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Toso, Fiorenzo. "Contatto linguistico e percezione. Per una valutazione delle voci d’origine sarda in tabarchino*". Linguistica 40, n.º 2 (1 de diciembre de 2000): 291–326. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.2.291-326.

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Questo saggio intende approfondire il tema del contatto linguistico e dei meccanismi percettivi connessi, esaminando criticamente il problema dell 'interferenza sarda nella parlata ligure-tabarchina di Carloforte e Calasetta. Malgrado l'esistenza di studi specifici su questa varietà, una valutazione complessiva della componente lessicale sarda nelle sue motivazioni storico-linguistiche e sociolinguistiche non è mai stata avanzata; nondimeno, essa assume particolare interesse per quanto attiene non solo ai meccanismi di assunzione dei prestiti, ma anche alia percezione dei fenomeni di contatto da parte dei parlanti.
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Vezzali, Loris, Dora Capozza y Rossella Falvo. "Confronto tra strategie di contatto in contesti di lavoro". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (marzo de 2010): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001006.

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Nella presente ricerca, si č analizzata l'efficacia di alcuni modi di contatto nel migliorare le relazioni tra Italiani e immigrati. In particolare, si sono confrontate la teoria del contatto intergruppi (Brown e Hewstone, 2005), il modello dell'identitŕ dell'ingroup comune (Gaertner e Dovidio, 2000), il modello dell'identitŕ duplice (Gaertner et al., 2000). Lo strumento utilizzato era un questionario. I partecipanti, tutti Italiani, erano lavoratori di aziende in una regione del Nord. L'ipotesi era che la salienza dell'identitŕ comune sarebbe stata la modalitŕ di contatto piů efficace per migliorare le relazioni tra Italiani e immigrati entro il contesto di lavoro. La generalizzazione degli effetti del contatto alla categoria generale degli immigrati avrebbe dovuto, invece, essere piů forte quando, negli incontri tra lavoratori italiani e stranieri, era saliente l'identitŕ duplice. I risultati hanno confermato l'ipotesi relativa all'efficacia dell'identitŕ comune, anche se non si sono rilevati i previsti effetti di moderazione. Sono state, infine, discusse le implicazioni pratiche e teoriche dei risultati ottenuti.
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Butollo, Willi y Regina Karl. "La psicoterapia del trauma ad orientamento gestaltico: l'esposizione dialogica". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2011): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-001007.

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Le esperienze traumatiche non solo provocano i noti sintomi legati al trauma, ma modificano altresě il sé ed i processi del sé della persona. Per il trattamento dei disturbi post traumatici abbiamo a disposizione molteplici concetti terapeutici alternativi, che si basano su diversi modelli patogenetici. L'importanza della capacitŕ dialogica intrapsichica, necessaria all'elaborazione del disturbo relazionale e delle interruzioni di contatto conseguenti al trauma, viene in genere trascurata. La psicoterapia del trauma ad orientamento processuale, qui presentata, inserisce alcuni elementi della psicoterapia comportamentale all'interno della cornice della psicoterapia della Gestalt e si fonda su un concetto relazionale, con l'obiettivo di identificare e di sciogliere le interruzioni di contatto del soggetto. In questo modo si rendono nuovamente possibili il vissuto di continuitŕ del soggetto e la capacitŕ di risposta del sé. Utilizzando l'"esposizione dialogica" si fa riferimento alla natura dialogica dei processi del sé in ogni fase della terapia e si permette in questo modo alla persona di entrare in contatto e di confrontarsi con diverse parti di sé (traumatiche, non-traumatiche, pre-traumatiche).
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Lo sviluppo polifonico dei domini. Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (abril de 2013): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002003.

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Rispondendo alla domanda "quale prospettiva sullo sviluppo č coerente con i principi della psicoterapia della Gestalt e dunque utilizzabile a livello clinico dai gestaltisti?", l'autrice afferma che ciň che serve al clinico non č tanto una teoria dello sviluppo in sé, ma una "mente evolutiva", ossia una mappa per comprendere come il passato si rivela nel presente, che possa aiutarlo a intuire sia l'evoluzione delle modalitŕ di contatto del paziente che il suo movimento interrotto, l'intenzionalitŕ di contatto bloccata che chiede di essere liberata nel presente. Presenta dunque un modello per osservare come le risorse del paziente sono ancora disponibili nella relazione o sono dormienti. La chiave concettuale di questo lavoro č lo sviluppo polifonico di domini, che l'autrice propone come una prospettiva epistemologicamente coerente di guardare, nel qui e ora della seduta, allo sviluppo del paziente, come una funzione del campo fenomenologico, allo scopo di sostenere l'eccitazione per il contatto che ha perduto la sua spontaneitŕ, nel quadro di riferimento della domanda di terapia del paziente. Descrive i domini gestaltici, le loro caratteristiche e i rischi che implicano nel caso di un confine di contatto desensibilizzato.
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Lembo, Donata, Ilaria Prosperi y Adele Fabrizi. "Una nuova disfunzione sessuale femminile: Il Disturbo da Eccitazione Sessuale Persistente (PSAD)". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (diciembre de 2009): 49–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2009-002003.

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- In 2002 S. Leiblum describes and documents a new female sexual dysfunction, called Persistent Sexual Arousal Disorder (PSAD). The dysfunction is characterized by an excitement that persists for prolonged periods, such as hours, days or weeks. The excitement is not linked to sexual desire and may also be triggered by non sexual stimuli, as mere vibrations; moreover it cannot find a way out in an orgasm, which often proves unsatisfactory. Causes that may contribute to increase female sexual activity, be it egosyntonic or egodistonic, pleasant or disturbing for the couple, are still not appropriately investigated (Leiblum, Graziottin, 2007).
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De Angelis, Livio, Lucrezia Dell'Acquila y Elisa Villani. "Stress traumatico e interventi di prevenzione per gli operatori delle professioni di aiuto e dei sistemi di soccorso in emergenza NUE 112 Lazio". Rescue Press 02, n.º 02 (1 de abril de 2022): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2022.02.01.it.

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Introduzione: Le professioni di aiuto: il contatto con la sofferenza altrui Tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, pur nella specificità di ciascun contesto, sono accomunati da un comune denominatore: il contatto continuo e prolungato con la sofferenza altrui. Tali professionisti, infatti, nello svolgimento della loro mansione, oltre alle competenze di natura tecnica, utilizzano anche e soprattutto abilità sociali e relazionali per soddisfare i bisogni di un’utenza che necessita urgentemente di aiuto. La caratteristica dell’urgenza crea le condizioni per cui una scelta sbagliata può diventare determinante per l’incolumità altrui. Gli operatori, in contesti emergenziali, si confrontano quotidianamente con il paradosso di “comportarsi come persone normali in situazioni anormali”. In tale scenario essi devono agire, rapidamente ed efficacemente, orientandosi al fare più che al sentire. Non è del tutto scontato che chi svolge un lavoro del genere sviluppi una forma di tolleranza alle emozioni generate da situazioni traumatiche. Il distanziamento emotivo è una risorsa di coping sicuramente funzionale per raggiungere l’obiettivo. Eppure tale distacco può diventare patologico quando l’operatore non è più in grado di entrare in contatto con le emozioni suscitate dall’evento traumatico, spinto dalla volontà non consapevole di voler aderire allo stereotipo dell’imperturbabilità. La conseguenza diretta di tale processo fa sì che si tendano a sovrastimare le proprie capacità, sperimentando un senso di inadeguatezza ancora maggiore quando per qualche ragione si perde il controllo.
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Bloom, Dan. "L'orizzonte di Manhattan. La psicoterapia della Gestalt dalla prospettiva del New York Institute for Gestalt Therapy". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (marzo de 2010): 69–78. http://dx.doi.org/10.3280/gest2009-002005.

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L'articolo traccia lo sviluppo della psicoterapia della Gestalt dalla prospettiva dell'Istituto di New York. Dal tempo dell'arrivo di Laura e Fritz Perls a New York nel dopoguerra, il New York Institute for Gestalt Therapy č stato la fonte di uno sviluppo dell'approccio coerente con la cornice originaria. Il focus maggiore č stato quello del campo sociale, del confine di contatto, della sequenza di contatto, e del Sé emergente dal campo. Laura Perls, Isadore From e Richard Kitzler hanno rappresentato i formatori piů influenti. Il NYIGT ha poi continuato a svilupparsi con diverse enfasi, ma mantenendo l'identitŕ di una comunitŕ non gerarchica di insegnamento/apprendimento.
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Rolando, Piero. "Note sul lavoro con pazienti omosessuali". GROUNDING, n.º 2 (diciembre de 2011): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002004.

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Viene sostenuta la tesi che il lavoro con i pazienti omosessuali non comporta differenze di rilievo rispetto a quello con i pazienti eterosessuali. Vengono presentate tre vignette cliniche, in cui si evidenzia il ruolo cruciale del contatto e del senso di connessione.
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Leanza, Calogero. "Trasporto aereo: ipotesi di responsabilità da "contatto sociale" per lesione dei diritti delle persone a mobilità ridotta". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 35 (abril de 2022): 91–104. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-035007.

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Il Tribunale di Firenze ha affrontato la questione relativa alla richiesta di ri-sarcimento del danno (morale) da parte di un soggetto affetto da tetraplegia in occasione dell'imbarco su un volo aereo e si è espressa nel ritenere configurabile l'ipotesi di una responsabilità da "contatto sociale". Pur in assenza di uno specifico legame contrattuale, le parti in questione sono entrate in contatto per effetto del contratto di trasporto che è stato concluso. Si è, in-fatti, in presenza di un'ipotesi in cui il rapporto obbligatorio rinviene il proprio fondamenta in una relazione specifica che intercorre tra soggetti determinati, che pur non avendo formalmente fonte contrattuale, è in grado di produrre effetti obbligatori diretti, inquadrabili sia nell'ambito dell'art. 1173 c.c. (quali «altri atti o fatti idonei a produrre effetti obbligatori i conformità dell'ordinamento giuridico») sia nell'alveo della responsabilità per inadempimento ex art. 1218 c.c.
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Zanini, Paolo. "Un democristiano italiano tra ebrei e arabi: il viaggio di Celeste Bastianetto in Israele nel giugno 1948". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (diciembre de 2011): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002001.

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Il saggio ricostruisce il viaggio in Israele del senatore democristiano Celeste Bastianetto, avvenuto nel giugno 1948, mentre era ancora in corso la prima guerra arabo-israeliana. Egli giunse in Palestina come inviato del, ma la sua presenza assunse immediatamente maggiore rilievo di quella di un normale giornalista. Ebbe, infatti, importanti contatti sia con gli ambienti politici israeliani, sia con i religiosi cattolici presenti in Terra Santa. La sua missione, da un lato rappresentň uno dei primi tentativi di presa di contatto italiana con il governo e i circoli dirigenti d'Israele, dall'altro fu una delle primissime inchieste sulla presenza cattolica nella regione, all'indomani della guerra e dell'esodo delle popolazioni arabe. Bastianetto, che era in diretto contatto con la Segreteria di Stato vaticana, capě come il principale problema per l'avvenire del cristianesimo nella regione non consistesse nella tutela dei Luoghi Santi, ma nella necessitŕ di preservare una presenza cristiana che era stata indebolita e dispersa dalla guerra. Tale vicenda, dunque, riguarda tanto i rapporti bilaterali tra Italia e Israele quanto il piů complesso problema dei cattolici in Terra Santa.
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Inzerillo, Giovanni. "Milano e la borghesia destinata a non lottare. Teorema di Pier Paolo Pasolini e La vita agra di Luciano Bianciardi tra letteratura e cinema". Cuadernos de Filología Italiana 27 (7 de julio de 2020): 241–54. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67462.

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Il saggio si propone di indagare i rapporti che intercorrono tra le due opere apparse quasi contemporaneamente negli anni Sessanta e adattate a pellicola cinematografica. Si porterà avanti un raffronto tra i romanzi e le pellicole ad essi ispirate da cui emergeranno punti di contatto come pure significative rielaborazioni. Si cercherà inoltre di comprendere come il cinema abbia potuto, assai più di quanto fatto dalla scrittura narrativa, dare fama non soltanto alle opere in questione ma più in generale ai loro autori.
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Shabaj, Flora. "Contatti linguistici e culturali tra le due sponde dell’Adriatico. L’italiano degli scrittori di origine albanese". Italianistica Debreceniensis 26 (1 de diciembre de 2020): 69–86. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9382.

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La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.
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Vezzali, Loris, Dora Capozza y Anna Pasin. "Effetti del contatto tra normodotati e disabili in contesti di lavoro". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (noviembre de 2009): 143–60. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2009-003006.

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- The authors study the outcomes of cooperative relationships between able and disabled employees in work contexts. The participants were non disabled workers - employed in different organizations of a Northern Italian province - working with colleagues with psychiatric disorders. The hypothesis of the research was the following: cooperative relationships influence positively the opinions and emotions of the able workers towards their disabled colleagues. A measure of implicit favouritism for the category of able employees was included in the research design. Results were consistent with the research hypothesis. Cooperative relationships increased empathy and reduced anxiety towards the disabled workers. These outcomes were engendered by the perception of a common identity: belonging to the same organization. Furthermore, cooperative relationships reduced the implicit favouritism towards the able employees. Discussion: the authors examine the practical and theoretical implications of these outcomes.
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Mertelj, Darja. "Necrologio per Vesna Deželjin, Università di Zagabria e Università di Fiume". Journal for Foreign Languages 13, n.º 1 (27 de diciembre de 2021): 573–74. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.13.573-574.

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A causa della sua prematura dipartita abbiamo perso non solo una collega ma anche una cara amica Vesna Deželjin, docente presso il Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Filosofia di Zagabria e quello di Fiume. Vesna è stata un’eccellente docente, ricercatrice e conferenziere, una donna di rara umanità, sempre aperta e accogliente, instancabilmente dedicata alla lingua italiana nei suoi molteplici aspetti sincronici e diacronici: come madrelingua, lingua seconda, straniera, d’origine, etnica, ereditaria, in contatto con altre lingue e con il croato.
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Jernej, Josip. "Considerazioni sui problemi sociolinguistici nelle regioni dell' Alpe-Adria". Linguistica 28, n.º 1 (1 de diciembre de 1988): 47–48. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.47-48.

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Se l'Europa rappresenta il continente col maggior numero di nazioni e di minoranze etniche, il territorio situato tra le Alpi e l' Adriatico segna da un punto di vista linguistico e sociolinguistico uno degli ambienti più interessanti e più complessi del continente stesso. Qui s'incontrano infatti tre culture, la latina, la slava e la germanica e vivono a contatto numerose lingue e linguaggi. Comunità differenti e disparate interferiscono re«iprocamente, lingue maggioritarie s'intrecciano con lingue e linguaggi minoritari, il che genera problemi non facili a risolvere.
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Taylor, Miriam. "Il trauma collettivo e il campo relazionale". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (junio de 2021): 73–82. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001008.

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A partire da una panoramica più ampia sul trauma, questo articolo considera alcuni dei fat-tori e dei processi che formano lo sfondo da cui le esperienze collettive possono essere vissute in modo traumatico. La storia delle pandemie fa luce sull'attuale pandemia di Coronavirus, in cui vediamo questi processi ripetersi, come è tipico nell'esperienza del trauma. I cambiamenti nei nostri modi di essere nel mondo (Herman, 1992) e tra di noi, specialmente quando lavoriamo in uno spazio non familiare, sono osservati attraverso la lente dell'incontro, del contatto e della disconnessione.
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Ronchi, Elisabetta. "La consapevolezza corporea e il rilassamento al servizio della lotta allo stress degli operatori sanitari". GROUNDING, n.º 1 (noviembre de 2010): 177–87. http://dx.doi.org/10.3280/gro2010-001014.

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La possibilitŕ di accedere con attenzione e tempo ai propri vissuti corporei ed emotivi puň aiutare il personale infermieristico e gli allievi che si preparano a questa professione a prevenire la devastante esperienza del burn out. Il contatto con la sofferenza degli ammalati, con la fine della vita, con le risorse sempre insufficienti a garantire l'assistenza che si vorrebbe offrire, costituisce un'elevata fonte di stress che il singolo non č in grado di affrontare da solo. Questo progetto ha rappresentato la volontŕ di sperimentare una via alla prevenzione e alla cura del burn out.
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Testa-Mader, Anita, Alessandro Degrate y Nathalie Clerici. "Mental disorder and the use of public psychiatric services in the foreigner population of the Canton Ticino". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 8, n.º 3 (septiembre de 1999): 209–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008083.

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RIASSUNTOScopo – Verificare se la popolazione straniera residente nel Canton Ticino differisce nell'utilizzazione delle strutture psichiatriche pubbliche e nel tipo di disagio psichico presentato, rispetto alia popolazione svizzera. Disegno Indagine compiuta sui soggetti di nazionalità svizzera e straniera, con più di 19 anni d'età, residenti nel Cantone Ticino, che hanno avuto nel corso del 1995 almeno un giorno di ricovero presso l'ospedale psichiatrico o almeno un contatto con gli ambulatori. Setting I servizi pubblici dell'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale del Canton Ticino. Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati per gli svizzeri, gli italiani e gli stranieri non italiani i tassi annuali standardizzati di prevalenza ospedaliera e ambulatoriale e i tassi di prima ammissione e primo contatto ambulatoriale, totali e per categorie diagnostiche (ICD–10). Risultati – Il gruppo degli stranieri non italiani presenta tassi annuali standardizzati totali di prevalenza ospedaliera e, soprattutto, di prima ammissione più elevati rispetto agli svizzeri e agli italiani; inoltre presenta, rispetto agli altri due gruppi, tassi di prima ammissione più alti per le sindromi schizofreniche (F2), negli uomini e per i disturbi psichici dovuti all'uso di sostanze psicoattive (Fl), nelle donne. Mentre nei primi contatti ambulatoriali gli altri stranieri presentano tassi più alti di sindromi nevrotiche, legate a stress e somatoformi (F4), negli uomini e di sindromi affettive (F3), nelle donne. Conclusioni – I risultati ottenuti sembrano confermare la presenza di livelli più alti di disagio psichico tra gli stranieri non italiani, soprattutto per alcune nazionalità, rispetto agli svizzeri e agli italiani. E possibile che la presenza di una consistente offerta di servizi psichiatrici da parte del settore privato possa aver sottostimato l'effettivo disagio psichico, soprattutto nel gruppo degli svizzeri e, in modo minore, in quello degli italiani.
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Illari, Silvia y Ilaria De Cesare. "Ordini e collegi professionali tra dimensione collettiva e diritti individuali". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 81–103. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002005.

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Gli ordini e i collegi professionali sono tradizionalmente annoverati tra le formazioni sociali che operano nell'ordinamento giuridico, trovando anche esplicito riconoscimento normativo, sebbene non a livello costituzionale. Il presente lavoro ha lo scopo di indagare gli aspetti peculiari degli ordini, a cominciare dalla loro natura giuridica, che si pone in equilibrio tra autonomia e regolazione. Nell'esaminare le modalità di esercizio delle funzioni loro riconosciute, le autrici evidenzieranno di volta in volta i punti di contatto tra la dimensione collettiva, di cui gli ordini sono espressione e custodi, e quella individuale, che attiene ai singoli professionisti. Emergerà come, in ragione anche di previsioni normative generiche, non sempre vi sia compiuta corrispondenza col principio solidarista che dovrebbe regolare tali interazioni
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Fabio, Rapisarda. "L'interpretazione nella prospettiva integrata della psicoanalisi relazionale". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (diciembre de 2011): 87–96. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-001006.

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In questo lavoro viene evidenziata l'importanza dell'interazione paziente-analista e del campo bi-personale nell'interpretazione e nel cambiamento terapeutico. Non ci puň essere interpretazione trasformativa senza valorizzazione di entrambi questi fattori. Sono molti gli orientamenti teorici che convergono verso questa progressiva consapevolezza e che possono essere sfruttati clinicamente. Dal loro raffronto emergono alcuni fondamentali punti in comune che possono essere meglio compresi alla luce delle scoperte dell'infant research. Tutto ciň evidenzia come spesso l'interpretazione non č altro che un diverso posizionamento dell'analista nei confronti del paziente e viceversa; una strategia cioč per raggiungere e mettere in contatto reciprocamente i rispettivi Sé (sia del primo che del secondo) ed aiutare ad avviare nel paziente un processo autocosciente.
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Barbetta, Pietro. "Il Milan Approach: memoria del futuro. I nostri corpi in terapia". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 56 (diciembre de 2022): 31–41. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-056002.

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Questo testo è la mia memoria di 35 anni di presenza presso il Cen-tro Milanese di Terapia della Famiglia, quattro da allievo, 23 da do-cente e 8 da direttore. È però molto di più: una riflessione concreta su quanto ho ricevuto e quanto ho dato al Centro durante tutti questi an-ni, oltre metà della mia vita. A scapito del noto stereotipo che "a Mila-no si usa la testa", per me, forse anche per altri docenti, non lo so, quel che ha contatto è stato l'osservazione dei corpi dei maestri e l'ascolto della loro voce.
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Cimatti, Felice. "Linguaggio e religione. Lacan sull'umano come "animale malato"". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 4 (diciembre de 2010): 463–72. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-004002.

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Una mente meccanica non teme la morte perché il suo mondo č privo di mistero. Per questa stessa mente il linguaggio č un codice. Ad ogni cosa corrisponde un segnale, ad ogni segnale una cosa. Per questo non ci sono ambiguitŕ, né dubbi, nel mondo del codice. Tutto č in vista, e nulla č nascosto. In una lingua, invece, ogni segno rimanda ad altri segni; il significato non č una cosa, bensě una serie (indefinita) di spostamenti di senso. Non puň esistere, in una lingua, qualcosa come il senso ultimo di una proposizione. Una mente che entri in contatto con una lingua diventa cosě una mente malata, nel senso di intrinsecamente inquieta, perché ogni pensiero non č che la premessa di un altro, e cosě via. La nevrosi non č pertanto un accidente, al contrario, č l'essenza dell'umano. Per questa ragione Lacan sostiene che la religione alla fine trionferŕ, perché - come rimedio alla fame di senso - non conosce concorrenti.
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Narzisi, Antonio y Filippo Muratori. "Empatia e Teoria della Mente nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo: le persone con autismo possono riconoscere le emozioni?" QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (mayo de 2012): 101–12. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002011.

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Le persone con autismo possono riconoscere le emozioni? Questa domanda č il focus del lavoro. I risultati del nostro studio mostrano prestazioni deficitarie nelle prove verbali di Teoria della Mente ma non in compiti di Teoria della Mente contestuale, ovvero nella comprensione dei contesti emotivi, suggerendo che la presenza di spunti contestuali č di aiuto per il riconoscimento delle emozioni in bambini con autismo. Questi dati sono stati brevemente discussi attraverso la teoria dell'isomorfismo interpersonale (Psicologia della Gestalt); la teoria della simulazione incarnata (embodied simulation di Gallese); e la teoria del confine di contatto (psicoterapia della Gestalt). Inoltre l'elaborazione locale dell'informazione (livello sistematizzante) non č considerata un ostacolo per l'elaborazione globale/gestaltica dell'informazione e per il riconoscimento delle emozioni ma piuttosto come un segno di neuro-diversitŕ.
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Ammaniti, Massimo y Margherita Spagnuolo Lobb. "La mentalitŕ evolutiva in psicoterapia". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (abril de 2013): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002002.

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Massimo Ammaniti e Margherita Spagnuolo Lobb dialogano sul tema della prospettiva evolutiva in psicoterapia, su come la storia evolutiva del paziente si declini nel qui ed ora della seduta terapeutica e nell'attualitŕ della vita del paziente. Basandosi sull'evidenza dei risultati di ricerche attuali, gli autori sono concordi nell'affermare che la realtŕ dello sviluppo possiede una variabilitŕ e una complessitŕ che le tradizionali teorie stadiali non esprimono. Il dialogo assume i toni di un contradditorio appassionato, tra epistemologie, modelli e identitŕ diverse nella riflessione sui domini e sui sistemi motivazionali sovraordinati, sulla strutturazione del senso di Sé, sull'importanza del corpo in psicoterapia e sul confronto tra intersoggettivitŕ e contatto.
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Raglio, Alfredo y Osmano Oasi. "La musicoterapia in una prospettiva intersoggettiva". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (marzo de 2010): 31–44. http://dx.doi.org/10.3280/gest2009-002003.

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Resumen
L'articolo pone l'attenzione sulla necessitŕ di individuare una possibile cornice teorica per la musicoterapia. In merito a ciň propone una possibile integrazione tra la prospettiva intersoggettiva e la libera improvvisazione sonoro-musicale. Gli Autori individuano in alcuni concetti chiave, quali ad esempio quelli di "sintonizzazione affettiva", "affetti vitali" e "momento presente", il punto di contatto con la prassi musicoterapica improvvisativa. Secondo questa prospettiva le potenzialitŕ terapeutiche dell'elemento sonoro-musicale sono attribuibili alle sue caratteristiche di organizzatore e regolatore nello sviluppo dell'individuo. In tal senso la musicoterapia puň favorire, attraverso il canale non verbale sonoro-musicale, il determinarsi di relazioni rappresentative e simboliche sempre piů motivate e interiorizzate.
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Moselli, Patrizia. "L'intersoggettivitŕ nella costruzione dei confini: tra il sě e il no". GROUNDING, n.º 1 (julio de 2012): 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-001002.

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Resumen
Nella primissima fase della vita del bambino lo sguardo della madre ha un'importanza fondamentale. Puň essere uno sguardo che lo fa sentire accolto e accettato nel mondo o puň spaventarlo minacciando la sua "motivazione" alla sopravviven- za, cosě come i modi di contattare il neonato (quindi il contatto, l'abbraccio, la cura) rappresentano importanti chiavi di messaggi non verbali con cui il bambino apprende la regolazione dei propri stati emozionali, costituendo parte fondamentale della memoria implicita. Nello scritto l'autrice mostrerŕ - aprendo con una panoramica sui recenti studi sull'intersoggettivitŕ - come gli studi condotti dall'infant research e le neuroscienze sembrano validare le intuizioni di Reich e di Lowen, esplorando la problematica dei confini che puň essere considerata "l'interfaccia energetica" del carattere.
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Francesetti, Gianni y Michela Gecele. "Psicopatologia e diagnosi in psicoterapia della Gestalt". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2010): 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/gest2010-001004.

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L'epistemologia della psicoterapia della Gestalt offre una prospettiva originale, fenomenologica e radicalmente relazionale, sulla diagnosi e sulla psicopatologia. A partire dalle premesse teoriche del nostro modello, presentiamo una concezione della psicopatologia come sofferenza relazionale e non solo come disturbo individuale. Proponiamo inoltre una distinzione fra due tipi di diagnosi: la diagnosi estrinseca e la diagnosi intrinseca o estetica. Viene discussa la possibilitŕ di utilizzare la diagnosi estrinseca, proveniente dal modello medico, in un orizzonte naturalistico o ermeneutico. La diagnosi intrinseca, specifica invece dell'approccio gestaltico, si basa sulle caratteristiche estetiche della formazione della figura al confine di contatto. Si tratta di una valutazione intrinseca alla situazione, che orienta l'azione terapeutica senza cristallizzare l'esperienza dei pazienti in Gestalten fisse.
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Casoni, Matteo. "Lingue di ricezione nei musei svizzeri". Babylonia Journal of Language Education 3 (23 de diciembre de 2022): 11. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.250.

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La visita di musei e siti storici/archeolo-gici, assieme ai concerti e al cinema, è la pratica culturale più diffusa nella popo-lazione residente in Svizzera. L’Indagine sulla lingua, la religione e la cultura (ILRC 2019) mostra che il 71% della popolazione ha visitato nel corso dell’anno almeno un museo, un’esposizione o una galleria. I visitatori più assidui di musei vivono nella regione francofona (74%), seguiti da chi vive nella regione tedescofona (70%) e in quella italofona (66%; fonte UST). Non abbiamo dati sulla mobilità delle persone da una regione all’altra, ma il turismo culturale è senz’altro un motivo forte per visitare un luogo, nonché un’importante occasione di contatto tra le comunità linguistiche.
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Estrada, Bernardo. "La fiducia nella Provvidenza. Commentario di san Bonaventura a Lc 12,13-34". Teologia w Polsce 9, n.º 1 (27 de marzo de 2020): 5–16. http://dx.doi.org/10.31743/twp.2015.9.1.01.

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Nel lavoro esegetico attorno a Lc 12 il Dottore Serafi co fa un’analisi dettagliata del contenuto e determina le due parti fondamentali di 12,1-34. La sua esegesi dei singoli passi è in concordanza con il senso del testo, e le sue osservazioni ermeneutiche, dal punto di vista teologico, filosofico e pratico, sono apprezzabili. Seguendo un metodo collaudato già dai tempi di Agostino, che poi si affermò nella scuola dei Vittorini, è frequente vedere nella sua interpretazione delle citazioni incrociate, in modo da rinforzare il ragionamento mediante testi biblici con un contenuto analogo. Quando si prende fra le mani un testo di un grande teologo come Bonaventura, non si può non ammirare la sua acutezza, il ragionamento logicamente svolto, le conclusioni e i consigli che ne ricava. Il contatto con la sua interpretazione è sempre illuminante.
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Giunta, Angelo. "Il nazionalismo della letteratura britannica prima della Grande Guerra e l’esperienza dei War Poets". Studia Polensia 9, n.º 1 (24 de noviembre de 2020): 65–86. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.04.

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L’immagine di un Regno Unito visto come Eden inconsapevole della tragedia che sta per lacerarlo è diffusa, ma piuttosto falsa. L’apparente serenità nasconde una violenza latente e gravi questioni interne e la guerra, quindi, non fa altro che accelerare un processo già in atto. Di tutta la letteratura inglese del Ventesimo secolo, la poesia di guerra sembra, sotto molti punti di vista, una “parentesi” all’interno del panorama letterario. La war poetry è il prodotto di un determinato periodo storico, sociale e culturale venutosi a formare nella Prima guerra mondiale. Tra i migliori poeti della Grande Guerra troviamo Rupert Brooke, Wilfred Owen e Siegfried Sassoon. Il fatto che molti poeti siano ufficiali – ma non alti ufficiali – permette loro di essere in contatto, a livello socio-culturale, con i ranghi elevati dell’esercito e, fisicamente, con i soldati semplici. In questo modo hanno una visione più ampia della realtà in trincea.
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Nicastro, Marco. "Ricerca dell'oggettività e costruzione dell'alleanza terapeutica nella valutazione delle capacità genitoriali." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 157–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002009.

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Valutare le capacità genitoriali nel contesto giudiziario è un lavoro complesso. Le informazioni che si possono ricavare dall'uso di questionari selfreport e altri test analoghi hanno un valore limitato dovuto alla tendenza dei genitori alla dissimulazione e all'attivarsi di meccanismi di difesa primitivi che il contesto valutativo e la presenza di disturbi di personalità spesso presenti attivano. Per ovviare a questo limite è importante che i servizi sociosanitari abbiano a disposizione un tempo non breve per la valutazione, riescano a integrare le informazioni cliniche con quelle provenienti da altre agenzie in contatto con la famiglia, siano disposti a coinvolgersi autenticamente nella relazione col nucleo familiare. Scopo primario della valutazione è cercare di individuare non solo gli aspetti deficitari ma anche e soprattutto i punti di forza dei genitori, nell'ottica di un sostegno alla genitorialità che provi a garantire, se possibile, il diritto del minore a crescere nella propria famiglia.
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Corsa, Rita. "Riflessioni sul controtransfert nella malattia dell'analista". SETTING, n.º 28 (mayo de 2010): 59–79. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028007.

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In questo articolo una psicologa, che cominciň a lavorare nel 1975 nell'Ospedale psichiatrico di Firenze, popolarmente detto Manicomio di San Salvi, racconta in modo empatico la sua particolare esperienza, nell'ambito della cultura italiana degli anni Settanta. Un'esperienza breve, difficile ma stimolante, il suo primo contatto con gravi pazienti psichiatrici che vissero per moltissimi anni, e talvolta l'intera vita, dentro un manicomio. Nel 1978 la leggere numero 180, la cosiddetta "Legge Basaglia", stabilě che gli ospedali psichiatrici sarebbero stati chiusi. Nessun paziente fu piů ammesso; nell'ospedale restarono solo coloro per cui non fu possibile trovare un'altra sistemazione. Lavorare con loro da un punto di vista psicologico era veramente un'impresa disperata! Attualmente, i locali dell'Ospedale di San Salvi accolgono la Facoltŕ di Psicologia dell'Universitŕ di Firenze.
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Palmisano, Maria Carmela. "La testimonianza nella successione profetica in 2 Re 2,1-18". Bogoslovni vestnik 79, n.º 1 (mayo de 2019): 83–92. http://dx.doi.org/10.34291/bv2019/01/palmisano.

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Resumen
L’articolo discute il ruolo della testimonianza oculare all’interno della successione profetica, usando come testo esemplificativo quello della conclusione della missione profetica di Elia nel passo che narra del suo rapimento al cielo in un carro di fuoco (2 Re 2,1-18). Dopo aver presentato la struttura della pericope e una breve analisi delle singole unità, l’articolo considera alcuni punti di contatto tra il ciclo di Elia e le tradizioni mosaiche, quindi mette in luce l’aspetto della testimonianza oculare all’interno della successione profetica ponendo il testo in relazione con passi scelti del NT. Lo studio ribadisce l’importanza di tenere conto, nell’analisi lessicografica di un determinato campo semantico, di quei testi che, pur non utilizzando il vocabolario tipico di quell’area semantica, possono significativamente arricchirne la comprensione.
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Tornieri, Stefano y Roberto Zancan. "Educazione liquida." Contesti. Città, territori, progetti 1, n.º 1 (27 de octubre de 2022): 36–49. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13414.

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In alcune scuole si sta investendo molto sull’esperienza di apprendimento negli spazi aperti, a contatto con la natura. Il moltiplicarsi di offerte formative all’aria aperta, complementari alla scuola e alla classica gita, indicano una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza del paesaggio naturale non solo come luogo del benessere ma anche come spazio educativo, in cui il corpo stesso diviene mezzo di apprendimento in quanto vivo e sensoriale, che arricchisce e completa la classica didattica in aula. Comparando alcune iniziative localizzate dell’ambito costiero nord Adriatico con esperienze nord europee più radicali si vogliono delineare nuove possibilità progettuali, in cui l’educazione all’ecologia attraverso l’esperienza del fare, del dialogare e del vivere nella natura, pone nuovi interrogativi progettuali ancora poco esplorati nei nostri territori.
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Bressani, Roberto, Isidoro Cioffi, Carlo Fraticelli, Franco Grillo, Salvatore Pisani, Anna Maria Verri, Fabio Banfi y Simone Vender. "The suicidal behaviour in the North province of Varese: an epidemiological analysis". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, n.º 3 (septiembre de 2001): 180–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005303.

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RIASSUNTOScopo – Conoscere dati quantitativi e caratteristiche del comportamento suicidario nell'area nord della Provincia di Varese, comprendente il capoluogo ed i comuni limitrofi (Valceresio, valli del luinese e nord-Verbano), al fine di individuare interventi preventivi. Disegno – Studio epidemiologico-descrittivo. Sono state utilizzate le schede di morte ISTAT del Registro di Mortalità dell'ex Azienda USSL di Varese negli anni 1995-97. Sono stati inclusi i soggetti che al momento del suicidio risultavano residenti. Successivamente i casi delle schede ISTAT sono stati ricercati negli archivi dei servizi psichiatrici, per valutare eventuali contatti. Per costoro sono state rilevate informazioni, quali tentativi suicidari, patologia psichiatrica, data del primo contatto. Setting – Distretti di Arcisate, Cittiglio, Luino e Varese, corrispondenti al bacino di utenza delle Unità Operative di Psichiatria 1 e 2 dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Macchi di Varese. Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i tassi di suicidio deH'area e tramite standardizzazione diretta sono stati confrontati i tassi dei singoli distretti. Risultati – I suicidi sono stati 78 (24 femmine e 54 maschi), con un tasso dell'8.2 per 100.000. In analogia all'andamento nazionale si osserva una diminuzione generale del fenomeno negli ultimi anni, ma non per i più giovani. Ci sono alcune aree geografiche (distretti di Luino e di Arcisate) da monitorare nel tempo, perche una casistica più ampia potrebbe rivelare un rischio più elevato. La fascia d'età giovane e anziana è più colpita nei maschi, e per i due sessi sono particolarmente a rischio i 55-64enni. I mezzi utilizzati differiscono per fasce d'età. Un'alta percentuale di soggetti sono non coniugati o con scarsa istruzione. Meno di un terzo dei casi era entrato in contatto con i servizi psichiatrici. Conclusioni – I dati consentono un confronto con la casistica nazionale e una riflessione sulle caratteristiche del suicidio nell'area di riferimento, al fine di elaborare strategie preventive orientate da un approccio multidimensionale, la cui efficacia potrà essere validata nel tempo attraverso l'attivazione di un osservatorio provinciale.
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Sanza, Michele. "I nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2011): 75–86. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001006.

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Il profilo dei nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici si pone all'incrocio tra i cambiamenti avvenuti nel campo dell'epidemiologia dei disturbi psichici e i risultati delle ricerche sul rapporto tra psicopatologia e comportamento violento. Questo approccio va ulteriormente riportato all'evoluzione del quadro normativo di riferimento che, avendo modificato importanti aspetti teorici della non imputabilitŕ e altrettanto importanti aspetti pratici delle misure di sicurezza per i pazienti rei non imputabili, ha determinato nuovi fabbisogni organizzativi e di competenza tecnica nei Dipartimenti di Salute Mentale. Il quadro di lettura che si propone, tende a trovare la definizione del profilo dei nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici nelle prospettive epidemiologica, clinica, giuridica, e dell'organizzazione dei servizi. Questi aspetti, del resto, devono essere visti in un'ottica di sistema, come parti reciprocamente interagenti, di cui occorre definire i punti di contatto, affinché le conoscenze del quadro di riferimento teorico, cosě composto, si possano tradurre in percorsi operativi di tipo professionale nei Dipartimenti di Salute Mentale.
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Romano, Cesare. "La scrittura dell'Uomo dei topi (1909): Freud tra Jung e Adler". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 1 (marzo de 2021): 77–118. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001008.

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. Attraverso una rilettura del caso clinico dell'Uomo dei topi di Freud del 1909, questo scritto si propone di dimostrare due tesi. La prima, che nella stesura del caso clinico Freud fu influenzato non solo da Jung, come ha sostenuto Mannoni (1969), ma anche dal pensiero che Adler aveva espresso in due relazioni alla Società Psicoanalitica di Vienna. In una di queste espose il caso di un paziente ereutofobico la cui infanzia aveva molti punti di contatto con quella del paziente di Freud, e nell'altra affrontò il tema del sadismo nella vita normale e nella nevrosi. Alcuni aspetti di queste relazioni sono rintracciabili nella scrittura di Freud. La seconda tesi sostiene che Freud non era in grado di mantenere la promessa, fatta all'inizio del suo scritto, di sviluppare le teorie del 1896 contenute in Nuove osservazioni sulle neuropsicosi di difesa perché nel frattempo aveva abbandonato la teoria del trauma sessuale che costituiva il perno di quelle teorie, e il trauma sessuale non svolgeva più alcun ruolo eziologico nel suo caso clinico, analogamente al caso clinico esposto da Adler.
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Repossi, Alessia y Elisabetta Conte. "Essere fratelli oggi: abitare il rapporto tra pari nella post-modernità. Riflessioni sullo sfondo sociale e sulle implicazioni terapeutiche". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (junio de 2022): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-001003.

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Questo scritto nasce da un interesse per la dimensione clinica e comunitaria dell'espe¬rienza umana e da uno sguardo alla psicopatologia vista nel riverbero del vivere sociale. L'esperienza del rapporto tra pari e la dimensione orizzontale sono considerati la chiave di lettura del para-digma fraterno e occasione per superare il paradigma narcisistico. Il fraterno è visto non solo come esperienza specifica della vita familiare ma come richiamo al vivere comunitario e sociale di un oggi bisognoso di nuovi strumenti dello stare insieme. Le autrici descrivono il contesto sociale in cui si inserisce il tema della fraternità approfondendone le numerose sfaccettature. Su questo sfondo, analizzano il tema dal punto di vista della psicoterapia della Gestalt, sofferman-dosi sul concetto di intenzionalità di contatto fraterno e sulla dimensione orizzontale nella clini-ca.
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Macaluso, Mercurio Albino. "L'es in psicoterapia della Gestalt". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (junio de 2022): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-001004.

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Resumen
Scopo di questo articolo è dimostrare come l'es rappresenti un importante fondamento teo-rico dell'attuale psicoterapia della Gestalt, orientata alla relazione. Gli autori di Gestalt Therapy ridefiniscono il concetto psicoanalitico di es in un'ottica fenomenologica, considerandolo sia come la fase iniziale del processo di contatto, sia come un particolare modo del processo stes-so. Inteso in quest'ultima accezione, l'es è il funzionamento del sé nel rilassamento e nella non integrazione. Nel lavoro clinico centrato sull'individuo, il funzionamento es del sé è alla base del continuum di consapevolezza. In un'ottica orientata invece alla relazione, il funzionamento es costituisce per il terapeuta uno strumento di conoscenza del campo. Il funzionamento es, inoltre, favorisce una condivisione intima tra paziente e terapeuta, che somiglia a una forma di meditazione a due e rappresenta un'apertura della psicoterapia alla dimensione spirituale.
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Bortoletto, Anna y Elis Deghenghi Olujić. "Laura Marchig e Carla Rotta. Considerazioni introduttive per un confronto tra due innovatrici della letteratura istro-quarnerina". Studia Polensia 9, n.º 1 (24 de noviembre de 2020): 51–63. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.03.

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Questo lavoro desidera offrire una panoramica, comparativa, sulla produzione di due autrici appartenenti alla fase più recente della letteratura istro-quarnerina: Laura Marchig e Carla Rotta. Infatti, nonostante le due si dedichino a generi letterari differenti – rispettivamente poesia e prosa – le loro produzioni presentano dei punti di contatto particolarmente interessanti. Non solo, infatti, costituiscono un punto di rottura notevole con la tradizione letteraria istro-quarnerina precedente; ma entrambe, al netto delle evidenti differenze stilistiche, offrono una visione squisitamente femminile dei grandi temi della vita umana che, in più di un’occasione, tende a convergere. Il lavoro, dunque, dopo aver presentato brevemente le due autrici e averle collocate all’interno della letteratura istro-quarnerina, procederà con l’analisi di alcuni temi peculiari in due opere emblematiche: la silloge poetica T(t)erra per Marchig e la raccolta di racconti Femminile Singolare per Rotta.
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Filippi, Gaetana. ""Amore mio caro". Riflessioni intorno a una lettera del giovane Freud alla fidanzata Martha Bernays". PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, n.º 2 (noviembre de 2022): 113–25. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002006.

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L'autrice riflette sulla lettera che il giovane Freud scrive alla fidan-zata Martha Bernays dopo una visita alla Gedalmegalerie di Dresda. La rappresentazione di parola di tre dipinti, di Raffaello, di Holbein il giovane, di Tiziano, manifesta la trasformazione che Freud sente di aver sperimentato a contatto con i grandi maestri. Per godere dell'Arte, dono che non tutti hanno, come dirà Freud in seguito, servono meccanismi inconsci come la capacità di sublimazione che permette le modalità operative della rappresentazione, della simbolizzazione, del linguaggio poetico. L'incontro inconscio tra l'Artista e il Fruitore d'arte, mediato dall'opera d'arte, insiste in un'area inconscia che è la stessa dell'incontro psicoanalitico. E l'arte che è nutrimento e consolazione per tutti i suoi fruitori, è un rifornimento di energie indispensabile per il terapeuta. In questa lettera Freud, prima di scoprire la psicoanalisi, sa già, inconsciamente, come deve essere lo psicoanalista.
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Paolanti, Matteo y Maria Rosaria Speranza. "Le piazze digitali del nuovo millennio: dialogo tra diritto e strategie comunicative in ambito politico". La Nuova Giuridica 2, n.º 2 (19 de enero de 2023): 247–56. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1994.

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In un’epoca nella quale la comunicazione tra individui cambia, il diritto non può esimersi dal cercare di rimanere al passo con i tempi. In questo sintetico saggio si proverà a dare una panoramica su come nell’ultimo secolo la materia giuridica sia entrata a contatto con il delicato ambito della comunicazione politica e come quest’ultima abbia contribuito a plasmare il diritto e la società in cui oggi stesso viviamo. Una piccola riflessione sulle tre diverse dimensioni dell’individuo: come persona, come cittadino, ma anche come elettore.In an era where communication among people changes, law must keep pace with modern times. In this brief essay, we’ll try to explain how law embraced political communication and how communication has changed law itself and even our contemporary society. An analysis on three different sides of the human being: person, citizen and voter.
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Ragni, Eugenio. "Bernari o della non-omologazione". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 52, n.º 2 (29 de marzo de 2018): 332–46. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818763791.

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Per l’opera di Carlo Bernari sono state coniate alcune definizioni che con felici metafore rappresentano l’attività dell’autore di Tre operai. Tra quelle che meglio convengono al suo primo romanzo, “incunabolo del neorealismo” è la più usata; meno comune, ma decisamente più inerente alla realtà dei fatti, è quella che fa riferimento alla costante, mai placata attività correttoria esercitata dall’autore fin dalle sue prime prove narrative. Per Tre operai in particolare, seguirne la genesi vuol dire entrare nella cosiddetta “officina dell’autore”, misurarne la lucidità nel togliere, nel modificare, nell’aggiungere, puntando alla massima chiarezza di una diagnosi storica e alla stretta osmosi fra verità documentale e “finzione” letteraria. Il saggio intende evidenziare le due componenti della scrittura di Bernari: l’elaborazione della realtà come rappresentazione del mondo e lo sperimentalismo stilistico ante litteram che ha portato lo scrittore non solo ad anticipare le tendenze stilistiche del secondo Novecento, a partire ovviamente dal neorealismo fino a toccare sperimentazioni neoavanguardiste, ma soprattutto, analizzando il presente, a presentire e diagnosticare crisi socio-ideologiche ancora aurorali. Nel primo caso, per valutare i meccanismi e la praxis dello scrittore, viene sviluppata l’analisi del passaggio e della trasformazione del proto-romanzo Gli stracci (1928–1930) nella versione finale di Tre operai pubblicata nel 1934, che anticipa di un decennio forme e contenuti neorealisti promossi da istanze ed esperienze del giovane scrittore nell’ambito di certe letture impegnate, in quello delle arti visive, il cinema in particolare, o a contatto, diretto o mediato, con i grandi movimenti culturali del primo Novecento. Ma se il romanzo d’esordio getta le basi di un genere che maturerà dieci anni dopo—il neorealismo—si vuole qui dimostrare il permanere nella copiosa e apparentemente versicolore produzione del sessantennio successivo di una coerenza di metodo, sottesa e perciò non sempre còlta dalla critica, e di una costante sollecitazione a percorrere nuove strade formali e ad affrontare problematiche diverse, sempre rispettando con rigore i diversi aspetti delle realtà in atto.
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Farinelli, Patrizia. "Le sfide di «un universo più fluido» nell’opera di Giorgio Fontana". Ars & Humanitas 10, n.º 2 (21 de diciembre de 2016): 108–20. http://dx.doi.org/10.4312/ah.10.2.108-120.

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Resumen
Giorgio Fontana punta ripetutamente lo sguardo sulle trasformazioni dello spazio esterno di Milano per raccontare nei propri testi anche i mutamenti dell’identità culturale della città. A quei mutamenti presta attenzione in maniera documentaria in Babele 56. Otto fermate nella città che cambia (2008) mentre ne fa materia letteraria nel breve romanzo Per legge superiore (2011). In entrambi i testi, e nei modi richiesti dai rispettivi generi, rileva come la massiccia presenza di migranti nell’ambiente italiano spinga a rivedere non solo le coordinate identitarie dei luoghi, ma dia uno scrollo anche a paradigmi di pensiero, convincimenti, stili di vita. Il contatto con una moltitudine di persone di etnie diverse, che vivono frequentemente sotto il segno della mobilità e della precarietà, farebbe scoprire la fragilità di quanto si ritiene spesso per irremovibile in una specifica cultura: nel romanzo del 2011 è la fede stessa nella legge a richiedere nuova riflessione.
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Farinelli, Patrizia. "Le sfide di «un universo più fluido» nell’opera di Giorgio Fontana". Ars & Humanitas 10, n.º 2 (21 de diciembre de 2016): 108–20. http://dx.doi.org/10.4312/ars.10.2.108-120.

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Giorgio Fontana punta ripetutamente lo sguardo sulle trasformazioni dello spazio esterno di Milano per raccontare nei propri testi anche i mutamenti dell’identità culturale della città. A quei mutamenti presta attenzione in maniera documentaria in Babele 56. Otto fermate nella città che cambia (2008) mentre ne fa materia letteraria nel breve romanzo Per legge superiore (2011). In entrambi i testi, e nei modi richiesti dai rispettivi generi, rileva come la massiccia presenza di migranti nell’ambiente italiano spinga a rivedere non solo le coordinate identitarie dei luoghi, ma dia uno scrollo anche a paradigmi di pensiero, convincimenti, stili di vita. Il contatto con una moltitudine di persone di etnie diverse, che vivono frequentemente sotto il segno della mobilità e della precarietà, farebbe scoprire la fragilità di quanto si ritiene spesso per irremovibile in una specifica cultura: nel romanzo del 2011 è la fede stessa nella legge a richiedere nuova riflessione.
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Piazza, Antonella. "Community mental health service's monitoring by the local informative system. The results of first year implementation". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n.º 1 (abril de 1996): 46–58. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003936.

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RIASSUNTOScopo - Sono presentati i dati di monitoraggio di un servizio psichiatrico territoriale, con l'intenzione di documentare le dimensioni e il profilo demografico e clinico dell'utenza, descrivere per le prime visite le modalita di accesso e di contatto, delineare la distribuzione degli interventi in relazione alle diagnosi, i patterns di utilizzazione del servizio e infine le variabili associate al ricorso continuativo e intenso alle cure, verificando l'ipotesi che i pazienti piu seguiti siano socialmente e clinicamente i più svantaggiati. Disegno - Studio osservazionale con i dati forniti dal primo anno di attivita del sistema informativo locale. Setting - Servizio di Salute Mentale dell'ex USL 25 Emilia Romagna, attualmente Distretto San Giorgio di Piano dell'Azienda-USL Bologna Nord. Principali misure utilizzate - È stato calcolato il rischio relativo di diventare un utente lungoassistito e alto utilizzatore per alcune variabili anagrafiche e clini-co-anamnestiche, rispetto alia categoria di riferimento; la possibility di fattori di confondimento o di interazioni tra variabili e stata controllata con l'analisi stratificata. Risultati - Sono presentati i tassi grezzi di prevalenza-un giorno (635.4/100.000 resident! adulti) e di prevalenza nell'anno (1314.1/100.000) per il 1993. Tra i pazienti in contatto al census-day prevalgono le psicosi schizofreniche e simili, tra le prime visite dell'anno invece le psicosi organiche e i disturbi nevrotici. Al termine della prima visita non viene preso in carico il 50% dei pazienti; la decisione sembra basata sulla diagnosi, a prescindere dai precedenti psichiatrici o da caratteristiche socio-demografiche. Il 20% di utenza con psicosi schizofreniche e simili assorbe il 49% degli interventi e usufruisce di un ventaglio di prestazioni più ampio e articolato delle altre categorie diagnostiche. Il ricorso ai ricoveri è scarso anche per le diagnosi più gravi, con un rapporto complessivo tra pazienti non ospedalizzati e ospedalizzati di 12.5 a 1. I fattori di rischio associati con l'esito di lungoassistiti e alti utilizzatori sono l'età inferiore a 55 anni, la condizione di celibe, il vivere soli o non in famiglia, la diagnosi di psicosi funzionale, la lungoassistenza nel 1992 e la lunga durata di presa in carico. Conclusioni - Coerentemente con i propri obiettivi programmatici il servizio destina le risorse soprattutto ai pazienti clinicamente piu gravi e mostra una forte proiezione territoriale; inoltre sembra accumulare una quota di lungoassistiti proporzionalmente maggiore di altri servizi italiani. L'ipotesi che i pazienti lungoassistiti e alti utilizzatori differiscano per maggiore gravita clinica e anamnestica e confermata, mentre tra le variabili demografiche non emergono differenze statisticamente significative a seconda del sesso, della scolarita e della condizione lavorativa.
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Carla, Weber. "Accogliere l'ambiguitŕ. Risonanze ambigue nella relazione psicoterapeutica". EDUCAZIONE SENTIMENTALE, n.º 17 (diciembre de 2011): 56–74. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017005.

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Il contributo muove dall'ipotesi che le risonanze relazionali sono per loro stessa natura ambigue, non essendo mai l'uno riducibile del tutto all'altro. Esplora alla luce della base naturale della stessa relazione psicoterapeutica la "pars costruens". Accettare un certo compromesso con la vischiositŕ delle posizioni ambigue, implica, di conseguenza, l'approfondimento della capacitŕ di contenimento dell'ambiguitŕ in una determinata relazione psicoterapeutica e l'apprendimento al contatto con l'ignoto e l'indifferenziato. Il riferimento agli apporti teorici di Ferenczi, Bion, Winnicott, Bleger, consente di approfondire come co-evolve la risonanza nella relazione psicoteraputica e le possibilitŕ di attivazione di un'area intermedia, generativa di cambiamento. La clinica, inoltre, puň godere delle esperienze dei poeti e degli artisti per comprendere quanto l'ambiguitŕ sia fonte della creazione, e perciň della vita stessa. Oltre all'esplorazione dei vincoli e delle possibilitŕ di utilizzo della rilevanza generativa dell'ambiguitŕ nella relazione psicoterapeutica, il contributo esplora la natura stessa dell'ipotesi dello spazio intermedio nel setting della cura e la natura ambigua di quello stesso spazio.
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Gallese, Vittorio y Margherita Spagnuolo Lobb. "Il now-for-next tra neuroscienze e psicoterapia della Gestalt". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (mayo de 2012): 11–26. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002002.

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L'articolo riporta la trascrizione di un dialogo incalzante e vivace tra gli autori sul recente libro di M. Spagnuolo Lobb, Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella societŕ post-moderna. Ne viene fuori un confronto tra le recenti scoperte compiute dalle Neuroscienze da una parte e i temi cardine della psicoterapia della Gestalt dall'altra. Gli autori si ritrovano su argomenti quali l'intenzionalitŕ condivisa e l'attitudine umana a riconoscerla nell'altro, la genesi e lo sviluppo dell'atteggiamento accudente, la relazione terapeutica come spazio co-costruito, la practognosia di Merleau-Ponty, il rapporto tra motilitŕ e psicopatologia, l'autoregolazione del contatto terapeutico e la teoria della Simulazione Incarnata, l'intreccio tra aspetti genetici e strutturali dell'esperienza, la perdita di senso che avviene nell'esordio psicotico, la prospettiva somato-evolutiva dello sviluppo, l'evidenza non verbale dello sviluppo del paziente, la possibilitŕ di condizionare positivamente il comportamento umano e l'importanza per gli scienziati di rimanere aperti alla libertŕ umana.
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Darlene, B. Ehrenberg. "Il coinvolgimento psicoanalitico". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (diciembre de 2011): 9–28. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-001002.

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Secondo l'autrice, le sottili transazioni che avvengono fra paziente e analista costituiscono il dato analitico di partenza e la base per comprendere la struttura interattiva del processo. Giŕ Winnicott aveva saputo enfatizzare il valore e l'importanza delle reazioni affettive esplicite dell'analista: in piena sintonia con lui, si ribadisce la necessitŕ che l'analista dimostri il proprio impegno nel processo e nella relazione, anche quando il comportamento del paziente produce in lui delle reazioni disagevoli. In questo genere di procedimento interattivo, lo scopo non č quello di restare fuori dalle zone pericolose e proteggersi dalle dinamiche distruttive o semplicemente sopravvivere ad esse, ma essere d'aiuto a identificarle e trovare delle vie per entrarci e decostruirle, demistificando le sottili interazioni e disinnescando le bombe ad orologeria prima che esplodano. Per questi pazienti puň essere profondamente significativa l'esperienza nuova per cui l'analista fa di tutto per mantenere un contatto con loro anche quando la situazione si fa problematica e rischiosa.
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Steinsiek, Angela. "Das epistolarische Werk von Ferdinand Gregorovius. Eine Bestandsaufnahme". Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, n.º 1 (20 de diciembre de 2017): 290–315. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0014.

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Riassunto Quello di Ferdinand Gregorovius e uno dei piu importanti carteggi del XIX secolo. Nonostante gli sforzi dell’autore di sottrarre questa parte delle sue carte al pubblico, si sono conservate diverse migliaia di lettere che, accanto alla sua opera complessiva, rivestono un valore straordinario anche dal punto di vista letterario. Indispensabili sono le lettere per ricostruire la genesi dei suoi lavori, per comprenderne la qualita nella dialettica tra letteratura e scienza, per identificare i suoi scritti anonimi. Le sue corrispondenze con studiosi, nobili, politici, scrittori, artisti ed editori rappresentano nell’insieme un documento unico della storia politica e sociale, culturale e delle scienze nel XIX secolo e permettono di farsi un’idea concreta sulle vaste reti di contatto transnazionali non solo epistolari, ma anche personali, e sulle condizioni di lavoro di uno storico che svolgeva le sue attivita liberamente e in modo indipendente. Le sue corrispondenze, coprendo diversi decenni, mettono infine in luce i rapidi sviluppi che nella loro interazione contrassegnarono la storia italiana e tedesca dell’epoca.
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