individual differences is described, which showed the association between individual differences in spontaneous avoidance and the modulation of temporal semantic areas. Finally, at the conclusion of the present dissertation, some clinical and conceptual remarks related to the empirical data are discussed.
Il tema della regolazione emozionale, centrale nei principali modelli della psicopatologia (Aldao et al., 2012) e della psicoterapia (Greemberg & Pascual-Leone, 2006), è stato interessato dai recenti tentativi di integrazione tra la psicologia clinica e le neuroscienze (Westen & Gabbard, 2002a; Kandel, 2007), inserendosi a pieno titolo all’interno del dibattito contemporaneo sulle possibilità e i limiti forniti dalle nuove tecnologie di neuroimmagine per lo studio di fenomeni clinici complessi. Nelle neuroscienze, la regolazione emozionale è descritta in termini di controllo cognitivo della risposta emozionale, in linea ai modelli dual-process che categorizzano i processi mentali in controllati e automatici (Barrett et al., 2004). Nel primo capitolo del presente elaborato viene esposto un lavoro di meta-analisi degli studi fMRI sui correlati neurali della regolazione emozionale, che ha avuto lo scopo di riassumere i risultati esistenti in letteratura e, in secondo luogo, di mettere a confronto strategie di regolazione emozionale considerate più o meno adattive. Dai risultati si conferma la letteratura precedente che riporta l’aumento dell’attivazione di aree prefrontali e la diminuzione dell’attivazione di aree limbiche nella messa in atto di strategie di regolazione volontaria (Ochsner & Gross, 2008; Diekhof et al., 2011). Tuttavia, dal confronto tra strategie di regolazione considerate adattive e strategie considerate meno adattive, non vengono rilevati dati utili a documentare l’esistenza di differenze nel valore adattivo delle diverse strategie. Tali risultati sono discussi in relazione ai limiti metodologici dei disegni sperimentali utilizzati e al possibile coinvolgimento di ulteriori processi che sfuggono alla categorizzazione del modello dual-process. Il modello dual-process della regolazione emozionale ha trovato applicazione anche nella descrizione degli effetti cerebrali delle psicoterapie (De Rubeis et al., 2008), dove è stato ipotizzata una modifica del funzionamento delle aree della regolazione emozionale come effetto degli interventi psicoterapeutici. Con l’obiettivo di verificare questa ipotesi, nel secondo capitolo vengono esposti i risultati di una seconda meta-analisi degli studi longitudinali che hanno valutato gli effetti a livello neurale delle psicoterapie. Dai risultati si ha una conferma soltanto parziale del modello dual-process della regolazione emozionale, mentre si mette in evidenza l’intervento di processi semantici, dipendenti da aree temporali (Binder et al., 2009), e di processi di elaborazione di informazioni relazionate al sé, dipendenti da aree della linea corticale mediale (Northoff et al., 2006). In vista di un ampliamento dei modelli dual-process della regolazione emozionale, nel terzo capitolo viene presentato uno studio di neuroimmagine che ha avuto lo scopo di descrivere l’implicazione di processi attenzionali differenti dal controllo cognitivo volontario, nell’evitamento di materiale emozionale che sorge spontaneamente nell’individuo. A tal fine sono stati investigati i correlati neurali dell’interferenza proattiva (un tipo di interferenza che si genera quando degli elementi che erano utili per lo svolgimento di un compito precedente, non lo sono più per il compito attuale) la cui risoluzione richiede la gestione di informazioni di origine interna ed è connessa a fattori semantici degli stimoli utilizzati, che in questo caso erano parole appartenenti a categorie semantiche emozionali o neutre. I risultati dello studio mostrano come il contenuto emozionale degli stimoli interagisca con la presenza di interferenza nella modulazione di aree cerebrali riconducibili al sistema semantico (Binder et al., 2009), alla rete attenzionale ventrale, implicata nelle forme di attenzione dipendenti dalla rilevanza comportamentale degli stimoli, più che dall’attenzione volontaria (Corbetta et al., 2008), e al sistema neurale di default, associato a forme di attenzione dirette verso l’interno (Raichle et al., 2001). Nel quarto capitolo, si presenta un approfondimento dello studio sull’interferenza proattiva che ha mostrato l’associazione di differenze individuali nella tendenza all’evitamento spontaneo e la modulazione delle de-attivazioni riscontrate come effetto del compito di interferenza proattiva con parole emozionali. Infine, a conclusione del presente elaborato verranno proposte alcune possibili ricadute sia cliniche che scientifiche dei dati empirici presentati.
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2

Luppi, Veronica <1989&gt. "Sconfinamento o alta professionalità? L'azione di andare oltre i confini lavorativi per gli operatori emozionali". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8924.

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Resumen
L'elaborato si presenta come un progetto di ricerca sugli sconfinamenti lavorativi nelle professioni assistenziali. La tesi si può dividere in due sezioni: nella prima parte c'è una panoramica storico-culturale del mondo sociale e la testimonianza dell'esperienza da me vissuta durante il tirocinio, la seconda parta, invece, è costituita dalla ricerca vera e propria contenente il progetto di lavoro, la conoscenza degli enti presi in oggetto, le interviste svolte e le analisi dei dati ottenuti. Con questo elaborato non si pretende di ottenere dei risultati definitivi sul fenomeno, ma di approfondirne le caratteristiche.
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COLLACCHIONI, LUANA. "Dalla pedagogia delle emozioni alla pedagogia della differenza.La relazione educativa a scuola: inclusiva includente - esclusiva escludente". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/568501.

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PALLESCHI, CLAUDIA. "L'influenza delle componenti emozionali sulla categorizzazione percettivo-visiva di figure degradate". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/916507.

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Resumen
Una delle questioni rilevanti dell'indagine sperimentale in psicologia riguarda l'interazione tra i vari sistemi cognitivi e i sistemi affettivo-emozionali. L'idea che ciò che vediamo sia influenzato dal nostro stato interno emotivo e motivazionale ha interessato tutti coloro che sono inclini a considerare interconnessi a livelli di elaborazione profonda alcune funzioni mentali. Phelps, Ling e Carrasco (2006) hanno effettuato un esperimento che consisteva nel mostrare ai soggetti quattro griglie sinusoidali contemporaneamente, tre di esse (i distrattori) erano orientate verticalmente ed una (il target) veniva inclinata di 8° in senso orario od antiorario. I livelli di contrasto delle griglie venivano variate ad ogni trial. Ai partecipanti veniva chiesto di localizzare il target il più velocemente possibile. Le prove erano precedute da una rapida presentazione di un viso con un‟espressione neutrale o spaventata. La logica dell'esperimento era che se l'emozione è in grado di influenzare positivamente la capacità percettiva, la discriminazione del target sarebbe dovuta essere più accurata dopo la presentazione della faccia spaventata. I risultati hanno confermato la validità questa ipotesi: la prestazione migliorava del 3% dopo la presentazione del viso spaventato. Altri studi sull'attenzione acustica, tramite l‟uso della tecnica dell'ascolto dicotico, hanno invece dimostrato che, applicando 2 cuffie ad un soggetto, e trasmettendo un messaggio in una cuffia e un altro messaggio nell'altra cuffia e dicendo al soggetto di prestare attenzione solo ad uno dei due messaggi, del messaggio a cui non si è prestato attenzione non è ricostruibile niente del contenuto, ma solo alcune caratteristiche superficiali. Anche se le persone spesso riferiscono di essere inconsapevoli delle informazioni 37 presentate nell'altra cuffia, tendono a notare particolari salienti, come parole a contenuto emotivo o il suono del loro nome (Most, 2009). E‟ stato quindi dimostrato che gli stimoli ad alto valore emotivo, anche quando non vengono percepiti consapevolmente (perché ad esempio sono stati mascherati), possono determinare delle risposte di attivazione fisiologica e cognitiva. Come è stato affermato in precedenza, sia le ricerche sulla psicologia della cognizione e quelle sulla psicologia delle emozioni hanno utilizzato il costrutto teorico di arousal. L'attivazione o arousal è una reazione d‟allarme normale nell‟essere umano che si scatena in presenza di uno stimolo pericoloso o stressante per l‟individuo. Essa si manifesta come un‟attivazione generalizzata delle risorse individuali ed ha la funzione di aiutare la persona ad affrontare e superare le difficoltà, reali o percepite. Se da un lato sono stati innumerevoli studi sull'arousal indotto sperimentalmente mediante procedure di laboratorio a cui il soggetto viene sottoposto (come l‟uso di sequenze video, di film, di realtà virtuali o di brani musicali) e che producono materiale emotivo che si potrebbe definire „semi-naturale‟, non sono stati adeguatamente esaminati gli effetti di materiale attivante sui processi di categorizzazione percettiva. Altri studi si sono concentrati sullo stato emotivo indotto dalla presentazione di figure a contenuto emotivo. Utilizzando indici quali il riflesso di trasalimento ("startle") - una risposta motoria di tipo multicomponenziale a stimoli brevi, improvvisi e di forte intensità - ed il riflesso di ammiccamento palpebrale ("eyeblink") - provocato da una stimolazione (come il contatto o un corpo estraneo) della cornea, da una luce intensa (in questo caso si parla di riflesso ottico) o da suoni con intensità maggiore di 40-60 dB - un‟ampia quantità di dati ha mostrato che gli individui sono più veloci a rilevare stimoli che elicitano o rappresentano sentimenti di paura (facce che esprimono tale emozione), rispetto a quelli neutri (Smith, Bradley & Lang, 2005; Sutton et al., 1997). Tali risultati sono stati ottenuti utilizzando nei setting sperimentali strumentazioni 38 quali l'International Affective Picture System (IAPS). Lo IAPS sviluppato da Lang, Bradley e Cuthbert (1977) è un set di centinaia di fotografie a colori emozionalmente evocative, di differente e vario contenuto semantico, che include per ogni stimolo fotografico valori normativi (media e deviazione standard) di piacevolezza, attivazione e controllo raccolti su campioni ampi di popolazione e differenti per genere, età, cultura. Lo IAPS è stato costruito con lo scopo di offrire un ampio set di stimoli emotigeni standardizzati da utilizzare nelle ricerche sulle emozioni e sull‟attenzione. L‟utilizzo di questo strumento offre infatti allo sperimentatore la possibilità di effettuare un controllo sperimentale sulla scelta degli stimoli emotigeni, facilitando inoltre la comparazione con i risultati ottenuti in altri studi. La valutazione di piacevolezza, attivazione e controllo delle immagini dello IAPS avviene tramite il Self Assessment Manikin (SAM) (Bradley & Lang, 1980, 1994). Il Self Assessment Manikin (SAM), sviluppato da Bradley e Lang (1980), è uno strumento che consente una valutazione soggettiva da parte dei partecipanti dell‟esperienza emozionale percepita. La valutazione di piacevolezza, attivazione e controllo delle immagini dello IAPS avviene tramite il Self Assessment Manikin (SAM) (Lang, 1980). Il Self Assessment Manikin (SAM), è essenzialmente uno strumento che consente una valutazione soggettiva da parte dei partecipanti dell‟esperienza emozionale percepita. Esso è costituito da due scale grafiche a 9 punti, una usata per valutare la valenza (stato emozionale da 1- spiacevole a 9-piacevole) e l‟altra l‟arousal (grado di attivazione emozionale da 1- calmo a 9- attivato) degli stimoli. I diversi punti della scala sono rappresentati omini stilizzati la cui espressione indica, per la valenza, a un estremo emozioni positive e all‟estremo opposto emozioni negative; per l‟arousal l‟omino ha, ad un estremo, un‟espressione di estrema calma e all‟altro un‟espressione di estrema attivazione. Compito di chi risponde è apporre una crocetta in corrispondenza dell‟omino che più rappresenta valenza ed arousal dell‟emozione provata nell‟osservare ciascuno stimolo. Possono essere scelte anche le posizioni intermedie tra un omino e l‟altro. 39 Presumibilmente, il significato edonico di un input percettivo è valutato automaticamente, implicando stime veloci e preattentive, indipendenti dalla consapevolezza o intenzione del soggetto (Smith, Bradley & Lang, 2005). La veloce valutazione del significato affettivo è funzionale nel consentire rapide ed appropriate reazioni appetitive o avversive agli stimoli presentati. Gli organismi capaci di apprendimento, infatti, hanno il vantaggio di usare suggerimenti, forniti dall‟ambiente, per anticipare potenziali risposte adeguate. Ciò permette la mobilitazione di risorse preparatorie (metaboliche, comportamentali, mentali) utili a difendersi o ottimizzare i benefici provenienti dal contesto, aumentando le capacità adattive dell‟individuo (Smith, Bradley & Lang, 2005). In aggiunta, esperimenti derivanti dalla cosiddetta “broaden and build theory” - la quale afferma che le emozioni positive amplifichino il vissuto soggettivo dell‟individuo, incoraggiando i pensieri esplorativi e le azioni ed allargando il campo di attenzione – hanno scoperto che induzioni di stati d'animo positive fanno sì che gli individui si focalizzino su aspetti "globali" dell'informazione visiva piuttosto che su aspetti "locali" (Fredrickson, 1998; Most, 2009). L'essere felici è più probabile che ci porti ad usare stereotipi ed informazioni categoriali nel formulare giudizi sugli altri. Viceversa, quando siamo tristi ci focalizziamo sul comportamento o forniamo informazioni dettagliate senza far riferimento a categorie globali (Zadra & Clore, 2011). Il lavoro di tesi si è incentrato sullo studio di situazioni emozionali prodotte tramite presentazione di immagini e del loro effetto sul riconoscimento percettivovisivo. La reattività emozionale, in particolare a stimoli spiacevoli, svolge un ruolo importante in alcune teorie psicofisiologiche. Pertanto, lo scopo del presente studio è quello di indagare come stimoli visivi a differente contenuto emozionale modulino il processo di riconoscimento degli stimoli, o meglio, come gli stati di attivazione indotti influiscano sul riconoscimento di figure variamente frammentate. L‟intento è quello di esaminare la possibile interazione tra l'attività percettiva di 40 riconoscimento di stimoli prodotti da Snodgrass e Vanderwart (1977) (stimoli frammentati) e l'attività emozionale indotta sperimentalmente tramite la somministrazione di particolari immagini emotigene e variamente attivanti. In particolare, la ricerca ha avuto l'obiettivo di indagare gli effetti eventuali che la visione di immagini IAPS ha sulla riconoscibilità di figure frammentate a vario livello di categorizzazione, considerando sia la correttezza della performance che la velocità di risposta.
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Libros sobre el tema "Emozionalità"

1

Atmosferologia: Estetica degli spazi emozionali. Roma: Laterza, 2010.

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2

Passeggiate emozionali: Dal rumore alla musica relazionale. [Dogana, San Marino]: C. Maretti, 2012.

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3

Ferretti, Patrizia. Harrison Ford: L'uomo dei contrapposti : sciarade emozionali nel segno dell'introspezione. Roma: Gremese, 2001.

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4

D'Alfonso, Aldo. Bimodalit`a cognitiva e prospettive terapeutiche: Un approccio alle problematiche linguistiche ed emozionali. Roma: Verduci Editore, 1999.

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5

Tiberi, Emilio. Caratteristiche emozionali degli Italiani: Ricerca empirica sulla frequenza delle emozioni di base nella popolazione italiana. Milano: Giuffrè, 1988.

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6

Battacchi, Olga Codispoti. La donna emotiva: Richerche cliniche sui vissuti emozionali della donna nei momenti critici della sua storia ginecologica. Milano: Giuffrè, 1990.

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7

Fabiano, Angioi. Catartica: Viaggi emozionali in versi. Createspace Independent Publishing Platform, 2016.

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Capítulos de libros sobre el tema "Emozionalità"

1

Pinelli, Erica. "La preposizione russa za e i predicati emozionali". En Studi e ricerche. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-368-7/029.

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Resumen
This paper investigates the semantics of the Russian prepositional phrase za+accusative and its polysemy in the domain of causation. In particular, the analysis focuses on the meanings that za+accusative acquires when occurring with verbs of emotion. The complex nature of emotional events motivates the different conceptualizations of their participants, in particular of the Stimulus. In order to investigate the meanings of za+accusative, verbs of emotion have been divided into four groups. The analysis of data proceeding from the Russian National Corpus shows that za+accusative can codify several semantic roles, which vary in accordance to verbal semantics and the characteristics of the Landmark.
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