Literatura académica sobre el tema "Diritto transnazionale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Diritto transnazionale"

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Mattei, Alberto. "Il ruolo del diritto internazionale privato nella mobilitŕ transnazionale del lavoro". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 3 (febrero de 2012): 100–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003008.

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Resumen
Nel mercato transnazionale del lavoro, con il distacco della manodopera previsto dalla direttiva 96/71/CE, il diritto internazionale privato, a partire dalla Convenzione di Roma ora trasfusa nel Regolamento Roma I, puň incidere seriamente sulla disciplina del rapporto di lavoro con elementi di transnazionalitŕ. In tal senso, nella prospettiva del conflitto di leggi, č possibile dare rilievo agli strumenti internazional-privatistici per garantire i diritti sociali dei lavoratori "mobili". Si puň cosě rendere piů uniforme la disciplina dei rapporti di lavoro nell'ambito delle imprese "senza confine", che per loro natura sfuggono alla sottoposizione ad un unico ordinamento giuridico, al fine di dare preminenza al principio di concretezza degli effetti del lavoro transnazionale.
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Avilés, Antonio Ojeda. "Cos'è il diritto transnazionale del lavoro?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 162 (junio de 2019): 385–411. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2019-162007.

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Tulli, Umberto. "I diritti umani nella Guerra Fredda. Nuove proposte e nodi interpretativi". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (febrero de 2022): 157–76. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002005.

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Resumen
Negli ultimi anni, gli storici hanno scoperto i diritti umani e avanzato una nuova interpretazione della loro storia negli anni della Guerra Fredda. Lungi dal proporre una storia lineare e trionfalista, gli studiosi si stanno concentrando sulle contraddizioni ed ambiguità dei diritti umani. Questa rassegna storiografica sottolinea alcuni tratti comuni alla nuova storiografia sui diritti umani: primo, sembra abbandonare la storia del diritto per dialogare con la storia politica, la storia delle relazioni internazionali e la storia transnazionale. Secondo, contribuisce a ridefinire e complicare la storia della Guerra Fredda, mostrando punti di contatto e di intersezione tra due storie che hanno difficilmente dialogato tra loro. Vi sono però dei limiti che sembrano poter fare emergere un nuovo approccio trionfalistico alla storia dei diritti umani.
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Barbera, Marzia. "Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 126 (julio de 2010): 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Resumen
Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Frosecchi, Giulia. "Percorso di lettura sul concetto di "diritto transnazionale del lavoro"". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 153 (marzo de 2017): 219–26. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2017-153014.

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Chiappetta, Giovanna. "Cittadinanza europea: opportunità e abusi nel diritto internazionale privato della famiglia". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (enero de 2021): 105–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002005.

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Il saggio si incentra sulla funzione dell'autonomia negoziale nella regolamentazione degli status e dei rapporti familiari tra componenti il nucleo familiare tipico o atipico. Ciò in quanto il ruolo dell'autonomia negoziale è stato ampliato anche dalla cittadinanza europea intesa dalla Corte di giustizia europea come fonte autonoma di diritti. Tale cittadinanza, che si aggiunge a quella nazionale, ha consentito alla coppia ‘statica', pur in assenza del carattere transnazionale della situazione familiare, di scegliere la legge e gli strumenti di ordinamenti stranieri da applicare ai rapporti patrimoniali ed esistenziali della comunità di vita. Il saggio si propone di dimostrare come i Regolamenti UE in materia familiare possano applicarsi anche ai cittadini europei ‘statici', consentendo la scelta di leggi straniere con soluzioni estranee all'ordinamento nazionale, nel rispetto del limite dell'ordine pubblico costituzionale di ciascun Paese membro.
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Lucidi, Fabio. "Dal modello bio-psico-sociale all'approccio alla salute globale". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 3 (octubre de 2021): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003002.

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Molti anni dopo la proposta di un modello bio-psico-sociale, si parla oggi di Salute Globa-le come diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, tra-scendendo e superando le prospettive nazionali, così come gli interessi e le possibilità delle singole discipline. Adottando una prospettiva transdisciplinare in un'ottica transnazionale, parlare di Salute Globale vuol dire mettere in primo piano le disuguaglianze che sono presenti in termini di speranza e di qualità di vita, malattie e disabilità così come risorse e opportunità di salute sia all'interno dei Paesi, sia tra di essi, attraverso la ricerca, la formazione e l'intervento in materia di assistenza, prevenzione della malattia e promozione della salute. La Psicologia della Salute ha l'opportunità di contribuire a questo processo portando in esso conoscenze, competenze, prospettive pronte a fondersi in un approccio che mette al centro la soluzione dei problemi e non le discipline che ad essa contribuiscono.
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Sciarra, Silvana. "Automotive e altro: cosa sta cambiando nella contrattazione collettiva nazionale e transnazionale". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 130 (junio de 2011): 345–59. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130009.

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Resumen
1. Premessa: la Fiat non č un'impresa "per vecchi". 2. Lo "stile italiano" e la globalizzazione. 3. Uno sguardo ai Comitati aziendali europei. Sono "moderni" i diritti di informazione e consultazione?
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Bellezza, Simone Attilio. "In cerca della madrepatria: la diaspora ucraina e il dilemma dei rapporti culturali con l'Ucraina sovieti". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 2 (mayo de 2021): 257–74. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002013.

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L'articolo traccia una prima ricostruzione dei rapporti fra la comunità ucraina della diaspora e la Repubblica sovietica dell'Ucraina, cercando di comprendere come questi siano cambiati nel contesto della Guerra Fredda. Per prima cosa si affronta la questione della formazione della diaspora ucraina come un soggetto transnazionale e con identità nazionali multiple, ma allo stesso tempo dotato di una certa compattezza, espresso attraverso la creazione di organizzazioni politiche e associazioni culturali sovranazionali. Si passa quindi ad analizzare queste relazioni dando rilievo a differenti elementi: i rapporti preferenziali con l'Urss degli ucraini canadesi comunisti, i viaggi di istruzione nell'Ucraina sovietica, il periodo di rinnovamento culturale rappresentato dagli sistdesjatnyky, la nascita del rapporto con i dissidenti all'interno del movimento transnazionale per la difesa dei diritti umani, la battaglia giocata sul piano della propaganda e il contributo dell'Associazione degli scrittori ucraini all'estero "Slovo" e infine il ruolo giocato dallo Harvard Ukrainian Research Institute nella liberazione e nel sostegno ai dissidenti scappati dalle repressioni brezneviane.
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Mongillo, Vincenzo. "Imprese multinazionali, criminalità transfrontaliera ed estensione della giurisdizione penale nazionale: efficienza e garanzie "prese sul serio"". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 170 (agosto de 2021): 179–213. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170002.

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Resumen
In un mondo in cui l'attività economica si è globalizzata e la dimensione transfrontaliera del crimine di impresa è esponenzialmente cresciuta, il tema dell'estensione spaziale delle leggi penali nazionali assume rilievo centrale. La parcellizzazione della produzione in gruppi societari, joint venture e catene di approvvigionamento globali, oltre a fomentare reati e violazioni di diritti umani da parte delle imprese multinazionali o transnazionali, erode la capacità di enforcement degli Stati. Il saggio si concentra, così, sulle nuove forme di giurisdizione extraterritoriale - sia autentiche che "mimetizzate" sotto una nozione di territorialità dilatata all'estremo - da una duplice prospettiva: efficacia della risposta punitiva e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti (individui e società) sottoposti a procedimento penale da parte di molteplici autorità nazionali, nell'ottica di un equilibrio ragionevole.
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Tesis sobre el tema "Diritto transnazionale"

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Nadalet, Sylvain. "Il diritto transnazionale del lavoro". Paris 10, 2003. http://www.theses.fr/2003PA100039.

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Prenant pour fondement la théorie du pluralisme juridique, la recherche envisage les trois cadres hypothétiques d'un développement du droit transnational du travail : l'entreprise transnationale, des relations collectives transnationales, et enfin celui de l'arbitrage transnational comme moyen de consolidation des usages professionnels (lex mercatorai, lex sportiva). La thèse s'attache à déterminer les modalités de réception dans les droits nationaux (français et italien) des types d'actes propres à chacun de ces ordres juridiques : l'acte unilatéral de l'entreprise, les accords collectifs transnationaux, et les sentences arbitrales. Elle affronte notamment la question des diverses qualifications de ces actes juridiques par les juges nationbaux, ainsi que les problèmes de droit international privé que pose l'accès au droit des normes transnationales du travail. L'auteur conclut sur la nécéssité d'établir de nouveaux liens entre les droits étatiques et ces nouvelles formes de régulation
This research is based on the theory of the pluralism of the sources of the law. It aims at encompassing the three hypotetical systems of the setting of the Transnational Labour Law as following : transnational company, industrial relations, and arbitration as a mean of fixing the corporation customs (lex mercatoria, lex sportiva). This dissertation focuses on the way to insert in the local law (i. E. The Italian and the French law) the different legal act related to each legal system that is : company unilateral norms, collective transnational agreements, and arbitration awards. Furthermore, this thesis addresses the difficulty to determine the type of each and problems of international private law. The author concludes that it is necessary to establish new links between States law and these new forms of regulations
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NUCCI, ALESSANDRO. "Globalizzazione, impresa transnazionale e diritto del lavoro". Doctoral thesis, Università Bocconi, 2011. https://hdl.handle.net/11565/4054122.

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Huta, Chiara <1993&gt. "Profili fiscali del lavoro transnazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12686.

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FRANCIOSO, CHIARA. "Ruling fiscali preventivi nell’economia globalizzata. Profili di diritto transnazionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/314063.

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Resumen
L’elaborato verte sui procedimenti di ruling preventivo, attraverso i quali ciascun contribuente può ottenere chiarimenti – con efficacia vincolante per l’Amministrazione – in relazione a un caso concreto e personale, sull’interpretazione e l’applicazione delle disposizioni tributarie. L’avvento dei ruling preventivi ha innovato significativamente i moduli procedimentali tributari, tradizionalmente imperniati sull’accertamento del dichiarato: essi consentono di avviare, prima della presentazione della dichiarazione, un dialogo fra contribuente ed ente impositore teso ad una condivisa prospettazione del presupposto e della misura del tributo, che non si presti a censure successive. I procedimenti di compliance preventiva odierni rispondono ad esigenze di prevedibilità delle conseguenze fiscali delle attività economiche e sono frutto della progressiva codificazione di prassi informali di consulenza giuridica affermatesi in passato. L’informalità che ha contraddistinto inizialmente queste prassi pone una serie di questioni giuridiche (non sempre risoltesi con la codificazione dei procedimenti) legate alla segretezza, all’ampia discrezionalità amministrativa e al rischio di disparità di trattamento dei contribuenti. Nella specie, è sorto il rischio – segnalato da vari organismi sovranazionali – che attraverso procedimenti eccessivamente discrezionali e opachi, possano essere concesse agevolazioni surrettizie, idonee ad attrarre slealmente investimenti stranieri e ad innescare una gara al ribasso fra le giurisdizioni fiscali. Il presente contributo intende formulare considerazioni di policy sul modello di procedimento preventivo che meglio assicura, nell’era della globalizzazione, il rispetto dei principi costituzionali ed europei che governano la materia tributaria. Dopo una premessa di carattere storico, vengono individuati in chiave comparata i tratti ricorrenti dei procedimenti di ruling: (i) il carattere preventivo, concreto e personale del quesito; (ii) i meccanismi di tutela “rafforzata” dell’affidamento; (iii) la comune finalità di promozione della certezza del diritto. Vengono così evidenziate tensioni teoriche – a tratti irrisolte – tra il diritto alla tutela dell’affidamento e il necessario rispetto del principio di legalità nell’individuazione, in via preventiva, del presupposto e della misura del tributo. Si perviene quindi all’esame delle soluzioni promosse in sede OCSE ed UE per una maggiore trasparenza dei ruling, da attuarsi con lo scambio (rispettivamente spontaneo e automatico) di informazioni tra le amministrazioni fiscali. Oltre a porre a confronto i due standard, in prospettiva de iure condendo, sono prese in considerazione politiche di trasparenza alternative o concorrenti, tra cui la pubblicazione dei ruling. Il raffronto tiene in debito conto le esigenze di tutela dei diritti fondamentali dei contribuenti, muovendo dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e della Corte EDU. Oggetto di studio è, infine, il rischio di aiuti di Stato sotteso ai ruling, emerso in ambito UE. Vengono commentate le decisioni della Commissione europea e le prime sentenze del Tribunale UE sui ruling “benevoli” concessi, a noti gruppi multinazionali, dalle amministrazioni di alcuni Stati membri. L’analisi – sviluppata sul piano interno, comparato e sovranazionale – conduce ad alcune considerazioni sulla configurabilità (a) di un procedimento centralizzato europeo di compliance preventiva e (b) di un modello domestico in grado di ovviare alle criticità emerse in ottica transnazionale senza comprimere eccessivamente i diritti dei contribuenti.
In various jurisdictions, taxpayers may obtain a statement from the tax administration concerning the treatment of contemplated future transactions. A written statement, that binds the authority to the interpretation provided therein, ensures the taxpayer the legal certainty needed for cross-border transactions or complex investments, thus promoting simplified tax compliance and preventing tax disputes. The current advance compliance schemes result from the gradual codification of informal guidance practices from the past. The informality that once featured these practices still raises legal issues linked to secrecy, wide administrative discretion and the risk of discrimination between taxpayers. Despite the advantages well known in literature and acknowledged by national and international institutions, improper use of tax rulings may then facilitate aggressive tax planning and harmful tax competition: derogatory secret rulings, offering a low level of taxation in a certain jurisdiction, can encourage companies to artificially shift profits there, potentially leading to a race to the bottom. The current contribution aims to investigate which advance compliance policies, in a globalized market economy, best suit the constitutional and European principles governing taxation. Following an introduction on the evolution of ruling practices, their recurring features are identified with a comparative approach: (i) individual advance request, of practical interest for the taxpayer; (ii) “enhanced” protection of legitimate expectations; (iii) promotion of legal certainty. The comparative analysis identifies unsolved theoretical tensions between the right to the protection of legitimate expectations and the principle of legality in tax matters. The OECD and the EU are promoting the exchange of information (spontaneous and automatic, respectively) on cross-border tax rulings and APAs. After comparing the two standards, alternative or concurrent transparency policies are considered, including the publication of rulings. The comparison takes due account of the need to protect taxpayers’ rights, building on the Court of Justice and ECtHR case law. Finally, the dissertation addresses the competition threats raised by secret rulings, in terms of State aid (currently under judicial review by the Union Courts). The analysis leads to some remarks on the design of (a) a centralized European advance compliance program and (b) a domestic model able to overcome the above-mentioned issues without sacrificing taxpayers’ rights.
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Galletti, Marco. "Il distacco transnazionale dei lavoratori". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423400.

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The Directive 96/71/EC of 16 December 1996 was created with the clear intent to define a precise set of rules to be observed by the undertaking within "the framework of the transnational provision of services, post workers […], to the territory of a Member State". In fact, it requires the Member States to ensure "by law, regulation or administrative provision, and/or by collective agreements or arbitration awards which have been declared universally applicable". Whatever is the law applicable to the employment relationship under the rules of private international law, it guarantees to posted workers the same conditions of the domestic workers, within the territories of a Member State. Such lapidary words would lead to the conclusions that the enactment of the directive has put an end to the phenomenon of the social dumping, but reality is far from this picture. Quoting an eminent scholar, the Court of Justice’s sentences- also known as the Laval Quartet- hold in evidence that "the strains to which the current regulatory framework for posting of workers is subject, in a context of divergent social and employment conditions among Member States and acute sensitivity about the perceived risks of social dumping and unfair competition" and secondly that "that the reach of the EU law extends to collective labour disputes". Based on the assumptions that, the EC has presented at least two bills aiming at improving the enforcement of the Directive 96/71 and, also at clarifying the operated collective rights "within the context of the freedom of establishment and the freedom to provide services". The present study has historically followed the path which led, firstly, to the enactment of the law, and, secondly, to the presentation of the eligible proposals. Moreover, an important section of this work intends to analyze the juridical framework concerning the rules about the transnational provision of services. Primarily, the paper focuses on the basic issues which emerged in over twenty years from the judgment as known as Rush Portuguesa, and then it examined the divergent EC’s proposals in order to verify their capability to face the manifested problems
La direttiva 96/71/CE del 16 dicembre 1996 nasce con il chiaro intento di definire un preciso quadro di regole da osservarsi qualora le imprese, nell’ambito "di una prestazione di servizi transnazionale, distacchino lavoratori […] nel territorio di uno Stato membro". Essa, infatti, fa obbligo agli Stati membri di provvedere affinché, qualunque sia la legislazione applicabile al rapporto di lavoro a norma delle regole di diritto internazionale privato, siano garantite ai lavoratori distaccati nei propri territori le stesse condizioni imposte, per quelli nazionali, da “disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, e/o da contratti collettivi o da arbitrati dichiarati di applicazione generale” . Parole così lapidarie indurrebbero a pensare che dall’emanazione della stessa in poi non si possano essere più verificati fenomeni di dumping sociale. La realtà, come ai più è noto, è stata invece tutt’altra. Per usare le parole di un noto studioso le sentenze del cosiddetto quartetto Laval hanno evidenziato "le tensioni cui è soggetto l’attuale quadro normativo relativo al distacco dei lavoratori in un contesto di condizioni di lavoro e sociali divergenti fra Stati membri e la particolare sensibilità ai rischi di dumping sociale e concorrenza sleale percepiti", e dimostrato che "il campo di applicazione del diritto dell'UE si estende al contenzioso collettivo di lavoro". Sulla base di queste premesse la Commissione europea ha presentato, nel marzo del 2012, ben due proposte legislative tese, da un lato, a migliorare l’applicazione della direttiva 96/71 e, dall’altro, a chiarire quali siano i diritti collettivi azionabili "nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione di servizi". Il presente elaborato ha ripercorso le tappe che hanno portato in primis all’emanazione della direttiva distacco, ed in secundis alla presentazione delle suindicate proposte, e ciò non prima di aver chiarito il quadro giuridico in cui si inserisce tutta la legislazione concernente il rapporto di lavoro transnazionale. Lo scopo è stato evidenziare a chiare lettere tutte le problematiche che si sono palesate in oltre vent’anni per poi cercare di capire se davvero le proposte formulate dalla Commissione possano essere in grado di risolverli
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Bresolin, Annamaria <1986&gt. "La contrattazione collettiva transnazionale a livello di imprese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1517.

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FASOLA, MARCO. "LA RISCOSSIONE TRANSNAZIONALE DEI TRIBUTI NELL¿UNIONE EUROPEA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/617968.

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La ricerca ha ad oggetto la “riscossione transnazionale dei tributi”, cioè le attività finalizzate alla riscossione dei tributi al di fuori del territorio statuale. La riscossione dei tributi implica l’esercizio di poteri sovrani, e può quindi essere svolta all’estero solo in virtù di appositi accordi internazionali o - nei rapporti tra gli Stati membri dell’Unione europea - sulla base della normativa europea. L’esigenza di idonei strumenti per la riscossione all’estero è sempre più intensa, sia perché oggi le imposte presentano marcati caratteri di “internazionalità”, sia perché la ricchezza è dematerializzata, supera i confini senza passare dalle dogane. E tutto ciò favorisce l’evasione fiscale internazionale. La riscossione transnazionale è ascrivibile al più ampio fenomeno della collaborazione tra gli Stati in materia fiscale (che ricomprende anche la collaborazione finalizzata all’accertamento: scambi di informazioni, indagini congiunte, etc.), che nasce proprio per combattere efficacemente l’evasione internazionale. La riscossione transnazionale può consistere sia nello svolgimento di attività puramente normative, come l’imposizione di obblighi di assolvimento dei tributi a carico di soggetti “estranei” all’ordinamento dello Stato impositore (si pensi ad esempio all’attribuzione di obblighi di sostituzione d’imposta a carico di istituti finanziari di diritto estero privi di qualsiasi connessione con l’ordinamento italiano), sia in attività di natura amministrativa e giudiziaria (è questa l’ipotesi in cui uno Stato procede all’esecuzione esattoriale su beni situati nel proprio territorio al fine di riscuotere il credito tributario di un altro Stato). In quest’ultima ipotesi si parla solitamente di “mutua assistenza amministrativa e giudiziaria”. La presente ricerca ricostruisce in dettaglio le fonti normative che prevedono la collaborazione tra gli Stati membri dell’Unione europea nella riscossione dei tributi (in particolare la direttiva 2010/24/UE, la Convenzione di Strasburgo del 25 gennaio 1988 e l’art. 27 del Modello OCSE), nonché la disciplina da esse complessivamente ricavabile (ambito di applicazione oggettivo, soggettivo e temporale degli obblighi di assistenza, forme dell’assistenza, assistenza nel recupero e nelle misure cautelari, limiti agli obblighi di assistenza, etc.). L’analisi del dato positivo mette in luce che attraverso le norme sulla collaborazione gli Stati hanno visto grandemente esteso l’ambito territoriale dei propri poteri di riscossione, ma rivela anche che, allo stesso tempo, nulla è stato specificamente previsto per garantire adeguate forme di tutela ai soggetti privati incisi da tali poteri. Il presente lavoro muove quindi alla ricerca di un punto di equilibrio tra gli accresciuti poteri degli Stati derivanti dalle norme europee e internazionali, da un lato, e le esigenze di tutela dei soggetti privati incisi dalle procedure di recupero, dall’altro, da raggiungere alla luce di un’interpretazione razionale del dato positivo e dei principi.
This study concerns all activities undertaken to collect taxes abroad (i.e., cross-border tax collection). Tax collection implies the use of sovereign powers: therefore, it may be carried out abroad only in accordance with international agreements or – among European Union Member States – based on European regulations. Taxes are becoming more and more “international”, and wealth itself is now largely intangible – it crosses borders without going through customs. All of this may aid international tax evasion. Thus, there is a growing need for appropriate means to collect taxes abroad. Cross-border tax collection falls under the broader phenomenon of international cooperation in tax matters (which also includes cooperative efforts when assessing taxes: exchanging information, joint audits, etc.). Indeed, this cooperation stems from the need to fight international tax evasion more effectively. Cross-border tax collection may be performed through: (a) purely legislative means, such as the imposition of tax payment obligations on individuals or entities that are not linked to the taxing state’s territory (e.g., the obligation on foreign financial in-stitutions with no link whatsoever to the Italian legal system to withhold taxes); and/or (b) judicial or administrative means (e.g., a state enforces taxes on property or other goods located within its territory on behalf and in the interest of an applicant state to which taxes are owed). The latter case is usually referred to as “mutual administrative and judicial assistance”. This study first analyses the legal background that allows European Union Member States to cooperate with each other in tax collection (particularly Council Directive 2010/24/EU, the Strasbourg Convention of 25 January 1988 and Article 27 of the OECD Model Tax Convention). It then analyses the general regulations resulting from this legal background (such as the personal, material and temporal scope of ob-ligations to provide assistance; forms of assistance; assistance with recovery and precautionary measures; limits on the obligations to provide assistance; and more). Analysis of this legal background reveals that regulations on cooperation in tax matters have allowed EU Member States to extend the territorial scope of their tax collection powers greatly. At the same time, however, it also reveals that no adequate provisions are currently in place to safeguard the rights and interests of individuals and entities that are subject to these powers. This study thus aims to strike a balance between the increased powers of EU Member States (deriving from European and international regulations) on the one hand, and the need to safeguard individuals and entities that are subject to recovery procedures on the other. This balance can indeed be achieved – but it requires a rational interpretation of the legal background and its principles.
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Boscolo, Gioachina Federica <1993&gt. "TASSAZIONE DELLE ROYALTIES DELLE SOCIETA’ IN PROSPETTIVA NAZIONALE, TRANSNAZIONALE E COMPARATA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10770.

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I beni immateriali nell’economia odierna, definita knowledge economy, sono una risorsa indispensabile per la competizione e la crescita delle imprese. A livello imprenditoriale si ha quindi la necessità di proteggere gli intangible assets attraverso i Diritti di proprietà intellettuale, per tutelarsi da eventuali abusi da parte di soggetti non autorizzati e per avere il monopolio sul loro sfruttamento. Un soggetto, concedendo o cedendo questi beni, riceve una royalty che, essendo una componente di reddito positivo, è assoggettata ad imposizione fiscale. A causa dell’immaterialità del bene ne deriva una facile “mobilità” verso Paesi con tassazione più favorevole e ne consegue una perdita di gettito e di attività dallo Stato. Sussistono inoltre problemi di doppia imposizione fiscale dovuti dalle normative vigenti che disciplinano la tassazione in base sia alla residenza del soggetto percettore sia alla fonte del reddito. Come risposta a queste problematiche vari Paesi europei si sono attivati introducendo incentivi in R&S e tassazioni agevolate delle royalties (regime del Patent Box), in modo tale da attrarre gettito nelle casse statali e investimenti nel Paese, e hanno adottato a livello transnazionale misure per eliminare la doppia imposizione fiscale come le Convenzioni e le Direttive europee. La definizione di royalties, e la relativa disciplina, varia a seconda della tassazione a cui si riferisce (nazionale, comunitaria, internazionale) e questo comporta problematiche di coincidenza. Con la presente tesi saranno analizzate le tassazioni interne e transnazionali delle royalties delle società in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Lussemburgo e sarà eseguita una comparazione tra normative.
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FANFARILLO, SARA. "La tratta di esseri umani nel diritto internazionale: tra lotta al crimine transnazionale organizzato e tutela dei diritti fondamentali". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1088.

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Orobello, Tommaso <1998&gt. "Convenzioni contro le doppie imposizioni e tassazione dei redditi in prospettiva transnazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21843.

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Resumen
La crescente spinta della globalizzazione ha spronato imprenditori, grandi o piccoli, società ed enti di diverso tipo a porre in essere operazioni economiche transnazionali; infatti, grazie ad e-commerce, store online e, più in generale, al commercio digitale è abbastanza quotidiana l’ipotesi in cui molti soggetti economici producano una frazione del proprio reddito oltre i confini nazionali. Con riferimento alle varie operazioni transnazionali, in materia di imposte sui redditi, la maggior parte dei Paesi ha elaborato due principi fondamentali: il world-wide principle (correlato alla nozione della residenza) e il source principle (correlato al concetto di territorialità della fonte del reddito). Risulta importante sottolineare che il sovrapporsi dei predetti principi da origine al fenomeno della c.d. doppia imposizione internazionale. In questo background nasce l’idea per la redazione dell’elaborato proposto. Tale elaborato, intitolato “Convenzioni contro le doppie imposizione e tassazione dei redditi in prospettiva transnazionale”, ha lo scopo di analizzare il concetto della residenza fiscale e il relativo fenomeno della tassazione dei redditi transnazionali. Infatti, risulta di immediato riscontro l’intenso legame che esiste tra residenza e tassazione dei redditi. Nello specifico, l’elaborato è articolato in tre capitoli. Il primo, di carattere generale, affronta la trattazione delle fonti del diritto, che si apre con i principi generali del diritto interno, fino a giungere alle fonti del diritto internazionale. Il secondo capitolo analizza la tematica della residenza fiscale (anche in relazione ai recenti avvenimenti dovuti alla pandemia Covid-19), evidenziandone l’imprescindibile importanza che riveste nel diritto tributario. L’ultimo capitolo studia la tassazione, in prospettiva transnazionale, delle principali categorie di reddito in un’ottica comparata tra le norme interne, unionali e convenzionali.
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Libros sobre el tema "Diritto transnazionale"

1

Ferrarese, Maria Rosaria. Le istituzioni della globalizzazione: Diritto e diritti nella società transnazionale. Bologna: Il Mulino, 2000.

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2

Martino, Alberto Di. La frontiera e il diritto penale: Natura e contesto delle norme di diritto penale transnazionale. Torino: G. Giappichelli, 2006.

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3

Studi in onore di Aldo Frignani: Nuovi orizzonti del diritto comparato europeo e transnazionale. Napoli: Jovene editore, 2011.

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4

Federico, Carpi y Lupoi Michele Angelo, eds. Essays on transnational and comparative civil procedure =: Scritti sul diritto processuale civile transnazionale e comparato. Torino: Giappichelli, 2001.

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5

Vincenzo, Ferrari, Ronfani Paola, Stabile Silvia, Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale. y Associazione italiana di sociologia. Sezione di sociologia del diritto., eds. Conflitti e diritti nella società transnazionale. Milano: FrancoAngeli, 2001.

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Capítulos de libros sobre el tema "Diritto transnazionale"

1

Sejr Sartor, Dorthe. "Posted workers in Danimarca tra social dumping, diritti violati e organizzazione sindacale". En Posted workers La condizione dei lavoratori in distacco transnazionale in Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-515-5/009.

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Resumen
In the last years a wave of low-cost labour has poured into Danish construction sites caused by the free movement of labour and the enlargement of the EU towards the East putting pressure on wages and working conditions. The essay examines this effect on large public construction projects in Denmark such as the Metro of Copenhagen including the consequences for the working environment as well as the dumping of wages due to lowest bid tenders. Furthermore, it explores the effort of Danish trade unions through organisation aim to create fair and equal conditions for all workers and to safeguard the Danish model which has been under pressure due to the globalisation process.
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