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Tesis sobre el tema "Econometria finanziaria"

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SAMORI, DOMITILLA FLAVIA. "La Struttura Finanziaria Delle Banche". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1039.

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Resumen
Questa tesi cerca di analizzare le determinanti della struttura finanziaria delle banche. Si ritiene generalmente che il leverage ratio bancario sia determinato indirettamente tramite l’applicazione di requisiti patrimoniali, in particolare requisiti legati al rischio dell’investimento come nello schema di Basilea II. Molti dei recenti contributi empirici criticano questa tesi ed anzi individuano fattori di mercato come principali variabili nella determinazione del leverage. Una collezione dei recenti studi in materia viene raccolta nel primo capitolo. Nel secondo capitolo, si analizza l’impatto dei requisiti patrimoniali sulla struttura finanziaria delle banche all’interno di un modello di signaling. Viene dimostrata l’esistenza di un equilibrio di separazione, in cui i requisiti patrimoniali non sono vincolanti per ogni tipo di banca; si dimostra inoltre che in equilibrio esiste una relazione negativa tra il leverage bancario e la qualità degli attivi: è infatti la banca di minore qualità ad avere un leverage maggiore. Questo risultato, in contrasto con la tradizionale teoria di finanza aziendale, può aiutare a comprendere alcuni episodi della recente crisi finanziaria ed interroga l’efficacia del sistema di Basilea II. Infine, nell’ultimo capitolo, viene condotta un’analisi empirica sulle determinanti del leverage bancario . Sono identificate relazioni stabili e negative tra il leverage delle banche incluse nel campione e la qualità dei loro attivi. Questo risultato si conferma al variare degli strumenti utilizzati per identificare la qualità degli attivi. Questa relazione negativa ci suggerisce che le banche si pongano l’obiettivo di targettizzare un certo livello di leverage per dare un segnale al mercato circa la loro qualità intrinseca: migliore la qualità degli attivi, minore è il loro utilizzo di leva finanziaria. Queste banche rinunciano ad intraprendere investimenti profittevoli pur lanciare un messaggio al mercato e ridurre il costo del finanziamento.
This thesis analyzes banks’ choices over their leverage ratio targeting. It is commonly believed that the banks’ leverage ratio is implicitly driven by the risk-related regulation set by the Basel Committee. Many recent empirical studies on the subject challenge this presumption and suggest that factors other than regulation drive the banks’ choices on leverage. A review of the recent contributions on the subject is presented in the first chapter. In the second chapter we study how capital requirements affect banks' capital structure within a standard signaling model. We prove the existence of a separating equilibrium in which capital requirements are not binding for every type of bank, and we show that in equilibrium there exists a negative relationship between bank's leverage and its intrinsic quality: it is the low type bank that takes on more debt. This result, in contrast with the traditional theory of corporate finance, sheds some light on some of the recent financial crises episodes and hence questions the effectiveness of the current regulatory environment. Finally, in the last chapter, we conduct an empirical analysis on the cross-sectional determinants of banks' leverage. We find a negative and stable relation between banks leverage and the quality of their assets. This result is proved valid under different definition of assets' quality, based on ex-ante and ex-post expectation of the realization of asset quality. The results suggest that banks might target a certain leverage ratio to reveal their true quality to the market: the higher quality banks signal their private information to the market with a lower level of leverage, passing over some profitable opportunities to gain from a lower cost of funding.
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SAMORI, DOMITILLA FLAVIA. "La Struttura Finanziaria Delle Banche". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1039.

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Questa tesi cerca di analizzare le determinanti della struttura finanziaria delle banche. Si ritiene generalmente che il leverage ratio bancario sia determinato indirettamente tramite l’applicazione di requisiti patrimoniali, in particolare requisiti legati al rischio dell’investimento come nello schema di Basilea II. Molti dei recenti contributi empirici criticano questa tesi ed anzi individuano fattori di mercato come principali variabili nella determinazione del leverage. Una collezione dei recenti studi in materia viene raccolta nel primo capitolo. Nel secondo capitolo, si analizza l’impatto dei requisiti patrimoniali sulla struttura finanziaria delle banche all’interno di un modello di signaling. Viene dimostrata l’esistenza di un equilibrio di separazione, in cui i requisiti patrimoniali non sono vincolanti per ogni tipo di banca; si dimostra inoltre che in equilibrio esiste una relazione negativa tra il leverage bancario e la qualità degli attivi: è infatti la banca di minore qualità ad avere un leverage maggiore. Questo risultato, in contrasto con la tradizionale teoria di finanza aziendale, può aiutare a comprendere alcuni episodi della recente crisi finanziaria ed interroga l’efficacia del sistema di Basilea II. Infine, nell’ultimo capitolo, viene condotta un’analisi empirica sulle determinanti del leverage bancario . Sono identificate relazioni stabili e negative tra il leverage delle banche incluse nel campione e la qualità dei loro attivi. Questo risultato si conferma al variare degli strumenti utilizzati per identificare la qualità degli attivi. Questa relazione negativa ci suggerisce che le banche si pongano l’obiettivo di targettizzare un certo livello di leverage per dare un segnale al mercato circa la loro qualità intrinseca: migliore la qualità degli attivi, minore è il loro utilizzo di leva finanziaria. Queste banche rinunciano ad intraprendere investimenti profittevoli pur lanciare un messaggio al mercato e ridurre il costo del finanziamento.
This thesis analyzes banks’ choices over their leverage ratio targeting. It is commonly believed that the banks’ leverage ratio is implicitly driven by the risk-related regulation set by the Basel Committee. Many recent empirical studies on the subject challenge this presumption and suggest that factors other than regulation drive the banks’ choices on leverage. A review of the recent contributions on the subject is presented in the first chapter. In the second chapter we study how capital requirements affect banks' capital structure within a standard signaling model. We prove the existence of a separating equilibrium in which capital requirements are not binding for every type of bank, and we show that in equilibrium there exists a negative relationship between bank's leverage and its intrinsic quality: it is the low type bank that takes on more debt. This result, in contrast with the traditional theory of corporate finance, sheds some light on some of the recent financial crises episodes and hence questions the effectiveness of the current regulatory environment. Finally, in the last chapter, we conduct an empirical analysis on the cross-sectional determinants of banks' leverage. We find a negative and stable relation between banks leverage and the quality of their assets. This result is proved valid under different definition of assets' quality, based on ex-ante and ex-post expectation of the realization of asset quality. The results suggest that banks might target a certain leverage ratio to reveal their true quality to the market: the higher quality banks signal their private information to the market with a lower level of leverage, passing over some profitable opportunities to gain from a lower cost of funding.
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La, Torre Piercarlo <1987&gt. "RISCHIO SISTEMICO: il collegamento tra istituzioni finanziarie". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5045.

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Questa tesi ha l'obiettivo di indagare il concetto di rischio sistemico, partendo da una rivisitazione della letteratura in merito, per poi calarsi nell'analisi dei componenti dei mercati finanziari. Si esplicherà come tale rischio abbia influito sulla crisi finanziaria del 2007-2009, con riguardo alle modalità di diffusione dello stesso. Nella seconda parti si procederà poi all'analisi dei legami tra le diverse istituzioni del sistema finanziario; verrà proposto un modello econometrico di studio che mira a identificare quantitativamente la relazione tra banche, compagnie assicuratrici e hedge fund, per chiarificare come il rischio sistemico veda tra le sue component principali proprio tali relazioni.
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Pavanello, Francesca <1987&gt. "Financial literacy e scelte finanziarie: quanto siamo esperti?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3585.

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Nel corso dell'ultimo decennio la realtà degli strumenti finanziari e assicurativi offerti ai consumatori è diventata sempre più complessa; nuovi prodotti e servizi, pensati per rispondere ad ogni particolare esigenza, sono stati diffusi presso il pubblico con l'obiettivo di favorire la realizzazione di progetti di risparmio e di investimento finalizzati al miglioramento delle proprie condizioni economiche o alla tutela del proprio patrimonio. Tuttavia, a tale complessità dell'offerta, non si è accompagnata una contestuale ricercatezza della domanda, poiché il livello di financial literacy, o alfabetizzazione finanziaria, posseduto dalla popolazione italiana e più in generale da quella mondiale, non è tale da consentire la conclusione di semplici, ma importanti, scelte finanziarie di vita quotidiana consapevoli e ragionate.
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Pagotto, Barbara <1988&gt. "Evidenza internazionale dell'interdipendenza tra settore reale e finanziario: analisi empirica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1833.

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Voltarel, Lisa <1988&gt. "Economia reale e sistema finanziario; analisi VAR di una two-way relation". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1779.

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L'obiettivo della tesi è analizzare la relazione tra l'economia reale ed il sistema finanziario tramite l'ausilio di modelli econometrici. In particolare, dopo una prima introduzione relativa alla relazione tra i due sistemi alla luce della crisi finanziaria del 2008, vengono spiegati i metodi di ricerca e presentate le stime.
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Alberton, Emanuele <1989&gt. "Stress Finanziario Sistemico: Sviluppo di un Indice e Confronto tra Eurozona e USA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3517.

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Resumen
Con lo svilupparsi di cambiamenti strutturali come la liberalizzazione finanziaria e la globalizzazione dei sistemi finanziari, i policy maker hanno iniziato sempre più ad interessarsi alla stabilità finanziaria. Avvenimenti quali la crisi del Long-Term Capital Management, la bolla speculativa informatica del nuovo millennio e, soprattutto, la crisi finanziaria globale iniziata nel 2007 hanno rimarcato la necessità di comprendere la relazione tra sistema finanziario ed economia reale. Attraverso una revisione della letteratura accademica circa definizione e natura della stabilità dei sistemi finanziari, si procede al calcolo di un Indice di Stress Finanziario per gli USA e uno per l'Eurozona. Tale strumento risulta utile in più campi: in ambito accademico, per studiare i collegamenti tra stabilità finanziaria, stabilità monetaria ed economia reale; in ambito istituzionale, per calcolare lo stato di salute di un sistema finanziario al fine di decidere tempo e natura degli interventi di politica economica; in ambito aziendale, come strumento aggiuntivo per la valutazione degli investimenti. La scelta delle variabili che compongono gli indici si basa sulle best practice internazionali. Le variabili sono pesate mediante l'utilizzo della Principal Component Analysis (PCA), una tecnica econometrica, destinata alla riduzione della dimensionalità dei dati, che coglie i principali trend nascosti nella nuvola di osservazioni relative alle variabili di input.Questo elaborato approfondisce il tema della stabilità dei sistemi finanziari. Attraverso una revisione della letteratura accademica circa la sua definizione e la sua natura, si arriva al calcolo di un Indice di Stabilità Finanziaria per gli USA e uno per l'Eurozona. Tale strumento risulta utile in più campi: in ambito accademico, per studiare i collegamenti tra stabilità finanziaria, stabilità monetaria ed economia reale; in ambito istituzionale, per calcolare lo stato di salute di un sistema finanziario al fine di decidere tempo e natura degli interventi di politica economica; in ambito aziendale, come strumento aggiuntivo per la valutazione degli investimenti. Con lo svilupparsi di cambiamenti strutturali come la liberalizzazione finanziaria e la globalizzazione dei sistemi finanziari, i policy maker hanno iniziato sempre più ad interessarsi alla stabilità finanziaria. Avvenimenti quali la crisi del Long-Term Capital Management, la bolla speculativa informatica del nuovo millennio e, soprattutto, la crisi finanziaria globale iniziata nel 2007 hanno rimarcato la necessità di comprendere la relazione tra sistema finanziario ed economia reale. Attraverso una revisione della letteratura accademica circa definizione e natura della stabilità dei sistemi finanziari, si procede al calcolo di un Indice di Stress Finanziario per gli USA e uno per l'Eurozona. Tale strumento risulta utile in più campi: in ambito accademico, per studiare i collegamenti tra stabilità finanziaria, stabilità monetaria ed economia reale; in ambito istituzionale, per calcolare lo stato di salute di un sistema finanziario al fine di decidere tempo e natura degli interventi di politica economica; in ambito aziendale, come strumento aggiuntivo per la valutazione degli investimenti. La scelta delle variabili che compongono gli indici si basa sulle best practice internazionali. Le variabili sono pesate mediante l'utilizzo della Principal Component Analysis (PCA), una tecnica econometrica, destinata alla riduzione della dimensionalità dei dati, che coglie i principali trend nascosti nella nuvola di osservazioni relative alle variabili di input.
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Cusin, Francesco <1988&gt. "Misure di rischio sistemico e connettività nei mercati finanziari: analisi del mercato Europeo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1941.

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Resumen
Le connessioni tra i soggetti che operano nei mercati finanziari sono diventate negli ultimi anni sempre più intense e numerose, comportando un aumento del rischio che una situazione di tensione di uno o pochi intermediari si propaghi a livello sistemico. Applicheremo delle misure econometriche di connettività e di rischio sistemico ad alcune istituzioni finanziarie dei principali mercati europei, per analizzare la situazione che sussiste nelle relazioni tra le istituzioni stesse e cercheremo di capire se tali misure hanno anche un potere predittivo, ossia fungono da "early warning indicators", sulle possibili crisi sistemiche.
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Benedet, Francesco <1992&gt. "Performance sportive e andamento delle quotazioni in Borsa: legami tra il mondo calcistico e quello finanziario". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11889.

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Florian, Giovanni <1988&gt. "Analisi del rischio di contagio finanziario con modelli a correlazione dinamica: evidenze sui CDS Spreads degli Stati sovrani". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3172.

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Resumen
Lo scopo dell’analisi empirica condotta in questa tesi è quello di investigare il livello di contagio tra i mercati dei Credit Default Swap sovrani attraverso i modelli GARCH multivariati a correlazione dinamica (DCC). Un’analisi preliminare è stata effettuata con il test basato sui coefficienti di correlazione aggiustata proposto da Forbes e Rigobon (2002). La novità di questa analisi consiste nell’applicazione sequenziale nel tempo del test Forbes e Rigobon, che consente l’individuazione di episodi di contagio senza che vi sia indicazione a priori delle date in cui vi è un sospetto di contagio. Il “model pooling approach” di Geweke e Amisano (2008) è stato implementato al fine di confrontare quale delle tre specificazioni utilizzate per la stima del modello DCC-GARCH è più appropriata. I risultati stabiliscono che è più appropriata la modellizzazione congiunta ottenuta filtrando le serie con un modello VAR. Un altro contributo originale di questo lavoro di tesi è l’applicazione del modello DCC per cogliere il contagio graduale e l’utilizzo del DCC come metodo di Early-Warning. Dopo aver stimato il modello VAR DCC-GARCH e verificato la significatività dei parametri, effetti di contagio sono stati ricercati analizzando l’andamento della correlazione dinamica e confrontando le date che presentano evidenza di contagio con la time-line della financial crisis. Identificando l’effetto contagio come un temporaneo incremento nelle correlazioni condizionali dinamiche, dai risultati per macroaree sono emersi con intensità diverse effetti di contagio causati da annunci relativi a pacchetti di salvataggio per la Grecia del 2 Maggio 2010 e del 27 Ottobre 2011. L’analisi a livello disaggregato ha confermato per tutti gli Stati Europei considerati l’effetto contagio in un intorno di tempo del primo, del secondo e del terzo annuncio di pacchetti di salvataggio per la Grecia.
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SANCHEZ, ARJONA IRENE. "Saggi su Retti Finanziarie e Rischio Sistemico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18927.

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Resumen
L'ultima crisi nanziaria ha evidenziato il ruolo decisivo delle connessioni nel mercato interban- cario come canale e strumento ampli catore dei shock nanziari, e di conseguenza del rischio sistemico. In questa tesi presentiamo delle metodologie teoriche ed empiriche per analizzare il potenziale rischio sistemico in una rete bancaria interconnessa. La tesi comprende due saggi sulle reti nanziarie e il rischio sistemico ed e organizzata in due capitoli. Nel capitolo I analizziamo e modelliamo alcune delle complesse interazioni all'interno di una rete nanziaria, con l'obiettivo di approfondire nella interrelazione fra la fragilit a dell'eco- nomia reale e quella del sistema bancario. A questo scopo, forniamo una descrizione qualitativa e quantitativa delle dinamiche della leva nanziaria. Nel capitolo II, sfruttiamo un set originale di dati su 15 banche europee classi cate come G-SIB per valutare se l'espansione nei mercati esteri aumenta la loro rischiosit a, e attraverso quali canali si materializa.
The last global nancial crisis clearly illustrated the crucial role of interbank linkages in channel- ing and amplifying shocks hitting the system and, therefore, in the emergence of systemic risk. In this thesis, we present theoretical and empirical methodologies for analysing the potential for systemic risk in a interconnected banking network. The dissertation comprehends two essays on nancial networks and systemic risk and is organ- ised in two chapters. In chapter I, we analyse and model some complex interactions and feedback relationships within a nancial network, with the objective of delving into the linkages between fragility in the real economy and in the banking system. For this purpose, we provide a qualita- tive and quantitative description of leverage dynamics. In chapter II, we exploit an original dataset on 15 European banks classi ed as G-SIBs by the BIS to assess whether expansion in foreign markets increases their riskiness, and through which channels that eventually happens.
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SANCHEZ, ARJONA IRENE. "Saggi su Retti Finanziarie e Rischio Sistemico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18927.

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Resumen
L'ultima crisi nanziaria ha evidenziato il ruolo decisivo delle connessioni nel mercato interban- cario come canale e strumento ampli catore dei shock nanziari, e di conseguenza del rischio sistemico. In questa tesi presentiamo delle metodologie teoriche ed empiriche per analizzare il potenziale rischio sistemico in una rete bancaria interconnessa. La tesi comprende due saggi sulle reti nanziarie e il rischio sistemico ed e organizzata in due capitoli. Nel capitolo I analizziamo e modelliamo alcune delle complesse interazioni all'interno di una rete nanziaria, con l'obiettivo di approfondire nella interrelazione fra la fragilit a dell'eco- nomia reale e quella del sistema bancario. A questo scopo, forniamo una descrizione qualitativa e quantitativa delle dinamiche della leva nanziaria. Nel capitolo II, sfruttiamo un set originale di dati su 15 banche europee classi cate come G-SIB per valutare se l'espansione nei mercati esteri aumenta la loro rischiosit a, e attraverso quali canali si materializa.
The last global nancial crisis clearly illustrated the crucial role of interbank linkages in channel- ing and amplifying shocks hitting the system and, therefore, in the emergence of systemic risk. In this thesis, we present theoretical and empirical methodologies for analysing the potential for systemic risk in a interconnected banking network. The dissertation comprehends two essays on nancial networks and systemic risk and is organ- ised in two chapters. In chapter I, we analyse and model some complex interactions and feedback relationships within a nancial network, with the objective of delving into the linkages between fragility in the real economy and in the banking system. For this purpose, we provide a qualita- tive and quantitative description of leverage dynamics. In chapter II, we exploit an original dataset on 15 European banks classi ed as G-SIBs by the BIS to assess whether expansion in foreign markets increases their riskiness, and through which channels that eventually happens.
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Meglioli, Mirko <1995&gt. "Effetti inflazionistici sull’economia reale e sui prezzi degli asset finanziari: un’analisi econometrica delle politiche monetarie non convenzionali della Federal Reserve". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20121.

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Resumen
Il presente scritto ha l’obiettivo di esaminare gli effetti delle politiche monetarie non convenzionali adottate dalla Federal Reserve a partire dalla crisi dei subprime sino ad arrivare alla recente risposta alla pandemia di COVID-19. L’attenzione è rivolta, in particolare, ad analizzare le ragioni per le quali il cosiddetto ‘quantitative easing’, ovvero l’imponente programma di acquisto di titoli di Stato effettuato dalla banca centrale americana e la conseguente enorme immissione di liquidità nel sistema, non abbia prodotto spinte inflazionistiche nell’economia reale come molti operatori si attendevano, mentre abbia avuto importanti riflessi sui prezzi dei titoli finanziari, sia azionari che obbligazionari. Si mostra come questo esito non debba essere motivo di sorpresa e che la convinzione opposta deriva dall’affidamento a una teoria, quella del moltiplicatore monetario, che non è in grado di cogliere il reale meccanismo di creazione della moneta nell’economia moderna. La base monetaria introdotta nel circuito finanziario dalle banche centrali, infatti, non viene moltiplicata dalle banche commerciali attraverso la concessione di nuovi prestiti, ma è utilizzata da quest’ultime in investimenti di natura finanziaria. Un’ampia parte dell’elaborato sarà dedicata a fornire evidenza empirica di questa idea attraverso l’applicazione di un’analisi econometrica con un modello VECM.
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Cattivelli, Luca. "Econometric techniques for forecasting financial time series in discrete time". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/85721.

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This thesis is a collection of three essays on financial econometrics with a common background in ultra-high frequency modeling of market activity. In the first essay, we propose an accurate and fast-to-estimate forecasting model for discrete valued time series with long memory and seasonality.1 The modelling is achieved with an autoregressive conditional Poisson process that features seasonality and heterogeneous autoregressive components (whence the acronym SHARP: Seasonal Heterogeneous AutoRegressive Poisson). Motivated by the prominent role of the bid-ask spread as a transaction cost for trading, we apply the SHARP model to forecast the bid-ask spreads of a large sample of NYSE equity stocks. [...]
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DI, NOIA JLENIA. "Potere di Mercato, Innovazione e Finanziarizzazione". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/108954.

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Resumen
Questa tesi studia le cause e le implicazioni di due fenomeni in particolare: la finanziarizzazione e la digitalizzazione. Nello specifico, il primo capitolo contiene un'analisi empirica sulle determinanti del Surplus Wealth delle società (una misura del potere di mercato) e dell’impatto degli investimenti finanziari sugli investimenti in capitale. Complessivamente, i risultati supportano l'evidenza sulla shareholders' value orientation; in media, i profitti finanziari sembrano favorire sia gli investimenti in capitale fisico che intangibile, mentre emerge un effetto trade-off tra questi ultimi e gli investimenti finanziari (non per i monopolisti operanti nel settore IT). Nel secondo capitolo viene sviluppato un modello teorico ad agenti eterogenei che combina la crescita endogena (modello K+S) alle frizioni finanziarie (modello CATS) ed introduce un mercato obbligazionario dove le imprese possono emettere/acquistare obbligazioni societarie. L'innovazione avviene per mezzo del capitale intangibile IT, le cui proprietà intrinseche legate all’intelligenza artificiale favoriscono l'accumulazione di liquidità, accentuata poi dai profitti finanziari. Da una prospettiva macroeconomica, le simulazioni suggeriscono che gli investimenti in obbligazioni da parte delle imprese impattano negativamente sull'occupazione, frenando il progresso tecnologico e la crescita economica, salvo che la liquidità investita in bonds superi un certo valore-soglia (omogeneo tra le imprese), ma al costo di un maggior rischio di fallimento e di un incremento delle posizioni Ponzi.
The present thesis deals with two main phenomena: financialization and digitalization. The first chapter aims at empirically investigating the determinants of corporations' Surplus Wealth (a measure of market power) and the impact of financial investments on capital investment decisions. Overall, additional evidence on shareholders' value orientation is provided; on average, realized financial profits seem to be beneficial to both physical and intangible capital investment, whilst current financial investments appear to generate a trade-off effect (not for monopolists operating in the IT sector). The second chapter develops a theoretical agent-based model combining endogenous growth (K+S model) and financial frictions (CATS model) together with a market for corporate bonds where firms can both issue and purchase bonds. IT intangible capital is assumed to be the channel through which innovation propagates and its specific advertising properties stemming from artificial intelligence are able to foster liquidity accumulation, which is boosted when financial investments begin to play a role. Simulations suggest that, from a macroeconomic perspective, companies' purchase of corporate bonds is not beneficial to employment, technological progress and growth, except for the case where liquidity invested in bonds is beyond a common threshold across firms but at the cost of higher bankruptcy risk and Ponzi positions.
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Mazzocchini, Francesco James. "Risk-taking behavior in financing new ventures through equity crowdfunding: an experimental and econometric analysis". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2022. http://hdl.handle.net/11566/299869.

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Resumen
L'equity crowdfunding (da qui ECF) è un fenomeno recente che porta la finanza imprenditoriale a sfruttare le innovative strutture digitali che consentono alle imprese di ottenere finanziamenti alternativi: gli imprenditori nascenti possono raccogliere capitali da una folla di investitori, che generalmente contribuiscono con modesti importi individuali, durante una campagna online per un certo periodo. L’ECF rappresenta una forma innovativa di finanziamento sia per le startup ai primi stadi di sviluppo che per le imprese. Seguendo un approccio di ordine gerarchico, gli imprenditori potrebbero optare per questo schema di finanziamento alternativo nel caso in cui i fondi interni, il debito da terzi o il capitale esterno potrebbero non essere sufficienti o disponibili. L’ECF appartiene all'ambiente Fintech e quindi al quadro teorico della finanza digitale. Sfrutta la disponibilità di piattaforme digitali in grado di supportare gli imprenditori nel superamento dei vincoli finanziari, particolarmente rilevanti nelle fasi iniziali delle iniziative. Gli investitori in ECF devono prendere decisioni in un ambiente altamente rischioso, con alti livelli di incertezza. Inoltre, i potenziali profitti (se presenti) sarebbero apprezzabili solo a lungo termine e sono soggetti sia a rischi di liquidità che di mercato. Pertanto, la valutazione del profilo di rischio-rendimento di un progetto di investimento si basa su una moltitudine di fattori e comprende un ampio spettro di discipline. Tutto questo spiega perché la recente letteratura sul crowdfunding abbia seguito una rapida crescita, e perché molti autori abbiano studiato l'ECF da varie prospettive e discipline, seguendo punti di vista complementari per capire cosa convince il pubblico a investire, determinando il successo o il fallimento di una campagna di raccolta fondi. La tesi si concentra sull'equity crowdfunding dal punto di vista sia degli imprenditori che degli investitori. Lo scopo di questa ricerca è quello di analizzare le dinamiche delle campagne di finanziamento su piattaforme di ECF e identificare le determinanti del successo. Supponendo che gli investitori perfezionino il loro processo decisionale attraverso l'apprendimento derivante dall’osservazione di vari segnali, le impostazioni empiriche ipotizzano che una cascata di informazioni provenienti da fonti diverse abbia un impatto sull'esito della campagna inducendo comportamenti imitativi. La tesi è strutturata come una raccolta di articoli ed è organizzata in tre studi. Il primo studio consiste in una revisione sistematica e bibliometrica della letteratura sulle determinanti del successo o del fallimento di una campagna di raccolta di equity crowdfunding, con particolare leva sulla tecnica del signalling come strumento per alleviare le asimmetrie informative da parte degli imprenditori/management, ed è volto ad individuare i gap di ricerca ove inserire i due studi successivi. Il secondo lavoro si pone nella prospettiva degli investitori ed osserva, grazie ad un esperimento di scelta, le decisioni d’investimento, verificando empiricamente la gerarchia delle fonti che condizionano maggiormente la disponibilità ad investire. Si assume infatti che gli investitori retail perfezionino il proprio quadro decisionale attraverso l’osservazione di cascate informative derivanti da soggetti più informati/esperti. Il terzo studio mira ad esaminare, ponendosi ora nella prospettiva degli imprenditori e delle imprese, i fattori derivanti dalle cascate informative in grado di influenzare l’esito di una campagna di finanziamento. Applicando la Theory of Planned Behavior, infatti, l’obiettivo di questo terzo lavoro è di passare dalle intenzioni di investimento, studiate sperimentalmente, al comportamento concreto degli investitori, osservando dati reali di campagne di raccolta effettivamente concluse. ​
Equity crowdfunding (hereafter ECF) is a recent phenomenon that leads entrepreneurial finance to take advantage of innovative digital facilities allowing ventures to obtain alternative financing: nascent entrepreneurs can raise capital from a crowd of investors, who generally contribute with modest individual amounts, during a web-based campaign for a certain period. ECF represents an innovative form of seed financing for new ventures. Following a pecking order approach, entrepreneurs might opt for this alternative financing scheme in the case that internal funds, external debt or external equity might not be sufficient or available. ECF belongs to the Fintech environment and thus to the digital finance theoretical framework. It exploits availability of digital platforms able to support entrepreneurs in overcoming financial constraints, particularly relevant in the initial steps of ventures. Investors in ECF must take decisions in a highly risky environment, with high levels of uncertainty. Moreover, potential profits (if any) would be appreciable only in a longer term and are subject to both liquidity and market risks. Therefore, the evaluation of the risk-return profile of an investment project is based on a multitude of determinants and encompasses a wide spectrum of disciplines. All this explains why recent crowdfunding literature has followed rapid growth, and many authors have studied ECF from various perspectives and disciplines, following complementary points of view to understand what convinces the public to invest, determining the success, or failure of a fundraising campaign. The thesis focuses on the equity crowdfunding from the perspectives of both entrepreneurs and investors. The theoretical background is built upon a multidisciplinary integrative framework. The aim of this research project is to analyse the dynamics of funding campaigns of new ventures on ECF platforms and identify the determinants of success. Assuming that investors refine their decision-making through observational learning of various signals, the empirical settings hypothesize that an information cascade from different sources impacts on the outcome of the campaign by inducing herding. The thesis is structured as a collection of papers and is articulated in three studies. The first study consists of a systematic and bibliometric review of the literature on the determinants of the success or failure of an equity crowdfunding campaign, with particular leverage on the signaling technique as a tool to alleviate information asymmetries by entrepreneurs/management and is aimed at identifying the research gaps where to position the two subsequent studies. The second study follows the perspective of investors and is part of the literature of information cascade and herding. It observes investment decisions in the context of equity crowdfunding through a choice experiment with the aim to empirically verify the hierarchy of sources that affect the willingness to invest. In fact, it is assumed that retail investors perfect their decision-making framework through the observation of information cascades deriving from more informed/experienced parties. The third study examine the perspective of entrepreneurs. The aim is to identify the signals that affect the outcome of a funding campaign, among those conveyed via information cascades. Following the Theory of Planned Behavior, in fact, the objective of this third work is to move from investment intentions (study 2; analyzed experimentally) to the concrete behavior of investors (observed in real data). ​
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D'Avino, Carmela <1981&gt. "Banks: selected investigations on the roles of liquidity, globalization and credit risk". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1053.

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La tesi presenta tre studi di ricerca su temi bancari connessi ad alcuni eventi osservati durante la recente crisi bancaria dei mutui subprime. Il primo capitolo della tesi collega la creazione di liquidità del settore bancario sia all'offerta di liquidità delle banche centrali di tutto il mondo e alle passività bel mercato interbancario internazionale, in un quadro macro-econometrico globale. Nel secondo capitolo è effettuato uno studio sulle banche globali degli Stati Uniti con l'intento di spiegare le dinamiche nei debiti netti tra uffici domestici e filiali straniere. L'ultima parte della tesi propone un modello teorico di corsa ai depositi bancari capace di spiegare, tra le altre cose, interventi inefficienti di un banchiere centrale durante una crisi, quando la valutazione della solvibilità di una banca è incorretta.
This thesis presents three bank-related research studies inspired by some relevant events brought about by the recent subprime banking crisis. The first part of this work links banking-sector liquidity creation to both liquidity supply from central banks worldwide and international interbank liabilities, within a global macro-econometric framework. In the second part it is carried out a micro-econometric analysis on all global US banks with the intent to explain pre- and post-crisis dynamics in Net Inter-Office Accounts (NIOA). The last part of the thesis proposes a framework capable to model, among other things, inefficient policy interventions by a central banker during a crisis when an accurate assessment of the true solvency of a bank is unattainable.
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GONZATO, LUCA. "Application of Sequential Monte Carlo Methods to Dynamic Asset Pricing Models". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/295144.

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Resumen
In questa tesi si considera l’applicazione di metodi Monte Carlo sequenziali per modelli di asset pricing di tipo dinamico. Il primo capitolo della tesi presenta una panoramica generale sui metodi Monte Carlo sequenziali. Nello specifico, partendo da metodi Monte Carlo standard si giunge fino allo stato dell’arte per quanto riguarda i metodi Monte Carlo sequenziali. Il secondo capitolo costituisce una review della letteratura sui metodi di simulazione esatta per processi di Hawkes. Dall’analisi svolta si evince che lo schema proposto da Dassios e Zaho (2013) performa meglio degli altri algoritmi, incluso il più noto metodo “thinning” proposto da Ogata (1981). Questo capitolo serve inoltre come introduzione ai processi di salto di tipo auto eccitante, che saranno oggetto di studio del Capitolo 3. Nel terzo capitolo, quindi, viene proposto un nuovo modello diffusivo con salti auto eccitati per descrivere la dinamica del prezzo del petrolio. Il modello viene stimato implementando una recente metodologia di tipo Monte Carlo sequenziale utilizzando dati spot e futures. Dalla stima viene confermata la presenza di salti auto eccitati nel mercato del petrolio; questo conduce ad un migliore adattamento del modello ai dati e a migliori performance in termini di previsione dei futures rispetto ad un modello con intensità costante. Inoltre, vengono calcolate e discusse due strategie di copertura ottimali basate sul trading di contratti futures. La prima strategia è basata sulla minimizzazione della varianza, mentre la seconda tiene in considerazione anche la skewness. Viene infine proposto un confronto tra le due strategie in termini di efficacia della copertura Nel quarto capitolo si considera la stima di modelli a volatilità stocastica a tempo continuo basati su processi di Wishart, osservando portafogli di opzioni come in Orlowski (2019). In questo contesto la funzione di verosimiglianza non è nota esplicitamente, quindi verrà stimata ricorrendo a metodi Monte Carlo sequenziali. A questo proposito, i processi latenti vengono marginalizzati e la stima della verosimiglianza viene effettuata adattando metodi Monte Carlo sequenziali “controllati”, recentemente proposti da Heng et. Al. (2019). Dai risultati numerici si mostra come la metodologia proposta dia risultati decisamente migliori rispetto a metodi standard. Pertanto, l’elevata stabilità della metodologia proposta permetterà di costruire algoritmi per la stima congiunta di processi latenti e parametri utilizzando un approccio Bayesiano. Quest’ultimo step si traduce nel costruire un così detto SMC sampler, il quale è attualmente in fase di studio.
In this thesis we consider the application of Sequential Monte Carlo (SMC) methods to continuous-time asset pricing models. The first chapter of the thesis gives a self-contained overview on SMC methods. In particular, starting from basic Monte Carlo techniques we move to recent state of the art SMC algorithms. In the second chapter we review existing methods for the exact simulation of Hawkes processes. From our analysis we infer that the simulation scheme of Dassios and Zaho (2013) outperforms the other algorithms, including the most popular thinning method proposed by Ogata (1980). This chapter serves also as introduction to self-exciting jump processes, which are the subject of Chapter 3. Hence, in the third chapter we propose a new self-exciting jump diffusion model in order to describe oil price dynamics. We estimate the model by applying a state of the art SMC sampler on both spot and futures data. From the estimation results we find evidence of self-excitation in the oil market, which leads to an improved fit and a better out of sample futures forecasting performance with respect to jump-diffusion models with constant intensity. Furthermore, we compute and discuss two optimal hedging strategies based on futures trading. The optimality of the first hedging strategy proposed is based on the variance minimization, while the second strategy takes into account also the third-order moment contribution in considering the investors attitudes. A comparison between the two strategies in terms of hedging effectiveness is provided. Finally, in the fourth chapter we consider the estimation of continuous-time Wishart stochastic volatility models by observing portfolios of weighted options as in Orlowski (2019). In this framework we don't know the likelihood in closed-form; then we aim to estimate it using SMC techniques. To this end, we marginalize latent states and perform marginal likelihood estimation by adapting the recently proposed controlled SMC algorithm (Heng et. Al. 2019). From the numerical experiments we show that the proposed methodology gives much better results with respect to standard filtering techniques. Therefore, the great stability of our SMC method opens the door for effective joint estimation of latent states and unknown parameters in a Bayesian fashion. This last step amounts to design an SMC sampler based on a pseudo-marginal argument and is currently under preparation.
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CASTELLANI, DAVIDE. "MICROFINANCE AND RISK SHARING ARRANGEMENTS: COMPLEMENTS OR SUBSTITUTES? THEORY AND EVIDENCE FROM ETHIOPIA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/937.

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L’offerta di servizi di microcredito da parte di istituzioni di microfinanza contribuisce ad aumentare l’accesso al credito di una clientela rurale ed accrescere l’efficienza dei mercati locali del credito? Questo studio prova a rispondere alla precedente domanda attraverso lo sviluppo di un modello teorico e l’analisi empirica sulla base di dati raccolti in un villaggio dell’Etiopia. In un mercato finanziario duale (formale/informale), il modello teorico indica che, nonostante non tutti i membri dell’ accordo informale ottengano un microcredito dall’intermediario formale, ogni membro dell’istituzione informale ne beneficia. Infatti, i membri che si trovano in condizione di deficit finanziario beneficiano direttamente di maggiori risorse derivanti dal prestito mentre gli altri membri godono di vincoli di partecipazione meno stringenti. Inoltre, quando il tasso di interesse sui prestiti formali si riduce, aumenta sia l’utilità dei prenditori di fondi che quella di tutti gli altri membri dell’istituzione informale. Gli intermediari formali sottraggono mercato alle istituzioni informali in una misura che dipende dall’ammontare del microcredito e dal tasso di interesse. I dati raccolti nel villaggio rurale etiope confermano solo parzialmente le considerazioni teoriche. In primo luogo, a causa di un diverso ammontare e di una diversa scadenza dei prestiti formali rispetto a quelli informali, nel villaggio i due mercati sembrano complementari. In secondo luogo, l’approccio del prestito di gruppo sembra replicare gli stessi processi di monitoraggio e selezione delle istituzioni informali e pertanto le famiglie a basso reddito rimangono vincolate nell’accesso al credito. In conclusione, se le istituzioni di microfinanza volessero operare con successo nelle aree rurali, dovrebbero, per prima cosa, studiare i processi di selezione dei membri all’interno delle istituzioni informali e, per seconda cosa, offrire una più ampia gamma di prodotti finanziari oltre al credito, come ad esempio prodotti di risparmio e prodotti assicurativi.
Does the provision of formal microcredit increase access to credit of rural clients and efficiency of credit markets? This study tackles this question through the development of a theoretical model and an empirical analysis in an Ethiopian village. In a dual (formal/informal) financial market, the theoretical model suggests that when some members of the informal arrangement get a formal loan, all members benefit from it. The agents who have a current deficit have greater financial resources whereas the agents who have an expected future deficit enjoy looser participation constraints. Furthermore, when the interest rate charged on formal loans decreases, the utility of not only borrowing members but all members in the arrangement increases. Besides, the formal market crowds out the informal market to some extent as long as the formal loan size increases or the interest rate decreases. Evidence from the rural village in southern Ethiopia only weakly confirms the theoretical results because of two reasons. First, due to different size and maturity of loans, the formal microcredit services and the informal risk sharing arrangements appear to be complements in the local market. Second, the group lending approach seems to replicate the same selection and monitoring processes of the informal arrangements and the low-income households remain constrained in their access to credit. Therefore, MFIs that want to operate successfully in rural areas should, first, make an assessment of self-selection processes in the informal arrangements and, second, provide a wider range of financial products besides credit, such as savings and insurance products.
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CASTELLANI, DAVIDE. "MICROFINANCE AND RISK SHARING ARRANGEMENTS: COMPLEMENTS OR SUBSTITUTES? THEORY AND EVIDENCE FROM ETHIOPIA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/937.

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L’offerta di servizi di microcredito da parte di istituzioni di microfinanza contribuisce ad aumentare l’accesso al credito di una clientela rurale ed accrescere l’efficienza dei mercati locali del credito? Questo studio prova a rispondere alla precedente domanda attraverso lo sviluppo di un modello teorico e l’analisi empirica sulla base di dati raccolti in un villaggio dell’Etiopia. In un mercato finanziario duale (formale/informale), il modello teorico indica che, nonostante non tutti i membri dell’ accordo informale ottengano un microcredito dall’intermediario formale, ogni membro dell’istituzione informale ne beneficia. Infatti, i membri che si trovano in condizione di deficit finanziario beneficiano direttamente di maggiori risorse derivanti dal prestito mentre gli altri membri godono di vincoli di partecipazione meno stringenti. Inoltre, quando il tasso di interesse sui prestiti formali si riduce, aumenta sia l’utilità dei prenditori di fondi che quella di tutti gli altri membri dell’istituzione informale. Gli intermediari formali sottraggono mercato alle istituzioni informali in una misura che dipende dall’ammontare del microcredito e dal tasso di interesse. I dati raccolti nel villaggio rurale etiope confermano solo parzialmente le considerazioni teoriche. In primo luogo, a causa di un diverso ammontare e di una diversa scadenza dei prestiti formali rispetto a quelli informali, nel villaggio i due mercati sembrano complementari. In secondo luogo, l’approccio del prestito di gruppo sembra replicare gli stessi processi di monitoraggio e selezione delle istituzioni informali e pertanto le famiglie a basso reddito rimangono vincolate nell’accesso al credito. In conclusione, se le istituzioni di microfinanza volessero operare con successo nelle aree rurali, dovrebbero, per prima cosa, studiare i processi di selezione dei membri all’interno delle istituzioni informali e, per seconda cosa, offrire una più ampia gamma di prodotti finanziari oltre al credito, come ad esempio prodotti di risparmio e prodotti assicurativi.
Does the provision of formal microcredit increase access to credit of rural clients and efficiency of credit markets? This study tackles this question through the development of a theoretical model and an empirical analysis in an Ethiopian village. In a dual (formal/informal) financial market, the theoretical model suggests that when some members of the informal arrangement get a formal loan, all members benefit from it. The agents who have a current deficit have greater financial resources whereas the agents who have an expected future deficit enjoy looser participation constraints. Furthermore, when the interest rate charged on formal loans decreases, the utility of not only borrowing members but all members in the arrangement increases. Besides, the formal market crowds out the informal market to some extent as long as the formal loan size increases or the interest rate decreases. Evidence from the rural village in southern Ethiopia only weakly confirms the theoretical results because of two reasons. First, due to different size and maturity of loans, the formal microcredit services and the informal risk sharing arrangements appear to be complements in the local market. Second, the group lending approach seems to replicate the same selection and monitoring processes of the informal arrangements and the low-income households remain constrained in their access to credit. Therefore, MFIs that want to operate successfully in rural areas should, first, make an assessment of self-selection processes in the informal arrangements and, second, provide a wider range of financial products besides credit, such as savings and insurance products.
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ANDREANI, MICHELE. "A medium-run macroeconomic analysis of real and financial cycles". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2022. http://hdl.handle.net/11566/299448.

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L’obiettivo della seguente tesi `e la redazione di un’analisi empirica riguardante il ciclo finanziario e le sue ripercussioni nell’economia di medio periodo. Il primo capitolo contiene una revisione estensiva della letteratura, mentre la sezione empirica interesserà i capitoli due e tre. Recenti risultati nella macroeconomia empirica sottolineano la presenza di fluttuazioni cicliche di medio periodo in variabili finanziarie, quali credito bancario, debito e prezzi delle abitazioni. Tali fluttuazioni provocano importanti effetti sul ciclo reale, vale a dire sulle dinamiche del PIL. Il capitolo due presenta un’analisi spettrale innovativa (metodologie Wavelet), al fine di individuare picchi nello spettro di diverse variabili macroeconomiche e analizzare la durata delle loro dinamiche cicliche nel tempo. Infine, il terzo capitolo propone un modello VAR strutturale, dove shock reali e finanziari sono identificati attraverso restrizioni di segno. I risultati dell’analisi Wavelet confermano la presenza di relazioni ricorrenti fra PIL e variabili finanziarie, specialmente al di sopra della soglia dei 32 trimestri (8 anni). Infine, quel che si trae dal terzo capitolo `e una interpretazione approfondita degli shock finanziari e dei loro effetti nell’economia.
The aim of this doctoral thesis is to produce an extensive analysis of medium-run macroeconomics and its main related phenomenon, the financial cycle. The revision of overall literature is proposed in the first chapter, while new empirical results are presented in chapters two and three. Modern macroeconomic research emphasised the presence of medium-term fluctuations in financial time series, which affect the business cycle. The cyclical behaviour of variables such as mortgages, private debt and house prices has a serious impact on real GDP dynamics. Then, in chapter two a new method for spectral analysis (Continuous Wavelet Transform) is introduced to inspect peaks in frequency and durations of macro cycles. Finally, chapter three proposes a structural VAR model, where real and financial shocks are identified through sign restrictions. Results from spectral analysis confirm the presence of deep interconnections between real GDP and financial variables, especially at frequencies above the usual business cycle convention (i.e, above 32 quarters). Lastly, impulse responses and variance analysis from chapter three display advances in interpreting the nature of financial shocks and their effects.
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MBOUSSA, ANGA Gael. "Essays on exploding processes and covariance estimation". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/91155.

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SANGALLI, ILARIA. "THE ITALIAN MANUFACTURING INDUSTRY THROUGH THE GREAT RECESSION: FINANCIAL CONSTRAINTS, PRODUCTIVITY AND SPATIAL NEIGHBORHOOD EFFECTS". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10967.

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La crisi finanziaria esplosa nel 2008 è degenerata in un’aspra e duratura ondata recessiva, che ha colpito l’economia reale a livello internazionale. La presente tesi si propone di contribuire alla letteratura econometrica sull’ultima crisi focalizzandosi su due temi ampiamente dibattuti: vincoli finanziari e produttività totale dei fattori. Il manifatturiero italiano si presenta come scenario preferenziale per condurre l’analisi, tenuto conto della struttura produttiva frammentata e della dipendenza delle imprese dal debito bancario. Si cercherà dapprima di analizzare l’impatto dei vincoli finanziari sulle dinamiche manifatturiere durante la crisi, per poi passare a trattare i temi della rigidità finanziaria e degli effetti di contagio che si sono verificati tra le imprese attraverso il canale del credito commerciale, quali determinanti della probabilità di insolvenza. Infine, il tema delle agglomerazioni tra imprese, di tipo geografico e settoriale, sarà analizzato quale fattore cruciale per la formazione di spillover di produttività, insieme alla capacità innovativa del territorio. I risultati confermano il carattere di pervasività dell’ultima recessione, che alterando le dinamiche manifatturiere ha contribuito ad esacerbare gli episodi di insolvenza. Il possedere una base produttiva clusterizzata ed eterogenea può tuttavia rappresentare ancora un punto di forza, persino all’interno di un contesto operativo plasmato dalla crisi.
The financial crisis that erupted in 2008 translated into harsh recessionary effects at an international level, that were passed on to the real economy. A solid recovery is still lagging behind. The dissertation contributes to the econometric literature on the great recession by focusing attention on two debated topics: financing constraints and total factor productivity (TFP). The fragmented and strongly bank-dependent Italian production base is a preferred environment to conduct the analysis. The role played by financing constraints as amplifiers of manufacturing dynamics is firstly investigated. As a second step, financial rigidity of firms and contagion effects that occurred via trade credit interconnections are considered, and jointly modelled as core determinants of distress likelihoods by resorting to spatial econometric techniques. In the last section, geographical and sectoral clustering phenomena are spatially analyzed in order to investigate knowledge spillovers at the micro level. Results highlight the pervasive nature of the last crisis. The harshness of the recessionary effects fostered a change in manufacturing equilibria and caused the proliferation of distress episodes. Nevertheless, a clustered production base still represents a driver for the formation of positive externalities.
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SANGALLI, ILARIA. "THE ITALIAN MANUFACTURING INDUSTRY THROUGH THE GREAT RECESSION: FINANCIAL CONSTRAINTS, PRODUCTIVITY AND SPATIAL NEIGHBORHOOD EFFECTS". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10967.

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La crisi finanziaria esplosa nel 2008 è degenerata in un’aspra e duratura ondata recessiva, che ha colpito l’economia reale a livello internazionale. La presente tesi si propone di contribuire alla letteratura econometrica sull’ultima crisi focalizzandosi su due temi ampiamente dibattuti: vincoli finanziari e produttività totale dei fattori. Il manifatturiero italiano si presenta come scenario preferenziale per condurre l’analisi, tenuto conto della struttura produttiva frammentata e della dipendenza delle imprese dal debito bancario. Si cercherà dapprima di analizzare l’impatto dei vincoli finanziari sulle dinamiche manifatturiere durante la crisi, per poi passare a trattare i temi della rigidità finanziaria e degli effetti di contagio che si sono verificati tra le imprese attraverso il canale del credito commerciale, quali determinanti della probabilità di insolvenza. Infine, il tema delle agglomerazioni tra imprese, di tipo geografico e settoriale, sarà analizzato quale fattore cruciale per la formazione di spillover di produttività, insieme alla capacità innovativa del territorio. I risultati confermano il carattere di pervasività dell’ultima recessione, che alterando le dinamiche manifatturiere ha contribuito ad esacerbare gli episodi di insolvenza. Il possedere una base produttiva clusterizzata ed eterogenea può tuttavia rappresentare ancora un punto di forza, persino all’interno di un contesto operativo plasmato dalla crisi.
The financial crisis that erupted in 2008 translated into harsh recessionary effects at an international level, that were passed on to the real economy. A solid recovery is still lagging behind. The dissertation contributes to the econometric literature on the great recession by focusing attention on two debated topics: financing constraints and total factor productivity (TFP). The fragmented and strongly bank-dependent Italian production base is a preferred environment to conduct the analysis. The role played by financing constraints as amplifiers of manufacturing dynamics is firstly investigated. As a second step, financial rigidity of firms and contagion effects that occurred via trade credit interconnections are considered, and jointly modelled as core determinants of distress likelihoods by resorting to spatial econometric techniques. In the last section, geographical and sectoral clustering phenomena are spatially analyzed in order to investigate knowledge spillovers at the micro level. Results highlight the pervasive nature of the last crisis. The harshness of the recessionary effects fostered a change in manufacturing equilibria and caused the proliferation of distress episodes. Nevertheless, a clustered production base still represents a driver for the formation of positive externalities.
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DONGMO, GUEFACK ERIC. "Hedge Fund Industry: Performance Measurement, Statistical Properties and Fund Characteristics". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/981.

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In questa tesi, l’analisi verte su risk-adjusted performance, proprietà statistiche e caratteristiche dei fondi hedge (FH). Nel primo articolo, i risultati relativi al survivorship bias e backfill bias indicano che l’impatto delle distorsioni è diverso a seconda delle strategie. Utilizzando il modello multifattoriale di Fung and Hsieh (2004), l’analisi della performance indica che il 42% dei FH ha ottenuto un rendimento superiore al mercato. Infine, utilizzando dei metodi parametrici e non parametrici, l’analisi della persistenza indica differenti livelli di persistenza a seconda della strategia. Nel secondo articolo, vengono analizzati i fondi di fondi hedge (FOHFs). I risultati sono particolarmente interessanti. In primo luogo, i FOHFs e le sotto strategie hanno generato un excess return positivo; inoltre l’alfa ottenuto attraverso il modello a 7 fattori di Fung and Hsieh (2004) risulta elevato. In secondo luogo, i FOHFs e le sotto strategie hanno un rendimento inferiore a quello dell’indice dei FH. In terzo luogo, le correlazioni tra gli indici dei FOHFs e l’indice azionario sono inferiori rispetto alle correlazioni tra l’indice dei FH e gli indici azionari. Infine, l’indice dei FH e quelli dei FOHFs sono positivamente correlati con l’indice azionario quando il mercato tende al ribasso, ma risultano non correlati con l’indice azionario quando il mercato tende al rialzo. Rispetto all’indice dei FH, gli indici dei FOHFs hanno una correlazione minore con gli indici azionari in entrambe le fasi del mercato, suggerendo che i FOHFs forniscono benefici maggiori in termini di diversificazione rispetto ai fondi hedge puri.
In this thesis, I examine the risk-adjusted performance, statistical properties and fund characteristics of hedge fund investments. In Essay One, results of survivorship bias and backfill bias by investment styles indicate that biases are different across styles. Using a multi-factor model of Fung and Hsieh (2004), the analysis of performance indicates that 42% of the hedge funds significantly outperformed the market. Finally, using parametric and non-parametric methods, the analysis of persistence indicates different degree of persistence depending on the hedge fund strategy. In Essay Two, I analyse fund of hedge funds (FOHFs). I find several interesting results. First, FOHFs and the sub-strategies earn positive excess returns and a high Fung and Hsieh 7-factor alpha. Second, FOHFs and the sub-strategies underperform the hedge fund index (HFI). Third, the correlations between FOHF indices and equity index are lower than correlations between HFI and equity indices. Finally, hedge funds and FOHFs are positively correlated with the equity index in the bear markets but uncorrelated with the equity index in the bull markets. Compared to HFI, FOHF indices have lower correlation with equity index in both bull and bear markets, indicating that FOHFs provide better diversification benefits than individual hedge funds.
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DONGMO, GUEFACK ERIC. "Hedge Fund Industry: Performance Measurement, Statistical Properties and Fund Characteristics". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/981.

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In questa tesi, l’analisi verte su risk-adjusted performance, proprietà statistiche e caratteristiche dei fondi hedge (FH). Nel primo articolo, i risultati relativi al survivorship bias e backfill bias indicano che l’impatto delle distorsioni è diverso a seconda delle strategie. Utilizzando il modello multifattoriale di Fung and Hsieh (2004), l’analisi della performance indica che il 42% dei FH ha ottenuto un rendimento superiore al mercato. Infine, utilizzando dei metodi parametrici e non parametrici, l’analisi della persistenza indica differenti livelli di persistenza a seconda della strategia. Nel secondo articolo, vengono analizzati i fondi di fondi hedge (FOHFs). I risultati sono particolarmente interessanti. In primo luogo, i FOHFs e le sotto strategie hanno generato un excess return positivo; inoltre l’alfa ottenuto attraverso il modello a 7 fattori di Fung and Hsieh (2004) risulta elevato. In secondo luogo, i FOHFs e le sotto strategie hanno un rendimento inferiore a quello dell’indice dei FH. In terzo luogo, le correlazioni tra gli indici dei FOHFs e l’indice azionario sono inferiori rispetto alle correlazioni tra l’indice dei FH e gli indici azionari. Infine, l’indice dei FH e quelli dei FOHFs sono positivamente correlati con l’indice azionario quando il mercato tende al ribasso, ma risultano non correlati con l’indice azionario quando il mercato tende al rialzo. Rispetto all’indice dei FH, gli indici dei FOHFs hanno una correlazione minore con gli indici azionari in entrambe le fasi del mercato, suggerendo che i FOHFs forniscono benefici maggiori in termini di diversificazione rispetto ai fondi hedge puri.
In this thesis, I examine the risk-adjusted performance, statistical properties and fund characteristics of hedge fund investments. In Essay One, results of survivorship bias and backfill bias by investment styles indicate that biases are different across styles. Using a multi-factor model of Fung and Hsieh (2004), the analysis of performance indicates that 42% of the hedge funds significantly outperformed the market. Finally, using parametric and non-parametric methods, the analysis of persistence indicates different degree of persistence depending on the hedge fund strategy. In Essay Two, I analyse fund of hedge funds (FOHFs). I find several interesting results. First, FOHFs and the sub-strategies earn positive excess returns and a high Fung and Hsieh 7-factor alpha. Second, FOHFs and the sub-strategies underperform the hedge fund index (HFI). Third, the correlations between FOHF indices and equity index are lower than correlations between HFI and equity indices. Finally, hedge funds and FOHFs are positively correlated with the equity index in the bear markets but uncorrelated with the equity index in the bull markets. Compared to HFI, FOHF indices have lower correlation with equity index in both bull and bear markets, indicating that FOHFs provide better diversification benefits than individual hedge funds.
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ANSELMI, GIULIO. "ESSAYS ON OPTION IMPLIED VOLATILITY RISK MEASURES FOR BANKS". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10402.

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Resumen
La tesi comprende tre saggi sul ruolo della volatilità implicita per le banche. La tesi è organizzata in tre capitoli. Capitolo I - studia il ruolo di skew e spread della volatilità implicita nel determinare i rendimenti delle azioni bancarie. Capitolo II - analizza gli effetti degli skew della volatilità implicita e della realized volatility sulla leva finanziaria delle banche. Capitolo III - si focalizza sul rapporto tra il coefficiente di liquidità delle banche e le misure per il rischio estratte dalla volatilità (skew, spread, realized volatility).
The thesis comprehends three essays on option implied volatility risk measures for banks. The thesis is organized in three chapters. Chapter I - studies the informational content for banks' stock returns in option's implied volatilities skews and spread. Chapter II - analyzes the effect of volatility risk measures (volatility skew and realized volatility) on banks' leverage. Chapter III - studies the relationship between banks' liquidity ratio and volatility risk measures.
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ANSELMI, GIULIO. "ESSAYS ON OPTION IMPLIED VOLATILITY RISK MEASURES FOR BANKS". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10402.

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La tesi comprende tre saggi sul ruolo della volatilità implicita per le banche. La tesi è organizzata in tre capitoli. Capitolo I - studia il ruolo di skew e spread della volatilità implicita nel determinare i rendimenti delle azioni bancarie. Capitolo II - analizza gli effetti degli skew della volatilità implicita e della realized volatility sulla leva finanziaria delle banche. Capitolo III - si focalizza sul rapporto tra il coefficiente di liquidità delle banche e le misure per il rischio estratte dalla volatilità (skew, spread, realized volatility).
The thesis comprehends three essays on option implied volatility risk measures for banks. The thesis is organized in three chapters. Chapter I - studies the informational content for banks' stock returns in option's implied volatilities skews and spread. Chapter II - analyzes the effect of volatility risk measures (volatility skew and realized volatility) on banks' leverage. Chapter III - studies the relationship between banks' liquidity ratio and volatility risk measures.
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HLEBIK, SVIATLANA. "BASEL III GLOBAL LIQUIDITY RISK REGULATION FOR BANKING SYSTEMS AND THE ECB QUANTITATIVE POLICY". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/12570.

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Questa tesi analizza un tema fondamentale e nello stesso tempo controverso: il rischio di liquidità che, dopo la crisi del 2007-2008, sta diventato sempre più importante. Le banche centrali forniscono la liquidità necessaria per ridurre la probabilità di un collasso del sistema finanziario, utilizzando una vasta gamma di strumenti. La tesi in oggetto propone un’analisi della politica quantitativa della Banca Centrale Europea: un’analisi in cui sono state considerate le condizioni di mercato e la loro coerenza con la domanda di liquidità da parte del sistema bancario. Il quadro normativo internazionale Basilea III ha introdotto nuove regole per la gestione del rischio di liquidità. Questo lavoro presenta una serie di azioni che possono essere applicate per migliorare le capacità di gestione del rischio di liquidità della banca stessa. Applicando al processo decisionale il metodo della simulazione, è stata utilizzata un'analisi di sensitività per determinare l'impatto delle decisioni manageriali sull’indice di liquidità. Questa tesi mette in evidenza l'importanza del rischio di liquidità e presenta l'analisi empirica che ha permesso l'indagine della relazione che intercorre tra il nuovo requisito introdotto dal Basilea in materia di liquidità (NSFR) e la stabilità del sistema bancario, i fattori macroeconomici e dei mercati finanziari, e le operazioni della banca centrale.
This thesis focuses on a crucial and controversial issue - liquidity risk. After the 2007-2008 crisis it became increasingly important. The Central Banks provide required liquidity to minimise the probability of a financial system meltdown by using a wide array of instruments. This thesis proposes an analyses of the European Central Bank quantitative policy, market conditions in which these measures have been taken, and their consistency with the demand for liquidity by the banking system. The Basel III international regulatory framework introduced new liquidity regulations for managing liquidity risk. This study introduces a number of actions that can be performed to improve a bank’s liquidity risk management capabilities. By applying the simulation-based approach to decision making, a sensitivity analysis was used to determine the impact of managerial rulings on liquidity ratio. The present work highlights the importance of the liquidity risk and presents the empirical analysis that allowed the exploration of the relationship between the Basel’s new liquidity requirement (NSFR) and banking stability, macroeconomic and financial markets factors, and central bank operations.
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HLEBIK, SVIATLANA. "BASEL III GLOBAL LIQUIDITY RISK REGULATION FOR BANKING SYSTEMS AND THE ECB QUANTITATIVE POLICY". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/12570.

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Questa tesi analizza un tema fondamentale e nello stesso tempo controverso: il rischio di liquidità che, dopo la crisi del 2007-2008, sta diventato sempre più importante. Le banche centrali forniscono la liquidità necessaria per ridurre la probabilità di un collasso del sistema finanziario, utilizzando una vasta gamma di strumenti. La tesi in oggetto propone un’analisi della politica quantitativa della Banca Centrale Europea: un’analisi in cui sono state considerate le condizioni di mercato e la loro coerenza con la domanda di liquidità da parte del sistema bancario. Il quadro normativo internazionale Basilea III ha introdotto nuove regole per la gestione del rischio di liquidità. Questo lavoro presenta una serie di azioni che possono essere applicate per migliorare le capacità di gestione del rischio di liquidità della banca stessa. Applicando al processo decisionale il metodo della simulazione, è stata utilizzata un'analisi di sensitività per determinare l'impatto delle decisioni manageriali sull’indice di liquidità. Questa tesi mette in evidenza l'importanza del rischio di liquidità e presenta l'analisi empirica che ha permesso l'indagine della relazione che intercorre tra il nuovo requisito introdotto dal Basilea in materia di liquidità (NSFR) e la stabilità del sistema bancario, i fattori macroeconomici e dei mercati finanziari, e le operazioni della banca centrale.
This thesis focuses on a crucial and controversial issue - liquidity risk. After the 2007-2008 crisis it became increasingly important. The Central Banks provide required liquidity to minimise the probability of a financial system meltdown by using a wide array of instruments. This thesis proposes an analyses of the European Central Bank quantitative policy, market conditions in which these measures have been taken, and their consistency with the demand for liquidity by the banking system. The Basel III international regulatory framework introduced new liquidity regulations for managing liquidity risk. This study introduces a number of actions that can be performed to improve a bank’s liquidity risk management capabilities. By applying the simulation-based approach to decision making, a sensitivity analysis was used to determine the impact of managerial rulings on liquidity ratio. The present work highlights the importance of the liquidity risk and presents the empirical analysis that allowed the exploration of the relationship between the Basel’s new liquidity requirement (NSFR) and banking stability, macroeconomic and financial markets factors, and central bank operations.
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CALVORI, FRANCESCO. "Financial modeling with ultra-high frequency data". Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/794647.

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La tesi affronta tre diverse problematiche relative alla modellazione della volatilià finanziaria utilizzando dati ad altissima frequenza. This thesis is composed of three different essays, all related to the issue of financial volatility modeling with ultra-high frequency data.
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D'AMORE, GABRIELE. "Economic and financial aspects of crude oil markets". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/985529.

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The Role of Market Speculation in Rising Oil Prices: the large oil price fluctuations occurred from 2003 to 2008 has raised many questions about their causes. Many empirical studies have attempted to understand how oil price fluctuations are driven by changes in both market fundamentals and speculative pressures. In this regard, some problems arise such as: the use of unreliable data like the global level of inventories or the specification of a vast number of arbitrary restrictions for the models. In this study I try to isolate, coherently with the view of Knittel and Pindyck(2016) and inspired by Kilian's works, the speculative effect on the short-term spot price fluctuations determined by structural forward-looking behavioral shocks produced in the futures market. Exploiting a dataset used in Kilian and Murphy (2012), CFTC data (period 1999M1-2008M6) and taking advantage of the standard theory of storage we will be able to verify, with a Blanchard-Quah structural approach, that the impact of these shocks is remarkable but not the prevalent one in magnitude. Instead, it would seem that speculative inventory holdings may have played a much more important role.
The study named "European Energy Security: the Substitutability of European Crude Oil Imports from Russia" is meant to be a contribution to the current debate on the diversification possibilities in EU for reducing the dependency on Russian crude oil and ensuring the energy security of the European Union (EU). We focus on the aggregate demand for crude oil in EU with the aim of investigating the degree of substitutability of crude oil imports from the Former Soviet Union countries (FSU) and crude oil imports from four alternative regions (America, Middle East, Europe, Africa). Following Fuss (1977) and Serletis (2010) we employ an econometric model of intra-fuel substitution, using a nonlinear seemingly unrelated regression (SUR) estimator, to assess the aforementioned degree of substitutability in terms of Morishima elasticities of substitution. We use the most recent dataset, published by the European Commission, consisting of a collection of imported volumes and CIF prices of crude oil by country of origin. The results indicate that the crude oil provided by former Soviet Union (FSU) countries is strongly substitutable with those imported from African and Middle Eastern countries whilst it is not substitutable with those imported from European and American countries.
Predictability Information Criterion for Selecting Stochastic Pricing Models: pricing models of derivative instruments usually fail to provide reliable results when risks rise and financial crises occur. More advanced stochastic pricing models try to improve the fitting results adding risk factors and/or parameters to the models, incurring the risk of overfitted results. Drawing on these observations, it is proposed a generalization of the Akaike Information Criterion (AIC) suitable to evaluate forecasting power of alternative stochastic pricing models for any fixed arbitrary forecasting time-horizon. The Predictability Information Criterion (PIC) differs from the classical criteria for evaluating statistical models as it assumes that the random variable to study can (or cannot) be partially predictable, which makes it particularly suitable for studying stochastic pricing models coherently with the semimartingale definition of the price process. On the basis of this assumption the criterion measures and compares the uncertainty of the predictions of two different alternative models when prices are (or are not) predictable. We conclude with a focus on the crude oil market by comparing GBM and OU stochastic processes that are commonly used for modeling West Texas Intermediate (WTI) oil spot price returns in derivative pricing models.
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MOHAMD, DIWANI MAZEN. "Topics in banks’ profitability, risk and efficiency". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1559981.

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Investigating the factors which determine bank profitability has been a hot topic for decades, however, there is still no consensus among researchers, practitioners, or policymakers regarding the set of factors that affect bank profitability due to the differences in social, economic, legal, and technical contexts across banking systems all over the world which give rise to the existence of many econometric specifications and samples design. In this paper, we survey 65 studies on bank profitability which covers the banking systems in three major blocs; the US, the EU, and the rest of the world (RoW). We followed two approaches; the first is to classify the surveyed studies into subgroups based on the used measure of profitability (ROA or ROE), sample size (small or large), and the time frame (the period) that data covers in each study (short or long). We then trace the impact of each of the factors of profitability (defined earlier) on the measure of profitability within the aforementioned subgroups across the different geographical areas. We call this approach “between blocks”. The second approach was to trace the impact of each factor on ROA or ROE within each geographical area; namely the US, EU, and RoW. We call this approach the “within blocks”. Factors are said to have an impact on ROA or ROE based on a set of rules we design within the paper. Based on “between blocks”, we find three factors with consistent impact on ROA in all subgroups (CAP, CE, and GGDP) which are all positively related to ROA; One factor (CR) was found to have a negative impact on ROA in three subgroups. Comparing the impact of each factor on ROE across the three subgroups, we find only one factor (CE) that is positively related to ROE in three subgroups. Based on “within blocks”, and within the US, factors that are found to be positively related to ROA are CAP, CE, GGDP, and INF, while CR is negatively related to ROA. On the other hand, factors that are found to be positively related to ROE are CE and NII, while CR and LIQ are negatively related to ROE. In the EU, factors that are found to be positively related to ROA are CAP, CE, and GGDP, while CR, LIQ, BSD, and INF are found to be negatively related to ROA. On the other hand, factors that are found to be positively related to ROE are CE and GGDP, while CR is the only factor with a negative impact on ROE. Finally, factors that are found to have a positive impact on ROA within RoW are CAP and CE, while CR and LIQ are negatively related to ROA. When it comes to ROE, CE and GGDP have a positive impact while LIQ is negatively related to ROE. To check for the robustness of our findings, we decided to account for the “quality” of each of the surveyed papers to assure that they are equally weighted in terms of each paper’s quality. Hence, we have to consider only the papers which come from top journals, or in some cases, bad journals but the papers are of high quality. To perform this task, we build a “quality index” which rules out all the papers that are of scholarly low quality by defining some rules. As a result of applying this index, our surveyed studies were downsized from 65 to only 45 studies. Our findings confirm the results obtained before the index was applied which confirms that the inclusion of such index represents a special case of the approaches we developed in tracing the impacts of determinants of bank profitability internationally and, therefore, our results are robust.
Using the fixed effect estimator, this paper analyzes the profitability of 11 private banks in Syria over the period from 2007:Q1 to 2018:Q4. To evaluate the impact of the Syrian crisis (civil war), we separately consider the pre-crisis period, 2007:Q1-2012:Q4, and the crisis period of 2013:Q1-2018:Q4. Our profitability determinants include bank-specific characteristics as well as industry-specific and macroeconomic factors, some of which have not been considered in previous studies. The inclusion of these additional factors as well as the separate consideration of the crisis years allow us to gain new insights into what determines the profitability of private banks in Syria. Our results clearly show that there exist large differences in profitability among our sample banks and that a significant amount of this variation can be explained by the factors included in our analyses.
Unlike the past literature which focuses on studying the effects of bank efficiency on the bank performance (in the same period) using different methodologies to assess how differences in the efficiencies obtained across the different methods lead to different impacts, we test the impacts of bank efficiency of the Syrian banking sector in normal times on bank performance (risk & profitability) during the subsequent crisis. We extend the work of Assaf et al. (2019) by opting to use two different methodologies; Stochastic Frontier Analysis (SFA) and Free Distribution Approach (FDA) to estimate cost and profit efficiencies during normal times and assess how the different methodologies lead to different impacts of the estimated efficiencies on bank performance during crisis times assuming two scenarios for the estimation of inefficiencies; the first is a time-invariant inefficiency while the second is a time-varying inefficiency. With respect to bank risk, we find that cost efficiency during normal times was translated into increasing banks risk, under time-invariant and time-varying inefficiency. However, we find that profit efficiency has a negative impact on bank risk during the subsequent crisis under timeinvariant and time-varying inefficiency. This suggests that cost efficiency may better proxy management quality, while profit efficiency may partially reflect temporary high returns during normal times from low-risk investments that are reversed during the subsequent crisis. With respect to bank profitability, we find that cost efficiency, during normal times, was translated into helping banks to increase their profitability under the time-invariant inefficiency. However, the results were contradictory under the time-varying inefficiency. On the other hand, profit efficiency in the pre-crisis period seems to be conclusive with respect to its negative impact on profitability during the subsequent crisis. This was proven based on the results of two models under time-invariant inefficiency and one model under timevarying inefficiency suggesting that bank managers were tending to engage in high revenues-low risk activities in the period prior to the outbreak of the Syrian crisis. Findings have policy implications and imply policymakers, regulators and supervisors should consider more sophisticated means of monitoring and surveillance of banks characterized with high-cost efficiency as early as possible in order to decrease and minimize the occurrence of potential problems that might surface during future financial crises. In addition, bank managers should focus on utilizing policies and procedures that promote and foster cost efficiency, which may drive better bank performance and enhance the response of banks to possible negative shocks during any subsequent crises.
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