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Cheli, Mariagnese y Salvatore Busciolano. "Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (enero de 2022): 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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Geloso, Livia. "Riflessioni sul trauma in analisi bioenergetica. Presentazione di un caso". GROUNDING, n.º 1 (junio de 2011): 41–52. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001005.

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Resumen
Il contributo ha lo scopo di gettare un rapido sguardo d'insieme sulle molteplici implicazioni che la tematica relativa al trauma ha per l'analisi bioenergetica: la revisione del concetto di "catarsi" e del suo uso pratico; la riflessione sui vari significati della nozione di "corpo"; le questioni del "modello bi-personale" in analisi bioenergetica e della "alleanza terapeutica"; l'integrazione degli studi sul trauma con l'analisi bioenergetica; la critica della definizione del Dsm-IV di Disturbo da Shock Post-Traumatico (Dpts); la necessitŕ di raccogliere il nostro materiale sul tema; l'attenzione al ciclo di vita e l'interesse per il linguaggio metaforico; la definizione di "intelligenza istintuale" per tutte le occasioni in cui Lowen parla di "saggezza del corpo" in relazione al rinnovamento del concetto di "istinto" attualmente in atto anche grazie agli studi neurobiologici sui "neuroni a specchio", quelli sul "Sistema Nervoso Enterico" e quelli sul "Nervo Vago e il Sistema Nervoso Autonomo Triuno"; il dibattito su "civilizzazione/Wilderness-Wildnis", sulla "crisi della modernitŕ" e sulla "sfida della complessitŕ". Il contributo si conclude con l'esposizione di un caso clinico di molestie sessuali.
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Villani, Maria Rosaria, Marco Pascucci, Giovanni Barone, Matteo Giordano y Angelo De Giorgi. "Confronto clinico e psicodiagnostico tra pazienti affetti da disturbo da uso di oppiacei, affetti da disturbo bipolare e pazienti affetti da entrambe le patologie, in trattamento". MISSION, n.º 55 (julio de 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/mis55-2020oa10735.

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Resumen
Introduzione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la Comorbilità o Doppia Diagnosi come la coesistenza nel medesimo individuo di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive ed un altro disturbo psichiatrico (OMS, 1995). Per quanto piuttosto criticata tale definizione consente di individuare una popolazione di pazienti le cui caratteristiche psicopatologiche appaiono peculiari e molto spesso di difficile ed non univoca interpretazione diagnostica; da tali difficoltà discendono frequentemente diatribe ideologico culturali e reali difficoltà di intervento terapeutico che mantengono queste persone in una condizione di equilibrio precario con elevati costi in termini sanitari e di mancata produttività lavorativa. In letteratura sono presenti numerosi lavori che cercano di coniugare ipotesi etiopatogenetiche di area psichiatrica con vie neurotrasmettitoriali più tipicamente associate al mondo delle dipendenze patologiche, delineando una specifica cultura psicopatologica che cerchi di dare risposte a quesiti diagnostici di difficile soluzione. Tra i vari modelli che cercano di chiarire le associazioni etiopatogenetiche comuni a dipendenze ed altri disturbi mentali quello che forse appare più completo è l'ipotesi della "disregolazione omeostatica edonica" (la disedonia), correlato fenomenologico delle dipendenze e della malattia mentale che allo stesso momento spiegherebbe la maggiore frequenza di dipendenza nei soggetti con spettro bipolare (inteso anche come tratto temperamentale) come anche del discontrollo degli impulsi o dell'incapacità a prevedere le conseguenze dei propri agiti. In questo solco si inserisce il nostro studio con l'intento di fornire un contributo alla creazione di un linguaggio neurocomportamentale specifico per il mondo delle dipendenze.   Scopo e Metodi End point primario del nostro studio è quello di identificare attraverso la frequenza nel SCL-90R, di specifiche dimensioni sintomatologiche attribuibili a specifiche popolazioni di pazienti. In seconda istanza abbiamo indagato l'eventuale esistenza di caratteristiche psicopatologiche comuni tra pazienti con patologia di spettro bipolare e dipendenza; in ultimo abbiamo valutato l'impatto della doppia diagnosi sul funzionamento globale dell'individuo. Abbiamo arruolato tre coorti di pazienti: soggetti eroinomani senza altra psicopatologia, eroinomani con disturbo bipolare, soggetti affetti da disturbo bipolare senza dipendenza, tutti provenienti dai Ser.D e DSM della provincia di (…...) La diagnosi è stata formulata attraverso il criterio dell'osservazione clinica, supportata da strumenti psicodiagnostici (MMPI-1, SCID 2) ed esami laboratoristici (esami tossicologici urinari). Le dimensioni sintomatologiche prevalenti sono state indagate con la SCL 90R.   Risultati Non sono emersi dati significativi relativi ad una specifica dimensione psicopatologica per i soggetti affetti da Disturbo da uso di sostanze. Tra le sottoscale del SCL-90, l'ANX è la dimensione comune rilevata tra eroinomani bipolari (doppia diagnosi) e bipolari. Nel confronto tra i tre gruppi (eroinomani senza comorbilità, eroinomani bipolari, bipolari) valutati globalmente, il gruppo meno disfunzionale è risultato quello degli eroinomani. La ridotta estensione dei campioni esaminati non ci permette di pervenire a risultati definitivi richiedendo ulteriori studi in tal senso.
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Bhattacharya, Usree, Wisnu Pradana, Xing Wei, Daniel Tarquinio, Olivia Datta, Kaleigh Anderson y Nicole Cruz-Díaz. "Medical communication and advocacy through eye-tracking AAC: Implications for applied linguistics". EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 9, n.º 1 (10 de abril de 2022): 71–90. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.15.1.266.

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Resumen
EN Historically, individuals with Rett syndrome, a rare neurodevelopmental disorder, have been cast as “silent angels,” “nonverbal,” and “speechless.” As a consequence, they have not been consulted in their medical care. Recently, however, augmentative and alternative communication (AAC) devices that use eye-tracking technology have facilitated communication for individuals with Rett syndrome. Yet, no prior research has investigated how such communication occurs within medical settings. Through an applied linguistics lens that centers the analysis of language use, we construct a case report capturing how Kalika, a child with Rett syndrome, offers medical information. Kalika’s device-mediated language use suggests multiple implications for applied linguistics scholars and language educators, including: broadening notions of speaking, increasing consideration of AAC, exploring more device-mediated language use, extending multimodal considerations, nuancing notions of communicative competence, presuming competence, and, last but not least, more deliberately espousing principles of linguistic justice in our field. Key words: RETT SYNDROME, EYE TRACKING, AUGMENTATIVE AND ALTERNATIVE COMMUNICATION (AAC), DISABILITY, MEDICAL COMMUNICATION ES Históricamente, los individuos con síndrome de Rett, un trastorno raro del desarrollo neurológico, han sido presentados como “ángeles silenciosos”, “no verbales” y “mudos”. Como consecuencia, estos individuos no han sido atendidos en consulta médica. Recientemente, los dispositivos de comunicación aumentativos y alternativos (AAC) que utilizan tecnología de seguimiento ocular han facilitado la comunicación de individuos con síndrome de Rett. Sin embargo, ningún estudio ha investigado cómo se produce dicha comunicación en entornos médicos. Desde la perspectiva de la lingüística aplicada que analiza el uso del lenguaje, construimos un caso clínico que captura cómo Kalika, una niña con síndrome de Rett, proporciona información médica. El lenguaje mediado por dispositivos de Kalika sugiere implicaciones para académicos de lingüística aplicada y educadores del lenguaje, que incluyen: ampliar las nociones del discurso y la consideración de AAC, explorar más el uso del lenguaje mediado por dispositivos, ampliar las consideraciones multimodales, matizar las nociones de la competencia comunicativa, suponer competencia y apoyar deliberadamente los principios de justicia lingüística. Palabras clave: SÍNDROME DE RETT, SEGUIMIENTO OCULAR, COMUNICACIÓN AUMENTATIVA Y ALTERNATIVA, DISCAPACIDAD, COMUNICACIÓN MÉDICA IT Storicamente le persone con la sindrome di Rett, un raro disturbo del neurosviluppo, sono state considerate "angeli silenziosi", "non verbali" e "senza parole"; questo ha comportato che non venissero consultati per le loro cure mediche. Di recente, però, i dispositivi di comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) con tecnologia eye-tracking hanno facilitato la comunicazione di queste persone. Nessuna ricerca ha però indagato come tale comunicazione avvenga in contesti medici. Utilizzando una prospettiva di linguistica applicata che analizza l’uso del linguaggio, presentiamo un caso che illustra come Kalika, una bambina con la sindrome di Rett, offra informazioni mediche. Il linguaggio di Kalika, mediato da dispositivi, suggerisce, tanto agli studiosi di linguistica applicata quanto docenti ed educatori in ambito linguistico, molteplici implicazioni per ampliare le nozioni di parlato e la considerazione della CAA, approfondire l'uso del linguaggio mediato da dispositivi, estendere le considerazioni multimodali, dettagliare le nozioni di competenza comunicativa, presumere la competenza, e sostenere in modo deliberato i principi di giustizia linguistica nel nostro campo. Parole chiave: SINDROME DI RETT, EYE TRACKING, COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA CAA, DISABILITÀ, COMUNICAZIONE MEDICA
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Andreetta, Sara y Andrea Marini. "Narrative assessment in patients with communicative disorders". Travaux neuchâtelois de linguistique, n.º 60 (1 de enero de 2014): 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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Coffre, A., L. Giraud, C. Rebière, A. Rivron, J. Troussier y C. A. Righini. "Screening dei disturbi del linguaggio orale nel bambino e loro classificazione". EMC - Otorinolaringoiatria 21, n.º 3 (agosto de 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(22)46876-0.

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Chaix, Y. "Screening dei disturbi del linguaggio orale nel bambino e loro classificazione". EMC - Otorinolaringoiatria 13, n.º 2 (junio de 2014): 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(14)67293-7.

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Trevisi, P., A. Ciorba, C. Aimoni, R. Bovo y A. Martini. "Sindrome di charge: risultati a lungo termine della riabilitazione audiologica". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 3 (mayo de 2016): 206–14. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-837.

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Obiettivo del presente lavoro è valutare i risultati della riabilitazione audiologica su un gruppo, numericamente consistente, di bambini affetti da sindrome di CHARGE. Lo studio è stato eseguito retrospettivamente, utilizzando il database dei pazienti pediatrici, presso l’Audiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova e di Ferrara. Sono stati individuati 31 bambini in totale, che hanno presentato diversi gradi di disabilità uditiva associata alla sindrome di CHARGE. La valutazione audiologica è stata eseguita utilizzando i potenziali evocati uditivi (ABR) e/o l’elettrococleografia, oppure le tecniche di audiometria infantile (VRA o play audiometry). Sono stati valutati anche i risultati percettivi, in termini di capacità di comunicazione e linguaggio espressivo. Sono quindi stati studiati gli effetti della riabilitazione uditiva (con apparecchio acustico o impianto cocleare) e in particolare lo sviluppo del linguaggio nel corso di un lungo follow-up. Gli esiti degli interventi riabilitativi sono risultati diversi in relazione alle eterogenee e spesso gravi disabilità associate alla sindrome di CHARGE (ad esempio, ritardo di sviluppo psico-fisico, gravi disturbi visivi concomitanti, disfunzioni uditive retrococleari per neuropatia uditiva/dissincronia associata). Anche dopo lungo follow-up, lo sviluppo del linguaggio è risultato gravemente compromesso nella maggior parte dei casi, suggerendo quindi la necessità di sviluppare modalità di comunicazione alternative in questo gruppo di piccoli Pazienti. L’identificazione precoce della sordità neurosensoriale e l’accurata pianificazione di trattamenti riabilitativi mirati, è in ogni caso fondamentale nei bambini con sindrome di CHARGE.
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Bastanza, G., R. Gallus, M. De Carlini, P. M. Picciotti, E. Muzzi, E. Ciciriello, E. Orzan y G. Conti. "Completare l’adattamento degli apparecchi acustici entro 1 mese dall’identificazione dell’ipoacusia di un bambino". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 1 (febrero de 2016): 38–44. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1077.

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Grazie al perfezionamento delle procedure diagnostiche e alla diffusione dei programmi di screening uditivo neonatale, la diagnosi di ipoacusia può essere posta con estrema tempestività rispetto ad un passato non troppo lontano. Diventa pertanto fondamentale giungere dalla diagnosi alla corretta applicazione dell’apperecchio acustico in tempi rapidi, in modo da ripristinare la funzione uditiva e consentire lo sviluppo del linguaggio. L’intervento abilitativo precoce di protesizzazione acustica o l’eventuale successiva applicazione dell’impianto cocleare offrono l’opportunità di un regolare sviluppo delle vie uditive centrali e delle aree cerebrali deputate alla ricezione dell’informazione sonora nonchè delle relative connessioni con le aree motorie e articolatorie. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prenda in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi del percorso clinico da seguire per ottenere un’amplificazione precoce in tutti i casi di ipoacusia bilaterale permanente dell’età pediatrica. L’analisi è centrata sulla realtà italiana ed è parte del progetto CCM 2013 finanziato dal Ministero della Salute “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambin con deficit uditivo”.
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Lanza, Anna Maria, Virginia Giannotti, Grazia Ciardulli y Teresa Iole Carratelli. "Rimembrare, rammentare e ricordare in psicoanalisi. Il "prendere forma del ricordo" nei bambini con disturbi psicosomatici nel pensiero di Adriano Giannotti". PSICOANALISI, n.º 2 (enero de 2011): 53–67. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-002006.

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Le Autrici riflettono sul ruolo che hanno i vari tipi di memoria, implicita, sensoriale, esplicita ed episodica nella formazione dell'Inconscio e nello sviluppo della mente infantile. In particolare evidenziano i principali contributi scientifici di Adriano Giannotti sugli stadi iniziali dello sviluppo infantile normale e patologico e sul ruolo che hanno la madre e la relazione della coppia genitoriale in senso lato come processo trasformativo anche delle memorie corporee indicibili nelle memorie verbali. Le Autrici condividono con Adriano Giannotti l'idea che una visione piů complessa della memoria e dell'inconscio richieda un approccio integrato tra il punto di vista delle neuroscienze e quello psicoanalitico. Il trattamento psicoanalitico del bambino, dell'adolescente e dell'adulto ha permesso ad Adriano Giannotti, come alle Autrici, di studiare il come prendono forma i ricordi nei piccoli pazienti con disturbi psicosomatici, il gioco dialettico tra percezione, rappresentazione e memoria, tra comunicazione inconscia e comunicazione dell'inconscio rimosso e di come la cornice analitica facilita l'acquisizione di uno spazio mentale, dove la creazione di un linguaggio comune č tesa a una co-costruzione del ricordo.
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Gombi, Diego, Massimo Improta y Rinaldo Sacchetti. "Le tecnologie che consentono ad una persona diversamente abile la gestione di un personal computer e l'ambiente domestico: l'esperienza del Centro Protesi Inail". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 92 (febrero de 2011): 12–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092002.

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Da oltre dieci anni il Centro Protesi INAIL (di seguito CPI), uno dei maggiori poli italiani per la progettazione, la realizzazione e l'applicazione di protesi, ortesi e ausili, ha inserito tra i suoi servizi quello della consulenza e della fornitura di ausili informatici e domotici. Questo servizio, nato da una sperimentazione in Emilia Romagna poi espanso a tutto il territorio Italiano attraverso l'area Ausili Informatici e domotici (AID), č rivolto principalmente a quegli utenti cui un infortunio sul lavoro ha causato gravi menomazioni fisiche, ed ha lo scopo di consentire all'utenza diversamente abile un completo controllo di un ambiente informatico e dell'ambiente domestico, sopperendo alle limitazioni imposte dall'infortunio con apparecchiature ad elevato contenuto tecnologico, o con l'utilizzo "speciale" di apparecchiature standard. La maggioranza dei casi trattati dall'AID riguarda utenti con limitata o assente mobilitŕ degli arti superiori (lesioni midollari alte parziali o complete, traumi da schiacciamento, lesioni neurologiche, esiti di amputazioni, ecc.); piů di recente la casistica si č arricchita di lesioni sensoriali (principalmente problemi a carico della vista), disturbi post traumatici del linguaggio (afasia, ecc.) e problematiche cognitive (solitamente unite a problematiche motorie in esiti di trauma cranico). Dopo una panoramica dei principali sistemi in commercio e delle procedure utilizzate dall'Inail per la fornitura degli ausili informatici e domotici saranno presentati alcuni casi studio ad esempio delle diverse tipologie di soluzioni per accrescere le potenzialitŕ di comunicazione e di autonomia dei diversi utenti disabili.
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Gorla, Gioia. "Prima e dopo la legge 180: una psicologa in manicomio". SETTING, n.º 28 (mayo de 2010): 41–58. http://dx.doi.org/10.3280/set2009-028006.

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L'Associazione di Studi Psicoanalitici (A.S.P.) ha ricordato il 24 ottobre 2009 Teresa Piacentini Corsi, psicoanalista e pediatra, scomparsa nel 2008, fondatrice dell'Associazione e psicoanalista che ha influenzato con la sua opera molti allievi e colleghi. Per il suo tempo Teresa Piacentini Corsi č stata un'innovatrice, una voce diversa in sede clinico-teorica, che ha saputo affrontare temi che sarebbero emersi nella psicoanalisi molti anni dopo, quali le tecniche dell'approccio relazionale e l'attenzione alla differenza di genere nel setting clinico. I due articoli qui pubblicati costituiscono gli interventi presentati da Eugenia Omodei Zorini e Claudia Zanardi il 24 ottobre 2009 in suo ricordo, lasciati nella loro forma spontanea ed emozionale in cui sono stati pronunciati, essi descrivono, attraverso i suoi scritti e le esperienze dirette di lei da parte delle Autrici, il vasto appassionato lavoro di Teresa nei campi della psicoanalisi individuale, di gruppo e nelle Istituzioni. Gli articoli mostrano anche il caldo e profondo legame delle Autrici con un'analista intuitiva, brillante, aperta; una straordinaria maestra, ed una libera pensatrice. Viene anche riproposto in questa sede un articolo del 1994 di Teresa Piacentini Corsi e Claudia Zanardi, scelto tra molti altri perché incentrato sullo sviluppo psichico femminile e sulla comunicazione pre-verbale nella relazione analitica, uno dei principali temi di interesse di Teresa. Esso prende in considerazione i sintomi del corpo delle donne come voci del conflitto tra l'attaccamento inconscio a vecchie identificazioni trasmesse per via intergenerazionale e i nuovi modelli di identitŕ femminile della societŕ in trasformazione. I disturbi alimentari delle donne sono ascoltati come linguaggio del corpo in una cornice psicologica/ sociale che legge gli esempi clinici attraverso la teoria psicoanalitica e quella del femminismo. Č grande l'affetto con cui tutti noi ricordiamo Teresa Piacentini Corsi.
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Erbetta, A., J. Bernbaum, R. A. Zimmerman y J. A. D'Agostino. "Studio neuroradiologico delle lesioni focali ischemiche nei nati a termine e correlazioni cliniche". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (octubre de 1997): 66. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s224.

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I danni cerebrali in epoca perinatale sono una delle più importanti cause di deficit neurologico nei neonati a termine. Possono essere diffusi o focali con aspetti anatomopatologici e neuroradiologici differenti a seconda del grado di maturazione cerebrale e del tipo di eziologia. Abbiamo eseguito una valutazione retrospettiva degli aspetti neuroradiologici e clinici di neonati con danni cerebrali focali, avvenuti nel periodo perinatale per processi trombo-embolici di varia eziologia. Materiali e metodi. La storia clinica di 21 neonati, ricoverati presso il Children's Hospital di Philadelphia (14 femmine e 7 maschi) con un danno cerebrale focale, avvenuto in epoca perinatale è stata rivista e correlata con gli esami neuroradiologici disponibili (20 RM, 1 CT). Risultati. L'indagine ha dimostrato infarti ischemici nel territorio dell'arteria cerebrale media in 15 neonati (9 a sinistra, 2 a destra e 4 da entrambi i lati); in 6 di questi pazienti ha dimostrato anche danni di tipo diffuso, quali la leucomalacia periventricolare (3 neonati) e alterazioni di segnale nei gangli della base (3 pazienti). In tale gruppo i fattori predisponenti sono stati, oltre a complicazioni durante il parto, cardiopatia congenita in 3 casi, sindrome da aspirazione di meconio in 2 casi. Infarti emorragici dovuti a trombosi venosa si sono verificati in 4 pazienti. In 2 casi erano presenti infarti corticali nei territori di confine. Per ciò che riguarda gli aspetti clinici, abbiamo riscontrato paralisi cerebrale e ritardo del linguaggio solo nel gruppo con danni nel territorio dell'arteria cerebrale media (12/15 e 7/15 rispettivamente) e nel gruppo con infarti venosi (3/4 e 1/4). Disturbi visivi erano presenti sono nel primo gruppo con infarti arteriosi (3/15). Conclusioni. I reperti neuroradiologici hanno permesso di categorizzare i danni cerebrali nei nati a termine nel modo seguenti: infarti nel territorio dell'arteria cerebrale media, con o senza danno cerebrale diffuso, infarti di origine venosa, infarti corticali nei territori di confine da ipotensione. Gli aspetti clinici sono in discreta correlazione con quelli neuroradiologici.
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Silva, Fagner Pereira da. "Intervento di logopedia in pazienti con diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività: revisione integrativa". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 21 de junio de 2022, 157–74. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/intervento-di-logopedia.

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Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) può essere caratterizzato come un disturbo neurobiologico, con cause genetiche, che presenta, tra i sintomi principali, disattenzione, comportamenti irrequieti, nonché problemi di impulsività. Questo disturbo compare durante l’infanzia e può accompagnare l’uomo durante tutto il suo ciclo di vita. Il trattamento può essere effettuato attraverso l’associazione di farmaci, psicoterapia e logopedia, soprattutto quando si osservano disturbi del linguaggio o problemi di scrittura. In questo contesto, il presente articolo si pone come domanda guida: come può agire la logopedia per ridurre i problemi causati dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività? Pertanto, l’obiettivo principale di questa ricerca è analizzare, attraverso la letteratura già pubblicata, l’intervento della logopedia in pazienti con diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Per la fondazione della ricerca è stato necessario svolgere una ricerca bibliografica integrativa, analizzando diverse teorie relative all’intervento della logopedia nelle persone con ADHD. Per questo sono state effettuate ricerche nelle banche dati: Scielo, Pubmed, Lilacs e Medline. Si conclude attraverso questa ricerca che le prestazioni dei logopedisti in individui con diagnosi di ADHD forniscono una significativa riduzione dei comportamenti multipli, aiutando in modo significativo per quanto riguarda la lotta alle principali difficoltà di questi individui, come i problemi di attenzione e impulsività, oltre all’assistenza a genitori o tutori di persone con ADHD.
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Campos, Carlos Palmeira y Myrian Abecassis Faber. "Il ruolo dell’insegnante nella diagnosi precoce dei bambini dislessici". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 15 de julio de 2022, 05–18. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/bambini-dislessici.

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La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che ha origine nei sistemi cerebrali responsabili dell’elaborazione fonologica, interessando il dominio del linguaggio, la capacità di simbolizzare, leggere e scrivere. Ad oggi, gli studi indicano la dislessia come un disturbo cronico, tuttavia, una volta diagnosticata precocemente, possono essere effettuati interventi multidisciplinari in grado di fornire un migliore sviluppo cognitivo e intellettuale e, di conseguenza, migliorare la qualità della vita dell’individuo. Sulla base di questo presupposto, la domanda guida di questo studio è: qual è il ruolo dell’insegnante nella diagnosi precoce della dislessia? Pertanto, l’obiettivo era affrontare questa carenza e presentare come l’insegnante può contribuire al riconoscimento e alla diagnosi precoce dei bambini dislessici. Per questo è stata condotta una ricerca bibliografica nelle banche dati del Biblioteca Virtuale della Salute (BVS) e SCIELO e in riviste di educazione scientifica, articoli scientifici, libri, tra gli altri, da cui è stato possibile concludere che, per superare la dislessia negli studenti, azioni che promuovere la diagnosi precoce e fornire il supporto di professionisti qualificati. Per questo, i professionisti dell’istruzione devono avere una formazione adeguata, nonché abilità e abilità. Spetta inoltre al governo sviluppare politiche che incoraggino e contribuiscano alla diagnosi precoce della dislessia e alla formazione continua degli insegnanti.
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Palladino, Ruth Ramalho Ruivo, Luiz Augusto de Paula Souza, Mara Lucia Pallotta, Rogério da Costa y Maria Claudia Cunha. "Dormire, mangiare e parlare: legame simbolico". Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 2 de septiembre de 2021, 153–70. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/psicologia-it/legame-simbolico.

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Il sonno, il cibo e il linguaggio sono pilastri della vita sana dei bambini, si intrecciano dalla nascita e costituiscono la struttura dinamica dello sviluppo del bambino. Questi sono gli effetti di condizioni interdipendenti: organiche, psichiche e sociali, che coinvolgono il bambino e derivano, contemporaneamente, da eredità organiche e simboliche. Quest’ultimo sovradetermina e modula l’interazione del bambino con l’ambiente, specialmente con l’altro essere umano che è lì. Questo patrimonio traccerà modelli di condotta e comportamento che spesso possono contribuire a cambiamenti che compromettono, in una certa misura, lo sviluppo generale del bambino. Nella clinica pediatrica, la descrizione dei disturbi dello sviluppo, dal più mite al più grave, include, di regola, aspetti alimentari, del sonno e del linguaggio, il che suggerisce, quindi, una triade di base, interrogando i medici sulla possibilità che ci sia, più di una semplice coincidenza, una correlazione tra funzioni biologiche fondamentali. Se questo è il caso, sarà importante per il clinico appropriarsi di questa prospettiva, poiché l’implicazione determinerà probabilmente particolarità nelle procedure diagnostiche e di trattamento. In questa direzione, vale la pena approfondire e discutere lo sviluppo di queste funzioni (sonno, dieta, linguaggio), cercando di chiarire la loro correlazione costitutiva, il legame tra di loro.
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Viviana, Perfetto y D'Ambrosio Antonio. "La riabilitazione con tecniche cognitivo-comportamentali nel paziente con sindrome di asperger per una transizione nell’etá adulta". Journal of Advanced Health Care, 18 de mayo de 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2005-005.

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Resumen
E’ stata ormai ampiamente dimostrata l’efficacia delle tecniche cognitivo – comportamentali in moltissimi disturbi di natura psichiatrica, ma ancora oggi le evidenze lasciano una zona d’ombra sull’applicazione di questi interventi ai disturbi generalizzati dello sviluppo. Questo studio si propone quindi di individuare e trattare alcune delle problematiche tipicamente presenti in questi soggetti, riconducibili alle aree del contatto visivo, della risposta al nome, e del linguaggio espressivo e recettivo. Il campione è rappresentato da dieci pazienti adolescenti con diagnosi di Sindrome di Asperger, afferenti al PAIDèS (polo aziendale di intervento sui disturbi generalizzati dello sviluppo) dell’ASL Napoli 2. Per ogni paziente, valutato utilizzando ADI-R e ADOS, sono stati individuati tre obiettivi mediante la compilazione di un’apposita check list; lo scopo dello studio è quello di stimare l’apprendimento di tali abilità su breve termine, verificando se l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali rappresenti un metodo più rapido per migliorare alcuni aspetti del comportamento e dell’interazione in questi soggetti. Gli obiettivi sono stati concordati con i genitori dei pazienti, in modo tale da evidenziare gli aspetti maggiormente problematici ed individuare target terapeutici raggiungibili in un breve periodo di tempo. L’ADI-R e l’ADOS si sono rivelati ottimi strumenti di valutazione, completi e complementari, che consentono una visione ampia del passato e del presente dei pazienti coinvolti; la check list è stata invece utilizzata durante i primi incontri per individuare gli obiettivi su cui impostare il lavoro successivo, ed alla fine dello studio per poterne valutare l’effettivo raggiungimento. E’ previsto, infine, un follow up a 6 mesi con ADOS e check list per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
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