Literatura académica sobre el tema "Diritti sociali in agricoltura"

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Artículos de revistas sobre el tema "Diritti sociali in agricoltura"

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Cuffaro, Nadia y David Hallam. ""Land grabbing" nei Paesi in via di sviluppo: investitori esteri, regolamentazione e codici di condotta". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n.º 2 (junio de 2011): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002006.

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Resumen
L'articolo tratta gli sviluppi recenti degli investimenti esteri diretti in agricoltura nei paesi in via di sviluppo (Pvs). Tre sono agli argomenti analizzati. Il primo č l'evidenza empirica sulla recente crescita delle acquisizioni di terra per usi agricoli nei paesi in via di sviluppo da parte d'investitori esteri (land grabbing) e la questione collegata del ruolo del controllo sulla terra nel processo d'internazionalizzazione dell'agricoltura dei Pvs. Il secondo sono i possibili rischi di tali progetti, derivanti essenzialmente dal fatto che l'attuale ondata di investimenti riguarda contesti in cui molti soggetti dipendono da diritti di proprietŕ sulla terra poco certi e sono perciň esposti al rischio di gravi perdite. Infine, si discute il possibile ruolo della responsabilitŕ sociale delle imprese e di un codice di condotta promosso su base internazionale nel mitigare tali rischi.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de diciembre de 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Resumen
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Michieli, Andrea. "Il "dialogo sociale" nella costruzione asimmetrica dell'Unione Europea, tra battute d'arresto e rilanci". ECONOMIA PUBBLICA, n.º 2 (agosto de 2020): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-002004.

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Resumen
Nel processo di integrazione europea l'avanzamento del "dialogo sociale" e la tutela dei diritti sociali sono sempre andati di pari passo. L'armonizzazione "nel progresso" sostenuta dalle parti sociali europee si è però arrestata con la gestione della crisi del 2008 e con le scelte comunitarie di governance economica. Il con-tributo, dopo aver ripercorso la genesi della concertazione sociale europea e il suo attuale stato di paralisi, mette in rilevo la necessità di un nuovo corso del "dialo-go sociale" che, con l'approvazione de Pilastro europeo dei diritti sociali, possa ridefinire l'equilibrio tra libertà e diritti nel mercato unico europeo
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Pallante, Francesco. "Il problema costituzionale dell’attuazione dei diritti sociali". DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 1, n.º 1 (13 de diciembre de 2018): 70–82. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v1n1.2018.p70-82.

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Resumen
L’articolo si interroga sul problema dell’attuazione dei diritti costituzionali, e in particolare dei diritti sociali, nel quadro di una costituzione pluralista. Considerando i diritti costituzionali vincoli all’esercizio dei pubblici poteri – in quanto contenuto del patto costituente, prima ancora che per via della loro collocazione gerarchica –, si argomenta che, pur nell’ambito della loro discrezionalità politica, i pubblici poteri stessi hanno il dovere di realizzare interventi volti all’attuazione dei diritti (e di astenersi dal compiere interventi ostativi alla loro attuazione). Ciò vale anche per la decisione di bilancio, che deve rispettare le priorità costituzionali, privilegiando le «spese costituzionalmente vincolate» rispetto alle «spese costituzionalmente facoltative» (ed evitare le «spese costituzionalmente vietate»). In vista del raggiungimento di questo obiettivo, si suggerisce la configurazione di vincoli, costituzionalmente giustiziabili, non di ma al bilancio, vale a dire in favore della destinazione di risorse certe agli interventi pubblici volti a dare concretezza al contenuto minimo dei diritti costituzionali.
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Adornato, Francesco. "Agricoltura plurale paradigma dell’Europa". Przegląd Prawa Rolnego, n.º 1(30) (8 de junio de 2022): 13–24. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.2.

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Resumen
L’articolo si propone di affrontare il tema dell’agricoltura plurale paradigma dell’Europa. Il ruolo assegnato alla funzione agricola è stato soggetto a cambiamenti i cui confini sono stati notevolmente ampliati al di là della produzione alimentare. In tal contesto sono emerse problematiche paesaggistiche e ambientali legate ad aspetti sociali e culturali combinati con il rapporto urbano-rurale. A livello dell’UE appaiono nuovi percorsi di sviluppo dell’agricoltura in correlazione con il cibo, l’ambiente, il benessere degli animali (welfare).
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Pazé, Valentina. "Democrazia, costituzione e mutamento sociale". DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, n.º 1 (4 de octubre de 2019): 234–44. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n1.2019.p234-244.

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Savoia, Salvatore. "La de-costituzionalizzazione dei diritti sociali". DEMOCRAZIA E DIRITTO, n.º 3 (febrero de 2016): 136–45. http://dx.doi.org/10.3280/ded2015-003008.

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Gambino, Silvio. "I diritti sociali e l’Unione Europea". Revista do Direito, n.º 43 (19 de mayo de 2014): 120–200. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i43.5757.

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Resumen
Se può ancora affermarsi che il deficit democratico e le stesse derive tecnocratiche rendono il sistema costituzionale europeo ancora poco idoneo ad ampliare gli orizzonti della democrazia (almeno di quella costituzionale, individuata nella bisecolare evoluzione successiva alla Déclaration des droits de l’homme et du citoyen), appare ancora più evidente che il suo costituzionalismo, con la relativa frammentarietà, non induce a prefigurare un processo lineare di inequivocabile e progressiva riproduzione dei canoni costituzionalistici del XX secolo, appena trascorso.
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De Marco, Giulia. "Minori "incoscienti" dei propri diritti sociali". MINORIGIUSTIZIA, n.º 2 (julio de 2009): 128–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2009-002013.

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Camerlengo, Quirino. "Editoriale. Persona e formazioni sociali, tra diritti individuali e diritti collettivi". DIRITTO COSTITUZIONALE, n.º 2 (junio de 2021): 5–11. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002001.

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Tesis sobre el tema "Diritti sociali in agricoltura"

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Fischetti, Federica <1979&gt. "La protezione dei diritti sociali nell'ordinamento dell'Unione Europea". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/758/1/Tesi_Fischetti_Federica.pdf.

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Resumen
This study deals with the protection of social rights in Europe and aims to outline the position currently held by these rights in the EU law. The first two chapters provide an overview of the regulatory framework in which the social rights lie, through the reorganisation of international sources. In particular the international instruments of protection of social rights are taken into account, both at the universal level, due to the activity of the United Nations Organisation and of its specialized agency, the International Labour Organization, and at a regional level, related to the activity of the Council of Europe. Finally an analysis of sources concludes with the reconstruction of the stages of the recognition of social rights in the EU. The second chapter describes the path followed by social rights in the EU: it examines the founding Treaties and subsequent amendments, the Charter of Fundamental Social Rights of Workers of 1989 and, in particularly, the Charter of Fundamental Rights of the European Union, the legal status of which was recently treated as the primary law by the Treaty of Lisbon signed in December 2007. The third chapter is, then, focused on the analysis of the substantive aspects of the recognition of the rights made by the EU: it provides a framework of the content and scope of the rights accepted in the Community law by the Charter of Fundamental Rights, which is an important contribution to the location of the social rights among the fundamental and indivisible rights of the person. In the last section of the work, attention is focused on the two profiles of effectiveness and justiciability of social rights, in order to understand the practical implications of the gradual creation of a system of protection of these rights at Community level. Under the first profile, the discussion is focused on the effectiveness in the general context of the mechanisms of implementation of the “second generation” rights, with particular attention to the new instruments and actors of social Europe and the effect of the procedures of soft law. Second part of chapter four, finally, deals with the judicial protection of rights in question. The limits of the jurisprudence of the European Union Court of Justice are more obvious exactly in the field of social rights, due to the gap between social rights and other fundamental rights. While, in fact, the Community Court ensures the maximum level of protection to human rights and fundamental freedoms, social rights are often degraded into mere aspirations of EU institutions and its Member States. That is, the sources in the social field (European Social Charter and Community Charter) represent only the base for interpretation and application of social provisions of secondary legislation, unlike the ECHR, which is considered by the Court part of Community law. Moreover, the Court of Justice is in the middle of the difficult comparison between social values and market rules, of which it considers the need to make a balance: despite hesitancy to recognise the juridical character of social rights, the need of protection of social interests has justified, indeed, certain restrictions to the free movement of goods, freedom to provide services or to Community competition law. The road towards the recognition and the full protection of social rights in the European Union law appears, however, still long and hard, as shown by the recent judgments Laval and Viking, in which the Community court, while enhancing the Nice Charter, has not given priority to fundamental social rights, giving them the role of limits (proportionate and justified) of economic freedoms.
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Fischetti, Federica <1979&gt. "La protezione dei diritti sociali nell'ordinamento dell'Unione Europea". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/758/.

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Resumen
This study deals with the protection of social rights in Europe and aims to outline the position currently held by these rights in the EU law. The first two chapters provide an overview of the regulatory framework in which the social rights lie, through the reorganisation of international sources. In particular the international instruments of protection of social rights are taken into account, both at the universal level, due to the activity of the United Nations Organisation and of its specialized agency, the International Labour Organization, and at a regional level, related to the activity of the Council of Europe. Finally an analysis of sources concludes with the reconstruction of the stages of the recognition of social rights in the EU. The second chapter describes the path followed by social rights in the EU: it examines the founding Treaties and subsequent amendments, the Charter of Fundamental Social Rights of Workers of 1989 and, in particularly, the Charter of Fundamental Rights of the European Union, the legal status of which was recently treated as the primary law by the Treaty of Lisbon signed in December 2007. The third chapter is, then, focused on the analysis of the substantive aspects of the recognition of the rights made by the EU: it provides a framework of the content and scope of the rights accepted in the Community law by the Charter of Fundamental Rights, which is an important contribution to the location of the social rights among the fundamental and indivisible rights of the person. In the last section of the work, attention is focused on the two profiles of effectiveness and justiciability of social rights, in order to understand the practical implications of the gradual creation of a system of protection of these rights at Community level. Under the first profile, the discussion is focused on the effectiveness in the general context of the mechanisms of implementation of the “second generation” rights, with particular attention to the new instruments and actors of social Europe and the effect of the procedures of soft law. Second part of chapter four, finally, deals with the judicial protection of rights in question. The limits of the jurisprudence of the European Union Court of Justice are more obvious exactly in the field of social rights, due to the gap between social rights and other fundamental rights. While, in fact, the Community Court ensures the maximum level of protection to human rights and fundamental freedoms, social rights are often degraded into mere aspirations of EU institutions and its Member States. That is, the sources in the social field (European Social Charter and Community Charter) represent only the base for interpretation and application of social provisions of secondary legislation, unlike the ECHR, which is considered by the Court part of Community law. Moreover, the Court of Justice is in the middle of the difficult comparison between social values and market rules, of which it considers the need to make a balance: despite hesitancy to recognise the juridical character of social rights, the need of protection of social interests has justified, indeed, certain restrictions to the free movement of goods, freedom to provide services or to Community competition law. The road towards the recognition and the full protection of social rights in the European Union law appears, however, still long and hard, as shown by the recent judgments Laval and Viking, in which the Community court, while enhancing the Nice Charter, has not given priority to fundamental social rights, giving them the role of limits (proportionate and justified) of economic freedoms.
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Coppola, Serena <1983&gt. "La giustiziabilità dei diritti sociali nell'ordinamento dell'Unione europea". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4615/1/Coppola_Serena_Tesi.pdf.

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Resumen
L’oggetto del lavoro si sostanzia nella verifica del grado di giustiziabilità che i diritti sociali ricevono nell’ordinamento dell’Unione europea. L’indagine si articola in tre capitoli. Il primo è dedicato ad una sintetica ricostruzione dei modelli di welfare state riconosciuti dagli ordinamenti dei diversi paesi membri dell’Unione attraverso cui, la candidata enuclea un insieme di diritti sociali che ricevono tutela in tutti gli ordinamenti nazionali. L’esposizione prosegue, con la ricostruzione dell’evoluzione dei Trattati istitutivi dell’Unione e l’inclusione della sfera sociale tra gli obiettivi di questa. In particolare, il secondo capitolo esamina la giurisprudenza della Corte di Giustizia in relazione alle materie sociali, nonché l’inclusione dei diritti sociali nel testo della Carta dei diritti fondamentali. L’analisi si sofferma sulle tecniche normative adottate nell’area della politica sociale, evidenziando la tendenza ad un approccio di tipo “soft” piuttosto che attraverso il classico metodo comunitario. Esaurita questa analisi il terzo capitolo analizza i rapporti tra il diritto dell’Ue e quello della CEDU in materia di diritti sociali, evidenziano il diverso approccio utilizzato dalle due istanze sovranazionali nella tutela di questi diritti. Sulla base del lavoro svolto si conclude per una sostanziale mancanza di giustiziabilità dei diritti sociali in ambito dell’Unione. In particolare i punti deboli dell’Europa sociale vengono individuati in: un approccio regolativo alla dimensione sociale di tipo sempre più soft; la permanenza di alcuni deficit di competenze; la mancata indicazione di criteri di bilanciamento tra diritti sociali e libertà economiche e dalla compresenza delle due nozioni di economia sociale e di economia di mercato. Le conclusioni mostrano come l’assenza di competenze esclusive dell’Unione in materia di politica sociale non consenta una uniformazione/armonizzazione delle politiche sociali interne, che si riflette nell’incapacità dei modelli sociali nazionali di assorbire i grandi mutamenti macro economici che si sono avuti negli ultimi vent’anni, sia a livello sovranazionale che internazionale.
The object of this thesis consists in the analysis of the level of justiciability of social rights in the EU context, especially after the entering into force of the Lisbon Treaty. The research first presents a brief overview of different welfare states within EU national systems. The investigation focuses on national constitutional provisions enshrining social rights. From the results obtained, it is possible to determine which social rights are considered as being part of a common European tradition, and which, on the contrary, are differently recognized and protected from different Member States. The individuation of a nucleus of social rights, justiciable under the Member States legal orders, offers a good key for reading the evolution of European social policy during the last sixty years. Indeed, the second chapter focuses on the jurisprudence of the ECJ, in particular the one applying the principle of solidarity and non-discrimination within the field of social rights ´protection. Further, still within the field of social protection, this chapter also analyses the Union´s politics, with a special attention to the cross-border access to economic social services of the different member States. From this analysis, it is possible to determine the impact of the Charter of Fundamental rights on the protection of social rights in terms of their justiciability in the acquis communautaire. The third chapter deals with the problems connected with the future accession of the EU in the ECHR, in particular it shows the different approaches of the two Courts in the determination of the level of protection of social rights under the two judicial orders. The thesis concludes with a reflection, on one hand, on the present economic situation in Europe and its impact on the effectiveness and justiciability of social rights, and on the other, on the welfare states of member States.
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Coppola, Serena <1983&gt. "La giustiziabilità dei diritti sociali nell'ordinamento dell'Unione europea". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4615/.

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L’oggetto del lavoro si sostanzia nella verifica del grado di giustiziabilità che i diritti sociali ricevono nell’ordinamento dell’Unione europea. L’indagine si articola in tre capitoli. Il primo è dedicato ad una sintetica ricostruzione dei modelli di welfare state riconosciuti dagli ordinamenti dei diversi paesi membri dell’Unione attraverso cui, la candidata enuclea un insieme di diritti sociali che ricevono tutela in tutti gli ordinamenti nazionali. L’esposizione prosegue, con la ricostruzione dell’evoluzione dei Trattati istitutivi dell’Unione e l’inclusione della sfera sociale tra gli obiettivi di questa. In particolare, il secondo capitolo esamina la giurisprudenza della Corte di Giustizia in relazione alle materie sociali, nonché l’inclusione dei diritti sociali nel testo della Carta dei diritti fondamentali. L’analisi si sofferma sulle tecniche normative adottate nell’area della politica sociale, evidenziando la tendenza ad un approccio di tipo “soft” piuttosto che attraverso il classico metodo comunitario. Esaurita questa analisi il terzo capitolo analizza i rapporti tra il diritto dell’Ue e quello della CEDU in materia di diritti sociali, evidenziano il diverso approccio utilizzato dalle due istanze sovranazionali nella tutela di questi diritti. Sulla base del lavoro svolto si conclude per una sostanziale mancanza di giustiziabilità dei diritti sociali in ambito dell’Unione. In particolare i punti deboli dell’Europa sociale vengono individuati in: un approccio regolativo alla dimensione sociale di tipo sempre più soft; la permanenza di alcuni deficit di competenze; la mancata indicazione di criteri di bilanciamento tra diritti sociali e libertà economiche e dalla compresenza delle due nozioni di economia sociale e di economia di mercato. Le conclusioni mostrano come l’assenza di competenze esclusive dell’Unione in materia di politica sociale non consenta una uniformazione/armonizzazione delle politiche sociali interne, che si riflette nell’incapacità dei modelli sociali nazionali di assorbire i grandi mutamenti macro economici che si sono avuti negli ultimi vent’anni, sia a livello sovranazionale che internazionale.
The object of this thesis consists in the analysis of the level of justiciability of social rights in the EU context, especially after the entering into force of the Lisbon Treaty. The research first presents a brief overview of different welfare states within EU national systems. The investigation focuses on national constitutional provisions enshrining social rights. From the results obtained, it is possible to determine which social rights are considered as being part of a common European tradition, and which, on the contrary, are differently recognized and protected from different Member States. The individuation of a nucleus of social rights, justiciable under the Member States legal orders, offers a good key for reading the evolution of European social policy during the last sixty years. Indeed, the second chapter focuses on the jurisprudence of the ECJ, in particular the one applying the principle of solidarity and non-discrimination within the field of social rights ´protection. Further, still within the field of social protection, this chapter also analyses the Union´s politics, with a special attention to the cross-border access to economic social services of the different member States. From this analysis, it is possible to determine the impact of the Charter of Fundamental rights on the protection of social rights in terms of their justiciability in the acquis communautaire. The third chapter deals with the problems connected with the future accession of the EU in the ECHR, in particular it shows the different approaches of the two Courts in the determination of the level of protection of social rights under the two judicial orders. The thesis concludes with a reflection, on one hand, on the present economic situation in Europe and its impact on the effectiveness and justiciability of social rights, and on the other, on the welfare states of member States.
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Benvenuti, Marco. "Cittadinanza e diritti sociali : un'analisi comparativa tra Italia e Francia". Montpellier 1, 2007. http://www.theses.fr/2007MON10063.

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BIONDI, Francesca. "I diritti sociali dello straniero tra frammentazione e non discriminazione". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389358.

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Resumen
This study report has as its subject matter the social rights of immigrants and it is aimed, in particular, at investigating the extent to which the legislator is allowed to govern in a different manner the status of foreign national and the status of citizen, in view of the limited financial resources available. Whilst, in fact, the recognition of rights of first generation is required under several international treaties, pursuant to which the juridical status of third-country national has to be governed in accordance with Article. 10, paragraph 2, of the Italian Constitution, the national legislator seems to have a wider discretion with respect to the social rights, provided however that the relevant decisions comply with the principles of reasonability and protection of the human dignity, as it has been stated also by the European Courts (European Court of Human Rights and Court of Justice of the European Union) and the Italian Constitutional Court (“Corte Costituzionale Italiana”), in light of the discrimination prohibition. Moreover, the analysis of the conditions subject to which third-country nationals are entitled to have access to the national welfare system symbolically highlights the fragmented nature of its legal status in relation to the residence title held as well as the place of residence. Therefore, this study report aims at pointing out those social rights which must be recognized in favor of foreign nationals regardless of their nationality and the same status as foreign citizens legally resident, those social rights which must be recognized both in favor of national citizens and foreigners lawfully residing based on an equality principle, and finally those social rights which allow to be recognized with a differentiation between nationals and thirdcountry citizens, all the foregoing taking into due account that there are social rights which are connected with specific conditions (such as, holder of a permit for EC long-term residents, workers, minors, refugees, nationals of countries with which the European Union has executed co-operation agreements) and social rights depending on the place of residence.
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Cocchi, Federico Michelangelo <1988&gt. "AGRICOLTURA SOCIALE: ANALISI DEL FENOMENO E DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DELLE AZIENDE SOCIALI IN VENETO". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3879.

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Resumen
L’Agricoltura sociale si pone come un modello innovativo di welfare sociale, che svolge un’azione di ponte tra politiche agricole e politiche sociali, del lavoro, formative, sanitarie e della giustizia. Questo fenomeno, da sempre caratterizzante l’agricoltura ma di recente sviluppo e diffusione, permette di coniugare gli elementi basilari del modo agricolo con le esigenze e i bisogni del mondo sociale, creando percorsi di inclusione sociale/cura per persone in situazione di disagio e di valorizzare l’agricoltura multifunzionale nel campo dei servizi alla persona, nella produzione agricola di qualità, nella sperimentazione e innovazione delle pratiche agricole nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Al contempo, le pratiche di agricoltura sociale offrono un rilevante contributo allo sviluppo del territorio e delle comunità rurali, in quanto creano nuove opportunità di reddito e di occupazione, offrono concrete prospettive di inclusione sociale per soggetti vulnerabili, generano servizi per il benessere delle persone e delle comunità, migliorano la qualità della vita nelle aree rurali e periurbane. La tesi analizza l’agricoltura sociale presentandone i suoi caratteri di sintesi e le sue finalità, il quadro normativo di riferimento e la diffusione in Europa ed in Italia di queste pratiche. Vengono in seguito presi in considerazione le varie tipologie di soggetti coinvolti, dagli utenti alle società agricole o cooperative fino a tutti quegli enti pubblici interessati al mondo agricolo-sociale; dopo aver definito quali siano le politiche comunitarie di incentivazione collegate all’agricoltura sociale, le relative misure e i finanziamenti ad esse collegati, l’elaborato espone i principali strumenti utilizzati per effettuare un’analisi di efficienza delle aziende operanti in questo settore. Infine la tesi propone di tracciare una panoramica sulla situazione delle aziende agricole sociali in Veneto e presentando inoltre un caso aziendale
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Cecchetti, Lorenzo <1991&gt. "Il valore precettivo dei diritti sociali fondamentali previsti dal titolo IV della Carta". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9881/1/Cecchetti_Lorenzo_Tesi.pdf.

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Resumen
Il dibattito giuridico, politico ed economico in tema di protezione dei diritti sociali nel contesto del processo di integrazione europea risale alle origini stesse di tale processo. A circa dieci anni dall’attribuzione alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE dello stesso valore giuridico dei Trattati, sembra possibile tracciare un primo bilancio in termini di aspettative inverate ed aspettative non soddisfatte quanto alla giustiziabilità dei diritti sociali fondamentali contenuti nel Titolo IV direttamente o indirettamente al rapporto di impiego (articoli da 27 a 34). A questo fine, la tesi ha adottato una struttura tripartita capace di coniugare una metodologia di analisi pratica, in relazione alla giurisprudenza della Corte di giustizia UE post Lisbona (Capitolo III), con un’analisi dal carattere maggiormente teorico-ricostruttivo (Capitoli I e II). La ricerca cerca di dimostrare come tanto i più interessanti sviluppi quanto i limiti registratisi nella giurisprudenza della CGUE (rispettivamente, l’efficacia diretta, anche orizzontale, di alcuni di essi negli ordinamenti nazionali, e la determinazione del loro ambito di applicazione e delle modalità di interazione con il diritto secondario e primario) possano essere meglio compresi tenendo in debito conto il percorso ed il significato di ciascuno di tali diritti nel contesto del processo di integrazione europea. In breve, si sostiene che la “costituzionalizzazione” dei diritti sociali in esame abbia certamente un “valore aggiunto” che, tuttavia, riflette la natura sui generis e le finalità dell’Unione, il sistema di riparto di competenze tra Stati membri e Unione, ed il significato ultimo del sistema UE di tutela dei diritti fondamentali. Ciò non toglie che questi caratteri, con il tempo, possano infine mutare.
The legal, political, and economic debate on the protection of social rights in the context of the European integration process dates back to the very origins of this process. The Charter of Fundamental Rights of the EU acquired binding character in December 2009, and most notably it acquired the same legal value as the Treaties. Roughly ten years later, it seems possible to carry out a first assessment draw of the promises kept and the promises broken as for the justiciability of the fundamental social rights enshrined in Title IV which directly or indirectly relating to the employment relationship (Articles 27-34). To this end, the thesis is comprised of three parts. This tripartite structure allows combining two research methods, namely a case law analysis, in relation to the post-Lisbon case law of the Court of Justice of the EU (Chapter III), and a historical and theoretical analysis (Chapters I and II). The major goal of the research is to demonstrate that both the most interesting developments in the CJEU’s case law as well as the most significant open issues can be better understood by taking due account the trajectory and the role of each of these rights within the European integration process. In short, it is argued that the ‘constitutionalisation’ of social rights analysed in this thesis undoubtedly has an ‘added value’. The latter, however, reflects the sui generis nature and goals of the Union, its system of competences, and the ultimate function of the EU system of fundamental rights protection. Despite the fact that these characteristics may eventually change over time.
Le débat juridique, politique et économique sur la protection des droits sociaux dans le contexte du processus d’intégration européenne remonte aux origines mêmes de ce processus. Une dizaine d’années après l’attribution à la Charte des droits fondamentaux de l’UE de la même valeur juridique que les traités, il semble possible de dresser un premier bilan en termes d’attentes avérées et d’attentes non satisfaites en ce qui concerne la justiciabilité des droits sociaux fondamentaux contenus dans son Titre IV et directement ou indirectement liés à la relation de travail (articles 27 à 34). À cette fin, la thèse a adopté une structure tripartite capable de combiner une méthodologie d’analyse pratique, en rapport avec la jurisprudence de la Cour de justice de l’UE post-Lisbonne (Chapitre III), avec une analyse ayant un caractère plus théorique-reconstructif (Chapitres I et II). La recherche vise à montrer comment autant les développements les plus intéressants que les limites relevées dans la jurisprudence de la CJUE peuvent être mieux compris en prenant dûment compte du parcours et de l’importance de chacun de ces droits dans le contexte du processus d’intégration européenne. En somme, il est soutenu que la “constitutionnalisation” des droits sociaux analysés présente certainement une «valeur ajoutée» qui, toutefois, reflète la nature sui generis et les objectifs de l’Union, son système des compétences, et la fonction du système de protection des droits fondamentaux de l’UE. Ce qui précède n’implique pas que ces caractéristiques ne puissent pas éventuellement changer à l’avenir.
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MORONI, LORENZO. "Nuovi equilibri tra la tutela della concorrenza e la tutela dei diritti sociali". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/346895.

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Resumen
By investigating the relationship between the protection of trade competition and the protection of social rights in the Italian, European and international legal systems, the research aims to identify the points of contact and the differences between the approaches adopted at different levels of government. In particular, while in Italy and the European Union the instrumental role of competition, on a par with state intervention in the market, in the pursuit of social interests is gradually asserting itself, this is not found at the international level. In fact, regulation on the exchange of goods and services in the World Trade Organization is still profoundly unbalanced in favor of the protection of free trade competition over the protection of social rights. ​
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Bergo, Monica. "Il principio di sussidiarietà come paradigma costituzionale di elaborazione di nuovi diritti sociali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427444.

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Resumen
This thesis investigates the main literature on the causes of welfare state crisis, and on its effects for the protection of social rights. Out of this debate has emerged at least one possible pathway into the future of public problem-solving, that involves a new role for citizens, that are no more conceived as consumers but as active protagonists in the common good production and achievement. The principle of subsidiarity represents a key to discover how to best shape the relationships between the government and civil society. Part I of this dissertation explores the origins and extension of the interaction between democracy and subsidiarity. Chapter one observes the social rights development, from their rise during the Post World War II, until the crisis that has begun to start in the ‘80s. Chapter two explores the philosophical and historical origins of the principle of subsidiarity. Specifically, are highlighted the most significant similarities between the catholic and secular conceptions of the principle, as well as the more recent meanings it has achieved. Chapter three zeros in new welfare polices that are being enacted in some European states, with specific regard to tax-related tools. Part II of this dissertation explores welfare reforms enacted by post-modern states, by considering four case-studies among Italy, France, Great Britain and United States. Chapter one describes new policies and tools adopted in Italy for the protection of social rights under the new division of powers between State and Regions drawn from the Reform of Title V of the Constitution. The exposition focuses in particular on regional school vouchers; accreditation and certification for private facilities in the health system and the recent labor voucher. Chapter two outlines the recent reforms in France for the protection and development of services for people. In particular, it examines the implications of the introduction of labor voucher “CESU”. Chapter three deals with the evolution of the British welfare system, from the formulation of the theory of Third Way, to the idea of Big Society recently launched by Prime Minister Cameron, through the analysis of innovative models of governance, such as quasi-markets, which have found a significant spread in the fields of education and healthcare. Chapter four examines the issue of Intergovernmental Relations in the federal system the United States of America. The analysis of the tools of government developed by the American literature to explain the complexity of the U.S. welfare system, brings out the theory of New Governance, which introduces a new perspective in the relationship between centers of government and other stakeholders. The inquiry pointed out that the models examined, despite the differences in shapes and definition, share a common foundation, precisely in the specific idea of the man and as the value of its initiative. This foundation seems the same idea that inspires the principle of subsidiarity: no more the individual but the person listed and designed within the social bodies to which it belongs.
Questo elaborato prende in esame la maggiore dottrina nazionale e internazionale sulle cause della crisi del Welfare State e sui suoi effetti in termini di difficoltà di garantire la tutela dei diritti sociali in modo universalistico. La strada che si delinea per il futuro del problema pubblico in materia di diritti sociali richiede quanto meno un ripensamento del ruolo dello Stato e dei cittadini all’interno della società, intesi non solo come destinatari di servizi, ma anche come protagonisti nel processo di produzione e godimento del bene comune. In questo senso il principio di sussidiarietà può rappresentare la chiave di volta per una ridefinizione dei rapporti sociali, civili e politici. Nella prima parte, il primo capitolo ripercorre l’evoluzione dei diritti sociali, così come elaborati dalla teoria giuridica e dalla prassi politica, secondo lo sviluppo dei sistemi di Welfare State dal secondo dopoguerra fino alla loro crisi. Il capitolo II approfondisce le origini della sussidiarietà attraverso l’individuazione di importanti affinità fra il pensiero cattolico e quello laico, con particolare attenzione alle più recenti interpretazioni del principio. Il capitolo III prende in esame le nuove politiche di welfare adottate in Italia e in Europa, in particolare quelle di natura fiscale. Nella seconda parte di questo elaborato si documentano le riforme del welfare in corso in Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti nei settori della sanità, dell’istruzione e dei servizi sociali. Il capitolo I si sofferma su alcune importanti misure sociali adottate in Italia, nell’ambito della nuova suddivisione delle competenze fra Stato e Regioni, disegnata dalla riforma del titolo V della Costituzione, a partire dai livelli essenziali delle prestazioni. Vengono esaminati i casi dei buoni scuola regionali, dell’accreditamento e della certificazione per le strutture private nel settore sanitario e del buono lavoro. Il capitolo II espone le recenti riforme adottate in Francia per la tutela e lo sviluppo dei servizi alla persona. In particolare, vengono esaminate le maggiori implicazioni derivanti dall’introduzione del buono lavoro CESU. Il capitolo III affronta l’evoluzione del sistema di welfare britannico, dalla formulazione della teoria della Terza via, fino alla recente idea di Big Society lanciata dal premier Cameron, passando attraverso l’analisi di modelli innovativi di governance, come quello dei quasi-mercati, che ha trovato una rilevante diffusione nei settori dell’educazione e della sanità. Il capitolo IV prende in esame il tema delle Intergovernmental relations nel sistema federale degli Stati Uniti d’America. L’analisi sugli strumenti di governance elaborati dalla dottrina americana per spiegare la complessità del sistema di welfare statunitense, porta alla luce la teoria della New Governance, che introduce una nuova prospettiva nel rapporto fra centri di governo e gli altri attori. A conclusione di questo elaborato si osserva come alla base dei modelli esaminati si ponga innanzitutto una precisa idea di uomo e del valore della sua iniziativa, la stessa idea che ispira il principio di sussidiarietà: non più l’individuo, ma la persona inserita e concepita all’interno dei gruppi sociali cui appartiene. La Big Society della Gran Bretagna richiama allora l’idea italiana di Welfare Society proposta dal recente Libro Bianco sul Welfare, mentre negli Stati Uniti prende le sembianze della New Governance, elaborata quasi trent’anni fa.
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Libros sobre el tema "Diritti sociali in agricoltura"

1

Pilia, Rita. I diritti sociali. Napoli: Jovene, 2005.

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2

Vincenzo, Siesto, ed. Agricoltura e strati sociali. Milano, Italy: F. Angeli, 1986.

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3

Pankiewicz, Adalberto Wojtek. Federalismo e diritti sociali. Bari: Cacucci, 2005.

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4

Caretti, Paolo. I diritti fondamentali: Libertà e diritti sociali. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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5

Pezzini, Barbara. La decisione sui diritti sociali: Indagine sulla struttura costituzionale dei diritti sociali. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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6

Vettor, Tiziana. I diritti sociali degli stranieri. Bologna: Il mulino, 2011.

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7

Sivini, Giordano. Rapporti sociali e agricoltura in Mali. Roma: Istituto Italo Africano, 1987.

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8

Luppi, Silvia A. Frego. Servizi sociali e diritti della persona. Milano: Giuffrè, 2004.

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9

Marra, Realino. Diritti degli anziani e politiche sociali. Torino: G. Giappichelli, 2005.

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10

Enzo, Balboni, ed. La tutela multilivello dei diritti sociali. Napoli: Jovene, 2008.

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Capítulos de libros sobre el tema "Diritti sociali in agricoltura"

1

Prosperetti, Giulio. "I diritti sociali e il ruolo della Corte costituzionale italiana". En Arbeits- und Sozialrecht für Europa, 651–60. Nomos Verlagsgesellschaft mbH & Co. KG, 2020. http://dx.doi.org/10.5771/9783748909231-651.

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2

D’Attoma, Sara. "2 • Divorzio e mediazione". En Sinica venetiana. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-602-2/002.

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La libertà di divorzio, più di ogni altro diritto nell’ambito della disciplina giuridica sulla famiglia, è l’espressione di una volontà individuale. Essa può essere interpretata come complementare alla libertà di matrimonio, con la differenza che quest’ultima è stata riconosciuta dallo Stato come elemento primario e fondante della famiglia in largo anticipo rispetto alla libertà di divorzio. Nella storia del diritto di famiglia il nucleo famigliare è sempre stato considerato quale bene giuridico primario, da tutelare anche a scapito dell’esercizio dei diritti dei suoi singoli componenti. Il divorzio è stato relegato per molto tempo fra i fattori sociali destabilizzanti, per la sua espressione spiccatamente individualistica, e perciò non ammesso.
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