Literatura académica sobre el tema "Diritti sociali fondamentali"

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Artículos de revistas sobre el tema "Diritti sociali fondamentali"

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Gambino, Silvio y Walter Nocito. "Governance europea dell'economia, crisi degli. Stati e diritti fondamentali: notazioni costituzionali". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (noviembre de 2012): 5–33. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002001.

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Resumen
La crisi economico-finanziaria ha importanti ricadute sul diritto interno e su quello europeo in termini di riforme accompagnate da previsioni di rango costituzionale sul vincolo del pareggio di bilancio, insieme con l'approvazione di nuovi trattati e la creazione di nuove strutture istituzionali in ambito europeo per assicurare il rispetto degli standard macroeconomici da parte degli stati membri dell'eurozona. Gli effetti di queste riforme si ripercuotono in particolare sulla tenuta del modello statale ed europeo di Welfare e sulla effettivitŕ dei diritti, con particolare riguardo a quelli sociali. Il saggio riflette su tali complesse tematiche evolutive (e di trasformazione) degli ordinamenti europei, interrogandosi problematicamente sulla stessa esigibilitŕ dei diritti sociali al livello di ordinamenti interni e di ordinamento dell'Unione, le cui costituzioni si ispirano al riconoscimento e alla garanzia di tali diritti.
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Repetto, Giorgio. "LA CIVILIZZAZIONE. L’ESPANSIONE DEI DIRITTI NEGLI ANNI ‘60 E ‘70". Il Politico 251, n.º 2 (3 de marzo de 2020): 52–76. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.236.

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Resumen
Sia nell'attività legislativa che nelle decisioni giudiziarie relative alla valorizzazione dei diritti fondamentali, gli anni 1960-1979 coincidono con una fase di grandi innovazioni. Nonostante le fragili maggioranze parlamentari, in quel periodo vengono emanate una lunga serie di disposizioni legislative di ampio respiro nel campo delle libertà civili e dei diritti sociali: lavoratori, donne, malati mentali e altre minoranze trascurate godono di diritti individuali e beneficiano dell'istituzione di un assetto istituzionale più coerente dei servizi pubblici in molti settori. Il saggio indaga queste evoluzioni muovendo dall'analisi di cinque diversi cluster di diritti (lavoratori, famiglia, procedura penale, diritto alla salute e riforme settoriali) e cerca di evidenziare sia le luci che le ombre di tale processo di riforma.
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Carriero, Veronica. "Privacy, riservatezza, reputazione e onore: valutazioni economiche e tecniche giuridiche di tutela". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 1 (octubre de 2011): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001002.

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Resumen
Privacy č, nel lessico giuridico, sintesi verbale riassuntiva di alcuni diritti fondamentali e inviolabili della persona come la riservatezza e l'identitŕ personale. Č correlata ad altri diritti della personalitŕ come l'onore e la reputazione. Diverse e, talora, opposte accezioni del diritto alla privacy sono state nel corso del tempo fornite dalla letteratura gius - economica. S. Warren e L.D. Brandeis per primi enfatizzano il rigth to let be alone quale paradigma protettivo dei valori di autonomia e dignitŕ dell'individuo. Per contro, R. Posner osserva che l'occultamento delle informazioni anche di carattere personale genera costi transattivi e costi sociali di rilievo, potendo condurre a risultati economicamente inefficienti. Il problema del bilanciamento degli interessi č oggi estensibile alla disciplina dell'impresa quando chiama in gioco la sua reputazione sul mercato, le sue crescenti responsabilitŕ anche sociali, il diritto alla privacy da parte dell'impresa e nei confronti dell'impresa.
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Pernazza, Federico. "L’INSEGNAMENTO DEL DIRITTO COMPARATO DELL’ECONOMIA: A PROBLEM-ORIENTED APPROACH". Revista Eletrônica do Curso de Direito da UFSM 12, n.º 1 (19 de abril de 2017): 255. http://dx.doi.org/10.5902/1981369426368.

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Resumen
Il Diritto Comparato ha un ruolo crescente nella formazione dei professionisti in Scienze Giuridiche, ma anche negli studi in Scienze Politiche ed in Economia. Il Diritto Comparato dell’Economia costituisce, in particolare, una integrazione necessaria degli studi di Law and Economics, specie se l’insegnamento è impostato secondo un problem oriented approach. Il problem solving approach appare il più efficace nella didattica, ma costituisce anche un prezioso metodo comparatistico che rivaluta il ruolo del giurista quale tutore di valori e diritti fondamentali nel contesto globale delle Scienze Sociali contemporanee, che appaiono dominate dall’efficientismo economico.
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Lima, Fernando Rister de Sousa y Matteo Finco. "DIRITTI FONDAMENTALI E DIRITTI UMANI: IL CONTRIBUTO DELLA TEORIA DEI SISTEMI SOCIALI. PROSPETTIVE DI INDAGINE". Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 17, n.º 26 (20 de agosto de 2019): 109. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v17i26.p109-137.2019.

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Resumen
Il presente articolo analizza la natura e la funzione dei diritti fondamentali e umani dalla prospettiva della teoria dei sistemi sociali, sviluppata dal sociologo Niklas Luhmann alla fi ne del XX secolo. A partire dal contributo dell’autore tedesco e di altri studiosi, verrà messo in evidenza il potenziale che la teoria detiene riguardo al tema in oggetto, avanzando proposte su prospettive di ricerca future. L’ipotesi è che una teoria secondo cui la società è fatta di comunicazione, e non di esseri umani, può aprire spazi di riflessione inediti e mettere il luce la funzione latente dei diritti fondamentali e umani: oltre che valori di ispirazione umanistica, essi rappresenterebbero lo strumento attraverso cui la società stessa costituisce gli esseri umani nella triplice veste di individui, soggetti, persone.
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Zampino, Ludovica. "Dall'autopoiesi all'autocostituzionalizzazione dei frammenti. la via teubneriana alla tutela dei diritti fondamentali "settoriali" al tempo della globalizzazione". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 2 (julio de 2012): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002005.

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Resumen
Gli ultimi sviluppi nella teoria dei sistemi secondo Gunther Teubner affrontano le contraddizioni aperte dal costituzionalismo contemporaneo, tematizzando le criticitŕ del tradizionale rapporto tra costituzione ed autonomie sociali. Il focus della riflessione teubneriana si incentra sul concetto di costituzione sociale, che fissa i principi basilari di diritto e, al contempo, organizza i modi della produzione giuridica in ogni settore funzionale (politica, economia, religione... ). Il diritto attuale, in mancanza di un'istanza terza, si presenta frammentato in una miriade di ordinamenti parziali che riflettono la differenziazione della societŕ. I processi di autocostituzionalizzazione che riguardano i diritti settoriali mirano a garantire la pluralitŕ e a tutelare l'autonomia giuridica, per scongiurare tentazioni riduzionistiche totalitarie.
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Giacomet Pezzi, Alexandra Cristina. "I diritti fondamentali sociali a prestazioni e ivincolidibilancio della Costituzione brasiliana". Revista da ESDM 1, n.º 1 (15 de enero de 2015): 29–64. http://dx.doi.org/10.29282/esdm.v1i1.11.

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Resumen
Foi, por longo tempo, questionada a fundamentalidade dos direitos sociais. A discussão está superada, seja no Brasil, seja na Itália. No ordenamento jurídico brasileiro, são os direitos sociais formal e materialmente constitucionais; dotados de aplicabilidade imediata e, ainda - no caso da saúde e da educação -, protegidos por vínculos orçamentários. Portanto, aos direitos sociais não podem ser recusadas exigibilidade e justiciabilidade, muito embora se reconheça que a sua concretização é bem mais complexa que a das demais categorias.
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Barbera, Marzia. "Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 126 (julio de 2010): 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Resumen
Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Foulquier, Norbert y Jean-Charles Rotoullié. "Numérique et tourisme: la réglementation française sur les locations meublées de tourisme". RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, n.º 22 (noviembre de 2018): 32–44. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022002.

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Resumen
Il recente intervento delle autorità pubbliche nella regolamentazione della locazione di appartamenti ammobiliati ad uso turistico in Francia ha portato, soprattutto nella città di Parigi, ad una significativa contrazione dell'offerta abitativa. L'articolo presenta un'analisi delle componenti giuridiche, economiche e sociali del fenomeno, a partire dalle due leggi fondamentali n. 2014-366 del 24 marzo 2014, denominata "loi ALUR", e n. 2016-1321 del 7 ottobre 2016, evidenziandone i possibili effetti sui diritti di proprietà e sulla libertà di commercio e industria, nonché sul mercato turistico
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Fattori, Gilberto. "La cessazione del rapporto di lavoro per ragioni di età nella recente giurisprudenza della Corte di Giustizia". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 2 (octubre de 2020): 94–104. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002007.

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Resumen
In materia di cessazione del rapporto di lavoro per ragioni di età la Corte di Giustizia dell'Unione Europea sta svolgendo un ruolo propulsivo nell'implementazione del diritto antidiscriminatorio. Tuttavia, come emerge dalle recenti sentenze su questo tema, le problematiche che emergono dal bilanciamento tra diritti sociali fondamentali dei lavoratori e scelte di politica economica ed occupazionale dei governi degli Stati membri dell'UE sono questioni che rimangono centrali nella giurisprudenza della Corte. In questa trattazione si analizzano due recenti sentenze particolarmente significative su questo tema: nella sentenza Rasmussen si mette in luce come la Corte riaffermi una volta di più la propria giurisprudenza sull'esistenza di un principio generale di non discriminazione per età nell'ordinamento europeo, sottolineando la forza delle conseguenze giuridiche che ciò comporta per gli ordinamenti degli Stati membri. Nell'analisi della causa Aber-crombie si mettono invece in luce aspetti problematici relativi al bilanciamento tra diritto alla non discriminazione per età e scelte di politica occupazionale dei gover-ni nazionali, e di come ciò abbia creato un notevole dibattito in dottrina.
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Tesis sobre el tema "Diritti sociali fondamentali"

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Cecchetti, Lorenzo <1991&gt. "Il valore precettivo dei diritti sociali fondamentali previsti dal titolo IV della Carta". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9881/1/Cecchetti_Lorenzo_Tesi.pdf.

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Resumen
Il dibattito giuridico, politico ed economico in tema di protezione dei diritti sociali nel contesto del processo di integrazione europea risale alle origini stesse di tale processo. A circa dieci anni dall’attribuzione alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE dello stesso valore giuridico dei Trattati, sembra possibile tracciare un primo bilancio in termini di aspettative inverate ed aspettative non soddisfatte quanto alla giustiziabilità dei diritti sociali fondamentali contenuti nel Titolo IV direttamente o indirettamente al rapporto di impiego (articoli da 27 a 34). A questo fine, la tesi ha adottato una struttura tripartita capace di coniugare una metodologia di analisi pratica, in relazione alla giurisprudenza della Corte di giustizia UE post Lisbona (Capitolo III), con un’analisi dal carattere maggiormente teorico-ricostruttivo (Capitoli I e II). La ricerca cerca di dimostrare come tanto i più interessanti sviluppi quanto i limiti registratisi nella giurisprudenza della CGUE (rispettivamente, l’efficacia diretta, anche orizzontale, di alcuni di essi negli ordinamenti nazionali, e la determinazione del loro ambito di applicazione e delle modalità di interazione con il diritto secondario e primario) possano essere meglio compresi tenendo in debito conto il percorso ed il significato di ciascuno di tali diritti nel contesto del processo di integrazione europea. In breve, si sostiene che la “costituzionalizzazione” dei diritti sociali in esame abbia certamente un “valore aggiunto” che, tuttavia, riflette la natura sui generis e le finalità dell’Unione, il sistema di riparto di competenze tra Stati membri e Unione, ed il significato ultimo del sistema UE di tutela dei diritti fondamentali. Ciò non toglie che questi caratteri, con il tempo, possano infine mutare.
The legal, political, and economic debate on the protection of social rights in the context of the European integration process dates back to the very origins of this process. The Charter of Fundamental Rights of the EU acquired binding character in December 2009, and most notably it acquired the same legal value as the Treaties. Roughly ten years later, it seems possible to carry out a first assessment draw of the promises kept and the promises broken as for the justiciability of the fundamental social rights enshrined in Title IV which directly or indirectly relating to the employment relationship (Articles 27-34). To this end, the thesis is comprised of three parts. This tripartite structure allows combining two research methods, namely a case law analysis, in relation to the post-Lisbon case law of the Court of Justice of the EU (Chapter III), and a historical and theoretical analysis (Chapters I and II). The major goal of the research is to demonstrate that both the most interesting developments in the CJEU’s case law as well as the most significant open issues can be better understood by taking due account the trajectory and the role of each of these rights within the European integration process. In short, it is argued that the ‘constitutionalisation’ of social rights analysed in this thesis undoubtedly has an ‘added value’. The latter, however, reflects the sui generis nature and goals of the Union, its system of competences, and the ultimate function of the EU system of fundamental rights protection. Despite the fact that these characteristics may eventually change over time.
Le débat juridique, politique et économique sur la protection des droits sociaux dans le contexte du processus d’intégration européenne remonte aux origines mêmes de ce processus. Une dizaine d’années après l’attribution à la Charte des droits fondamentaux de l’UE de la même valeur juridique que les traités, il semble possible de dresser un premier bilan en termes d’attentes avérées et d’attentes non satisfaites en ce qui concerne la justiciabilité des droits sociaux fondamentaux contenus dans son Titre IV et directement ou indirectement liés à la relation de travail (articles 27 à 34). À cette fin, la thèse a adopté une structure tripartite capable de combiner une méthodologie d’analyse pratique, en rapport avec la jurisprudence de la Cour de justice de l’UE post-Lisbonne (Chapitre III), avec une analyse ayant un caractère plus théorique-reconstructif (Chapitres I et II). La recherche vise à montrer comment autant les développements les plus intéressants que les limites relevées dans la jurisprudence de la CJUE peuvent être mieux compris en prenant dûment compte du parcours et de l’importance de chacun de ces droits dans le contexte du processus d’intégration européenne. En somme, il est soutenu que la “constitutionnalisation” des droits sociaux analysés présente certainement une «valeur ajoutée» qui, toutefois, reflète la nature sui generis et les objectifs de l’Union, son système des compétences, et la fonction du système de protection des droits fondamentaux de l’UE. Ce qui précède n’implique pas que ces caractéristiques ne puissent pas éventuellement changer à l’avenir.
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GALATERI, DI GENOLA E. SUNIGLIA ELENA. "La politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea e il fenomeno del social dumping. La tutela dei diritti sociali fondamentali". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/587.

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Ortiz, Gonzalez Conde Francisco Miguel <1987&gt. "Fondamenti comparati del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7289/1/Ortiz_Gonzalez_Conde_Francisco_Miguel_Tesi.pdf.

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Resumen
L'ipotesi di partenza è l’analisi dei fondamenti nazionali del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna. La metodologia utilizzata è stata il diritto comparato, il confronto tra categorie giuridiche equivalenti, e non dei singoli Paesi. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Il capitolo I, generale, si occupa dei sistemi in modo parallelo durante le fasi fasciste, l’influenza reciproca durante i diversi periodi costituzionali (1931, 1948 e 1978) e la ricezione di nuovi approcci beveridgiani in entrambi i Paesi del Mediterraneo. Il capitolo II affronta la tendenza all’universalizzazione dell’ ambito soggettivo verso le eccezioni ai principi di professionalità e lex loci laboris. Il capitolo III regola le diverse interpretazioni dell’ambito oggettivo e gli approcci ambivalenti da parte di entrambe le Corti Costituzionali, poiché non hanno raggiunto una sola e univoca risposta, a volte, con rilievo della sussistenza del bisogno, altre, con prevalenza dell’avveramento del rischio nella tutela degli eventi protetti. Infine, nel capitolo IV, sul concetto di pensione adeguata, si trovano le maggiori differenze tra i sistemi. È possibile anticipare le pronunce vaghe e indirette della Corte Costituzionale spagnola, a differenza della Corte italiana. Per sostenere lo scollamento tra i livelli delle prestazioni e dei contributi versati, entrambi i Paesi hanno affermato, tra gli altri argomenti, la natura fiscale dei contributi previdenziali. Sono state trovate anche differenze tra i meccanismi di perequazione delle pensioni; in questo senso, le recenti sentenze sulla sospensione nel 2012 (in entrambi i Paesi).
This thesis analyses the Italian and Spanish foundations of Social Security systems from a comparative law approach, comparing equivalent legal categories in both countries. This thesis is structured in four chapters: Chapter I, in general, it deals with the Spanish and Italian systems in parallel during the fascist dictatorships, the different constitutional periods (1931, 1948 and 1978) and the new Beveridge approaches in both mediterranean countries. Chapter II faces the trend to universalize the personal scope of application through the exceptions to the principles of professionalism and lex loci laboris. Chapter III regulates the different interpretations in the material scope of application and the ambivalent approaches of both Constitutional Courts, as they have not reached a single and specific answer. It sometimes highlights the importance of the situation of need and others it focuses on the risk of protected events. Chapter IV is about the concept of an adequate pension and the major differences of both systems. It can be anticipated the imprecise and indirect pronunciations of the Spanish Constitutional Court, unlike the extensive Italian constitutional jurisprudence. Both countries have confirmed, among other topics, the fiscal nature of social security contributions in order to support the differences between the levels of pension benefits and contributions. It also shows the differences in the pensions equalization mechanisms and the latest judgments on the suspension in 2012 (in both countries).
La hipótesis de partida de la presente tesis es el análisis de los fundamentos nacionales del derecho a la Seguridad Social en Italia y en España. La metodología empleada ha sido el derecho comparado, confrontando categorías jurídicas y no meramente países. La tesis se estructura en cuatro capítulos. El capítulo I, general, se ocupa de los sistemas en modo paralelo durante las etapas fascistas, la influencia recíproca durante los períodos constitucionales (1931,1948, 1978) y la acogida de los principios beveridgianos en ambos países del Mediterráneo. El capítulo II afronta la tendencia hacia la universalización del ámbito subjetivo a través de las excepciones a los principios de profesionalidad y lex loci laboris. El capítulo II regula las diferentes interpretaciones del ámbito material y los enfoque ambivalentes de ambos Tribunales Constitucionales, que no han alcanzado una respuesta única y univoca, unas veces otorgando mayor protagonismo al estado de necesidad, otras en cambio al acaecimiento del riesgo protegido. Finalmente, en el capítulo IV, sobre el concepto de pensión adecuada, se encuentran las mayores diferencias entre sistemas. Es posible adelantar los pronunciamientos imprecisos e indirectos del Tribunal Constitucional español a diferencia de la ingente jurisprudencia italiana. Para sostener el descuelgue entre las prestaciones percibidas y las contribuciones versadas, ambos países han afirmado, entre otros argumentos, la naturaleza fiscal de las cuotas. Se han encontrado diferencias entre los mecanismos de revalorización de pensiones; en este sentido, las recientes sentencias sobre la suspensión del 2012 (en ambos países)
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Ortiz, Gonzalez Conde Francisco Miguel <1987&gt. "Fondamenti comparati del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7289/.

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L'ipotesi di partenza è l’analisi dei fondamenti nazionali del diritto della Sicurezza Sociale tra Italia e Spagna. La metodologia utilizzata è stata il diritto comparato, il confronto tra categorie giuridiche equivalenti, e non dei singoli Paesi. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Il capitolo I, generale, si occupa dei sistemi in modo parallelo durante le fasi fasciste, l’influenza reciproca durante i diversi periodi costituzionali (1931, 1948 e 1978) e la ricezione di nuovi approcci beveridgiani in entrambi i Paesi del Mediterraneo. Il capitolo II affronta la tendenza all’universalizzazione dell’ ambito soggettivo verso le eccezioni ai principi di professionalità e lex loci laboris. Il capitolo III regola le diverse interpretazioni dell’ambito oggettivo e gli approcci ambivalenti da parte di entrambe le Corti Costituzionali, poiché non hanno raggiunto una sola e univoca risposta, a volte, con rilievo della sussistenza del bisogno, altre, con prevalenza dell’avveramento del rischio nella tutela degli eventi protetti. Infine, nel capitolo IV, sul concetto di pensione adeguata, si trovano le maggiori differenze tra i sistemi. È possibile anticipare le pronunce vaghe e indirette della Corte Costituzionale spagnola, a differenza della Corte italiana. Per sostenere lo scollamento tra i livelli delle prestazioni e dei contributi versati, entrambi i Paesi hanno affermato, tra gli altri argomenti, la natura fiscale dei contributi previdenziali. Sono state trovate anche differenze tra i meccanismi di perequazione delle pensioni; in questo senso, le recenti sentenze sulla sospensione nel 2012 (in entrambi i Paesi).
This thesis analyses the Italian and Spanish foundations of Social Security systems from a comparative law approach, comparing equivalent legal categories in both countries. This thesis is structured in four chapters: Chapter I, in general, it deals with the Spanish and Italian systems in parallel during the fascist dictatorships, the different constitutional periods (1931, 1948 and 1978) and the new Beveridge approaches in both mediterranean countries. Chapter II faces the trend to universalize the personal scope of application through the exceptions to the principles of professionalism and lex loci laboris. Chapter III regulates the different interpretations in the material scope of application and the ambivalent approaches of both Constitutional Courts, as they have not reached a single and specific answer. It sometimes highlights the importance of the situation of need and others it focuses on the risk of protected events. Chapter IV is about the concept of an adequate pension and the major differences of both systems. It can be anticipated the imprecise and indirect pronunciations of the Spanish Constitutional Court, unlike the extensive Italian constitutional jurisprudence. Both countries have confirmed, among other topics, the fiscal nature of social security contributions in order to support the differences between the levels of pension benefits and contributions. It also shows the differences in the pensions equalization mechanisms and the latest judgments on the suspension in 2012 (in both countries).
La hipótesis de partida de la presente tesis es el análisis de los fundamentos nacionales del derecho a la Seguridad Social en Italia y en España. La metodología empleada ha sido el derecho comparado, confrontando categorías jurídicas y no meramente países. La tesis se estructura en cuatro capítulos. El capítulo I, general, se ocupa de los sistemas en modo paralelo durante las etapas fascistas, la influencia recíproca durante los períodos constitucionales (1931,1948, 1978) y la acogida de los principios beveridgianos en ambos países del Mediterráneo. El capítulo II afronta la tendencia hacia la universalización del ámbito subjetivo a través de las excepciones a los principios de profesionalidad y lex loci laboris. El capítulo II regula las diferentes interpretaciones del ámbito material y los enfoque ambivalentes de ambos Tribunales Constitucionales, que no han alcanzado una respuesta única y univoca, unas veces otorgando mayor protagonismo al estado de necesidad, otras en cambio al acaecimiento del riesgo protegido. Finalmente, en el capítulo IV, sobre el concepto de pensión adecuada, se encuentran las mayores diferencias entre sistemas. Es posible adelantar los pronunciamientos imprecisos e indirectos del Tribunal Constitucional español a diferencia de la ingente jurisprudencia italiana. Para sostener el descuelgue entre las prestaciones percibidas y las contribuciones versadas, ambos países han afirmado, entre otros argumentos, la naturaleza fiscal de las cuotas. Se han encontrado diferencias entre los mecanismos de revalorización de pensiones; en este sentido, las recientes sentencias sobre la suspensión del 2012 (en ambos países)
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Marinho, Sérgio Augusto Lima. "A liberdade de expressão religiosa no rádio e na televisão: soluções constitucionalmente adequadas para a colisão entre o direito à liberdade de expressão religiosa e os demais direitos fundamentais dos ouvintes e telespectadores". Universidade Federal de Uberlândia, 2015. https://repositorio.ufu.br/handle/123456789/13229.

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Resumen
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
La garanzia del diritto fondamentale alla libertà religiosa è condizione essenziale per lo stato costituzionale e assicura l\'individuo a prendere qualsiasi posizione in materia di fede, tra cui la negazione o di opposizione. Allo stesso modo, il titolare del diritto alla libertà religiosa ha il diritto di comportarsi secondo i dettami della religione e di cercare nuovi adepti alla loro fede.Di conseguenza, il diritto alla libertà di espressione religiose, non rare volte, è in conflitto con altri diritti fondamentali, in particolare quando esercitata nei mezzi di comunicazione di massa come la radio e la televisione. Pertanto, questo studio ha l\'obiettivo di esaminare come lo Stato può risolvere i conflitti che coinvolgono il diritto fondamentale alla libertà di espressione religiosa, quando esercitata su radio e televisione, e gli altri diritti fondamentali di ascoltatori e telespettatori. Per raggiungere l\'obiettivo generale proposto, tre obiettivi specifici saranno necessari, ciascuno corrispondente a un capitolo della dissertazione. Essi sono: (i) Definire il diritto fondamentale alla libertà religiosa, che deflui il diritto alla libertà di espressione religiosa e la possibilità di utilizzo dei mass media per la diffusione di dottrine e credenze religiose; (ii) analizzare la radiodiffusione e la televisione come strumenti al servizio delle confessioni religiose per la diffusione di dottrine e credenze religiose; (iii) per studiare le modalità di ricerca di soluzioni adeguate costituzionalmente ai conflitti che coinvolgono il diritto fondamentale alla libertà di espressione religiosa di individui e organizzazioni religiose, che può essere esercitato attraverso la radio e la televisione, e altri diritti fondamentali di ascoltatori e gli spettatori che possono essere colpiti da discorso religioso. La ricerca è stato sviluppato con l\'aiuto del metodo deduttivo, con particolare enfasi su argomentazione giuridici, data la necessità di bilanciare i principie, in parallelo, il metodo induttivo con considerazione della giurisprudenza della Corte Suprema. La conclusione dimostra che le soluzioni adeguate al conflitto tra la libertà di espressione religiosa e altri diritti fondamentali sono il rispetto per lo stato a regola che vieta censura e l\'obbligo di licenza preventiva e per lo promuocione de un ampio accesso dei privati e confessioni religiose per i mass media. Inoltre, sembra che qualsiasi restrizione alla libertà di espressione religiosa solo può essere considerata costituzionale se resistere alla prova di proporzionalità
A garantia do direito fundamental à liberdade religiosa é condição imprescindível ao Estado de Constitucional e assegura ao individuo adotar qualquer posição em matéria de fé, inclusive a negação ou a oposição. Semelhantemente, o titular do direito de liberdade religiosa tem o direito de comporta-se de acordo com os ditames da religião que escolheu e de buscar novos adeptos à sua fé. Via de consequência o direito à liberdade de expressão religiosa, não raras vezes,entra em conflito com outros direitos fundamentais, em especial quando exercida em veículos de comunicação em massa como o rádio e a televisão. Por isto, o presente trabalho tem por objetivo geral analisar de que forma o Estado poderá solucionar os conflitos envolvendo o direito fundamental à liberdade de expressão religiosa, quando exercido no rádio e na televisão, e outros direitos fundamentais dos ouvintes e telespectadores. Para alcançar o objetivo geral proposto,será necessária a observação de três objetivos específicos, cada qual correspondendo a um capítulo da dissertação. São eles: (i) Delimitar o direito fundamental à liberdade religiosa, extraindo-se dele o direito à liberdade de expressão religiosa e a possibilidade da utilização dos meios de comunicação em massa para difusão das doutrinas e crenças religiosas; (ii) analisar o rádio e a teledifusão como instrumentos à serviço das confissões religiosas para difusão das doutrinas e da crença religiosa;(iii) investigar os caminhos em busca de soluções constitucionalmente adequadas para os conflitos envolvendo o direito fundamental à liberdade de expressão religiosa dos indivíduos e das confissões religiosas, o qual pode ser exercido por intermédio do rádio e da televisão, e outros direitos fundamentais dos ouvintes e telespectadores que podem ser atingidos pelo discurso religioso. A pesquisa é desenvolvida com auxílio do método dedutivo, com especial ênfase à argumentação jurídica dada a necessidade de ponderação de princípios, e, paralelamente, do método indutivo com a consideração da jurisprudência do Supremo Tribunal Federal. A conclusão mostra que as soluções adequadas para o confronto entre a liberdade de expressão religiosa e outros direitos fundamentais passam pelo respeito à regra da vedação da censura e da licença prévia e pela promoção do amplo acesso dos indivíduos e confissões religiosas aos meios de comunicação em massa. Ademais, verifica-se que qualquer restrição à liberdade de expressão religiosa somente pode ser considerada constitucionalmente adequada se resistir ao teste da proporcionalidade
Mestre em Direito Público
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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Libros sobre el tema "Diritti sociali fondamentali"

1

Caretti, Paolo. I diritti fondamentali: Libertà e diritti sociali. Torino: G. Giappichelli, 2002.

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2

Sciarra, Silvana. Verso una costituzionalizzazione dei diritti sociali fondamentali dell'Unione europea. Florence: European University Institute, 1996.

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3

Fondamenti di comunicazione sociale: Diritti, media, solidarietà. Roma: Carocci, 2011.

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4

Montalti, Morris. Orientamento sessuale e costituzione decostruita. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg237.

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Attraverso l’analisi critica e dialettica del dibattito costituzionale più recente in tema di orientamento sessuale, l’autore analizza i principi ritenuti fondamentali per la costruzione di una società democratica e aperta a stili di vita differenti. Egli dimostra come le argomentazioni legali siano pesantemente condizionate dalla pressione di tabù sessuali, di paradigmi culturali sessisti, di tradizioni radicate che assurgono al ruolo di veri e propri miti sociali. Da più parti continuano infatti a sostenersi visioni discriminatorie (socialmente costruite) soprattutto in tema di rapporti sessuali consentiti, famiglia, matrimonio, filiazione, e spesso ci è possibile grazie all'utilizzo di contestate – e pur tuttavia diffuse – prassi d’interpretazione costituzionale che, secondo logiche solo in apparenza coerenti e razionali, considerano la tradizione o la storia come parametro normativo ultimo di definizione dei limiti dei diritti fondamentali e/o dell’ammissibilità di nuovi diritti, così ostacolando l’emersione di un vero e proprio diritto fondamentale al libero orientamento sessuale. L’obiettivo della ricerca è duplice e circolare: da un lato si vuole offrire un fondamento logico, razionale e convincente capace di giustificare le politiche pubbliche e costituzionali che salvaguardano le minoranze sessuali stigmatizzate e storicamente discriminate. Dall'altro si vuole dimostrare come le valutazioni interpretative e il diritto delle società aperte al nuovo e al diverso influenzino le credenze di persone appartenenti a culture chiuse e tradizionaliste in merito agli orientamenti sessuali considerati come anormali, o immorali, o comunque devianti, affinché i loro rispettivi sistemi possano sostenere, anche emotivamente, la ragionevolezza e desiderabilità del cambiamento politico e costituzionale. Un processo duplice e circolare, dunque, che gradatamente anela all'affermazione di un paradigma normativo "sessualmente" decostruito e garantista per tutti.
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Casale, Davide. L'automaticità delle prestazioni previdenziali. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg289.

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Il volume s’incentra sul principio d’automaticità delle prestazioni previdenziali, in base al quale a talune condizioni esse spettano al lavoratore anche quando la contribuzione obbligatoria non sia stata versata dal datore. Questa tutela mitiga i deleteri effetti dell’omissione contributiva, contemperando la necessità di finanziamento del sistema con le fondamentali esigenze di solidarietà sociale, ai fini dell’effettività e, quindi, dell’adeguatezza delle provvidenze(art. 38 Cost.). Nel centenario dalla sua prima apparizione in Italia nella disciplina infortunistica del 1917,la progressiva affermazione di questo principio, confluito nel Codice civile (art. 2116 c.c.), viene ricostruita criticamente sino agli sviluppi recenti. Anche a seguito di un’esplicita giurisprudenza costituzionale di fine secolo, difatti, è tutt’ora in corso un’espansione dell’ambito d’applicazione oggettivo e soggettivo di questa tutela. L’automaticità è declinata dal legislatore in maniera non omogenea per le diverse prestazioni: l’attenzione viene qui concentrata sulla tutela d’invalidità, vecchiaia e superstiti, al cui proposito si pongono le più delicate questioni di bilanciamento valoriale. Al centro della trattazione sono le responsabilità correlate all’automaticità dei diritti previdenziali, in particolare quelle del datore e dell’ente previdenziale. L’idea di responsabilità assume importanza anche con riguardo al crescente ruolo del lavoratore. Dalla ricostruzione emerge come la modulazione legale dei limiti, condizionanti l’applicazione dell’automaticità delle prestazioni, sia funzionale alla convergenza dell’interesse individuale con l’interesse pubblico: l’uno inerente all’integrità della posizione contributiva e l’altro all’effettività della riscossione.
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