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Cuffaro, Nadia y David Hallam. ""Land grabbing" nei Paesi in via di sviluppo: investitori esteri, regolamentazione e codici di condotta". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 2 (junio de 2011): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002006.

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L'articolo tratta gli sviluppi recenti degli investimenti esteri diretti in agricoltura nei paesi in via di sviluppo (Pvs). Tre sono agli argomenti analizzati. Il primo č l'evidenza empirica sulla recente crescita delle acquisizioni di terra per usi agricoli nei paesi in via di sviluppo da parte d'investitori esteri (land grabbing) e la questione collegata del ruolo del controllo sulla terra nel processo d'internazionalizzazione dell'agricoltura dei Pvs. Il secondo sono i possibili rischi di tali progetti, derivanti essenzialmente dal fatto che l'attuale ondata di investimenti riguarda contesti in cui molti soggetti dipendono da diritti di proprietŕ sulla terra poco certi e sono perciň esposti al rischio di gravi perdite. Infine, si discute il possibile ruolo della responsabilitŕ sociale delle imprese e di un codice di condotta promosso su base internazionale nel mitigare tali rischi.
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2

Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Resumen
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Michieli, Andrea. "Il "dialogo sociale" nella costruzione asimmetrica dell'Unione Europea, tra battute d'arresto e rilanci". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 2 (agosto de 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-002004.

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Nel processo di integrazione europea l'avanzamento del "dialogo sociale" e la tutela dei diritti sociali sono sempre andati di pari passo. L'armonizzazione "nel progresso" sostenuta dalle parti sociali europee si è però arrestata con la gestione della crisi del 2008 e con le scelte comunitarie di governance economica. Il con-tributo, dopo aver ripercorso la genesi della concertazione sociale europea e il suo attuale stato di paralisi, mette in rilevo la necessità di un nuovo corso del "dialo-go sociale" che, con l'approvazione de Pilastro europeo dei diritti sociali, possa ridefinire l'equilibrio tra libertà e diritti nel mercato unico europeo
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Pallante, Francesco. "Il problema costituzionale dell’attuazione dei diritti sociali". DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 1, n.º 1 (13 de diciembre de 2018): 70–82. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v1n1.2018.p70-82.

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L’articolo si interroga sul problema dell’attuazione dei diritti costituzionali, e in particolare dei diritti sociali, nel quadro di una costituzione pluralista. Considerando i diritti costituzionali vincoli all’esercizio dei pubblici poteri – in quanto contenuto del patto costituente, prima ancora che per via della loro collocazione gerarchica –, si argomenta che, pur nell’ambito della loro discrezionalità politica, i pubblici poteri stessi hanno il dovere di realizzare interventi volti all’attuazione dei diritti (e di astenersi dal compiere interventi ostativi alla loro attuazione). Ciò vale anche per la decisione di bilancio, che deve rispettare le priorità costituzionali, privilegiando le «spese costituzionalmente vincolate» rispetto alle «spese costituzionalmente facoltative» (ed evitare le «spese costituzionalmente vietate»). In vista del raggiungimento di questo obiettivo, si suggerisce la configurazione di vincoli, costituzionalmente giustiziabili, non di ma al bilancio, vale a dire in favore della destinazione di risorse certe agli interventi pubblici volti a dare concretezza al contenuto minimo dei diritti costituzionali.
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Adornato, Francesco. "Agricoltura plurale paradigma dell’Europa". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 1(30) (8 de junio de 2022): 13–24. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.2.

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L’articolo si propone di affrontare il tema dell’agricoltura plurale paradigma dell’Europa. Il ruolo assegnato alla funzione agricola è stato soggetto a cambiamenti i cui confini sono stati notevolmente ampliati al di là della produzione alimentare. In tal contesto sono emerse problematiche paesaggistiche e ambientali legate ad aspetti sociali e culturali combinati con il rapporto urbano-rurale. A livello dell’UE appaiono nuovi percorsi di sviluppo dell’agricoltura in correlazione con il cibo, l’ambiente, il benessere degli animali (welfare).
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Pazé, Valentina. "Democrazia, costituzione e mutamento sociale". DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, n.º 1 (4 de octubre de 2019): 234–44. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n1.2019.p234-244.

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Savoia, Salvatore. "La de-costituzionalizzazione dei diritti sociali". DEMOCRAZIA E DIRITTO, n.º 3 (febrero de 2016): 136–45. http://dx.doi.org/10.3280/ded2015-003008.

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Gambino, Silvio. "I diritti sociali e l’Unione Europea". Revista do Direito, n.º 43 (19 de mayo de 2014): 120–200. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5757.

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Se può ancora affermarsi che il deficit democratico e le stesse derive tecnocratiche rendono il sistema costituzionale europeo ancora poco idoneo ad ampliare gli orizzonti della democrazia (almeno di quella costituzionale, individuata nella bisecolare evoluzione successiva alla Déclaration des droits de l’homme et du citoyen), appare ancora più evidente che il suo costituzionalismo, con la relativa frammentarietà, non induce a prefigurare un processo lineare di inequivocabile e progressiva riproduzione dei canoni costituzionalistici del XX secolo, appena trascorso.
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De Marco, Giulia. "Minori "incoscienti" dei propri diritti sociali". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (julio de 2009): 128–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2009-002013.

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Camerlengo, Quirino. "Editoriale. Persona e formazioni sociali, tra diritti individuali e diritti collettivi". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 5–11. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002001.

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Gambino, Silvio y Walter Nocito. "Governance europea dell'economia, crisi degli. Stati e diritti fondamentali: notazioni costituzionali". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (noviembre de 2012): 5–33. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002001.

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Resumen
La crisi economico-finanziaria ha importanti ricadute sul diritto interno e su quello europeo in termini di riforme accompagnate da previsioni di rango costituzionale sul vincolo del pareggio di bilancio, insieme con l'approvazione di nuovi trattati e la creazione di nuove strutture istituzionali in ambito europeo per assicurare il rispetto degli standard macroeconomici da parte degli stati membri dell'eurozona. Gli effetti di queste riforme si ripercuotono in particolare sulla tenuta del modello statale ed europeo di Welfare e sulla effettivitŕ dei diritti, con particolare riguardo a quelli sociali. Il saggio riflette su tali complesse tematiche evolutive (e di trasformazione) degli ordinamenti europei, interrogandosi problematicamente sulla stessa esigibilitŕ dei diritti sociali al livello di ordinamenti interni e di ordinamento dell'Unione, le cui costituzioni si ispirano al riconoscimento e alla garanzia di tali diritti.
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Bilancia, Francesco y Sandra Regina Martini. "Il referendum del Regno Unito sulla Brexit ed il suo impatto sul mercosul nella prospettiva dei diritti sociali". Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & Justiça 11, n.º 37 (30 de diciembre de 2017): 35–63. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v11i37.123.

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Prendendo le mosse dalle tematizzazioni polemiche professate durante la campagna referendaria svoltasi nel Regno Unito per il voto del giugno 2016 sulla Brexit, il saggio apre una riflessione critica sulle trasformazioni da tempo in atto, nel diritto dell’UE e nella giurisprudenza della Corte di giustizia così come in alcuni ordinamenti degli Stati membri, in relazione ai diritti alle prestazioni sociali dei cittadini europei residenti in Paesi membri diversi dal proprio ed al possibile impatto di tale fenomeno su altri sistemi integrati di mercato come il Mercosul. Il quadro che ne emerge induce a più approfondite riflessioni sulle cause della crisi di legittimazione attuale dei sistemi di integrazione politica ed economica, come il processo di integrazione europea, il cui cedimento è gravemente accelerato dalla messa in discussione dei diritti sociali in danno di una più forte nozione di cittadinanza europea; e come in altre realtà istituzionali e sociali, in particolare nel Mercosul.
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Fazzi, Luca. "Sviluppo legale ed ecosostenibile nelle aree rurali svantaggiate del sud Italia: il ruolo delle imprese sociali". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 126 (enero de 2022): 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126002.

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Lo scopo di questo articolo è di analizzare empiricamente il ruolo che le imprese sociali giocano all'interno di una più ampia strategia per lo sviluppo rurale in aree del sud Italia afflitte dalla presenza di criminalità organizzata e difficoltà di sviluppo. La ricerca è basata su 20 interviste in profondità con presidenti e dirigenti di organizzazioni di agricoltura sociale in quattro regioni meridionali: Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. I risultati mostrano come le imprese sociali sono attori rilevanti per il cambiamento e per lo sviluppo economico e sociale nelle aree rurali. L'indagine mette in luce inoltre come anche altri fattori politici, organizzativi e di contesto sono importanti per rendere capaci le imprese sociali di promuovere sviluppo locale.
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Di Felice, Vincenzo. "Agricoltura al lavoro: brevi considerazioni sull'occupazione agricola". QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, n.º 91 (septiembre de 2010): 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-091005.

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L'attivitŕ agricola riveste un ruolo sostanziale nella definizione di scenari di sviluppo sostenibile in quanto le sue esternalitŕ interessano simultaneamente sfere ambientali, economiche e sociali. L'agricoltura del terzo millennio, evoluta in termini di scienza e tecnologia, deve inspirarsi ai nuovi paradigmi integrando sostenibilitŕ bio-fisica e socio-economica; in tal senso il binomio agricoltura-lavoro possiede un significato strategico. Per tali ragioni, all'interno delle dinamiche riflessioni sui sistemi agricoli e alimentari europei post 2013, diviene essenziale realizzare alcune considerazioni sugli aspetti quali-quantitativi dell'occupazione e della formazione al fine di identificare e realizzare percorsi di sviluppo competitivi e sostenibili.
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Salerno, Marcello. "Costituzione economica multilivello ed effettività dei diritti sociali". Cuestiones Constitucionales Revista Mexicana de Derecho Constitucional 1, n.º 41 (27 de septiembre de 2019): 725. http://dx.doi.org/10.22201/iij.24484881e.2019.41.13969.

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Romeo, Graziella. "Riposizionare i diritti sociali nelle tradizioni costituzionali comuni". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (septiembre de 2016): 129–56. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2016-su1006.

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Bianca Ceffa, Claudia. "Fra coesistenza e convivenza. Le interazioni tra diritti individuali e collettivi all'interno delle confessioni religiose". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002003.

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Muovendo dalle peculiarità di quelle particolari formazioni sociali costituite dalle confessioni religiose, l'articolo mira ad indagare come al loro interno sia affrontato il tema del rapporto fra tutela delle libertà individuali e salvaguardia dell'autonomia confessionale, anche alla luce delle nuove esigenze della società multiculturale. Queste ultime, infatti, imponendo all'ordinamento di considerare nuovi possibili profili di lesione dei diritti inviolabili dell'uomo all'interno dei gruppi religiosi, rinnovano il dibattito intorno all'opportunità dell'esistenza dei diritti collettivi in capo alle realtà confessionali, nonostante la funzionalità di tale categoria di diritti all'inveramento dell'obiettivo costituzionale dello sviluppo della personalità individuale.
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Barbieri, Paolo. "Politiche sociali: cittadinanza o cittadinanza-industriale? Appunti su welfare, lavoro e diritti sociali". Quaderni di Sociologia, n.º 28 (1 de abril de 2002): 33–59. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1339.

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Krzynówek, Jerzy. "Sprawozdanie z kongresu romanistycznego: ‘Ubi tu Gaius’. Modelli familiari. Pratiche sociali e diritti delle persone nell’età del prinacipato. Convegno internazinale di diritto romano Copanello Lido (Catanzaro) 4-7 giugno 2008". Zeszyty Prawnicze 9, n.º 1 (25 de junio de 2017): 365. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2009.9.1.17.

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Sprawozdanie z kongresu romanistycznego: ‘Ubi tu Gaius’. Modelli familiari. Pratiche sociali e diritti delle persone nell’età del prinacipato. Convegno internazinale di diritto romano Copanello Lido (Catanzaro) 4-7 giugno 2008
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Repetto, Giorgio. "LA CIVILIZZAZIONE. L’ESPANSIONE DEI DIRITTI NEGLI ANNI ‘60 E ‘70". Il Politico 251, n.º 2 (3 de marzo de 2020): 52–76. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.236.

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Sia nell'attività legislativa che nelle decisioni giudiziarie relative alla valorizzazione dei diritti fondamentali, gli anni 1960-1979 coincidono con una fase di grandi innovazioni. Nonostante le fragili maggioranze parlamentari, in quel periodo vengono emanate una lunga serie di disposizioni legislative di ampio respiro nel campo delle libertà civili e dei diritti sociali: lavoratori, donne, malati mentali e altre minoranze trascurate godono di diritti individuali e beneficiano dell'istituzione di un assetto istituzionale più coerente dei servizi pubblici in molti settori. Il saggio indaga queste evoluzioni muovendo dall'analisi di cinque diversi cluster di diritti (lavoratori, famiglia, procedura penale, diritto alla salute e riforme settoriali) e cerca di evidenziare sia le luci che le ombre di tale processo di riforma.
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Beni, Paolo. "Crisi e politicitŕ della cittadinanza". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (septiembre de 2011): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003002.

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I profondi processi di trasformazione economica, sociale e culturale che negli ultimi decenni hanno investito il nostro Paese stanno producendo negli individui una crescente difficoltŕ a riconoscersi nelle relazioni sociali e nella dimensione pubblica del vivere civile. Cambia la percezione di sé dei cittadini e delle cittadine, fino a provocare disaffezione e alienazione. Č in atto una sfida: fra la cittadinanza come pura iscrizione anagrafica che sopravvive come strumento di discriminazione dei non cittadini, e la cittadinanza come insieme dei diritti delle persone, con la loro dignitŕ e autonomia, con il loro sentimento di solidarietŕ e appartenenza a una comunitŕ politica. L'urgenza della storia marcia nella seconda direzione, verso un'evoluzione che corregga le discriminazioni prodotte dall'economia di mercato e ripristini la piena eguaglianza dei diritti civili, politici e sociali.
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Dirindin, Nerina. "Prestazioni sociali e sanitarie al tempo della crisi". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 3 (septiembre de 2011): 205–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003016.

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Il presente contributo si propone di discutere i diversi aspetti dei diritti delle persone con riguardo ai problemi della tutela della salute, alle condizioni di maggiore debolezza osservabili nella realtŕ del sistema socio-sanitario italiano e ai fattori che possono mettere a rischio tale tutela.
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Triggiani, Ennio. "Il principio di solidarietà nell'Unione europea". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 170 (agosto de 2021): 235–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170004.

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L'articolo analizza la progressiva e poliedrica qualificazione giuridica della solidarietà nel si-stema dell'Unione europea attraverso i diversi Trattati e, soprattutto, la Carta dei diritti fonda-mentali. L'analisi si sofferma sull'attuazione fortemente innovativa del principio, a partire dal Pilastro europeo dei diritti sociali, in primo luogo alla luce degli interventi adottati a seguito della crisi pandemica. Fra questi viene evidenziato il possibile significato politico dell'emissione di una prima forma di debito europeo con il Next Generation EU.
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Carriero, Veronica. "Privacy, riservatezza, reputazione e onore: valutazioni economiche e tecniche giuridiche di tutela". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 1 (octubre de 2011): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001002.

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Privacy č, nel lessico giuridico, sintesi verbale riassuntiva di alcuni diritti fondamentali e inviolabili della persona come la riservatezza e l'identitŕ personale. Č correlata ad altri diritti della personalitŕ come l'onore e la reputazione. Diverse e, talora, opposte accezioni del diritto alla privacy sono state nel corso del tempo fornite dalla letteratura gius - economica. S. Warren e L.D. Brandeis per primi enfatizzano il rigth to let be alone quale paradigma protettivo dei valori di autonomia e dignitŕ dell'individuo. Per contro, R. Posner osserva che l'occultamento delle informazioni anche di carattere personale genera costi transattivi e costi sociali di rilievo, potendo condurre a risultati economicamente inefficienti. Il problema del bilanciamento degli interessi č oggi estensibile alla disciplina dell'impresa quando chiama in gioco la sua reputazione sul mercato, le sue crescenti responsabilitŕ anche sociali, il diritto alla privacy da parte dell'impresa e nei confronti dell'impresa.
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Ciolli, Ines. "La tenuta dei diritti sociali durante la crisi economiche". Revista do Direito, n.º 44 (20 de septiembre de 2014): 50–106. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i44.5662.

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Il termine crisi - spesso utilizzato per indicare questo momento di difficoltà economica e politica - aveva inizialmente un significato diverso, non necessariamente negativo; per Santi Romano indicava una fase di “passaggio”, una transizione tra due momenti storici, tra due modelli di organizzazione statale . Oggi, nell’accezione più comune, il lemma è utilizzato per indicare una rottura dell’ordinamento. I giuristi hanno sempre prestato particolare attenzione ai cambiamenti radicali cui le società e il diritto sono stati sottoposti nel tempo. In particolare, quando nei primi anni del XX secolo si assisteva a una potente rottura dell’ordinamento giuridico originata dalla Prima guerra mondiale, essi si occuparono a vario titolo della crisi dello Stato ; Santi Romano stesso si soffermerà ancora sul tema proponendo una nuova lettura della crisi nella prolusione nel Regio istituto di Scienze sociali “Cesare Alfieri” a Firenze .
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Lima, Fernando Rister de Sousa y Matteo Finco. "DIRITTI FONDAMENTALI E DIRITTI UMANI: IL CONTRIBUTO DELLA TEORIA DEI SISTEMI SOCIALI. PROSPETTIVE DI INDAGINE". Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 17, n.º 26 (20 de agosto de 2019): 109. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v17i26.p109-137.2019.

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Il presente articolo analizza la natura e la funzione dei diritti fondamentali e umani dalla prospettiva della teoria dei sistemi sociali, sviluppata dal sociologo Niklas Luhmann alla fi ne del XX secolo. A partire dal contributo dell’autore tedesco e di altri studiosi, verrà messo in evidenza il potenziale che la teoria detiene riguardo al tema in oggetto, avanzando proposte su prospettive di ricerca future. L’ipotesi è che una teoria secondo cui la società è fatta di comunicazione, e non di esseri umani, può aprire spazi di riflessione inediti e mettere il luce la funzione latente dei diritti fondamentali e umani: oltre che valori di ispirazione umanistica, essi rappresenterebbero lo strumento attraverso cui la società stessa costituisce gli esseri umani nella triplice veste di individui, soggetti, persone.
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Augenti, Antonio. "Il principio di solidarietŕ e le politiche sociali europee". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (marzo de 2011): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001002.

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Il contributo affronta in via preliminare il significato e il valore della solidarietŕ nel suo evolversi nel tempo, per capire come essa si incarna nelle coscienze individuali e nelle responsabilitŕ collettive. La solidarietŕ non ha modo d'essere senza la sussidiarietŕ: č la linea ideologica che orienta le moderne politiche di welfare. Queste politiche sono attente ad un nuovo concetto di povertŕ non legato a bisogni di sopravvivenza, ma a nuovi indicatori sociali. Tutelare i diritti sociali della persona significa prendere atto che occorre investire nella conoscenza, oggi strumento principe dell'emancipazione della persona. L'ultima parte del lavoro č dedicata all'analisi di come l'Unione europea ha guardato alle questioni sociali, conformandosi al principio di solidarietŕ e orientando in tal senso la propria normativa. Sull'operato comunitario vengono da ultimo avanzate riserve e sollevate censure di ritardo con il quale l'Unione č intervenuta nelle politiche sociali.
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Scalabrino Spadea, Michelangela. "La tutela del malato di mente nel diritto internazionale dei diritti dell'uomo: documenti vecchi e nuovi". Medicina e Morale 41, n.º 6 (31 de diciembre de 1992): 1105–18. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1085.

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Lo studio, partendo dalla premessa che la bontà di un ordinamento giuridico viene misurata dal grado di tutela che può garantire a persone e gruppi sociali a rischio, si addentra nell'esame dei documenti giuridici internazionali riguardanti i malati di mente. L'Autore considera in particolare la Raccomandazione n. R(83)2 adottata dal Consiglio dei Ministri del Consiglio d'Europa il 22.2.1 983 e la Risoluzione A/3/0231/92 adottata il16.9.1 982 dal Parlamento europeo, esaminando le garanzie giurisdizionali ivi previste e la tutela apprestata dai due testi nel campo dei diritti economici e sociali.
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Galli, Pier Francesco, Alberto Merini y Paul Parin. "Menzogne in tempo di pace. Tentativo di una critica psicoanalitica ed etnologica dei "diritti dell'uomo"". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 2 (mayo de 2022): 273–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-002005.

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Dopo una serie di considerazioni generali sul tema dei diritti dell'uomo, viene fatta una analisi dei problemi messi in luce da due discipline, la psicoanalisi e l'etnologia. Mentre il punto di vista psicoanalitico aiuta a comprendere quali sono i fenomeni psicologici che inducono il rispetto o la violazione dei diritti umani, il punto di vista etnologico, mettendo a confronto diverse culture, permette di rispondere a quesiti riguardanti la diversità dei diritti umani nelle varie strutture sociali, la loro validità comune a più popoli, e l'eventuale imposizione o condizionamen-to, tramite anche l'uso della forza, di diritti differenti a quelli di una determinata situazione culturale. Discutendo con Muhidin Saric (autore del libro del 1993 Keraterm. Erinnerungen aus einem serbischen Lager ["Keraterm. Ricordi da un lager serbo"]. Prefazione di Paul Parin. Klagenfurt: Drava Verlag, 1994), l'Autore cerca di dare una spiegazione a fatti ancora non del tutto chiari.
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Felice, Flavio. "La nozione di diritti umani nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa". Revista Pistis Praxis 6, n.º 3 (13 de septiembre de 2014): 817. http://dx.doi.org/10.7213/revistapistispraxis.06.003.ds04.

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L’obiettivo di questo articolo è quello di dimostrare la diversità de prospettive della dottrina sociale della Chiesa su i diritti umani. Sottolinea la prospettiva personalista come la più appropriata per comprendere e giustificare l’interesse generale della dottrina sociale per il tema e l’affermazione dei diritti umani. La Chiesa vede nei diritti umani l’opportunità di promuovere e difendere l’universalità della dignità umana, intesa come carattere stampato da Dio creatore per le sue creature. La prospettiva antropologico-cristiana ha per fondamento la persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. La dottrina sociale della Chiesa, mostra una pluralità di dimensioni, essenziali per definire chi è l’essere umano, e, a sua volta, per la promozione e la difesa della dignità umana di fronte alle istituzioni giuridiche, politiche ed economiche. I diritti umani e la dottrina sociale hanno in Giovanni Paolo II uno dei principali teorici. I diritti umani sono un punto di riferimento per tutte le fasi della vita umana e dei contesti politici, sociali, economici e di culturali. Fonte e sintesi dei diritti umani è il diritto alla vita e il diritto alla libertà religiosa.
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Buccheri, Caterina. "LA FORMULAZIONE DEL PILASTRO EUROPEO: QUIALI EFFETTI SUI DIRITTI SOCIALI?" E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 3, n.º 1 (2018): 215–44. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2018.i02.12.

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Pirina, Giorgio. "Lavoro di piattaforma e indebolimento della società salariale. Il caso del food delivery bolognese". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 163 (agosto de 2022): 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163009.

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Le tecnologie digitali sono sempre più incapsulate in una molteplicità di sfere sociali, con una influenza significativa sul mondo del lavoro. In questo contributo, l'autore investiga il lavoro di piattaforma e l'indebolimento della società salariale nel contesto della City of Food bolognese. Infatti, è possibile delineare le continuità tra la precarietà delle condizioni lavorative di quest'ultima e il radicamento dell'economia di piattaforma. Ma Bologna è anche uno dei principali nodi principali per quanto riguarda i tentativi di regolazione su base municipale dell'economia di piattaforma: la "Carta dei diritti dei lavoratori digitali in ambito urbano" è stato il primo strumento normativo urbano in Europa a stabilire, sebbene senza una cogenza diretta, una base minima di diritti sociali per i lavoratori digitali. Oltre al dialogo con più approcci disciplinari (in particolare la letteratura su digital labor theory, capitalismo delle piattaforme e platform urbanism), l'autore adotta una metodologia qualitativa, espressa dal metodo delle interviste in profondità a testimoni altamente qualificati. Infine, l'autore introduce un nuovo concetto utile a catturare la tensione tra idee divergenti sulle piattaforme digitale sul loro governo: "digitarchia".
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Spalletti, Stefano. "Economia, diritto e agricoltura: vecchie e nuove prospettive di ricerca su Ghino Valenti". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 1 (noviembre de 2021): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001005.

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Nela letteratura accumulatasi dopo la sua morte, mancano ancora alcuni aspetti significativi della bibliografia scientifica di Ghino Valenti. Con questo lavoro si vuole riavviare un percorso teso a stimolare nuove e più ampie ricerche sul personaggio. Il timing della ripresa degli studi su Valenti è legato ai cento anni trascorsi dalla sua scomparsa, avvenuta a Roma il 20 novembre 1920. Fonte significativa per Valenti è l'articolata e complessa eredità di Romagonosi, il suo sapere allo stesso tempo unificante e pratico. Da esso Valenti trae l'attitudine all'indagine economica e sociale e la connessione stretta dell'economia con il diritto. Quest'ultima fa presa, soprattutto, sull'economia agraria, sulla politica economica-agraria e su quella generale.
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Korac, Maja. "Politiche, agency e dialogo interculturale. Esperienze dei rifugiati dei conflitti jugoslavi in Italia". MONDI MIGRANTI, n.º 3 (marzo de 2010): 127–50. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003008.

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Questo articolo esamina il processo di etichettamento politico e burocratico dei rifugiati e il suo rapporto con razza, etnicitŕ, classe e/o genere, oltre che con altri meccanismi di esclusione che operano nei luoghi del loro insediamento. Considera criticamente le prospettive e i processi di insediamento delle persone fuggite dai conflitti in Yugoslavia, a cui č stato garantito il diritto di lavorare e/o studiare in Italia sulla base di un decreto governativo speciale, senza una lunga procedura di determinazione dello status. L'analisi si basa su una ricerca etnografica condotta a Roma negli anni 1999 e 2000. Esplora i meccanismi e il processo che hanno permesso loro di beneficiare dei diritti garantiti al loro arrivo. La discussione si focalizza, da un lato, sulle connessioni tra strategie e politiche di assistenza e sui limiti strutturali che incarnano e, d'altro lato, sul tipo di agency che incoraggiano. Esplora il ruolo delle reti sociali co-etniche, cross-etniche e minoranza-maggioranza nel processo di insediamento. Questo articolo sostiene che se l'acquisizione formale di diritti legali e sociali legati all'inclusione e all'eguaglianza non č accompagnata da contatti e legami informali tra minoranza e maggioranza, a livello micro, l'esperienza dei gruppi di minoranza rimarrŕ fortemente condizionata dalla loro sensazione di "alteritŕ" e dalla percezione di diseguaglianza ed esclusione. Ciň avviene perché lo sviluppo della fiducia tra gruppi (etnici) di minoranza e gruppi di maggioranza dipendono solo parzialmente dal set di diritti che possono essere garantiti ai gruppi "etnici" o "di minoranza".
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Mariani, Serena. "Il grano della discordia: il provvedimento Cappelli dell'Agcm e la sentenza San Carlo del Tribunale di Roma". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 2 (enero de 2021): 133–59. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002008.

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Il presente contributo ha l'obiettivo di analizzare due recenti decisioni aventi ad oggetto distinte varietà di grano duro: il provvedimento sul frumento Cappelli dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e la sentenza sul grano San Carlo del Tribunale di Roma. Entrambi i casi riguardano, sebbene in modo diverso, il tema dei diritti di esclusiva sulle varietà vegetali. Nella vicenda San Carlo, tali diritti derivano dalla concessione di una privativa nazionale sulla nuova varietà vegetale. Diversamente, nel caso Cappelli è stata posta in essere una privatizzazione de facto di una varietà antica, in assenza di qualsivoglia diritto di proprietà intellettuale sulla stessa. L'elaborato vuole altresì porre l'accento sull'importanza del miglioramento genetico in agricoltura, necessario affinché vengano sviluppate varietà sempre più produttive, resistenti e sostenibili. Per fare ciò, è opportuno permettere al costitutore di ottenere un ritorno sugli investimenti, mediante il riconoscimento di un'esclusiva sulla nuova varietà. Tuttavia, tale esclusiva non può essere illimitata né estendersi a varietà di pubblico dominio.
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Bechara Sanchez, Fabio José y Turatti Maria Cecília Manzoli. "Agricoltura famigliare ed etnicitŕ: le trasformazioni delle lotte contadine in Brasile". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (diciembre de 2012): 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128009.

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Nonostante la grande speranza depositata dai movimenti sociali legati alla lotta per la terra nell'ampliamento della riforma agraria durante il governo Lula, cioč, che finalmente sarebbe stata data prioritŕ alla riforma agraria da parte del governo e che sarebbe stata modificata la struttura fondiaria in Brasile, il fatto fu che la riforma agraria durante i due mandati del governo Lula alla presidenza del Brasile rimase molto al di sotto di quanto sperato Questo articolo voglia presentare ai lettori le dinamiche politiche e degli attori (gli agricoltori famigliari e i contadini etnici) che emergono del spostamento dela azione politica in relazione ai problemi fondiari e della riforma agraria in Brasile durante il governo Lula (2003-2010).
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Perulli, Adalberto. "Giustizia sociale, commercio internazionale ed extraterritorialità "atipica". Il caso USMCA". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 170 (agosto de 2021): 215–34. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170003.

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L'articolo analizza alcune delle principali novità del Trattato USMCA, collocandolo nel contesto della globalizzazione economica e delle tecniche di regolazione sociale che impiegano i la-bour standards dell'OIL e le clausole sociali nei Trattati commerciali internazionali, realizzando forme "atipiche" di extraterritorialità. Il Trattato USMCA si caratterizza per alcune impor-tanti innovazioni in materia: l'impegno delle parti a rispettare gli international core labour standards, il riconoscimento del diritto di sciopero, la possibilità di sanzionare direttamente le imprese responsabili delle violazioni dei diritti del lavoro, una procedura veloce di risoluzione delle controversie. Nel complesso il Trattato rilancia la capacità della clausola sociale come principale fattore di tutela dei diritti del lavoro in un contesto di globalizzazione economica.
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Giubboni, Stefano. "I diritti sociali alla prova della crisi: l'Italia nel quadro europeo". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 142 (mayo de 2014): 269–77. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2014-142004.

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Ales, Edoardo. "Diritti sociali e discrezionalità del legislatore nell'ordinamento multilivello: una prospettazione giuslavoristica". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 147 (diciembre de 2015): 455–95. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2015-147005.

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Gambino, Silvio. ""Costituzione, reddito minimo garantito, pilastro europeo dei diritti sociali": osservazioni introduttive". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 1 (julio de 2019): 37–49. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2019-001002.

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Clemente, Carmine. "Nuovi valori e diritti sociali intorno alla vita e alla morte". SALUTE E SOCIETÀ, n.º 1 (abril de 2011): 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/ses2011-001004it.

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Giacomet Pezzi, Alexandra Cristina. "I diritti fondamentali sociali a prestazioni e ivincolidibilancio della Costituzione brasiliana". Revista da ESDM 1, n.º 1 (15 de enero de 2015): 29–64. http://dx.doi.org/10.29282/esdm.v1i1.11.

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Foi, por longo tempo, questionada a fundamentalidade dos direitos sociais. A discussão está superada, seja no Brasil, seja na Itália. No ordenamento jurídico brasileiro, são os direitos sociais formal e materialmente constitucionais; dotados de aplicabilidade imediata e, ainda - no caso da saúde e da educação -, protegidos por vínculos orçamentários. Portanto, aos direitos sociais não podem ser recusadas exigibilidade e justiciabilidade, muito embora se reconheça que a sua concretização é bem mais complexa que a das demais categorias.
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Forni, Elisabetta. "La reclusione dell'infanzia. Com'č difficile crescere in cittÀ". SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), n.º 40 (abril de 2011): 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-001004.

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Nel nostro mondo occidentale e urbanizzato i bambini subiscono forme di segregazione e controllo, al pari di altre categorie sociali altrettanto ‘scomode', perché ostacolano il cosiddetto ‘ordine morale del profitto e del consumo'. La casa, la scuola, i luoghi strutturati e sorvegliati delle attivitÀ del tempo libero, vengono presentati come il rifugio contro i pericoli della strada che č perciň interdetta ai bambini con ogni mezzo, compreso il coprifuoco. Ma la libera fruizione di uno spazio pubblico fatto di strade, piazze, slarghi, aree vuote e marginali, č invece fondamentale per lo sviluppo delle capacitÀ sociali dei bambini. Uno dei tre principi della Carta ONU dei Diritti dell'infanzia, quello alla partecipazione e all'autonomia, č violato.
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Nozifora, Enzo. "Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale". Revista Latina de Sociología 1, n.º 1 (26 de diciembre de 2011): 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Tarantino, Antonio. "Eutanasia e diritto alla vita: problemi etico-sociali". Medicina e Morale 41, n.º 2 (30 de abril de 1992): 199–217. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1105.

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Il problema dell'eutanasia nella società odierna non si caratterizza più per la sua natura eugenetica, ma trova il suo fondamento nell'ambito di un movimento ideologico, nella secolarizzazione, dove si afferma il diritto del malato ad essere protetto dalla sua malattia, dove ciò che si privilegia non è il diritto alla vita ma il diritto alla qualità della vita. L'autore, dopo aver affermato che il diritto del malato a essere protetto dalla sua malattia non può portare all'assurda conclusione del rifiuto della vita per evitare la sofferenza, in quanto la sofferenza e il dolore sono aspetti costitutivi dell'esistenza umana, conclude che soltanto nel rifiuto dell'eutanasia si attua il pieno rispetto dei diritti essenziali di ogni persona umana.
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Colombo, Maddalena. "I giovani migranti nelle scuole italiane: percorsi formativi, disuguaglianze, risorse". REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, n.º 42 (junio de 2014): 159–70. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852014000100010.

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Nel 2013 la presenza di minori stranieri in Italia ha raggiunto quote numeriche importanti, soprattutto per la presenza di seconde generazioni (44%). Famiglie e giovani stranieri puntano sull'istruzione anche a compensazione di diritti sociali che sentono negati (ius sanguinis); i livelli formativi degli immigrati stanno aumentando gradatamente, ma si segnalano alcune criticità: a) la persistenza di un gap negativo tra i risultati scolastici degli alunni di nazionalità italiana e straniera; b) in certi istituti la maggiore visibilità delle diverse provenienze etniche in alcune aree sembra provocare disagi nelle interazioni tra autoctoni e immigrati; c) in alcune sezioni scolastiche ad elevata incidenza di stranieri, la concentrazione di problematiche sociali mette in allarme la concezione anti-discriminatoria e liberale della scuola. Tuttavia anche in tali sezioni ci sono risorse educative che non vanno sottovalutate.
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Pallante, Francesco. "Il Consiglio di Stato: dall'inderogabilità dei diritti (sociali) all'inderogabilità dell'equilibrio di bilancio?" DEMOCRAZIA E DIRITTO, n.º 1 (agosto de 2014): 175–89. http://dx.doi.org/10.3280/ded2014-001017.

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Corsi, Cecilia. "Diritti sociali e immigrazione nel contraddittorio tra Stato, Regioni e Corte costituzionale". DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, n.º 2 (septiembre de 2012): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/diri2012-002004.

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Ancione, Giuseppe. "Fiscal compact ed attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali in Italia". E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 4, n.º 1 (2019): 102–17. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2019.i01.07.

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Illari, Silvia y Ilaria De Cesare. "Ordini e collegi professionali tra dimensione collettiva e diritti individuali". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 81–103. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002005.

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Resumen
Gli ordini e i collegi professionali sono tradizionalmente annoverati tra le formazioni sociali che operano nell'ordinamento giuridico, trovando anche esplicito riconoscimento normativo, sebbene non a livello costituzionale. Il presente lavoro ha lo scopo di indagare gli aspetti peculiari degli ordini, a cominciare dalla loro natura giuridica, che si pone in equilibrio tra autonomia e regolazione. Nell'esaminare le modalità di esercizio delle funzioni loro riconosciute, le autrici evidenzieranno di volta in volta i punti di contatto tra la dimensione collettiva, di cui gli ordini sono espressione e custodi, e quella individuale, che attiene ai singoli professionisti. Emergerà come, in ragione anche di previsioni normative generiche, non sempre vi sia compiuta corrispondenza col principio solidarista che dovrebbe regolare tali interazioni
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