Literatura académica sobre el tema "Econometria finanziaria"

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Artículos de revistas sobre el tema "Econometria finanziaria"

1

Dagnes, Joselle. "Reti sociali fra inerzia e cambiamento. Il caso delle imprese italiane quotate in borsa (1987-2007)". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junio de 2011): 111–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122008.

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Resumen
L'articolo esamina le relazioni interaziendali personali e finanziarie delle imprese italiane quotate in borsa nel periodo 1987-2007, adottando una prospettiva attenta non solo agli aspetti strutturali ma anche al contesto istituzionale di riferimento. Attraverso un'analisi puntuale di questi elementi, l'autrice mette in luce l'esistenza di una corrispondenza tra la stagione di innovazione istituzionale che ha interessato il mercato finanziario italiano negli anni Novanta e il riassetto della trama relazionale degli attori collettivi coinvolti. In particolare, si evidenzia come legami di natura diversa reagiscano in modo differente alle sollecitazioni esogene: nel caso esaminato, il reticolo deglitende ad indebolirsi nel breve periodo per poi stabilizzarsi successivamente; al contrario, quello dei legami di proprietŕ mostra una maggiore inerzia iniziale, a cui segue un consolidamento nel medio periodo.
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2

Guerraggio, Angelo. "Le equazioni funzionali nei fondamenti della matematica finanziaria". Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 9, n.º 1 (marzo de 1986): 33–52. http://dx.doi.org/10.1007/bf02093734.

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3

Mulazzani, Michele. "Aspetti dinamici di leggi finanziarie scindibili". Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 16, n.º 1 (marzo de 1993): 87–97. http://dx.doi.org/10.1007/bf02086764.

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4

Costa, Giancarlo y Marco Li Calzi. "Sulla vitalità di un mercato finanziario". Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 17, n.º 2 (septiembre de 1994): 49–60. http://dx.doi.org/10.1007/bf02088979.

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5

Luciano, Elisa. "Rovina, assicurazione e scambi di attività finanziarie". Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 11, n.º 1-2 (marzo de 1988): 69–94. http://dx.doi.org/10.1007/bf02085217.

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Avesani, Renzo G. "La crisi finanziaria č un test per Basilea II?" ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, n.º 4 (diciembre de 2009): 23–35. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-004003.

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Resumen
- In the last few months the debate about the Basel II framework has been intensified by the extent of the current financial crisis. The main discussion focused also on the impact of the new capital regulation over the business cycle fluctuations. Some market players fear that the new framework may be pro-cyclical as it is based on risk sensitive principles. Indeed the Basel II Committee is working on reforming part of the existent regulation. But, at the same time, the soundness of the main body of the framework has been confirmed by the supervisors. Anyway it is unreasonable to think that an extensive regulation concerning capital requirements is enough to prevent any excess of the financial market. In fact, the best lesson we may learn from the present crisis is that only a sound and cautious corporate governance leads to a responsible balance between financial profits and underlying risks. A brief description of the crises on the Italian market is also presented. The traditionally conservative lending practice of the Italian banking system seems to have shielded, in part, this economy from the crisis.
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7

Gallo, Riccardo y Fabrizio Carapellotti. "Struttura economico-finanziaria dell'industria italiana: ruolo degli incentivi pubblici". ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, n.º 1 (abril de 2009): 145–56. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001010.

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Resumen
- Italian government's grants to industrial companies have decreased in recent years. Moreover, during the period 2000-2007, less than 25% of total incentives was aimed at sustaining industrial R&D and internationalization activities. In the absence of an effective public aid policy, in 2007 Italian industrial companies were still focused on traditional manufacturing industries and were suffering the increasing competition from emerging countries. The added value of their manufacturing activity has decreased, their technological growth has slowed down, their financial indebtedness has dropped, while their return on equity has increased. The performance of most industrial companies that had received the government's aids has not improved, with the exception of the so-called Made in Italy and the Transportation equipment manufacturing sectors, whose economic performance has improved with state subsidies. Keywords: government grants, manufacturing industries, capital structure Parole chiave: agevolazioni del governo, settori manifatturieri, struttura economico-finanziaria Jel Classification: H81, L52
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8

Mariotti, Sergio. "Tendenze degli investimenti diretti esteri dopo la crisi finanziaria: che accade?" ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, n.º 3 (septiembre de 2009): 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-003007.

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Resumen
- This article investigates the recent trends in FDIs, focussing on the effects provoked by the financial crisis. The crisis has impacted in a significant manner on the more volatile component of FDIs, i.e. cross-border M&As. On the contrary, forecasts for greenfield FDIs are just in line with the decline expected in world export, after a strong increase registered in 2008. With the possibility that the financial crisis could catalyse a trend toward the so called "reverse globalization", the paper argues that there is evidence of an increasing heterogeneity in firms' behaviour, with some firms now considering whether or not to scale back offshoring production by returning operations to, or closer to, home. Nevertheless, there is no evidence, or at least not yet, that we are witnessing a major shift in the direction and dynamics of international delocalisation processes. Keywords: foreign direct investments, multinational firms Parole chiave: investimenti diretti esteri, imprese multinazionali Jel Classification: F23
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Azzimondi, Paola y Corrado Scaravelli. "Sul problema del reimpiego dei margini in operazioni finanziarie". Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 12, n.º 2 (septiembre de 1989): 15–28. http://dx.doi.org/10.1007/bf02086787.

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10

Pini, Rita. "Un modello di controllo ottimo per i margini finanziari". Rivista di Matematica per le Scienze Economiche e Sociali 15, n.º 1 (marzo de 1992): 53–63. http://dx.doi.org/10.1007/bf02086526.

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Tesis sobre el tema "Econometria finanziaria"

1

SAMORI, DOMITILLA FLAVIA. "La Struttura Finanziaria Delle Banche". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1039.

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Resumen
Questa tesi cerca di analizzare le determinanti della struttura finanziaria delle banche. Si ritiene generalmente che il leverage ratio bancario sia determinato indirettamente tramite l’applicazione di requisiti patrimoniali, in particolare requisiti legati al rischio dell’investimento come nello schema di Basilea II. Molti dei recenti contributi empirici criticano questa tesi ed anzi individuano fattori di mercato come principali variabili nella determinazione del leverage. Una collezione dei recenti studi in materia viene raccolta nel primo capitolo. Nel secondo capitolo, si analizza l’impatto dei requisiti patrimoniali sulla struttura finanziaria delle banche all’interno di un modello di signaling. Viene dimostrata l’esistenza di un equilibrio di separazione, in cui i requisiti patrimoniali non sono vincolanti per ogni tipo di banca; si dimostra inoltre che in equilibrio esiste una relazione negativa tra il leverage bancario e la qualità degli attivi: è infatti la banca di minore qualità ad avere un leverage maggiore. Questo risultato, in contrasto con la tradizionale teoria di finanza aziendale, può aiutare a comprendere alcuni episodi della recente crisi finanziaria ed interroga l’efficacia del sistema di Basilea II. Infine, nell’ultimo capitolo, viene condotta un’analisi empirica sulle determinanti del leverage bancario . Sono identificate relazioni stabili e negative tra il leverage delle banche incluse nel campione e la qualità dei loro attivi. Questo risultato si conferma al variare degli strumenti utilizzati per identificare la qualità degli attivi. Questa relazione negativa ci suggerisce che le banche si pongano l’obiettivo di targettizzare un certo livello di leverage per dare un segnale al mercato circa la loro qualità intrinseca: migliore la qualità degli attivi, minore è il loro utilizzo di leva finanziaria. Queste banche rinunciano ad intraprendere investimenti profittevoli pur lanciare un messaggio al mercato e ridurre il costo del finanziamento.
This thesis analyzes banks’ choices over their leverage ratio targeting. It is commonly believed that the banks’ leverage ratio is implicitly driven by the risk-related regulation set by the Basel Committee. Many recent empirical studies on the subject challenge this presumption and suggest that factors other than regulation drive the banks’ choices on leverage. A review of the recent contributions on the subject is presented in the first chapter. In the second chapter we study how capital requirements affect banks' capital structure within a standard signaling model. We prove the existence of a separating equilibrium in which capital requirements are not binding for every type of bank, and we show that in equilibrium there exists a negative relationship between bank's leverage and its intrinsic quality: it is the low type bank that takes on more debt. This result, in contrast with the traditional theory of corporate finance, sheds some light on some of the recent financial crises episodes and hence questions the effectiveness of the current regulatory environment. Finally, in the last chapter, we conduct an empirical analysis on the cross-sectional determinants of banks' leverage. We find a negative and stable relation between banks leverage and the quality of their assets. This result is proved valid under different definition of assets' quality, based on ex-ante and ex-post expectation of the realization of asset quality. The results suggest that banks might target a certain leverage ratio to reveal their true quality to the market: the higher quality banks signal their private information to the market with a lower level of leverage, passing over some profitable opportunities to gain from a lower cost of funding.
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SAMORI, DOMITILLA FLAVIA. "La Struttura Finanziaria Delle Banche". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1039.

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Questa tesi cerca di analizzare le determinanti della struttura finanziaria delle banche. Si ritiene generalmente che il leverage ratio bancario sia determinato indirettamente tramite l’applicazione di requisiti patrimoniali, in particolare requisiti legati al rischio dell’investimento come nello schema di Basilea II. Molti dei recenti contributi empirici criticano questa tesi ed anzi individuano fattori di mercato come principali variabili nella determinazione del leverage. Una collezione dei recenti studi in materia viene raccolta nel primo capitolo. Nel secondo capitolo, si analizza l’impatto dei requisiti patrimoniali sulla struttura finanziaria delle banche all’interno di un modello di signaling. Viene dimostrata l’esistenza di un equilibrio di separazione, in cui i requisiti patrimoniali non sono vincolanti per ogni tipo di banca; si dimostra inoltre che in equilibrio esiste una relazione negativa tra il leverage bancario e la qualità degli attivi: è infatti la banca di minore qualità ad avere un leverage maggiore. Questo risultato, in contrasto con la tradizionale teoria di finanza aziendale, può aiutare a comprendere alcuni episodi della recente crisi finanziaria ed interroga l’efficacia del sistema di Basilea II. Infine, nell’ultimo capitolo, viene condotta un’analisi empirica sulle determinanti del leverage bancario . Sono identificate relazioni stabili e negative tra il leverage delle banche incluse nel campione e la qualità dei loro attivi. Questo risultato si conferma al variare degli strumenti utilizzati per identificare la qualità degli attivi. Questa relazione negativa ci suggerisce che le banche si pongano l’obiettivo di targettizzare un certo livello di leverage per dare un segnale al mercato circa la loro qualità intrinseca: migliore la qualità degli attivi, minore è il loro utilizzo di leva finanziaria. Queste banche rinunciano ad intraprendere investimenti profittevoli pur lanciare un messaggio al mercato e ridurre il costo del finanziamento.
This thesis analyzes banks’ choices over their leverage ratio targeting. It is commonly believed that the banks’ leverage ratio is implicitly driven by the risk-related regulation set by the Basel Committee. Many recent empirical studies on the subject challenge this presumption and suggest that factors other than regulation drive the banks’ choices on leverage. A review of the recent contributions on the subject is presented in the first chapter. In the second chapter we study how capital requirements affect banks' capital structure within a standard signaling model. We prove the existence of a separating equilibrium in which capital requirements are not binding for every type of bank, and we show that in equilibrium there exists a negative relationship between bank's leverage and its intrinsic quality: it is the low type bank that takes on more debt. This result, in contrast with the traditional theory of corporate finance, sheds some light on some of the recent financial crises episodes and hence questions the effectiveness of the current regulatory environment. Finally, in the last chapter, we conduct an empirical analysis on the cross-sectional determinants of banks' leverage. We find a negative and stable relation between banks leverage and the quality of their assets. This result is proved valid under different definition of assets' quality, based on ex-ante and ex-post expectation of the realization of asset quality. The results suggest that banks might target a certain leverage ratio to reveal their true quality to the market: the higher quality banks signal their private information to the market with a lower level of leverage, passing over some profitable opportunities to gain from a lower cost of funding.
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La, Torre Piercarlo <1987&gt. "RISCHIO SISTEMICO: il collegamento tra istituzioni finanziarie". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5045.

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Questa tesi ha l'obiettivo di indagare il concetto di rischio sistemico, partendo da una rivisitazione della letteratura in merito, per poi calarsi nell'analisi dei componenti dei mercati finanziari. Si esplicherà come tale rischio abbia influito sulla crisi finanziaria del 2007-2009, con riguardo alle modalità di diffusione dello stesso. Nella seconda parti si procederà poi all'analisi dei legami tra le diverse istituzioni del sistema finanziario; verrà proposto un modello econometrico di studio che mira a identificare quantitativamente la relazione tra banche, compagnie assicuratrici e hedge fund, per chiarificare come il rischio sistemico veda tra le sue component principali proprio tali relazioni.
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4

Pavanello, Francesca <1987&gt. "Financial literacy e scelte finanziarie: quanto siamo esperti?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3585.

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Nel corso dell'ultimo decennio la realtà degli strumenti finanziari e assicurativi offerti ai consumatori è diventata sempre più complessa; nuovi prodotti e servizi, pensati per rispondere ad ogni particolare esigenza, sono stati diffusi presso il pubblico con l'obiettivo di favorire la realizzazione di progetti di risparmio e di investimento finalizzati al miglioramento delle proprie condizioni economiche o alla tutela del proprio patrimonio. Tuttavia, a tale complessità dell'offerta, non si è accompagnata una contestuale ricercatezza della domanda, poiché il livello di financial literacy, o alfabetizzazione finanziaria, posseduto dalla popolazione italiana e più in generale da quella mondiale, non è tale da consentire la conclusione di semplici, ma importanti, scelte finanziarie di vita quotidiana consapevoli e ragionate.
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5

Pagotto, Barbara <1988&gt. "Evidenza internazionale dell'interdipendenza tra settore reale e finanziario: analisi empirica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1833.

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6

Voltarel, Lisa <1988&gt. "Economia reale e sistema finanziario; analisi VAR di una two-way relation". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1779.

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Resumen
L'obiettivo della tesi è analizzare la relazione tra l'economia reale ed il sistema finanziario tramite l'ausilio di modelli econometrici. In particolare, dopo una prima introduzione relativa alla relazione tra i due sistemi alla luce della crisi finanziaria del 2008, vengono spiegati i metodi di ricerca e presentate le stime.
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Alberton, Emanuele <1989&gt. "Stress Finanziario Sistemico: Sviluppo di un Indice e Confronto tra Eurozona e USA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3517.

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Con lo svilupparsi di cambiamenti strutturali come la liberalizzazione finanziaria e la globalizzazione dei sistemi finanziari, i policy maker hanno iniziato sempre più ad interessarsi alla stabilità finanziaria. Avvenimenti quali la crisi del Long-Term Capital Management, la bolla speculativa informatica del nuovo millennio e, soprattutto, la crisi finanziaria globale iniziata nel 2007 hanno rimarcato la necessità di comprendere la relazione tra sistema finanziario ed economia reale. Attraverso una revisione della letteratura accademica circa definizione e natura della stabilità dei sistemi finanziari, si procede al calcolo di un Indice di Stress Finanziario per gli USA e uno per l'Eurozona. Tale strumento risulta utile in più campi: in ambito accademico, per studiare i collegamenti tra stabilità finanziaria, stabilità monetaria ed economia reale; in ambito istituzionale, per calcolare lo stato di salute di un sistema finanziario al fine di decidere tempo e natura degli interventi di politica economica; in ambito aziendale, come strumento aggiuntivo per la valutazione degli investimenti. La scelta delle variabili che compongono gli indici si basa sulle best practice internazionali. Le variabili sono pesate mediante l'utilizzo della Principal Component Analysis (PCA), una tecnica econometrica, destinata alla riduzione della dimensionalità dei dati, che coglie i principali trend nascosti nella nuvola di osservazioni relative alle variabili di input.Questo elaborato approfondisce il tema della stabilità dei sistemi finanziari. Attraverso una revisione della letteratura accademica circa la sua definizione e la sua natura, si arriva al calcolo di un Indice di Stabilità Finanziaria per gli USA e uno per l'Eurozona. Tale strumento risulta utile in più campi: in ambito accademico, per studiare i collegamenti tra stabilità finanziaria, stabilità monetaria ed economia reale; in ambito istituzionale, per calcolare lo stato di salute di un sistema finanziario al fine di decidere tempo e natura degli interventi di politica economica; in ambito aziendale, come strumento aggiuntivo per la valutazione degli investimenti. Con lo svilupparsi di cambiamenti strutturali come la liberalizzazione finanziaria e la globalizzazione dei sistemi finanziari, i policy maker hanno iniziato sempre più ad interessarsi alla stabilità finanziaria. Avvenimenti quali la crisi del Long-Term Capital Management, la bolla speculativa informatica del nuovo millennio e, soprattutto, la crisi finanziaria globale iniziata nel 2007 hanno rimarcato la necessità di comprendere la relazione tra sistema finanziario ed economia reale. Attraverso una revisione della letteratura accademica circa definizione e natura della stabilità dei sistemi finanziari, si procede al calcolo di un Indice di Stress Finanziario per gli USA e uno per l'Eurozona. Tale strumento risulta utile in più campi: in ambito accademico, per studiare i collegamenti tra stabilità finanziaria, stabilità monetaria ed economia reale; in ambito istituzionale, per calcolare lo stato di salute di un sistema finanziario al fine di decidere tempo e natura degli interventi di politica economica; in ambito aziendale, come strumento aggiuntivo per la valutazione degli investimenti. La scelta delle variabili che compongono gli indici si basa sulle best practice internazionali. Le variabili sono pesate mediante l'utilizzo della Principal Component Analysis (PCA), una tecnica econometrica, destinata alla riduzione della dimensionalità dei dati, che coglie i principali trend nascosti nella nuvola di osservazioni relative alle variabili di input.
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8

Cusin, Francesco <1988&gt. "Misure di rischio sistemico e connettività nei mercati finanziari: analisi del mercato Europeo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1941.

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Le connessioni tra i soggetti che operano nei mercati finanziari sono diventate negli ultimi anni sempre più intense e numerose, comportando un aumento del rischio che una situazione di tensione di uno o pochi intermediari si propaghi a livello sistemico. Applicheremo delle misure econometriche di connettività e di rischio sistemico ad alcune istituzioni finanziarie dei principali mercati europei, per analizzare la situazione che sussiste nelle relazioni tra le istituzioni stesse e cercheremo di capire se tali misure hanno anche un potere predittivo, ossia fungono da "early warning indicators", sulle possibili crisi sistemiche.
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Benedet, Francesco <1992&gt. "Performance sportive e andamento delle quotazioni in Borsa: legami tra il mondo calcistico e quello finanziario". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11889.

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Florian, Giovanni <1988&gt. "Analisi del rischio di contagio finanziario con modelli a correlazione dinamica: evidenze sui CDS Spreads degli Stati sovrani". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3172.

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Lo scopo dell’analisi empirica condotta in questa tesi è quello di investigare il livello di contagio tra i mercati dei Credit Default Swap sovrani attraverso i modelli GARCH multivariati a correlazione dinamica (DCC). Un’analisi preliminare è stata effettuata con il test basato sui coefficienti di correlazione aggiustata proposto da Forbes e Rigobon (2002). La novità di questa analisi consiste nell’applicazione sequenziale nel tempo del test Forbes e Rigobon, che consente l’individuazione di episodi di contagio senza che vi sia indicazione a priori delle date in cui vi è un sospetto di contagio. Il “model pooling approach” di Geweke e Amisano (2008) è stato implementato al fine di confrontare quale delle tre specificazioni utilizzate per la stima del modello DCC-GARCH è più appropriata. I risultati stabiliscono che è più appropriata la modellizzazione congiunta ottenuta filtrando le serie con un modello VAR. Un altro contributo originale di questo lavoro di tesi è l’applicazione del modello DCC per cogliere il contagio graduale e l’utilizzo del DCC come metodo di Early-Warning. Dopo aver stimato il modello VAR DCC-GARCH e verificato la significatività dei parametri, effetti di contagio sono stati ricercati analizzando l’andamento della correlazione dinamica e confrontando le date che presentano evidenza di contagio con la time-line della financial crisis. Identificando l’effetto contagio come un temporaneo incremento nelle correlazioni condizionali dinamiche, dai risultati per macroaree sono emersi con intensità diverse effetti di contagio causati da annunci relativi a pacchetti di salvataggio per la Grecia del 2 Maggio 2010 e del 27 Ottobre 2011. L’analisi a livello disaggregato ha confermato per tutti gli Stati Europei considerati l’effetto contagio in un intorno di tempo del primo, del secondo e del terzo annuncio di pacchetti di salvataggio per la Grecia.
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Libros sobre el tema "Econometria finanziaria"

1

1947-, Rossi Enzo y Centrella A, eds. I mercati monetari e finanziari in Italia fra internazionalizzazione e controllo. Milano: A. Giuffrè, 1998.

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2

Giovannini, Enrico. Fabbisogno pubblico, politica monetaria e mercati finanziari: La realtà italiana degli anni '80 vista attraverso un modello econometrico. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1993.

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