Literatura académica sobre el tema "E nomi di luoghi geografici"

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Artículos de revistas sobre el tema "E nomi di luoghi geografici"

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Pavan, Luca. "Alcuni problemi di interpretazione dei toponimi nella lingua italiana e lituana". Verbum 2 (6 de febrero de 2011): 47–54. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2011.2.4954.

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Resumen
Da oltre mezzo secolo l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito, in un folto numero di paesi che vi aderiscono, delle commissioni di lavoro per tentare di semplificare i problemi connessi alle diverse denominazioni linguistiche dei nomi geografici. Ogni paese, infatti, accetta la presenza di esonimi nella propria lingua. Le complicazioni che ne derivano implicano anche la scarsa comprensione di alcuni toponimi tra persone che parlano diverse lingue. In questo studio si affronta il problema della denominazione dei luoghi geografici nella lingua italiana e in quella lituana. Alcune liste di esonimi italiani vengono comparate ai rispettivi toponimi della lingua lituana. Nei dizionari linguistici non figura la traduzione dei toponimi e l’uso di queste liste agevolerebbe la conoscenza dei luoghi geografici dal punto di vista della lingua italiana. La didattica di insegnamento delle lingue spesso non prende in considerazione il problema degli esonimi. In un mondo globalizzato la denominazione dei luoghi geografici dal punto di vista di lingue diverse sembra essere di fondamentale importanza, soprattutto per chi studia le lingue e spesso aspira a viaggiare in paesi stranieri.
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Folliero-Metz, Grazia Dolores. "Dante peregrino". apropos [Perspektiven auf die Romania], n.º 8 (26 de julio de 2022): 196–215. http://dx.doi.org/10.15460/apropos.8.1925.

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Resumen
Il testo della Divina Commedia abbonda di toponimi italiani, fra cui sono presenti anche molti idronimi. A questi ultimi si aggiungono le idrografie immaginate da Dante nell’Oltretomba (Inferno e Purgatorio). Il presente contributo, partendo da alcuni studi classici dei due secoli passati (di A. Bassermann, A. Sacchetto, G. Fallani), analizza il ruolo e la funzione dei toponimi e in particolare degli idronimi all’interno del testo dantesco. È possibile ravvisare in questo elemento uno fra i motori del successo della Divina Commedia in Italia, nella misura in cui i nomi geografici fanno da cerniera fra i secoli e i lettori, la poesia diventa il luogo della memoria storica e geografica e i luoghi, all’inverso, assurgono a custodi della rimembranza poetica.
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Germanň, Alberto. "Vino e controversie internazionali". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 1 (junio de 2011): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-001002.

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Resumen
L'autore analizza quattro casi sul vino che offrono l'occasione per un esame della normativa in materia. Nel dirimere la controversia concernente il vino friulano "Tocai", nel 2005 la Corte di giustizia ha confermato il divieto di utilizzare il suddetto nome oltre il 31 marzo 2007 respingendo ogni contestazione basata sull'omonimia tra il segno "Tocai" (per un vino bianco secco del Friuli) e quello "Tokaj" (per un vino dolce dell'Ungheria), dato che questa non puň esistere tra nomi che sono espressione di entitŕ differenti: vitigno nel caso italiano, vino nel caso ungherese. Il Panel Wto del 15 marzo 2005 ha affrontato la questione sorta nel 2003 sul rapporto tra un marchio geografico extracomunitario anteriore e una indicazione geografica comunitaria successiva, riconoscendo la legittimitŕ della normativa comunitaria rispetto all'Accordo Trips e, pertanto, ammettendo la coesistenza di indicazioni geografiche comunitarie con marchi geografici precedentemente registrati, purché non vi sia induzione in errore. L'Accordo del 10 marzo 2006 tra Usa e Ue sul mercato dei vini, nel confermare l'Accordo Trips che esclude la protezione dei segni (anche geografici) divenuti generici, precisa che gli Usa ritengono generiche le indicazioni Chianti e Marsala. Con sentenza dell'11 maggio 2010, il Tribunale di I grado ha rigettato l'istanza di registrazione come marchio comunitario del nome "Cuvče Palomar", per la presenza della doc Valencia comprensiva, nella tutela, del comune "el Palomar". Il Tribunale ha fondato la decisione sulla tutela assoluta che viene riconosciuta sia dall'art. 23 dell'Accordo Trips che dall'art. 7, par. 1, lett. j) del regolamento n. 40/1994 e, quindi, sul divieto di utilizzare anche l'indicazione geografica del luogo in cui viene realmente prodotto il vino che si voleva marcare con il nome "Cuvče Palomar" che č uguale al nome dell'indicazione geografica protetta identificatrice dei vini prodotti nella differente regione di Valencia.
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Filipi, Goran. "Ornitonimia istriana: il pettirosso". Linguistica 32, n.º 2 (1 de diciembre de 1992): 151–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.151-158.

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Resumen
Il lavoro presenta un commento linguistico (soprattutto etimologico) ai nomi del pettirosso nelle parlate istriane (istroveneto, istrioto, istrorumeno, croato, sloveno e montenegrino). Abbiamo raccolto i nomi in 135 luoghi della regione istro -quameri­ na (isola di Veglia compresa). Un elenco completo di tutti i nomi raccolti per questa specie verrà data alla fine del saggio. Per non confondere ii lettore le parole di tutti gli idiomi si riportano con la stessa grafia (I'alfabeto croato). L' accento viene segnato come si usa nelle rispettive parlate, tranne per le parole rumene dove si adotta ii sistema croato (perché corrisponde alla realtà fonetica dell' istrorumeno).
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Malatesta, Stefano. "Uniche, remote e vulnerabili: il ‘bisogno di natura' nella geo-grafia delle regioni insulari". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 2 (junio de 2021): 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12031.

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Resumen
Il contributo discute il bisogno di un'idea di natura funzionale alla costruzione delle isole come luoghi geografici eccezionali. Questa riflessione teorica viene sviluppata facendo riferimento al campo degli studi insulari. Prima mostrando la relazione tra la natura e le categorie dell'insularità (nello specifico vulnerabilità, unicità e isolamento), in seguito proponendo alcuni modelli di isole che rappresentano l'esito materiale di questa relazione.Natura e società sono poste in posizione dialettica per mostrare come l'insularità sia ilprodotto di processi culturali e politici che si fondano, anche, sulla separazione tra antropicoe naturale.
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Pavan, Luca. "Una nuova lista di “falsi amici” e di “interferenze onomastiche” nella lingua italiana e lituana". Verbum 5 (6 de febrero de 2015): 238–46. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2014.5.5012.

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Resumen
In un precedente studio (Pavan 2010 ) si è messa in rilievo l’influenza dei “falsi amici” tra gli apprendenti lituani della lingua italiana presso l’Università di Vilnius. I “falsi amici”, cioè i termini di una lingua che somigliano a quelli di un’altra ma che producono significati diversi, sono presenti in numero ridotto anche tra la lingua lituana e quella italiana. Nello stesso studio era stata anche fornita una lista di “falsi amici”, molti dei quali utilizzati per valutarne l’influenza nell’apprendimento dell’italiano. Questo studio intende da un lato ampliare la lista di “falsi amici” proponendone e commentandone una nuova serie, dall’altro introdurre un nuovo tipo di interferenza linguistica che viene qui definita “interferenza onomastica”. L’onomastica in questo caso è quella dei nomi propri di persona, tralasciando in questo caso l’onomastica geografica dei nomi propri di luogo. Viene evidenziato un nuovo problema di false analogie linguistiche che, in certi casi, potrebbe influire in senso negativo sulla comprensione della lingua, soprattutto ai livelli più bassi di apprendimento. Alcuni nomi propri di persona lituani, infatti, producono termini con un significato nella lingua italiana, generando una possibile interferenza nella comprensione linguistica ai livelli più bassi di apprendimento. Lo scopo principale delle liste di termini qui esposti è quello di contribuire alla auspicabile stesura di un dizionario di “falsi amici” per la lingua lituana e quella italiana, che possa tornare utile agli studenti e agli studiosi delle due lingue.
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Treccani, Gian Paolo. "Geografie risorgimentali. Allestimenti celebrativi e trasformazioni urbane a Brescia, 1861-1895". STORIA URBANA, n.º 132 (febrero de 2012): 165–201. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132006.

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Resumen
All'indomani dell'annessione di Brescia al regno d'Italia (1859) si attuarono una serie di iniziative volte a commemorare da un lato i cosiddetti padri della patria, protagonisti della stagione risorgimentale, e dall'altro gli episodi che, nel 1849, videro la cittŕ insorgere contro il dominio austriaco dando luogo alla rivolta nota come Dieci giornate. Tutto ciň determinň un sostanziale processo di trasformazione della cittŕ antica, e in parte contribuě a definire il volto di quella moderna. Avvenne con la formazione d'importanti ambiti celebrativi costituti da statue dedicate agli eroi del Risorgimento (Garibaldi in primo luogo), con la sistemazione urbanistica realizzata attorno a queste sculture, la posa di lapidi, il restauro dei "monumenti nazionali" e, infine, con una nuova toponomastica che cancellando antichi nomi di strade e piazze ebbe l'ambizione di rifondare simbolicamente la cittŕ. Tale processo vide in Giuseppe Zanardelli, deputato liberale, ministro dei Lavori pubblici, della Giustizia e piů tardi Primo ministro del regno, un protagonista assoluto capace di concretizzare in queste operazioni l'ideale politico di unitŕ della nazione ma soprattutto di concepire questo progetto in un piů ampio programma di modernizzazione e progresso della societŕ bresciana.
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Puntin, Maurizio. "Pieris e Begliano: villaggi medievali del basso Isonzo dall‘incerta identità". Linguistica 55, n.º 1 (31 de diciembre de 2015): 89–102. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.55.1.89-102.

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Resumen
L’autore ha studiato a fondo, a cominciare dagli anni ’90, la toponomastica e l’antica antroponimia del Territorio di Monfalcone. Dopo la pubblicazione della II edizione dell’opera (P 2010) le ricerche sono continuate e hanno sempre confermato quei primi risultati. In pratica questo angolo sud-orientale del Friuli rientrò almeno fino a tutto il sec. XV nella Slavia submersa, con una maggioranza di abitanti slavofoni ed una minoranza parlante un dialetto friulano che si situava morfologicamente fra quello centrale e le antiche e scomparse parlate friulaneggianti di Trieste e Muggia. Nell’articolo si ripresentano brevemente molti nomi di persone e di luoghi di Pieris e Begliano (oggi Comune di S. Canzian d’Isonzo), con alcuni nuovi dati emersi ultimamente: per esempio sull’attuale località Isola Morosini (nel sec. XV Otoch) che apparteneva in età medievale all’Abbazia benedettina di Moggio. Viene rivista anche l’etimologia del nome della località di Begliano, lasciata in sospeso nei lavori precedenti fra l’opzione predialistica romana (*Bellius) e quella paleoslava (*Beljan o *Beljani); assegnando questo toponimo allo strato linguistico slavo. Bisogna distinguere però questo strato sloveno medievale da uno successivo, rappresentato essenzialmente da nomi e soprannomi di persone immigrate nel Monfalconese fra la fine del sec. XV e il sec. XVII. Gente di origine balcanica (sclabonus sive bisiacus) che fuggiva dalle invasioni turche ed entrava in un angolo di Friuli soggetto a Venezia. I tre villaggi erano vicini all’antico traghetto (zopum) di Pieris sul fiume Isonzo e la parte finale dell’articolo è dedicata alla discussione sull’etimo del termine friulano çòp/zòpul ‘piroga’ (slov. dial. čupa), su cui era intervenuto uno scrittore di Trieste proponendo un’origine slovena. L’autore dell’articolo mostra invece come non si possa facilmente disgiungere il termine çop/zop da tutta una trafila di voci, ben attestate nell’area romanza del nord-est italiano (compresa la lingua dalmatica oggi estinta). Voci che sembrano tutte gravitare attorno al semantema “ceppo, legno scavato” e che potrebbero in ultima analisi essere di lontana origine prelatina.
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RGI, Redazione. "Informazione bibliografica". RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, n.º 1 (marzo de 2022): 125–67. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13371.

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L'Informazione bibliografica del numero 1/2022 della «Rivista Geografica Italiana» presenta le recensioni dei seguenti testi: Giada Peterle, Comics as a Research Practice. Drawing Narrative Geographies Beyond the Frame (Alberto Vanolo) Andrea Pase, Geografly: la mosca e la mappa. Attorno ad una foto di Alberto Schön (Egidio Dansero) Deirdre Mask, Le vie che orientano. Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade (Giuseppe Muti)  Laura Lo Presti, Cartografie (in)esauste. Rappresentazioni, visualità, estetiche nella teoria critica delle cartografie contemporanee (Alessandra Bonazzi) Angelo Turco, Geografie pubbliche. Le ragioni del territorio in dieci itinerari social (Filippo Celata) Angelo Turco, Epimedia. Informazione e comunicazione nello spazio pandemico (Tania Rossetto)  John Mc-Neill, Qualcosa di nuovo sotto il sole. Storia dell'ambiente nel XX secolo (Cecilia Pasini) Emanuele Bompan, Federica Fragapane, Marirosa Iannelli e Riccardo Pravettoni, Atlante geopolitico dell'Acqua. Water grabbing, diritti, sicurezza alimentare ed energia (Margherita Ciervo)  Carlos Alberto Franco da Silva, A modernização distópica do território brasileiro (Teresa Isenburg) Flavio Lucchesi, Australia, gli antipodi vicini. Tasselli geografici (Luisa Carbone) Alberto Di Monte, Sentieri migranti. Tracce che calpestano il confine (Silvia Aru)  Michela Lazzeroni, Geografie dell'università. Esplorazioni teoriche e pratiche generative (Samantha Cenere) Associazione Mecenate 90, L'Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie (Michela Lazzeroni)  
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Lloyd, John, Neil Christie y Gary Lock. "From the mountain to the plain: landscape evolution in the Abruzzo. An interim report on the Sangro Valley Project (1994–5)". Papers of the British School at Rome 65 (noviembre de 1997): 1–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010576.

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Resumen
DALLA MONTAGNA ALLA PIANURA: EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO IN ABRUZZO. UN RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO DELLA VALLE DEL SANGRO 1994–95Questo rapporto discute le metodologie ed i principali ritrovamenti delle prime due stagioni del progetto della Valle del Sangro, tuttora in corso. Il progetto, organizzato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dalle Università di Leicester e di Oxford, ha lo scopo di esaminare i dati archeologici, architettonici, etnografici ed ambientali per l'alta e la media/bassa valle, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo svolto dalla piccola città e dal villaggio in una varietà di paesaggi in un periodo che va dall'arcaico all'alto medioevo (ca 600 a.C. – 900 d.C.).Gli scavi di siti arcaici e successivi in Val Fondillo — nell'alta valle — e dell' oppidum ellenistico e romano di Monte Pallano nella media valle sono di grande importanza per la conoscenza dell'epoca sannita e di quella romana, mentre nomi di luoghi (quale Fara) e resti di castelli (quale la Rocca Intramonti) forniscono un'iniziale guida allo studio degli schemi insediativi alto medievali e medievali. La ricognizione ha cominciato a fornire un quadro dettagliato dell'occupazione dell'area gravitante su questi siti, con l'analisi CAD e GIS come elemento centrale di questo studio. Una notevole importanza è stata anche data ad uno studio etnografico volto alla comprensione del ruolo della transumanza (un elemento tradizionale dell'economia regionale) e la sua relazione con gli antichi sistemi insediativi e di uso del territorio.
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Tesis sobre el tema "E nomi di luoghi geografici"

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Lavarini, Paola. "Luoghi e pratiche di esilio nell'Italia gota: aspetti geografici, giuridici e culturali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423288.

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Resumen
The subject of this thesis is the exile in its several juridical forms, the geographical and chronological context is the Gothic Kingdom of Italy (5th-6th Century). From the geographical point of view there is an analysis of different cases of exile’s places, in both an inclusive (confined in…) and exclusive (expulsion from…) sense. The thesis has a peculiar focus on islands, analyzing their function and perception during antiquity. From the juridical point of view there is an excursus on roman law, for researching the exile’s legal origins. As for the cultural aspects, the influence of the Christianity, which has given strongly positive value to the typical characteristics of exile (loneliness, isolation, distance…), particularly for the eremitic life, has been investigated. Finally, the point of view of a specific exile, Boethius, has been analyzed. He described his situation of reclusion as “exile” in his De consolatione Philosophiae, where we can observe the transition from the exile as a condition of the body to a state of soul.
Il tema di questa tesi è l’esilio nelle sue molteplici forme giuridiche; il contesto geografico e cronologico è quello del regno goto d’Italia (V - VI secolo). Dal punto di vista geografico è stata fatta un’analisi sui luoghi che sono stati coinvolti in casi di esilio, sia in senso inclusivo (relegazione) sia esclusivo (espulsione). Sono stati prese in particolare considerazione le isole, allo scopo di indagare la funzione e la percezione di esse in antichità. Dal punto di vista giuridico si è fatto un excursus sul diritto romano, per andare alla ricerca dell’origine dell’istituto adottato nella principale civiltà sviluppatasi nella penisola italica, che maggiormente ha influenzato i regni successivi. In seguito, si sono utilizzati i documenti giuridici di età ostrogota, incrociando le disposizioni legislative con i specifici casi di esilio del periodo, provenienti da altre tipologie di fonti. Per quanto riguarda gli aspetti culturali si è indagata l’influenza esercitata dal Cristianesimo, che ha fortemente valorizzato in senso positivo i caratteri tipici dell’esilio (solitudine, isolamento, lontananza, ecc...), tanto da farne i tratti principali dello stile di vita ideale per gli eremiti. Infine, è stato approfondito il punto di vista diretto di un soggetto esiliato, quello di Boezio, il quale definì ‘esilio’ la sua condizione di reclusione, nella sua più celebre opera “La Consolazione della filosofia”, nella quale si evidenzia esplicitamente il passaggio dell’esilio dalla dimensione corporale a quella dell’anima.
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HUSSEIN, AL OWAIDI RASHA MAHDI. "La letteratura cavalleresca e il mondo arabo: il caso di Andrea da Barberino. Regesto e studio critico". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1193495.

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Resumen
L’indagine di questa tesi si è focalizzata sulla ricerca e sull’individuazione, dell’esistenza di tracce arabe, sia formali che sostanziali, allʼinterno delle opere di Andrea da Barberino. L’analisi critica si è basata sull’elaborazione di un esaustivo regesto dei termini di origine araba condotto sui sei romanzi attribuiti con certezza al Barberino. Tale indagine ha evidenziato la sostanziale assenza di un rapporto diretto tra il Barberino e il mondo arabo, sia dal punto di vista lessicale che per quanto riguarda gli aspetti mitografici.
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Libros sobre el tema "E nomi di luoghi geografici"

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Banelli, Ezio. Darte: Nom di lûcs : luoghi del comune di Arta : ricerca geografica, storica e linguistica compiuta attraverso l'analisi dei nomi locali. [Pasian di Prato (UD)]: Cjargne culture, 2002.

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Toponomastica d'Italia: Nomi di luoghi, storie di popoli antichi. Milano: Mursia, 2010.

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Giuliano, Gasca Queirazza, ed. Dizionario di toponomastica: Storia e significato dei nomi geografici italiani. Torino: UTET, 1990.

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Schweickard, Wolfgang. Deonomasticon Italicum: Dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona : supplemento bibliografico. Tübingen: M. Niemeyer, 1997.

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5

Schweickard, Wolfgang. Deonomasticon Italicum: Dizionario storico dei derivati da nomi geografici e da nomi di persona : supplemento bibliografico. Berlin: De Gruyter, 2013.

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6

Nomi di luoghi e di famiglie e i loro perché?...: Lombardia, Svizzera, Piemonte. Varese: Pietro Macchione editore, 2011.

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7

Paesaggi di carta, paesaggi di parole: Luoghi e ambienti geografici nei resoconti di viaggio : secoli XVIII-XIX. Torino: G. Giappichelli, 2008.

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Nomi di luoghi e di famiglie e i loro perché?--: Lombardia, Svizzera Italiana, Piemonte. Locarno: A. Dadò, 2011.

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Franco, Fava, ed. Milano: Storie di strade : nomi, luoghi, fatti e figure : curiosità toponomastiche metropolitane. Pavia: Selecta, 2008.

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10

Urso, Tomaso. Toponomastica bibliografica: Guida ai nomi dei luoghi di stampa fino al 1799. Firenze: Olschki, 1990.

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Capítulos de libros sobre el tema "E nomi di luoghi geografici"

1

"Indice dei nomi antichi (mitologici, storici, geografici)". En Cherilo di Iaso, 243–50. De Gruyter, 2022. http://dx.doi.org/10.1515/9783110747041-011.

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Marinetti, Anna. "Nomi di luoghi e nomi di fiumi in area altinate: tra lingua e cultura". En Antichistica. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-380-9/008.

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This paper discusses some toponyms of the surrounding area of ancient Altinum. Some place names and river names, usually attested by latin sources, can trace back to older linguistic stage. I consider the names Altinum and Silis, but also the hydronyms Zero and Muson (the ancient names are unattested), which origin could be attribute to the Venetic language. The proposal of a Venetic basis from indoeuropean *eghero for the name Zero is apparently to exclude because of the medieval forms Zayro/Iairo, which arise from latin theatrum; nevertheless, the -ai- forms can be explained as a cultural induction, considering the proximity of the river to the ancient theater of Altinum.
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"Indici dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli". En Racconto d’Egitto: Trascrizione e traduzione del manoscritto di ʿAbd al-Laṭīf al-Baġdādī (con brevi note di commento), 181–90. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1bjc3gm.15.

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Brysiak, Anna. "Italianita come luogo della scrittura: La questione dell’identita in Fleur Jaeggy". En Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.04.

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Fleur Jaeggy, scrittrice italiana di origine svizzera, in una sua intervista afferma: “Un senso di identitŕ, forse, non l’ho mai provato. Penso che identitŕ sia la lingua in cui si scrive” (1998). A partire da tale dichiarazione nel nostro studio approfondiremo la complessa costellazione identitaria di una autrice e una scrittura cosmopolita, come la defině Susan Sontag, per la quale tanto la Svizzera quanto l’Italia costituiscono luoghi interiori, territori da abitare e di cui appropriarsi all’interno della creazione letteraria. Analizzando le opere di Jaeggy, da “I beati anni del castigo” a “Proleterka”, punteremo ad evidenziare come il tema dell’identitŕ rappresenti una costante di questa autrice, determinando percorsi multipli, a tratti perturbanti, sempre segnati dalle contestazioni di stereotipi e cliché. Emergerŕ cosě il profilo di una scrittrice che sceglie la lingua italiana (imparata solo dopo il francese e il tedesco) come cardine identitario, “matria” di una esperienza letteraria ed esistenziale che ospita, perň, prevalentemente spazi nordici, nomi francesi, paesaggi svizzeri, nonché modelli di scrittura esterni alla tradizione italiana (a partire dalle figure di Ingeborg Bachmann e Thomas Bernhard).
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