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Tesis sobre el tema "Eguaglianza nel diritto privato"

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1

Falletta, Sara. "La frode alla legge nel diritto interno e nel diritto internazionale privato". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1870.

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Resumen
2012-2013
La frode alla legge è un tema che, sin dalla cultura romana, ha attirato l’attenzione dei giuristi e risulta, ancora oggi, particolarmente attuale: forte è infatti, la tendenza di coloro che cercano sempre nuovi marchingegni al fine di sottrarsi alle norme imperative. E ciò è tanto più vero se si pone mente alla circostanza che non solo si tratta di un istituto affine a molti altri, quali la simulazione, il negozio indiretto e quello fiduciario, ma anche che esso va assumendo sempre più connotati di “internazionalità”, trovando applicazione non solo nel diritto interno, ma anche in quello internazionale privato. Inoltre, la frode viene generalmente perpetrata attraverso non un singolo negozio, bensì per il tramite di una pluralità di negozi tra essi collegati: tale circostanza rende, da un lato, più gravoso il compito dell’autorità giudiziaria, chiamata a compiere un’analisi non formale e superficiale, ma sostanziale e che vada a guardare, più che il singolo frammento, il risultato raggiunto dalla complessiva operazione economica posta in essere dalle parti; dall’altro, fa sì che la figura sia fortemente evanescente, difficile da inquadrare nelle sue molteplici e variopinte sfaccettature. La frode alla legge è disciplinata, nel nostro ordinamento, dall’art. 1344 del codice civile, il quale prevede che «Si reputa altresì illecita la causa quando il contratto costituisce lo strumento per eludere l’applicazione di norme imperative»: si tratta, come si evince dalla lettura del testo, di una disposizione scarna e di non facile interpretazione. Con l’espressione “frode alla legge” s’intende una violazione mediata e indiretta, un aggiramento della legge. In ciò si differenzia da altri istituti che, pur comportando la inosservanza di un comando o un divieto posto a livello delle norme, agiscono in maniera diretta. Con le parole della Suprema Corte, «il contratto in frode alla legge è caratterizzato dalla consapevole divergenza tra la causa tipica del contratto prescelto e la determinazione causale delle parti indirizzate all'elusione di una norma imperativa» (Cass. civ., 9 dicembre 1971, n. 3568, poi confermata, tra le altre, da Cass. civ., Sez. Un., 7 luglio 1981, n. 4414 e da Cass. civ., Sez. Un., 25 ottobre 1993, n. 10603). Il fine fraudolento è, dunque, realizzato attraverso uno o più contratti tipici, ma piegati al raggiungimento di scopi vietati da norme imperative (e divergenti da quelli per cui le figure negoziali sono state predisposte). [a cura dell'autore]
XII n.s.
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2

Contaldi, Gianluca. "Il trust nel diritto internazionale privato italiano /". Milano : A. Giuffrè, 2001. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=009968773&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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3

CECCHINI, STEFANIA. "Giurisprudenza costituzionale di genere. Paradigmi di genere e principio di eguaglianza nelle pronunce della Corte costituzionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/260796.

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Resumen
The main subject of my doctoral thesis is the woman’s position and the gender relations in the Italian set of rules. Moving from Italian constitutional jurisprudence, the study analyses the interaction between law and gender and especially the application of the principle of equality. The thesis is organized in two part. The first part is more theoretical than the second. In fact, the First analyses the feminist legal studies’ influence over the traditional legal theory. The second part analyses the Italian constitutional jurisprudence regarding gender relations. In this part, the paper focuses on woman’s position in civil law, specifically in family law, in bioethics issues and in public law. Precisely, the thesis proves the existence of three gender paradigm in the jurisprudence: patriarchal paradigm, heterosexual paradigm and cure paradigm.
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4

Montera, Ludovico. "Bioetica e diritto: Esperienza nel diritto ebraico". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1946.

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Resumen
2013 - 2014
Hebrew law - Ham Istrael - of Israeli people is the law of a tormented population, running away from Egypt and slavery. We are talking about a population that has always had to fight for its own self-determination, carrying a culture that is different from neighbour countries but still featured by a special autonomy: everything relating to everyday life is strictly connected to the environment. For starters, we have analysed the sources of Hebrew law, mainly Torah ones. The hebrew word Torah, derivating from the verb jarah ‘to teach, to train’, expresses the meaning of teaching, guiding. It is not a preceptive system that is normatively and juridically binding, but a complex of behavioural instructions. In particular, written Torah, Torah shebiktav, is the instruction that G.d has given to Israel on Mt. Sinai and contained in Pentateuch. Istraeli wisemen believed that, beyond this revelation, Moses had received another oral instruction: the oral Torah, Torah shebe’alpeh. Hebrew law sources are useful in order to better understand the theme we are about to study: bioethics. The term bioethics has acquired a growing diffusion and has earned a well defined epistemological meaning, so that it’s mainly connected to ethical problems related to scientific and tecnologic developments. Bioethics is wrongly defined as ‘ethics of live’, but, in reality, it is that field that operates a strict reference to that part of ethics that determines the boundaries between lawful and unlawful set by the development of scientific knowledge and technological conquers in biomedic and social-sanitary contexts. The term ‘biolaw’, instead, is of more recent coining, and has has a quick spreading on a national and international level. It is important to specifyt that with ‘biolaw’, a term that tends to approach bioethics, we don’t have to refer to the ‘right to live’, because it is a complex of behavioural and social rules that need to be adopted when it comes to bioethics. It is commonly believed that biolaw is the consequence and result of bioetics, because the scientifictechnical development binds to juridically rule all uncommon techniques.... [edited by Author]
XIII n.s.
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5

FRATTINI, MARCO. "L'ABUSO DEL DIRITTO NEL DIRITTO DEI CONTRATTI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/219666.

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Resumen
La presente tesi di dottorato analizza il ruolo del principio dell’abuso del diritto nel diritto dei contratti. Il lavoro di ricerca si pone quale obiettivo lo studio del fenomeno dell’abuso del diritto in termini di indipendenza ed autonomia in particolare rispetto al principio generale di buona fede. L’elaborato considera con particolare attenzione le possibili interazioni tra il principio dell’abuso del diritto e i contratti B2b alla luce dei cosiddetti fallimenti del mercato. Inoltre, il lavoro si occupa anche dei possibili rimedi applicabili in caso di violazione del principio dell’abuso del diritto. Il Capitolo 1 contiene un’introduzione storica della teoria dell’abuso del diritto nonché una breve esposizione delle principali tesi avanzate di tempo in tempo dai principali interpreti che si sono occupati ex professo della materia. Il capitolo 2 propone un’analisi in chiave sistematica delle principali pronunce delle corti italiane in cui è stato ritenuto dalle stesse possibile applicare il principio dell’abuso del diritto nonché di quelle previsioni normative in cui si rinviene un riferimento al principio dell’abuso del diritto. Il capitolo 3 contiene un proposta ricostruttiva del fenomeno dell’abuso del diritto sulla base di un criterio teleologico ritenuto idoneo a consentire un’interpretazione dell’abuso del diritto quale principio generale autonomo ed indipendente ai sensi del diritto italiano.
This PhD dissertation deals with the analysis of the abuse of right’s doctrine under the Italian contractual law. The research aims to study a possible interpretation of the abuse of right’s phenomenon in terms of a legal principle independent and autonomous from the bona fide principle. The study focuses in particular on the relationships between the abuse of rights’ doctrine and the “B2b agreements” in the light of the so called market failures. Furthermore the research investigates also the possible remedies applicable in case of violation of the abuse of right’s principle. Chapter 1 provides for an historical introduction to the abuse of right’s doctrine whereby the main theories advanced from time to time by the main French and Italian Scholars that analyzed ex professo the matter are briefly exposed. Chapter 2 focuses on a systematic analysis of the law case to which the Italian Court considered applicable the abuse of right’s principle as well as the single law provisions which contain references to the concept of abuse of right. Chapter 3 contains a reconstructive proposal of the abuse of right’s phenomenon based on a teleological criterion that would consent to qualify the abuse of right in terms of autonomous and independent legal principle under the Italian legal environment.
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6

Ceolin, Matteo. "Destinazione e vincoli di destinazione nel diritto privato". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425624.

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Resumen
The destination in its various events in the order private Italian, which is particularly by the Civil Code. Part from destination c.d. economic, then moving the constraints of destination, demonstrate in figures peculiar (e.g. foundations, regulations of the building). Then are taken into consideration the acts of destination of the new art. 2645 ter Cod. Civ.
La destinazione nelle sue varie manifestazioni nell'ordinamento privatistico italiano, quale risulta specialmente dal Codice civile. Si parte dalla destinazione c.d. economica, per poi passare ai vincoli di destinazione, quali positivizzantesi in figure peculiari (es. fondazioni, regolamenti di condominio). Indi vengono presi in esame gli atti di destinazione del nuovo art. 2645 ter cod. civ.
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7

Fornasari, Riccardo <1991&gt. "Causa e meritevolezza nel diritto contrattuale contemporaneo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9214/1/Fornasari_Riccardo_Tesi.pdf.

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Resumen
Nella presente ricerca si argomenta che il contenuto e le funzioni del giudizio causale e di meritevolezza mutano a seconda della concezione socio-economica e della politica del diritto dominanti. Tramite l’analisi interdisciplinare e storica dell’evoluzione del giudizio causale, effettuata in relazione al mutamento della concezione economica e del ruolo del contratto, si dimostra come tale giudizio si trasformi e venga utilizzato in relazione alla funzione di allocazione e distribuzione delle risorse assegnata al contratto. Sosteniamo che l’utilizzo contemporaneo di detti giudizi, sempre più esteso ed applicato anche alla singola clausola, ha le proprie radici nelle trasformazioni del sistema giuridico e dell’approccio al diritto contrattuale introdotto dalla regolamentazione dell’Unione Europea, nonché nella concezione del mercato concorrenziale, considerato non più come naturalmente dato, ma come ordine da costruire ed implementare. Questa trasformazione fa sì che il contratto non sia più considerato come a priori frutto della razionalità dei contraenti che trattano su un piano di uguaglianza, ma che possa anche essere, a seconda delle circostanze del caso concreto, il frutto dell’imposizione di una parte a danno dell’altra; in questi casi il dispositivo della concorrenza non può o non ha potuto disciplinare correttamente quel determinato accordo, che permette ad una parte di estrarre una rendita ingiustificata. La sfera della circolazione della ricchezza non è più ontologicamente caratterizzata dalla libertà: i legislatori e le corti prendono atto delle asimmetrie e degli squilibri che vi si manifestano e prevedono rimedi secondo le modalità ed i criteri con cui si prefigurano tali problemi. Ciò amplia l’ambito del giudizio causale e di meritevolezza, anche sulla base delle influenze delle razionalità dei diritti speciali che, pur avendo ruoli ed ambiti di applicazione completamente diversi, hanno permeato il sistema del diritto comune.
This thesis argues that the conceptions and functions of the control on contracts according to the causa and meritevolezza standards depend and evolve in relation to the socio-economic and political dominant conceptions of the legal system. Through an interdisciplinary and historical analysis of the evolution of these controls in relation to the economic conception of contract, we shed light on how these notions are transformed and applied in relation to the allocative and distributive functions assigned to contract law in the Italian and French legal systems. It is argued that current applications of these notions, also in relation to the specific clauses of the contract, depend on the transformation of the juridical system and of the approach to regulation due to the European Union laws and its conception of the competitive market, which is not thought anymore as a natural order, but as a juridical dispositif which has to be built and implemented. In this respect, the notions of causa and meritevolezza are shaped by the rationale developed by European Union law and they are reinterpreted and applied in order to modify contracts that do not comply with the competitive order of the market.
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8

Garofalo, Andrea Maria. "L'interesse legittimo nel diritto privato. Contributo alla teoria dell'affidamento". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424478.

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Resumen
This Ph.D. dissertation addresses the issue of legitimate interests, in respect of both administrative and private law. In dealing with the topic, the first part outlines the relevant state of the art, with particular regard to the public law doctrine, focusing mainly on the possibility of compensation for the violation of legitimate interests (a subject in which private law scholars have often drawn their attention). The second part analyses the contrast between subjective right and legitimate interest, suggesting a broad definition of this last one, suitable to be applied to private as well as administrative law. The proposal, which rests principally on a restatement of the concept of reliance and of the role of good faith, equips the legitimate interest with a general remedy (subsequent and compensatory and to which contractual liability rules should apply) and with some other specific remedies when the law so provides. The third part explains in which sectors of the legal system the envisaged legal category could play a pivotal role: the protection interest which comes into play in the context of the safeguarding granted to the passive subjects in a legal relation (concerned with obligations or with – public or private – authority); the claiming interest in the context of aspiration to acquisition of goods, in situations where this is not granted through absolute subjective rights, such as negotiations, courtesy relationships and measures suitable for broadening the juridical scope in the public law.
La tesi è incentrata sulla figura degli interessi legittimi, di cui propone una ricostruzione dogmatica che si estende a tutto il diritto, amministrativo e privato. Più specificamente, una prima parte descrive lo stato dell’arte in materia, e in particolare nella dottrina pubblicistica, soffermandosi in particolare sulla questione della risarcibilità in caso di lesione di queste posizioni giuridiche (che tanto ha interessato gli studiosi del diritto privato). La seconda parte si focalizza sulla contrapposizione tra diritto soggettivo e interesse legittimo, proponendo una definizione di quest’ultimo che possa renderlo una situazione giuridica di ampio spettro, comune sia al diritto amministrativo, sia a quello civile. La proposta si basa soprattutto su una rivisitazione del concetto di affidamento e del ruolo della buona fede e riconnette all’interesse legittimo un rimedio generale, di tipo successivo e risarcitorio (cui andrebbero applicate le regole della responsabilità contrattuale), e taluni altri rimedi specifici, ove previsto dall’ordinamento. La terza parte enumera i settori del sistema giuridico in cui la prospettata posizione potrebbe fungere da perno: l’interesse protettivo nell’ambito della tutela offerta ai soggetti passivi dei rapporti giuridici (di obbligazione o di potere; quest’ultimo tanto privato, quanto pubblico); l’interesse pretensivo nell’area dell’aspirazione all’acquisizione di beni, non garantita nelle forme assolute del diritto soggettivo (e in particolare il riferimento va alle trattative e ai rapporti di cortesia nel diritto privato, e ai provvedimenti idonei ad ampliare la sfera giuridica nel diritto pubblico).
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9

Radegonda, Luca <1993&gt. "Gli smart contracts nel diritto delle assicurazioni italiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12730.

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Resumen
Scopo dell’elaborato è quello di delineare il quadro normativo applicabile agli Smart Contracts e alla tecnologia blockchain in ambito assicurativo. L’analisi sarà svolta inizialmente, dopo una breve introduzione storica, nelle parti essenziali del contratto in generale attraverso le norme del codice civile e, successivamente, si approfondirà il contratto di assicurazione nello specifico (artt. 1882 c.c. ss). Una volta delineati questi punti si passerà ad evidenziare ulteriori possibili criticità che questi nuovi tipi di “patti” e la piattaforma blockchain possono trovare con la normativa del codice delle assicurazioni private o, al contrario, quali soluzioni possono apportare. Infine, si valuterà più in generale se e come la tecnologia blockchain possa impattare a livello operativo (funzione compliance, funzione di audit, vigilanza informativa e contabilità) all’interno delle società di assicurazioni viste le recenti novità introdotte da Solvency II. In conclusione, essendo la blockchain un database condiviso tra gli utenti del network, si approfondirà il tema della tutela dei dati sensibili e il diritto alla privacy dei consumatori.
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Vighi, Federica <1997&gt. "Molestie sessuali nel mondo del lavoro: normativa e prassi nel diritto cinese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21041.

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Resumen
Il presente elaborato tratta dell’evoluzione normativa e della prassi nel diritto cinese in materia di molestie sessuali, con un inquadramento specifico sulle condotte perpetrate nel mondo del lavoro. Lo studio si prefigge l’obiettivo di mostrare l’aumento dell’attenzione che, nell’ultimo ventennio, il Legislatore e il Governo hanno riposto sul problema, pur evidenziando la persistenza di molteplici ostacoli che ne rallentano la risoluzione. L’elaborato parte dall’importazione in Cina, negli anni ’90, del concetto straniero di “molestie sessuali”, per passare poi all’ingresso e all’evoluzione della fattispecie nell’ordinamento cinese e condurre infine un’analisi sulle sanzioni a cui gli autori di questi comportamenti possono essere sottoposti. Nel secondo capitolo il focus si restringe sulle condotte sessualmente moleste perpetrate nel mondo del lavoro: inizialmente vengono presentati alcuni recenti dati a riprova della gravità e della frequenza con cui tali condotte sono poste in essere e, a seguire, vengono analizzate le disposizioni, adottate soprattutto nell’ultimo decennio, atte a contrastare il fenomeno, riponendo particolare attenzione sugli obblighi e sulle responsabilità a carico del datore di lavoro. L’elaborato si conclude mettendo in luce gli ostacoli più evidenti che si frappongono all’eliminazione del problema e che rafforzano la cosiddetta “cultura al silenzio”, ovvero il fatto che la maggior parte delle vittime non cerchi aiuto esterno. Vengono utilizzati più livelli d’analisi: da una parte vi sono ostacoli di natura sociale e culturale, con la “normalizzazione” delle molestie sessuali sul lavoro e la dilaniante mentalità del “victim-blaming”, dall’altra parte persistono alcune lacune normative, imputabili in parte all’assenza di una legge nazionale ad hoc, ed infine si rileva un divario tra quanto sancito dalla legge (law in the books) e quanto effettivamente applicato (law in action).
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Serrano', G. "Il riconoscimento dei provvedimenti e degli altri atti amministrativi nel diritto internazionale privato e nel diritto comunitario". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/65563.

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Resumen
From the beginning of administrative studies, scholars have discussed the notion of «administrative act» and the possible classification of the measures carried out by a public body or entity. In this debate, Italian authors introduced the notion of «provvedimento amministrativo», as an expression of the public entities’ discretionary powers, as opposed to other instrumental acts. No proof of the existence of a rule of international law binding the States to recognize foreign administrative acts can be detected in international practice, either as a general rule, founded on jurisdictional immunity, or as a specific provision, regarding only confiscations and similar measures or competition law. As a consequence, the recognition of administrative acts has to be considered in a private international law perspective. In modern private international law, two different kinds of recognition of administrative acts are possible: an «indirect recognition», where the administrative act may be relevant as a part of the rules to be applied to the specific case by the judge; a «direct recognition» when the forum attributes a specific value to a foreign act. The question of recognition has other implications in European law. Though some references are contained in private international law regulations, recognition of foreign administrative acts is a consequence of the application of the «mutual recognition» principle, elaborated by the EC Court with reference to the free circulation of goods and extended, in a different way, to services and persons. Contrarily to the theoretical reconstruction of a minority of the doctrine, the principle does not operate like a conflict rule, but like an exception to the application of the law applicable to the substantive content of a specific case.
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SERRANO', GIUSEPPE. "Il riconoscimento dei provvedimenti e degli altri atti amministrativi nel diritto internazionale privato e nel diritto comunitario". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/10281/47090.

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From the beginning of administrative studies, scholars have discussed the notion of «administrative act» and the possible classification of the measures carried out by a public body or entity. In this debate, Italian authors introduced the notion of «provvedimento amministrativo», as an expression of the public entities’ discretionary powers, as opposed to other instrumental acts. No proof of the existence of a rule of international law binding the States to recognize foreign administrative acts can be detected in international practice, either as a general rule, founded on jurisdictional immunity, or as a specific provision, regarding only confiscations and similar measures or competition law. As a consequence, the recognition of administrative acts has to be considered in a private international law perspective. In modern private international law, two different kinds of recognition of administrative acts are possible: an «indirect recognition», where the administrative act may be relevant as a part of the rules to be applied to the specific case by the judge; a «direct recognition» when the forum attributes a specific value to a foreign act. The question of recognition has other implications in European law. Though some references are contained in private international law regulations, recognition of foreign administrative acts is a consequence of the application of the «mutual recognition» principle, elaborated by the EC Court with reference to the free circulation of goods and extended, in a different way, to services and persons. Contrarily to the theoretical reconstruction of a minority of the doctrine, the principle does not operate like a conflict rule, but like an exception to the application of the law applicable to the substantive content of a specific case
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Belli, Guido <1986&gt. "Liberismo economico ed alea nel contratto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6808/1/belli_guido_tesi.pdf.

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La tesi analizza il rapporto tra rischio e liberalismo economico nel contratto e la qualificazione giuridica dei contratti in prodotti finanziari derivati.
The thesis analyzes the relationship between risk and economic liberalism in the contract and the legal classification of financial derivatives.
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Belli, Guido <1986&gt. "Liberismo economico ed alea nel contratto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6808/.

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Resumen
La tesi analizza il rapporto tra rischio e liberalismo economico nel contratto e la qualificazione giuridica dei contratti in prodotti finanziari derivati.
The thesis analyzes the relationship between risk and economic liberalism in the contract and the legal classification of financial derivatives.
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RINALDO, MARIANNA. "Regole di validità e regole di responsabilità nel diritto privato". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266661.

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Resumen
The Ph.D. dissertation focuses on the relationship between validity rules (rules of validity) and liability rules under private law, reconsidering it at a dogmatic level, with reference to the concepts of «valid contract» and «fair contract». The first part of the research highlights the structural and functional characteristics of the two categories of rules mentioned above, whose difference evokes a principle of non-interference between them by virtue of a now-rooted legal tradition. Following this principle, the invalidity of the contract is not due to the violation of a behavioural rule (rule of conduct), whether it occurs in the form of the nullity or the possibility of annulment. In the second part, what acts as a motor to the present examination is the reflection, in evolutionary terms, of the role of good faith within the contractual matters, especially during the formation of the contract. The question arises as to whether a bad faith conduct during the negotiations can invalidate the contract or can integrate a single responsibility for damages (and so a compensation). The third part concentrates on the remedial profile, retracing the various positions taken in the legal literature and in case-law, also highlighting the cases that most often occur before the interpreter's evaluation. The breaches of the disclosure requirements are a clear examples of that. In conclusion, the analysis shows how the solutions considered are critical but on the other hand sharable; hence the difficulty of adopting a single solution to balance conflictual interests: legal certainty and substantial justice.
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Mariottini, C. M. G. "INADEMPIMENTO CONTRATTUALE E RISARCIMENTO DEL DANNO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE PRIVATO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/153107.

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Resumen
The topic of my dissertation is Breach of Contract, Remedies and particularly Damages in Private International Law. Therefore my attention shall be focused on the conflict-of-law issues, nonetheless paying as well due attention to the comparative issues, as a necessary preliminary study to my analysis. The undisputed and ever increasing relevance of international contracts in both private and business transactions, together with the differences detectable in the substantive laws in the many legal orders, justify the attention paid to this topic, due to the possible diverse outcomes of the same dispute in the different jurisdictions. Among these differences, for instance, the several possible remedies available against breach of contract (specific performance, reduction of the price of purchase, termination of the contract, damages) and their pre-requisites. Civil law orders, on one side, show a preference for specific performance or reduction of the price as a result of their moral approach to breach of contract and in fact generally require fault of the breaching party in order to assess damages, whereas common law systems, on the other side ‒ implementing an economic approach ‒ favour damages, regardless of fault. The aforementioned differences in substantive law show the importance of studying the conflict-of-law rules in breach of contract and its consequences, in order to assure – inasmuch as possible – the quest for the “best governing law” and uniformity in the final outcome of the dispute. And although international uniform law conventions, such as the 1980 Vienna Convention on International Sales of Goods or soft-law tools, such as UNIDROIT Principles or the Principles of European Contract Law, have undoubtedly contributed to harmonization, they cannot assure uniformity. The Vienna Sales Convention, for instance, has not been ratified by every country (UK, Brazil, Portugal and India, among others, have not ratified it and Japan only recently has) and it only applies “to contracts of sale of goods between parties whose places of business are in different States” (Art 1(1)), therefore leaving out of its scope private transactions as well as business transactions other than the aforementioned ones (for instance, disregarding contracts whose international character is borne out of the place of performance being other than the one in which both parties happen to have their place of business). Furthermore, it states the right to interests on damages (Art 78), but it does not provide for any criteria in order to calculate them. This shows, once again, that uniform law conventions do not necessarily or thoroughly prevent conflict-of-law issues from arising. Therefore, the question to be addressed states as follows: dealing with the breach of a contract bearing multi-state connections, which shall be the law governing the breach of contract and the remedies against it? Shall all these issues be governed by the law applicable to the contract or should there be exceptions? From a general point of view it may be assessed that the law applicable to the contract applies, with a few exceptions. As far as the law applicable to damages is concerned, for example, the issue of the possible concurrence of the lex fori with the law governing the contract arises. The matter concerning the law applicable to damages has traditionally been split into two separate issues, the first one pertaining to the remoteness (i.e. forseeability) and the heads of damages and commonly governed by the law applicable to the contract in light of the fact that such issues play no role in the correct carrying out of the process and the enforcement of the lex fori is therefore ruled out. The second one is related to the measure and quantification of damages and, as stated in case-law concerning extra-contractual liability which may nevertheless be addressed to as for breach of contract as well, a restricted enforcement of the lex fori should be justified, but only as far as aspects pertaining to the proper functioning of the judicial mechanism are concerned, such as, for instance, the manner of assessment of damages. Some legal orders, for instance, will require a jury to assess the measure and quantification of damages, in which case, the lex fori applies. As for the matter concerning interests, relevant differences may once again be pointed out from both the substantive and the PIL point of view. From the substantive-law point of view some legal orders, such as the Italian and the Swiss ones, do not allow compound interest and others, such as the Islamic ones, do not allow the assessment of interests at all, although providing for alternative means of compensation. And while common law orders usually characterize interests as a matter of procedure therefore applying the lex fori, in the civil law countries the same issue is considered as a matter of substance and thus governed by the lex contractus. These differences, once again, underline the possible different outcomes of the same dispute and the importance of the detection of the proper applicable law. I nevertheless wonder if, as far as international transactions by privates and small business firms (and not by big corporations, which entail different issues and mechanisms) are concerned, the different rule of governing interests by means of the law of the domicile of the non-breaching party shouldn’t be stated, instead. If interests are assessed to protect the economic power of the non-breaching party, such party being a private or a small firm, this party will probably see its own economic power better safeguarded by the enforcement of the law applicable in the economic and legal context in which he commonly lives and does his business, rather than the lex fori or the law applicable to the contract, which might have been simply chosen by the parties or have no connection with the environment he usually deals with. One last relevant issue must be borne in mind: whereas two States provided not only for the same substantive rule, but also for the same conflict-of-law rule, uniformity would still not be necessarily assured, due to possible discrepancy in the characterization of the same issue. As far as contractual obligations are concerned, characterization problems may in fact arise in connection with pre-contractual liability, but also donations as well as maintenance obligations. Therefore, in order to implement, insofar as possible, harmonization in the outcome of an international dispute, uniformity in both conflict-of-law rules and jurisdiction criteria should be pursued. Just like uniform PIL rules do not – themselves – assure uniformity, harmonized jurisdiction rules will never – alone – ensure uniformity in the outcome of the same dispute due to the possibility of multiple forums being competent at the same time in international contractual matters. Under the Brussels I regulation, for instance, the forum of the defendant’s domicile (Art 2(1)), but also the one of the place of performance of the obligation in question (Art 5(a)), as well as the one possibly agreed upon by the parties by means of a choice of court agreement (Art 23 – prorogation of jurisdiction, which shall be exclusive unless the parties have agreed otherwise), may each have jurisdiction over the same contractual issue. The same rules have been adopted between EC Member States (including Denmark), Switzerland, Norway and Iceland with the New Lugano Convention, signed on October 30th 2007.
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CREMONESI, CRISTIANO. "Il rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241862.

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Resumen
Il settore del servizio idrico è stato interessato negli ultimi vent’anni da profonde riforme a cui vanno aggiunte, recentemente, importanti novità normative che ne hanno modificato ulteriormente l’organizzazione. Nell’ambito di questa tesi, dopo aver ripercorso l’evoluzione normativa di questo settore, si è proceduto all’esame della ripartizione dei ruoli e delle responsabilità tra i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione del servizio idrico: il Governo, la Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche (CO.N.VI.R.I.), le Regioni, i gestori del servizio e le Autorità d’Ambito, i cui compiti dovranno essere riassegnati dalle Regioni a causa della soppressione delle stesse. In particolare si è trattato della redazione dei piani d’ambito, dell’affidamento del servizio idrico, dei poteri di controllo dell’autorità d’ambito sul gestore, della determinazione della tariffa, della convenzione come strumento di disciplina dei rapporti tra autorità d’ambito e soggetti gestori del servizio idrico integrato, del gestore del servizio idrico, dei poteri di controllo e sostitutivi nei confronti del soggetto gestore, delle modalità di subentro di un nuovo gestore a quello uscente, concludendo con un riepilogo dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nel funzionamento del servizio idrico integrato. Le modalità di affidamento della gestione del servizio a società di capitali private, a società miste pubblico-privato e a società in house sono state oggetto di una approfondita analisi, in quanto rappresentano una questione fondamentale in relazione al rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico e in considerazione del fatto che proprio su di esse si sono concentrate le maggiori novità normative dell’ultimo decennio. In particolare, nel 2008, con l’art. 23-bis, introdotto dalla l. n. 133/2008 in sede di conversione del d.l. n. 112/2008, vi sono state importanti novità in materia di affidamento, legate soprattutto alle forti limitazioni al ricorso al modello della società in house. A queste vanno aggiunte quelle relative alla nuova disciplina dei servizi pubblici locali, introdotta dal d.l. 135/09, convertito nella legge 20 novembre 2009, che hanno suscitato un acceso dibattito sulla c.d. “privatizzazione dell’acqua”: tra le novità, infatti, c’è la previsione della scadenza delle gestioni in house al 31 dicembre 2010, se non si superano stringenti requisiti, e al contempo viene incentivata la trasformazione delle stesse in società miste, permettendo il proseguimento di tali gestioni sino alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31 dicembre 2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale ad un socio privato selezionato con procedura di gara ad evidenza pubblica. La questione, quindi, è di grande attualità, e sono stati proposti addirittura due diversi refenderum contro la privatizzazione del settore, anche se con caratteristiche sostanzialmente diverse. Al fine di analizzare al meglio quello che, più che con il termine «privatizzazione», andrebbe meglio definito come «partenariato pubblico-privato (PPP)», è stato effettuato un confronto tra il nuovo modello italiano e quello di altri importanti paesi europei, in particolare Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Olanda, al fine di evidenziarne le peculiarità e i possibili punti di forza e di debolezza. Si è cercato, infine, di approfondire proprio i legami tra il ruolo del soggetto pubblico e di quello privato in un settore, quello idrico, dalle caratteristiche assolutamente peculiari. A tal proposito sono stati esaminati il ruolo della convenzione di affidamento come strumento di regolazione dei rapporti tra soggetto pubblico e privato, i rischi che rendono aleatori i ricavi e i costi del gestore del servizio idrico, le potenzialità e le problematiche del partenariato pubblico-privato (PPP), la convenzione di affidamento come accordo contrattuale di lungo termine e la questione della rinegoziazione della convenzione stessa.
During the last twenty years, the water service sector has been affected by deep reforms and, more recently, important regulatory changes have altered its organization further. In this thesis, after chronicling the evolution of legislation in this sector, I examined the allocation of tasks and responsibilities between public and private entities taking part in the water service organization: Government, National Committee of Inspection for the Water Service (CO.N.VI.R.I.), Regions, service managers and, finally, Area Authorities, whose functions will be reassigned by the Regions in consequence of their disbandment. In particular, I covered the area plans, the water service entrusting, the Area Authority’s supervision powers over the managers, the price determination, the Convention as a regulation instrument of the relations between Area Authorities and integrated water service managers, the water service managers, the surveillance and replacement powers over the managers and, finally, the modes a new manager can succeed the outgoing one. I concluded with a summary of the roles and responsibilities pertaining to the corporations involved in the integrated water service functioning. The methods of the service management entrusting to private limited companies, governmentcontrolled companies and government-owned corporations have been analyzed in detail, as they represent a fundamental question with regard to the relationship between public and private in the water service and in view of the fact that the most important regulatory changes of the last decade have been centred right on them. In particular, in 2008, art. 23-bis, introduced by l. n. 133/2008 in consequence of the conversion of decree-law n. 112/2008, made important changes as regards entrusting, especially related to strong restrictions on the use of the government-owned corporation model. In addition, it is necessary to mention the changes concerning the new regulation of local public services, introduced by decreelaw n. 135/09, converted into law 20th November, 2009. In particular, the so-called “water privatization” has sparked a heated debate: actually among the news there’s the expiry of public managements at 31st December, 2010 if they don’t meet strict requirements. Meanwhile, the conversion of government-owned corporations into government-controlled companies is fostered, allowing the continuation of these managements until the expiry date provided for in the service contract on condition that by 31st December, 2011 the Government cedes at least 40% of the capital to a private partner selected with public tender procedure. So, it is a question of great interest and two different referendum against the privatization of this sector were even proposed, although with substantially different features. In order to better analyze what, rather than «privatization» would be better defined as «publicprivate partnership (PPP)», I made a comparison between the new Italian model and that of other leading European countries, especially England, France, Germany, Spain and Holland, so that I could highlight peculiarities and possible strengths and weaknesses. Finally, I tried to delve into the relationships between public and private in the water service, a very peculiar sector. To this end, I examined the role of the entrusting convention as a regulation instrument of the relations between public and private, the risks of uncertainty of revenues and costs of the water service manager, potential and issues of public-private partnership (PPP), the entrusting convention as a long-term contractual agreement and, finally, the question of the renegotiation of the convention.
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Nitti, Marialuisa <1987&gt. "I danni punitivi nel sistema della responsabilità civile". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9554/1/NITTI_MARIALUISA_TESI.pdf.

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Il concetto di danno punitivo evoca una peculiare forma di risarcimento del danno la cui funzione, lungi dal risolversi in una prospettiva meramente compensativa del soggetto danneggiato, si carica di una valenza punitiva e deterrente. L’obiettivo del presente lavoro è quello di indagare l’ammissibilità e la compatibilità dell’istituto con la sistematica della responsabilità da illecito aquiliano. Un piano di indagine sollecitato dal recente fervore pretorio sul tema, soprattutto in relazione alla verifica dialettica della compatibilità dell’istituto in parola con il concetto di ordine pubblico interno e internazionale: l’attuale impianto normativo dell’illecito aquiliano può legittimamente ambire ad una vocazione polifunzionale e dinamica in una più ampia prospettiva di effettività e completezza della tutela non solo interprivata ma anche superindividuale, nella consapevolezza, che “una responsabilità civile che non accarezzi la deterrenza non è una vera responsabilità civile”.
The concept of punitive damage suggests a particular way of compensation for damage whose function, far from being resolved in a merely compensatory perspective of the damaged party, is charged with a punitive and deterrent shade. The aim of this work is to investigate the admissibility and compatibility of the institution with the italian liability rules. An investigation plan prompted by the recent Italian Courts interest on the subject, especially in relation to the dialectical verification of the compatibility of punitive damages with the concept of internal and international public order. Infact, the Italian liability law system can legitimately aspire to a multifunctional and dynamic vocation in a broader perspective of effectiveness and completeness protection not only between private but also in a social perspective, in the awareness that "civil liability that does not affect deterrence does not it is a real civil liability ".
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Buoso, Anna <1986&gt. "Il risarcimento diretto nel Codice delle assicurazioni private". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2417.

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Il risarcimento diretto, introdotto con il d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, consiste in una nuova procedura di gestione e liquidazione del sinistro. Il presente lavoro esamina, inizialmente, l'evoluzione normativa nel sistema assicurativo e procede con un'analisi del funzionamento e delle caratteristiche del risarcimento diretto. Viene inoltre approfondito il tema della qualificazione giuridica del rapporto che si instaura tra l'assicurazione del danneggiato e quella del responsabile civile. Infine si fornisce una disamina della CARD (Convenzione tra gli assicuratori per il risarcimento diretto) e vengono affrontate le novità introdotte dalla Legge liberalizzazioni n.27 del 24 marzo 2012 in materia di risarcimento diretto.
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Maio, Emanuela. "Clausola compromissoria e meritevolezza nel sistema della giustizia sportiva". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4383.

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2016 - 2017
The sporting phenomenon is constantly evolving and this involves both substantive and procedural aspects, mainly in light of recent reforms. The work attempts to answer a complex question about the arbitration clause and its merit in the sports justice system. It starts from a general overview of the relationship between sporting phenomenon and legal system, and then to address the consequences in terms of arbitration clause. The study does not remain suspended on a theoretical level, but is completed by an empirical aspect. The reference is to the Pechstein case, whose analysis leads to the hypothesis of the same process before an Italian judge, projecting the possible solution. The comparison between the German legal system and the Italian legal system, with similarities and differences, makes it possible to advance an alternative solution to the traditional ones, relying on a key value of the European States: the person. [edited by Author]
XVI n.s. (XXX ciclo)
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Marino, Silvia. "Metodi di tutela del contraente debole nel diritto internazionale privato comunitario". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2633.

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2006/2007
La tesi di dottorato ha ad oggetto un tema ormai classico nel diritto internazionale privato, ovvero la tutela del contraente debole. Tuttavia, l’approccio vuole diversificarsi. Infatti, oggetto dello studio è l’analisi dei metodi che sono utilizzati al fine di tutelare la parte debole, e non solo l’esame dei testi normativi, della giurisprudenza e delle sue ripercussioni. L’ambito della ricerca è limitato al settore della cooperazione giudiziaria comunitaria in materia civile: infatti, lo scopo è quello di verificare se i tradizionali strumenti del diritto internazionale privato classico siano stati recepiti anche in tale settore o se il diritto comunitario presenti degli aspetti di originalità. Successivamente, si vuole verificare se i metodi utilizzati siano idonei allo scopo. La tesi è composta di cinque capitoli, di cui uno introduttivo e gli altri di analisi dei metodi di coordinamento fra ordinamenti. Un capitolo introduttivo si è reso necessario in primo luogo per rilevare le specificità della cooperazione giudiziaria in materia civile rispetto al diritto internazionale privato in senso classico. Così, si vuole dar conto delle evoluzioni storiche dello specifico settore, con particolare rilievo alla sua “comunitarizzazione”, che ha portato alla trasformazione della Convenzione di Bruxelles del 1968 nel regolamento n. 44/2001 e che condurrà entro breve termine all’approvazione del regolamento “Roma I”, sostitutivo della Convenzione di Roma del 1980. Proprio in quest’ottica si vuole notare come diversi problemi tipici del diritto internazionale privato non si pongano a livello comunitario. Ci si riferisce, in particolare, al problema della qualificazione, che trova una soluzione univoca grazie alle competenze pregiudiziali attribuite alla Corte di giustizia, perdendo così, in questo settore, interesse le discussioni dottrinali e le diverse soluzioni giurisprudenziali circa le modalità di risoluzione della questione. Inoltre, sempre nel capitolo introduttivo, ci si chiederà cosa debba intendersi per tutela della parte contrattuale debole nel sistema internazionalprivatistico. Si prendono in esame due diverse possibilità, discusse dalla dottrina: la prima, secondo la quale deve essere garantita l’applicazione della legge sostanzialmente più favorevole possibile al contraente debole; la seconda, che ritiene che solo debbano essere assicurate delle garanzie minime, in particolare quelle previste dalle legge di residenza abituale del consumatore, in quanto legge da questi meglio conosciuta. Dopo una breve discussione, si motiva la scelta, che ricade su quest’ultima concezione. I quattro capitoli centrali sono dedicati all’analisi dei metodi di conflitto, quindi il primo al metodo classico, il secondo al rinvio all’ordinamento competente, il terzo alle norme di conflitto a finalità materiale, il quarto all’autonomia nella scelta del foro e della legge applicabile. Ogni capitolo si inizia con un’indagine, anche di carattere storico, sulle caratteristiche principali dei singoli metodi e le loro peculiarità; quindi, nel limitato ambito del rapporto contrattuale, si verifica se il diritto comunitario ne sia tributario, se abbia solamente recepito il metodo tradizionale o abbia apportato degli elementi di novità; in ogni caso, si verifica se le scelte compiute in sede comunitaria possano effettivamente garantire una tutela sufficientemente significativa alla parte debole. La dottrina italiana ha distinto un ulteriore metodo di diritto internazionale privato, il cd. jurisdictional approach. Come osservato anche nel corso del lavoro, non si è scientemente proposta un’analisi di questo metodo, perché non è parso utilizzato nel diritto internazionale privato comunitario in materia contrattuale. Pertanto, un suo esame avrebbe avuto una valenza meramente teorica, senza alcun fondamento normativo nel nostro ambito di ricerca. Accanto all’esame dei singoli metodi, alcuni strumenti e istituti tipici del diritto internazionale privato vengono presi in esame. Tipico è il caso del rinvio, la cui analisi assume un particolare rilievo proprio nel capitolo terzo allo scopo di verificare se possa essere ammesso un rinvio in favorem. Il problema, certo, non si pone nel campo di applicazione della Convenzione di Roma, che esclude l’operatività del rinvio, ma diventa interessante per quanto attiene il contratto di assicurazione, dal momento che le direttive sui servizi assicurativi non contengono una disciplina completa di diritto internazionale privato e non forniscono alcuna soluzione al problema. Inoltre, una particolare attenzione è prestata a tre strumenti classici, che possono essere utilizzati e che sono in effetti stati utilizzati al fine di tutelare una delle parti del rapporto, ovvero le norme di applicazione necessaria, le disposizioni imperative e l’ordine pubblico. Delineata la loro nozione nel primo capitolo, successivamente si verifica il loro ruolo all’interno dei diversi metodi. Così, si noterà che essi risultano indispensabili nel metodo classico, che, essendo caratterizzato dall’astrattezza, non prende in considerazione il contenuto sostanziale della legge applicabile, potendo lasciare la parte debole sprovvista di ogni tutela. Un’analoga conclusione può essere raggiunta per quanto attiene il metodo del rinvio all’ordinamento competente – con alcune peculiarità per quanto riguarda l’applicazione dei principi di ordine pubblico dell’ordinamento competente nello Stato del foro - ; questi limiti all’applicazione del diritto straniero, pur non essendo meno rilevanti, trovano una diversa giustificazione qualora la legge applicabile e il giudice competente siano stati scelti dalle parti: in tal caso, infatti, si tratta di tutelare la parte debole contro pressioni derivanti dall’altro contraente e dovute dal disequilibrio del potere negoziale dei due. All’opposto, quando la norma di conflitto ha carattere materiale, l’ordine pubblico pare avere invero scarsa rilevanza e il ruolo delle norme di applicazione necessaria e le disposizioni imperative è modesto, proprio perché la legge applicabile già risponde alle esigenze minime di tutela della parte debole richieste dalla lex fori. Un ulteriore aspetto di particolare interesse è relativo alla tendenziale coincidenza fra forum e ius. L’ultima parte del terzo capitolo è dedicata a questo problema; dopo un esame delle disposizioni rilevanti, si verifica se già questa coincidenza sia idonea a tutelare la parte contrattuale debole – fornendosi una risposta positiva e illustrandone le ragioni. Inoltre, proprio questa coincidenza può comportare delle soluzioni peculiari quanto al rilievo delle norme di applicazione necessaria della lex fori, appunto perché avente anche il ruolo di lex causae. Ogni capitolo presenta una conclusione parziale, che illustra gli elementi di continuità e di novità del diritto comunitario rispetto al diritto internazionale privato classico. Inoltre, si verifica se tali soluzioni siano effettivamente idonee a garantire una tutela minima alla parte contrattuale debole. Lo scopo è quello di rilevare, soprattutto, l’originalità di certe scelte del sistema di cooperazione giudiziaria in materia civile. .Questo elemento è messo in particolare rilievo nelle Conclusioni. In primo luogo si vuole mettere in luce come la cooperazione giudiziaria in materia civile parta da basi molto diverse rispetto ai sistemi convenzionali di diritto internazionale privato. Infatti, nel diritto comunitario è richiesto un coordinamento fra ordinamenti molto più forte, che non si limita ad alcuni contatti estemporanei ed occasionali. Anche nell’elaborazione di un sistema comune di diritto internazionale privato e processuale deve tenersi conto delle finalità essenziali del diritto comunitario – il funzionamento del mercato interno e lo sviluppo della libera circolazione intracomunitaria. La cooperazione giudiziaria non può prescindere da questi aspetti. Pertanto, anche la tutela della parte contrattuale debole deve essere contemperata con altre esigenze, quelle della produzione, e soprattutto la Convenzione di Roma costituisce un esempio della ricerca di questo difficile bilanciamento. In secondo luogo, tornando, conclusivamente, ai metodi di coordinamento e a riflessioni sottostanti a tutto il lavoro, si vuole notare come la struttura degli articoli 5, par. 3 e 6, par. 2 della Convenzione di Roma paia quella maggiormente idonea ad assicurare la tutela della parte debole, almeno nel senso che si è inteso nel nostro lavoro. Si sottolineano i vantaggi di chiarezza e di certezza del diritto che una tale soluzione consente – caratteristiche che rendono la contrattazione internazionale più sicura e interessante anche per l’altra parte; la semplicità dell’accertamento giudiziale circa la legge applicabile; la più facile conoscibilità dei diritti della parte debole. Inoltre, in queste ipotesi è modesto il rilievo delle norme di applicazione necessaria, delle disposizioni imperative e dell’ordine pubblico, a meno che non sia richiamata la legge di uno Stato non comunitario, elemento che risalta ancora la semplicità e l’idoneità di una tale soluzione e che distingue profondamente questo metodo dalla scelta di legge applicabile che, in molte ipotesi, ha bisogno almeno del correttivo delle disposizioni imperative. La tendenziale semplicità nell’applicazione di queste norme risulta, infine, rafforzata dal coordinamento che si è effettuato fra la Convenzione di Roma – e il prossimo regolamento “Roma I” - e il reg. n. 44/2001, il quale consente, in molteplici casi, l’applicazione da parte del giudice della lex fori. L’immediatezza di una tale soluzione alle problematiche del conflitto di leggi e di competenza giurisdizionale garantisce una tutela minima alla parte debole e, contemporaneamente, assicura una sufficiente certezza del diritto alla controparte, operatore economico.
XX CICLO
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Rainone, Eleonora <1988&gt. "Le reti di impresa nel mercato: prospettive di qualificazione giuridica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8111/1/Eleonora_Rainone.pdf.

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Le reti d’impresa sono un fenomeno di matrice economica che può essere collocato all’interno dell’ampio quadro delle strutture aggregazionali tra imprese: il cd. Networking. Le reti sono forme ibride di organizzazione, un modello intermedio che si colloca fra le categorie generali dello scambio contrattuale e delle strutture gerarchiche integrate e che tende a sfuggire alle categorie giuridiche tradizionali. Il predetto fenomeno reticolare, è stato oggetto di positivizzazione da parte del Legislatore italiano attraverso la L. 9 aprile 2009 n. 33, art. 3 comma 4-ter. Il contratto di rete di cui alla citata normativa si pone, quale strumento di disciplina e d’incentivazione dei rapporti cooperativi tra imprese alternativo alle forme di aggregazione tradizionali. Esso rappresenta una figura flessibile di contratto plurilaterale con comunione di scopo, ad effetti obbligatori, di natura formale e connotato da una responsabilità limitata.
Business networks represent a new way of partnership through which knowledge flows, propagates and regenerates, fuelling the processes of production and consumption. They may be qualified, from an economic point of view, as a free association between enterprises with the aim of increasing their competitiveness and innovativeness This reticular phenomenon was regulated for the first time by the Italian lawmaker through the L. 9 April 2009 n. 33, article 3 comma 4-ter. The network contract is a new legal norm also in the international spectrum, as a tool of discipline an incentive of networking between enterprises. This tool acts as an alternative to traditional relationships that affect each company (consortium, holdings). Therefore, the main goal of the research project is analysing business networks from an economic and legal point of view. My investigation is focussed on the features of the structure and the organisation of the companies involved in the network.
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La, Battaglia Luigi <1978&gt. "La perdita di chance nel prisma del danno non patrimoniale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9285/1/La%20Battaglia_Luigi_Tesi.pdf.

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Il danno da perdita di chance rappresenta la categoria giuridica di cui la giurisprudenza si serve per ampliare i confini della tutela risarcitoria, in diversi casi in cui, alla stregua dell’impostazione dogmatica tradizionale, non potrebbe dirsi configurabile un danno-conseguenza (né sotto forma di danno emergente, né sotto forma di lucro cessante). Lo studio, una volta delimitato il campo dell’indagine e dato conto delle opinioni dottrinali sulla ricostruzione della figura, ha preso le mosse dall’illustrazione degli orientamenti della giurisprudenza, la quale, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, è andata via via applicando l’istituto nei settori del diritto del lavoro, della responsabilità professionale (in particolare dell’avvocato), e del danno alla persona (nel quale ultimo si è messo in luce come il danno da perdita di chance possa rivestire funzione unicamente descrittiva di tipologie di pregiudizio riconducibili alle “tradizionali” voci di danno). Nel secondo capitolo si è analiticamente esaminata la fattispecie del danno da perdita di chance, alla luce delle categorie e dei principi generali della responsabilità civile, vagliando i margini di “armonizzabilità” dell’istituto rispetto alle classificazioni in termini di danno emergente/lucro cessante, danno presente/futuro, danno-evento/danno-conseguenza, nonché rispetto alle regole sulla causalità, al requisito dell’ingiustizia del danno, e alle tecniche di liquidazione del danno. Nell’ultimo capitolo, si è proceduto, poi, a “calare” l’istituto del danno da perdita di chance nel “sottosettore” della responsabilità sanitaria, sottoponendo a verifica la “tenuta teorica” della sua “variante” non patrimoniale al cospetto della recente novella legislativa rappresentata dalla l. n. 24/17, nonché degli orientamenti giurisprudenziali che, negli ultimi due anni, hanno interessato i temi dell’onere della prova del nesso causale e dello stesso danno da perdita di chance non patrimoniale. A conclusione dello studio, si sono svolte, infine, alcune considerazioni sulle criticità che precludono un’armonica “riconduzione a sistema” dell’istituto, consigliandone il definitivo abbandono.
The damage for loss of chance represents the legal category used by the jurisprudence to widen the boundaries of the compensatory protection, in different cases in which a real consequence-damage could not be configured. The research, after giving account of the doctrinal opinions about the institution, begun with the illustration of the case law, which, starting from the 80s of the last century, went away via applying the institute in the fields of labour law, professional liability (in particular, lawyers’ liability), and personal injury (in which has been highlighted how the damage due to loss of chance can assume only a descriptive function of the types of injury attributable to the "traditional" types of damage). In the second chapter, the case of damage for loss of chance was analysed analytically, in light of the categories and general principles of civil liability, evaluating the possibility to harmonize the institution with the classifications in terms of emerging damage / loss of profit, present / future damage, event-damage / result -damage, and with the rules about causation, the requirement of the injustice of the damage and the techniques for awarding damages. In the last chapter, the goal has been to "lower" the damage for loss of chance in the "sub-sector" of medical liability, by checking the "theoretical stability" of its non-patrimonial "variant" in the light of the recent legislative reform represented by Law no. n. 24/17, as well as the recent case law that, in the last two years, have faced the issues of the burden of proof of the causal link and of the non-economic damages from loss of chance. In conclusion, some considerations were made about the critical issues that preclude a harmonious "reconnection to system" of the institution, recommending its definitive abandonment.
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Trolli, Fabio <1993&gt. "Il rapporto fiduciario nel sistema delle "sostituzioni" nelle decisioni terapeutiche". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22067.

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La tesi indaga la figura del fiduciario introdotta dalla Legge 22 dicembre 2019, n. 217 in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. In particolare, il primo capitolo riferisce l’evoluzione storica del rapporto di cura medico-paziente, segnata dal passaggio da una funzione paternalistica, la quale attribuisce al medico il compito di decidere la migliore cura per il paziente, a una funzione partecipativa, la quale valorizza il potere di autodeterminazione del paziente, titolare del diritto a decidere sui trattamenti sanitari di cui necessita. L’indagine si focalizza sulla tutela dell’interesse del paziente nel caso in cui, nel momento della decisione, versi in condizioni di incapacità, altresì considerando le esperienze straniere che hanno previsto la figura del fiduciario e alle quali l’ordinamento italiano ha attinto con la L. n. 219/2017. Il secondo capitolo tratta dei ruoli delle persone vicine al malato. Delineata l’ampiezza dei poteri riconosciuti all’amministratore di sostegno, al curatore e al tutore nelle questioni riguardanti le scelte di cura del beneficiario della misura di protezione, l’indagine si sofferma sui poteri spettanti al fiduciario nominato con le forme delle direttive anticipate di trattamento. Nell’ultimo capitolo vengono specificati e analizzati i criteri all’insegna dei quali devono operarsi le decisioni sui trattamenti sanitari da praticare su soggetti che non siano in grado di autodeterminarsi; a tal fine, si distinguono le diverse situazione a seconda che non vi siano o vi siano le disposizioni anticipate di trattamento e, in quest’ultimo caso, che il disponente abbia provveduto o meno alla nomina del fiduciario. Particolare attenzione è dedicata alle clausole generali del best interest del paziente e del substituted judgement di derivazione anglosassone, anche attingendo dalle esperienze americana e inglese, da cui esse originano. La tesi approda quindi a una sintesi ricostruttiva, tracciando una sorta di ordine gerarchico tra i diversi criteri entro i quali si propone di includere il ruolo del fiduciario. Una postfazione è dedicata alle recenti scoperte della neurologia sui neuroni specchio e alla rilevanza di questo contributo scientifico nel compimento delle scelte empatiche.
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Puliatti, Pietro. "Il licenziamento del dirigente nel lavoro privato". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422994.

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Abstract The research explores the topic of manager’s dismissal in order to determine his protection in case of employer’s withdrawal. The discussion first focuses on the definition of manager, together with the identification of the cases to which it applies. Then, the analysis addresses the regulation of manager’s dismissal. The manager - excluded from the law n. 604/1966 because of his fiduciary relationship with the entrepreneur - enjoys, however, an effective legal protection coming from collective bargaining, based on the controversial notion of “giustificatezza”. The thesis proceeds to define “giustificatezza” according to the orientations of the doctrine and the Courts. This leads to the conclusion that in Italy every worker benefits from a minimum set of protections against dismissal. In the last part, the research compares the regulation of manager’s dismissal in the Italian and the American law. In recent years, the latter has experienced a significant limitation of the at will rule, with the result of increasing the safety net for employees in case of dismissal. This suggests that every modern State perceives as a priority - inherent to his own status - to provide to employees legal protection against the dismissal.
Abstract La ricerca intende approfondire il complesso tema del licenziamento del dirigente privato al fine di definire l’esatta consistenza della tutela accordata al manager in caso di recesso datoriale. La trattazione, pertanto, realizza un inquadramento generale della materia concentrandosi da subito sulle questioni concernenti la determinazione della nozione di dirigente e l’individuazione dell’ampiezza della categoria dirigenziale. L’analisi successiva è dedicata alla disciplina del licenziamento del dirigente privato. Quest’ultimo - escluso dalla applicazione della L. n. 604/1966 in ragione della sua relazione fiduciaria con l’imprenditore - gode però di un’efficace tutela contrattualcollettiva incentrata sulla controversa nozione di giustificatezza, introdotta quale causale giustificativa del recesso datoriale. Si procede, così, alla definizione della nozione di giustificatezza alla luce degli orientamenti espressi dalla dottrina e dalla giurisprudenza. La prima parte della riflessione concerne, infine, lo studio della posizione del dirigente privato non tutelato dalla contrattazione collettiva, del quale si esclude, in ragione della complessiva evoluzione dell’ordinamento giuridico, la libera licenziabilità. Ne deriva la constatazione dell’esistenza in Italia di un nucleo minimo di tutele avverso il licenziamento assicurate a ogni lavoratore. La ricerca si compone, inoltre, di una seconda parte di carattere comparatistico incentrata sul licenziamento del dirigente statunitense e, più in generale, sulla considerazione della progressiva erosione della at will rule, al fine di garantire, anche negli Usa, una salvaguardia minima al dipendente nell’ipotesi di recesso del datore. Si manifesta così la necessità, percepita da ogni Stato moderno, di dotare il prestatore di lavoro subordinato di un patrimonio essenziale di tutele contro il licenziamento, da riconoscersi in quanto connaturate al suo stesso status.
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Agrifoglio, Giangabriele <1978&gt. "L'abuso di dipendenza economica nel sistema del diritto europeo dei contratti". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/616.

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JIA, WANTING. "La teoria del possesso nel diritto romano e italiano: alcune riflessioni sulle relative norme nel diritto cinese". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1395.

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Resumen
Il possesso è un istituto molto importante nel diritto romano. Esso non solo ha attraversato quasi tutta l’evoluzione storica del diritto romano (dalle XII Tavole fino alla codificazione giustinianea), ma anche ha svolto una funzione rilevante nella formazione del sistema della proprietà e dei diritti reali del diritto romano. Prorpio per la sua posizione particolare, tanti giuristi illustri, come Labeone, Nerva, Paolo, Ulpiano, ecc., ci hanno lasciato trattazioni importanti su di esso. Ed i risultati acquistati dai giuristi moderni sono numerosi. Però, nella ricerca giurisprudenziale e nella legislazione cinese mancano le trattazioni dettagliate ed i pensieri profondi e complessivi in questo tema. Questa tesi inizia dalle trattazioni dei giureconsulti romani, con il riferimento dei risultati positivi dei romanisti moderni, facendo una introduzione più o meno complessiva della teoria romana del possesso. Nella seconda parte, si tratta dell’istituto del possesso nel diritto italiano moderno, sottolineando l’influenza della teoria del possesso nel diritto romano. L’ultima parte di questa tesi concerne l’istituto del possesso nel diritto cinese. Nonostante esso sia previsto nella legge vigente cinese, però, per quanto riguarda i prorpi contenuti specifici, si vede che ci siano ancora tante cose da completare e migliorare. Nel futuro processo del miglioramento del diritto cinese, una tradizione giuridica eccellente come quella del diritto romano e una legislazione matura come quella italiana possono essere molto utili. È questo, infatti, il maggiore scopo e potenziale valore del nostro studio.
The possession is a very important system in the roman law. It not only has passed trough almost the whole historic evolution of the roman law(from the XII Tavole to the codification of Giustiniano), but also has played a very important part in the formation of the system of the ownership and other rights of property in the roman law. Because of its particular position, many outstanding roman jurisconsult, suche as Labeone, Nerva, Paolo, Ulpiano, etc, have left many important works on this subject. And the results achieved by the modern jurists are numerous. However, in the research of giurisprudence and in the legislation of China it lacks detailed works and profound and comprehensive thoughts. This thesis started from the original works of the roman jurisconsults, with the reference of the positive results of the modern Romanists, giving a more o less comprehensive introduction of the roman theory of the possession. In the second part, it concerns the system of the possession in the modern Italian law, emphasizing the influence of the theory of the possession in the roman law. The last part of this thesis is about the system of the possession in the Chinese law. Although it is established in the Chinese law, with regard to its specific contents, it is obvious that there are many places to complete and consummate. In the future process of the improvement of the Chinese law, an excellent juristic tradition, like the roman law, and a mature system of legislation, like Italian legislation, could be very useful. In fact, this is the primary aim and the potential value of our study.
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SANNA, PIETRO. "La tutela del passeggero nel diritto internazionale privato e processuale dell'Unione europea". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1060333.

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29

Serra, Laura. "I rapporti patrimoniali tra coniugi e partners nel diritto internazionale privato europeo". Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8624.

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2011/2012
Il presente lavoro è dedicato all’analisi dell’assetto giuridico, attuale ed in fieri, dei rapporti patrimoniali tra coniugi e partner nel diritto internazionale privato dell’Unione Europea. La ricerca, attraverso l’esame degli strumenti normativi in vigore ed in fase di studio nel contesto europeo, nonché dei principali orientamenti giurisprudenziali della Corte di Giustizia e della Corte europea dei diritti dell’uomo, da un lato, intende mettere in luce la crescente rilevanza della materia, le problematiche giuridiche ad essa connesse e le lacune di disciplina che ancora la caratterizzano; dall’altro, si prefigge di verificare l’opportunità e la fattibilità concreta di soluzioni uniformi a livello europeo, tese a superare le carenze riscontrate sul piano nazionale, in ossequio alle esigenze di armonizzazione normativa e di certezza dei rapporti giuridici all’interno dell’Unione. Nella società contemporanea, così fortemente orientata al superamento dei confini tra Stati, sono sempre più numerosi i matrimoni e le diverse forme di unioni familiari caratterizzati da elementi di internazionalità, tra soggetti di cittadinanza diversa o tra connazionali che trasferiscono la propria vita comune all’estero, con affari e beni probabilmente situati in più di un unico Paese. A fronte della tendenza all’internazionalizzazione della famiglia e delle sue dinamiche, nello spazio giudiziario europeo - caratterizzato da un alto livello di integrazione tra Stati - si evidenzia l’utilità di un’armonizzazione di diritto che attraverso l’adozione di una disciplina unitaria semplifichi la regolamentazione di situazioni giuridiche con elementi di estraneità, in vista della piena realizzazione della libera circolazione delle persone. Il panorama normativo dei singoli Stati membri evidenzia, infatti, allo stato attuale, una grande varietà di soluzioni a livello tanto di diritto sostanziale, quanto di diritto internazionale privato, che inevitabilmente determina una situazione di incertezza sia per i coniugi, che ad esempio possono trovarsi soggetti a regimi matrimoniali diversi a seconda dell’autorità giurisdizionale adita, sia per i partner legati da un’unione registrata, passibile di non essere riconosciuta oltre i confini dello Stato di registrazione, sia per i terzi (si pensi ai creditori) che con gli stessi coniugi o partner abbiano intrattenuto rapporti giuridici, sia, infine, per gli operatori del diritto chiamati a destreggiarsi tra le intricate vicende patrimoniali della famiglia. L’evidente disarmonia nelle soluzioni adottate dai legislatori nazionali costituisce un rilevante ostacolo alla libera circolazione delle persone, che non appare più conciliabile con gli obiettivi fatti propri dall’Unione Europea nel Programma di Stoccolma per il periodo 2010-2014. Nel delineare le priorità necessarie alla creazione e al rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza, giustizia unitario, proprio in tale occasione è stata rimarcata la necessità di azioni concentrate sugli interessi e sulle esigenze dei singoli. In particolare, il raggiungimento di una “cittadinanza europea” viene subordinato al conferimento dei diritti fondamentali della persona, primo tra tutti il rispetto della vita familiare, al pieno esercizio del diritto di libera circolazione, da assicurare non solo ai cittadini ma anche ai loro familiari, nonché all’effettiva possibilità “di far valere tali diritti ovunque nell’Unione”, facilitando l’accesso alla giustizia. Se, tuttavia, in assenza di una norma specifica dei Trattati che attribuisca alle Istituzioni la competenza ad adottare atti di armonizzazione sostanziale, l’unificazione materiale del diritto di famiglia appare ancora troppo lontana e prematura, più concreta ed attuabile si rivela - anche in materia di regimi patrimoniali della coppia - la predisposizione di un sistema unitario di diritto internazionale privato europeo, fondato sulla cooperazione giudiziaria in materia civile. Infatti, proprio sulla scorta di tale competenza indiretta, attualmente sancita all’art. 81 TFUE, si è assistito negli ultimi anni al progressivo intensificarsi dell’azione dell’Unione nel diritto di famiglia, attratto su più fronti dall’opera di armonizzazione del diritto internazionale privato che ha, fino ad ora, interessato settori di rilievo primario quali la separazione personale e il divorzio, la responsabilità genitoriale, le obbligazioni alimentari, le successioni, portando all’emanazione di diversi e specifici Regolamenti. In tale contesto si inseriscono le due recenti Proposte di Regolamento, pubblicate dalla Commissione il 16 marzo 2011, dedicate ai rapporti patrimoniali che derivano dal matrimonio, la prima, e dalla registrazione di una partnership, la seconda, le quali incorporano globalmente la disciplina relativa alle problematiche internazionalprivatistiche di settore. L’intento primario di entrambi gli atti, esplicitamente ripreso dai rispettivi preamboli, è quello di fornire soluzioni unitarie di fronte alle difficoltà derivanti dai conflitti di giurisdizioni e di leggi, in modo da assicurare una maggiore certezza giuridica alle coppie che circolano all’interno dell’Unione. Le maggiori sfide che il legislatore europeo si è impegnato a raccogliere attraverso le due Proposte consistono, da un lato, nel tentare di raccordare la materia dei rapporti patrimoniali tra coniugi e partner con gli strumenti normativi già in vigore, al fine di ridurre quella frammentarietà di disciplina che ad oggi caratterizza il diritto internazionale privato europeo della famiglia; dall’altro, nel promuovere il riconoscimento giuridico delle nuove realtà familiari, sebbene solo sotto il profilo internazionalprivatistico e limitatamente agli aspetti economici derivanti dalle unioni non tradizionali. Invero, tali obiettivi appaiono quanto mai ambiziosi, soprattutto in quanto riferiti al complesso e delicato settore familiare, nel quale tuttora gli Stati membri sono portati a rivendicare l’autonoma competenza normativa, sorretti dalle limitazioni procedurali previste dai Trattati che - anche a seguito della revisione del 2009 - sottopongono all’unanimità l’adozione di atti di cooperazione in questa materia. Alla luce delle considerazioni che precedono, l’analisi focalizzata sulla materia dei rapporti patrimoniali tra coniugi e sugli effetti patrimoniali delle unioni registrate, cui nello specifico vengono dedicati i capitoli II, III e IV del presente lavoro, non può prescindere da un preliminare e più generale sguardo alle caratteristiche dell’azione dell’Unione europea nel diritto di famiglia, alle sue potenzialità ed ai suoi limiti. Il fine ultimo è quello di comprendere se attraverso il metodo della cooperazione giudiziaria in materia civile, e anche grazie alla costante opera interpretativa della Corte di Giustizia e della Corte europea dei diritti dell’uomo, il legislatore europeo possa arginare l’ostacolo della mancanza di competenza legislativa diretta in materia familiare, riuscendo a gettare le basi per favorire la creazione di un principio di riconoscimento reciproco degli status civili e di valori condivisi all’interno dell’Unione.
XXIV Ciclo
1981
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/1/cairo_ilaria_tesi.pdf.

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L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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Cairo, Ilaria <1983&gt. "I rapporti tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5461/.

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L’elaborato esamina il tema del concorso e del conflitto tra contratti collettivi di diverso livello nel settore privato. Partendo da un’impostazione complessiva del fenomeno della contrattazione collettiva, oltre che da una riflessione sulla natura e sul ruolo della contrattazione integrativa, il lavoro si propone di individuare un criterio di risoluzione del conflitto. In una prima parte della ricerca sono stati individuati e studiati i modelli di rapporti tra livelli definiti negli accordi interconfederali e nei contratti di categoria. Nello studio della regolamentazione interna al sistema sindacale si è considerato la natura delle relative clausole. Queste ultime hanno valenza obbligatoria e, per tale motivo, non sono idonee a risolvere l’eventuale conflitto tra livelli contrattuali. Si è reso quindi necessario considerare i criteri esterni di risoluzione del conflitto elaborati dalla dottrina e della giurisprudenza. Tra i vari criteri elaborati, ci si è soffermati sul criterio di specialità, sulla sua natura e sulla sua funzione. Più nello specifico, si è ritenuto il principio di specialità un principio generale dell’ordinamento giuridico, applicabile anche al conflitto tra contratti di diverso livello. Alla luce del principio di specialità, si è ricostruito il rapporto tra livelli, anche in ipotesi di contrattazione separata e di negoziazione operante su rinvio legislativo. Infine, nell’ultimo capitolo si è esaminato l’art. 8 della L. 148/2011. Ci si è interrogati sulla compatibilità di tale norma con l’impostazione complessiva del tema del rapporto tra contratti di diverso livello e sui suoi riflessi sulla questione del conflitto.
The thesis examines concurring collective labor agreements in the private sector, in particular it analyzes the question of the conflict arising between two collective labor agreements of different levels. The research moves from a reflection about the nature and the role of company collective agreement to identify a conflict resolution criterion. In the first part of the work, intersectoral and sectoral collective agreements are studied in order to identify models for the relationship between collective labor agreements defined by trade unions and employers' associations. The research also focus on the nature (normative or not) of provisions of collective labor agreements with the scope to understand if the conflict arising between two different levels can be solved pursuant to these provisions. The negative answer leads to analyze external conflict resolution criteria identified by jurisprudence and by doctrine. Among these criteria, a particular reflection is carried out on the one expressed by the latin terms “lex specialis derogat lex generalis”. More precisely, the latter is considered as a general principle of Italian law which is applicable not only in case of conflict arising between two laws, but also in case of conflict arising between two collective labor agreements of different levels. Moving on from this thesis, in the third chapter concurring collective labor agreements is reconstructed, pointing out the phenomenon of separate collective bargaining and the collective bargaining developed on legal provisions. In the end, the research deals with L. 14 september 2011, n. 148, art. 8 , investigating its effects on the question of conflict between two collective agreements.
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Quadri, Di Cardano Gioacchino <1978&gt. "Le tecnologie di geolocalizzazione nel settore del trasporto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4153/1/thesis.pdf.

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Resumen
La presente ricerca si articola idealmente in tre sezioni. La prima sezione ha natura eminentemente tecnica e mira a descrivere le caratteristiche di funzionamento delle principali tecnologie di geolocalizzazione e ad analizzare la questione della tutelabilità mediante diritti di privativa dei dati relativi alla posizione geografica; la seconda sezione introduce in termini generali il tema della compatibilità fra le diverse tecnologie di geolocalizzazione e le norme in materia di tutela delle persone rispetto al trattamento dei dati personali; la terza sezione, infine, che si basa su di un case study condotto a livello sia nazionale sia europeo, è volta ad individuare i vantaggi, le utilità in senso ampio, derivanti dall'utilizzo delle tecnologie di geolocalizzazione con particolare riferimento al trasporto locale di persone, valutando le cautele particolari che debbono essere osservate per il rispetto del diritto alla privacy di utenti e lavoratori.
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Quadri, Di Cardano Gioacchino <1978&gt. "Le tecnologie di geolocalizzazione nel settore del trasporto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4153/.

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La presente ricerca si articola idealmente in tre sezioni. La prima sezione ha natura eminentemente tecnica e mira a descrivere le caratteristiche di funzionamento delle principali tecnologie di geolocalizzazione e ad analizzare la questione della tutelabilità mediante diritti di privativa dei dati relativi alla posizione geografica; la seconda sezione introduce in termini generali il tema della compatibilità fra le diverse tecnologie di geolocalizzazione e le norme in materia di tutela delle persone rispetto al trattamento dei dati personali; la terza sezione, infine, che si basa su di un case study condotto a livello sia nazionale sia europeo, è volta ad individuare i vantaggi, le utilità in senso ampio, derivanti dall'utilizzo delle tecnologie di geolocalizzazione con particolare riferimento al trasporto locale di persone, valutando le cautele particolari che debbono essere osservate per il rispetto del diritto alla privacy di utenti e lavoratori.
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IAFRATE, PAOLO. "L'evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nello Statuto personale e nel diritto internazionale privato". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/824.

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Questa opera è indirizzata a coloro che sono attratti dal mondo islamico o più semplicemente sono incuriositi da questa realtà che sempre di più si sta " europeizzando" anche se i principi cardine restano immutati. La disciplina sciaraitica che regola l' istituto familiare si basa su un nucleo di valori, regole giuridiche comuni, infatti il Corano le considera intangibili e immutabili. L'obiettivo è promuovere la posizione dei componenti più deboli della famiglia, ossia la donna e il bambino, ed equiparare i diritti e i doveri dei coniugi. Le norme sciaraitiche sono state riformulate e recepite nei codici di diritto di famiglia nei Paesi musulmani denominati " Statuto Personale" . La tesi di dottorato dal titolo " L' evoluzione del diritto di famiglia in Tunisia: il minore nel Codice dello Statuto Personale e nel Diritto Internazionale Privato" , è suddivisa in quattro capitoli. Il Capitolo I " Le origini e lo Statuto Personale" dedica ampio spazio alle radici della Tunisia, con dei brevi riferimenti alla situazione del Paese sia a livello costituzionale che socio-culturale. Successivamente, dopo aver effettuato una breve disamina storica, si passa ad approfondire il Codice dello Statuto Personale dal 1956 fino alle ultime riforme del marzo 2008. Il secondo capitolo dedica invece unâ ampia riflessione al rapporto tra il Giudice Tunisino e la codificazione in materia di Statuto Personale. Nel corso dei paragrafi viene sottolineato il ragionamento del giudice che appare a volte conforme, e a volte in contrapposizione al diritto musulmano classico. Dall' analisi del capitolo si evince un conservatorismo tradizionale e di reazione del giudice che si rapporta sempre più al contesto sociale, affrontando numerose problematiche e mutando il proprio orientamento con il passare del tempo. Inoltre, gli altri paragrafi affrontano lâ annosa problematica del riconoscimento della paternità, mediante la prova del DNA, con specifico riferimento alla legge del 28 ottobre 1998, analizzando i vantaggi e gli svantaggi, nonché le possibili misure adottate dal legislatore. Infine, l' ultimo capitolo approfondisce il ruolo del minore sia all' interno dello Statuto Personale che nel Diritto Internazionale Privato Tunisino. Nei primi paragrafi si desume come la consacrazione del principio dell' interesse del minore nello Statuto Personale, sia fondato su una dimensione umanitaria basata sulla dignità e l' eguaglianza. I paragrafi successivi, invece, sottolineano la salvaguardia dell'interesse del bambino all'interno del Diritto Internazionale Privato, principio fondamentale concernente tutte le decisioni del giudice. Quest' ultimo, dunque, dovrà procedere all' analisi di tutti i fattori finanziari, domiciliari, affettivi, psicologici, educativi e sanitari relativi al bambino. Infine l' attenzione è rivolta all' esame di un caso pratico riguardante il matrimonio tra una cittadina tunisina ed un cittadino egiziano. In sintesi, si può notare come la famiglia tunisina, anche se tende verso un modello nucleare, conserva i caratteri della famiglia tradizionale.
This work is addressed to those who are attracted by the Islamic world or are simply interested in this reality that increasingly is "Europeanizing" even if the basic principles remain unchanged. The sharia discipline, that regulates the family institution, is based on values and common juridical rules that the Koran considers intangible and unchangeable. The aim is to promote the position of the weakest components of the family, such as women and children, in order to make the rights and duties of the couple equal. The sharia precepts have been reformulated and assimilated in the family law codes of the muslim countries and are called "Personal Statute." The doctoral thesis entitled "The evolution of the familyan law in Tunisia: The minor in the Code of the Personal Statute and in the Private International Private Law", is divided into four chapters. The first Chapter, â The Origins and the Personal Statute", is about the roots of Tunisia, making short references to the situation of the Country in the constitutional, social and cultural level. Then, after a brief historical and close examination, the chapter deepens the Personal Statute Code from 1956 to the last reforms of March 2008. The second chapter talks about the relationship between the Tunisian Judge and the codification in the field of Personal Statute. The paragraphs emphasize that sometimes the reasoning of the Court is an accordance with the classical muslim law and sometimes this is in contrast with it. The chapther shows a traditional conservatism and, in particular, the reaction of the Judge that relates increasingly to the social context, facing many issues and changing his own orientation with the passing of time. Besides, the other paragraphs deal with the old issue of the acknowledgement of paternity, through Dna testing, with particular reference to the law of 28 October 1998, analysing the advantages and disadvantages, the possible measures taken by the law - maker. Finally, the last chapter deepens the role of the minor inside the Personal Statute and the Tunisian International Private Law. In the first paragraphs of this chapter, the consecration of the minor in the Personal Statute, is based on a more umanitarian dimension, on dignity and on equality. On the contrary, the further paragraphs underline the safeguard of the childâ s interest inside the International Private Law, that is a fundamental principle in all the judgeâ s decisions.So, the judge has to analyse the financial, emotional, psichological, educational and sanitary factors concerning the child. In the end, the attention is addressed to the examination of a practical case, the marriage of a tunisian woman and egyptian man. In brief, you can see that, even if the Tunisian family aspires to a nuclear model, it preserves the main features of the traditional family.
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di, Napoli Ester. "I criteri di collegamento personali nel diritto internazionale privato europeo della famiglia". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423051.

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Recently, European private international law in family matters has deeply developed. The structure of conflict-of-laws rules reflects the needs of mobility of the “post-modern” family. Presently, families move, benefiting from the “constitutional” freedom of movement within the Union, establishing a fragmented and unstable relationship with the territory. In the era of the retour des sentiments, the “post-modern” man “suffers” from a pluralism of identities: he is linked to the traditions of his ancestors, he is integrated within the social context of the different country where he is established, he takes part to the community of those who believe in the religion that he has embraced. In Europe, the conflict-of-laws rules which regulate family matters – allocated on three “levels” (national, conventional, supranational) – respond to complex schemes, and undergo a wider tension to specialization, flexibilitation and materialization of private international law. The use of the personal connecting factors of nationality, domicile and habitual residence, demonstrates that private international law changes following the political, social and economic changes. The European legislator and the interpreter, when elaborating and applying the relevant conflict-of-law rule, need to satisfy multiple needs. On one side, the European policies, such as, among others, the social integration of the individual in the legal order of the requested State; on the other side, the protection of the “moving” person’s cultural identity. Such “axiological” tension (translated, in the macro-context, in the search for a balance between the “right to an international mobility”, and the respect of one’s own “roots”) reveals itself, in the micro-context, through the use of some personal connecting factors by the supranational conflict-of-laws rules which apply in family matters. It is mostly the habitual residence that appears to satisfy such balances. The European legislator has taken the expression from the language of “the Hague”, and has shaped it according to the needs of the European legal order. Habitual residence raises delicate issues concerning its definition: such problems show that this concept is of a complex and composite nature, which goes beyond the mere fact (as it was originally conceived in the “law of the Hague”). The questions surrounding the habitual residence, and its widespread use (as the principal connecting factor, but also the principle head of jurisdiction in EU regulations regulating family matters) reflect the development that undergoes European private international law. Such evolution, together with its present dynamics, seen from the internal perspective of the personal connecting factors used by conflict-of-laws rules in family matters, leads one to think – with renovated interest – about the European competences in the field of private international law, and on the nature of European private international law
Negli ultimi anni il diritto internazionale privato dell’Unione ha conosciuto uno sviluppo significativo, anche nel settore familiare. Le esigenze della “famiglia postmoderna” si riverberano sulla struttura della norma di conflitto, che si appresta a seguirla nel suo dinamismo. La famiglia odierna partecipa del fenomeno di mobilità attraverso le frontiere, “costituzionalmente” garantito dai Trattati, intrattiene col territorio un rapporto frammentato, precario: la famiglia si stabilisce nel tessuto sociale dello Stato d’accoglienza, vi si integra, riparte. Così, nell’epoca del retour des sentiments, l’uomo postmoderno è eclettico, “soffre” di un pluralismo identitario: è ancorato alle tradizioni dei propri avi, si inserisce nel tessuto sociale del diverso paese in cui è stabilito, si riconosce nella comunità di quanti credono nella religione che ha abbracciato. Le norme di conflitto che disciplinano la materia familiare in Europa – distribuite su più “livelli” (interno, convenzionale, sovranazionale) – rispondono così a schemi articolati, attraversate dalla più ampia tendenza alla specializzazione, alla flessibilizzazione ed alla materializzazione del diritto internazionale privato, che interessa ogni settore. L’evoluzione dell’impiego nel tempo dei criteri di collegamento personali della cittadinanza, del domicilio e della residenza abituale mostra come il diritto internazionale privato non resti insensibile agli sviluppi politici, sociali ed economici della società. Il legislatore dell’Unione, nella fase genetica, e l’interprete, nella fase applicativa della norma di conflitto, devono soddisfare multiple esigenze. Da una parte, le politiche dell’Unione (di cui la libertà di circolazione costituisce lo “scheletro”), l’integrazione sociale della persona nell’ordinamento dello Stato d’arrivo; dall’altra, la tutela dell’identità culturale dell’individuo “mobile”. Questa tensione assiologica, che nel macro-contesto si traduce nella ricerca di un equilibrio tra il “diritto alla mobilità internazionale” ed il valore del rispetto delle proprie origini, si manifesta nel micro-contesto nell’impiego di alcuni criteri di collegamento personali da parte delle norme di conflitto preposte alla disciplina dei rapporti e delle situazioni familiari, nel contesto sovranazionale. È soprattutto il criterio di collegamento basato sulla residenza abituale che parafrasa questo gioco di equilibri. Il legislatore dell’Unione ha trasposto “a Bruxelles” questa espressione, tratta dal linguaggio “dell’Aja”, plasmandolo in parte su “bisogni” propri dell’ordinamento europeo: il criterio di collegamento della residenza abituale dimostra di soddisfare, più dei criteri del domicilio e della cittadinanza, gli obiettivi cui è informato il diritto internazionale privato dell’Unione, strumentale, a sua volta, al raggiungimento delle politiche dell’Unione. La residenza abituale solleva delicate problematiche ricostruttive, che ne lasciano intendere una natura complessa, composita, che va oltre al mero fatto (come originariamente intesa nel “diritto dell’Aja”). Le questioni che circondano questo concetto e l’impiego diffuso che ne fanno le norme dell’Unione (che lo elevano a criterio di collegamento, nonché a titolo di giurisdizione principale anche nei regolamenti in corso di adozione in materia familiare), rispecchiano in parte lo sviluppo che fronteggia il diritto internazionale privato dell’Unione nel suo insieme. Questa evoluzione, con le sue dinamiche attuali, osservata dal micro-contesto, dalla prospettiva dei criteri di collegamento personali impiegati dalle norme di conflitto in materia familiare, ci inducono riflettere con rinnovato interesse sulle competenze dell’Unione nella disciplina internazionalprivatistica, sulla natura del diritto internazionale privato dell’Unione
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SERRA, GABRIELE. "Il legittimo affidamento nel diritto amministrativo, tra principio e situazione giuridica soggettiva". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2018. http://hdl.handle.net/11584/256010.

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The thesis concerns the legitimate expectations of a private citizen in respect to the action of the public administration. The legal protection of the legitimate expectations of a private citizens in the administrative law has not been always recognized. So that, the first chapter of the thesis, analyze the beginning of the opinions wich, for the first time, begins to propose the protection of the expectations, in certain conditions, that a private citizen may have arise in respect to a administrative act. So in this part of the work, are analyzed doctrine and jurisprudence, both at national and EU level, especially the decisions of the Italian Constitutional Court and of the European Cpurt of Justice. The second part of the thesis is about the italian legislation – and his interpretation by the jurysprudence and the doctrine – on the possibility of a protection of the expectation of a private citizen, when the public administration issues an act which accept a private application, but, later, annull the act. So, in particular, the chapter analyzes if and when it is possible, for the private citizen, to obtain by the judge the annullment of the administrative second act, in accordance to the protection of the expectation of the private citizens, who, in good faith, have considered the first act as a final one. In the third and last chapter, it is analyzed the legal protection of the expectations when it is not possible to obtain the annulment of the administrative second act and, in particular, the possibile compensation that the private may obtain by the judge in this situation. So that, the chapter analyzes especially if the private have a full right of compensation (“diritto soggettivo”), or it is a different situation, the one that In Italy is called “interesse legittimo”, which is also relevant to determine if the judges which is competent to decides the cases is the civil judge or the administrative judge.
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ROSSETTI, FEDERICA. "I gruppi di pressione. Struttura e funzione nel panorama giuridico attuale". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2010. http://hdl.handle.net/11566/242001.

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CIUSA, FRANCESCO. "I negozi collegati nel diritto societario". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266656.

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Resumen
The aim of the research is to analyse the connections between agreements under Company law and the study of legal consequences of such bonds. The research is organized in three main sections. The first part is dedicated to reconstruct the theories of linked contracts and economic operations. It emerges the tendency of the legislator to legislate hypothesis of linked contracts in Business Law in order to achieve more certainty in business transactions. The second section is concentrated over hypothesis of linked contracts in Company Law provided by the legislature. It is therefore analysed the relationship between Company’s Agreements and Shareholders' Agreements, the relationship between Cooperative’s Agreement and Agreements with its own shareholders, the leveraged buy-out operations, the regulation of funding in relation to a specific transaction and the payment for share capital secured in Limited Liability Partnerships (In Italian Company's Law defined as «società a responsabilità limitata»). The third part concentrates on the analysis of a series of court judgements regarding hypothesis of linked contracts created pursuant to the power of autonomy of the parties: the connection between a Company’s Agreement and the agreement to sell a property to the same company; the connection between a Company’s Agreement and a contract between the company and his own shareholder; the connection between a Company’s Agreement and the stipulation of a shared property agreement with a shareholder. The analysis proceeds by focusing on three situations in which the connection is set up in a way to circumvent the law: in the first it is violated the rule to protect the integrity of the share capital, in the second the proper fulfilment of taxes and in the third one the pre-emption clause. The conclusions point out the characteristics of linked contracts in Company Law.
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CHEN, JIELEI. "Fideiussio e Receptum Argentarii: il regime giuridico del diritto romano e la sua recezione nel diritto italiano e cinese". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201754.

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MITE, Francesca. "La prestazione sportiva dell'atleta professionista nel contratto di lavoro sportivo". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2010. http://hdl.handle.net/11695/66329.

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Resumen
Il lavoro svolto traccia i delicati profili della relazione tra sport e diritto, evidenziando i rilevanti aspetti giuridici del fenomeno sportivo. L’indagine parte dai profili istituzionali relativi ai rapporti tra ordinamento sportivo e ordinamento statale, per giungere ai profili civilistici della prestazione sportiva con particolare riferimento a quella resa dall’atleta professionista nel rapporto giuridico con la società sportiva. Con la Legge, 23 Marzo 1981 n. 91, recante “Norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti” il rapporto di lavoro sportivo professionistico è passato dall’elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale alla sistemazione normativa. Il fenomeno lavorativo viene così inquadrato nello sport, concentrando l’attenzione sul concetto di prestazione sportiva. Nella relativa autonomia ordinamentale da riconoscere allo sport, la prestazione sportiva è oggi giuridicamente caratterizzata solo in funzione del professionismo. Le specificità dello scambio tra prestazione sportiva e retribuzione rendono problematico l’inquadramento del contratto di lavoro sportivo attraverso le categorie giuslavoristiche comuni. Siamo di fronte ad nuova tipologia contrattuale che la legge “presume” di lavoro subordinato, ma che si caratterizza per un assoggettamento ad etero direzione più intenso di quanto avvenga nella generalità dei lavori subordinati. Da qui il dubbio che l’art. 2094 c.c. sia ancora in grado di individuare il “tipo” lavoro subordinato e, quindi, la necessità di valutare proposte di riforma volte ad introdurre nuove definizioni di contratto di lavoro subordinato, capaci di cogliere le nuove forme in cui si esprime l’attività lavorativa. Il tipo contrattuale, tuttavia, è pur sempre nell’art. 2094 c.c., per cui il contratto di lavoro sportivo è inquadrato anche come sottotipo rispetto allo schema generale del tipo di subordinazione di cui al codice civile. L’analisi evidenzia come sotto alcuni profili la legge che disciplina il rapporto tra società e sportivi professionisti ed il contratto di lavoro sportivo si presenta di dubbia legittimità costituzionale, lasciando preoccupanti zone d’ombra. Essa, infatti, è rivolta esclusivamente ai rapporti tra sportivi professionisti e società. Ai rapporti giuridici tra società e atleti dilettanti si applicherà, nei casi in cui ricorrano i requisiti di cui all’art. 2094 c.c., la normativa di diritto comune. L’indagine evidenzia profili critici della attuale legge sul professionismo sportivo, tanto più se confrontata con la disciplina comune. Quando l’attività sportiva è esercitata a livello professionistico, infatti, la decantata libertà dell’esercizio dell’attività sportiva è fortemente ridimensionata. Infatti, per conseguire lo status di sportivo professionista gli atleti devono ottenere la previa qualificazione da parte delle federazioni a cui appartengono; il contratto che essi stipulano con la società sportiva deve rivestire forma scritta, deve essere depositato presso la federazione competente e deve essere approvato; gli accordi individuali devono essere conformi ad un contratto tipo predisposto con accordi collettivi ad efficacia generalizzata anche in difetto dell’iscrizione alle associazioni stipulanti; non ultimo, il contratto può intercorrere esclusivamente con società sportive affiliate alle federazioni. Pur con le sue criticità si tratta in ogni caso di un testo normativo fondamentale a disposizione degli interpreti che si propongono di studiare la figura dell’atleta professionista nell’ambito dell’ordinamento giuridico, tuttavia, è auspicabile una riforma della legge non già per quanto attiene alla qualificazione del lavoro sportivo, ma per ridurre le zone d’incertezza ancora presenti nella regolamentazione dello stesso.
The essay realized outlines the delicate profiles of the connection between sport and law, emphasizing the considerable legal appearance of the sports phenomenon. From the institutional profiles related to the relations between sports regulation and state regulation, to the civil law profiles of the sports performance paying a particular attention to the professional athlete’s service and the legal relation with the sports society. The L. n. 91, dated 23 of March 1981, "Rules concerning relations between sports society and professional athletes", provides with a normative accommodation this field left to the doctrinal and the judges elaboration . The professional service in the sports is therefore organized by concentrating the attention on the sports concept of performance. In a relative autonomy of the system to be recognized to the sport’s one, the sports service is nowadays, from a juridical point of view, characterized exclusively in function of the professionalism. Peculiarities of the exchange between sports services and its remuneration makes quite complex the arrangement the sports labour contract by using the common categories of the labour law. It is a new contractual typology that the law assumes as a subordinate employment even though it is characterized by a subjection to a more intense etero direction compared to one exercised in a normal subordinated activity. Hence the doubt than the article 2094 c. c. is still able to indicate the category of subordinated work and the necessity of evaluating reforms proposals in order to introduce new definitions for the contract of subordinated employment, fit for catching new forms of the labour activity. The contractual type, nevertheless, is still elaborated thanks to the article 2094 c. c., so that the sports labour contract is arranged as a subtype of the general scheme of subordination outlined in the civil code. The analysis underlines that in some aspects the law that disciplines the relation between society and sports professionals and, therefore, the sports labour contract sporty let arise some doubts of constitutional legitimacy, leaving worrying zones of shadow. In fact, it is exclusively directed to the relationship between sports professionals and sports society. To the legal relationships between sports society and amateur athletes it is applied, if the requirements set in the article 2094 c. c. are satisfied, the general rules. The study emphasizes critical profiles of the present law concerning the sports professionalism, even more if it is compared with the general discipline. When the sports activity is exercised as a professional athlete, in fact, the freedom of exercising the activity itself is severely reduced. In order to achieve the status of sports professional the athletes should obtain a previous qualification by the federations to that they belong; the contract stipulated with the sports society must be in writing, must be deposited at the competent federation and must be approved; individual agreements must be similar to a contractual type arranged on the basis of the collective agreements effective towards the generality even in lack of a formal enrolment to the contracting associations; furthermore, the contract can exist only with sports societies affiliated to the federations. Even with its critical aspects the law has to be considered as a fundamental text on behalf of the interpreters aiming to study the professional athlete on our legal system, nevertheless, is desirable a law reform in order to reduce the shadows still present in the legislation.
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PUSCEDDU, ROBERTO. "L’immagine nel contratto: uno studio filosofico-giuridico delle rappresentazioni grafiche nei documenti contrattuali". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2020. http://hdl.handle.net/11584/285095.

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Resumen
This PhD thesis aims to investigate a 'new' phenomenon in the panorama of modern law: the use of the image within the legal document and, in particular, within the contract. The theoretical core of this doctoral thesis is represented by three fundamental questions: (i) Can an image be a contract? (ii) Can there be images in the contract? (iii) What functions can the images perform in the contract? The thesis will develop from these three questions. I will answer the first question by proposing a specific example in which the image is identified with the contract: this is the so-called Comic Contract. I will answer the second question by offering the following - potential - examples: (i) an example of an image in the contract: the Creative Commons licenses; (ii) an example of an image regarding a contract: contracts concerning assets to be identified; (iii) an example image for the contract: the contract and the processing of personal data. Finally, I will answer the third question in chapter 3. and in the relevant sub-paragraphs, where specific functions that the image performs or could perform under a contract will be investigated. What I intend to investigate is whether, under a contract, the image or, more generally, the design can perform specific functions. In particular, four functions ascribable to the image in the context of a contract will be identified: (i) preventive function of the dispute, as part of a proactive approach to the law; (ii) simplifying function of language; the image eliminates or diminishes the vagueness and ambiguity of the linguistic formulation of the normative-contractual provision. (iii) supplementary function of the contractual will; (iv) information function.
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COLLETTI, Elisa. "I diritti fondamentali nel sistema di compensazione italiano e nel contesto europeo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/394895.

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Monterossi, Michael William <1987&gt. "Le generazioni future nel sistema civilistico italiano : modelli ed istituti giuridici per la tutela degli interessi delle generazioni future". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/15018.

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Resumen
La tesi si occupa della questione relativa alla tutela degli interessi delle generazioni future nell’ambito del diritto privato. A tal fine, il lavoro si suddivide in tre parti. La prima è volta all’analisi dei riferimenti legislativi e giurisprudenziali al concetto di generazione future, dedicando particolare attenzione al significato normativo e applicazioni pratiche dei principi elaborati in materia di politica ambientale (sostenibilità, solidarietà inter-generazionale e precauzione). Nella seconda parte l’elaborato esamina i modelli di protezione delle generazioni future, secondo un duplice approccio. L’uno, sostanzialista, incentrato sulla ricostruzione del dibattito circa la possibilità di riconoscere diritti delle generazioni future e/o obblighi generazione presente. L’altro, di stampo rimediale, volto ad esaminare le principali problematiche nonché prospettive interpretative rispetto all’applicazione delle tutele civilistiche (inibitoria, risarcitoria) rispetto alla produzione di azioni nel presente, destinate a produrre danni nel futuro. L’ultimo parte della tesi è dedicata alla rielaborazione criticata del soggetto di diritto, al fine di vagliarne l’applicabilità a soggetti non ancora esistenti, quali sono le generazioni future.
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ARU, STEFANO. "IL DIFFICILE BILANCIAMENTO TRA ISTANZE UNIFICANTI E ISTANZE AUTONOMISTICHE NEL RAPPORTO FRA STATO E REGIONI". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249625.

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Resumen
The research aims to explore the balance between unifying demands and autonomist ones in the State-Region relationship. More specifically, the first chapter describes the limits national interest had in the previous constitutional system. The second chapter deals with the national interest and unitary requests in the constitutional system currently in force. The third chapter examines the impacts of the «Sewel convention» on the distribution of legislative powers between Westminster and Holyrood. The fourth chapter explores the evolution of the «chiamata in sussidiarietà» in the constitutional case law (that is, the rule according to which the State can legislate over matters not falling within the scope of its legislative powers, on the grounds of the principle of subsidiarity, provided said “extraordinary” State law meets the requirements of proportionality and reasonableness and that appropriate consultation with the Region(s) concerned is provided for). The last chapter dwells on the analysis of the state supremacy clause established by Article 31 of the law amending the Italian Constitution, which was rejected as a result of the constitutional referendum of 4 December 2016. In conclusion, this thesis aims to highlight the difficulties of seeking a reasonable balance between unifying requests and autonomist ones. Indeed, the risk is, on the one hand, that the former prevail over the latter, and on the other hand and above all, that the instruments which in principle are aimed to protect the unifying requests become a means at the service of the Government.
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DE, GIORGI FRANCESCO. "NEGOZI GIURIDICI DI DISPOSIZIONE DELLA ‘RES ALIENA’ TRA ATTRIBUZIONE E OBBLIGAZIONE NEL DIRITTO ROMANO CLASSICO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249626.

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Resumen
The thesis focuses on the many problems arising from the disposal of other people's property in classical Roman law. The thesis analyzes the alienations carried out by the most up-to-date legitimate 'non-domini', namely the 'tutor' and the 'curator'. It continues with the examination of the disposals made by other subjects that were considered capable of acting for others: 'potestati subiecti', namely children and servants, the 'procurator', the agent.  It then considers some disposals of others' properties made by subjects who have not received any prior authorization, or have no legal link with the 'dominus negotii'. In this way, it highlights the specificities of the legal regime of each disposal, pointing out the legal institutes and the mechanisms adopted by the jurists to solve the various issues submitted to their scrutiny.
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Mancuso, Ada. "Distorsioni informative nel decision-making process del consumatore". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/2068.

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Resumen
2013 - 2014
The main objective of this work is to make a contribution to the existing international debate with regard to the consumer protection, a very important discipline for all citizens’ daily life. The opening words of this study may be found in chapter 1, in which an interdisciplinary consumer’s profile is defined. In particular, after a historical reconstruction of consumer protection and consumerism, different economical, psychological and sociological approaches of consumer decision process are proposed. In chapter 2 a series of surveys and recognitions are introduced in regard to the state of the art in order to rebuild the latest set of rules which are related to this matter (discipline) until is coming of the new consumer protection of the latest legislative decree 21/2014 that adopts an approach of "full harmonization" unpublished up to now. In chapter 3 the focus of attention is on the information role for the consumers as concerns the unfair trade practices within the Consume Code (Discipline). The consumer’s right to information is, infact, the guideline of the whole development of consumption relationship. [edited by author]
XIII n.s.
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Perin, Lorenzo <1988&gt. "La disciplina delle mansioni nel lavoro privato subordinato: il quadro normativo e l'interpretazione giurisprudenziale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2073.

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Resumen
La tematica delle mansioni, nel lavoro privato subordinato, rappresenta uno dei nodi più critici ed articolati della intera disciplina del diritto del lavoro. Essa, invero, si rende protagonista della principale vicenda di ogni contratto di lavoro: la prestazione lavorativa. La norma di riferimento, l’art. 2103 Cod. Civ. così come novellato dall'art. 13 dello Statuto dei Lavoratori, dispone che l’attività del soggetto lavoratore deve attenersi unicamente ai compiti (o meglio, al modello di prestazione) per cui è avvenuta la sua assunzione, condizionando poi, il suo spostamento, alle sole mansioni equivalenti o superiori sul piano concreto della professionalità. E’ questo il bene che la norma si prefigge principalmente di tutelare, in tal senso viene apposto il divieto di adibire il prestatore a mansioni inferiori (il cosiddetto demansionamento). Il cui precetto, nonostante trovi un'esplicita conferma nel secondo comma dell’articolo in questione, si nota come nel corso degli anni sia stato più volte disatteso dalla stessa legislazione ovvero dalla giurisprudenza. In alcuni casi, per garantire ai prestatori di lavoro la piena soddisfazione di beni costituzionalmente protetti (la salute, l’occupazione); in altri invece, per far recuperare alle aziende margini di flessibilità sempre più vitali, per far fronte alle minacce ed opportunità dell’ambiente esterno. Di fatto rendendo ancora più incerta e dibattuta la possibilità di rinvenire, nella qui presente materia, una regola generale da adottare in ordina a qualsiasi circostanza rilevante le mansioni.
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Foti, Marco. "Conformità e controllo nel mercato mobiliare: la funzione di compliance". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2019. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4245.

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Resumen
2017 - 2018
Recently, regulatory compliance has become increasingly important in the banking and financial sector. Both the European legislator and the Authorities have imposed on banks and intermediaries a duty to implement an effective compliance function. The phenomenon has been analysed from an economic and business standpoint, but less so far as regards its impact on negotiations between savers and intermediaries. This research aims to highlight the effects that regulatory compliance may have on the contractual relations. To this end, the connections with the corporate social responsibility theory have been firstly examined. Then, the analysis focuses on the relation between the regulatory compliance discipline and some classic issues of the Italian Contract Law literature, such as the conflict of interests and the remedies that the client can activate if the intermediary breaks the mandatory behavioural rules. «Non compliance» (or inappropriate compliance) with the applicable contractual rules can be regarded as a further tool that the judge can use to determine the intermediary’s degree of diligence in operating within the financial market. The assessment as regards the impact of «non compliance» on the whole economic operation must always take into account the concrete interests underlying each negotiation. It is reasonable to assume that this topic will be further analysed in the literature and applied in case-law, in order to begin a process that will ultimately lead to building up a corporate culture based also on compliance with Contract Law. [edited by Author]
XXXI ciclo
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Migliacca, Gianluca. "Accesso alle reti, regolamentazione e concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1923.

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2012 - 2013
L’accesso alle reti infrastrutturali è questione cruciale per la concorrenzialità dei mercati. Alcune infrastrutture, infatti, non sono duplicabili per loro caratteristica naturale, o a causa degli enormi costi di costruzione, o per ragioni giuridiche. Questo lavoro affronta uno dei temi più controversi del diritto antitrust: l’applicazione delle norme sulla concorrenza, al regulated sector delle telecomunicazioni. Regulated sectors vengono considerati quei settori economico-produttivi nei quali, per ragioni di governo dell’economia o di altra natura, non vige un regime di libera concorrenza, poiché l’accesso al mercato, la formazione dei prezzi o, in generale, la condotta delle imprese sono soggetti a regole peculiari. La questione centrale ai fini della trattazione pone l’attenzione su una fattispecie specifica di natura anticoncorrenziale: l’abuso di posizione dominante. Specie nei settori recentemente liberalizzati (come quello delle telecomunicazioni), gli ex monopolisti, abituati per anni alla protezione offerta dal regime della esclusività delle reti, una volta che essa è stata eliminata, tendono a replicarne gli effetti tramite comportamenti escludenti, rifiutando ai concorrenti l’accesso a un’infrastruttura essenziale o pregiudicandone la permanenza nel mercato attraverso strategie predatorie. La ricerca, che contempla da un lato lo studio della cd. essential facilities doctrine – la quale stabilisce che il titolare dell’infrastruttura non duplicabile, la cosiddetta essential facility, in talune circostanze può essere obbligato a consentire a terzi di accedervi – si è dunque incentrata sullo studio delle fonti normative nei vari paesi delle normative primarie e secondarie attinenti ai modelli europei nonché quelli americani, con attenzione agli istituti che tutelano il mercato e la concorrenza, con specifico riferimento ai così nominati servizi a rete, ai cosiddetti incumbent che gravano su chi detiene una infrastruttura cd essenziale, sulla natura dei rapporti tra i detentori delle infrastrutture e gli operatori alternativi, su base commerciale e bilaterale, al potere delle Autorità di regolare determinati sbocchi commerciali. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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GUBBIOTTI, PATRIZIA. "La tutela del promissario acquirente immesso nel godimento del bene oggetto del contratto preliminare di compravendita". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241971.

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Resumen
Nella presente ricerca si affronta il tema dell’ambito e portata della tutela del promissario acquirente immesso anticipatamente nel possesso del bene oggetto del preliminare di vendita. Inquadrandosi nell’ambito del più ampio contesto della tutela, di cui si va ad esaminare un aspetto specifico, l’indagine si giustifica non solo per il grande rilievo pratico in considerazione della diffusione del preliminare c.d. complesso nel mercato immobiliare, ma anche per le forti ricadute che la questione determina in ordine all’aspetto specifico dei rimedi. Questo lavoro si propone di considerare, attraverso la ricostruzione della struttura e della funzione del contratto preliminare, in particolare della clausola di anticipata efficacia e/o esecuzione della compravendita definitiva, le peculiari problematiche poste dal preliminare complesso. L’analisi è stata condotta sull’aspetto rimediale, attraverso la rivisitazione di temi classici del diritto normativo, quali la detenzione, il possesso, la garanzia per i vizi, naturalmente senza trascurare l’aspetto normativo, non solo codicistico ma anche extracodicistico. Si prendono le mosse da una ricostruzione storica dell’istituto, nella quale si evidenziano gli influssi della scuola pandettistica e della dottrina francese, per poi proseguire con un’analisi dell’aspetto normativo. Particolare attenzione è stata dedicata alla nuova disciplina dettata in materia di trascrizione del contratto preliminare dal d. lg. N. 669 del 1996 nonché a quella dal d. lg. N. 122 del 2005 in tema di acquisto di immobili cosiddetti sulla carta. Il risvolto maggiormente significativo della disciplina relativa al contratto preliminare ad effetti anticipati attiene alla disputa in ordine alla spettanza o meno al promissario acquirente della tutela possessoria qualora abbia conseguito anticipatamente, quindi prima della stipulazione del contratto definitivo e prima dell’acquisto del diritto reale, la disponibilità materiale sul bene oggetto del contratto. In particolare si tratta di stabilire se il promissario acquirente sia un mero detentore ovvero un possessore. Le conclusioni, nonostante alcune pronunce di segno contrario da parte della giurisprudenza di legittimità ed anche di un recente pronunciamento reso a Sezioni Unite, saranno nel senso del possesso e di questo si applicheranno tutte le conseguenze. L’indagine si conclude con un esame relativo al tema dei vizi e delle difformità del bene venduto anticipatamente consegnato e dei rimedi esperibili dal promissario acquirente. Ciò che si prospetta è anche una ricostruzione unitaria dell’istituto che tenga conto anche delle pronunce di legittimità e dei contributi offerti dalla dottrina, i cui contributi sono stati oggetto di attenta analisi ai fini della ricostruzione dei rimedi più idonei a garantire l’effettiva tutela del promissario acquirente.
The present work analyses the buyer’s position and legal protection granted to him or her within the terms of the preliminary contract. It is motivated by the fact that the preliminary contract has become an increasingly widespread practice with consequences upon the overall sales activity. The present work aims at considering the problems posited by the complex preliminary, and it does so by reconstructing the structure and the function of the preliminary contract, particularly the clause regarding the anticipated effectiveness and / or carrying out of the actual sale. The present analysis is focused on the remedies, especially by taking into consideration classic themes of civil law such as custody, possession, warranty against vices or defects. The normative aspect – relating to the Code and going beyond it – has also been taken into consideration too. The enquiry starts from a historical reconstruction of the preliminary contract highlighting both the “pandettistica” influence and the influence of French doctrine. It then moves on to a normative analysis expounding the new discipline regulating the transcription of the preliminary contract according to the d. lg. n. 699 (1996), and also the d. lg. n. 122 (2005) regulating the purchase of prebuilt assets. The most significant corollary of the preliminary contract with anticipated effectiveness regards the issue of whether the buyer should expect to see his or her possession rights protected in case where he or she has attained in advance – i.e. before the drawing of the definitive contract and before the purchase of the rela right – the material availability of the asset being sold. As a consequence, it is vitally relevant to establish whether the buyer is a mere holder or the actual owner. Notwithstanding some adverse pronouncements by the jurisprudence and a recent Joint Sections pronouncement, the present study concludes that the buyer ha s possession rights and will also expound the consequences of such conclusion. The enquiry ends by examining the vices and difformities relating to the asset being sold and remedies the seller can put forward. The analysis of the remedies is based on a unitary reconstruction of the preliminary contract taking into account the legitimacy pronouncements and the contributions offered by the doctrine.
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