Literatura académica sobre el tema "Eccitazione non a contatto"

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Artículos de revistas sobre el tema "Eccitazione non a contatto"

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Toso, Fiorenzo. "Contatto linguistico e percezione. Per una valutazione delle voci d’origine sarda in tabarchino*". Linguistica 40, n.º 2 (1 de diciembre de 2000): 291–326. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.40.2.291-326.

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Questo saggio intende approfondire il tema del contatto linguistico e dei meccanismi percettivi connessi, esaminando criticamente il problema dell 'interferenza sarda nella parlata ligure-tabarchina di Carloforte e Calasetta. Malgrado l'esistenza di studi specifici su questa varietà, una valutazione complessiva della componente lessicale sarda nelle sue motivazioni storico-linguistiche e sociolinguistiche non è mai stata avanzata; nondimeno, essa assume particolare interesse per quanto attiene non solo ai meccanismi di assunzione dei prestiti, ma anche alia percezione dei fenomeni di contatto da parte dei parlanti.
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Vezzali, Loris, Dora Capozza y Rossella Falvo. "Confronto tra strategie di contatto in contesti di lavoro". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 1 (marzo de 2010): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001006.

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Nella presente ricerca, si č analizzata l'efficacia di alcuni modi di contatto nel migliorare le relazioni tra Italiani e immigrati. In particolare, si sono confrontate la teoria del contatto intergruppi (Brown e Hewstone, 2005), il modello dell'identitŕ dell'ingroup comune (Gaertner e Dovidio, 2000), il modello dell'identitŕ duplice (Gaertner et al., 2000). Lo strumento utilizzato era un questionario. I partecipanti, tutti Italiani, erano lavoratori di aziende in una regione del Nord. L'ipotesi era che la salienza dell'identitŕ comune sarebbe stata la modalitŕ di contatto piů efficace per migliorare le relazioni tra Italiani e immigrati entro il contesto di lavoro. La generalizzazione degli effetti del contatto alla categoria generale degli immigrati avrebbe dovuto, invece, essere piů forte quando, negli incontri tra lavoratori italiani e stranieri, era saliente l'identitŕ duplice. I risultati hanno confermato l'ipotesi relativa all'efficacia dell'identitŕ comune, anche se non si sono rilevati i previsti effetti di moderazione. Sono state, infine, discusse le implicazioni pratiche e teoriche dei risultati ottenuti.
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Butollo, Willi y Regina Karl. "La psicoterapia del trauma ad orientamento gestaltico: l'esposizione dialogica". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (octubre de 2011): 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-001007.

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Le esperienze traumatiche non solo provocano i noti sintomi legati al trauma, ma modificano altresě il sé ed i processi del sé della persona. Per il trattamento dei disturbi post traumatici abbiamo a disposizione molteplici concetti terapeutici alternativi, che si basano su diversi modelli patogenetici. L'importanza della capacitŕ dialogica intrapsichica, necessaria all'elaborazione del disturbo relazionale e delle interruzioni di contatto conseguenti al trauma, viene in genere trascurata. La psicoterapia del trauma ad orientamento processuale, qui presentata, inserisce alcuni elementi della psicoterapia comportamentale all'interno della cornice della psicoterapia della Gestalt e si fonda su un concetto relazionale, con l'obiettivo di identificare e di sciogliere le interruzioni di contatto del soggetto. In questo modo si rendono nuovamente possibili il vissuto di continuitŕ del soggetto e la capacitŕ di risposta del sé. Utilizzando l'"esposizione dialogica" si fa riferimento alla natura dialogica dei processi del sé in ogni fase della terapia e si permette in questo modo alla persona di entrare in contatto e di confrontarsi con diverse parti di sé (traumatiche, non-traumatiche, pre-traumatiche).
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Lo sviluppo polifonico dei domini. Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (abril de 2013): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002003.

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Rispondendo alla domanda "quale prospettiva sullo sviluppo č coerente con i principi della psicoterapia della Gestalt e dunque utilizzabile a livello clinico dai gestaltisti?", l'autrice afferma che ciň che serve al clinico non č tanto una teoria dello sviluppo in sé, ma una "mente evolutiva", ossia una mappa per comprendere come il passato si rivela nel presente, che possa aiutarlo a intuire sia l'evoluzione delle modalitŕ di contatto del paziente che il suo movimento interrotto, l'intenzionalitŕ di contatto bloccata che chiede di essere liberata nel presente. Presenta dunque un modello per osservare come le risorse del paziente sono ancora disponibili nella relazione o sono dormienti. La chiave concettuale di questo lavoro č lo sviluppo polifonico di domini, che l'autrice propone come una prospettiva epistemologicamente coerente di guardare, nel qui e ora della seduta, allo sviluppo del paziente, come una funzione del campo fenomenologico, allo scopo di sostenere l'eccitazione per il contatto che ha perduto la sua spontaneitŕ, nel quadro di riferimento della domanda di terapia del paziente. Descrive i domini gestaltici, le loro caratteristiche e i rischi che implicano nel caso di un confine di contatto desensibilizzato.
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Lembo, Donata, Ilaria Prosperi y Adele Fabrizi. "Una nuova disfunzione sessuale femminile: Il Disturbo da Eccitazione Sessuale Persistente (PSAD)". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (diciembre de 2009): 49–65. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2009-002003.

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Resumen
- In 2002 S. Leiblum describes and documents a new female sexual dysfunction, called Persistent Sexual Arousal Disorder (PSAD). The dysfunction is characterized by an excitement that persists for prolonged periods, such as hours, days or weeks. The excitement is not linked to sexual desire and may also be triggered by non sexual stimuli, as mere vibrations; moreover it cannot find a way out in an orgasm, which often proves unsatisfactory. Causes that may contribute to increase female sexual activity, be it egosyntonic or egodistonic, pleasant or disturbing for the couple, are still not appropriately investigated (Leiblum, Graziottin, 2007).
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De Angelis, Livio, Lucrezia Dell'Acquila y Elisa Villani. "Stress traumatico e interventi di prevenzione per gli operatori delle professioni di aiuto e dei sistemi di soccorso in emergenza NUE 112 Lazio". Rescue Press 02, n.º 02 (1 de abril de 2022): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2022.02.01.it.

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Introduzione: Le professioni di aiuto: il contatto con la sofferenza altrui Tutti coloro che svolgono professioni d’aiuto, pur nella specificità di ciascun contesto, sono accomunati da un comune denominatore: il contatto continuo e prolungato con la sofferenza altrui. Tali professionisti, infatti, nello svolgimento della loro mansione, oltre alle competenze di natura tecnica, utilizzano anche e soprattutto abilità sociali e relazionali per soddisfare i bisogni di un’utenza che necessita urgentemente di aiuto. La caratteristica dell’urgenza crea le condizioni per cui una scelta sbagliata può diventare determinante per l’incolumità altrui. Gli operatori, in contesti emergenziali, si confrontano quotidianamente con il paradosso di “comportarsi come persone normali in situazioni anormali”. In tale scenario essi devono agire, rapidamente ed efficacemente, orientandosi al fare più che al sentire. Non è del tutto scontato che chi svolge un lavoro del genere sviluppi una forma di tolleranza alle emozioni generate da situazioni traumatiche. Il distanziamento emotivo è una risorsa di coping sicuramente funzionale per raggiungere l’obiettivo. Eppure tale distacco può diventare patologico quando l’operatore non è più in grado di entrare in contatto con le emozioni suscitate dall’evento traumatico, spinto dalla volontà non consapevole di voler aderire allo stereotipo dell’imperturbabilità. La conseguenza diretta di tale processo fa sì che si tendano a sovrastimare le proprie capacità, sperimentando un senso di inadeguatezza ancora maggiore quando per qualche ragione si perde il controllo.
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Bloom, Dan. "L'orizzonte di Manhattan. La psicoterapia della Gestalt dalla prospettiva del New York Institute for Gestalt Therapy". QUADERNI DI GESTALT, n.º 2 (marzo de 2010): 69–78. http://dx.doi.org/10.3280/gest2009-002005.

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L'articolo traccia lo sviluppo della psicoterapia della Gestalt dalla prospettiva dell'Istituto di New York. Dal tempo dell'arrivo di Laura e Fritz Perls a New York nel dopoguerra, il New York Institute for Gestalt Therapy č stato la fonte di uno sviluppo dell'approccio coerente con la cornice originaria. Il focus maggiore č stato quello del campo sociale, del confine di contatto, della sequenza di contatto, e del Sé emergente dal campo. Laura Perls, Isadore From e Richard Kitzler hanno rappresentato i formatori piů influenti. Il NYIGT ha poi continuato a svilupparsi con diverse enfasi, ma mantenendo l'identitŕ di una comunitŕ non gerarchica di insegnamento/apprendimento.
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Rolando, Piero. "Note sul lavoro con pazienti omosessuali". GROUNDING, n.º 2 (diciembre de 2011): 31–40. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002004.

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Viene sostenuta la tesi che il lavoro con i pazienti omosessuali non comporta differenze di rilievo rispetto a quello con i pazienti eterosessuali. Vengono presentate tre vignette cliniche, in cui si evidenzia il ruolo cruciale del contatto e del senso di connessione.
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Leanza, Calogero. "Trasporto aereo: ipotesi di responsabilità da "contatto sociale" per lesione dei diritti delle persone a mobilità ridotta". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 35 (abril de 2022): 91–104. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-035007.

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Il Tribunale di Firenze ha affrontato la questione relativa alla richiesta di ri-sarcimento del danno (morale) da parte di un soggetto affetto da tetraplegia in occasione dell'imbarco su un volo aereo e si è espressa nel ritenere configurabile l'ipotesi di una responsabilità da "contatto sociale". Pur in assenza di uno specifico legame contrattuale, le parti in questione sono entrate in contatto per effetto del contratto di trasporto che è stato concluso. Si è, in-fatti, in presenza di un'ipotesi in cui il rapporto obbligatorio rinviene il proprio fondamenta in una relazione specifica che intercorre tra soggetti determinati, che pur non avendo formalmente fonte contrattuale, è in grado di produrre effetti obbligatori diretti, inquadrabili sia nell'ambito dell'art. 1173 c.c. (quali «altri atti o fatti idonei a produrre effetti obbligatori i conformità dell'ordinamento giuridico») sia nell'alveo della responsabilità per inadempimento ex art. 1218 c.c.
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Zanini, Paolo. "Un democristiano italiano tra ebrei e arabi: il viaggio di Celeste Bastianetto in Israele nel giugno 1948". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (diciembre de 2011): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-002001.

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Il saggio ricostruisce il viaggio in Israele del senatore democristiano Celeste Bastianetto, avvenuto nel giugno 1948, mentre era ancora in corso la prima guerra arabo-israeliana. Egli giunse in Palestina come inviato del, ma la sua presenza assunse immediatamente maggiore rilievo di quella di un normale giornalista. Ebbe, infatti, importanti contatti sia con gli ambienti politici israeliani, sia con i religiosi cattolici presenti in Terra Santa. La sua missione, da un lato rappresentň uno dei primi tentativi di presa di contatto italiana con il governo e i circoli dirigenti d'Israele, dall'altro fu una delle primissime inchieste sulla presenza cattolica nella regione, all'indomani della guerra e dell'esodo delle popolazioni arabe. Bastianetto, che era in diretto contatto con la Segreteria di Stato vaticana, capě come il principale problema per l'avvenire del cristianesimo nella regione non consistesse nella tutela dei Luoghi Santi, ma nella necessitŕ di preservare una presenza cristiana che era stata indebolita e dispersa dalla guerra. Tale vicenda, dunque, riguarda tanto i rapporti bilaterali tra Italia e Israele quanto il piů complesso problema dei cattolici in Terra Santa.
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Tesis sobre el tema "Eccitazione non a contatto"

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Mariani, Luca. "Indagine sperimentale sulla risposta vibratoria di provini sottoposti ad eccitazione non-gaussiana". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6945/.

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Resumen
Nuova frontiera per la procedura di test tailoring è la sintesi di profili vibratori il più reali possibili, nei quali venga tenuto conto della possibile presenza di eventi transitori e della non scontata ripetibilità delle vibrazioni nel tempo. Negli ultimi anni si è rivolto un crescente interesse nel "controllo del Kurtosis", finalizzato alla realizzazione di profili vibratori aventi distribuzione di probabilità non-Gaussiana. Durante l’indagine sperimentale oggetto di questa trattazione si sono portati a rottura per fatica alcuni componenti sottoposti, in generale, a tre differenti tipi di sollecitazione: stazionaria Gaussiana, stazionaria non-Gaussiana e non stazionaria non-Gaussiana. Il componente testato è costituito da un provino cilindrico montato a sbalzo e dotato di una massa concentrata all’estremità libera e di una gola vicina all’incastro, nella quale avviene la rottura per fatica. Durante l’indagine sperimentale si è monitorata la risposta in termini di accelerazione all’estremità libera del provino e di spostamento relativo a monte e a valle della gola, essendo quest’ultimo ritenuto proporzionale alle tensioni che portano a rottura il componente. Per ogni prova sono stati confrontati il Kurtosis e altri parametri statistici dell’eccitazione e della risposta. I risultati ottenuti mostrano che solo le sollecitazioni non stazionarie non-Gaussiane forniscono una risposta con distribuzione di probabilità non-Gaussiana. Per gli altri profili vale invece il Teorema del Limite Centrale. Tale per cui i picchi presenti nell'eccitazione non vengono trasmessi alla risposta. Sono stati inoltre monitorati i tempi di rottura di ogni componente. L’indagine sperimentale è stata effettuata con l'obiettivo di indagare sulle caratteristiche che deve possedere l’eccitazione affinchè sia significativa per le strategie alla base del "controllo del Kurtosis".
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Pizzol, Angelisa. "Taratura di bracci articolati di misura che integrino un sistema si scansione non a contatto". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427082.

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Resumen
Purpose: The aim of this research thesis is the definition and implementation of an original norm or a technical specific for developing a procedure for calibration of a measuring system consists of an articulated arm coordinate measuring machine and a laser. Design/methodology/approach: Regulations and techniques for the verification of precision and accuracy of these system have been studied and analyzed. These techniques have been also developed and applied in case-studies to highlight the application limits and solutions. The guidelines proposed by the current standards have been modified and adapted to eliminate the causes of incompatibility found in the type of instruments covered by the work. A method to evaluate the performance of these measurement systems is developed and proposed. Findings: The main result is the technical specific for assessing the performance of a system consisting of an articulated arm coordinate measuring machine that incorporates a non-contact scanning system. During the research other results have been obtained such as an overview of issues relating to the use of optical measuring instruments and methods to address or resolve. Practical applications: During the search tools and methods have been applied concerning the calibration of coordinate measuring machines, with particular interest in the articulated arm measuring and laser scanning instruments. Originality/value: The propose technical specific, research results, is a new and unique model in the international arena for testing the performance of articulated arms coordinate measuring machines that integrate non-contact scanning systems. Keywords: Articulated Arm Coordinate Measuring Machine, laser, artefact, ASME B89.4.22, VDI/VDE 2634-2
Scopo: L’obiettivo della ricerca è stato la definizione e realizzazione di una norma o di una specifica tecnica per lo sviluppo di una procedura di taratura di un sistema di misura costituito da un braccio articolato di misura e da un laser. Metodo: Sono state studiate le normative vigenti e le tecniche per la verifica della precisione e dell'accuratezza dei sistemi in oggetto. Le tecniche sono state poi sviluppate e applicate ad un caso reale per evidenziarne i limiti applicativi e le soluzioni. Le direttive proposte dalle normative vigenti sono state modificate e adattate per eliminare le cause di incompatibilità riscontrate nelle tipologie di strumenti oggetto del lavoro ed è stato realizzato e proposto un metodo per valutare le prestazioni di tali sistemi di misura. Risultati: Il principale risultato ottenuto è la specifica tecnica che permette di valutare le prestazioni di un sistema costituito da un braccio articolato di misura che integra un sistema di scansione non a contatto. Durante l’attività di ricerca sono stati ottenuti altri risultati come ad esempio una panoramica di problematiche relative all'utilizzo di strumenti di misura ottici e le modalità per affrontarle o risolverle. Applicazioni pratiche: Durante la ricerca sono stati applicati strumenti e metodi inerenti la taratura di macchine di misura a coordinate, con particolare interesse ai bracci articolati di misura, e di strumenti a scansione laser. Originalità: la specifica tecnica proposta, risultato della ricerca, è un nuovo e unico modello nel panorama internazionale per la verifica delle prestazioni di bracci articolati di misura che integrano sistemi di scansione non a contatto. Parole chiave: Braccio articolato di misura, laser,artefatti, ASME B89.4.22, VDI/VDE 2634-2
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Baldazzi, Matteo. "Indagine sperimentale sulla risposta dinamica di provini piatti in lega d'alluminio sottoposti a diverse tipologie di eccitazione vibratoria non-gaussiana". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8099/.

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Resumen
Negli ultimi anni va sempre più affermandosi l’idea che nei test a fatica utilizzati in ambito industriale per testare la resistenza di numerosi prodotti, riprodurre profili vibratori con distribuzioni gaussiane non sia sufficientemente realistico. Nell’indagine sperimentale riportata in questo trattato vengono confrontati gli effetti generati da sollecitazioni leptocurtiche ottenute da misurazioni reali, con profili vibratori gaussiani a parità di RMS e forma della PSD (Power Spectral Density) verificando la validità della “Papoulis rule”. A partire da questi profili vibratori si è effettuata una progettazione ad hoc dalla quale sono stati ricavati dei provini piatti in lega di alluminio a cui è collegata una massa ausiliaria. Quest’ultimi montati a sbalzo su uno shaker elettrodinamico, sono caratterizzati da una variazione di sezione che localizza la sezione critica in prossimità dell’incastro. I provini sono stati inoltre caratterizzati attraverso prove a trazione e test accelerati a fatica, ricavandone la caratteristica a trazione del materiale ed il diagramma di Wohler. In seguito alla descrizione di tali prove viene riportata un’analisi dei provini sollecitati da due profili vibratori, uno gaussiano e uno ad elevato valore di kurtosis, monitorando tramite l’impiego di accelerometri i valori dell’eccitazione e la risposta. Vengono inoltre verificati i valori delle deformazioni dovute alle sollecitazioni imposte collocando due estensimetri in corrispondenza della sezione critica di due provini (uno per ogni tipologia di input).
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FITTI, Matteo. "Non-contact smart measurement systems for in-line quality control of precision turned parts". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/274500.

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Questa tesi è il risultato del lavoro svolto nell'ambito del progetto europeo H2020 GO0D MAN e intende essere un contributo alla realizzazione del paradigma dell' Industry 4.0. In particolare, riguarda lo sviluppo di sistemi intelligenti di controllo qualità in linea. Il lavoro presenta lo sviluppo di due sistemi: a) un sistema di misura automatizzato basato su un sensore cromatico confocale per controllare le dimensioni dei componenti metallici torniti e b) un sistema di controllo automatizzato basato su visione artificiale per verificare la presenza di bave dovute al processo di foratura sulle stesse parti. Questi componenti metallici, costituiti da piccoli cilindri cavi con numerosi fori laterali, sono utilizzati nelle valvole idrauliche destinate all'industria automobilistica. Il controllo di qualità di queste parti richiede la verifica di tolleranze dimensionali rigorose e delle prestazioni funzionali. L'obiettivo generale del progetto è realizzare un controllo di qualità in linea al 100% al fine di prevenire la generazione e la propagazione di difetti all'uscita della stazione di lavorazione di tornitura. I due sistemi sviluppati presentano un comportamento intelligente, finalizzato alla gestione dell'incertezza di misura e alla riduzione del rischio di diagnosi errate. Il livello di automazione e l'approccio ottico senza contatto adottato consentono di estendere i controlli precedentemente effettuati su campioni statistici al 100% della produzione. Dopo aver presentato i casi industriali, questa tesi discute la progettazione concettuale di ciascun sistema, i passaggi per la realizzazione dei prototipi, la loro caratterizzazione in condizioni di laboratorio e infine la dimostrazione in una vera linea di produzione.
This thesis is the result of work carried out within the European project H2020 GO0D MAN and intends to be a contribution to realize the Industry 4.0 paradigm. In particular, it concerns the development of in-line smart quality control systems. The work presents the development of two systems: a) an automated measurement system based on a confocal chromatic sensor for checking the dimensions of turned metal components and b) an automated control system based on computer vision for checking the presence of burrs due to the drilling process on the same parts. These metal components, which consist of little hollow cylinders with several lateral holes, are used in hydraulic valves intended for use in the automotive industry. The quality control of these parts requires the verification of stringent dimensional tolerances and functional performances. The overall objective of the project is to realize an in-line 100% quality control in order to prevent the generation and propagation of defects at the exit of the turning processing station. The two systems developed exhibit smart behaviour, aimed at managing measurement uncertainty and reducing the risk of misdiagnosis. The automation level and the optical non-contact approach adopted allows to extend the controls previously made on statistical samples to 100% of the production. After presenting the industrial cases, this thesis discusses the conceptual design for each system, the steps for the realization of the prototypes, their characterization in laboratory condition and finally the demonstration in a real production line.
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FERRANTE, ANGELA. "Computational strategies for discrete modeling of Cultural Heritage structures". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2021. http://hdl.handle.net/11566/287778.

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Lo scopo di questo lavoro di ricerca è presentare lo sviluppo di approcci discontinui e l'influenza della stereotomia per simulare il comportamento dinamico non lineare di strutture storiche in muratura di grandi dimensioni. Gli obiettivi sono quindi le valutazioni qualitative e quantitative dei diversi approcci esistenti e delle principali leggi costitutive, l'analisi e la calibrazione dei parametri meccanici e fornire forti indicazioni sul miglior livello di discretizzazione necessario per questo tipo di approcci. Pertanto, lo studio prevede l'utilizzo di schemi di integrazione temporale implicita ed esplicita per la dinamica strutturale, rispettivamente nel metodo della Dinamica di Contatto Non Regolare e Modello di Zona Coesiva implementati nel codice LMGC90©, dove i moti di scorrimento sono governati dalla condizione di impenetrabilità di Signorini e dalla legge di attrito di Coulomb, e nel Metodo degli Elementi Discreti con comportamenti coesivi e di resistenza a trazione dei giunti nel codice 3DEC©. Una serie di casi studio di strutture esistenti è stata rappresentata adottando quattro diversi modelli geometrici che andavano da quello più complesso, comprese le pareti in muratura a geometria piena e disordinata (a sacco), a quello più semplice, includendo le murature con singolo paramento come semplificazione delle opere murarie esistenti. I risultati numerici hanno evidenziato le modalità di cedimento dipendenti dalla forma, dimensione e tessitura della muratura e le modalità di danneggiamento progressivo sotto azioni dinamiche. Inoltre, gli approcci numerici presentati si sono dimostrati in grado di simulare grandi spostamenti e separazioni complete di blocchi, riprodurre comportamenti meccanici complessi e fare previsioni sulla valutazione di vulnerabilità degli edifici storici in muratura. I risultati discussi sono positivi e preziosi nell'ottica della preservazione del patrimonio culturale da danni futuri proponendo linee guida per il rinforzo e l'adeguamento sismico delle strutture.
The aim of this research work is to present the development of discontinuous approaches and the influence of stereotomy to simulate the nonlinear dynamic behavior of historical large-scale masonry structures. Thus, the objectives are the qualitative and quantitative evaluations on the different existing approaches and the main constitutive laws, the analyses and calibration of mechanical parameters, and providing strong indications on the best level of discretization needed for these kinds of approaches. Thus, the study involves the use of implicit and explicit time integration schemes for structural dynamics, respectively in the Non-Smooth Contact Dynamics method and Cohesive Zone Model implemented in the LMGC90© code, where sliding motions are governed by Signorini's impenetrability condition and dry-friction Coulomb's law, and in the Discrete Element Method with cohesive and tensional behaviors at the joints in the 3DEC© code. A set of case studies from real structures was represented adopting four different geometric models ranged from the most complex one, including the full geometry and multi-leaf masonry walls, to the simplest one, including the single-leaf walls as a simplification of the real masonry. The numerical results highlighted the failure modes depending on the shape, size and texture of the masonry and the modalities of progressive damage under dynamic actions. Moreover, the numerical approaches presented have proven to be capable of simulating large displacements and complete block separations, reproducing complex mechanical behaviors and making predictions on the vulnerability assessment of the historical masonry buildings. The results discussed are successful and valuable in view of preservation of the cultural heritage from future damages proposing guidelines for strengthening and seismic retrofitting of structures. ​
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Gulino, Michelangelo-Santo. "Ultrasuoni generati da diodo laser: monitoraggio non distruttivo di componenti meccanici". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1189544.

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Il lavoro descrive il processo di messa a punto di una metodologia d’ispezione non distruttiva di componenti meccanici, basata sull’eccitazione non a contatto di ultrasuoni (US) tramite diodi laser modulabili. Il fenomeno fisico a cui tale eccitazione risulta riconducibile è denominato “fotoacustica”: un riscaldamento localizzato del materiale a partire da impulsi luminosi ed il suo successivo raffreddamento comportano la sua dilatazione e contrazione, con conseguente propagazione di onde elastiche nel componente. Poiché il diodo laser rappresenta una tecnologia non convenzionale di eccitazione ultrasonora, requisito fondamentale è comprendere il fenomeno della fotoacustica nel suo complesso al fine di ottimizzare il sistema d’ispezione. L’indagine ha dapprima coinvolto alcuni provini, per essere successivamente traslata verso componenti meccanici e, nello specifico, assili ferroviari; per l’assile, un’ispezione di tipo contactless risulta particolarmente desiderabile, in quanto permette di ispezionare il componente mentre si trova in rotazione, durante l’esercizio. Nondimeno, l’impiego di diodi laser in luogo di soluzioni come i laser impulsati apre le porte alla creazione di un layout d’ispezione non a contatto a basso costo, adatto all’applicazione su vasta scala. La prima fase del progetto di ricerca ha coinvolto lo studio e la messa a punto di un sistema per la rilevazione di onde sulla base dei risultati di una preliminare campagna di prove: impiegando una sonda piezoelettrica a banda larga a contatto, sono stati identificati US di tipo longitudinale e superficiale propaganti in provini ed eccitati tramite diodo da 0.15 W. L’analisi ha permesso di compiere passi in avanti rispetto alla letteratura tecnica in termini di qualità del segnale ultrasonoro rilevato; parametro di particolare rilevanza è la durata (delta) dell’impulso laser impiegato, che influenza direttamente sia il rapporto segnale-rumore (signal-to-noise ratio, S/N ) che la frequenza centrale f0 delle oscillazioni ultrasonore. L’uso di una sorgente dalla maggior potenza (5W) ha permesso di spingere l’applicazione del sistema d’ispezione ad un ambito dal maggior interesse ingegneristico, inerente all’eccitazione di US in componenti meccanici completi come gli assili ferroviari. Stante la maggior criticità delle cricche sulla superficie in conseguenza del momento flettente rotante cui l’assile è continuativamente sottoposto, la campagna sperimentale ha mirato alla rilevazione di tali difettosità tramite onde di tipo superficiale: è stato determinato come una cricca profonda 3 mm sul corpo dell’assile comporti una riduzione del 65% nel valore di S/N, eccitando US con frequenza centrale di 200 kHz. Analoghe considerazioni possono essere estese a cricche posizionate sui raggi di raccordo, in corrispondenza dei quali si vengono sovente a concentrare le tensioni massime. Una successiva sperimentazione tramite sonde non a contatto a banda stretta ha fatto emergere l’impossibilità di rilevare ultrasuoni, richiedendo un’ulteriore messa a punto del sistema d’indagine per concentrare maggiormente la banda dell’US attorno alla frequenza centrale della sonda stessa. Avvalendosi del fenomeno fisico di doppia eccitazione di US tramite un singolo impulso laser (il primo quando ha luogo il riscaldamento, il secondo all’atto del raffreddamento), è stato proposto l’impiego di una sequenza in input al diodo costituita da impulsi dalla medesima delta e relativamente distanziati nel tempo di 2(delta). Tale soluzione permette di concentrare la banda intorno a f0=1/(2(delta)), con un’amplificazione controllata del segnale fino al 210% rispetto al caso di singolo impulso. Nonostante gli ulteriori sforzi profusi nell’ottimizzazione della ricezione, non è stato possibile evidenziare la presenza di US tramite sonde non a contatto. Conseguentemente, il lavoro si conclude con la proposta di metodologie alternative per la rilevazione non a contatto degli US eccitati da diodo: requisito fondamentale per tali alternative è un prezzo limitato tale da non confliggere con uno degli obiettivi del progetto, ovvero la messa a punto di un sistema d’ispezione dal basso costo complessivo. Preme tuttavia sottolineare come la metodologia di eccitazione sviluppata per la rilevazione a contatto di US propaganti in componenti meccanici risulti estremamente performante: la ricerca ha dunque raggiunto il principale scopo previsto di comprendere il complesso fenomeno di eccitazione di US tramite diodo laser, illustrandone le prestazioni effettive in una concreta applicazione ingegneristica ed andando ad arricchire quanto disponibile allo stato dell’arte.
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VALLARIELLO, VALENTINA. "Disposizioni testamentarie a contenuto non patrimoniale e nuove tecnologie informatiche". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1103382.

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La presente trattazione, prendendo le mosse da un'attenta analisi della successione testamentaria, si è proposta di mettere in luce le istanze di rinnovamento che negli ultimi tempi hanno spinto la dottrina e l'interprete a cercare di trovare delle possibili alternative contrattuali al testamento, quest'ultimo ritenuto dai più inadeguato a rispondere alle mutate condizioni sociali. In questa prospettiva è apparso significativo interrogarsi preliminarmente sulla natura del testamento, per poi procedere ad un'analisi dello stesso sotto il profilo dei contenuti. In particolare ci si è voluti concentrare sulla verifica dell'ammissibilità di un contenuto atipico a carattere non patrimoniale anche nell'ipotesi di successione mortis causa aventi ad oggetto files o dati digitali contenuti in spazi virtuali ovvero server remoti (il c.d. cloud). Più nello specifico, in un'ottica di revisione del diritto delle successioni, sono state messe in luce tutte le potenzialità connaturate agli atti di ultima volontà. Invero, prendendo le mosse dalla teoria patrimoniale del testamento e dunque dalla ripartizione tra disposizioni testamentarie a contenuto patrimoniale e disposizioni a contenuto non patrimoniale e considerando che l'ordinamento italiano contempla numerose ipotesi di atti di ultima volontà diversi dal testamento, si è giunti alla conclusione di ritenere che taluni interessi esistenziali post mortem della persona non reclamino necessariamente un testamento, ma possono trovare una collocazione anche all'interno della categoria degli atti di ultima volontà. È stato possibile ipotizzare che in un prossimo futuro la successione nel patrimonio digitale divenga regolata attraverso atti di ultima volontà non formali, ma perfettamente validi in ambito digitale.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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Libros sobre el tema "Eccitazione non a contatto"

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Moracci, Giovanna y Alberto Alberti, eds. Linee di confine. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-557-5.

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Il titolo di questo volume rimanda a una realtà presente, spesso drammaticamente, in tutti i territori in cui le culture slave, in diverse fasi storiche, si sono trovate a vivere a contatto con altre etnie. Al di là dei problemi di convivenza, complicati oggi da fenomeni quali globalizzazione e multiculturalismo che dissimulano i conflitti identitari, la storia degli slavi si è sempre intrecciata a quella di altri popoli. È sembrato opportuno dunque proporre il tema, non inedito, dei ‘confini’, che offre ampio spazio di riflessione su una molteplicità di aspetti delle culture slave. Ancora oggi dall’Italia si guarda ai paesi dell’Europa centro-orientale con un certo scetticismo. Le lingue e le tradizioni di quest’area restano poco o niente affatto note. I flussi migratori dei popoli di questi ultimi vent’anni hanno contribuito a creare l’immagine di un’Europa di secondaria importanza, arretrata, che vuole imporsi alla prima. Questo volume collettivo vuole invece mostrare come la nostra identità di europei si riesca a mettere a fuoco, e con difficoltà, solo allargando lo sguardo ad est e imparando la lezione dei territori dell’Europa centro-orientale. Anche se gli slavi occidentali e parte degli slavi meridionali hanno partecipato alla storia occidentale sin dal medioevo e ne sono stati poi divisi dagli eventi storici, si potrà forse forgiare una nuova identità europea solo riflettendo sulle vicende dell’intero mondo slavo, e sperimentando le stesse difficoltà di convivenza (quale è ora anche l’esperienza dell’Europa occidentale) fra residenti e immigrati, culture maggioritarie e minoritarie, identità e alterità.
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