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De Mori, Barbara. "Il moral distress dalla medicina umana alla medicina veterinaria: un’analisi comparativa". Medicina e Morale 68, n.º 3 (15 de octubre de 2019): 265–80. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.586.

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Gli studi sul disagio professionale nell’ambito delle professioni di aiuto sanitarie sono in continua crescita. Questi studi hanno identificato, tra le altre cose, diversi disturbi e disagi di natura squisitamente etica, come il moral distress, la cui diagnosi e cura rappresentano oggi un impegno di grande rilievo. Tuttavia, nell’ambito delle professioni d’aiuto che si occupano di animali, come quella del medico veterinario, difficilmente questi studi sono stati approfonditi, con ripercussioni anche gravi sull’esercizio professionale. In generale, infatti, la società fatica a comprendere quanto possa essere difficile per chi lavora con gli animali gestire i conflitti etici che si creano tra le esigenze professionali, le esigenze degli animali e le richieste di chi è proprietario o, comunque, referente per l’animale. Il moral distress è stato riconosciuto solo di recente in medicina veterinaria ed è provocato, come nell’ambito della medicina umana, dall’incapacità di trovare un accordo tra la propria vocazione e le tensioni morali che l’esercizio della professione procura ogni giorno. In questo contributo, attraverso una comparazione con gli studi realizzati nell’ambito delle professioni di aiuto sanitarie in medicina umana, viene esplorata la geografia morale del moral distress nel contesto della professione medico veterinaria, con uno sguardo alle specifiche problematiche etiche che sono coinvolte nella relazione triadica tra medico, paziente animale e proprietario.
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Olivetti Manoukian, Franca. "Servizi integrati: perché, quando, come". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (julio de 2021): 12–22. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001002.

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Resumen
L'integrazione dei Servizi è da tempo auspicata e raccomandata, prescritta e al contempo non realizzata. Viene presa in considerazione con particolare riferimento ai Servizi tutela minori. Dopo alcuni richiami sommari alla frammentazione normativa, istituzionale, organizzativa, professionale con cui si interviene per e con il disagio minorile, si presentano alcune ipotesi per individuarne i fattori che sostengono scelte operative più dettate da appartenenze istituzionali e professionali che da aperture e confronti con altri sguardi. Vengono pertanto proposte alcune possibili transizioni da intraprendere verso connessioni rivolte a avviare delle integrazioni.
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Cheli, Mariagnese, Raffaella De Paoli, Sara Giacopuzzi, Maria Elena Montenegro, Cosimo Ricciutello y Rebecca Rubbini. "La consulenza agli operatori nei casi di violenza all'infanzia". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 1 (marzo de 2010): 121–31. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001008.

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Il contributo intende analizzare le principali criticitŕ professionali riscontrate nelle richieste di consulenza sui casi di violenza all'infanzia e gli aspetti che le rendono efficaci. A tal fine, sono state esaminate 289 consulenze svolte dal Centro Specialistico "Il Faro" nel triennio 2005-2007 ai servizi sociali, sanitari e alle scuole di Bologna e Provincia. Le aree di indagine riguardano la fase in cui si colloca la richiesta ed i motivi che la veicolano, le caratteristiche della casistica, le differenze tra i vari richiedenti. Le maggiori criticitŕ rilevate riguardano il bisogno di confronto metodologico per leggere i segnali di disagio del bambino e verificare la correttezza del proprio agire professionale, valutare l'entitŕ del danno evolutivo, segnalare all'Autoritŕ Giudiziaria.
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Grigis, Luigi. "Crisi adottive in adolescenza e giustizia penale minorile: una ricerca esplorativa sull'intervento dell'Ussm di Milano". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (noviembre de 2020): 148–60. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002013.

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L'ambito di ricerca selezionato è quello delle crisi adottive in adolescenza che sfociano nel processo al minore1. Il processo al minore, disciplinato dal Dpr 22 settembre 1988 n. 448 si fonda su principi quali la minima offensività e la de-stigmatizzazione. La ricerca2 si è posta tre obiettivi: 1) raccogliere elementi informativi rispetto alle crisi adottive conosciute dall'Ufficio di servizio sociale per i minorenni (Ussm) di Milano; 2) indagare la rappresentazione che gli assistenti sociali hanno della "crisi adottiva"; 3) analizzare l'intervento professionale degli stessi al cospetto del disagio acuto a carico di un minore adottato e/o di altri membri della famiglia adottiva. Dopo una sintetica descrizione del quadro concettuale e del contesto in cui si colloca l'azione professionale dell'Ussm di Milano si è inteso soffermarsi sulla "voce" degli operatori. Basata su dieci interviste, la ricerca illustra i percorsi degli adolescenti adottati, la rappresentazione della crisi adottiva e i punti di forza e di debolezza, le minacce e le opportunità legate all'intervento professionale. Alla luce di quanto emerso l'elaborato si conclude con alcune considerazioni sul ruolo dei servizi sociali nelle crisi adottive. La finalità è di restituire un quadro conoscitivo capace di stimolare interventi per migliorarne l'efficacia.
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Balenzano, Caterina y Amelia Manuti. "La riorganizzazione del lavoro e il benessere di minori e famiglie in pandemia: riflessioni interdisciplinari e lezioni per la ripartenza". SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, n.º 2 (septiembre de 2022): 107–23. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002008.

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Le restrizioni connesse alla gestione dell'emergenza sanitaria hanno inciso profondamente sulle opportunità di crescita dei minori, colpendo maggiormente i gruppi sociali più vulnerabili, come le famiglie a basso reddito e i bambini. Se i genitori home-workers hanno dovuto fronteggiare maggiori difficoltà di conciliazione, i caregiver che hanno perso il lavoro o subito una netta riduzione del reddito hanno vissuto un disagio economico e psicologico, che continua ad impattare sulla qualità delle relazioni familiari. L'analisi psico-sociologica delineata dal presente contributo cerca di mettere in luce gli effetti diretti e indiretti dell'emergenza sull'organizzazione del lavoro e sulla vita di minori e famiglie e pone l'attenzione sull'esigenza di promuovere il benessere individuale e professionale, attraverso la sperimentazione di misure e interventi innovativi nella fase di ripartenza.
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Pricoco, Maria Francesca. "Il Giudice delle relazioni tra disagio, devianza e nuove fragilità. Le ragioni della specializzazione nei percorsi della giustizia minorile e familiare". MINORIGIUSTIZIA, n.º 1 (septiembre de 2020): 18–28. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001002.

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L'articolo riprende, con qualche aggiornamento, la relazione introduttiva al XXXVIII Convegno nazionale dell'Aimmf svoltosi a Lecce dal 5 al 7 ottobre 2019, richiamando prima di tutto i motivi ispiratori del Convegno e le ragioni della scelta del tema. Dopo alcuni riferimenti alla cd. "vicenda di Bibbiano", prende in esame le risoluzioni del Csm sul tema della specializzazione minorile e le implicazioni sul modello professionale del giudice, anche con riferimento ai giudici onorari. Riferisce infine su alcuni risultati, ancora parziali, raccolti dalla "Squadra speciale di giustizia" istituita in ambito ministeriale e sulle possibili evoluzioni di questo lavoro.
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Gabola, Piera y Antonio Iannaccone. "Elementi contestuali nella costruzione del benessere degli insegnanti in due casi studio italiani". Swiss Journal of Educational Research 37, n.º 1 (20 de septiembre de 2018): 149–66. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.37.1.4948.

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L’articolo propone una riflessione su alcuni elementi critici della costruzione del benessere professionale degli insegnanti mettendo in luce, accanto alle note cause di insorgenza della sindrome del burnout quali fattori individuali, emotivi e relazionali, anche gli effetti che sembrano riconducibili alla condizione lavorativa nel suo complesso e dunque al sistema di attività nel quale viene svolto questo mestiere. Per dar conto di tali effetti l’articolo discute i risultati di due contributi empirici, realizzati in modo indipendente, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, nel sistema scolastico italiano. In particolare i due studi fanno riferimento alla condizione di benessere socio professionale di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria in due fasi distinte dell’evoluzione del sistema scolastico italiano (che nell’arco dei dieci anni intercorsi fra i due studi è stato interessato da continui tentativi di riforme, da un crescente precariato, da un progressivo indebolimento del riconoscimento della professione, dalla presenza diffusa in classe di bambini di differenti culture, dall’introduzione, largamente approssimativa, di nuove tecnologie, dalla scarsa corrispondenza tra lavoro effettivo ed aspettative dei futuri insegnanti). Senza la pretesa di fornire risposte definitive ad un problema evidentemente complesso la ri-lettura dei due studi sul burnout, realizzati in due distinte fasi dell’evoluzione del sistema scolastico, pur confermando, in parte, i risultati di altri lavori simili, solleva il problema complementare della contestualizzazione delle modalità di espressione del disagio degli insegnanti in relazione al più ampio tessuto identitario professionale nel quale essi operano. Tessuto che sembra mutare al mutare del posizionamento sociale e culturale dell’insegnamento.
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Di Gennaro, Diana Carmela, Michele Domenico Todino, Paola Aiello y Maurizio Sibilio. "I luoghi dell'educazione: percorsi multimediali per promuovere l'orientamento al lavoro in un'ottica inclusiva". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 1 (abril de 2021): 93–14. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11521.

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Il processo di definizione identitaria che sta caratterizzando le professioni educative in ragione della recente normativa (DDL 2443/2017 e D.M. 378/18) ha evidenziato, tra le altre, la necessità di delineare percorsi di orientamento al lavoro in grado di supportare tutti gli studenti verso una costruzione consapevole della propria identità professionale, con un'attenzione specifica anche agli studenti che presentano disabilità, DSA o particolari condizioni di disagio che potrebbero influire sul loro futuro lavorativo.Con tale finalità, nell'ambito del progetto POT cui il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell'Università di Salerno ha partecipato in qualità di partner, sono stati realizzati dei percorsi multimediali che consentono una navigazione dei luoghi dell'educazione.La tecnologia digitale scelta è GSuite e, più nel dettaglio, Google Moduli, che è stato adattato per presentare contenuti audiovisivi rispetto ai quali gli studenti della L-19 sono chiamati a riflettere su specifici aspetti dell'agire educativo rispondendo ad alcune domande-stimolo.È stato inoltre predisposto un breve questionario con il duplice obiettivo di verificare, da un lato, se questi percorsi multimediali si sono rivelati realmente utili e, dall'altro, di esplorare le prefigurazioni professionali dei partecipanti per fornire forme di supporto personalizzate e calibrate sui bisogni di orientamento individuali.
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Sebastiani, Giuseppe y Annalisa Falcone. "Cultura e pratica psichiatrica nella medicina di base. Una indagine sui medici di Bari". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, n.º 3 (diciembre de 1993): 205–10. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000703x.

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Resumen
RiassuntoScopo - Fornire informazioni sui rapporti tra medicina generale e psichiatria nelFItalia meridionale, facendo luce su attitudini, opinioni e comportamenti dei medici di base inerenti a problemi e situazioni di carattere psichiatrico o, in generale, emotivo. Disegno - Invio di un questionario contenente domande sulla gestione dei pazienti portatori di problemi psicologico/psichiatrici in relazione alle variabili demografiche e di formazione professionale dei medici stessi. Setting - Medicina di base di Bari. Principali misure utilizzate - Confronto fra le caratteristiche dei medici che hanno risposto al questionario e quelle della popolazione totale mediante il test del chi-quadrato nonché percentuali di risposte alle varie domande. Risultati - Ha restituito il questionario circa il 20% dei medici, fra i quali il numero di soggetti in possesso di specializzazione(-i) è significativamente maggiore che nella popolazione totale. Le attività formative in campo psichiatrico, ritenute necessarie dal 94% dei partecipanti, sono peraltro piu regolarmente praticate da non oltre il 13% degli stessi. Il 56% dei medici stima la morbilità psichiatrica nel 10-30% delle visite. Soltanto il 19% dei partecipanti è d'accordo nel considerare la legge 180 «un salto di qualita nell'assistenza del paziente psichiatrico». Il 53% dei medici inviano i pazienti allo psichiatra in meno del 10% dei casi (il 60% delle volte per problemi di tipo ansioso-depressivo). Nel 25% circa dei disturbi psicosomatici vengono prescritti antispastici, mentre «cerebroattivi» e «ricostituenti» sono utilizzati rispettivamente nel 75 e 23% delle condizioni di astenia psichica e scadimento della performance intellettuale. Conclusioni - La bassa percentuale di medici che hanno risposto al questionario limita la generalizzabilità dei dati ottenuti. In base al campione raccolto sembrano comunque doversi sottolineare la percezione della difficoltà di gestire il disagio emotivo (peraltro di comune riscontro nella pratica quotidiana), l'esigenza di disporre di piu ampie opportunita di formazione specifica e di coUaborazione con gli psichiatri (a fronte della scarsa integrazione attuale) e la necessità di una maggiore razionalizzazione dei trattamenti farmacologici.
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 1 (agosto de 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Gangannagaripalli, J., S. Yaakob y M. Watson. "MEdication Management in older people with Intellectual Disabilities (MEMID): a scoping review". International Journal of Pharmacy Practice 30, Supplement_1 (1 de abril de 2022): i44—i45. http://dx.doi.org/10.1093/ijpp/riac019.062.

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Abstract Introduction Globally, around 1 in 100 adults have intellectual disabilities (ID) (synonymous with learning disability in the UK) (1) yet their needs in terms of healthcare in general and medication management in particular, are under-researched. People with ID have more comorbidities compared with those without ID and around one third of older people (≥ 50 years) with ID (OPwID) have two or more chronic conditions, putting them at risk of polypharmacy (use of multiple medicines) (2). Aim To undertake a scoping review to gather evidence on the barriers and facilitators in the medication management of OPwID from a multi-stakeholder (patient, carer and healthcare professional) perspective. Methods Standard scoping review methods were used. Electronic databases (Medline, PsycINFO) were searched from 2011-2021 using a range of search terms. Studies were included if they involved: OPwID without dementia (all types); healthcare professionals or caregivers caring for individuals with ID; problems related to medication use. The review was restricted to studies in the English language. The PRISMA-ScR checklist and reporting standards was used to conduct and report the review. Independent duplicate screening and data extraction was undertaken. The quality of studies was not formally assessed. A narrative synthesis was conducted to summarise the results and included barriers and facilitators associated with medicines management from patients’/carers’ and professionals’ perspectives. Results Eight studies were included, of which seven used qualitative methods. The majority of studies were undertaken in Europe ((the Netherlands (2), Norway (1), Belgium (1), UK (3)) and one was conducted in the US. Patients/carers reported several barriers/facilitators: The most cited barriers to medication management of OPwID from professionals’ perspective included: limited knowledge of, and training about, ID; nonadherence to guideline recommendation; and lack of coordination between different professionals in multidisciplinary teams. Conclusion/Discussion The review was restricted to two databases and the English language due to resource- and time-constraints. All the included studies were conducted in developed countries with different healthcare settings/practice. As such, the findings might not be generalisable to other less/under-developed countries or settings. There is limited empirical evidence regarding the medication management of OPwID, in particular, facilitators to medicines management from professionals’ perspective. OPwID are a highly vulnerable population for whom medications have an important role in managing their multiple morbidities. This review highlights an evidence gap regarding the medication management of these individuals. The results will be used to inform the development of personalised intervention(s) to improve the safe and effective use of medication in this population. References (1) Maulik PK, Mascarenhas MN, Mathers CD, Dua T, Saxena S. Prevalence of intellectual disability: a meta-analysis of population-based studies. Res Dev Disabil. 2011 Mar 1;32(2):419-36. (2) Hermans H, Evenhuis HM. Multimorbidity in older adults with intellectual disabilities. Res Dev Disabil. 2014;35(4):776–83.
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Semenzato, Luca, Clara Baldin, Maria Laura Mitra, Giuseppe Pappalardo, Laura Giovanna Giannoni y Massimo Di Grazia. "Riflessioni sull'attuale percorso di transizione in Italia". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (noviembre de 2020): 83–100. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002005.

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In questo articolo gli autori esamineranno l'attuale situazione italiana per quanto concerne i trattamenti di conferma del genere (GCT) e, alla luce delle ulti-me ricerche e review della letteratura sui GCT, verranno analizzate e confrontate le linee guida dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (ONIG) e della World Professional Association for Transgender Health (WPATH). Gli autori mostreranno come l'attuale percorso, che prevede, prima dell'accesso ai GCT, la risoluzione di ogni altro disagio psichico presente, potrebbe essere modificato per mi-gliorare lo stato di benessere delle persone transgender e gender non-conforming (TGNC), trattando la disforia prima o contemporaneamente ai disturbi secondari. Si evidenzierà inoltre come la popolazione affetta da disforia di genere risulti par-ticolarmente suscettibile allo sviluppo di disturbi psichiatrici, con evidenti costi in termini di qualità di vita per la persona e per il sistema sanitario che deve farsene carico. Infine, verrà evidenziato che il miglioramento dei servizi sociosanitari per le persone transgender contribuirebbe a migliorare la qualità della vita della popola-zione TGNC italiana anche grazie ad una depatologizzazione delle identità non coerenti col genere assegnato.
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Valtolina, Giovanni Giulio y Nicoletta Pavesi. "Famiglie migranti e minori con disabilità. Problematiche e prospettive della presa in carico". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (noviembre de 2022): 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003004.

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Analizzare le condizioni di vita delle famiglie migranti in cui è presente un figlio disabile risponde a una esigenza quanto mai attuale. Le reti familiari in cui è presente un minore disabile possono essere considerate potenzialmente multiproblematiche: la loro vulnerabilità, infatti, è legata tanto alla diagnosi, alla cura e alla gestione della disabilità, quanto all'essere stranieri, talvolta privi di un adeguato sostegno sociale, o in condizioni di particolare disagio economico e/o sociale, o ancora non a proprio agio nel complesso mondo dei servizi sanitari, sociali, educativi offerti dal nostro sistema di welfare. L'articolo intende offrire una rassegna della letteratura internazionale sul tema del rapporto tra famiglie immigrate in cui è presente un minore disabile e i servizi di welfare, rassegna necessaria in quanto nel contesto italiano questo tema non è ancora stato affrontato. Lo scopo del contributo è quello di evidenziare un primo frame teorico entro il quale poter collocare future ricerche empiriche, anche con lo scopo di sostenere la progettazione sociale in questo specifico campo. In particolare, emergono come rilevanti le prospettive teoriche dell'empowerment, della reticolazione degli attori, dell'incontro tra saperi professionali ed esperienziali e della comunicazione interculturali quali bussole per la progettazione di servizi/interventi efficaci.
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Pia Zito, Maria. "L'ascolto come strumento relazionale in ambito dialitico: indagine conoscitiva". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, n.º 3 (20 de septiembre de 2013): 233–39. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1044.

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Capire i bisogni di chi ci sta di fronte, accogliere, accettare ed essere autentici e saper ascoltare, comprendere e orientare le persone che chiedono aiuto sono capacità e abilità che si distinguono in chi fa counseling e ha scelto di percorrere una strada professionale diffìcile e impegnativa. Fondamentale di ogni progetto di aiuto è, quindi, una corretta comunicazione. In questo articolo, esamineremo quella tra infermiere e paziente in ambito dialitico. L'indagine è stata condotta dal 28 Maggio al 15 Giugno del 2012 con la distribuzione di un questionario ai pazienti uremici e al personale infermieristico operante nell'Unità Operativa di Emodialisi, Predialisi e Dialisi Peritoneale dell'Ospedale S. Orsola di Bologna. Obiettivo Della Ricerca: – Verificare l'esistenza di un rapporto comunicativo educativo tra malati e infermieri. – Stabilire se il livello qualitativo è percepito ugualmente sia dagli infermieri che dai malati. – Verificare se la comunicazione instaurata ha un effetto benefico sulla psicologia del paziente, tale da permettergli di affrontare e superare eventuali disagi sociali, psicologici e familiari apportati dalla malattia e dal trattamento.
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Herawati, Tri Mulia, Rr Tutik Sri Hariyati y Efy Afifah. "Pengembangan Profesional Keperawatan Berhubungan dengan Kemampuan Perawat dalam Mengatasi Nyeri Pasien". Jurnal Keperawatan Indonesia 20, n.º 1 (24 de marzo de 2017): 40–47. http://dx.doi.org/10.7454/jki.v20i1.501.

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Pengembangan Profesional Berkelanjutan (PPB) merupakan komponen sistem jenjang karir dimana perencanaan dan implementasi perencanaan karir dapat memengaruhi proses kehidupan perawat. Jenjang karir di beberapa RS telah dilaksanakan namun kadangkala belum selaras dengan pelaksanaan rekrutmen, rotasi, pengembangan professional berkelanjutan dan promosi yang menjadi komponen tidak terpisah dari jenjang karir. Penelitian ini bertujuan mengidentifikasi pengaruh PPB dengan implementasi manajemen nyeri di rumah sakit. Disain penelitian menggunakan deskriptif korelasi dengan pendekatan cross sectional. Data dikumpulkan melalui data primer sebanyak 121 perawat pelaksana serta data sekunder dokumen rekam medis pasien berisi catatan keperawatan terkait manajemen nyeri yang terdiri dari pengkajian, intervensi dan re-evaluasi. Teknik pengambilan sampel adalah simple random sampling. Analisis menggunakan regresi linier berganda. Hasil penelitian didapatkan bahwa variabel implementasi sistem jenjang karir yang paling berpengaruh terhadap implementasi manajemen nyeri oleh perawat klinik adalah pengembangan profesional berkelanjutan (PPB) (p= 0,027) . Peneliti merekomendasikan perlunya perencanaan terstruktur melalui analisis kebutuhan training bagi masing-masing perawat Kata kunci: sistem jenjang karir, perawat, pengembangan profesional berkelanjutan, manajemen nyeri Abstract The effect of continuous professional development to the implementation of pain managment by nurses in hospital. Continuing Professional Development (CPD) is a component of a career ladder system which its planning and implementation can affect in a nurse's life process. In some hospitals, the nursing career ladder system were not associated with recruitment, rotation, continuous professional development and promotion process. This study aimed to identify the effect of CPD to the implementation of pain management in a hospital. The design research was descriptive correlative with cross sectional approach. Data were collected through primary data as much as 121 nurses and also secondary data from patient medical records related to pain management nursing documentation included assessment, intervention, and re-evaluation. The sampling technique was simple random sampling. Data were analyzed by multiple linear regression. The result showed that the variables of the career ladder system implementation that most affected on the pain management implementation by clinical nurses is continuing professional development (CPD)(p= 0.027). It is recommended to make structured planning through training needs analysis for each nurse.
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Meikahani, Ranintya y Wawan Sundawan Suherman. "Pengembangan media pembelajaran pengenalan sinyal wasit bagi peserta kegiatan ekstrakurikuler bola basket sekolah menengah pertama". Jurnal Pedagogi Olahraga dan Kesehatan 3, n.º 1 (16 de abril de 2022): 12–24. http://dx.doi.org/10.21831/jpok.v3i1.18007.

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Penelitian ini bertujuan untuk menghasilkan produk berupa CD pembelajaran pengenalan sinyal wasit bagi peserta kegiatan ekstrakurikuler bola basket SMP yang valid dan efektif. Media pembelajaran ini menggunakan software Adobe Flash CS6 Professional. Peneliti memodifikasi 10 tahap Borg Gall menjadi 5 tahap, yaitu tahap (1) analisis kebutuhan; (2) pembuatan disain; (3) validasi produk; (4) uji coba lapangan; dan (5) tahap uji operasional. Hasil penelitian menunjukkan kualitas produk hasil validasi ahli materi termasuk “Sangat baik” dengan rerata 4,35 dan hasil validasi ahli media termasuk “Baik” dengan rerata 4,13. Kualitas produk hasil uji coba kelompok kecil termasuk “Sangat baik” dengan rerata skor 4,42. Uji coba kelompok besar dengan kualitas produk “Sangat baik” dengan rerata 4,48. Hasil uji tes menunjukkan rerata skor pretest 36,66 dan rerata skor posttest 76,14. Skor siswa mengalami peningkatan dengan selisih skor 39,48. Berdasarkan hasil penelitian dapat disimpulkan bahwa media pembelajaran pengenalan sinyal wasit telah valid dan efektif digunakan dalam kegiatan ekstrakurikuler bola basket SMP. Introduction a learning media development for participants in basketball extracurricular junior high school Abstract: This research aims to produce a CD computer-based learning media of referee signal for participants of basketball extracurricular junior high school which is validated. Adobe Flash CS6 Professional software was used to develop this media. This research modified 5 for 10 stages of Borg and Gall: (1) needs analysis, (2) create design, (3) product validation, (4) field trial, and (5) operational trial. The results show that the quality of products from the matter expert is “very good” with an average of 4.35. The validation result from the media expert shows that the quality of the product is “good” with an average of 4.13. The quality of products from the small group is “very good” with an average of 4.42. The quality of media from big groups is “very good” with an average of 4.48. Test results from the operational trial show that the score increased with the average score for the pretest being 36.66 and the average score for the post-test being 76.14. Based on the test results it can be concluded that the media is effectively used for learning.
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Murgoci, Nicolae. "The impact of perception regarding therapeutic exercises and dietary changing adherence of subjects known with low back pain". Balneo and PRM Research Journal 13, Vol.13, no.4 (15 de diciembre de 2022): 525. http://dx.doi.org/10.12680/balneo.2022.525.

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Abstract: Debates regarding the role of therapeutic exercises and diet as modulators of an anti-inflammatory state occurred in the last years in the medical environment. The syner-gy between moderate-intensity exercise and a proper diet targeting decreasing IL-1 inhib-its the production of the pro-inflammatory cytokine TNF-α, the key regulator of local and systemic inflammation. One of the most important causes of short and long-term disabil-ity in all occupational groups is back pain, impacting the quality of life. Degeneration of the intervertebral disc (IVD) causes low back pain that intensifies with age. Assessment of the Oswestry Disability Index was applied on 23 subjects with low back pain to investigate the degree of disability. Nutrition of IVD, implying therapeutic exercises, and a customized diet may be crucial adjuvants for the rehabilitation process. The appropriate diet and therapeutic exercise approach are meant to evaluate the impact of awareness regarding the possibility of improving health outcomes. In this present study, women have a strong positive Pearson correlation (p<0.05) with minimal (66-70 years) disability and moderate disability (r=1.000, CI =99%). Subjects with moderate disability conditions have “no” intention to implement diet changes and maintain therapeutic exercise adher-ence (r=0.902, CI = 95%). Men (71-75 years, r=0.995, CI =99%) registered a positive strong correlation with maximum deficiency (r=1.000, CI =99%) and “possible no” change in diet and exercise adherence will be applied (r=0.866, CI = 95%). Total disability responders an-swered with a “probable yes” option (r=0.884, CI=95%) but the dependence on their ca-reers is decisive. The education strategy is essential because diet change implementation can cause resistive behavior as well as adherence to exercise therapy. A key to effectively managing the inflammatory state due to different comorbidities is to use the cumulative effects of health professionals' prescriptions. The challenge is to ensure adherence to these actions for each patient. Keywords: anti-inflammatory, therapeutic exercises, rehabilitation, diet, Oswestry Disability In-dex (ODI), back pain, intervertebral disc, nutrition, perception, disability.
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Pangaribuan, Lamria, Kristina Kristina, Dian Perwitasari, Teti Tejayanti y Dina Bisara Lolong. "Faktor-Faktor yang Mempengaruhi Kejadian Tuberkulosis pada Umur 15 Tahun ke Atas di Indonesia". Buletin Penelitian Sistem Kesehatan 23, n.º 1 (6 de mayo de 2020): 10–17. http://dx.doi.org/10.22435/hsr.v23i1.2594.

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Today, Pulmonary Tuberculosis still remains a notable health concern in Indonesia. Pulmonary Tuberculosis (called TB) is a disease of ancientness who determined by numerous factors. These factors are relating to host, including age, sex, race, socioeconomic, lifestyle, marital status, work, heredity, nutrition and immunity. This study aimed to fi nd out on infl uence factors pulmonary tuberculosis occurrence of 15 years old or above in Indonesia, according to the Tuberculosis Prevalence Survey Data Year 2013-2014. A Cross-Sectional study design. The Number of Samples aged 15 years or above was 67,944. We had performed analysis from secondary data of Tuberculosis Prevalence Survey Year 2013-2014 using Univariate, Bivariate, and Multivariate Logistic Regression analysis. Multivariate analysis showed that participants who had been: diagnosed with TB by a health professional [OR = 6.06 (95% CI; 4.69–7.83)], aged 35-54 years [OR = 1.22 (CI95%; 0 , 96 - 1.5)], aged 55 years + [OR = 1.73 (CI95%; 1.32-2.27)], male [OR = 2.07 (CI95%; 1.60-2 , 69)], Urban areas [OR = 1.48 (CI95%; 1.21-1.80)], Eastern Indonesia Region [OR = 1.59 (CI95%; 1.26-2.02)], Sumatera Region [OR = 1.68 (CI95%; 1.32-2.12)], education level < Junior High School [OR = 1.48 (CI95%; 1.19-1.83)], diagnosed with DM by a physician [OR = 1.44 (95% CI; 0.92-2.25)], lived with TB patient [OR = 1.84 (CI95%; 1.27-2.65)], smoking [OR = 1.25 (CI95%; 098-1.60)]. Furthermore, the fi nal model shows that all independent variables are factors infl uencing TB cases that occurred in Indonesia (p <0.05). These variables are a group of age, sex, regional classifi cation, areas, education level, had been diagnosed with DM by a physician, had been diagnosed with TB by a health professional, and had been lived with TB sufferer. The most dominant factor infl uencing TB occurrence of 15 years or above had been diagnosed with TB. Thus, it concluded that the participant had a risk of 6.06 times the occurrence of TB compared to the participant who had never been diagnosed with TB by a health professional. Abstrak Saat ini tuberkulosis masih menjadi masalah utama kesehatan di Indonesia. Penyakit TB dipengaruhi oleh beberapa faktor pejamu. Adapun faktor yang berkaitan dengan pejamu antara lain usia, jenis kelamin, ras, sosial ekonomi, kebiasaan hidup, status perkawinan, pekerjaan, keturunan, nutrisi, dan imunitas. Studi ini bertujuan untuk mengetahui faktor-faktor yang mempengaruhi kejadian Tuberkulosis pada umur 15 tahun ke atas di Indonesia berdasarkan data SPTB 2013-2014. Disain studi potong lintang. Jumlah sampel yang berumur 15 tahun ke atas adalah 67.944. Analisis data dengan univariat, bivariate, dan multivariat regresi logistik. Analisis Multivariat menunjukkan bahwa partisipan yang pernah di diagnosis TB oleh tenaga kesehatan [OR= 6,06 (CI 95%; 4,69–7,83)], umur 35-54 tahun [OR=1,22 (CI95%;0,96 – 1,5)], umur 55 tahun+ [OR= 1,73 (CI95%; 1,32-2,27)], laki-laki [OR= 2,07 (CI95%; 1,60-2,69)], Perkotaan [OR=1,48 (CI95%; 1,21-1,80)], Kawasan Timur Indonesia [OR= 1,59 (CI95%; 1,26-2,02)], Kawasan Sumatera [OR=1,68 (CI95%; 1,32-2,12)], Pendidikan < SMP [OR=1,48 (CI95%; 1,19-1,83)], pernah di diagnosis DM oleh dokter [OR=1,44 (CI95%; 0,92-2,25)]. Pernah tinggal dengan penderita TB [OR=1,84 (CI95%; 1,27-2,65)], Merokok [OR=1,25 (CI95%; 098-1,60)]. Pada model akhir terlihat bahwa seluruh variabel independen merupakan faktor-faktor yang mempengaruhi kejadian TB di Indonesia (p<0,05) adalah kelompok umur, jenis kelamin, klasifi kasi daerah, kawasan, pendidikan, pernah di diagnosis DM oleh dokter, pernah di diagnosis TB oleh tenaga kesehatan, dan pernah tinggal dengan penderita TB. Faktor yang paling dominan mempengaruhi terjadinya TB pada usia 15 tahun ke atas adalah pernah di diagnosa TB oleh tenaga kesehatan. Partisipan yang pernah di diagnosa TB oleh tenaga kesehatan berisiko 6,06 kali untuk terjadinya TB dibandingkan orang yang belum pernah di diagnosa TB oleh tenaga kesehatan.
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Sitorus, Ratna. "DAMPAK IMPLEMENTASI MODEL PRAKTIK KEPERAWATAN PROFESIONAL TERHADAP MUTU ASUHAN KEPERAWATAN DI RUMAH SAKIT". Jurnal Keperawatan Indonesia 7, n.º 2 (24 de abril de 2014): 41–47. http://dx.doi.org/10.7454/jki.v7i2.132.

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Resumen
AbstrakPeningkatkan mutu asuhan keperawatan di rumah sakit memerlukan restructuring, reengineering, dan redesigning sistem pemberian asuhan keperawatan melalui implementasi Model Praktik Keperawatan Profesional (MPKP). Tujuan penelitian ini ialah untuk menilai dampak implementasi MPKP terhadap mutu asuhan keperawatan di rumah sakit. Disain penelitian adalah kuasi eksperimen dalam bentuk pre and post test with control group. Uji statistik yang digunakan adalah uji Chi-square dan uji t. Hasil penelitian menunjukkan bahwa pada kelompok intervensi (MPKP) terdapat peningkatan kepuasan klien dan keluarga (OR=114,24) yang lebih besar dibandingkan dengan peningkatan kepuasan klien dan keluarga pada kelompok kontrol (OR=3,78). Demikian juga terdapat peningkatan kepatuhan perawat terhadap standar yang lebih tinggi pada kelompok intervensi (OR=235,5) dibandingkan dengan kelompok kontrol (OR=0). Lama hari rawat lebih pendek pada kelompok intervensi. Angka infeksi nosokomial juga lebih rendah pada kelompok intervensi dibandingkan dengan kelompok kontrol. Penelitian ini menyimpulkan bahwa implementasi MPKP dapat meningkatkan mutu asuhan keperawatan di rumah sakit. Berdasarkan hasil tersebut, untuk memicu implementasi MPKP di berbagai rumah sakit, disarankan agar implementasi MPKP menjadi salah satu kriteria penilaian pada akreditasi rumah sakit khususnya pelayanan keperawatan AbstractIn order to improve the quality of nursing care in the hospital, nursing care delivery system need restructuring, reengineering, and redesigning through the implementation of Professional Nursing Practice Model (PNPM). The study was aimed to evaluate the impact of the PNPM on the quality of nursing care in the hospital. The design used was quasi experiment in pre and post test with control group. The statistic used are Chi-square and t-test. The result showed that in the intervention group, the improvement of client/family satisfaction with nursing care (OR = 114,28) was higher than the improvement in the control group (OR = 3,78). It was founded there was an improvement of the compliance of nurses to the standard was higher in the intervention group (OR = 235,5) compare to control group (OR = 0). The length of stay shorter in the intervention group, and also the nosocomial infection rate is lower in the intervention group compare to control group. The study concluded that the implementation of the PNPM could improve the quality of nursing care in the hospital. Based on this result, in order to challenge the implementation of PNPM in the hospital it was suggested that the implementation of PNPM becomes an evaluation criteria for hospital accreditation specifically for nursing service.
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Kannike, Anu y Ester Bardone. "Köögiruum ja köögikraam Eesti muuseumide tõlgenduses". Eesti Rahva Muuseumi aastaraamat, n.º 60 (12 de octubre de 2017): 34–60. http://dx.doi.org/10.33302/ermar-2017-002.

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Kitchen space and kitchen equipment as interpreted by Estonian museums Recent exhibitions focusing on kitchen spaces – “Köök” (Kitchen) at the Hiiumaa Museum (September 2015 to September 2016), “Köök. Muutuv ruum, disain ja tarbekunst Eestis” (The Kitchen. Changing space, design and applied art in Estonia) at the Estonian Museum of Applied Art and Design (February to May 2016) and “Süüa me teeme” (We Make Food) at the Estonian National Museum (opened in October 2016) – are noteworthy signs of food culture-related themes rearing their head on our museum landscape. Besides these exhibitions, in May 2015, the Seto farm and Peipsi Old Believer’s House opened as new attractions at the Open Air Museum, displaying kitchens from south-eastern and eastern Estonia. Compared to living rooms, kitchens and kitchen activities have not been documented very much at museums and the amount of extant pictures and drawings is also modest. Historical kitchen milieus have for the most part vanished without a trace. Estonian museums’ archives also contain few photos of kitchens or people working in kitchens, or of everyday foods, as they were not considered worthy of research or documentation. The article examines comparatively how the museums were able to overcome these challenges and offer new approaches to kitchens and kitchen culture. The analysis focuses on aspects related to material culture and museum studies: how the material nature of kitchens and kitchen activities were presented and how objects were interpreted and displayed. The research is based on museum visits, interviews with curators and information about exhibitions in museum publications and in the media. The new directions in material culture and museum studies have changed our understanding of museum artefacts, highlighting ways of connecting with them directly – physically and emotionally. Items are conceptualized not only as bearers of meaning or interpretation but also as experiential objects. Kitchens are analysed more and more as a space where domestic practices shape complicated kitchen ecologies that become interlaced with sets of things, perceptions and skills – a kind of integrative field. At the Estonian museums’ exhibitions, kitchens were interpreted as lived and living spaces, in which objects, ideas and practices intermingle. The development of the historical environment was clearly delineated but it was not chronological reconstructions that claimed the most prominent role; rather, the dynamics of kitchen spaces were shown through the changes in the objects and practices. All of the exhibits brought out the social life of the items, albeit from a different aspect. While the Museum of Applied Art and Design and the Estonian Open Air Museum focused more on the general and typical aspects, the Hiiumaa Museum and the National Museum focused on biographical perspective – individual choices and subjective experiences. The sensory aspects of materiality were more prominent in these exhibitions and expositions than in previous exhibitions that focused on material culture of Estonian museums, as they used different activities to engage with visitors. At the Open Air Museum, they become living places through food preparation events or other living history techniques. The Hiiumaa Museum emphasized the kitchen-related practices through personal stories of “mistresses of the house” as well as the changes over time in the form of objects with similar functions. At the Museum of Applied Art and Design, design practices or ideal practices were front and centre, even as the meanings associated with the objects tended to remain concealed. The National Museum enabled visitors to look into professional and home kitchens, see food being prepared and purchased through videos and photos and intermediated the past’s everyday actions, by showing biographical objects and stories. The kitchen as an exhibition topic allowed the museums to experiment new ways of interpreting and presenting this domestic space. The Hiiumaa Museum offered the most integral experience in this regard, where the visitor could enter kitchens connected to one another, touch and sense their materiality in a direct and intimate manner. The Open Air Museum’s kitchens with a human face along with the women busy at work there foster a home-like impression. The Applied Art and Design Museum and the National Museum used the language of art and audiovisual materials to convey culinary ideals and realities; the National Museum did more to get visitors to participate in critical thinking and contextualization of exhibits. Topics such as the extent to which dialogue, polyphony and gender themes were used to represent material culture in the museum context came to the fore more clearly than in the past. Although every exhibition had its own profile, together they produced a cumulative effect, stressing, through domestic materiality, the uniqueness of history of Estonian kitchens on one hand, and on the other hand, the dilemmas of modernday consumer culture. All of the kitchen exhibitions were successful among the visitors, but problems also emerged in connection with the collection and display of material culture in museums. The dearth of depositories, disproportionate representation of items in collections and gaps in background information point to the need to organize collection and acquisition efforts and exhibition strategies in a more carefully thought out manner and in closer cooperation between museums.
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Conoci, Simone, Elena Cristofori y Caterina Galletti. "Distress morale e cure futili: indagine conoscitiva sulla percezione degli studenti infermieri". Medicina e Morale 65, n.º 5 (23 de noviembre de 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.453.

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Gli operatori sanitari, nell’esercizio professionale quotidiano, si avvalgono di un insieme di regole deontologiche che giustificano la moralità e irreprensibilità dell’atto assistenziale di cui sono garanti. Tuttavia l’iper-specializzazione del sapere e lo sviluppo di nuove tecnologie sottopongono costantemente i professionisti della salute all’impossibilità di conciliare sempre ciò che “è possibile fare” con ciò che “è doveroso” ed “eticamente lecito” fare per il paziente, condizione che potenzialmente genera nell’operatore distress morale. Gli infermieri che sperimentano Moral distress vivono una situazione di forte disagio, poiché riconoscono il comportamento da intraprendere più adeguato alla situazione clinica ma, per svariati motivi, non possono metterlo in pratica trovandosi quindi ad agire in modo contrario ai propri valori professionali. Le ricerche sul distress morale sono state condotte prevalentemente su infermieri. Nel presente studio sono state esaminate le situazioni che provocano conflitto morale nel vissuto degli studenti infermieri, in relazione a tutte quelle situazioni d’assistenza che si collocano al limite di una medicina etica e coscienziosa in termini di proporzionalità dei mezzi impiegati e di gravosità o beneficità dei trattamenti per il paziente. È stato svolto uno studio fenomenologico con interviste scritte semi-strutturate su un campione propositivo di studenti infermieri di una università romana. I testi delle interviste sono stati analizzati con il metodo Giorgi. I risultati hanno evidenziato che il Moral distress si manifesta nel vissuto esperienziale dello studente che è già in grado di delineare situazioni spiacevoli, cause, effetti e, in limitati casi, possibili strategie per rispondere al disagio vissuto nei setting clinici.During the professional practice of every day, caregivers use a set of ethical rules that warrant morality and irreproachability of welfare deed they are guarantors to. Nevertheless, hyperspecialization of knowledge and the development of new technologies, steadily submit professionals of wealth to inability to reconcile many times what “it is possible to do” to what “it is right to do” and “ethically correct” for patients, and that’s what potentially creates moral distress to the caregiver. Nurses who experience this moral distress, live a strong situation of discomfort, because they recognize the right behavior to have in a certain clinic situation but, due to several reasons, they can’t execute as they should, and they are incline to practice against their professional values. The most of surveys about moral distress are all conducted on nurses. This analysis inquires all situations that produce moral conflict in lived of nursing students, related to all those situations that lie on the border between an ethic and conscientious Medicine, about the proportionality in the use of means used and burdensomeness or beneficence of treatments for patients. It was carried out a phenomenological study by written semi-structured interviews on a purposeful sample of nursing students of a roman Campus. The texts of the interviews were analyzed with Giorgi’s method. The results showed that moral distress occurs in experiential lived of a student who is already able to outline unpleasant situations, causes, effects, and in few cases, possible strategies to respond to the distress experienced in clinical settings.
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Nuriana, Dwi. "PENGARUH PROFESIONALISME PUSTAKAWAN DALAM MEMBERIKAN LITERASI INFORMASI UNTUK MENINGKATKAN KEMAMPUAN DAN KUALITAS MAHASISWA MENULIS ARTIKEL ILMIAH". Jurnal Insan Cendekia 3, n.º 1 (24 de marzo de 2016). http://dx.doi.org/10.35874/jic.v3i1.141.

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Latar belakang Kualitas literasi informasi di perpustakaan dapat menciptakan kepercayaan diri, pengalaman dan memberikan pengetahuan mengenai peran pustakawan professional. kualitas hasil penulisan artikel ilmiah depengaruhi oleh pustakawan professional dalam memberikan literasi informasi berupa bimbingan dan pelatihan dalam mengakses informasi di perpustakaan. Harapan pustakawan profesional adalah dengan adanya literasi informasi yang diberikan kepada pemustaka akan memberi dampak positif terhadap kemampuan dan kualitas pemustaka dalam menulis artikel ilmiah secara benar. Masalah yang ada di perpustakaan stikes Insan Cendekia Medika Jombang 1) Masih banyak mahasiswa yang belum bisa membuat laporan hasil penelitian yang benar 2) Masih banyak mahasiswa yang belum menyerahkan artikel hasil penelitian dengan benar.Tujuan dari penelitian ini adalah 1) ingin mengetahui tingkat pengetahuan mahasiswa di dalam penulisan artikel ilmiah. 2) Ingin meningkatkan kemampuan dan kualitas mahasiswa dalam membuat artikel ilmiah. Metode: disain penelitian. ini menggunakan populasi mahasiswa S1 keperawatan semester 7 menggunakan teknik simple random sampling, instrument penelitian dengan memberikan bimbingan dan pelatihan literasi informasi di perpustakaan stikes insan Cendekia Medika Jombang. analiasa data dengan menggunakan diskriptif analitik dimana kita dapat mengukur kemampuan dan kualitas mahasiswa/ pemustaka dalam membuat laporan hasil penelitian beserta artikel ilmiah di perpustakaan stikes Insan Cendekia Medika Jombang. Kesimpulan penelitian adalah memberitahukan bahwa secara kualitas 30% pemustaka belum mampu dalam membuat laporan penelitian dan penulisan artikel ilmiah secara benar. dan secara kualitas pemustaka sudah memenuhi target 90% dalam mengumpulkan laporan hasil penelitian beserta artikelnya. Saran Pustakawan professional sangat penting dalam memberikan literisasi informasi kepada pemustaka, mereka harus mampu menyebarkan informasi memberi solusi masalah kepada pemustaka yang ingin mencari mencari informasi di perpustakaankata kunci : literasi informasi, kualitas pemustaka, artikel ilmiah, kemampuan, profesionalisme pustakawan.
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Saskiant, Tania. "Oral Health Professional Alert on Special Care Dentistry". Acta Medica Philippina 53, n.º 6 (4 de diciembre de 2019). http://dx.doi.org/10.47895/amp.v53i6.724.

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Special needs dentistry, also known as special care dentistry, is a specialty of dentistry concerned with the oral health ofpeople who have intellectual disability, or who are affected by other medical, physical, or psychiatric issues. Their additionalneeds may be due directly to their impairment or disability, or to some aspect of their medical history that affects theiroral health, or because their social, environmental or cultural context disables them with reference to their oral health.1According to data from the Indonesian Medical Council, there was an increasing number of Indonesians experiencing chronicdiseases including cancer, stroke, heart disease, renal disease, and diabetes mellitus from 2013 to 2018.2Unfortunately, therewas no data describing other special needs condition aside from medically challenged. This absence of data might makedentists and authorities complacent about this need. Even in the developed country, we found that people with disabilitieswere rarely identified as a priority population group in the public health policy and practice.3Along with increasing awareness of parents and careers, supporting facilities and education such as physiotherapy, speechtherapy, management behavior are much in demand. Though, dental treatment is still not popular. They are prioritizinggeneral health instead of dental and oral health to support short term impact.4Meanwhile, special need persons are proneto poor oral health. People with developmental disabilities have higher rates of cavities, gum disease and tooth loss and thecause is often heartbreakingly simple.5Many of these persons are physically unable to brush their teeth, and many won’t allowsomeone else do it for them.6Others are hampered by medical conditions, or by the side effects of medications they take,which is why regular dental checkups and cleanings are so important.General dentists are reluctant of taking care of special need patientsWe recognized that there are only a few oral health professions that work to improve the oral health of people withspecial needs.7Not only is their access to care almost non-existent in comparison to the general population, but also thefacilities are inadequate and staff lack awareness of oral health matters that may impact those with special needs.8Moreover,parents and careers are confronted with different problems such as, dentists who lack skills and competency in managingpeople with disabilities. Dentists reported having difficulty treating such patients. The complexity in treating patients withspecial needs, the variety of medical conditions or disabilities that require more time or altered delivery methods than theroutine delivery of dental care for the general population,9and sometimes patients required special methods and techniquesto treat their oral health conditions has led to low preparedness and willingness of oral health professionals to treat patientswith special needs.10 It requires a holistic approach that is dentist led in order to meet the complex requirements of peoplewith impairments. It may impact access and thus their oral health, while other complications include inconvenient locationsof dental clinics, transport issues, and cost of dental treatment.11All patients with special needs should have equal access andhigh-quality treatment that focuses on patient safety, patient-centered care, and treatment of all dental needs. Thus, oral healthprofessional needs to have training or special education to handle patients with special needs in an effort to increase oral anddental health of this population.Dental student training improvement is neededIt is written in standard competency of Indonesian dental doctor released by Indonesian Medical Council thatundergraduate dental student must be able to ascertain congenital and hereditary abnormalities in oral cavity, and maintainingoral soft tissue health in patients with compromised medical condition. In fact, there are limitation of opportunity forthem to meet those special patients. Dentists who treat patients with special needs are dental pediatrics; there are no dentalspecialists who specifically manage patients who are adults with special needs.12 Furthermore, for the undergraduate basis,dental school are not well equipped with staff and tools to support that competency. Of the 11 dental schools that have beenaccredited ”A” in Indonesia, there are only 4 dental schools who have structured dental courses on taking care of oral and dentalhealth for person with special needs. This program is restricted to postgraduate student only. There is no syllabus or programfor undergraduate dental students. Lack of training and experience of undergraduate dental students in dealing with patientswith special needs was one of the most reported issues that inhibits the treatment of these patients. Therefore, the access ofdental student to gain knowledge and experience in this major should be improved.Indeed, it is well known that good oral health is conducive to overall well-being. Due to increasing demand of treatingspecial care persons with their complexities, oral health professionals need to improve their skill and knowledge. Tania Saskianti, DDS, PhD, Ped DentChairperson, Joint Scientific Meeting in Special Care DentistryLecturer, Department of Pediatric DentistryFaculty of Dental Medicine, Universitas Airlangga REFERENCES1. Friel S, Jamieson L. Political economy, trade relations and health inequalities: lessons from general health. Community Dent Health. 2019; 36(2),152–156 (2019).2. National Institute of Health Research and Development of Ministry of Health Indonesia. Main Result of Basic Health Research 2018. 2018.3. Victorian Health Promoting Foundation. Disability and health inequalities in Australia. VicHealth. 2012; 1–11.4. Anders PL, Davis EL. Oral health of patients with intellectual disabilities: A systematic review. Spec Care Dentist. 2010; 30(3):110–7.5. Minihan PM, Morgan JP, Park A, Yantsides KE, Nobles CJ, Finkelman MD, et al. At-home oral care for adults with developmental disabilities A surveyof caregivers. J Am Dent Assoc. 2014; 145(10):1018–25.6. Eijsink AM, Schipper G, Vermaire JH. A Q-methodology study among caregivers of people with moderate intellectual disabilities on their clients’health care: An example in oral health. J Appl Res Intellect. Disabil. 2018; 31(5):915–26.7. Wyne AH, Hammad N, Splieth C. Oral health knowledge of health care workers in special children’s center. Pak J Med Sci. 2015; 31(1):164–8.8. Hewson ND. Submission 552 - Australian Dental Association Inc - Disability Care and Support - Public inquiry. Aust Dent Assoc. 2010; 1–20.9. Wilson NJ, Lin Z, Villarosa A, Lewis P, Philip P, Sumar B, et al. Countering the poor oral health of people with intellectual and developmentaldisability: a scoping literature review. BMC Public Health. 2019; 19(1):1530.10. Alumran A, Almulhim L, Almolhim B, Bakodah S, Aldossary H, Alakrawi Z. Preparedness and willingness of dental care providers to treat patientswith special needs. Clin Cosmet Investig Dent. 2018; 10:231–6.11. Steinberg BJ. Issues and challenges in special care dentistry. 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