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Tesis sobre el tema "Diritto nazionale e comunitario"

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GIORDANO, ROSARIA. "La tutela cautelare tra giudice comunitario e giudice nazionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/972.

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Resumen
L’eccessiva durata dei processi civili in molti ordinamenti processuali ha accentuato l’importanza della tutela cautelare quale componente essenziale di una tutela giurisdizionale effettiva. L’esigenza, in tale prospettiva, di una tutela cautelare autonoma da quella di merito ha influito sull’evoluzione della disciplina positiva in materia in alcuni sistemi giuridici verso il modello del référé francese ed è stata affermata anche e sopratutto da numerose decisioni della Corte di Giustizia comunitaria. Il procedimento cautelare così come disciplinato nel sistema delle azioni dirette dinanzi ai giudici comunitari presenta, tuttavia, alcune significative lacune, sovente ancora maggiori rispetto a quelle ancora esistenti in alcuni ordinamenti nazionali. La strumentalità della tutela cautelare, infatti, da un lato, è intesa in senso rigidamente strutturale e, da un altro, il giudice della cautela è munito di scarsi poteri a fronte dell’attività discrezionale delle istituzioni comunitarie lesiva dei diritti del cittadino europeo. Tali lacune appaiono, d’altra parte, tanto più gravi in ragione delle condizioni restrittive alle quali è subordinato, in generale, il diritto di accesso al giudice nel processo comunitario. Sorge, pertanto, un interrogativo: per la Corte di Giustizia del Lussemburgo l’effettività della tutela giurisdizionale è un valore da perseguire per meglio tutelare i diritti dei singoli o non costituisce, piuttosto, soltanto uno degli strumenti che la Corte utilizza per meglio ammonire gli Stati membri al rispetto degli obblighi derivanti dalla partecipazione alla Comunità europea? Il dubbio ora palesato è determinato anche dall’esame della giurisprudenza comunitaria in tema di tutela cautelare che i giudici nazionali possono concedere tutte le volte che venga in rilievo il diritto comunitario. Possono, infatti, verificarsi due situazioni pressoché speculari. In particolare, nell’ipotesi in cui il giudice interno è chiamato a concedere tutela cautelare per via di disapplicazione delle norme nazionali a favore di quelle comunitarie, la Corte di Giustizia si è limitata a sottolineare il dovere dei giudici di concedere tale tutela ove ricorrano le medesime condizioni alle quali nel diritto interno è possibile ottenere un provvedimento cautelare. Di contro, nell’ipotesi in cui i singoli domandino tutela cautelare al giudice nazionale a fronte di un atto comunitario che appare illegittimo, le condizioni cui la stessa Corte di Giustizia ha subordinato il diritto di ottenere tale tutela sono talmente restrittive da rendere in pratica impossibile che lo stesso si realizzi.
The importance of interim relief is increased in last years as a result of civil proceedings excessive duration. Consequently, in many national systems there’s been an evolution in the direction of the autonomy of interim measures respect of final judgments. Also the EC Court of Justice has held the important role of the autonomy of interim relief for an effective judicial protection in the European Union. Although these judgments, the award of interim measures in proceedings before Community Courts is often more difficult than before national Courts. For example, it’s impossible to obtain interim measures ante causam because, under article 83 of the Rules of Procedure of the Court of Justice, an application to suspend the operation of any measure adopted by an institution shall be admissible only if the applicant is challenging the measure in proceedings before the Court. So in the community system interim measures are strictly ancillary to final judgment on the merit of claim. For these reasons we can ask ourselves if the real function of autonomy of interim relief in the Community Courts Case-Law is safeguard supremacy of community law rather than interests of private plaintiffs. Our doubt depends also on the EC Court of Justice Case-Law when, before national Courts, is relevant community law to decide an application for interim relief. There are, in fact, two different situations. In a first case national Courts could be faced with the question as to whether they are entitled to suspend a national legislation contrary to EC law. Since Factortame Case EC Court of Justice held that national judges must, pending a preliminary ruling procedure, set aside the national rule that is the sole obstacle which precludes the award of interim relief. In a second case national Courts could be faced with the question as to whether they are entitled to suspend a Community act pending a preliminary ruling on the validity of that act. Since Zuckerfabrik Case EC Court of Justice recognized the power of national judge to suspend in this situation a community act, but merely under conditions strictly defined in order to safeguard, as usual, supremacy and direct applicability of Community Law.
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STIZZA, Paolo. "La disciplina fiscale delle perdite in ambito nazionale, internazionale e comunitario". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/894.

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ACHILLI, VITO. "IVA comunitaria e IVA nazionale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41845.

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Resumen
L'autore analizza il sistema UE dell'IVA precisamente nei profili dei suoi principi fondamentali, nella disciplina delle prestazioni di servizi, nel sistema del rimborso dell'imposta negli scambi sovranazionali, nelle frodi comunitarie. Si conclude sottolineando le criticità attuali dell'IVA e illustrando le possibili evoluzioni tenuto conto che la crisi finanziaria attuale ha posto dinanzi a una duplice sfida di politica economica: promuovere la crescita sostenibile consolidando al tempo stesso le finanze pubbliche e, ovviamente, le politiche tributarie costituiscono uno strumento come sempre fondamentale a tal fine. Si rileva quindi la necessità di riservare maggiore attenzione alla concezione e alla struttura dei sistemi tributari e in particolare al sistema IVA, per renderli più efficienti, efficaci e soprattutto più equi dando concretezza ai valori solidaristici che ispirarono il Trattato di Roma del 1957 e ancor prima la nostra Carta Costituzionale.
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Fiorentini, Elena. "Gli affidamenti c.d. in house nell'ordinamento comunitario e nazionale con particolare riferimento al settore dei trasporti pubblici". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5103/1/Fiorentini_Elena_tesi.pdf.

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Resumen
Il presente progetto di ricerca analizza quella particolare forma di affidamento diretto dei servizi pubblici denominata in house providing e si articola in tre sezioni. Nella prima sezione viene analizzata la disciplina dei servizi pubblici locali nell’ordinamento italiano mediante un excursus normativo dai primi del 900 ad oggi; la seconda sezione è dedicata alla disciplina dell’affidamento dei servizi pubblici locali di trasporto; la terza sezione, infine, descrive l’in house providing e l’elaborazione pretoria di tale istituto operata dalla giurisprudenza comunitaria. Come noto, la pubblica amministrazione può soddisfare le sue esigenze secondo due diverse modalità: ricorrendo al libero mercato come qualsiasi altro operatore economico oppure auto-producendo i beni e i servizi di cui necessita. Infatti, nonostante il diritto comunitario imponga il rispetto del principio di tutela della concorrenza, lascia impregiudicato il potere di auto-organizzazione in capo alle pubbliche amministrazioni negli Stati membri, le quali potranno scegliere di agire “in economia” o di ricorrere alle prestazioni di operatori terzi. Con la locuzione di derivazione comunitaria in house providing si definisce quel modello organizzativo mediante il quale le pubbliche amministrazioni realizzano le attività di loro competenza attraverso i propri organismi, cioè senza ricorrere al libero mercato per procurarsi i lavori, i servizi e le forniture ad esse occorrenti o per erogare alla collettività prestazioni di pubblico servizio, in deroga ai principi comunitari sulla tutela della concorrenza stabiliti nel Trattato istitutivo della Comunità Europea, che invece imporrebbero lo svolgimento di gare ad evidenza pubblica per l'affidamento di tali servizi. Tuttavia, come chiarito dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale, affinché la procedura di gara non sia necessaria, occorre che tra l’amministrazione e il prestatore ci sia sostanziale identità, nonostante le distinte personalità giuridiche, in modo tale da configurare il contratto tra le stesse intercorso come un atto di organizzazione interna.
This paper analyzes the particular form of direct award of public services called in house providing and is divided into three sections. The first section contains the analysis of the regulation of public services in Italian law through an excursus since the beginning of the nineties; the second section is dedicated to the italian regulation of public transport services; the third section describes in house providing and its evolution in the case law of European Court of Justice. As known, public administrations can require works, goods and services in two different ways: they can externalize some activity, production or other tasks; otherwise they can build the works or provide the goods and the services needed with its own means according to the freedom of organization granted by the Treaties. The notion of in-house providing is therefore an element in the demarcation of the province of application of public procurement law. In given situations, procuring entities, while not strictly speaking producing themselves the works, goods and services they need, have recourse to entities which cannot be said to be completely district from than the procuring entities themselves. In these cases procuring entities are procuring from the market what they need but public procurement rules do not apply.
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Fiorentini, Elena. "Gli affidamenti c.d. in house nell'ordinamento comunitario e nazionale con particolare riferimento al settore dei trasporti pubblici". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5103/.

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Resumen
Il presente progetto di ricerca analizza quella particolare forma di affidamento diretto dei servizi pubblici denominata in house providing e si articola in tre sezioni. Nella prima sezione viene analizzata la disciplina dei servizi pubblici locali nell’ordinamento italiano mediante un excursus normativo dai primi del 900 ad oggi; la seconda sezione è dedicata alla disciplina dell’affidamento dei servizi pubblici locali di trasporto; la terza sezione, infine, descrive l’in house providing e l’elaborazione pretoria di tale istituto operata dalla giurisprudenza comunitaria. Come noto, la pubblica amministrazione può soddisfare le sue esigenze secondo due diverse modalità: ricorrendo al libero mercato come qualsiasi altro operatore economico oppure auto-producendo i beni e i servizi di cui necessita. Infatti, nonostante il diritto comunitario imponga il rispetto del principio di tutela della concorrenza, lascia impregiudicato il potere di auto-organizzazione in capo alle pubbliche amministrazioni negli Stati membri, le quali potranno scegliere di agire “in economia” o di ricorrere alle prestazioni di operatori terzi. Con la locuzione di derivazione comunitaria in house providing si definisce quel modello organizzativo mediante il quale le pubbliche amministrazioni realizzano le attività di loro competenza attraverso i propri organismi, cioè senza ricorrere al libero mercato per procurarsi i lavori, i servizi e le forniture ad esse occorrenti o per erogare alla collettività prestazioni di pubblico servizio, in deroga ai principi comunitari sulla tutela della concorrenza stabiliti nel Trattato istitutivo della Comunità Europea, che invece imporrebbero lo svolgimento di gare ad evidenza pubblica per l'affidamento di tali servizi. Tuttavia, come chiarito dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale, affinché la procedura di gara non sia necessaria, occorre che tra l’amministrazione e il prestatore ci sia sostanziale identità, nonostante le distinte personalità giuridiche, in modo tale da configurare il contratto tra le stesse intercorso come un atto di organizzazione interna.
This paper analyzes the particular form of direct award of public services called in house providing and is divided into three sections. The first section contains the analysis of the regulation of public services in Italian law through an excursus since the beginning of the nineties; the second section is dedicated to the italian regulation of public transport services; the third section describes in house providing and its evolution in the case law of European Court of Justice. As known, public administrations can require works, goods and services in two different ways: they can externalize some activity, production or other tasks; otherwise they can build the works or provide the goods and the services needed with its own means according to the freedom of organization granted by the Treaties. The notion of in-house providing is therefore an element in the demarcation of the province of application of public procurement law. In given situations, procuring entities, while not strictly speaking producing themselves the works, goods and services they need, have recourse to entities which cannot be said to be completely district from than the procuring entities themselves. In these cases procuring entities are procuring from the market what they need but public procurement rules do not apply.
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Negrelli, A. "La stabilità degli atti nazionali nel diritto comunitario (provvedimento, contratto, sentenza)". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/152696.

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Resumen
The topic of this work is based on comparison of the stability and resistance opposed by national acts, enacted by a judge (sentence) or the Public Administration (act or contract), that are now conclusive because no one has brought the Court before, for challenging their unlawful. the answer to the question initially posed shows the opposite graduation among the measures compared, in the national and European Court of Justice view.
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Albano, Alessandro <1977&gt. "Le sanzioni amministrative tributarie tra ordinamento comunitario e regimi nazionali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4215/1/albano_alessandro_tesi.pdf.

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Resumen
The research path has developed through a double direction: the analysis of fiscal tort and juridical means of reaction introduced into the system of taxation. The fiscal tort is a case that can be used as a comparison tool among national systems. Indeed, principles that regulate the fiscal tort has shared in the national systems even if the formation of the system has been different. Further, as a natural part of the research, the comparison between national and community systems has been crucial. Finally, the study of the “sanctions without fiscal tort”, that is indirect sanctions, had allowed to expand research also to the link between community jurisprudence and national systems.
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Albano, Alessandro <1977&gt. "Le sanzioni amministrative tributarie tra ordinamento comunitario e regimi nazionali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4215/.

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The research path has developed through a double direction: the analysis of fiscal tort and juridical means of reaction introduced into the system of taxation. The fiscal tort is a case that can be used as a comparison tool among national systems. Indeed, principles that regulate the fiscal tort has shared in the national systems even if the formation of the system has been different. Further, as a natural part of the research, the comparison between national and community systems has been crucial. Finally, the study of the “sanctions without fiscal tort”, that is indirect sanctions, had allowed to expand research also to the link between community jurisprudence and national systems.
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Weng, Wuyao <1981&gt. "L’elusione fiscale nell’IVA e l’antielusione nell’esperienza comunitaria e nazionale in Europa". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4816/1/weng_wuyao_elusione_IVA_e_antielusione_IVA.pdf.

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La ricerca oggetto della tesi riguarda la disamina delle esperienze comunitarie e nazionali in Europa in materia di elusione IVA ed antielusione IVA, al fine di esaminare le utilizzabili esperienze in materia per la Cina che dovrebbe iniziare a prendere le giuste azioni per fronteggiare il problema della crescente diffusione dei fenomeni dell’elusione IVA, in particolare nel contesto della riforma perdurante dell’IVA cinese verso il modello moderno. A questo fine, prima la tesi ha analizzato dettagliatamente le seguenti principali questioni sulla base delle esperienze comunitarie e nazionali dei determinati Stati Membri dell’UE: la definizione dell’elusione fiscale generale (a tale proposito, più rilevanti le differenze tra elusione fiscale ed altri relativi concetti come risparmio d’imposta, evasione fiscale e simulazione e la relazione intrinseca tra elusione fiscale ed altri relativi concetti come frode alla legge ed abuso del diritto), la definizione dell’elusione IVA (a tale proposito, più rilevanti gli aspetti di particolare interesse ai fini della definizione dell’elusione IVA), i principi e metodologie dell’elusione IVA, le applicazioni delle varie misure antielusive rivolte all’elusione IVA nell’ordinamento comunitario e negli ordinamenti interni degli alcuni principali Stati Membri dell’UE (a tale proposito, più rilevanti l’applicazone del principio Halifax, quale norma antielusiva generale basata sul principio di divieto dell’abuso del diritto, e la considerazione delle altre soluzioni antielusive applicabili nell’IVA, comprese correzioni normative e clausole antielusive specifiche), gli effetti dell’antielusione IVA e i limiti entro cui l’autorità impositiva può esercitare l’antielusione IVA per la tutela degli interessi legittimi dei soggetti passivi come certezza giuridica ed autonomia contrattuale. Poi, la tesi ha avanzato le proposte relative al perfezionamento delle soluzioni antielusive IVA nell’ordinamento tributario cinese, dopo presentati i principali regimi attuali dell’IVA cinese e analizzate le situazioni attuali realtive all’elusione IVA e all’antielusione IVA nel sistema fiscale cinese.
The research work presented in this thesis deals with the study of VAT avoidance and anti-avoidance in the European experiences (at the EU community and some Member States’ national levels), for the purpose of examining the related experiences that have the reference significance for China which should start taking the right actions to tackle the problem of increasing spread of phenomena of VAT avoidance. For this purpose, firstly the thesis has provided a detailed analysis of the following several major issues, based on EU community experience and certain Member States’ experiences: the definition of tax avoidance (in this regard, the differences between tax avoidance and other related concepts such as tax saving, tax evasion and simulation and the intrinsic relationship between tax avoidance and other related concepts such as abuse of right and fraud on a statute are discussed); the definition of VAT avoidance; the principles and methodologies of VAT avoidance; the applications of various anti-avoidance measures against VAT avoidance respectively at the level of EU community and at the level of EU's principal member states (in this regard, in particular the application of the Halifax principle as a general anti-avoidance norm founded on the principle of prohibition of abuse of right and the consideration of other anti-avoidance measures, such as rules correction and specific anti-avoidance rule, that may be applicable in EU VAT system are discussed); the effects of VAT anti-avoidance; the limits within which tax authorities can carry out VAT anti-avoidance for protecting the taxable persons’ legitimate interests such as legal certainty and contractual autonomy. Secondly, the thesis has offered some proposals of improvement of VAT anti-avoidance measures in Chinese tax system, after introduction of the current Chinese VAT system and analysis of the current situation with regard to VAT Avoidance and Anti-avoidance in Chinese tax system.
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Weng, Wuyao <1981&gt. "L’elusione fiscale nell’IVA e l’antielusione nell’esperienza comunitaria e nazionale in Europa". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4816/.

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Resumen
La ricerca oggetto della tesi riguarda la disamina delle esperienze comunitarie e nazionali in Europa in materia di elusione IVA ed antielusione IVA, al fine di esaminare le utilizzabili esperienze in materia per la Cina che dovrebbe iniziare a prendere le giuste azioni per fronteggiare il problema della crescente diffusione dei fenomeni dell’elusione IVA, in particolare nel contesto della riforma perdurante dell’IVA cinese verso il modello moderno. A questo fine, prima la tesi ha analizzato dettagliatamente le seguenti principali questioni sulla base delle esperienze comunitarie e nazionali dei determinati Stati Membri dell’UE: la definizione dell’elusione fiscale generale (a tale proposito, più rilevanti le differenze tra elusione fiscale ed altri relativi concetti come risparmio d’imposta, evasione fiscale e simulazione e la relazione intrinseca tra elusione fiscale ed altri relativi concetti come frode alla legge ed abuso del diritto), la definizione dell’elusione IVA (a tale proposito, più rilevanti gli aspetti di particolare interesse ai fini della definizione dell’elusione IVA), i principi e metodologie dell’elusione IVA, le applicazioni delle varie misure antielusive rivolte all’elusione IVA nell’ordinamento comunitario e negli ordinamenti interni degli alcuni principali Stati Membri dell’UE (a tale proposito, più rilevanti l’applicazone del principio Halifax, quale norma antielusiva generale basata sul principio di divieto dell’abuso del diritto, e la considerazione delle altre soluzioni antielusive applicabili nell’IVA, comprese correzioni normative e clausole antielusive specifiche), gli effetti dell’antielusione IVA e i limiti entro cui l’autorità impositiva può esercitare l’antielusione IVA per la tutela degli interessi legittimi dei soggetti passivi come certezza giuridica ed autonomia contrattuale. Poi, la tesi ha avanzato le proposte relative al perfezionamento delle soluzioni antielusive IVA nell’ordinamento tributario cinese, dopo presentati i principali regimi attuali dell’IVA cinese e analizzate le situazioni attuali realtive all’elusione IVA e all’antielusione IVA nel sistema fiscale cinese.
The research work presented in this thesis deals with the study of VAT avoidance and anti-avoidance in the European experiences (at the EU community and some Member States’ national levels), for the purpose of examining the related experiences that have the reference significance for China which should start taking the right actions to tackle the problem of increasing spread of phenomena of VAT avoidance. For this purpose, firstly the thesis has provided a detailed analysis of the following several major issues, based on EU community experience and certain Member States’ experiences: the definition of tax avoidance (in this regard, the differences between tax avoidance and other related concepts such as tax saving, tax evasion and simulation and the intrinsic relationship between tax avoidance and other related concepts such as abuse of right and fraud on a statute are discussed); the definition of VAT avoidance; the principles and methodologies of VAT avoidance; the applications of various anti-avoidance measures against VAT avoidance respectively at the level of EU community and at the level of EU's principal member states (in this regard, in particular the application of the Halifax principle as a general anti-avoidance norm founded on the principle of prohibition of abuse of right and the consideration of other anti-avoidance measures, such as rules correction and specific anti-avoidance rule, that may be applicable in EU VAT system are discussed); the effects of VAT anti-avoidance; the limits within which tax authorities can carry out VAT anti-avoidance for protecting the taxable persons’ legitimate interests such as legal certainty and contractual autonomy. Secondly, the thesis has offered some proposals of improvement of VAT anti-avoidance measures in Chinese tax system, after introduction of the current Chinese VAT system and analysis of the current situation with regard to VAT Avoidance and Anti-avoidance in Chinese tax system.
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RUSSO, MASSIMILIANO. "Il principio di territorialità, una prospettiva trasversale: nazionale, internazionale e comunitaria". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/947.

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Riberto, Riccardo <1990&gt. "LA DISCIPLINA ANTITRUST NAZIONALE E COMUNITARIA: IL CASO DEL CARTELLO DELLE FINANZIARIE DELLE CASE AUTOMIBILISTICHE". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16270.

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Resumen
Il seguente elaborato, dal titolo “la disciplina antitrust nazionale e comunitaria: il caso del cartello delle finanziarie delle case automobilistiche”, va ad analizzare una nota controversia che vede coinvolta l’Antitrust e le principali case del settore automobilistico. L’autorità garante della concorrenza del mercato (AGCM) ha emesso una sanzione record di 678 milioni di euro, che ha coinvolto otto case automobilistiche e più specificatamente le società finanziarie ad esse coinvolte (denominate captive banks), sulla base dell’accusa di aver generato un cartello nel periodo compreso tra il 2003 e 2017, sui finanziamenti per l’acquisto di automobili. In data 28 aprile 2017, l’Autorità ha provveduto ad avviare un procedimento istruttorio al fine di accertare l’esistenza di un’intesa, in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), ipotizzando nello specifico una sostanziale e determinante alterazione delle dinamiche competitive tra le captive banks attive in Italia. In base alle prime rilevanze, la presente condotta avrebbe avuto luogo anche nell’ambito, e con l’aiuto, delle associazioni di categoria Assilea e Assofin. Nel primo capitolo vengono analizzate le varie fasi del procedimento dell’AGCM in ordine cronologico. Dopo aver inquadrato il contesto di riferimento, riguardante l’erogazione di prodotti finanziari, si provvederà ad esaminare il provvedimento, analizzando i soggetti dell’intesa, nonché le associazioni di categoria. Si prosegue con la descrizione del cartello, allo scopo di scambiarsi informazioni rilevanti a restringere la concorrenza del mercato. Nel corso del primo capitolo si analizzerà anche lo strumento con cui l’Antitrust, offre ad un particolare soggetto, componente dell’intesa restrittiva della concorrenza, uno modo per evitare o ridurre le sanzioni in seguito all’accertamento della condotta anticoncorrenziale attraverso i leniency programs. L’ultima parte del capitolo, infine, si concentra sul provvedimento del 20 dicembre 2018, con cui l’AGCM ha deliberato la chiusura dell’istruttoria del caso, accertando la violazione dell’art. 102 TFUE. Il secondo capitolo si apre con la descrizione della disciplina dell’Antitrust nell’ordinamento europeo e italiano. L’elaborato si chiude con alcuni commenti personali sulle azioni intraprese dai consumatori finali al fine di ottenere il risarcimento dei danni.
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Grossi, Michele <1989&gt. "Disciplina Antitrust nazionale e comunitaria: il caso del cartello sui prezzi tra le compagnie di trasporto marittimo da/per la Sardegna". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4925.

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Resumen
La seguente tesi analizza il problema del cartello legalizzato che si è venuto a creare tra le compagnie di trasporto marittimo da/per la Sardegna, che ha portato ad un innalzamento ingiustificato dei prezzi nelle rispettive rotte e un conseguente danno per i consumatori. Nei primi due capitoli verrà analizzata la disciplina Antitrust a livello comunitario e nazionale, nel seguente invece si porrà l'attenzione sull'analisi fattuale della sentenza, con le motivazioni portate a propria difesa dalle compagnie marittime e le relative risposte dell'Autorità giudicante.
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SANDULLI, IRENE. "La responsabilità dello Stato-Amministrazione per violazione del diritto comunitario, fra istanze di certezza giuridica e tutela del principio dell'affidamento". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1032.

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Resumen
Il presente lavoro muove dallo studio del complessivo sistema di responsabilità degli Stati membri per violazione del diritto comunitario, così come delineato negli anni dalla Corte di Giustizia, per poi concentrarsi sulla peculiare responsabilità derivante allo Stato da un’azione amministrativa contraria al dettato delle norme comunitarie. L’analisi di tale, possibile forma di invalidità degli atti statali, viene raffrontata alle esigenze del “primato” del diritto comunitario. In particolare, essendo demandato alle giurisdizioni nazionali il compito di dare “adeguata” ed equivalente” tutela alle posizioni soggettive attribuite ai singoli da disposizioni di diritto comunitario, un elemento chiave del percorso affrontato attiene alla compatibilità delle possibili forme di invalidità che si prestano in Italia a classificare il vizio di invalidità comunitaria degli atti amministrativi, e del correlato sistema di tutela. Dopo una rassegna delle soluzioni ipotizzate da dottrina e giurisprudenza, si evidenzia come un’evoluzione sistematica della normativa interna e la stessa giurisprudenza della Corte di Giustizia incoraggiano un inquadramento del vizio di “anticomunitarierà” dei provvedimenti dell’Autorità amministrativa nella categoria ordinaria dell’illegittimità -annullabilità, con ogni implicazione a livello processuale. Da una simile coerenza del sistema di patologia dell’atto amministrativo nazionale anticomunitario con le tradizioni processualistiche di diritto interno emerge la necessità di non snaturare il processo amministrativo italiano, inoltre appare confermato il carattere ibrido della responsabilità per violazione del diritto comunitario: questa affonda pienamente i suoi presupposti nel diritto sovranazionale, ma poi si attua in concreto nelle singole giurisdizioni nazionali, e nella piena osservanza di norme di diritto interno. Questo radicamento dei meccanismi di tutela nei sistemi giuridici di diritto interno appare premiante, sia perché di agevole utilizzo, sia perché in linea con la visione monistica del sistema comunitario, la più efficace per un reale processo di integrazione fra la Comunità ed i suoi Stati membri. Tali esigenze di pragmatismo appaiono rispettate anche dal modello aquiliano ex art. 2043 c.c., nota clausola generale e atipica del sistema italiano di responsabilità civile, che fra le categorie cui è ascrivibile la responsabilità della pubblica amministrazione nello stesso diritto interno, appare la più idonea ad accogliere anche le violazioni del diritto comunitario. Con riferimento alle esigenze di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento delle posizioni soggettive, si analizza infine la posizione della Corte di Giustizia, la quale normalmente non chiede di soprassedere ai meccanismi processuali ed alle regole di decadenza del diritto interno, pur di sanare un contrasto con le fonti comunitarie, sempre che si garantisca in concreto la tutela delle posizioni soggettive di matrice comunitaria e non si leda l’affidamento incolpevole dei privati.
The essay analyses the overall system of Community member States liability for breach of European law provisions, according to the guide-lines of Court of Justice, in order to focus on the responsibility deriving from a national administrative action conflicting with European Community law. This “special” invalidity has to compare, anyway, with European Law supremacy needs. As national jurisdictions are requested to give rights founded on European Community law an effective and proper protection, it is important in this view to check the compatibility of Italian national remedies and select the “class” which better suits the flaw of administrative, national acts contrary to European law. After considering doctrinal and cases different solutions on the topics, the development of national administrative law and the decisions of Court of Justice itself suggest to classify in Italy this flaw of administrative Authorities under the ordinary rules and regulations of the “annulment”, with any related procedural consequence. The strong consistency of anti-community law national actions with legal and trial systems of national law shows two faces: from one hand, it both allows not to violate the features of Italian administrative law, and confirms the “cross-breeding” of national liability for breach of European Law. Actually, the roots of this “special responsibility systems” belong to European Community law, whereas the practical means of citizens ’ rights protection depend on the national, traditional rules and regulations. Framing the State liability in its jurisdictions and procedural systems seems to be rewarding, in a long-term perspective, as it is simple to use, granting European law effectiveness, and fully lines up to the monistic theory on European law, which better boosts the integration process between Community and its member States. The quests for effectiveness and pragmatism are also respected by accepting the pattern of “extracontractual” liability system based on article 2043 of Italian civil code (a-typical and open clause in Italian system of responsibility for breach of law, suitable for administrative national acts conflicting with national rules), which properly also fits infringements of European Community law. In regard to safety of law certainty and individual reliance on law, Court of Justice position has been brought into focus, with the following result: national bodies are not compelled to put aside national procedural laws incompatibile with EC provisions, in order to amend the conflict with European law, provided that claiming rights based on EC laws is not too difficult for European citizens and their lawful trust on public bodies conduct is not violated.
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GENNARO, Giancarlo. "LA GOVERNANCE ECONOMICA DELL’U.E.: I VINCOLI COMUNITARI GRAVANTI SULLA DETERMINAZIONE DEI PRINCIPI DI COORDINAMENTO DELLA FINANZA PUBBLICA E SULLA ARMONIZZAZIONE DEL SISTEMA TRIBUTARIO NAZIONALE, NELLA PROSPETTIVA DI ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO FISCALE". Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91202.

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The purpose of this thesis is to study the European Union Economic governance system and, in particular, the analysis of the constraints imposed - by that system – on national budgetary policies. It seems particularly important, in fact, the interference between the (internal) process reform of the regulatory platform in economic and financial matters and budget - from the l. 42 and 196/2009 and with the subsequent implementing decrees of the so-called "Fiscal Federalism" - and the respect for the applicable European stability, understood as a premise (formal and substantial) to contribute to the "European Common Market" and codified also in the rules that govern the functioning of the Economic and Monetary Union. The reform of Title V, Part II, of the Constitution has prompted a review of skills in the field of "public finance coordination" between the various levels of government land, theoretically enhancing the role of Autonomy. In this respect, however, in order to counterbalance the effects of explosive products on the economic system by the explosion of the so-called "financial bubble" in the U.S., the material conditions of the failure to implement laws to start the process of so-called "federalization tax" - despite repeated requests made also by the Constitutional Court - was accompanied by the supervening need to harmonize the national legal framework to ensure the homogeneity of its obligations materially discipline imposed in the supranational European Union. The thesis then focused on a classic theme of studies of national and European public law, namely "monetary sovereignty" - or, more broadly, of "economic" sovereignty - and the principle of democratic representation physiologically connected to the operation of the tax and state representative, declined, however, through the wide "code" that currently governs the relationships - indeed not only economic - in the European multilevel system of government.
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De, Souza Bertuol Eduardo <1972&gt. "L'imposizione sul reddito dell'attività bancaria profili nazionali e comunitari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4216/3/tesi_versione_28_07.pdf.

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La ricerca oggetto della tesi dottorale ha riguardato l’analisi della problematica relativa ai cambiamenti provocati dalla diversificazione delle attività aziendali bancarie nell'ottica tributaria. Si è individuato nella composizione del reddito imponibile il fulcro centrale del lavoro. Data la grande importanza del mercato finanziario la presente ricerca si è proposta una valutazione dell’attività bancaria tradizionale, facendo un’analisi della relativa fiscalità. In particolare si è cercato di evidenziare il momento in cui la banca è diventata un’azienda molto più complessa e moderna di quella che era originariamente. Tale cambiamento ha così richiesto un corrispondente sviluppo della tecnica giuridica tributaria di riferimento. Si sono altresì analizzate le fasi della implementazione e dello sviluppo nell’ordinamento tributario italiano ed europeo (analizzando così le difficoltà di adattamento per i modelli di Civil Law e Common Law) dell'armonizzazione giuridico/contabile europea e dell’adozione dei principi IAS/IFRS. A tal fine si sono ripercorse le fasi anteriori all’adozione dei menzionati principi e la loro evoluzione e, nel farlo, si sono fissati i punti ove sembra sia necessario un ripensamento da parte del legislatore comunitario. Il tutto è stato sviluppato senza trascurare la giurisprudenza nazionale e della Corte di Giustizia europea, in modo tale da tentare di individuare le soluzioni alle nuove sfide che il diritto tributario comunitario si trova a fronteggiare.
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De, Souza Bertuol Eduardo <1972&gt. "L'imposizione sul reddito dell'attività bancaria profili nazionali e comunitari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4216/.

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La ricerca oggetto della tesi dottorale ha riguardato l’analisi della problematica relativa ai cambiamenti provocati dalla diversificazione delle attività aziendali bancarie nell'ottica tributaria. Si è individuato nella composizione del reddito imponibile il fulcro centrale del lavoro. Data la grande importanza del mercato finanziario la presente ricerca si è proposta una valutazione dell’attività bancaria tradizionale, facendo un’analisi della relativa fiscalità. In particolare si è cercato di evidenziare il momento in cui la banca è diventata un’azienda molto più complessa e moderna di quella che era originariamente. Tale cambiamento ha così richiesto un corrispondente sviluppo della tecnica giuridica tributaria di riferimento. Si sono altresì analizzate le fasi della implementazione e dello sviluppo nell’ordinamento tributario italiano ed europeo (analizzando così le difficoltà di adattamento per i modelli di Civil Law e Common Law) dell'armonizzazione giuridico/contabile europea e dell’adozione dei principi IAS/IFRS. A tal fine si sono ripercorse le fasi anteriori all’adozione dei menzionati principi e la loro evoluzione e, nel farlo, si sono fissati i punti ove sembra sia necessario un ripensamento da parte del legislatore comunitario. Il tutto è stato sviluppato senza trascurare la giurisprudenza nazionale e della Corte di Giustizia europea, in modo tale da tentare di individuare le soluzioni alle nuove sfide che il diritto tributario comunitario si trova a fronteggiare.
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Sanz, Clavijo Alfonso <1978&gt. "La decadenza nei procedimenti tributari: profili nazionali e comunitari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/778/1/Tesi_Sanz_Clavijo_Alfonso.pdf.

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Sanz, Clavijo Alfonso <1978&gt. "La decadenza nei procedimenti tributari: profili nazionali e comunitari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/778/.

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Addarii, Eleonora <1980&gt. "La cessazione dell'attività economica nell'IVA: profili nazionali e comunitari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/779/1/Tesi_Addarii_Eleonora.pdf.

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La ricerca oggetto della tesi dottorale verte sulla ricostruzione della disciplina della cessazione e delle fasi liquidatore dell’attività nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto, nel tentativo di individuare criteri certi ed omogenei per la sua individuazione, sia in prospettiva comunitaria che in prospettiva nazionale. In primo luogo, l’indagine si concentra sulla ricostruzione della nozione di attività economica e sui profili dinamici dell’attività in ambito comunitario, nell’intento di chiarire, sulla base della giurisprudenza, i criteri utilizzati per individuare la cessazione dell’attività rilevante ai fini dell’imposta, sfruttando in tal senso l’esperienza degli atti preparatori e l’applicabilità dell’ipotesi di applicazione dell’imposta per autoconsumo Vengono così valorizzati, accanto al profilo oggettivo costituito dalla presenza di una legame tra le operazioni della fase liquidatoria, il ruolo del soggetto passivo, quale portatore di una volontà che è in grado di influire sull’esistenza dell’attività stessa, e, conseguentemente, delle dichiarazioni formali imposte dalla Direttiva, quale manifestazione diretta di tale volontà ed elemento in grado di costituire un indice certo di cessazione. In seguito si esamina il regime impositivo nazionale ed in particolare le linee interpretative maggioritarie accolte da dottrina e giurisprudenza. Ricostruiti nozione e ruolo di attività economica, con riferimento all’esercizio d’impresa, vengono analizzati i diversi casi di cessazione contemplati dall’ordinamento –liquidazione volontaria, trasferimento dell’azienda e fallimento- analizzati sia nella prospettiva del diritto tributario che in quella del diritto commerciale. L’esame così sviluppato è volto a contestare l’interpretazione maggioritaria che vede nella sola presenza di beni residui alla liquidazione, o comunque la permanenza di un insieme di beni potenzialmente in grado di far riprendere l’esercizio, elemento sufficiente a mantenere in vita l’impresa e con essa la soggettività passiva all’imposta. Infine, vengono confrontati i risultati raggiunti nell’esame della disciplina comunitaria nazionale, ponendone in evidenza le possibilità incompatibilità ed i punti di contatto, con l’intenzione di dimostrare l’applicabilità anche a livello nazionale dei principi emersi in ambito comunitario.
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Addarii, Eleonora <1980&gt. "La cessazione dell'attività economica nell'IVA: profili nazionali e comunitari". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/779/.

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La ricerca oggetto della tesi dottorale verte sulla ricostruzione della disciplina della cessazione e delle fasi liquidatore dell’attività nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto, nel tentativo di individuare criteri certi ed omogenei per la sua individuazione, sia in prospettiva comunitaria che in prospettiva nazionale. In primo luogo, l’indagine si concentra sulla ricostruzione della nozione di attività economica e sui profili dinamici dell’attività in ambito comunitario, nell’intento di chiarire, sulla base della giurisprudenza, i criteri utilizzati per individuare la cessazione dell’attività rilevante ai fini dell’imposta, sfruttando in tal senso l’esperienza degli atti preparatori e l’applicabilità dell’ipotesi di applicazione dell’imposta per autoconsumo Vengono così valorizzati, accanto al profilo oggettivo costituito dalla presenza di una legame tra le operazioni della fase liquidatoria, il ruolo del soggetto passivo, quale portatore di una volontà che è in grado di influire sull’esistenza dell’attività stessa, e, conseguentemente, delle dichiarazioni formali imposte dalla Direttiva, quale manifestazione diretta di tale volontà ed elemento in grado di costituire un indice certo di cessazione. In seguito si esamina il regime impositivo nazionale ed in particolare le linee interpretative maggioritarie accolte da dottrina e giurisprudenza. Ricostruiti nozione e ruolo di attività economica, con riferimento all’esercizio d’impresa, vengono analizzati i diversi casi di cessazione contemplati dall’ordinamento –liquidazione volontaria, trasferimento dell’azienda e fallimento- analizzati sia nella prospettiva del diritto tributario che in quella del diritto commerciale. L’esame così sviluppato è volto a contestare l’interpretazione maggioritaria che vede nella sola presenza di beni residui alla liquidazione, o comunque la permanenza di un insieme di beni potenzialmente in grado di far riprendere l’esercizio, elemento sufficiente a mantenere in vita l’impresa e con essa la soggettività passiva all’imposta. Infine, vengono confrontati i risultati raggiunti nell’esame della disciplina comunitaria nazionale, ponendone in evidenza le possibilità incompatibilità ed i punti di contatto, con l’intenzione di dimostrare l’applicabilità anche a livello nazionale dei principi emersi in ambito comunitario.
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Montanari, Francesco <1976&gt. "Imposta sul valore aggiunto e servizi finanziari: profili comunitari e nazionali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/777/1/Tesi_MontanariFrancesco.pdf.

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Montanari, Francesco <1976&gt. "Imposta sul valore aggiunto e servizi finanziari: profili comunitari e nazionali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/777/.

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Cogliandro, Luca <1971&gt. "Imposta sul valore aggiunto, diritto a detrazione e neutralità fiscale: profili comunitari e nazionali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4217/1/cogliandro_luca_tesi.pdf.

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La tematica trattata riguarda l´esame approfondito dell’istituto della detrazione nell’impianto dell’Iva comunitaria, così come concepito nell’ambito dello schema teorico di applicazione del tributo, e così come disciplinato sin dalle prime direttive comunitarie. Una compiuta disamina critica dell’istituto della detrazione, nell’ambito del sistema Iva, ha reso necessaria una preliminare analisi delle caratteristiche fondamentali dell’imposta, così come è stata concepita nelle successive direttive comunitarie, e dei principi generali cui essa è sottesa, sia in ambito interno, sia in ambito internazionale, evidenziando la natura giuridica della stessa dopo aver posto in raffronto le diverse teorie sull’argomento prospettate dalla dottrina; a tali tematiche è stato dedicato il primo capitolo. Il secondo capitolo, riferito all’istituto della detrazione, distinguendo i presupposti dall’esistenza dello stesso rispetto ai presupposti per l’esercizio del diritto, è dedicato alla descrizione delle caratteristiche generali e specifiche dell’istituto, analizzandone gli aspetti oggettivi, soggettivi, formali e sostanziali, e ponendo particolare attenzione sull’aspetto della territorialità, poiché proprio in relazione alle operazioni “extraterritoriali” emergono particolari aspetti di criticità risolvibili sulla base della natura comunitaria dell’imposta. Il terzo capitolo, dedicato all’analisi delle limitazioni alla detrazione, trova la sua ragione giustificatrice nella finalità di evidenziare le problematiche consistenti nella distorsione rispetto al naturale schema teorico di funzionamento del tributo, sia in termini di mancata incidenza al consumo, sia in termini di incisione dell’imposta sul soggetto esercente l’attività economica, ed è diretto anche a verificare se tali circostanze, residenti nello stesso tessuto normativo (esenzioni) siano coerenti rispetto alla natura dell’imposta ed ai principi tributari comunitari e costituzionali. Il quarto capitolo, infine, dopo aver evidenziato che l’istituto della detrazione costituisce il “grimaldello” attraverso il quale realizzare frodi ed abusi in ambito Iva, impostato in chiave applicativa e prospettica, evidenzia la reazione “terapeutica” dell’ordinamento tributario comunitario, alle suddette ipotesi “patologiche”, e ciò sulla base della disamina dei principi giuridici riscontrabili, in particolare, nella giurisprudenza della Corte di Giustizia. Le conclusioni contengono alcune riflessioni di chiusura sui possibili sviluppi futuri dell’imposta. Lo scopo della tesi è quello di offrire una riflessione ampia e generalizzata sull’istituto della detrazione e sui principi teorici che lo governano, al fine delimitarne i contorni, in termini oggettivi, soggettivi e territoriali nel sistema dell´Iva comunitaria e, in tale quadro, di evidenziare anche quegli elementi di divergenza, presenti nel tessuto normativo, rispetto al normale schema teorico di funzionamento del tributo, ed alle relative incidenze rispetto ai principi costituzionali e comunitari, quali la capacità contributiva e la neutralità del tributo per i soggetti passivi.
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Cogliandro, Luca <1971&gt. "Imposta sul valore aggiunto, diritto a detrazione e neutralità fiscale: profili comunitari e nazionali". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4217/.

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Resumen
La tematica trattata riguarda l´esame approfondito dell’istituto della detrazione nell’impianto dell’Iva comunitaria, così come concepito nell’ambito dello schema teorico di applicazione del tributo, e così come disciplinato sin dalle prime direttive comunitarie. Una compiuta disamina critica dell’istituto della detrazione, nell’ambito del sistema Iva, ha reso necessaria una preliminare analisi delle caratteristiche fondamentali dell’imposta, così come è stata concepita nelle successive direttive comunitarie, e dei principi generali cui essa è sottesa, sia in ambito interno, sia in ambito internazionale, evidenziando la natura giuridica della stessa dopo aver posto in raffronto le diverse teorie sull’argomento prospettate dalla dottrina; a tali tematiche è stato dedicato il primo capitolo. Il secondo capitolo, riferito all’istituto della detrazione, distinguendo i presupposti dall’esistenza dello stesso rispetto ai presupposti per l’esercizio del diritto, è dedicato alla descrizione delle caratteristiche generali e specifiche dell’istituto, analizzandone gli aspetti oggettivi, soggettivi, formali e sostanziali, e ponendo particolare attenzione sull’aspetto della territorialità, poiché proprio in relazione alle operazioni “extraterritoriali” emergono particolari aspetti di criticità risolvibili sulla base della natura comunitaria dell’imposta. Il terzo capitolo, dedicato all’analisi delle limitazioni alla detrazione, trova la sua ragione giustificatrice nella finalità di evidenziare le problematiche consistenti nella distorsione rispetto al naturale schema teorico di funzionamento del tributo, sia in termini di mancata incidenza al consumo, sia in termini di incisione dell’imposta sul soggetto esercente l’attività economica, ed è diretto anche a verificare se tali circostanze, residenti nello stesso tessuto normativo (esenzioni) siano coerenti rispetto alla natura dell’imposta ed ai principi tributari comunitari e costituzionali. Il quarto capitolo, infine, dopo aver evidenziato che l’istituto della detrazione costituisce il “grimaldello” attraverso il quale realizzare frodi ed abusi in ambito Iva, impostato in chiave applicativa e prospettica, evidenzia la reazione “terapeutica” dell’ordinamento tributario comunitario, alle suddette ipotesi “patologiche”, e ciò sulla base della disamina dei principi giuridici riscontrabili, in particolare, nella giurisprudenza della Corte di Giustizia. Le conclusioni contengono alcune riflessioni di chiusura sui possibili sviluppi futuri dell’imposta. Lo scopo della tesi è quello di offrire una riflessione ampia e generalizzata sull’istituto della detrazione e sui principi teorici che lo governano, al fine delimitarne i contorni, in termini oggettivi, soggettivi e territoriali nel sistema dell´Iva comunitaria e, in tale quadro, di evidenziare anche quegli elementi di divergenza, presenti nel tessuto normativo, rispetto al normale schema teorico di funzionamento del tributo, ed alle relative incidenze rispetto ai principi costituzionali e comunitari, quali la capacità contributiva e la neutralità del tributo per i soggetti passivi.
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González, Piñeiro Rocío. "Agevolazioni fiscali tra diritto interno e diritto comunitario". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421619.

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Our research, through the systematic study of EU laws, EU Commission’s practice, national (mainly Italian) and EU jurisprudence and doctrine related to State aids given in the form of fiscal measures (i.e. fiscal aid measures), has allowed us to establish guidelines that should be followed by Member States, and –within them- by sub-national governments, in determining their fiscal policies and fiscal aid measures. Such guidelines are also indirectly relevant for undertakings, which have an interest in the fact that public bodies (national and sub-national) providing tax relief to the firms’ advantage comply with EU laws and regulations, given the risk of their ex-post recovery. The thesis is divided into three chapters. In Chapter 1 we analyize the limits to the power of setting fiscal benefits arising from Italian domestic laws. This Chapter is divided into three sections dedicated, respectively: 1) to the legal notion of fiscal benefit; 2) to the limits to the power of setting fiscal benefits arising from the Italian Constitution; 3) to the classification of fiscal benefits. Chapter II addresses the limits to the power of setting fiscal benefits arising from EU rules and legislation and is, by large, dedicated to the study of the concept of State aid in the form of fiscal measure, prohibited according to articles 107 to 109 TFUE. Moreover, in Chapter II we discuss the effective autonomy guaranteed to Italian sub-national governments (mostly Regions) in the context of the reform of the Italian fiscal federalism system introduced by Law n.42/2009. In Chapter III we study (in section I) the control procedures followed by the EU Commission when deciding upon the compatibility with the EU Treaty of fiscal state aids. We particularly focus on the control procedure for illegal State aids, i.e. State aids given in violation of the notification (aids must be notified to the Commission) and standstill obligations (Member States may not implement State aid measures without the prior approval by the EU Commission). In the first section we also look at remedies available to competitors and other affected parties against the decision implementing an illegal State aid. In section II we analyze the duty that Member States have to recover aids implemented in violation of the above mentioned duties. We focus on the nature and effects of the recovery decision, on the limits to the Commission’s powers when dictating a State aid recovery and, finally, on the national (mainly Italian) recovery procedures. Second, we look at remedies available for State aids beneficiaries against the recovery decision according to both EU and national (mainly Italian) rules. Third, we discuss the consequences of failed execution of the recovery decision by Member States. Our research shows that the Commission and the Court of Justice, through articles 107 to 109 TFUE, effectively have the power not only to control and direct Member States’ fiscal policies, but also to amend the internal (substantial and procedural) rules governing the matter.
La nostra ricerca, attraverso lo studio sistematico della normativa comunitaria, della prassi della Commissione, della giurisprudenza nazionale e comunitaria e della dottrina relative alle agevolazioni fiscali e agli aiuti di Stato fiscali, ha permesso di stabilire le linee guida che dovrebbero essere seguite dagli Stati membri e dagli enti substatali nella determinazione delle proprie politiche fiscali agevolative. Tali linee guida rilevano indirettamente anche per le imprese, le quali sono interessate al rispetto della normativa comunitaria sugli aiuti di Stato da parte degli enti pubblici (statali e substatali) che stabiliscano a vantaggio di esse delle agevolazioni fiscali, dato il rischio di recupero a posteriori di detti benefici. La materia oggetto di studio è divisa in tre capitoli. Nel Capitolo I analizziamo i limiti alle agevolazioni fiscali derivanti dal diritto interno italiano. Tale capitolo è diviso in tre sezioni dedicate rispettivamente: 1) alla nozione giuridica di agevolazione fiscale; 2) ai principi costituzionali che condizionano la possibilità di stabilire agevolazioni fiscali; 3) alla classificazione delle agevolazioni fiscali. Il Capitolo II, in cui sono trattati i limiti alla potestà di disporre agevolazioni fiscali derivanti dal diritto comunitario, è dedicato fondamentalmente all’analisi del concetto di aiuto di Stato di natura fiscale proibito ai sensi degli artt. 107 e ss. TFUE. Tale capitolo contiene inoltre alcune riflessioni sugli spazi effettivi di autonomia riconosciuti alle Regioni italiane, in particolare nella prospettiva federalista in via di attuazione alla luce della Legge delega sul federalismo fiscale n.42/2009. Nel Capitolo III ci occupiamo anzitutto (nella prima sezione) delle procedure di controllo da parte della Commissione circa la compatibilità con il TFUE degli aiuti di Stato fiscali. Dedichiamo una particolare attenzione alla procedura di controllo relativa agli aiuti di Stato illegali, cioè concessi in violazione degli obblighi che gravano sugli Stati membri di notificare gli aiuti alla Commissione e di non erogare l’aiuto fino alla decisione di autorizzazione dello stesso da parte dalla Commissione (c.d. obbligo di standstill). In questa parte esaminiamo inoltre i rimedi per la tutela dinanzi alle giurisdizioni nazionali di concorrenti e terzi interessati, lesi dall’aiuto di Stato illegale. Nella seconda sezione ci dedichiamo al dovere degli Stati membri di recuperare gli aiuti concessi in violazione di detti obblighi. In tale sede analizziamo, in primo luogo, l’ordine di recupero, la sua natura ed effetti, i limiti alla facoltà della Commissione di ordinare il recupero degli aiuti illegali e le procedure nazionali di recupero (in particolare quella italiana). In secondo luogo, ci soffermiamo sui mezzi di tutela contro la decisione di recupero a disposizione dei beneficiari degli aiuti, sia in ambito comunitario, sia dinanzi ai tribunali nazionali. In terzo luogo, studiamo le conseguenze della mancata esecuzione da parte degli Stati membri della decisione di recupero. La nostra ricerca evidenzia che la Commissione europea e la Corte di Giustizia, attraverso gli articoli 107 e ss. TFUE, dispongono di un vero strumento non solo di controllo e indirizzo delle politiche fiscali di sviluppo degli Stati membri, ma anche di modifica della normativa interna (sostanziale e procedurale) in materia.
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Alio, Paola. "Il contratto a termine tra ordinamento nazionale e ordinamento comunitario". Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1456.

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La tesi tratta l evoluzione del contratto a tempo determinato a seguito degli interventi legislativi da parte dell Unione Europea e prova ad esaminare ed interpretare la normativa nazionale alla luce della disciplina comunitaria.
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Gil, Soriano Alberto <1983&gt. "Interessi finanziari e diritto sanzionatorio comunitario". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1471/1/Interessi_finanziari_Soriano.pdf.

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L’oggetto della presente tesi di ricerca è l’analisi della situazione attuale della protezione degli interessi finanziari delle Comunità Europee, oltre che le sue prospettive di futuro. Il lavoro è suddiviso in due grandi parti. La prima studia il regime giuridico del Diritto sanzionatorio comunitario, cioè, la competenza sanzionatoria dell’Unione Europea. Questa sezione è stata ricostruita prendendo in considerazione i precetti normativi del Diritto originario e derivato, oltre che le principali sentenze della Corte di Giustizia, tra cui assumono particolare rilievo le sentenze di 27 ottobre 1992, Germania c. Commissione, affare C-240/90 e di 13 settembre 2005 e di 23 ottobre 2007, Commissione c. Consiglio, affari C-176/03 e C-440/05. A questo segue l’analisi del ruolo dei diritti fondamentali nell’ordinamento comunitario, così come la rilevanza della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il secondo capitolo si sofferma particolarmente sullo studio delle sanzioni comunitarie, classificandole in ragione della loro natura giuridica alla luce anche dei principi generali di legalità, di proporzionalità, di colpevolezza e del non bis in idem. La seconda sezione sviluppa un’analisi dettagliata del regime giuridico della protezione degli interessi finanziari comunitari. Questa parte viene costruita indagando tutta l’evoluzione normativa e istituzionale, in considerazione anche delle novità più recenti (ad esempio, l’istituzione del Pubblico Ministero Europeo). In questo contesto si definisce il contenuto del concetto di interessi finanziari comunitari, dato che non esiste un’analoga definizione comunitaria della fattispecie. L’attenzione del dottorando si concentra poi sulla Convenzione avente ad oggetto la tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee e i regolamenti del Consiglio n. 2988/95 e 2185/96, che costituiscono la parte generale del Diritto sanzionatorio comunitario. Alla fine si esamina la ricezione della Convenzione PIF nel Codice Penale spagnolo e i principali problemi di cui derivano. L’originalità dell’approccio proposto deriva dell’assenza di un lavoro recente che, in modo esclusivo e concreto, analizzi la protezione amministrativa e penale degli interessi finanziari della Comunità. Inoltre, la Carta Europea di Diritti Fondamentali e il Trattato di Lisbona sono due grandi novità che diventeranno una realtà tra poco tempo.
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Gil, Soriano Alberto <1983&gt. "Interessi finanziari e diritto sanzionatorio comunitario". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1471/.

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L’oggetto della presente tesi di ricerca è l’analisi della situazione attuale della protezione degli interessi finanziari delle Comunità Europee, oltre che le sue prospettive di futuro. Il lavoro è suddiviso in due grandi parti. La prima studia il regime giuridico del Diritto sanzionatorio comunitario, cioè, la competenza sanzionatoria dell’Unione Europea. Questa sezione è stata ricostruita prendendo in considerazione i precetti normativi del Diritto originario e derivato, oltre che le principali sentenze della Corte di Giustizia, tra cui assumono particolare rilievo le sentenze di 27 ottobre 1992, Germania c. Commissione, affare C-240/90 e di 13 settembre 2005 e di 23 ottobre 2007, Commissione c. Consiglio, affari C-176/03 e C-440/05. A questo segue l’analisi del ruolo dei diritti fondamentali nell’ordinamento comunitario, così come la rilevanza della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il secondo capitolo si sofferma particolarmente sullo studio delle sanzioni comunitarie, classificandole in ragione della loro natura giuridica alla luce anche dei principi generali di legalità, di proporzionalità, di colpevolezza e del non bis in idem. La seconda sezione sviluppa un’analisi dettagliata del regime giuridico della protezione degli interessi finanziari comunitari. Questa parte viene costruita indagando tutta l’evoluzione normativa e istituzionale, in considerazione anche delle novità più recenti (ad esempio, l’istituzione del Pubblico Ministero Europeo). In questo contesto si definisce il contenuto del concetto di interessi finanziari comunitari, dato che non esiste un’analoga definizione comunitaria della fattispecie. L’attenzione del dottorando si concentra poi sulla Convenzione avente ad oggetto la tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee e i regolamenti del Consiglio n. 2988/95 e 2185/96, che costituiscono la parte generale del Diritto sanzionatorio comunitario. Alla fine si esamina la ricezione della Convenzione PIF nel Codice Penale spagnolo e i principali problemi di cui derivano. L’originalità dell’approccio proposto deriva dell’assenza di un lavoro recente che, in modo esclusivo e concreto, analizzi la protezione amministrativa e penale degli interessi finanziari della Comunità. Inoltre, la Carta Europea di Diritti Fondamentali e il Trattato di Lisbona sono due grandi novità che diventeranno una realtà tra poco tempo.
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Pellegrini, Matteo <1987&gt. "Il consolidato fiscale nazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3091.

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Bolzonella, Pietro <1992&gt. "Il consolidato fiscale nazionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13197.

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Il presente lavoro affronta, prima di tutto, le tematiche riguardanti la soggettività e i legami che si formano nei complessi societari. La tesi prosegue approfondendo la fiscalità all'interno del gruppo di imprese e nel particolare l'istituto del consolidato fiscale nazionale confrontandolo con gli altri istituti previsti dall'ordinamento nazionale. Dopo aver approfondito il consolidato fiscale nella normativa nazionale, esso viene posto a confronto con alcune delle fattispecie riscontrabili in ambito europeo.
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RUSSO, ROSARIA. "L’evidenza pubblica fra diritto interno e comunitario". Doctoral thesis, Università di Foggia, 2015. http://hdl.handle.net/11369/338121.

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Abstract In un momento di forte crisi economica la materia degli appalti viene nuovamente innovata dal legislatore europeo, prevedendo tra le sue finalità quella di incentivare lo sviluppo delle piccole, medie e grandi imprese, in quanto portatrici di occupazione. L’esigenza è stata dapprima avvertita dal legislatore nazionale che è intervenuto anticipando alcune disposizioni delle nuove direttive appalti che non sono self executing, in quanto è in itinere il termine di recepimento. In tale quadro normativo, caratterizzato da alluvionali interventi legislativi, si rintraccia una relativa stabilità, attraverso l’analisi dei principi ispiratori sanciti dal legislatore comunitario e nazionale nella materia dei contratti pubblici. Nel presente lavoro si prospetta, quindi, la “mediata” precettività delle recenti direttive, “mediata”, oltre che per effetto delle ultime novità legislative, anche attraverso l’obbligo del giudice domestico, nonché degli organi dell’amministrazione, di interpretare il diritto nazionale alla luce della lettera e dello scopo delle stesse, onde conseguirne il risultato, indipendentemente dalla loro trasposizione e dai soggetti nei cui confronti si potrebbero far valere gli eventuali effetti diretti. At a time of severe economic crisis the matter of public procurement is once again innovated by the european legislator, including among its objectives to encourage the development of small, medium and large enterprises, source of employment. The need was first felt by the national legislature intervened in anticipation of some provisions of the new procurement directives that are not self-executing, since the deadline for transposition is in progress. In this framework, characterized by alluvial legislative measures, a relative stability is traceable through the analysis of the principles laid down by community and national legislation in matter of public contracts. This work suggests, therefore, the transposition “mediated” of recent directives, "mediated", as well as by the latest legislation, including through the obligation of the national court and administrative subjects, to interpret national law in the light of the wording and purpose of the same, in order to follow the result, regardless of their transposition and the subjects in respect of which any direct effects may be produced.
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RIZZO, GIULIA. "L'Istituto della concessione di servizi tra diritto interno e diritto comunitario". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1320.

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Scopo del lavoro è approfondire il tema della concessione di servizi, alla luce dell’influenza esercitata dalle norme e dalla giurisprudenza, in considerazione degli enormi interessi economici coinvolti. Nella ricerca si è analizzata la normativa comunitaria e nazionale, nonché le pronunce della Corte di Giustizia e delle Corti nazionali. Non si è trascurato un necessario excursus storico. Lo studio ha rivelato che l’istituto non ha, a tutt’oggi, una puntuale ed esaustiva disciplina normativa, sia a livello comunitario che nazionale. Tuttavia, le norme nazionali adottate in attuazione delle direttive e dei principi sanciti dalle sentenze garantiscono oggi una maggiore trasparenza, pubblicità e par condicio nelle procedure di gara e hanno avuto un impatto importante sul riparto di giurisdizione italiano, giudice ordinario o giudice amministrativo. Il risultato della ricerca costituisce un significativo contributo nella definizione dell'istituto.
Purpose of the job is to closely examine the theme of the concession of services, in the light of influence exercised by law and jurisprudence, in consideration of the enormous economic affairs involved. The EU and National regulations were analyzed, as well as pronouncement by the Court of Justice and the domestic Tribunal. Neither was a necessary background excursus neglected. The study revealed that up to today this kind of public contract has no precise and comprehensive disciplinary regulation at either community or National level. Nevertheless, National regulations adopted in implementation of directives and principles ratified through sentencing, do nowadays guarantee a greater transparency, publicity and ‘par condicio’ in procedures for tenders and have an important impact on the Italian judiciary sector: ordinary judge or administrative judge. The result of the search constitutes a meaningful contribution.
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Manzini, Pietro. "L' esclusione della concorrenza nel diritto antitrust comunitario /". Milano : Giuffrè, 1994. http://www.gbv.de/dms/spk/sbb/recht/toc/272108472.pdf.

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Massari, Giulia <1986&gt. "L'influenza del diritto dell'Unione Europea sull'azione amministrativa nazionale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7722/1/massari_giulia_tesi.pdf.

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La tesi di dottorato, dopo aver illustrato l’evoluzione dell’Unione europea e l’assetto attuale dei rapporti tra Unione e Stati membri, con un accento particolare sulla primauté comunitaria, passa a descrivere i principi generali, enucleati dalla Corte di giustizia, rilevanti per il diritto amministrativo: segnatamente, oltre ai canoni generalissimi di legalità, di certezza del diritto e di eguaglianza, i principi di proporzionalità e di buona amministrazione. Quest’ultimo – a sua volta sintesi di una serie di concetti autonomi, quali il diritto del cittadino di essere ascoltato durante un procedimento amministrativo e l’obbligo per la p.a. di motivare ogni suo provvedimento – ha trovato esplicita consacrazione nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, il cui valore giuridico, a partire dal 2009, è parificato a quello dei Trattati. Alla luce delle informazioni così raccolte, la tesi mira quindi a verificare se e in che misura i principi dell’ordinamento europeo abbiano inciso e siano ancora in grado di incidere sulla disciplina generale del procedimento amministrativo e sui caratteri del provvedimento italiano: a tal fine, esamina le disposizioni della legge n. 241/1990, come modificata nel corso degli anni, valutando convergenze ed eventuali discrasie con gli insegnamenti della Corte di giustizia. Infine, la ricerca affronta la problematica dell’atto amministrativo nazionale contrario al diritto dell’Unione europea (ai principi, ma anche alle norme self-executing) e propone una soluzione che vincoli l’amministrazione a rimuoverlo dal panorama giuridico. Il lavoro, dunque, muove dalla premessa del primato del diritto UE e ambisce a trarne ogni possibile conseguenza sia sul piano fisiologico dell’azione procedimentale italiana, sia su quello patologico del provvedimento anticomunitario.
The PhD thesis first outlines the evolution of the European Union and the current relations between the EU and the Member States, with a particular emphasis on primacy of Community law, then describes the general principles developed by the Court of Justice which are relevant for Administrative law: notably – besides rule of law, legal certainty and equality – the principle of proportionality and the principle of sound administration. The latter, including in its turn autonomous concepts like the citizen’s right to be heard and the public administration’s duty to state reasons, has been expressly consecrated in the EU Charter of fundamental rights, whose legal value is now the same as the Treaties’. In light of the information collected, the thesis, therefore, aims at verifying whether and to what extent European principles have affected and are still able to affect Italian general regulation of administrative proceeding and Italian administrative act’s features: for this purpose, it examines Law no. 241/1990 provisions, as amended over the years, considering points of convergence and eventual discrepancies with the judgments of the CJEU. Finally, the research faces the issue of anti-European national act and puts forward a solution which binds administration to remove it from the legal landscape.
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Liuzzo, Anna Maria Rita. "La disapplicazione del provvedimento amministrativo contrario al diritto comunitario". Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1448.

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Il lavoro esamina il regime di invalidità applicabile al provvedimento amministrativo confliggente con la normativa comunitaria. Sullo sfondo si pone il problema dei rapporti tra ordinamento nazionale e comunitario, in quanto mentre la Corte di Giustizia dell Unione Europea sostiene che il provvedimento amministrativo in contrasto con il diritto europeo deve essere dichiarato nullo, il Consiglio di Stato sostiene l applicabilità del regime di annullabilità, in quanto il termine decadenziale previsto per l impugnazione del provvedimento amministrativo non può essere eluso. Nella tesi è stato ricostruito il dibattito giurisprudenziale e dottrinale relativo a tale contrasto, analizzando le molteplici soluzioni prospettate nel tempo per risolvere il conflitto. A tal fine il lavoro propone di ricorrere ad un istituto interno del diritto processuale amministrativo, rappresentato dalla remissione in termini per errore scusabile, al fine di disapplicare la norma interna che impone un termine entro il quale impugnare il provvedimento amministrativo e dunque rendere esperibile la tutela giurisdizionale anche avverso detti atti.
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Dagnino, Francesco <1980&gt. "Il trattamento delle società straniere e pseudostraniere nel Diritto Comunitario e nel Diritto Interno". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1182/1/Tesi_dagnino_Francesco.pdf.

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Dagnino, Francesco <1980&gt. "Il trattamento delle società straniere e pseudostraniere nel Diritto Comunitario e nel Diritto Interno". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1182/.

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Stocco, Giacomo <1988&gt. "Il servizio idrico in Italia. Organizzazione e affidamento tra diritto interno e diritto comunitario". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3584.

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Il lavoro si concentra sull'analisi della disciplina nazionale del servizio idrico integrato e sull'influenza del diritto comunitario negli assetti istituzionali del settore, cercando di mettere in luce le attuali criticità e le prospettive evolutive. Dopo aver effettuato un’analisi del regime giuridico delle risorse idriche nel nostro ordinamento, l’elaborato opera una ricostruzione storico-giuridica della normativa avente ad oggetto l’organizzazione del servizio idrico e le forme di affidamento del medesimo. L’indagine si sposta poi nel contesto europeo nel tentativo di fornire un quadro di confronto con le esperienze di gestione di alcuni Stati membri, per rilevare quanto la disciplina comunitaria abbia influenzato la normativa nazionale e quali possibili scenari sia lecito attendersi per il futuro.
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Nocete, Correa Francisco Josè <1980&gt. "L'incidenza del diritto comunitario sulle convenzioni contro la doppia imposizione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/451/1/Tesi_Nocete.pdf.

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El sometimiento de una determinada manifestación de riqueza a más de una soberanía tributaria estatal constituye uno de los principales problemas que perjudican la movilidad de los factores productivos, distorsionando las relaciones comerciales que pueden establecerse entre operadores económicos que se encuentran situados en países diversos. Conscientes del carácter negativo que esta circunstancia puede representar para el desarrollo de sus relaciones económicas, e incluso políticas, con otros Estados, las autoridades nacionales han procedido a la fijación de ciertas reglas que tienen por finalidad establecer un reparto de la potestad impositiva correspondiente a una concreta manifestación de riqueza entre las soberanías tributarias concurrentes, determinando el sometimiento a gravamen en un único Estado o, en caso de que ninguna de las soberanías tributarias concurrentes renuncie a su consideración, articulando las medidas que permitan eliminar o atenuar el doble gravamen que se generaría. Hallándonos en un contexto internacional, la adopción de estas reglas no podía realizarse sino de una forma consensuada entre los sujetos soberanos que constituyen esta sociedad, sin admitir mayores ingerencias que las derivadas de las propias limitaciones establecidas para cada uno de los Estados contratantes en sus propias normas constitucionales y de la aceptación de los condicionantes que pudiera imponer el respeto al Derecho internacional. Así fue como los convenios de doble imposición internacional, que esencialmente revisten carácter bilateral, se convirtieron en el principal instrumento de los Estados para luchar contra este fenómeno, complementándose con las medidas unilaterales de carácter interno que cada uno de estos países adoptaba para perfeccionar y hacer efectiva la regulación contenida en los mismos. Sin embargo, la creación de la Comunidad Europea, con sus especiales características, ha supuesto la aparición de un nuevo nivel de normatividad que afecta a sus Estados miembros, imponiéndoles unas obligaciones que vienen a sumarse a las que estos mismos Estados hayan asumido en su calidad de actores de la sociedad internacional y que, en determinadas circunstancias, pueden resultar contradictorias, determinando el surgimiento de situaciones conflictivas entre instrumentos jurídicos que pertenecen a diversos planos de normatividad y presentan un diverso ámbito de aplicación. Este trabajo pretende abordar una especie concreta perteneciente al género de las situaciones conflictivas que pueden establecerse entre el Derecho comunitario y las normas internacionales, concretamente las relativas a las contradicciones existentes entre las normas pertenecientes al primero de los sistemas jurídicos mencionados y los convenios de doble imposición suscritos por los Estados miembros de la Unión Europea. No obstante, con carácter previo, consideramos oportuno abordar la problemática reseñada desde una perspectiva general, aspecto al que dedicamos el primer capítulo de nuestro trabajo, pues sólo una correcta determinación de las pautas que rigen las relaciones entre los sistemas normativos a los que nos vamos a referir, puede aportarnos el sustrato teórico necesario para afrontar nuestro particular estudio. Una vez establecidas esas reglas de alcance general, abordaremos la primera fase de nuestro estudio relativo a la incidencia del Derecho comunitario sobre los convenios de doble imposición, tratando de determinar el alcance de las limitaciones que las normas comunitarias originarias imponen a los Estados miembros al proceder a la eliminación de la doble imposición mediante normas convencionales, intentando identificar los aspectos de los convenios de doble imposición que presentan un carácter más problemático con las exigencias comunitarias. Esta labor de descubrimiento y depuración de los aspectos conflictivos de los convenios de doble imposición, a la que dedicamos el segundo capítulo de nuestro trabajo, se ha desarrollado por el Tribunal de Luxemburgo a través de una interpretación expansiva del contenido de las libertades comunitarias que recibe la denominación de “armonización negativa”, en función del carácter esencialmente destructivo que ha representado para los instrumentos normativos utilizados por los Estados miembros en la eliminación de la doble imposición. En una segunda fase de nuestro análisis, a la que dedicamos el tercer capítulo de nuestro estudio, intentaremos exponer el alcance que en materia de eliminación de la doble imposición pueden presentar las medidas de carácter positivo adoptadas por las Instituciones comunitarias, así como la incidencia de las mismas respecto a los convenios de doble imposición, tratando de clarificar cuál es el marco competencial existente sobre esta materia e intentando señalar cuáles serían las medidas más idóneas para resolver las situaciones conflictivas que pueden plantearse entre el Derecho comunitario y los convenios de doble imposición. La importancia que la eliminación de las situaciones de doble imposición reviste en un contexto que, como el comunitario, ha reconocido la necesidad de eliminar todas las trabas que perjudiquen la libre circulación de personas, capitales, bienes y servicios, así como la inadecuación a las exigencias comunitarias de algunas de las medidas que actualmente se ocupan de resolver esta cuestión, son aspectos que, en nuestra opinión, justifican la realización del estudio que nos disponemos a desarrollar.
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Nocete, Correa Francisco Josè <1980&gt. "L'incidenza del diritto comunitario sulle convenzioni contro la doppia imposizione". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/451/.

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Resumen
El sometimiento de una determinada manifestación de riqueza a más de una soberanía tributaria estatal constituye uno de los principales problemas que perjudican la movilidad de los factores productivos, distorsionando las relaciones comerciales que pueden establecerse entre operadores económicos que se encuentran situados en países diversos. Conscientes del carácter negativo que esta circunstancia puede representar para el desarrollo de sus relaciones económicas, e incluso políticas, con otros Estados, las autoridades nacionales han procedido a la fijación de ciertas reglas que tienen por finalidad establecer un reparto de la potestad impositiva correspondiente a una concreta manifestación de riqueza entre las soberanías tributarias concurrentes, determinando el sometimiento a gravamen en un único Estado o, en caso de que ninguna de las soberanías tributarias concurrentes renuncie a su consideración, articulando las medidas que permitan eliminar o atenuar el doble gravamen que se generaría. Hallándonos en un contexto internacional, la adopción de estas reglas no podía realizarse sino de una forma consensuada entre los sujetos soberanos que constituyen esta sociedad, sin admitir mayores ingerencias que las derivadas de las propias limitaciones establecidas para cada uno de los Estados contratantes en sus propias normas constitucionales y de la aceptación de los condicionantes que pudiera imponer el respeto al Derecho internacional. Así fue como los convenios de doble imposición internacional, que esencialmente revisten carácter bilateral, se convirtieron en el principal instrumento de los Estados para luchar contra este fenómeno, complementándose con las medidas unilaterales de carácter interno que cada uno de estos países adoptaba para perfeccionar y hacer efectiva la regulación contenida en los mismos. Sin embargo, la creación de la Comunidad Europea, con sus especiales características, ha supuesto la aparición de un nuevo nivel de normatividad que afecta a sus Estados miembros, imponiéndoles unas obligaciones que vienen a sumarse a las que estos mismos Estados hayan asumido en su calidad de actores de la sociedad internacional y que, en determinadas circunstancias, pueden resultar contradictorias, determinando el surgimiento de situaciones conflictivas entre instrumentos jurídicos que pertenecen a diversos planos de normatividad y presentan un diverso ámbito de aplicación. Este trabajo pretende abordar una especie concreta perteneciente al género de las situaciones conflictivas que pueden establecerse entre el Derecho comunitario y las normas internacionales, concretamente las relativas a las contradicciones existentes entre las normas pertenecientes al primero de los sistemas jurídicos mencionados y los convenios de doble imposición suscritos por los Estados miembros de la Unión Europea. No obstante, con carácter previo, consideramos oportuno abordar la problemática reseñada desde una perspectiva general, aspecto al que dedicamos el primer capítulo de nuestro trabajo, pues sólo una correcta determinación de las pautas que rigen las relaciones entre los sistemas normativos a los que nos vamos a referir, puede aportarnos el sustrato teórico necesario para afrontar nuestro particular estudio. Una vez establecidas esas reglas de alcance general, abordaremos la primera fase de nuestro estudio relativo a la incidencia del Derecho comunitario sobre los convenios de doble imposición, tratando de determinar el alcance de las limitaciones que las normas comunitarias originarias imponen a los Estados miembros al proceder a la eliminación de la doble imposición mediante normas convencionales, intentando identificar los aspectos de los convenios de doble imposición que presentan un carácter más problemático con las exigencias comunitarias. Esta labor de descubrimiento y depuración de los aspectos conflictivos de los convenios de doble imposición, a la que dedicamos el segundo capítulo de nuestro trabajo, se ha desarrollado por el Tribunal de Luxemburgo a través de una interpretación expansiva del contenido de las libertades comunitarias que recibe la denominación de “armonización negativa”, en función del carácter esencialmente destructivo que ha representado para los instrumentos normativos utilizados por los Estados miembros en la eliminación de la doble imposición. En una segunda fase de nuestro análisis, a la que dedicamos el tercer capítulo de nuestro estudio, intentaremos exponer el alcance que en materia de eliminación de la doble imposición pueden presentar las medidas de carácter positivo adoptadas por las Instituciones comunitarias, así como la incidencia de las mismas respecto a los convenios de doble imposición, tratando de clarificar cuál es el marco competencial existente sobre esta materia e intentando señalar cuáles serían las medidas más idóneas para resolver las situaciones conflictivas que pueden plantearse entre el Derecho comunitario y los convenios de doble imposición. La importancia que la eliminación de las situaciones de doble imposición reviste en un contexto que, como el comunitario, ha reconocido la necesidad de eliminar todas las trabas que perjudiquen la libre circulación de personas, capitales, bienes y servicios, así como la inadecuación a las exigencias comunitarias de algunas de las medidas que actualmente se ocupan de resolver esta cuestión, son aspectos que, en nuestra opinión, justifican la realización del estudio que nos disponemos a desarrollar.
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Bartolotta, Eleonora <1981&gt. "Il rimborso delle imposte percepite in violazione del diritto comunitario". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2876/1/bartolotta_eleonora_il_rimborso_delle_imposte_percepite_in_violazione_del_diritto_comunitario.pdf.

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Resumen
La ricerca oggetto della tesi dottorale è condotta allo scopo di verificare gli effetti concreti del procedimento di integrazione tra l’ordinamento comunitario e quello dei singoli Stati nazionali, sulla base del studio del diritto del contribuente alla restituzione delle somme pagate a titolo di imposte anticomunitarie, nel contesto dell’evoluzione interpretativa del diritto al rimborso dell’indebito tributario comunitario operata dalla Corte di Giustizia. Il lavoro si articola in due parti, volte, la prima, ad indagare le ragioni dell’originalità comunitaria del diritto al rimborso; la seconda a verificarne l’effettività, sul presupposto di principio dell’astratta astratta inderogabilità della tutela restitutoria, nella consapevolezza di tutti i rimedi nazionali esperibili al fine della sua applicazione. Il primo capitolo è dedicato alla definizione del contenuto tipico del diritto alla restituzione dell’indebito tributario comunitario. La premessa da cui si muove – sul filo rosso dell’effettività e del primato comunitari - è quella della constatazione del nesso funzionale che lega tra loro la qualificazione della posizione giuridica del singolo in termini di diritto soggettivo ed il processo di istituzionalizzazione dei rapporti tra l’ordinamento comunitario e quello nazionale. Rilevano, in questo senso, l’originalità comunitaria e l’intangibilità del diritto al rimborso dell’indebito (che è strumento di legalità comunitaria, nella misura in cui consente di ripristinare l’ordine violato attraverso il pagamento delle sole imposte dovute). L’analisi si articola, nel secondo capitolo, sulla considerazione della mancanza di un sistema normativo comunitario che disciplini l’applicazione del diritto, con il conseguente rinvio al principio dell’autonomia procedurale e procedimentale degli Stati, nei limiti dell’equivalenza e dell’effettività comunitarie. Lo scopo è quello di individuare tutti i rimedi – sia amministrativi, sia giurisdizionali – esperibili, al fine di verificare la corretta proporzione tra l’effettività comunitaria e il grado di tutela del singolo. Sull’esame degli effetti (negativi e positivi) derivati in capo al contribuente dall’applicazione del diritto è incentrato il terzo capitolo, che tratta del rapporto tra le azioni restitutorie e risarcitorie, come proposto dalla giurisprudenza comunitaria, al fine di garantire massimamente l’effettività della tutela (giurisdizionale e sostanziale) del singolo. Attraverso lo strumento della giurisprudenza comunitaria si rileva il contrasto che tra l’esistenza del diritto originariamente ed originalmente comunitario al rimborso delle imposte indebitamente pagate (che connota autonomamente la figura del contribuente europeo) e l’insufficienza degli strumenti attuativi del diritto al fine di garantire l’effetto utile del diritto comunitario. Con la constatazione di un sistema operativo sostanzialmente difforme da quello ideato dalla giurisprudenza comunitaria e l’intenzione di dimostrare gli effetti dell’influenza dei principi comunitari sul diritto processuale e procedurale nazionale.
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Bartolotta, Eleonora <1981&gt. "Il rimborso delle imposte percepite in violazione del diritto comunitario". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2876/.

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La ricerca oggetto della tesi dottorale è condotta allo scopo di verificare gli effetti concreti del procedimento di integrazione tra l’ordinamento comunitario e quello dei singoli Stati nazionali, sulla base del studio del diritto del contribuente alla restituzione delle somme pagate a titolo di imposte anticomunitarie, nel contesto dell’evoluzione interpretativa del diritto al rimborso dell’indebito tributario comunitario operata dalla Corte di Giustizia. Il lavoro si articola in due parti, volte, la prima, ad indagare le ragioni dell’originalità comunitaria del diritto al rimborso; la seconda a verificarne l’effettività, sul presupposto di principio dell’astratta astratta inderogabilità della tutela restitutoria, nella consapevolezza di tutti i rimedi nazionali esperibili al fine della sua applicazione. Il primo capitolo è dedicato alla definizione del contenuto tipico del diritto alla restituzione dell’indebito tributario comunitario. La premessa da cui si muove – sul filo rosso dell’effettività e del primato comunitari - è quella della constatazione del nesso funzionale che lega tra loro la qualificazione della posizione giuridica del singolo in termini di diritto soggettivo ed il processo di istituzionalizzazione dei rapporti tra l’ordinamento comunitario e quello nazionale. Rilevano, in questo senso, l’originalità comunitaria e l’intangibilità del diritto al rimborso dell’indebito (che è strumento di legalità comunitaria, nella misura in cui consente di ripristinare l’ordine violato attraverso il pagamento delle sole imposte dovute). L’analisi si articola, nel secondo capitolo, sulla considerazione della mancanza di un sistema normativo comunitario che disciplini l’applicazione del diritto, con il conseguente rinvio al principio dell’autonomia procedurale e procedimentale degli Stati, nei limiti dell’equivalenza e dell’effettività comunitarie. Lo scopo è quello di individuare tutti i rimedi – sia amministrativi, sia giurisdizionali – esperibili, al fine di verificare la corretta proporzione tra l’effettività comunitaria e il grado di tutela del singolo. Sull’esame degli effetti (negativi e positivi) derivati in capo al contribuente dall’applicazione del diritto è incentrato il terzo capitolo, che tratta del rapporto tra le azioni restitutorie e risarcitorie, come proposto dalla giurisprudenza comunitaria, al fine di garantire massimamente l’effettività della tutela (giurisdizionale e sostanziale) del singolo. Attraverso lo strumento della giurisprudenza comunitaria si rileva il contrasto che tra l’esistenza del diritto originariamente ed originalmente comunitario al rimborso delle imposte indebitamente pagate (che connota autonomamente la figura del contribuente europeo) e l’insufficienza degli strumenti attuativi del diritto al fine di garantire l’effetto utile del diritto comunitario. Con la constatazione di un sistema operativo sostanzialmente difforme da quello ideato dalla giurisprudenza comunitaria e l’intenzione di dimostrare gli effetti dell’influenza dei principi comunitari sul diritto processuale e procedurale nazionale.
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Gubel, Sebastien <1982&gt. "Il trattamento delle imprese comuni nel diritto comunitario della concorrenza". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1134.

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La tesi analizza la disciplina del diritto comunitario della concorrenza nei suoi rapporti con le imprese comuni. Le imprese comuni possono essere assoggettate ad una serie di regole antitrust a seconda della loro natura. Sia dal punto di vista delle pratiche anticoncorrenziali (valutazione ex-post) che sotto il profilo delle regole sulle concentrazioni (valutazione ex-ante), le imprese comuni fanno l'oggetto di un trattamento particolare dal legislatore europeo. I patti parasociali contribuiscono alla determinazione dell'applicazione delle dette regole.
Under EC Competition law, joint ventures are subject to a set of rules that differs according to the kind of transaction which is concerned. Both merger control and anticompetitive practice provisions apply to them and may even be combined under certain circumstances. It is of relevance to consider the way the Commission has developed an effect based approach aiming at targeting transactions that can effectively undermine market conditions. Shareholders' agreements play a crucial role in this regard to the extent to which they set out anticompetitive object or lead to undue distorted effect on competition.
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Bucci, Angela <1982&gt. "La flexicurity: il dibattito comunitario e prospettive di diritto europeo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1146.

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Il presente lavoro si prefigge l’obiettivo di analizzare il dialogo comunitario in ordine al concetto di flexicurity. Verranno analizzati i vari steps che hanno portato alla nascita del termine stesso ed alla sua diffusione ed, in particolar modo, il dibattito politico che la Commissione Europea ha voluto aprire con la redazione del Libro Verde, intitolato “Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo”. Si procederà, quindi, con la disanima dei sistemi virtuosi di flexicurity, tentando di rispondere al quesito se tali sistemi siano facilmente esportabili in altre realtà nazionali, ovvero esista o meno un concetto universale di flexicurity, indipendentemente dalle peculiarità di ciascuna realtà nazionale. Infine, verranno studiate le relazioni tra i regimi di protezione del lavoro (RPL), intesi come l'insieme di norme e procedure che disciplinano la cessazione del rapporto di impiego, ed i diversi indicatori del mercato del lavoro, per poi passare ad approfondire la soluzione che la recentissima dottrina sembra aver trovato nel concetto di contratto unico, un “contratto a stabilità crescente” (con il crescere dell’anzianità di servizio), teso a ricondurre le forme contrattuali c.d. flessibili ad una nuova forma di contratto di lavoro a tempo indeterminato, che ricomprenda al suo interno la maggior parte dei contratti flessibili ed il contratto standard a tempo indeterminato attualmente vigente.
The present work aims to analyze the European dialogue regarding the concept of flexicurity. I will study the various steps that led to the birth of the term itself and to its diffusion and, especially, the political debate that the European Commission wanted to open with the drafting of the Green Paper entitled "Modernising Labour Law to meet the challenges of the twenty-first century ". I will, therefore, examine the virtuous systems of flexicurity, trying to answer the question whether such systems are easily exportable to the other nations or not and if there is a universal concept of flexicurity, regardless of the peculiarities of each national situation. Finally, I will analyze the relationship between Employment Protection Legislation, defined as the set of rules and procedures governing the termination of employment, and the various indicators of labor market. Then the attention will be focused on the concept of “contratto unico”.
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Dal, Pont Elisa <1991&gt. "" L'evoluzione del contratto turistico nella legislazione nazionale ed europea"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12944.

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L'elaborato si propone si ricostruire, dal punto di vista legislativo, l'evoluzione del contratto di viaggio. Partendo dalle origini del fenomeno turistico, si prenderanno in considerazione le direttive comunitarie e i conseguenti provvedimenti di carattere nazionale che hanno modificato e regolato il contratto di viaggio (anni '70, '90 e 2000). Infine, si analizzerà l'importanza della tutela del consumatore turista nell'era di Internet e dei viaggi venduti/acquistati tramite il web, anche alla luce delle più recenti direttive.
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Rubin, Stefano <1983&gt. "Nuova territorialità IVA delle prestazioni di servizi in ambito comunitario". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1529.

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ARMELI, BEATRICE. "La liquidazione coatta bancaria: aspetti procedurali tra diritto interno e comunitario". Doctoral thesis, Università Bocconi, 2013. https://hdl.handle.net/11565/4054340.

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MARIANI, CLAUDIA. "Il rilievo della cittadinanza in ambito internazionale e comunitario". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2006. http://hdl.handle.net/2108/264.

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Dal punto di vista terminologico l’espressione cittadinanza deriva dal latino civitas. Il concetto di cittadinanza esprime il legame tra Stato e cittadino e la condizione giuridica di diritti e doveri che è espressione di questo legame. Lo Stato impone quindi, nei confronti di qualsiasi individuo, delle regole per la concessione o la perdita della cittadinanza. Ma solo attraverso l’analisi storica di questo legame si può realmente comprendere appieno quale sia il reale significato della cittadinanza, l’evoluzione del legame tra cittadino e Stato attraverso la Storia rimodula varie volte questo linkage attraverso un percorso dapprima segnato dalla progressiva perdita della dimensione attiva, che era stata tipica delle polis, a favore di un atteggiamento passivo di sudditanza. Successivamente un lungo e lento cammino, il cui inizio si ravvisa nella rivoluzione francese, porta al riappropriarsi, ad opera degli individui, di quei diritti fondamentali che oggi vengono riconosciuti dagli Stati democratici e dalla Comunità internazionale. E’ proprio attraverso il riconoscimento ed il pieno realizzo dei diritti fondamentali che la cittadinanza trova il suo significato moderno. Sebbene la maggior parte delle norme che disciplinano la cittadinanza siano di natura interna, in quanto poste in essere dagli ordinamenti dei singoli Stati, l’irradiazione esterna dell’istituto è tale da farlo rientrare nell’ordinamento internazionale. Da qui la necessità di delimitare l’ambito del diritto interno e del diritto internazionale, le sovrapposizioni ed i contrasti. Negli ultimi decenni è sempre stato il diritto internazionale a delimitare il diritto interno erodendo, in questo modo, il dominio che fino ad allora era stato di competenza esclusiva degli Stati uti singuli. L’analisi dell’ambito della cittadinanza in ambito internazionale non poteva esulare dallo studio di problematiche quali la cittadinanza plurima e l’apolidia, lo status e la tutela di rifugiato, la successione degli Stati, i diritti umani, la protezione diplomatica, e la nazionalità delle persone giuridiche e la protezione degli investimenti. Infine un nuovo concetto di cittadinanza che esula completamente del legame di un individuo con uno Stato è emerso con l’istituto della cittadinanza europea che per questo viene definita una cittadinanza secondaria che si sovrappone ad una cittadinanza primaria o classica. Da questa nuova cittadinanza scaturiscono tutta una serie di nuovi diritti che si analizzeranno approfonditamente. Poiché tutti questi diritti vengono anche riconosciuti ai residenti di uno degli Stati membri dell’Unione europea, il concetto di cittadinanza è nella sostanza svuotato di gran parte del suo significato rimanendo solamente un elemento formale volto a sottolineare il comune senso d’identità dell’Unione europea. Il concetto classico di cittadinanza sta vivendo una fase di ripensamento, l’affermarsi di obblighi e di garanzie internazionali rivolte agli individui ha definitivamente consolidato l’idea di una tutela dell’individuo avulsa dall’idea di cittadino; l’individuo è dunque il destinatario di diritti fondamentali che lo Stato è tenuto a rispettare. In questo modo si è eroso il dominio riservato dello Stato nei confronti dei propri cittadini e il concetto di cittadinanza si è svuotato di parte del suo significato a favore di una rilevanza, quasi giusnaturalistica, dell’individuo in quanto tale, indipendentemente dai suoi status.
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Tarini, Federico <1993&gt. "Il Place of Effective Management nel diritto nazionale, convenzionale ed europeo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/9960/1/TARINI_FEDERICO_TESI.pdf.

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Resumen
L’elaborato mira ad analizzare la nozione di sede della direzione effettiva o place of effective management (PoEM) sia come criterio di collocazione della residenza fiscale utilizzato dalla maggior parte degli ordinamenti contemporanei, sia come regola convenzionale volta alla risoluzione dei possibili conflitti derivanti da “doppia residenza fiscale” (c.d. tie breaker rule). Nonostante l’Action 6 del progetto BEPS abbia sensibilmente modificato detta tie breaker rule, sostituendo il PoEM con le Mutual Agreement Procedures, la sede della direzione effettiva rimane a tutt’oggi criterio fondamentale per determinare l’effettiva ubicazione di enti e società. Tuttavia, la natura fattuale del criterio, congiuntamente alla progressiva crescente globalizzazione e dematerializzazione del mercato economico globale, ha determinato alcune significative divergenze interpretative sia a livello nazionale che convenzionale, minandone sensibilmente l’efficacia. Il presente lavoro mira, quindi, ad analizzare gli elementi caratteristici della nozione, al fine di individuare una concezione del PoEM il più possibile condivisa ed unitaria. L’indagine dovrà essere compiuta seguendo tre direttive. In primo luogo, a seguito della descrizione delle ragioni che rendono ancora oggi necessario un collegamento territoriale, si procederà ad una ricostruzione della sede di direzione effettiva da un punto di vista comparato, valutando le sue differenti interpretazioni in alcuni ordinamenti europei ed extra-europei. In secondo luogo, si analizzerà il PoEM nel diritto comparato, valutandone le differenze rispetto ai criteri nazionali e come questo sia mutato a seguito delle modifiche apportate al modello di convenzione OCSE nel 2017. Da ultimo, si valuterà la prospettiva eurounionale valutando, oltre all’influenza delle libertà fondamentali, l’incidenza dell’introduzione dei nuovi modelli collaborativi (es. scambio di informazioni automatico, procedure di risoluzione delle controversie ecc.). L’obiettivo finale sarà quindi quello di quello di comprendere quali siano i punti di contatto fra le varie concezioni di sede dell’amministrazione effettiva e come le eventuali divergenze interpretative impattino sull’applicazione di tale concetto.
The paper aims at analyzing the of place of effective management (PoEM) both as a criterion for the location of tax residence used by most contemporary jurisdictions and as a conventional rule aimed at resolving possible conflicts arising from "double tax residence". Despite the fact that Action 6 of the BEPS project has significantly modified the tie breaker rule, replacing PoEM with Mutual Agreement Procedures, the PoEM still remains the fundamental criterion for determining the actual location of entities and companies. However, the factual nature of the criterion, together with the increasing globalization and dematerialization of the global economic market, has led to some significant divergences of interpretation both at national and conventional level, significantly undermining its effectiveness. This aims to analyze the characteristic elements of the notion, in order to identify a concept of PoEM that is as shared and unified as possible. The investigation will have to be carried out following three guidelines. Firstly, following a description of the reasons why a territorial link is still necessary today, a reconstruction of the actual place of management will be carried out from a comparative point of view, evaluating the different interpretations of this concept in some European and non-European legal systems. Secondly, the PoEM in comparative law will be analyzed, assessing its differences from domestic criteria and how this has changed following the amendments made to the 2017 OECD Model Convention. Finally, the EU perspective will be assessed by evaluating, in addition to the influence of fundamental freedoms, the impact of the introduction of collaborative models (e.g. automatic information exchange, dispute resolution procedures, etc.). The final objective will therefore be to understand what the points of contact between the various conceptions of the PoEM are and how any differences in interpretation impact on the application of this concept.
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