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Literatura académica sobre el tema "Disuguaglianze professionali"
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Artículos de revistas sobre el tema "Disuguaglianze professionali"
Falzarano, Angelo y Raffaele Sibilio. "Ambiente, lavoro e donne per una sostenibilità al femminile nelle istituzioni scolastiche". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (agosto de 2022): 63–73. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001006.
Texto completoCacace, Marina. "I contraddittori progressi delle donne italiane". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (septiembre de 2011): 69–85. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003008.
Texto completoArace, Angelica. "Stereotipi e disuguaglianze di genere nell'istruzione scolastica". MINORIGIUSTIZIA, n.º 3 (enero de 2021): 23–32. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003003.
Texto completoLodigiani, Rosangela. "I nuovi termini della socializzazione (alla cittadinanza) lavorativa". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 117 (mayo de 2010): 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117005.
Texto completoSemplici, Stefano. "La crisi di Ebola come emergenza bioetica. Una dichiarazione dei Comitati dell’UNESCO". Medicina e Morale 64, n.º 2 (30 de abril de 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.25.
Texto completoTesis sobre el tema "Disuguaglianze professionali"
Foughali, Hana. "L'éclatement du plafond de verre ? Entre maquillage politique et gender patchworking identitaire : visions du monde et vie professionnelle de femmes cadres supérieures et dirigeantes". Electronic Thesis or Diss., Université Paris Cité, 2023. http://www.theses.fr/2023UNIP7075.
Texto completoThis thesis examines the persistence of a professional malaise, symptomatic of a "symbolic glass ceiling", over and above the (hierarchical) "glass ceiling", through the worldviews of female senior managers and executives. Through the potential decoupling between the heteronomous experiences of these women and the managerial practices of the three companies observed, this work also analyses the latent reasons for this persistence, as well as the way in which protest against or adaptation to these situations of malaise, experienced by these women, may manifest themselves within the institutions. This thesis examins three hypotheses: bodily experience, cultural dimension, and self-ceiling (self-restraint). Using a phenomenological approach, sometimes with features resembling a praxeological approach, this research combines several types of material and theoretical approaches cultivated by different disciplines. Notwithstanding the egalitarian enthusiasm put forward by the companies analysed, the results show that the companies seem to focus more on improving their public image than to bring about substantial change. The structure has not really changed "political make-up". In fact, it is the women who have adapted, by adhering to the mobilisation of their subjectivity and accepting a mould of "masculine neutrality". Hierarchically they have appropriated power, but symbolically they continue to be subjected to these standards, notably through a process of "empowerment by proxy". Fuelled by a variety of factors, the persistence of a professional malaise traps female senior managers and executives in a double contingency; a capitalist "steel cage" and a patriarchal "invisible corset". In this professional situation, full of constraints and 'patriarchal shaming' as well as authorisations for sexist behaviour, granted by a "misogynist pass", these women find themselves trapped in a firmly established lifestyle, which they have consciously created, and which conforms to the instrumental reason they so desired. They have no choice but to conform, by resorting to "gender patchworking identity". Four worldviews emerge from this adaptation: Caméléon, Ladyboss, Olympe and Cosette
Questa tesi di dottorato esamina la persistenza di un malessere professionale, sintomatico di un "soffitto di vetro simbolico", al di là del "soffitto di vetro" (gerarchico), attraverso le visioni del mondo delle donne senior manager e dirigenti. Attraverso il potenziale disaccoppiamento tra le esperienze eteronome di queste donne e le pratiche manageriali delle tre aziende osservate, questo lavoro analizza anche le ragioni latenti di questa persistenza, nonché il modo in cui la protesta o l'adattamento a queste situazioni di malessere, vissute da queste donne, possono manifestarsi all'interno delle aziende. Tre ipotesi guidano la spiegazione: l'esperienza corporea, la dimensione culturale e l'autosoffitto (l'auto-limitazione). I risultati mostrano che, nonostante l'entusiasmo egualitario introdotto dalle aziende analizzate, questo sembra servire più a migliorare la loro immagine pubblica che a produrre un cambiamento sostanziale. La struttura non ha realmente cambiato "trucco politico", sono le donne che si sono adattate aderendo alla mobilitazione della loro e accettando uno stampo di "neutralità maschile". Si sono appropriate del potere gerarchico, ma simbolicamente continuano a subirlo, attraverso un processo di "empowerment per procura". Alimentata da una serie di fattori, la persistenza di un malessere professionale intrappola le donne dirigenti e manager in una doppia contingenza: la "gabbia d'acciaio" capitalista e il "corsetto invisibile" patriarcale in questa situazione professionale, piena di vincoli e di "shaming patriarcale" e di autorizzazioni a comportamenti sessisti, concessi dalla struttura attraverso un "pass misogino", queste donne si trovano intrappolate in uno stile di vita saldamente stabilito, che hanno consapevolmente creato e che si conforma alla ragione strumentale che hanno desiderato, non hanno altra scelta che adattarsi, ricorrendo al "gender patchworking d'identità". Da questo adattamento emergono quattro visioni del mondo: Caméléon, Ladyboss, Olympe e Cosette