GAMBARIN, Mattia. "Le funzioni sensoriali nella distonia DYT1. Discriminazione temporale e rappresentazione del movimento." Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/11562/337392.
Resumen
La distonia primaria di torsione DYT1 (PTD) è caratterizzata da contrazioni muscolari prolungate
causanti movimenti torsionali e posture fisse (Bressman, 1998). Questo disordine dovuto ad una
delezione di 3 paia di basi nel gene TOR1, si manifesta solamente nel 33% dei portatori della
mutazione (Gambarin et al., 2006). Tipico della malattia è l’esordio precoce in un arto, ingenere il
piede, con rapida generalizzazione ai quattro arti (Ozelius et al. 1997). Il meccanismo sottostante la
ridotta penetranza è poco conosciuto, sebbene siano stati recentemente riscontrati 3 diversi
polimorfismi del DYT1 che potrebbero influenzare la penetranza in modo diverso (Risch et al.,
2007). Anche se poco conosciuta, la fisiopatologia della PTD è stata correlata ad una disfunzione
dei gangli della base coinvolti non solo nello sviluppo dei sintomi predominanti motori, ma anche
nelle alterazioni subcliniche.
Il feed back sensoriale è cruciale per la guida dell’uscita motoria. Cosi’, almeno ad un primo livello
intuitivo, il coinvolgimento delle funzioni sensoriali può giocare un ruolo fondamentale nella
fisiopatologia della distonia (Hallet 1995; Tinazzi 2003). Molti difetti delle funzioni sensoriali sono
stati dimostrati in diverse forme di distonia. La discriminazione temporale è un aspetto base della
processazione somatosensoriale, essenziale per molte altre funzioni come la cinestesia, la
grafestesia, il senso vibratorio, la steregnosi. Lo studio di questa funzione si effettua attraverso la
soglia di discriminazione temporale definita come il piu’ breve intervallo di tempo al quale due
stimoli sono percepiti come separati. Diversi lavori convergono nel definire che questa TDT è piu’
alta nei pazienti con distonia generalizzata, con distonia cervicale, con distonia focale della mano,
rispetto ai soggetti di controllo sani (Bara-Jimenez et al., 2000; Aglioti et al., 2003; Fiorio et al,
2003; Tinazzi et al., 2004). Questo deficit è stato attribuito alla correlazione tra la distonia e i
gangli della base, implicati non solo nel controllo motorio ma anche nella processazione temporale.
(Lacrutz et al., 1991; Harrington at al., 1998).
Nella distonia focale della mano il deficit sensoriale è stato riscontrato non soltanto nell’arto
affetto, ma anche in quello non affetto (Fiorio et al., 2003). Questo fatto potrebbe suggerire che le
alterazioni del sensorio avvengono prima delle manifestazioni motorie della distonia (Meunier et
al., 2001; Fiorio et al., 2003).
Molto poco si conosce riguardo la presenza del deficit sensoriale nelle persone portatrici del gene
DYT1 siano esse affette o sane. Lo scopo della prima parte del nostro studio è stato quello di
individuare se esista un deficit di alterazione somatosensoriale anche nella distonia DYT1, di capire
se questa alterazione somatosensoriale possa essere riconducibile ad una alterazione del substrato
genetico e di stabilire se questa alterazione somatosensoriale possa rappresentare un tratto
endofenotipico della distonia. A questo scopo abbiamo applicato lo stesso paradigma di
discriminazione temporale già utilizzato in precedenti studi (Fiorio et al., 2003) sia nei pazienti
portatori del gene DYT1 affetti da distonia che nei familiari portatori della stessa mutazione ma non
manifestanti il disturbo motorio. Inoltre abbiamo testato anche familiari senza il gene alterato e
quindi senza distonia e soggetti di controllo esterni. Coppie di stimoli tattili, visivi, o visuo-tattili
sono state somministrati in blocchi, controbilanciati per ordine. L’intervallo interstimolo aumentava
da 0 a 400 ms (in steps di 10 ms). Ad ogni trial, i soggetti dovevano riportare se la percezione della
coppia di stimoli era sincrona o separata. Abbiamo misurato il primo dei tre intervalli consecutivi ai
quali i soggetti riconoscevano gli stimoli come separati temporalmente (TDT) e inoltre abbiamo
registrato per ogni TDT l’ordine di giudizio temporale (TOJ), inteso come la capacità di stabilire
quale dei due stimoli precedeva (o seguiva) l’altro all’interno della coppia somministrata. Abbiamo
esaminato 9 pazienti manifesti del gene DYT1, 11 portatori del gene DYT1non manifesti, 9 parenti
sani, 9 soggetti esterni ai soggetti di controllo. I risultati hanno dimostrato esistere un’elevata soglia
di TDT e di TOJ tattile e visuotattile nei portatori del gene DYT1, sia nei manifesti che nei non
manifesti della malattia rispetto ai parenti sani e ai soggetti di controllo esterni (per ogni paragone
P<0.039). Ciò indica che la mutazione DYT1 determina alterazioni subcliniche che possono essere
evidenziate dal compito neuropsicologico. Ancora, i risultati hanno notevole implicazione sul fatto
che i deficit sensoriali non sono mera conseguenza di movimenti anormali, ma che possono
accadere prima delle manifestazioni cliniche della malattia, rappresentando un tratto endofenotipico
subclinico nei portatori della mutazione del gene DYT1.
In diverse forme di distonia è stata dimostrata la presenza anche di un altro difetto delle funzioni
sensoriali: il difetto della rappresentazione del movimento di parti del corpo. Questa funzione
consiste nella capacità di prevedere la corretta sequenza dei movimenti da eseguire e la posizione
finale della parte del corpo in movimento. Ci sono forti evidenze a favore del fatto che i gangli della
base siano parte di una complessa rete neuronale implicata in questa funzione (Kosslyn et al., 1998;
Vingerhoets et al., 2002; Wolbers et al., 2003; de Lange et al., 2005; Duncombe et al., 1994; Parson
et al., 1994;1995; Bonda et al., 1995; Alvisatos et al., 1997; Ganis et al., 2000; Sirugu et al., 2001).
Un utile strumento per indagare la pianificazione e la previsione del movimento è il paradigma di
rotazione mentale, in cui i soggetti sono tenuti ad esprimere un giudizio sulla lateralità di immagini
di parti del corpo presentate in diverse posture e con diversi gradi di orientamento (0 °, 60 °, 120 °,
180 °, 240 °, 300 °) . Questo compito richiede la capacità di immaginare un oggetto in una
prospettiva diversa da quella in cui effettivamente appare, e sembra essere risolto dalla simulazione
dell'effettivo movimento della stessa parte del corpo (Duncombe et al., 1994; Parson et al., 1994).
Nei pazienti con altri tipi di distonia non DYT1, come la distonia focale dell’adulto e la distonia
cervicale, è già stata dimostrata la presenza di alterazioni nella rotazione mentale sia di parti del
corpo affette che non affette da distonia (Fiorio et al., 2006; 2007), suggerendo la possibilità
effettiva che anche queste alterazioni di performance rappresentino un tratto endofenotipico di
distonia.
Così nella seconda parte dello studio abbiamo esaminato se esista un deficit della rotazione mentale
anche nella distonia DYT1. Per fare questo abbiamo applicato lo stesso paradigma della rotazione
mentale già utilizzato in precedenti studi (Fiorio et al., 2006; 2007) sia nei pazienti portatori del
gene DYT1 affetti che nei familiari portatori del gene non manifesti della malattia, che nei soggetti
di controllo sani. Tutti i partecipanti allo studio dovevano osservare lo schermo di un computer sul
quale venivano presentate parti del corpo (mano, faccia, piede) e parti non del corpo (macchina).
Gli stimoli erano presentati via via a diversi gradi di angolazione. I soggetti dovevano ruotare
mentalmente gli stimoli presentati e fornire un giudizio di lateralità. Sono stati misurati il tempo di
reazione e l’accuratezza di risposta. Abbiamo trovato che i portatori DYT1, manifesti e non
manifesti della malattia, si presentavano più lenti nelle rotazioni delle parti del corpo (ma non in
quelle non del corpo), rispetto ai soggetto di controllo. Cosi’ le nostre conclusioni sono state che la
mutazione genica DYT1 sia associata ad una lentezza della rotazione mentale del movimento
indipendentemente dalla presenza dei sintomi motori e questo ci ha portato ad ipotizzare che la
rappresentazione cognitiva del movimento del corpo alterata nella distonia possa considerarsi come
tratto endofenotipico della malattia.
I risultati dei due lavori presentati confermano la distonia quale sindrome complessa in cui accanto
al più evidente disturbo motorio, è possibile la contemporanea presenza di deficits subclinici delle
funzioni sensoriali e percettive, e supportano l’ipotesi della comune regolazione ai due sistemi,
motorio e sensitivo, da parte dei gangli della base. Il fatto che sia la discriminazione temporale che
la rotazione mentale siano state riscontrate alterate sia nei portatori del gene affetti dalla malattia
che in quelli non affetti, suggerisce l’ipotesi che il deficit sensoriale possa essere indipendente dallo
sviluppo dei sintomi motori e possa costituire un tratto endofenotipico di distonia. Serviranno
ulteriori studi multicentrici per stabilire se i nostri paradigmi possano costituire effettivamente un
utile strumento diagnostico di diagnosi precoce di distonia.<br>DYT1 primary torsion dystonia (PTD) is characterised by prolonged muscular contractions causing
abnormal torsion movements and sustained postures (Bressman, 1998). This disorder is due to a
3bp GAG deletion in the TOR1 gene, which manifests in only 33% mutation carriers (Gambarin et
al., 2006). Typical of the disease is the early-onset in a limb and rapid generalization (Ozelius et al.
1997). The mechanisms underlying reduced penetrance are poorly understood, although three
DYT1 polymorphisms have been recently shown to influence penetrance (Risch et al., 2007).
Albeit still largely unknown, the pathophysiology of PTD has been related to basal ganglia
dysfunctions leading not only to the most prominent motor symptoms, but also to subclinical
sensory deficits. Sensory feedback is crucial for driving motor outputs. Thus, although at first
counterintuitive, the impairment of sensory functions may play a fundamental role in the
pathophysiology of dystonia (Hallet 1995; Tinazzi 2003). Indeed, defective sensory functions have
been demonstrated in several forms of dystonia. Temporal discrimination is a basic aspect of
somatosensory processing, essential for a number of functions including kinaesthesia,
graphesthesia, vibratory sense and stereognosis. Assessment of this function has been carried out by
using temporal discrimination threshold (TDT), defined as the shortest time at witch two stimuli are
perceived as separate. Studies converge to indicate that thresholds were much higher in patients
with generalised, cervical and focal-hand dystonia than control subjects (Bara-Jimenez et al., 2000;
Aglioti et al., 2003; Fiorio et al, 2003; Tinazzi et al., 2004). These deficits have been interpreted in
light of the relation between dystonia and dysfunctions of basal ganglia that are implicated not only
in motor control but also in temporal processing (Lacrutz et al., 1991; Harrington at al., 1998).
Interestingly sensory deficit has been observed in the unaffected hand of patient with unilateral
focal-hand dystonia (Fiorio et al., 2003). This would suggest that sensory abnormalities occur
before overt manifestation of dystonia (Meunier et al., 2001; Fiorio et al., 2003). Little or no
information about the presence of sensory abnormalities in DYT1 gene manifesting and non
manifesting carriers is available.
The main aim of the first part of our study was to reveal whether any sensory dysfunctions in DYT1
may be related to the abnormal genetic substrate and thus considered a sensory endophenotipic trait
of disease. So we applied the same temporal discrimination paradigm (Fiorio et al. 2003) in
manifesting and non carrier relatives and in external control subjects. Pairs of tactile, visual or
visual-tactile stimuli were delivered in blocked, counter-balanced order. Interval between stimuli
increased from 0 to 400 ms (in 10 ms steps). On each trial, subjects had to report whether stimuli
occurred simultaneously or asynchronously. We measured the first out of three consecutive interstimulus
intervals at witch subjects recognised the two stimuli as temporally separated (TDT) and
the first of the three consecutive intervals at witch they also reported correctly with stimulus in the
pair preceded (or followed) the other temporal order judgment (TOJ). We assessed 9 DYT1
manifesting patients, 11 DYT1 non manifesting relatives, 9 non carrier relatives and 9 external
control subjects. Results showed hither tactile and visuotactile TDTs and TOJs in DYT1 carriers,
both manifesting and non-manifesting, compared with non carrier relatives and with external
control subjects (for all comparison, P< 0.039). This finding indicates that the DYT1 mutation
determines subclinical sensory alterations, with could be disclosed by a psychophysical task.
Moreover the results have notable implication that sensory deficits in dystonia are not mere
consequence of abnormal movements, but the may even occur before overt clinical manifestation,
representing a subclinical phenotype in DYT1 mutation carriers.
An other defective sensory functions, the body movement representation, have been demonstrated
in several forms of dystonia. A fundamental mechanism underlying motor control is the ability to
predict the correct sequence of movements to be executed and the final position of the body part.
A useful tool to investigate movement prediction is the mental rotation paradigm, based on the
ability to image a body part or an object in a different perspective from the one in which it actually
appears. This process requires an inner simulation of real perceptual and motor performance and,
when regarding body parts, it is carried out by simulating actual body movements (Parson, 1994).
Cortical and subcortical networks probably underlying mental rotation of body parts and objects
include posterior parietal and occipital cortices, motor, premotor and supplementary motor areas,
basal ganglia, and cerebellum (Bonda et al., 1995; Pearson et al., 1995).
Interestingly, patients with primary non-DYT1, late onset focal-hand and cervical dystonia showed
impaired mental rotation of body parts either affected or unaffected by dystonia (Fiorio et al, 2006;
2007), raising the possibility that altered performance represents an endophenotypic trait of primary
dystonia.
So in the second part of our study we examined whether the mental rotation of body parts was
impaired in DYT1 carriers, both manifesting and non-manifesting dystonic symptoms, as compared
to normal subjects. DYT1 manifesting patients, DYT1 non manifesting carriers and control subjects
were asked to fixate body (hand, foot, face) on non body (car) stimuli on a computer screen. Stimuli
were presented at different degrees of orientations and subjects had to mentally rotate them, in order
to give a laterality judgement. Reaction times and accuracy were collocated. We founded that
DYT1 carriers, manifesting and non manifesting dystonic symptoms, were slower in mentally
rotating body parts (but not cars) than control subjects and our conclusion was that DYT1 gene
mutation is associated with a slowness in mental simulation of movements, independently from the
presence of motor symptoms and than this suggests that the cognitive representation of body
movements altered subclinically in dystonia, may be contributing to the endophenotypic trait of the
disease.
The advances described in the two parts of this study indicate that PTD DYT1 is a complex
syndrome in witch abnormal subclinical sensory and perceptual functions may coexist with the
most prominent motor symptoms. The subclinical alterations may be related to new evidence and to
the concept that basal ganglia come into play only in motor but also in sensory and cognitive
functions. The fact that both in temporal discrimination study and in mental rotation, non affected
DYT1 gene carriers may also show similar abnormalities suggests the hypothesis that sensory
deficits might be independent of motor symptoms and might even pre-exist overt clinical
manifestations, constituting subclinical endophenotypic traits of disease. Whether ours paradigms
might became a useful tool to diagnose the envelope of dystonia before the starting of the motor
symptoms, needs further validation on a larger sample of gene carriers and control subjects.