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Bertell, Lucia. "Lavoro agricolo nelle economie diverse: giovani contadini capaci di innovazioni". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 147 (agosto de 2017): 183–200. http://dx.doi.org/10.3280/sl2017-147010.

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Busato, Alessia y Giancarlo Corň. "I distretti nella crisi: declino, adattamento o innovazione?" ARGOMENTI, n.º 32 (septiembre de 2011): 71–93. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-032004.

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Resumen
Questo articolo propone un'analisi sulle tendenze dell'economia dei distretti italiani, fornendo riferimenti empirici e teorici a sostegno di una precisa tesi interpretativa: il modello italiano di organizzazione locale della produzione č ancora oggi vitale, ma ha bisogno di accelerare il processo di evoluzione verso assetti organizzativi, tecnologici e istituzionali piů moderni. In tale prospettiva, l'articolo effettua una rassegna di alcuni contributi recenti di ricerca e presenta inoltre i risultati di una analisi econometrica che documentano la capacitŕ di tenuta ma anche le diverse linee di trasformazione in corso nei distretti italiani. In particolare, vengono evidenziati i processi di formazione delle imprese leader, di crescita dei servizi e di evoluzione delle economie di specializzazione in economie di varietŕ. Nelle conclusioni si mette in luce l'utilitŕ di integrare l'approccio tradizionale dell'analisi marshalliana ai contributi di tipo neo-schumpeteriano sull'economia dell'innovazione e dell'imprenditorialitŕ.
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Salmoni, Fiammetta. "SOVRANITÀ DEI TECNOCRATI, MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ E L’EMERGENZA DA COVID-19". Novos Estudos Jurí­dicos 25, n.º 3 (31 de diciembre de 2020): 546–70. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v25n3.p546-570.

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Resumen
Il 9 aprile 2020, a Bruxelles, l’Eurogruppo ha raggiunto l’accordo sintetizzato nel Report on the comprehensive economic policy response to the COVID-19 pandemic, nel quale si dichiara che “è necessaria una strategia coordinata e globale per far fronte alle esigenze dell’emergenza sanitaria, sostenere le attività economiche e preparare il terreno per la ripresa”, una strategia che “dovrebbe combinare iniziative a breve, medio e lungo termine, tenendo conto delle ricadute e delle interconnessioni” tra le diverse economie degli Stati dell’Eurozona, considerando altresì la “necessità di preservare lafiducia e la stabilità”. Tra queste iniziative, si distingue, per la sua rilevanza, ma anche per la sua problematicità e la conflittualità che ha scatenato tra le forze politiche nazionali e finanche all’interno della stessa maggioranza di governo, il ricorso al Meccanismo europeodi stabilità (MES) sotto la forma di una speciale linea di credito, denominata Pandemic Crisis Support (PCS), che dovrebbe basarsi sull’esistente Enhanced Conditions Credit Line (ECCL) e “adjusted in light of this specific challenge, as a relevant safeguard foreuro area Member States affected by this external shock”.
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Van Frederikslust, R. A. I. y R. A. Van Der Geest. "Rendementsontwikkeling van private equity onder­ steunde beursintroducties". Maandblad Voor Accountancy en Bedrijfseconomie 74, n.º 9 (1 de septiembre de 2000): 403–14. http://dx.doi.org/10.5117/mab.74.21764.

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Resumen
Private equity is gedefinieerd als risicodragend vermogen voor investeringen in niet-beursgeno-teerde ondernemingen. De investeringen vinden plaats door een combinatie van deelname in het eigen vermogen en het verstrekken van vreemd vermogen. Met private equity wordt zowel venture als non-venture capital bedoeld. Private equity vindt zijn oorsprong in de Verenigde Staten en is sinds de tweede helft van de jaren tachtig ook in Europa tot ontwikkeling gekomen. De lage rente-stand, het grote vertrouwen in de economie, de professionalisering van de kapitaalmarkt en de oprichting van diverse nieuwe aandelenbeurzen in Europa hebben ertoe geleid dat de Europese private equity-markt de laatste tien jaren een aanzienlijke groei heeft doorgemaakt.
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Dragomir, Ionuţ-Marian y Ionuţ-Marian Ştirbu. "A VI-a ediție a Sesiunii Naționale de Comunicări Științifice Studențești, pe teme de Silvicultură și Protecția Mediului, online, 28 mai 2021". Bucovina Forestiera 21, n.º 1 (30 de junio de 2021): 129–30. http://dx.doi.org/10.4316/bf.2021.011.

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Resumen
Cea de-a VI-a ediție a Sesiunii Naționale de Comunicări Științifice Studențești pe teme de Silvicultură și Protecția Mediului s-a desfășurat în data de 28 Mai 2021 în format online. La acest eveniment au participat 28 de studenți, afiliați la 3 universități de profil; Universitatea ”Transilvania” din Bașov, Universitatea ”Ștefan cel Mare” din Suceava și Universitatea din Oradea. Subiectele prezentărilor au fost diverse, tratând diferite aspecte legate de Silvicultură, Entomologie, Dendrometrie, Economie forestieră, Management cinegetic, Botanică, Dendroclimatologie precum și altele discipline ce țin de domeniul silvic. Prezentările au fost susținute online, sub formă de videoconferință, fiind transmise în timp real pe o binecunoscută rețea de socializare. Putem afirma că această sesiune a avut un rol multiplu, precum îmbunătățirea abilităților de comunicare a studenților participanți, oportunitatea de a-și disemina rezultatele cercetărilor, de a creea o legătură de comunicare între studenții celor 3 universități și nu în ultimul rând de a-i stimula să rămână activi în cercetarea silvică.
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Cristini, Guido. "Unificazione di insegne e sostituzione della marca commerciale in un gruppo distributivo leader: ricadute di ordine economico, strategico e gestionale". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 4 (noviembre de 2010): 121–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004008.

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Resumen
Nel processo di concentrazione tra gruppi distributivi a livello nazionale ed internazionale in corso da diversi anni, uno degli aspetti piů ricorsivi č costituito dalla stra- tegia di unificazione delle insegne. Tale strategia si traduce nell'analisi del valore delle insegne acquisite e, di norma, nell'eliminazione di quelle che operano ad una scala dimensionale inferiore e/o che manifestano una brand equity minore. In tale contesto, non č infrequente rilevare come l'obiettivo perseguito dal gruppo distributivo acquisitore sia quello di disporre di un'unica insegna in grado di generare economie di scala non solo esterne (sul versante della contrattualistica con i fornitori), quanto interne (comunicazione, logistica, marketing, etc.), propedeutiche al raggiungimento di gradi piů elevati di efficienza. In realtÀ, in diverse occasione, la cancellazione di una determinata insegna a favore di un'altra si č tradotta, nel breve termine, in una perdita di valore per il gruppo driver, in particolare sul versante delle vendite di marca commerciale in offerta. Nel quadro appena richiamato, obiettivo del presente articolo risulta quello di verificare se i vantaggi derivanti dall'adozione di una marca privata di Gruppo, pur in presenza della storica insegna di canale, risultino superiori a quelli ottenuti disponendo di una private label consolidata, rispondente in termini di immagine a quella caratterizzante la situazione pre-esistente. In particolare, interessa comprendere, se nel processo di cambiamento in atto non solo se il trade off risulti positivo, ma anche se i tempi e le risorse investite nel processo di conversione siano, nel complesso, da considerarsi accettabili per il distributore driver in relazione ai vantaggi raggiunti ex post.
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Lombardi, Mauro y Nicolň Bellanca. "Le traiettorie reticolari dell'innovazione territoriale". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122002.

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Resumen
I sistemi socio-economici locali (Ssl) sono stati interpretati dalle tradizioni di studi risalenti a Marshall, Porter e Krugman principalmente considerando la prossimitŕ spaziale degli attori. Era l'ancoraggio territoriale a far lievitare forme peculiari di economie esterne, di vantaggi competitivi e di dinamiche endogene. Negli ultimi decenni, tuttavia, questi sistemi hanno attraversato cambiamenti multi-dimensionali a molteplice scala. Le nuove connotazioni strutturali - tra cui la prossimitŕ cognitiva, la, la complementaritŕ di contratti formali e accordi informali nelle collaborazioni tra imprese, le reti translocali - richiedono un differente quadro teorico e comportano diverse implicazioni di policy. Il quadro teorico pone al centro la co-evoluzione di tecnologie, modelli organizzativi, culture e istituzioni. Entro la molteplicitŕ di traiettorie rese possibili da tale co-evoluzione, ciascun Ssl è sia correlato ad un sistema socio-tecnico che ne limita le dinamiche di mutamento, sia inserito in percorsi lungo i quali puň accedere in modi discontinui ad orizzonti tecno-economici lontani. Le implicazioni di policy debbono pertanto riferirsi alle traiettorie innovative che l'attuale transizione socio-tecnica globale rende possibili ad uno specifico gruppo di Ssl, che è nel nostro caso la Toscana. Sul piano strategico operativo - considerando i limiti politici e civili della societŕ in oggetto - tentiamo di cogliere alcuni cruciali "colli di bottiglia" che bloccano la percezione e il perseguimento degli interessi collettivi di lungo periodo. Questi blocchi riguardano la miopia cosě degli imprenditori come delle istituzioni pubbliche nei riguardi del potenziale tecnico-scientifico effettivamente accessibile e dei percorsi evolutivi che converrebbe imboccare; l'inadeguatezza delle forme istituzionali entro cui vengono prodotti e gestiti i beni comuni o; la carenza di appropriati modi per capitalizzare le imprese innovative. Per ognuno di tali lock-in avanziamo proposte costruttive percorribili.
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Krueger, Robert, Christian Schulz y David C. Gibbs. "Institutionalizing alternative economic spaces? An interpretivist perspective on diverse economies". Progress in Human Geography 42, n.º 4 (27 de febrero de 2017): 569–89. http://dx.doi.org/10.1177/0309132517694530.

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Resumen
This article offers an approach that helps geographers and others to carefully and critically reexamine prospects for diverse economies. We propose an interpretative institutionalist perspective is useful for elucidating overlooked opportunities for creating alternative economic visions and practices by revealing the process of ‘meaning making’ undertaken by actors in the process of developing policy responses to various dilemmas. We explore this notion in the context of de-growth or post-growth. De-growth is a way of thinking about the economy in ways that are not growth oriented, or fixated on GDP, but on the redistribution of wealth and living within the Earth’s ecosystems.
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Leyshon, Andrew. "Introduction: Diverse Economies". Antipode 37, n.º 5 (noviembre de 2005): 856–62. http://dx.doi.org/10.1111/j.0066-4812.2005.00535.x.

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LUPU, Gabriel-Stănică. "Dileme și provocări în sprijinirea cursurilor de etică, deontologie și integritate academică". Revista Etică și Deontologie 2021, n.º 1 (20 de octubre de 2021): 44–51. http://dx.doi.org/10.52744/red.2021.01.06.

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Resumen
Societatea informațională și globalizarea aduc, precum orice tendință și schimbare majoră în istoria umană, avantaje și dezavantaje pentru individ și pentru întreaga societate. Odată cu circulația extrem de rapidă a informației, cu creșterea accesului la baze de date uriașe, cu apariția mijloacelor de comunicare la distanță care permit părților implicate să interacționeze în timp real, să transfere volume mari de date, au apărut și situații în care persoane individuale sau grupuri, au abuzat de aceste facilități și le-au exploatat în scopuri lipsite de responsabilitate etică, afectând instituții, specialiști din mediul academic, indivizi din diverse zone profesionale, atât din punct de vedere al imaginii, cât și patrimonial. Formarea și integrarea viitorilor specialiști pe piața muncii, în economie, în educație, în sănătate sau în administrație, necesită nu doar bagajul de cunoștințe aferent domeniului de studiu. Este nevoie de formarea unor comportamente, caractere și atitudini adecvate privitoare la integritate, etică, deontologie profesională. Acest lucru se obține prin educarea, conștientizarea și stimularea tinerilor, în vederea construirii valorilor morale până la virtuți, astfel încât să aibă un aport crescut la performanța unității în care își desfășoară activitatea, concomitent cu îmbunătățirea culturii organizaționale din care fac parte. Nu toți studenții vor activa în cercetare sau în educație. Acest lucru nu este relevant atunci când vorbim de necesitatea formării unor comportamente etice pe termen lung. Studentul de azi, viitorul profesionist, poate fi un serios element de influență pozitivă și formare adecvată a generațiilor următoare, de la catedră, din mediul de afaceri, dintr-o întreprindere sau dintr-o instituție publică.
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Bettin, Giulia. "Il valore economico dell'immigrazione". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 2 (octubre de 2020): 12–30. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002002.

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Resumen
L'articolo analizza il contributo economico dell'immigrazione in Italia. La prima parte della trattazione muove dalla percezione generale dell'incidenza del feno-meno e delle sue conseguenze socio-economiche per la società italiana ed europea. Secondo i dati Eurobarometro, per entrambi gli aspetti prevale una percezione di-storta, soprattutto in Italia, con un diffuso atteggiamento negativo nei confronti dell'immigrazione, che avrebbe impatti negativi su criminalità, mercato del lavoro e welfare. L'evidenza fornita dalla letteratura economica tuttavia offre un quadro diverso. Per quanto riguarda la relazione con la criminalità, non si osserva alcun nesso di-retto di causalità dell'intensificarsi dei flussi in ingresso sull'aumento dei tassi di criminalità, né in Italia né a livello internazionale. Nel mercato del lavoro, le con-seguenze per i lavoratori nativi derivanti dall'afflusso di forza lavoro straniera sono per lo più positive, principalmente connesse con i fenomeni di crescente seg-mentazione dell'occupazione. Lavoratori nativi e stranieri tendono infatti a specializzarsi in settori diversi e, all'interno dello stesso settore, in occupazioni diverse, con gli immigrati concentrati nelle mansioni a più bassa qualifica. In termini di im-patto sulle finanze pubbliche, le stime esistenti mostrano come il contributo netto dell'immigrazione sia positivo, nonostante l'aumento dei costi dell'accoglienza dei richiedenti asilo in seguito all'emergenza registrata tra il 2014 e il 2016.
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Smith, Adrian. "Regions, Spaces of Economic Practice and Diverse Economies in the ‘New Europe’". European Urban and Regional Studies 11, n.º 1 (enero de 2004): 9–25. http://dx.doi.org/10.1177/0969776404039139.

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ul Haque, Irfan. "The Catch-up Process in a Global Economy: An Analytical Approach". LAHORE JOURNAL OF ECONOMICS 2, n.º 1 (1 de enero de 1997): 19–29. http://dx.doi.org/10.35536/lje.1997.v2.i1.a2.

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Resumen
The diverse growth experience of economies across the globe is perhaps the most intriguing question that the economics profession faces. The economies of East Asia have grown rapidly over the past three decades, while the economic performance of the South Asian and Latin American countries has been relatively mediocre, although better than that of the African countries, where the per capita incomes have been generally declining. Among the developed countries also, there has been considerable diversity of economic performance.
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Stojčić, Nebojša, Heri Bezić y Tomislav Galović. "Economic Structure and Regional Economic Performance in Advanced Eu Economies". South East European Journal of Economics and Business 11, n.º 1 (1 de abril de 2016): 54–66. http://dx.doi.org/10.1515/jeb-2016-0004.

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Resumen
Abstract Recent economic turmoil has revived interest in the quest for sustainable growth. Current economic thinking attaches growing importance to industrial development. The roots of such thinking can be traced back to traditional arguments about the beneficial role of manufacturing for economic growth through horizontal and vertical spillovers to other sectors. These spillovers are of particular importance at the regional level, as such externalities tend to be localized in nature. The objective of this paper is to explore the relationship between economic structure and regional growth in ten Western European EU member states in the post-crisis period. The analysis wishes to answer the question of whether regions with a higher concentration of manufacturing outperform their counterparts with more diverse economic structures. A spatial panel econometric technique is applied in order to distinguish between the intra-regional and inter-regional effects of economic structure, yielding recommendations for policy makers in the field of industrial policy.
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Schulz, Christian. "The Handbook of Diverse Economies". Economic Geography 97, n.º 4 (20 de julio de 2021): 411–12. http://dx.doi.org/10.1080/00130095.2021.1948326.

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Soaita, Adriana. "The Diverse Economies of Housing". Critical Housing Analysis 6, n.º 1 (junio de 2019): 32–41. http://dx.doi.org/10.13060/23362839.2019.6.1.454.

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Sarmiento, Eric y Nate Gabriel. "Becoming Genealogical: Power and Diverse Economies". Rethinking Marxism 32, n.º 3 (2 de julio de 2020): 368–89. http://dx.doi.org/10.1080/08935696.2020.1780671.

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Mullen, Molly. "The ‘diverse economies’ of applied theatre". Applied Theatre Research 5, n.º 1 (1 de enero de 2017): 7–22. http://dx.doi.org/10.1386/atr.5.1.7_1.

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Cave, Jenny y Dianne Dredge. "Regenerative tourism needs diverse economic practices". Tourism Geographies 22, n.º 3 (25 de mayo de 2020): 503–13. http://dx.doi.org/10.1080/14616688.2020.1768434.

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Acquisti, Alessandro, Curtis Taylor y Liad Wagman. "The Economics of Privacy". Journal of Economic Literature 54, n.º 2 (1 de junio de 2016): 442–92. http://dx.doi.org/10.1257/jel.54.2.442.

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Resumen
This article summarizes and draws connections among diverse streams of theoretical and empirical research on the economics of privacy. We focus on the economic value and consequences of protecting and disclosing personal information, and on consumers' understanding and decisions regarding the trade-offs associated with the privacy and the sharing of personal data. We highlight how the economic analysis of privacy evolved over time, as advancements in information technology raised increasingly nuanced and complex issues. We find and highlight three themes that connect diverse insights from the literature. First, characterizing a single unifying economic theory of privacy is hard, because privacy issues of economic relevance arise in widely diverse contexts. Second, there are theoretical and empirical situations where the protection of privacy can both enhance and detract from individual and societal welfare. Third, in digital economies, consumers' ability to make informed decisions about their privacy is severely hindered because consumers are often in a position of imperfect or asymmetric information regarding when their data is collected, for what purposes, and with what consequences. We conclude the article by highlighting some of the ongoing issues in the privacy debate of interest to economists. (JEL D82, D83, G20, I10, L13, M31, M37)
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van Meerhaeghe, Marcel A. G. "The Church and the Economy". Journal of Public Finance and Public Choice 5, n.º 2 (1 de octubre de 1987): 97–104. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344299.

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Resumen
Abstract La religione rientra, oltre che nell’ambito dei credenti, anche in quello di coloro che non lo sono, dato che essa costituisce un elemento fondamentale della cultura. Se, poi, le autorità ecclesiastiche prendono posizione su aspetti fondamentali del codice economico occidentale, è giustificato I’intervento nel dibattito da parte degli economisti.Le encicliche pontificie contengono numerosi enunciati di natura economica che sono a dir poco discutibili. Si dà per scontato che le differenze di reddito siano ingiuste, senza spiegare perchè coloro che contribuiscono maggiormente alla produzione non dovrebbero essere quelli che ottengono i redditi più elevati.Posizioni analoghe sono assunte in diverse occasioni dall’episcopato di diversi Paesi, che pur si dichiara sovente impreparato a discutere in profondità le problematiche dell’economia, non prospettando, comunque, serie alternative all’economia di mercato. Questo vale in modo particolare con riguardo ai problemi economici dei paesi del Terzo Mondo, nella cui trattazione i cattolici assumono posizioni che spesso non sono facilmente distinguibili da quelle marxiste.
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Lissowska, Maria. "Approaches, Hopes and Reality in Transition Economies". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 4 (diciembre de 2010): 7–32. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-004001.

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Resumen
Sono passati poco piů di venti anni dalla caduta del Muro di Berlino. La transizione dall'economia pianificata all'economia di mercato avrebbe dovuto portare sia democrazia che sviluppo economico nei Paesi ex comunisti. Tuttavia, molte economie in transizione non hanno ancora raggiunto ne un piů alto livello di ricchezza economica ne un maggiore sviluppo democratico, mentre si osservano fondamentali differenze nei sentieri di transizione di quei Paesi. La relativa migliore posizione nella transizione della maggior parte dei Paesi dell'Europa Centro Orientale rispetto alle Repubbliche ex Sovietiche, sia in termini economici che politici, puň essere spiegata sulla base dei diversi livelli di capitale sociale, fiducia, coinvolgimento della societŕ civile, performance del mercato del lavoro, e dall'emergenza di una classe media che ha portato migliori livelli di democrazia e poi di sviluppo.
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Nato, Alessandro y Marta Simoncini. "Innovazioni e criticità nel rilancio del processo di integrazione attraverso l'economia e la moneta". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (julio de 2022): 11–30. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002002.

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Resumen
Nel corso della pandemia le istituzioni europee si sono impegnate a promuovere la coesione economico-sociale e scongiurare la crisi delle economie europee attraverso l'adozione di misure atte a favorire la ripresa economica. Questo contributo si propone di analizzare tre diversi aspetti dell'intervento dell'UE nell'economia. In primo luogo, viene esaminato il modello di governance previsto nel contesto del cd. Next Generation EU package. Vengono, quindi, analizzati i meccanismi di condizionalità che subordinano l'accesso ai finanziamenti al rispetto di diversi obiettivi di policy europei. Infine, si esami-na il ruolo della BCE nella promozione della coesione.
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IVANOVA, Z. A. y E. V. LEBEDEVA. "ECONOMIC GROWTH IN THE PROCESS OF INTERACTION DIVERSE ECONOMIC RESOURCES". EKONOMIKA I UPRAVLENIE: PROBLEMY, RESHENIYA 2, n.º 9 (2020): 32–35. http://dx.doi.org/10.36871/ek.up.p.r.2020.09.02.007.

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Resumen
In the article the authors consider numerous economic goals with limited resources, reveal the difficulties and obstacles in matters of economic choice. Difficulties in choosing the best of the opposite options for their use, which ensures maximum satisfaction of needs.
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Scerri, Andy. "Making Other Worlds Possible: Performing Diverse Economies". New Political Science 38, n.º 1 (2 de enero de 2016): 135–37. http://dx.doi.org/10.1080/07393148.2015.1125579.

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Adams, John. "Diverse Paths of Economic Development. Richard Pomfret". Economic Development and Cultural Change 42, n.º 4 (julio de 1994): 893–95. http://dx.doi.org/10.1086/452129.

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Seabright, Paul. "Making Other Worlds Possible: Performing Diverse Economies". Common Knowledge 22, n.º 3 (septiembre de 2016): 509.2–510. http://dx.doi.org/10.1215/0961754x-3634163.

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Gibson-Graham, J. K. "Diverse economies: performative practices for `other worlds'". Progress in Human Geography 32, n.º 5 (octubre de 2008): 613–32. http://dx.doi.org/10.1177/0309132508090821.

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Doria, Marco. "La storia economica contemporanea in quaranta anni di "Società e storia"". SOCIETÀ E STORIA, n.º 178 (enero de 2023): 783–817. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-178007.

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Resumen
L'articolo si propone di analizzare i diversi saggi e interventi su temi di storia economica dell'età contemporanea pubblicati in oltre quaranta anni di vita di "Società e storia". In primo luogo si osserva quale sia, nella cultura e nella visione della storia dei componenti della prima direzione della rivista, il ruolo attribuito ai fatti e alle dinamiche economiche nei processi storici. A un'impostazione iniziale che spesso si richiamava, sebbene in maniera non dogmatica, al marxismo segue una visione della storia più eclettica e aperta a suggestioni molteplici. Si guarda poi alla evoluzione e agli orientamenti di ricerca affermatisi nella storiografia economica italiana dagli anni settanta del novecento a oggi. Infine si individuano le molte e diverse tematiche al centro dei contributi comparsi nella rivista.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Resumen
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Chlala, Robert. "Misfit medicine and queer geographies: The diverse economy and politics of cannabis in carceral Los Angeles". Environment and Planning C: Politics and Space 38, n.º 7-8 (4 de noviembre de 2019): 1180–97. http://dx.doi.org/10.1177/2399654419884074.

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Resumen
Fundamentally shaped by queer and trans activism and labor, Los Angeles’ cannabis markets offer an opportunity to understand how “diverse economies,” as defined by Gibson-Graham, are dynamic, contingent political projects that require contending with power and difference. With data from nearly four years of ethnographic observation and 70-plus interviews, I analyze how numerous Black, Latinx, Native, and Asian and Pacific Islander queer women and transgender economic actors in cannabis have developed labor relations, collective institutional forms, and reciprocal exchange to make cannabis dispensaries a space of care and solidarity. Starting with AIDS crisis-era medical marijuana activism, queer economic actors have built affective relations at the scale of the body with patients, owners, and each other in ways that transcend profit imperatives and bridge across difference. More recently, in the face of economic exclusion and the pervasive gendered division of intimate labor, queer and trans workers of color have turned to the body as a scaffolding for collective action across scales. Drawing from resurgent social movement unionism in the region, they have led intersectional campaigns to protect more-than-capitalist elements of the industry and challenge the carceral state’s drug war. Bridging feminist economic and political geography allows insight to the spatially and temporally contingent nature of diverse, queer economies and their embedding in broader relations of racial, carceral, and homonormative capitalism. At the same time, such an approach centering the active politics of diverse economies surfaces the potentialities for multi-scalar movements to develop and sustain alternatives to capitalism.
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Dombroski, Kelly, Caihuan Duojie y Katharine McKinnon. "Surviving well: From diverse economies to community economies in Asia‐Pacific". Asia Pacific Viewpoint 63, n.º 1 (abril de 2022): 5–11. http://dx.doi.org/10.1111/apv.12337.

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Rommel, Florian y Robert L. Kasperan. "Pluralism is not 'anything goes' - grounding pluralism in economics in diverse economies by rehabilitating Paul Feyerabend". International Journal of Pluralism and Economics Education 13, n.º 1 (2022): 43. http://dx.doi.org/10.1504/ijpee.2022.10049244.

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Rommel, Florian y Robert L. Kasperan. "Pluralism is not 'anything goes' - grounding pluralism in economics in diverse economies by rehabilitating Paul Feyerabend". International Journal of Pluralism and Economics Education 13, n.º 1 (2022): 43. http://dx.doi.org/10.1504/ijpee.2022.124575.

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Ellman, M. "What Did The Study of The Soviet Economy Contribute to Mainstream Economics?" Voprosy Ekonomiki, n.º 3 (20 de marzo de 2010): 39–55. http://dx.doi.org/10.32609/0042-8736-2010-3-39-55.

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This article is an overview of the contribution made by economic Sovietology to mainstream economics. The long debate about the universal applicability of mainstream economics is reconsidered in the light of the Soviet experience. Information is provided on the contribution of the study of the Soviet economy to fields as diverse as the measurement of economic growth, institutional economics, economic administration, the economics of property rights, the economics of the informal sector, the economics of famines, the Austrian critique of general equilibrium theory, and incentives.
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Ringham, Sandi, Naomi Simmonds y Lynda Johnston. "Māori tourism geographies: Values, morals and diverse economies". MAI Journal: A New Zealand Journal of Indigenous Scholarship 5, n.º 2 (21 de noviembre de 2016): 99–112. http://dx.doi.org/10.20507/maijournal.2016.5.2.1.

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Petit, Pascal. "The competitiveness and diverse performance of national economies". Transfer: European Review of Labour and Research 12, n.º 4 (noviembre de 2006): 593–607. http://dx.doi.org/10.1177/102425890601200409.

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Currently, developed economies, with their different institutional settings and capabilities, are having to adjust to a similar set of structural changes. This article examines these major structural changes affecting developed economies and analyses how they are altering forms of competition for the various types of capitalism. It refutes the thesis according to which these changes will lead to a full convergence of countries' institutional settings. Consequently, countries have to draw on their own specific characteristics to adapt to the challenges of internationalisation and the new competitive state of affairs.
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Cave, Jenny y Dianne Dredge. "Reworking Tourism: Diverse Economies in a Changing World". Tourism Planning & Development 15, n.º 5 (28 de agosto de 2018): 473–77. http://dx.doi.org/10.1080/21568316.2018.1510659.

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Jeżowski, Piotr. "Rozwój zrównoważony i jego nowe wyzwania". Kwartalnik Kolegium Ekonomiczno-Społecznego. Studia i Prace, n.º 2 (3 de diciembre de 2012): 99–124. http://dx.doi.org/10.33119/kkessip.2012.2.5.

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Resumen
Diverse perception of natural capital and sustainability in opposite approaches of environmental economics and ecological economics has impact on understanding and defining of sustainable development. Ecological economics approach based on strong and very strong sustainability is too ambitious for contemporary generation, although environmental economics approach based on weak sustainability is more realistic, but insufficient. Weaknesses of mainstream economics gave heterodoxy broad field for redefinition of sustainable development and for new synthesis for this socio-economic category. Demographic changes, duplication of Western consumption patterns in emerging economies and intensive pressure of global production and consumption on environment are the reasons why new agreements at international level on climate, energy, food security, access to clean water and protection other natural resources are needed. Effective coordination of actions and application of good governance standards taking into account such matters as human existential problems and needs, equity, access to information, social participation as well as indicators for sustainable development and green economy are also necessary,
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Fickey, Amanda. "‘The Focus Has to be on Helping People Make a Living’: Exploring Diverse Economies and Alternative Economic Spaces". Geography Compass 5, n.º 5 (mayo de 2011): 237–48. http://dx.doi.org/10.1111/j.1749-8198.2011.00418.x.

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Souza, José Gileá de y Noelio Dantaslé Spinola. "MEDIDAS DO DESENVOLVIMENTO ECONÔMICO". RDE - Revista de Desenvolvimento Econômico 1, n.º 39 (abril de 2017): 78. http://dx.doi.org/10.21452/rde.v1i36.4697.

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Resumen
Este texto trata das medidas do desenvolvimento econômico e descreve o que são indicadores, sistemas de indicadores, índices, seus modelos de construção e analisa índices tradicionais e contemporâneos utilizados para mensurar o desenvolvimento em diversa
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Matoušková, Eleonóra. "The Position of Heterodox Economics in Economic Science". Pénzügyi Szemle = Public Finance Quarterly 66, n.º 2 (2021): 275–90. http://dx.doi.org/10.35551/pfq_2021_2_6.

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Resumen
In economic science dominate orthodox economics (mainstream economics respectively neoclassical economics). Despite its numerous intellectual failures, orthodox economics continue to prevail in teaching at universities. A certain alternative to orthodox economics is heterodox economics, which consists of three groups of theoretical approaches, represented by the Left-wing heterodoxy and Neo-Austrian school (we include them together in the Old heterodoxy) and the New heterodoxy. The objective of this article is to define the differences between orthodox economics and heterodox economics, to find common features of individual heterodox approaches and identify substantial differences between them and also highlight the relevance of these heterodox approaches from the point of view of the challenges we are facing today. A common characteristic of heterodoxy is the rejection of orthodoxy, especially its research methods. Heterodox economists reject the axiom that individuals are always rational, the concept of ‘homo economicus’, the application of a formal-deductive approach, the use of mathematical methods in cases that are not appropriate for this, and access from a closed system position. Heterodoxy is a very diverse theoretical tradition, and there are differences not only between the Left-wing heterodoxy, Neo-Austrian school and New heterodoxy, but also within these heterodox groups. They differ on specific topics they deal with and proposed solutions to socio-economic problems.
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Stephen, Whitman. "Diverse Good Causes". Social Science History 19, n.º 3 (1995): 333–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0145553200017405.

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In many slave societies manumission coexisted with perpetual bondage, often featured by self-purchase by slave artisans, a practice that some societies monitored through recognition of the slave's legal personality as a contracting party. Manumission played a comparatively minor role in shaping North American slavery, with debatable exceptions in the mid-Atlantic region; historians of slavery there have portrayed manumitters as individuals of conscience and/or economic maximizers seeking profitable exits from a locally declining labor institution. This contrast was first noted by Frank Tannenbaum, who characterized slavery in Spanish- and Portuguese-speaking America as milder than in British America, and targeted differences in religion and in the European history of slavery of each society as key explanatory factors.
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Livraghi, Renata. "La logica esistenziale del paradigma economico dell'etica delle capacitŕ č determinante per rendere efficace la politica attiva dell'apprendistato". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 99 (mayo de 2013): 11–26. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099002.

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L'apprendistato č una politica attiva del mercato del lavoro che favorisce la transizione dalla scuola al lavoro e, puň creare le condizioni, per valorizzare le persone, nei diversi contesti organizzativi delle imprese. L'efficacia dell'apprendistato non č riscontrabile, in misura uguale, nei diversi contesti organizzativi e nei vari sistemi economici e sociali. Č una politica del lavoro che richiede "attivazione", ovvero, come coniugare la motivazione e la capacitŕ di agire delle diverse parti interessate. La logica esistenziale di D. Hume e l'etica delle capacitŕ ci permettono di comprendere come sia possibile "attivare" tale politica per renderla efficace
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Tully, James. "Diverse enlightenments". Economy and Society 32, n.º 3 (enero de 2003): 485–505. http://dx.doi.org/10.1080/03085140303133.

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Vunibola, Suliasi, Hennah Steven y Matthew Scobie. "Indigenous enterprise on customary lands: Diverse economies of surplus". Asia Pacific Viewpoint 63, n.º 1 (5 de febrero de 2022): 40–52. http://dx.doi.org/10.1111/apv.12326.

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Brown, Gavin. "Thinking beyond Homonormativity: Performative Explorations of Diverse Gay Economies". Environment and Planning A: Economy and Space 41, n.º 6 (junio de 2009): 1496–510. http://dx.doi.org/10.1068/a4162.

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Syrett, Stephen y Leandro Sepulveda. "Urban governance and economic development in the diverse city". European Urban and Regional Studies 19, n.º 3 (julio de 2012): 238–53. http://dx.doi.org/10.1177/0969776411430287.

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Baum, Zvi, Ruslana Rachel Palatnik, Iddo Kan y Mickey Rapaport-Rom. "Economic Impacts of Water Scarcity Under Diverse Water Salinities". Water Economics and Policy 02, n.º 01 (marzo de 2016): 1550013. http://dx.doi.org/10.1142/s2382624x15500137.

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Resumen
Exploitation of alternative water sources is expected to grow in the decades to come in water-stressed countries with fast population growth, especially in regions where a further decline of natural freshwater availability is expected due to climate change. Increasing utilization of non-freshwater usually leads to salinity build-up in fields and water sources as well as accumulation of various pollutants — both having a considerable impact on the suitability of non-freshwater for irrigation due to constraints associated with crop salinity tolerance and food safety regulations. We developed a linked Computable General Equilibrium (CGE) — farm-level model of a water economy with representation for multiple water types characterized by different qualities. We employ the model to assess the impact of water shortage on the Israeli economy, where steadily growing water scarcity leads to an increasing utilization of alternative water sources. We simulate water shortage scenarios based on the Long Term National Master Plan for The Water Economy developed by the Israeli Water Authority (IWA). The linked CGE — farm-level model provides a mechanism for estimating the Constant Elasticity of Substitution (CES) rates between different irrigation water types used in agriculture. This mechanism accounts for the effects of salinity on yields and takes into consideration food safety regulations for irrigating crops with treated wastewater. We demonstrate that, in contrast to previous studies, CES rates between different water types are not identical. The CES rates obtained in our study have relatively low values, which can be attributed to the constraints associated with crop salinity tolerance and food safety regulations. Our results reveal that water shortage can lead to a significant decline of Israel’s GDP, where a considerable part of the decline is attributed to the decrease in agricultural outputs. The magnitude of the impact depends on the underlying assumptions regarding future desalination capacity. To further study the effect of desalination, we run simulations under various desalination levels and examine its impact on the GDP. We also examine the extent to which the impact of water shortage is sensitive to CES rates between different irrigation water types.
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Diprose, Gradon, Kelly Dombroski, Stephen Healy y Joanne Waitoa. "Community Economies". Counterfutures 4 (1 de septiembre de 2017): 167. http://dx.doi.org/10.26686/cf.v4i0.6409.

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This commentary was invited by the special editors of this issue and is partly based on the Community Economies session that the four authors organised at the Social Movements Conference III: Resistance and Social Change in Wellington, 2016. In the Community Economies session we reviewed the diverse-economies framework and showed how it translates into a politics grounded in economic difference, specifically non-capitalist economic practices. We gave various examples of how people enrol different practices into the formation of community economies that prioritise ethical interdependence among people and with the planet. In what follows we briefly outline some key theoretical underpinnings of Community Economies scholarship, and then provide some reflections on the questions asked during the 2016 conference session.
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