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Saltini, Anna, Davide Cappellari, Paola Cellerino, Lidia Del Piccolo y Christa Zimmermann. "An instrument for evaluating medical interview in general practice: the VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification System/Doctor)". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 3 (diciembre de 1998): 210–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007405.

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Resumen
RIASSUNTOScopo - Valutare l'attendibilita del VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification Systeml/Doctor) e identificare gli interventi adottati dai medici di medicina generale durante la conduzione dell'intervista con pazienti con disturbi organici e disagio emotivo. Setting - Lo studio e stato condotto nel territorio di Verona-Sud, presso due ambulatori di Medicina Generale. Campione - 100 pazienti che hanno consultato i medici per un problema di salute nuovo e che hanno riportato al GHQ-12 un punteggio > 3. I cinque medici coinvolti nello studio hanno contribuito ciascuno con 20 interviste audioregistrate (10 condotte con pazienti giudicati con disagio emotivo e 10 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Principali misure utilizzate — Il VR-MICS/D consente di classificare il comportamento verbale adottato dal medico durante la conduzione dell'intervista e consente di valutarne lo stile. Lo strumento à costituito da 16 categorie definite in base a formulazione (domanda, affermazdone) e contenuto. Procedura - Due rater hanno classificato 30 interviste (15 condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo e 15 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Dopo aver verificato l'attendibilita del VR-MICS/D, e stata valutata la performance dei medici (classificazione delle 100 interviste) e sono stati confrontati i comportamenti verbali adottati con pazienti giudicati con disagio emotivo e senza disagio, secondo il giudizio dei medici. Risultati - Il VR-MICS/D ha dimostrato una buona attendibilita (Kappa di Cohen 0.93). La percentuale di accordo delle categorie è compresa tra 78.2% e 96.4%. I comportamenti verbali piu frequenti sono «domande chiuse» e «dare informazioni» (55.0% sul totale dei comportamenti verbali classificati n = 5522). Ciò che contraddistingue le interviste condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo sono gli specifici contenuti affrontati (psicologico e psicosociale) e i commenti di chiarificazione e di facilitazione. Queste differenze non sono comunque marcate, nonostante siano statisticamente significative. Conclusioni - Il VR-MICS/D è uno strumento attendibile che permette di classificare il comportamento verbale adottato dai medici durante la conduzione delle interviste con pazienti con disagio emotivo. Lo stile di intervista dei medici che hanno partecipato allo studio e simile a quello descritto in letteratura per i medici che non hanno ricevuto una formazione alle tecniche comunicative ed è caratterizzato da un approccio essenzialmente centrato sul medico e sulle sue conoscenze. Questo tipo di approccio, in particolare con pazienti con disagio emotivo, comporta notevoli limitazioni ed evidenzia la necessita di introdurre interventi di formazione alle tecniche di intervista.
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Del Piccolo, Lidia. "Psycho-social problem disclosure during primary care consultation". Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, n.º 4 (diciembre de 2000): 257–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008393.

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RIASSUNTOScopo – Valutare come i pazienti trattano tematiche psicosociali durante la consultazione in medicina generale e se vi è un'influenza degli aspettà di personalità (dipendenza emotiva e tendenza a controllare o delegare la salute) su tale comportamento. Disegno — “Caso-controllo”. Tra i casi rientravano coloro che avevano punteggio maggiore o uguale a tre nel General Health Questionnaire (GHQ—12). L'appaiamento caso—controllo è stato fatto sulla base del medico curante, del giudizio di presenza/assenza di disagio emotivo espresso dal medico, dal sesso, dall'età e dalla presenza di malattia cronica. Setting — Sei ambulatori di Medicina Generale. Principali misure utilizzate — Scheda del medico con i dati clinici del paziente, Scheda del paziente con dati socio—demografici, Questionario sui problemi sociali, GHQ—12, Questionario sugli eventi di vita. Successivamente i pazienti sono stati ricontattati ed hanno compilato la Multidimensional Health Locus of Control Scale (MHLC), l'Interpersonal Dependency Inventory e il Social Support Questionnaire. Risultati – La probabilità di trattare tematiche psicosociali aumenta quando il medico attribuisce disagio psichico. I pazienti correttamente identificati senza disagio emotivo hanno trattato meno frequentemente temi psico-sociali, pur accennandoli, il contrario si è verificato per i pazienti riconosciuti con disagio. I pazienti con alto punteggio al GHQ-12 e non identificati dal medico (falsi negativi), più degli altri non hanno neppure fatto cenno ad aspetti psicosociali. La presentazione di problemi psicosociali non è risultata influenzata dalle misure di personalità. Conclusioni – L'assenza di accenni a temi psicosociali e la mancanza di un approccio centrato sul paziente hanno contribuito al non riconoscimento del disagio emotivo nei pazienti «falsi negativi». Un atteggiamento attivo da parte del medico nell'introdurre tematiche psicosociali può avere un notevole effetto sul riconoscimento del disagio psichico in tali pazienti.
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Fasio, Omar. "Il disagio emotivo negli operatori sanitari dell'emergenza ospedaliera: motivazioni, emozioni e personalitŕ". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (abril de 2010): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002003.

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L'attivitŕ di emergenza sanitaria ospedaliera implica un costante confronto con la sofferenza sia fisica che mentale. In questo lavoro sono state indagate alcune caratteristiche psicologiche di 59 infermieri e di 50 medici di tre pronto soccorso della Liguria utilizzando: 1) un questionario sulle motivazioni e sulle emozioni che sostengono gli operatori nella loro attivitŕ lavorativa, 2) la scala Eysenck Personality Inventory e 3) la scala Maslach Burnout Inventory. Il disagio emotivo č risultato dipendere dalla loro motivazione, dalle emozioni provate, dal nevroticismo e dall'anzianitŕ di servizio. Considerando i risultati nel loro insieme si puň concludere che motivazioni, emozioni e personalitŕ hanno un ruolo impor- tante nel sostenere l'attivitŕ degli operatori dell'emergenza sanitaria. Una costante riflessione degli operatori su tali risorse puň rivelarsi utile nell'identificare per tempo situazioni che, se trascurate, possono portare a stati di disagio psicologico, e nel prevenire lo sviluppo del burnout.
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Di Cesare, Gianluigi y Isabella Panaccione. "Erranza del sintomo e crisi identitaria. Riflessioni su adolescenza e pandemia". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (diciembre de 2021): 38–58. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003003.

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La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto particolar¬mente severo sulla salute mentale degli adolescenti. In questo lavoro, gli autori osservano che le manifestazioni di disagio emotivo sono emerse soprattutto a partire dell'autunno 2020, quando cioè le restrizioni si sono allentate ed è stato tentato un graduale ritorno all'incontro con l'Altro. Ed è proprio il timore dell'incontro con l'Alterità che sembrerebbe aver portato alla luce le profonde fragilità identitarie dei più giovani. Di una generazione che, alla continua ricerca di un Simile rassicurante, fatica a completare fisiologicamente il percorso di sog¬gettivazione, e in cui persino l'angoscia pare incapace di prendere una forma, in una continua e inafferrabile "erranza del sintomo".
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Calella, Margherita, Maria Grazia Porpora, Chiara Simonelli y Filippo Maria Nimbi. "Vulvodinia e sessualità: uno studio comparativo sugli aspetti emotivi e psicologici". RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, n.º 2 (noviembre de 2020): 47–64. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002003.

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La vulvodinia è una sindrome complessa e multifattoriale che colpisce circa il 16% della popolazione femminile (Harlow et al., 2014) caratterizzata da disagio vulvare spesso descritto come bruciore/dolore che si verifica in assenza di rilevanti cause osservabili. Anche se numerosi progressi sono stati fatti nello studio di que-sta sindrome, esistono ancora oggi delle problematiche relative all'eziologia, che possono ulteriormente ostacolare il processo diagnostico e terapeutico. L'obiettivo del presente studio è stato quello di esplorare il funzionamento sessuale, emotivo e psicopatologico di donne affette da vulvodinia, ponendole a confronto con donne prive di patologie genito-pelviche. Lo studio è stato condotto su 69 donne che hanno compilato un questionario socio-anagrafico, il Female Sexual Function In-dex (FSFI), il Symptom Checklist -90- Revised (SCL-90-R), il Positive and Negati-ve Affect Schedule (PANAS) e lo Short Form McGill Questionnaire (SF-MGQ). I risultati emersi suggeriscono nelle donne vulvodiniche la presenza di un ridotto funzionamento sessuale (maggior dolore e ridotta lubrificazione); un livello maggiore di disagio psichico (soprattutto nelle dimensioni: ossessività-compulsività, psicoticismo e depressione) ed un'affettività più negativa rispetto al gruppo di con-trollo. Approfondimenti futuri potrebbero contribuire ad una migliore comprensio-ne dell'impatto che tale sindrome produce sul benessere sessuale e sulla qualità della vita delle donne che ne sono affette, indirizzando gli specialisti verso forme d'intervento multidisciplinare, che secondo il modello bio-psico-sociale, potrebbero essere più appropriate ed efficaci.
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Del Piccolo, Lidia. "Doctor-patient interaction: a comparison between analysis systems". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, n.º 1 (abril de 1998): 52–67. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007120.

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RIASSUNTOScopo — L'intervista medica nel contesto della medicina generate ha importanti implicazioni sia sul piano diagnostico che terapeutico, mira ad un'accurata raccolta di informazioni biopsicosociali e, per essere ben condotta, implica l'applicazione di tecniche d'intervista centrate sia sul medico che sul paziente. L'analisi dell'interazione tra medico e paziente consente di valutare le tecniche d'intervista messe in atto dal medico e di individuare in modo phi preciso gli aspetti che possono essere migliorati. In particolare: 1) la revisione degli strumenti di analisi dell'interazione (IAS) adottati per descrivere la comunicazione tra medico e paziente, tenendo conto della rilevanza clinica, le strategie osservative adottate, l'attendibilita e il tipo di comportamenti analizzati; 2) la valutazione critica e l'analisi dei risultati delle ricerche svolte adottando gli strumenti considerati. Obiettivi — Gli strumenti di analisi dell'interazione considerati sono stati individuati a partire da alcune revisioni precedenti e utilizzando la ricerca Medline (HelthGate) sulle parole chiave indicate nella revisione. Risultati — Sono stati analizzati 17 sistemi di classificazione e 10 di questi sono stati descritti in ordine cronologico. Da un'analisi di tipo sociologico o psicolinguistico, si e passati, nel tempo, a un approccio specificamente impostato sulla consultazione medica e quindi a situazioni specifiche del contesto medico, quali l'ambito oncologico o ospedaliero. Conclusioni — Nello studio dell'interazione medico-paziente e importante individuare quelle categorie che risultano piu salienti per un'intervista «centrata sul paziente». Cio e rilevante non solo ai fini di una corretta individuazione dei pazienti con disagio emotivo, ma anche ai fini della corretta attribuzione del disagio stesso. L'attitudine ad ascoltare e la sollecitazione a parlare anche di tematiche emotive costituisce, infine, una forma indiretta di educazione del paziente, in quanto comprende che puo parlare con il medico anche dei suoi problemi psicologici e che cio puo avere una valenza terapeutica.
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Lama, Antonella. "Prendersi cura dei curanti: i gruppi di psicodinamica per operatori sanitari". GRUPPI, n.º 3 (mayo de 2010): 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003006.

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Lo sviluppo e il mantenimento del benessere degli operatori č una chiave strategica di ogni struttura sanitaria orientata alla promozione della salute negli ospedali. Ciň malgrado sono in costante aumento segnali di sofferenza, situazioni conflittuali e manifestazioni di disagio da parte degli operatori sanitari dei reparti ospedalieri. Negli ultimi anni l'UO 1 di Psicologia dell'APSS di Trento ha introdotto i gruppi di psicodinamica, adattando il dispositivo della psicoterapia dinamica di gruppo ai bisogni delle équipe e affidandone la conduzione a personale esperto. Si tratta di esperienze a termine della durata di 12-18 mesi con incontri ad intervalli regolari (due volte al mese). Il personale focalizza le tematiche legate alle difficoltŕ della relazione con i colleghi e coi pazienti, e ha la possibilitŕ di elaborare le esperienze traumatiche. Tra i principali benefici riferiti dagli operatori vengono citati il miglioramento del clima emotivo e l'individuazione di sistemi difensivi piů evoluti per far fronte alla compassion fatigue.
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Gislon, Maria Clotilde, Maria Bologna, Anna Maria Borziani, Stefano Crosato, Mara Fiaschi y Maria Moscara. "Il costrutto della resilienza in psicoterapia focale breve". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 1 (abril de 2010): 75–96. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001006.

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Questo articolo descrive la rilevanza del costrutto della resilienza in salute mentale e le sue implicazioni in Psicoterapia Focale Breve. L'intervento focale breve che descriviamo garantisce una risposta terapeutica a bisogni emergenti di salute modifi cando i fattori che ostacolano il normale processo evolutivo. Il modello pone specifi ca attenzione al processo di valutazione, che considera i fattori psicosociali ed č orientato a defi nire il problema focale, che puň ostacolare in qualsiasi fase del ciclo di vita il fi siologico processo evolutivo. Il target dell'intervento focale č rappresentato da individui con disagio emotivo in relazione ad eventi correnti di vita e che, in assenza di puntuale valutazione e trattamento, rischierebbero una disabilitŕ psicosociale. La Psicoterapia Focale Breve, rafforzando alcune dimensioni della resilienza, facilita la elaborazione dell'ostacolo evolutivo e sviluppa capacitŕ di auto-terapia; il ruolo attivo dell'individuo come agente del proprio cambiamento riduce il tempo di intervento e soprattutto garantisce che il processo evolutivo prosegua al di lŕ del setting e dopo il termine della terapia.
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Sebastiani, Giuseppe y Annalisa Falcone. "Cultura e pratica psichiatrica nella medicina di base. Una indagine sui medici di Bari". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, n.º 3 (diciembre de 1993): 205–10. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000703x.

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RiassuntoScopo - Fornire informazioni sui rapporti tra medicina generale e psichiatria nelFItalia meridionale, facendo luce su attitudini, opinioni e comportamenti dei medici di base inerenti a problemi e situazioni di carattere psichiatrico o, in generale, emotivo. Disegno - Invio di un questionario contenente domande sulla gestione dei pazienti portatori di problemi psicologico/psichiatrici in relazione alle variabili demografiche e di formazione professionale dei medici stessi. Setting - Medicina di base di Bari. Principali misure utilizzate - Confronto fra le caratteristiche dei medici che hanno risposto al questionario e quelle della popolazione totale mediante il test del chi-quadrato nonché percentuali di risposte alle varie domande. Risultati - Ha restituito il questionario circa il 20% dei medici, fra i quali il numero di soggetti in possesso di specializzazione(-i) è significativamente maggiore che nella popolazione totale. Le attività formative in campo psichiatrico, ritenute necessarie dal 94% dei partecipanti, sono peraltro piu regolarmente praticate da non oltre il 13% degli stessi. Il 56% dei medici stima la morbilità psichiatrica nel 10-30% delle visite. Soltanto il 19% dei partecipanti è d'accordo nel considerare la legge 180 «un salto di qualita nell'assistenza del paziente psichiatrico». Il 53% dei medici inviano i pazienti allo psichiatra in meno del 10% dei casi (il 60% delle volte per problemi di tipo ansioso-depressivo). Nel 25% circa dei disturbi psicosomatici vengono prescritti antispastici, mentre «cerebroattivi» e «ricostituenti» sono utilizzati rispettivamente nel 75 e 23% delle condizioni di astenia psichica e scadimento della performance intellettuale. Conclusioni - La bassa percentuale di medici che hanno risposto al questionario limita la generalizzabilità dei dati ottenuti. In base al campione raccolto sembrano comunque doversi sottolineare la percezione della difficoltà di gestire il disagio emotivo (peraltro di comune riscontro nella pratica quotidiana), l'esigenza di disporre di piu ampie opportunita di formazione specifica e di coUaborazione con gli psichiatri (a fronte della scarsa integrazione attuale) e la necessità di una maggiore razionalizzazione dei trattamenti farmacologici.
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Soavi, Gloria y Desiree Cobianchi. "L'affido familiare strumento di prevenzione e di riparazione: una ricerca sul campo". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (diciembre de 2010): 39–55. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003003.

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La ricerca condotta su un campione di 74 minori collocati in famiglie affidatarie nella provincia di Ferrara, si interroga in che termini l'affido rappresenti uno strumento preventivo di ulteriori disagi e riparativo delle problematiche che presentano i bambini e gli adolescenti. Attraverso l'analisi del campione e la somministrazione di un questionario articolato agli operatori referenti del caso si sono confrontati i dati relativi alle varie forme di disagio presentate dai minori al momento dell'affido e successivamente in quello della ricerca. I risultati emersi mettono in luce una percentuale rilevante di miglioramenti, in particolare rispetto ai problemi emotivi e di comportamento che si presentavano inizialmente, anche nei casi di maltrattamento ed abuso.
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Muller, Fernanda Suely y Antonia Dayane Figueiredo Rodrigues. "A personificação do dialeto como violência em Um amor incômodo, de Elena Ferrante". Revista Italiano UERJ 13, n.º 1 (17 de octubre de 2022): 12. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70729.

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RESUMO: Elena Ferrante é o pseudônimo de uma escritora italiana cuja identidade é um mistério. Em sua trama de exórdio L'amore molesto (1992), Ferrante nos apresenta a história intrigante de Delia, personagem que procura desvendar a morte estranha de sua mãe e, ao mesmo tempo, precisa enfrentar o desconforto que lhe causa o retorno à sua cidade natal. Na tessitura do enredo, é interessante observar como a escritora utiliza a linguagem (mais especificamente o dialeto napolitano) como elemento reiterante da aflição emocional que a viagem a Nápoles desperta na protagonista. Sendo assim, sobretudo a partir de Alfonzetti (2018) e Di Rogartis (1993), pretendemos, neste trabalho, analisar a presença do dialeto na obra Um amor Incômodo de Elena Ferrante, procurando sublinhar como a escolha narrativa operada pela escritora se configura como uma espécie de "personagem silencioso", ora conduzindo a protagonista, ora justificando o porquê da sensação desagradável experimentada por Delia desde a tenra idade.Palavras-chave: Elena Ferrante. Dialeto. Violência. Um Amor Incômodo. ABSTRACT: Elena Ferrante è lo pseudonimo di una scrittrice italiana la cui identità è un mistero. Nel suo esordio L'amore molesto (1992), Ferrante ci presenta l'intrigante storia di Delia, un personaggio che cerca di svelare la strana morte della madre e, allo stesso tempo, deve affrontare il disagio causato dal suo ritorno nella sua città natale. Nell’intreccio, è interessante osservare come la scrittrice utilizzi il linguaggio (più precisamente il dialetto napoletano) come nodo centrale del conflitto emotivo che il viaggio a Napoli suscita nella protagonista. Dagli studi di Alfonzetti (2018) e Di Rogartis (1993), si intende, in questo lavoro, analizzare la presenza del dialetto nell'opera Um amor Incômodo (titolo in portoghese) di Elena Ferrante, cercando di sottolineare come la scelta narrativa operata dalla scrittrice sia configurata come una sorta di "personaggio muto" che rege la protagonista Delia fin dalla tenera età.Parole chiave: Elena Ferrante. Dialetto. Violenza. L’amore molesto ABSTRACT: Elena Ferrante is the pseudonym of an Italian writer whose identity is a mystery. In his exordium plot L'amore molesto (1992), Ferrante presents us with the intriguing story of Delia, a character who seeks to unravel the strange death of her mother and, at the same time, has to face the discomfort caused by her return to her hometown. Christmas. At the plot, it is interesting to observe how the writer uses language (more specifically the Neapolitan dialect) as a reiterating element of the emotional distress that the trip to Naples arouses in the protagonist. Therefore, especially from Alfonzetti (2018) and Di Rogartis (1993), we intend, in this work, to analyze the presence of dialect in the work Um amor Incômodo by Elena Ferrante, seeking to underline how the narrative choice operated by the writer is configured as a kind of "silent character" that leads the protagonist Delia from her early age.Keywords: Elena Ferrante. Dialect. Violence. Um amor incômodo.
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Arace, Angelica, Donatella Scarzello, Paola Zonca y Protima Agostini. "Disagio psichico e sociale in genitori e bambini 0-6 anni durante la pandemia da COVID-19: conseguenze emotive e comportamentali tra lockdown e post-lockdown". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (agosto de 2021): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002002.

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Numerose ricerche sugli effetti della pandemia da COVID-19 su famiglie e bambini si sono focalizzate sul periodo del lockdown, evidenziando importanti conseguenze disadattive, mentre minori sono i dati sulle fasi successive, analizzate invece nel nostro studio attraverso un questionario online compilato da 945 genitori di bambini in età prescolare. L'analisi dei dati evidenzia un aumento delle problematiche emotive e comportamentali dei bambini durante il lockdown, e un decremento nei mesi successivi, ma con consistenti strascichi dei sintomi, che permangono più alti rispetto alla fase non emergenziale, con differenze associate a genere ed età dei bambini, clima familiare e vissuti emotivi genitoriali. È, dunque, fondamentale intervenire per ridurre i fattori di rischio attraverso la presa in carico delle vulnerabilità del sistema familiare e promuovere strategie di resilienza.
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Di Giusto, Anna. "Educazione emotiva e linguaggio interculturale". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junio de 2020): 92–104. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10079.

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La presente ricerca nasce dal tentativo di rispondere all'urgenza, sempre più avvertita nella scuola italiana a forte impronta multiculturale, di individuare una modalità di risposta a uno dei principi cardine dell'educazione, ovvero quello dell'accoglienza. Sulla linea di pensiero della Scuola di Barbiana, ripresa e approfondita anche dal convegno SIPED tenutosi a Catania nel 2014, il progetto si è proposto di dare corpo a una nuova forma di pedagogia militante. Con questo termine si intende la messa in atto di una sperimentazione volta a realizzare il principio della "rimozione degli ostacoli" di cui parla l'articolo 3 della Carta Costituzionale, a prescindere dal quale non si può attuare una concreta uguaglianza tra futuri cittadini. L'accoglienza degli studenti non italofoni è la sfida più importante della scuola di oggi e del futuro. Il presente laboratorio sulle emozioni è stato pensato per aiutare questi alunni, ma anche i loro compagni italiani, a comprendere il proprio disagio. In questo modo, si è cercato di favorire il clima di collaborazione della classe. Il risultato è stato un miglioramento del rendimento scolastico di tutti gli studenti, ma in particolare si è modificata la percezione di sé e dell'altro, favorendo la collaborazione e attenuando il livello di competitività degli studenti.
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Carretta, Ilaria, Antonella Di Biase, Stefania Bruzzese y Raffaele Visintini. "L'effetto delle misure di lockdown sulla capacità di regolazione emotiva degli adolescenti Uno studio su due realtà cliniche". PSICOBIETTIVO, n.º 3 (diciembre de 2021): 81–91. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003005.

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La pandemia COVID-19 ha portato nel corso del 2020 e del 2021 ad una serie di misure sociali stringenti per prevenire il diffondersi del contagio. Nelle diverse realtà dove operano gli autori (l'ambulatorio filtro di psicoterapia dell'IRCCS Turro e l'ambulatorio AMU a Milano) si è assistito ad una maggiore richiesta di aiuto psicologico da parte degli adolescenti e della prima età adulta a seguito delle misure di lockdown del 2020. Questo aumento di richieste, conseguente all'aumento del disagio psicologico, non è casuale: gli autori ipotizzano che la mancanza di strutture regolatorie ambientali abbia portato ad un aumento di disregolazione emotiva in tutte le età, compresa l'età adolescenziale, con significative differenze rispetto all'anno precedente.
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Baldassarre, Angela. "La psico-cosa, dall'invisibile al visibile: vedere, sentire, percepire, rappresentare, pensare l'adolescenza". GRUPPI, n.º 1 (octubre de 2010): 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001008.

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Č spesso presente negli adolescenti la convinzione che quando c'č un disagio psichico il "problema" possa essere assente o come accade frequentemente venga esternalizzato, proiettato sui genitori, sugli insegnanti ecc., perché sentono una estraneitŕ alle loro difficoltŕ. Questo processo puň accadere anche tra le varie istituzioni coinvolte, famiglia, scuola... Il sentire in adolescenza presenta forti intensitŕ emotive, affettive tali da compromettere la loro rappresentabilitŕ e pensabilitŕ. Cosa accade quando si presentifica il crollo psichico? Si avverte un pericolo per la propria identitŕ ed i fantasmi, le immaginazioni, le fantasie diventano "le psico-cose" senza possibilitŕ di distinzione tra l'interno e l'esterno, tra il vissuto, il percepito e l'accaduto, generando cosi fenomeni come dispersione dell'identitŕ, identitŕ negative, confusivitŕ e/o forti dipendenze da persone o cose pur di ritrovare disperatamente un Io possibile.
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Romeo, Francesco Paolo. "Disponibilità emozionale dell'insegnante, didattica inclusiva e cultura dell'affettivit&ag". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (diciembre de 2022): 297–312. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14333.

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Siamo soliti pensare che emotiva e cognitiva siano dimensioni dell'esistere tra loro disgiunte. In realtà, gli studi di matrice evolutiva spiegano come la nostra affettività sia indissolubilmente legata alla cognitività, dal momento che la "forma" che le riposte fisiologiche e motorie della persona assumono all'interno di un contesto sociale - possiamo chiamarla emozioni -, altro non è che una valutazione cognitiva degli stimoli provenienti dal contesto dipendente, specie al principio della vita, dal caregiver di riferimento. In un tempo in cui in Occidente la crisi delle agenzie educative ha raggiunto una fase oramai emergenziale e assistiamo a un investimento spesso improduttivo sulla dimensione cognitiva dello studente, l'articolo offre una cornice teorico-metodologica per comprendere le ragioni per le quali la scuola dovrebbe più intenzionalmente cogliere la dimensione emozionale dell'insegnante e del curricolo e coltivare nello studente quella fiducia interiore fondamentale per ri-avviare le esplorazioni appassionate nelle aree del sapere che possono svelare le vocazioni personali di ognuno e al contempo prevenire condizioni di disagio giovanile o più gravi momenti di "vuoto" esistenziale dinanzi a traumi massivi come la pandemia e l'attuale emergenza bellica.
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Dumouchel, Paul. "Y a-t-il des sentiments moraux?" Dialogue 43, n.º 3 (2004): 471–90. http://dx.doi.org/10.1017/s001221730000305x.

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Resumen
AbstractA quick survey of the literature reveals that authors disagree as to which sentiments are moral and which are not, they disagee as to how to distinguish between moral and other sentiments, and finally that often the same author will claim a sentiment is moral at some times but not at others. These difficulties arise, I argue, from an underlying concept of emotion that I call atomism. Viewing emotions as means of coordination among agents, rather than as psychic atoms, suggests a radically different approach to the question of morality and affects, one where emotions pave the way for normative expectations.
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Gabola, Piera y Antonio Iannaccone. "Elementi contestuali nella costruzione del benessere degli insegnanti in due casi studio italiani". Swiss Journal of Educational Research 37, n.º 1 (20 de septiembre de 2018): 149–66. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.37.1.4948.

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L’articolo propone una riflessione su alcuni elementi critici della costruzione del benessere professionale degli insegnanti mettendo in luce, accanto alle note cause di insorgenza della sindrome del burnout quali fattori individuali, emotivi e relazionali, anche gli effetti che sembrano riconducibili alla condizione lavorativa nel suo complesso e dunque al sistema di attività nel quale viene svolto questo mestiere. Per dar conto di tali effetti l’articolo discute i risultati di due contributi empirici, realizzati in modo indipendente, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, nel sistema scolastico italiano. In particolare i due studi fanno riferimento alla condizione di benessere socio professionale di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria in due fasi distinte dell’evoluzione del sistema scolastico italiano (che nell’arco dei dieci anni intercorsi fra i due studi è stato interessato da continui tentativi di riforme, da un crescente precariato, da un progressivo indebolimento del riconoscimento della professione, dalla presenza diffusa in classe di bambini di differenti culture, dall’introduzione, largamente approssimativa, di nuove tecnologie, dalla scarsa corrispondenza tra lavoro effettivo ed aspettative dei futuri insegnanti). Senza la pretesa di fornire risposte definitive ad un problema evidentemente complesso la ri-lettura dei due studi sul burnout, realizzati in due distinte fasi dell’evoluzione del sistema scolastico, pur confermando, in parte, i risultati di altri lavori simili, solleva il problema complementare della contestualizzazione delle modalità di espressione del disagio degli insegnanti in relazione al più ampio tessuto identitario professionale nel quale essi operano. Tessuto che sembra mutare al mutare del posizionamento sociale e culturale dell’insegnamento.
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Bottino, G. y E. Jongari. "L’efficacia della corretta informazione e la sua incidenza nella compliace del paziente. Studio di coorte nella S.S. di Emodinamica dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria". Working Paper of Public Health 4, n.º 1 (15 de junio de 2015). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2015.6698.

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Background: Le procedure invasive diagnostiche e terapeutiche possono essere fonte di dolore e disagio fisico ed emotivo. L'ansia e il disconfort rappresenta un problema infermieristico prioritario nel paziente in attesa di procedure invasive,incidendo sul suo percorso clinico. E’ in questa situazione stressante che l’infermiere si propone come la figura più adatta per valutare e trattare l’ansia e per migliorare l’esperienza ospedaliera degli assistiti, garantendo un ambiente tranquillo e rassicurante e attuare un adeguato approccio terapeutico. Il rilassamento infatti, riduce la tensione muscolare, diminuisce la frequenza cardiaca, può migliorare il volume di eiezione e rafforza il senso di controllo del paziente sul dolore. Obiettivo: L’obbiettivo di questa tesi è quello di rilevare quanto l’informazione data alla persona, che si sottopone a procedura diagnostica e/o terapeutica migliori il livello di ansia e la compliance dell’assistito stesso. La tesi vuole focalizzarsi sulla gestione e sulla presenza di ansia pre-procedura, e dimostrare come la gestione di questo aspetto, attraverso una buona valutazione e un'adeguata informazione possa favorevolmente incidere sulla qualità della procedura stessa e su un adeguata compliance intra e post procedurale. Metodologia: In questo studio vengono confrontati secondo random due gruppi di utenti. Al primo gruppo sono state fornite informazioni precise e complete sull’iter della procedura a cui verranno sottoposti; mentre al secondo gruppo sono state date solo informazioni sommarie, non complete. Verrà studiata poi, la compliace dei due gruppi, determinando le maggiori differenze tra i comportamenti. Lo studio è stato condotto tramite l’utilizzo del questionario APAIS in cui si valutano l’ansia riguardo l’anestesia e l’intervento invasivo, nonché la combinazione finale delle stesse. Contemporaneamente alla somministrazione del questionario sono state anche rilevate le frequenze cardiache e le frequenze respiratorie ai pazienti. Infine, attraverso un'intervista post-procedura verrà somministrata una griglia costruita ad hoc con le principali paure o disagi provati dagli assistiti durante la procedura invasiva, e una scala numerica Numeric Rating Scale (NRS) per stimare il maggior livello di dolore e disagio percepito durante la procedura. Il periodo dello studio è compreso tra marzo e settembre 2014. Risultati: Nel confronto tra i pazienti informati prima e dopo il trattamento si nota una diminuzione di circa 4 punti, poiché da 12,88 il livello d'ansia dei pazienti dopo l'informazione diminuisce a 8,92. Confrontando i valori dei pazienti informati, si può notare una diminuzione significativa del fabbisogno di informazione tra prima e dopo il trattamento definendo un valore medio attorno a 2, rispetto al valore 8,6 pretrattamento. Nel gruppo dei pazienti informati, si nota che la media della frequenza cardiaca e respiratoria è inferiore rispetto al gruppo dei pazienti non informati, stando a significare che i pazienti informati erano più tranquilli nel momento in cui andavano a sottoporsi alla procedura, rispetto all'altro gruppo. Conclusioni: I dati dello studio, seppure con alcuni limiti legati allo strumento e alla metodologia, dimostrano che fornire informazioni adeguate ed esaurienti ai pazienti prima di una qualsiasi procedura incide notevolmente sul livello di ansia da essi percepito. Inoltre si può notare dallo studio che tutti i pazienti, sia quelli appartenenti al gruppo informato che quelli appartenenti al gruppo non informato presentano un fabbisogno di informazione elevato.
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Pérez Requejo, José Luis y Justo Aznar Lucea. "Turismo de células madre". Medicina e Morale 61, n.º 1 (28 de febrero de 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.145.

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Mai prima d’ora i pazienti gravemente malati o con malattie incurabili o croniche, sono stati così esposti a organizzazioni mediche senza scrupoli, che approfittando del loro logico disagio e della loro preoccupazione promettono cure miracolose e trattamenti, facendo pagare enormi somme di denaro per procedure senza alcuna garanzia, alcun reale beneficio e, peggio ancora, con gravi rischi per la salute. Questo articolo discute alcuni casi di pazienti che hanno pagato con la loro salute, spesso irrimediabilmente, o in maniera catastrofica, gli effetti di terapie teoricamente avanzate con cellule staminali di alcuni centri. Ci si è riferiti a diversi paesi che, in tempi anche non remoti, offrono e praticano qualcuno di questi trattamenti, il più delle volte attraverso strategie di marketing dirette e aggressive per i pazienti o le loro famiglie, mostrando reale o fittizi rapporti relativi ad altri pazienti, ma senza previ studi scientifici che avvalorino i risultati dei presunti benefici. In questo articolo, discutiamo alcuni utili suggerimenti e linee guida internazionali per riconoscerli ed evitarli. Inoltre, abbiamo discusso in dettaglio le ragioni specifiche per cui la maggior parte dei medici e clinici sollevino dei dubbi sulla competenza e le ragioni etiche di questi centri e scoraggino i viaggi di questo “turismo medico”. È sempre consigliabile chiedere il consiglio del medico di famiglia o specialista, prima della decisione dei pazienti di ricevere trattamenti dubbi, con la certezza che il paziente avrà sempre la sua comprensione e il supporto emotivo e medico. ---------- Never before seriously ill patients with chronic or incurable diseases have been so exposed to unscrupulous medical organizations that, taking advantage of their logical distress and worry, promise miracle cures and treatments and charge them huge amounts of money for procedures with no guarantee, no real benefits and, even worse, with serious risks to their health. This paper discusses some cases of patients who paid with their health, often irreparably, or catastrophically, the effects of supposedly advanced therapy centers with stem cells. Several countries are mentioned, not always as remote, which offer and practice any of these treatments, most often by direct and aggressive marketing to patients or their families, showing real or fictional accounts of other patients, but without the previous studies and scientific papers that endorse their supposed beneficial results. In this article we discuss some useful hints and international guidelines to recognize and avoid them. Also, we discussed in detail the specific reasons why most doctors and clinics doubt about the competence and ethical reasons of these centers and discourage those “medical tourism” trips. It is always advisable to seek the advice of the family doctor or specialist in charge, before the patients decision to receive dubious treatments, with the assurance that, decide what the patient decide, they will have always his understanding and his emotional and medical support.
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Formica, Sandro. "Economics, Self-Awareness and Self-Mastery: a proposed Framework". MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, n.º 2 (diciembre de 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00132.

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Il COVID-19 non ha solo causato diffusi disagi emotivi sotto forma di paura, depressione e ansia, ma ha anche generato una crisi economica globale. Se la maggior parte di noi potrebbe interpretare la parola "economia" da una prospettiva macroeconomica, come definita da Adam Smith (1904), però altri eminenti autori e studiosi, come spiegato nel contributo, ne hanno adottato una definizione centrata sulla persona. Nel presentare entrambi gli approcci, il contributo adotterà le definizioni di economie centrate sulla persona e le amplierà introducendo un nuovo Framework, chiamato Self-Science, per facilitare la comprensione delle componenti legate al self-awareness con lo scopo di perseguire e perfezionare il self-mastery.
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