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Tesis sobre el tema "Dialogo tra le Corti"

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Abagnale, Maria <1983&gt. "Il dialogo tra le Corti in Europa". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7425/1/Abagnale_Maria_Tesi.pdf.

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Resumen
La presente tesi si concentra sull'effettività che la garanzia formale dei diritti, oggetto di proclamazioni al di fuori dei confini statali, riceve dalla tutela giurisdizionale della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia dell’Unione europea. L'analisi si sofferma sull’impatto delle pronunce dei “giudici europei” nel sistema di protezione nazionale e sulle scelte del legislatore in materia di diritti. Gli ambiti presi in considerazione sono i seguenti: "nuovi diritti", materia penale, "violazioni strutturali".
The topic of the research is the "judicial dialogue" on human rights which involved the European Court of Human Rights, the European Court of Justice and the national courts and its impact on the national reforms. In the Italian system the "dialogue" between different jurisdiction created an effectiveness protection of human rights, for instance, on the prisoners rights.
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Abagnale, Maria <1983&gt. "Il dialogo tra le Corti in Europa". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7425/.

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Resumen
La presente tesi si concentra sull'effettività che la garanzia formale dei diritti, oggetto di proclamazioni al di fuori dei confini statali, riceve dalla tutela giurisdizionale della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia dell’Unione europea. L'analisi si sofferma sull’impatto delle pronunce dei “giudici europei” nel sistema di protezione nazionale e sulle scelte del legislatore in materia di diritti. Gli ambiti presi in considerazione sono i seguenti: "nuovi diritti", materia penale, "violazioni strutturali".
The topic of the research is the "judicial dialogue" on human rights which involved the European Court of Human Rights, the European Court of Justice and the national courts and its impact on the national reforms. In the Italian system the "dialogue" between different jurisdiction created an effectiveness protection of human rights, for instance, on the prisoners rights.
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CORRADO, LEDA RITA. "L’elusione tributaria nel dialogo tra corti europee". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88370.

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Resumen
La ricerca ha lo scopo di analizzare l’elusione tributaria da tre prospettive –sostanziale, sanzionatoria e processuale – prendendo spunto dal continuo dialogo tra i giudici nazionali e le corti europee sul tema. Nella prima parte della tesi, delineati in via di prima approssimazione i confini delle condotte elusive, lo studio è condotto attraverso l’analisi degli strumenti di contrasto di matrice normativa e giurisprudenziale: i secondi, in particolare, sono descritti seguendo l’evoluzione della giurisprudenza della Corte di Cassazione, la quale, dopo l’iniziale ricorso allo strumento civilistico della nullità del contratto, è giunta alla creazione di un principio generale antielusivo, mutuandolo – impropriamente – dal divieto di abuso del diritto europeo. Nella seconda parte, l’indagine è focalizzata sulla rilevanza dell’elusione tributaria ai fini dell’applicabilità delle sanzioni amministrative e penali. Dopo una breve ricognizione normativa, sono ricostruite le soluzioni individuate dalla dottrina e dalla giurisprudenza. In conclusione, si tenta di risolvere la questione attraverso il suo inquadramento nell’ambito del diritto punitivo. L’obiettivo che si persegue nella terza parte della tesi è quello di verificare se sia configurabile, in capo al giudice tributario, il potere di rilevare ex officio la violazione del principio generale antielusivo di matrice pretoria, nonché, nel caso di stimata rilevabilità ex officio, quali siano le forme di esercizio di tale potere officioso, vale a dire se il giudice tributario debba previamente sottoporre la questione alle parti ovvero se possa definirla senza attivare un contraddittorio specifico.
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Fanciullo, Daniela. "Il judicial dialogue tra la Corte di giustizia dell’Unione europea e la Corte europea dei diritti dell’uomo". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1979.

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Resumen
2013 - 2014
The research aims to provide a framework of the different stages of development of the relations between the Court of Justice of the European Union and the European Court of Human Rights, which appear, at present, still subject to further definition. The study of case law focusing on convergences and divergences between the two European Courts is the analysis tool more appropriate to observe this interaction. Though the analysis of the most important case law of the two supreme European Courts gives account of a well-established dialogue between the Court of Justice of the European Union and the European Court of Human Rights on the protection of fundamental rights, is not completely averted the risk of different interpretations of the same rights: the different approach regarding ne bis in idem principle represents a clear demonstration of this contrast. In this context, the need for a cooperative relationship between the two courts emerges clearly, for the first time expressis verbis, from Declaration n. 2 on Article 6, par. 2 TEU, which provides that “The Conference agrees that the Union's accession to the European Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms should be arranged in such a way as to preserve the specific features of Union law. In this connection, the Conference notes the existence of a regular dialogue between the Court of Justice of the European Union and the European Court of Human Rights; such dialogue could be reinforced when the Union accedes to that Convention”. Therefore, it is inevitable the “institutionalization” of the judicial dialogue, to resolve permanently problems arising from the continuous and persistent convergences and divergences between the two European Courts. This institutionalization will introduce an external review of the European Court of Human Rights on the Court of Justice of the European Union as a “bastion” for the protection of fundamental rights in the European Union system. In this perspective, the solution of the problems of coordination between the case law of the two Courts is ensured by the future (or futuristic) agreement on the accession of the European Union to the European Convention on Human Rights. The debate has become more than ever actual thanks to the latest developments that have affected the process of the accession of the EU to the ECHR in the aftermath of the Opinion 2/13 of the Court of Justice (Full Court) of 18 December 2014. It has temporarily blocked the process of EU accession to the ECHR and, therefore, the “formalization” of the dialogue between the courts of Luxembourg and Strasbourg and has clearly shown that there are still some obstacles to the “institutionalization” of relationships between the two courts. [edited by Author]
XIII n.s.
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Guiducci, Alessandro. "Dialogo tra fiume e città: il mercato come luogo di incontro". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1651/.

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Resumen
Le linee direttrici che hanno caratterizzato la composizione si possono riassumere in tre punti principali: • ricerca di una connessione tra la zona del parco del fiume Savio e il centro storico; • espansione del costruito attraverso lo sfruttamento dell’argine fluviale; • strutturazione di un nuovo polo attrattivo per la città di Cesena. Il primo problema che si è posto, ipotizzando la demolizione del muro di cinta, è stato quello di come far interagire due aree completamente separate tra loro; l'idea è stata quella di rendere la zona interamente pedonale e di porre in comunicazione l'area fluviale con la nuova area progettuale; in questa maniera il verde del Savio si estende oltre i propri argini e si spinge all'interno dell'area di progetto, costituendone le zone verdi, mentre il nuovo costruito giunge oltre l'argine del fiume, guadagnandosi spazio attraverso la terrazza del mercato e le braccia del museo, che si estendono verso il corso d'acqua accentuando questa nuova relazione tra le due zone. L'idea progettuale è stata quindi quella di ottenere una continua interazione tra le due entità evitando una netta divisione tra il fiume Savio e la restante cittadina ed ottenendo una zona in grado di collegare la parte più centrale di Cesena, con il proprio fiume. Il mercato ha come ambizioso obiettivo, quello di fungere da elemento di collegamento tra il centro storico di Cesena e la zona fluviale; esso viene così definito da due fronti principali, uno rivolto verso il centro storico, l'altro verso il fiume Savio. L'edificio può essere immaginato come composto da due volumi distinti, che si sviluppano attorno a due corti di diverse dimensioni; i due corpi non sono completamente separati tra loro, ma vengono collegati da un elemento centrale, che ospita parte dell'impianto distributivo dell'edificio. L'impianto generale del mercato presenta un forte richiamo al mondo classico: esso è interamente circondato da un porticato, si eleva al di sopra di un basamento e si ispira fortemente alla tipologia della domus romana. Elemento fondamentale dell'area così ipotizzata, è inoltre la passeggiata pedonale, la quale collega il Ponte Vecchio con quello di più recente costruzione; il percorso, è rialzato rispetto alla quota della nuova piazza, è visibile dalla sponda opposta del Savio e costituisce il nuovo fronte lungo il fiume; esso si identifica come l'elemento unificatore di tutti gli interventi, viene costeggiato dal nuovo impianto sulla sinistra e dal'area di pertinenza fluviale sulla destra, offrendo suggestive visuali di entrambe le zone, costituendo così una vera e propria promenade architecturale sul lungofiume. Il progetto, si pone come obiettivo, quello di restituire un carattere architettonico all'area, partendo dalla realizzazione della piazza centrale, fulcro di tutto l'impianto ipotizzato. Essa viene a costituirsi tra l'edificio più alto del C.A.P.S., l'auditorium, il mercato e la loggia. Quest’ultima si trova di fronte al mercato e si affaccia sulla piazza centrale, definendone un limite e rappresentando nello stesso tempo un forte richiamo storico agli antichi mercati italiani.
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BONAVENTURA, GIOIA. "Il dialogo tra giudici nello spazio costituzionale europeo". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1031601.

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This dissertation provides an analysis of judges’ and, more generally, jurists’ language and reasoning on a specific topic: the judicial dialogue in the European constitutional space. “European constitutional space” is an expression which concisely denotes the idea, increasingly popular with European legal culture, of different legal orders conceptualized as open towards one another, interdependent, and capable of confrontation as well as conflict. Within this European constitutional space, the idea of a “dialogue” occurring between the European Union’s Court of Justice, the European Court of Human Rights, and the domestic judicial authorities (especially in the matter of fundamental rights) is equally popular among European jurists. More precisely, this analysis aims at clarifying which phenomena the legal culture claims this dialogue describes and which problems it claims it can solve: essentially, why the legal culture has felt the impulse to resort to the idea of an on-going dialogue between European judges. The investigation into the rise of a (now) well-established topos in European constitutional legal literature will be carried out on the basis of jurists’ interpretive and constructive trends, explicitly or implicitly relating to this idea of a dialogue between judges. The research is organized and divided into three different parts. The first part, which corresponds to the first chapter, is dedicated to a general, albeit brief, review of the different legal fields where the concept of dialogue is used (or has been used). This operation allows to draw some distinction between different forms of “dialogue”, such as a judicial dialogue within the legal order, a transnational judicial dialogue, and, lastly, a judicial dialogue in the European constitutional order. The second part, which is the core of the analysis, consists of three chapters. The first one deals with the relationship between the European Union’s Court of Justice and the Italian domestic judicial authorities (mainly the Italian Constitutional Court); the second one addresses the relationship between the European Court of Human Rights and the Italian domestic judicial authorities (mainly the Italian Constitutional Court); the last one concerns itself with the relationship between the European Union’s Court of Justice and the European Court of Human Rights. The third and final part aims to provide some conclusive remarks on the judicial dialogue in the European constitutional space, on the basis of the analysis carried out in the second part of this dissertation.
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ROMAGNOLI, ELENA. "Eredità heideggeriane: il dialogo ininterrotto tra ermeneutica e decostruzione". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/94475.

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MARCHESINI, DANILO VITTORIO. "Le interminabili antichità : semiosi illimitata nel dialogo tra Vico e Croce". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/60209.

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Giovani, Virginia <1992&gt. "Produzioni tra arte ed economia: il caso di Glasstress come strumento di dialogo tra due mondi". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9303.

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Resumen
La tesi intende analizzare l’evento culturale Glasstress, presente per le ultime quattro edizioni della Biennale di Venezia, e i prodotti esposti per tale occasione. Per la mostra sono state presentate opere d’arte contemporanea in vetro, in parte create appositamente per l’occasione. Il prodotto artistico che è sorto per questo evento può essere visto con una “doppia anima”. Da un lato emerge un profilo collegato al commercio del vetro e delle produzioni associate, dall’altro ha un profondo legame con l’arte contemporanea odierna. Questa dualità determina un problema per l’ente nell’identificare e posizionare nel mercato i prodotti che nascono da questa commistione tra arte ed economia. Dopo aver osservato gli aspetti cardine che portano a condizionare l’evento e aver analizzato l’organizzazione in termini manageriali si cercherà di determinare il valore percepito dell’evento durante il tempo e quali soggetti nello specifico ne sono maggiormente influenzati. Questo approfondimento sarà fatto al fine di evidenziare alcuni aspetti che potrebbero meglio consentire di posizionare il prodotto esposto per l’occasione.
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ROSSI, Stefano (ORCID:0000-0002-2716-7551). "La salute mentale nell'intersezione tra i diritti. Profili di un dialogo costituzionale". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/33695.

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Resumen
La tesi di dottorato si propone di esaminare gli sviluppi della legislazione in materia di salute mentale nel contesto del modello sanitario italiano. La salute mentale, e in particolare la condizione giuridica delle persone affette da sofferenza mentale, costituisce un osservatorio privilegiato per analizzare e far emergere, con le risorse che la prospettiva costituzionalistica ci offre, le contraddizioni ancora insite nell’ordinamento, la difficoltà di declinare entro forme di tutela effettiva determinati diritti, ma anche le linee evolutive, nel campo dei diritti civili e sociali, che hanno inteso restituire dignità sociale ai ‘folli’. In tali termini, il percorso di analisi che si è inteso intraprendere è volto a vagliare i tratti frastagliati e complessi del tema della salute mentale attraverso alcuni principi propri del lessico costituzionalistico e le ricadute che hanno caratterizzato il contesto normativo italiano.
This PhD thesis explores the mental health’s legislation and attempts to identify ways of redirecting the Italian model. We can affirm that the constitutional rights constitute guarantees orientated to protecting certain values or fundamental goods to reach a worthy life; being the maximum expression of the dignity it humanizes. In this respect we will raise the first axis of analysis with the relation between mental health and constitutional rights in the strict field of the investigation. Based on personalist model, will be proposed an analysis of the psychiatric deinstitutionalization process carried out in Italy, from the decade of the 80s, after the approval of the Psychiatric Reform. Based on the right to health, it is proposed to speak of “right to have rights” (diritto ad avere diritti), that is to say, the right of mentally ill people to be helped, day after day, in the enterprise to reconquer the own personality, the honor, the privacy, the image and the personal identity. The Mental Health Act, adopted in Italy in 1978, is considered as point of renew and strengthen opportunities, obligations, duties, which may fulfill the purposes set out in the regulatory framework, which has as its foundation and the human recipient and thus the satisfaction of all their needs and rights, so that in this form, is integrated into their life experience, benefit and personal, social and cultural experiences aiming to progress and achievement.
Esta tesi doctoral examina la legislación en materia de salud mental en Italia y intenta discernir los medios para reorientar el modelo italiano. Podemos afirmar que los derechos constitucionales constituyen garantías orientadas a proteger ciertos valores o bienes fundamentales para alcanzar una vida digna; siendo la máxima expresión de la dignidad humana. En este sentido plantearemos un primer eje de análisis con la relación entre salud mental y derechos constitucionales en el campo estricto de la investigación. Partiendo del modelo personalista, se realizará un estudio sul proceso de desinstitucionalización psiquiátrica llevado a cabo en Italia, a partir de la década de los años 80, tras la aprobación de la Reforma Psiquiátrica. Partiendo del derecho a la salud, se propone hablar de los “derechos al derecho” (diritti al diritto), es decir, del derecho de los enfermos mentales a ser ayudados, día a día, en la empresa de reconquistar la propia realidad, el decoro, la intimidad, la imagen y la identidad personal. La Ley de Salud Mental, expedida en Italia nel 1978, ha servido para renovar e reforzar oportunidades, obligaciones, deberes que han logrado los propósitos establecidos en el marco normativo, que tiene como fundamento y destinatario al ser humano y con ello, la satisfacción de todas sus necesidades y derechos fundamentales, para que de dicha forma, se integren a su experiencia vital, beneficio e integridad personal, social y cultural en vivencias encaminadas a el progreso y la realización.
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Nocentini, Silvia <1991&gt. "Dialogo tra welfare: servizi sociali e welfare islamico. Un’indagine sul territorio genovese". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10242.

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Questa tesi nasce da un personale percorso formativo universitario condotto nell’ambito dei servizi sociali e dalla volontà di esplorare in modo più approfondito il territorio del Comune di Genova, in particolare la rete cittadina dei luoghi di culto islamici. La tesi si focalizza dunque sul dialogo passato, presente e futuro, tra un welfare di tipo statale e una tipologia precisa di welfare religioso, entrambi presenti e ben radicati sul territorio genovese. Nel primo capitolo una panoramica sulla presenza musulmana in Europa, in Italia ed in particolare in Liguria e nel suo capoluogo, tenterà di fornire al lettore una fotografia attuale della popolazione di religione islamica presente all’interno dell’Unione europea e sul territorio nazionale andando al di là del mero dato statistico della presenza ed affrontando il tema della grande eterogeneità (di origini, linguistica, etnica, di affiliazione religiosa, ecc.) che caratterizza questa popolazione. Nel secondo capitolo dell’elaborato sarà analizzata nel dettaglio la zakat, l’elemosina obbligatoria che rappresenta uno dei pilastri della religione e il fulcro del welfare islamico. Saranno quindi identificati i contribuenti e i beneficiari, verrà delineata la complessità organizzativa del sistema della zakat (sia nei paesi a maggioranza islamica che nei paesi di immigrazione) e saranno definite le motivazioni sociali, economiche e religiose che sottendono ad essa. In ultimo sarà dedicato uno spazio alla realtà associativa islamica di beneficienza che svolge un ruolo centrale nella raccolta delle elemosine e che costella tutto il territorio europeo, un focus particolare sarà rivolto quindi alle islamic charities del Regno Unito. L’indagine conoscitiva che si pone alla base della tesi verrà sviluppata nel terzo e nel quarto capitolo. Se il terzo capitolo avrà come protagonisti i centri di culto islamici del genovese, per il quarto capitolo i protagonisti saranno i servizi sociali territoriali interessati dalla presenza di luoghi di culto islamici e da una cospicua popolazione di religione islamica al loro interno. Attraverso interviste mirate a fornire una fotografia dello stato attuale nel capoluogo ligure, verranno raccolte, oltre alle esperienze pratiche dei luoghi di culto nei confronti della gestione della zakat, le esperienze di dialogo già messe in atto o la volontà di metterle in atto, la complessità del territorio e della sua popolazione, le difficoltà che i centri islamici e gli ambiti sociali territoriali affrontano, le possibilità future di incontro e di collaborazione tra servizi sociali e istituzioni islamiche del territorio per il benessere collettivo. In conclusione saranno esplorati i margini di un possibile cambiamento, attraverso le difficoltà, verso un più ampio dialogo tra le parti e le tensioni che i servizi sociali e i luoghi di culto islamici presenti a Genova portano con sé nella direzione di un percorso di comprensione che possa essere co-costruito e che possa essere condiviso da tutta la cittadinanza, tale da renderla più coesa e cooperativa nell’interesse della città e a favore del benessere di chi la abita.
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Iozzia, Federica <1995&gt. "Il dialogo tra digitale e cultura: l'esperienza di Google Arts & Culture". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16022.

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Introduzione alle digital humanities, caso di Google arts and culture come partner museale, analizzando le relative critiche e perplessità. Esposizione dell'estetica del Google cultural Institute. Descrizione delle fasi inerenti il mio lavoro come supporto tecnologico ai partner del nord Italia presenti sulla piattaforma: guida al cultural institute, cms, csv e creazione delle esposizioni. Ultimo caso di studio sul progetto del 2018 dal titolo "Milano è per Art Lover", cui segue la somministrazione di un questionario sulla conoscenza di Google Arts & Culture e relative conclusioni.
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Donnini, Stefano. "Restauro-ambiente-città. Un possibile dialogo tra natura e uomo, citta e fiume". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9938/.

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Il restauro, nella sua concezione prima filosofica e poi pratico-progettuale, è per me il mezzo di indagine di una realtà - quella contemporanea - innanzitutto storica, di Paesaggio pluristratificato. Tutto reca con se segno e espressione di un rapporto antico tra Uomo e Natura, e la città, intesa nell'immagine della più grande architettura mai concepita, ne è l'emblema massimo che attraverso la sua forma e le sue dinamiche cerca di esperire in maniera più o meno sapiente il luogo naturale in cui decide di "Abitare". L'Acqua in questo indissolubile legame tra Uomo e Natura ne è l'elemento fondativo: le città, come la vita, nascono ove Lei si fa presente, e - almeno in passato - il mantenimento di una relazione intima e vitale con Lei si manifestava in bellezza, ricchezza e qualità della vita della città stessa. La fabbrica del Lavatoio pubblico coperto della città di Fossombrone, un tempo anche ospedale civico, diventa così, nel suo contatto diretto (fisico-visivo) col fiume Metauro, il baluardo ultimo di un viaggio di scoperta atto a scriverne una storia possibile, e in ultima istanza ma non per importanza, a pensarne - almeno idealmente - la possibilità di un progetto contemporaneo, un progetto possibile. Attraverso l'idea di un nuovo spazio pubblico, in un ottica del tutto positivista di miglioramento della qualità della vita - dal benessere individuale verso il benessere collettivo - e intensificazione della vita pubblica, il progetto si fa portavoce delle pratiche comunitarie di agricoltura urbana, la cui forma deriva e non esclude le altre facenti parte del concetto generale di verde urbano: l'orto, l'orto-giardino, il giardino, il parco, ecc. La dimensione collettiva, inclusiva, sociale e partecipativa di tale tematica fa strada, citando Lefebvre, ad un rinnovato diritto alla città: non alla città antica, ma alla vita urbana, ai luoghi d'incontro e di scambio, a ritmi di vita e impieghi di tempo che permettano l'uso pieno e intero di questi momenti e luoghi.
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Ricco, Elena. "Sof'ja Tolstaja. Amore colpevole il dialogo letterario tra Sof'ja Andreevna e Lev Tolstoj". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18396/.

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La presente tesi è un'analisi del dialogo letterario tra i coniugi Tolstoj, volto ad approfondire e analizzare il profondo legame tra la letteratura e la società nella Russia dell'Ottocento. Si intende inoltre dimostrare come, attraverso la letteratura, sia possibile vedere all'interno delle opere prese in esame il riflesso delle norme sociali, soprattutto quelle riguardanti il matrimonio, e il più ampio sfondo storico.
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Panicucci, Ilaria y Elisa Perioni. "Dialogo tra natura e cultura. Un centro per le arti dello spettacolo a Usme". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9968/.

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Il progetto di tesi parte dall'analisi di morfologia e cultura di Bogotà e della localidad di intervento, Usme. La ricerca prosegue con un’analisi teorica che riguarda il teatro fuori dall’edificio teatrale, nell’esperienza della cultura locale e non. Continua poi con lo studio e la dettate dal “Genius loci” di C. Norberg Schulz. Questi due scomposizione della morfologia attraverso le linee guida temi si compenetrano infine nella parte progettuale, volta alla definizione di un centro per le arti dello spettacolo, inserito nel contesto naturale che diviene anche orto botanico.
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Ciarfera, Rudy <1987&gt. "Le origini delle relazioni tra Mosca e Damasco. Storia di un dialogo complesso ma duraturo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4678.

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L’elaborato si propone di indagare le ragioni storiche alla base del sodalizio politico attualmente esistente tra Mosca e Damasco. Il primo capitolo delinea in breve il contesto storico dell’Unione Sovietica e della Siria. Tale analisi ha il duplice intento di inquadrare le principali scelte politiche effettuate nel corso degli anni dal Cremlino e di descrivere la situazione che portò, nel 1970, alla consacrazione del regime di Hafiz al-Asad in Siria. Il secondo capitolo studia il fenomeno dell’ascesa del Terzo Mondo sulla scena internazionale. Il clima di guerra fredda sorto tra URSS e USA all’indomani della seconda guerra mondiale ebbe infatti un forte impatto su quei Paesi che a partire dagli anni ‘20 avevano intrapreso una lotta per ottenere l’indipendenza dal dominio coloniale. In breve tempo il Terzo Mondo divenne oggetto di attenzioni da parte delle due superpotenze, entrambe convinte della validità del loro modello ideologico. È in questo contesto, che negli anni ‘50, l’Unione Sovietica si avvicinò in maniera determinante al Terzo Mondo e alla Siria. Il terzo capitolo entra nel merito delle relazioni tra Siria e URSS: in esso si analizzano le condizioni che, a partire dal 1954-1955, portarono alla nascita del rapporto strategico tra i due Paesi. Le questioni oggetto di approfondimento sono le seguenti: il rapporto tra al-Asad e i segretari del PCUS, la questione arabo-israeliana, la guerra in Libano, il trattato di amicizia e cooperazione del 1980 e le relazioni economiche e militari. Infine, il quarto capitolo delinea il quadro dell’alleanza all’indomani del crollo dell’Unione Sovietica. Dopo la difficile fase degli anni ’90, la special relation tra Mosca e Damasco riprese negli anni 2000 con l’elezione di Putin al Cremlino e il passaggio di consegne tra al-Asad padre e al-Asad figlio.
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Minucci, Francesco <1991&gt. "Fisshu Sutōrī e l'universo espanso di Isaka Kōtarō: un dialogo tra media nel Giappone contemporaneo". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8884.

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Il presente elaborato si configura come disamina di alcune dinamiche di adattamento di genere e di collaborazione mediatica nel Giappone contemporaneo, ponendo come base l'universo letterario dell'autore Isaka Kōtarō. Con un particolare focus sul suo racconto Fisshu Sutōrī, di cui appongo una personale traduzione in italiano, ho attuato un'analisi del lavoro congiunto tra lo scrittore Isaka, il musicista Saitō Kazuyoshi e il regista Nakamura Yoshihiro. Il percorso trasversale si concentra sulle modalità in cui media differenti - quali letteratura, musica e cinema - possono dialogare e cooperare in una commistione di codici linguistici ed espressivi, secondo un fenomeno di collaborazione artistica già ben radicato in Giappone.
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Lazzari, Benedetta. "Green Line Peace Forum (Beirut: Lo spazio del dialogo nella città spartiacque tra Occidente ed Oriente)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5331/.

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Come al giorno dʼoggi si verifica lʼintegrazione (o più spesso lʼemarginazione) della cultura islamica, dalle caratteristiche così differenti e lontane dalla cultura occidentale, con la società contemporanea nella quale viviamo? Riflettendo sulla risposta a tale quesito, alla luce delle conoscenze intraprese durante lʼesperienza erasmus, ho pensato a quale fosse il contesto migliore nel quale investigare e tentare una connessione tra queste due culture. Ho quindi individuato alcune città “modello” per quanto riguarda la convivenza di differenti religioni, crogiuoli di diverse etnie e culture, con una storia radicata di interculturalità: in particolare Sarajevo, Tirana e Beirut. La scelta di allontanarmi da un contesto europeo od addirittura italiano è stata dettata da ragioni storiche e di apertura mentale: in quelle città da anni, forse secoli si verifica la convivenza di differenti confessioni, spesso allʼinterno dello stesso quartiere.
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VACCHELLI, Gianni. "Ri-leggere le Scritture al crocevia di più tradizioni. Per un pluralismo inter-intraculturale: tra simbolo e dialogo". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30377.

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The point of departure of the present study is the possibility of a secular, pluralistic, symbolic, inner reading of the Bible at the crossroads of multiple traditions: in primis Christian and Hebrew traditions (with references to Islamic mysticism) engaged in dialogue with the Orient (above all, the Indian advaita, with references to other Southeast Asian genres of wisdom literature). There is undoubtedly a highly theoretical and speculative dimension to this research: philosophical hermeneutics, Biblical exegesis, literary and stylistic aspects, literary genres, philology, the anthropological and symbolic dimension and other forms of humanistic knowledge are involved. Attention must also be devoted to the paradigm of cultural rights, which lie at the crossroads of various disciplines (law, philosophy, anthropology, political science and economics, theology, etc.) For that matter, the purpose of this project is also highly educational, political (in the sense of polis, of course), formative and cultural (Touraine), and is bound up with the vital turning points of our times, like interreligious and intrareligious dialogue, interculturality and intraculturality, the culture of human rights, the question of peace, pluralism and identity. However, it also hinges on religious phenomena, the «dynamite of the people» (J. Assmann), yet also has an extraordinarily transformational appeal, allowing translation and “translatability” , dialogue and the concentration of values and symbols. All of these are central themes in international cooperation. The Bible is, of course, a profoundly entrance- and performance-enabling work : it calls us to action, to change or to profundity, regardless of what our beliefs or our culture might be. The Biblical message has lay, secular value; it is open to everyone, and imparts wisdom. It is written: Lek leka (Gen 12,1; 22,2), which can also be translated as: «Go to yourself» . In the present doctoral dissertation, hermeneutics is not only explained theoretically and philosophically, but also through exercises in reading, that is to say, robust exegetics of many famous, important passages (e.g., the first three chapters of Genesis, Abraham’s leaving his family (Gen 11-12), pages from Mark where Christ embraces children, etc.) The theme of the initiatory voyage, of divine names, of Panikkar’s cosmotheandric intuition, is researched in many Biblical passages. The cultural and educational role of the Bible in the schools and in education is also highly significant. More attention should be devoted to the relationship between the Bible and human and cultural rights. Starting with the absence of the Bible as the «Great Code» of Western Civilization in the Italian schools, the present study shows how access to such a fundamental work is truly a cultural right in the hermeneutic methods described here.
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Barzaghi, Amerigo Maria <1982&gt. "Una metafisica neoclassica per il dialogo tra scienza e teologia. Riflessioni a partire dal pensiero di Ernan McMullin". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10230.

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Questo lavoro offre una analisi filosofica di alcuni temi centrali nel campo di indagine interdisciplinare che si occupa dei rapporti tra scienza e teologia. Ernan McMullin (1924-2011), storico e filosofo della scienza, sottolinea l’importanza di una mediazione filosofica, per un dialogo tra scienza e teologia che aspiri ad essere efficace e fruttuoso. Partendo da questa sua indicazione, eseguiamo una analisi critica di due argomenti classici, che tentano di dimostrare l’esistenza di Dio, e che vengono riproposti anche nell’ambito interdisciplinare di interesse: l’argomento teleologico e quello della contingenza. Ne mostriamo i problemi specifici, ed analizziamo le cause della loro inefficacia. Inoltre, ripartendo dalle influenze agostiniane presenti nel pensiero di McMullin su scienza e teologia, sviluppiamo un altro possibile percorso, metafisico, a Dio. Valorizziamo cioè, in chiave inferenziale, le riflessioni di Agostino sul divenire, presenti nelle Confessioni. In ciò, ci rifacciamo al magistero di Amato Masnovo, capostipite di quella tradizione neoscolastica italiana che, nel Novecento, si impegnò in una essenzializzazione e rigorizzazione della via metafisica a Dio. Proseguiamo poi con una analisi e una valorizzazione di alcuni sviluppi neoclassici della metafisica di trascendenza. Lo scopo è quello di proporre una teologia razionale che sia in grado di interloquire credibilmente con le altre discipline coinvolte nel dialogo.
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Bianco, Pierangelo <1993&gt. "Il dialogo cristiano-ebraico all'origine del rapporto tra Chiesa e religioni, dal Concilio Vaticano II ad Hans Küng". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12591.

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Possiamo individuare un filo rosso che tiene assieme il grande processo di rinnovamento del Concilio Vaticano II, la teologia evangelica ortodossa di Karl Barth e la teologia ampia e complessa del cattolico Hans Küng, che spazia dal problema della giustificazione per fede a quello del dialogo cristiano-islamico, per darne gli estremi concettuali e temporali. Un filo rosso che, del resto, diventa anche una netta linea di separazione attraversata dalla Chiesa nel corso del profondo rivolgimento a cui andò incontro negli anni centrali del '900. Si tratta di un percorso che portò la chiesa all'apertura all'altro, indistintamente da quanta estraneità portasse con sé. Lo si può individuare in particolare considerando due temi fondativi e caratteristici del Concilio fin dalla sua inaugurazione sotto Giovanni XXIII: la questione ecumenica e il rapporto con gli ebrei. É questa traccia di percorso che qui si intende portare alla luce, per indicare un cammino di feconda e reciproca comprensione che nel passato ha riguardato la Chiesa cattolica, le chiese riformate e l'ebraismo, e che in futuro potrebbe riguardare tutti gli uomini nella varietà delle loro culture, religioni e convinzioni.
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de, PALMA MARIATERESA. "Educare a pensare. Il dialogo socratico come strategia di raccordo tra Philosophy for children, Cooperative Learning e Problem-Based Learning". Doctoral thesis, Università di Foggia, 2015. http://hdl.handle.net/11369/338398.

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Abstract tesi: Il presente lavoro di tesi affronta il tema dell' importanza dell'educare a pensare. L'idea di fondo, infatti, muove dall' esigenza, a fronte dei numerosi e repentini cambiamenti che investono la società contemporanea, di un'educazione al pensiero in senso critico e creativo sin dall'infanzia. La necessità di dover affrontare gli eventi contingenti legati al cambiamento fa sì che ci si interroghi su quali siano le modalità più efficaci per affrontare le sfide del ventunesimo secolo e per poterle superare, imparando a interpretare correttamente la realtà. Stimolare la curiosità, la creatività, il pensiero critico nei bambini contribuirebbe, infatti, da un lato ad allontanare quel costante rischio di scollamento tra insegnamento e apprendimento che rende inefficaci ed improduttive talune modalità d' insegnamento, dall’altro ad alleviare la dolorosa sensazione di incertezza, precarietà e confusione, propria della nostra epoca. A tal fine il lavoro di tesi focalizza la sua attenzione sul dialogo socratico, quale decisiva strategia di raccordo tra metodologie didattiche di apprendimento cooperativo per educare al pensare, quali la Philosophy for Children, il Cooperative Learning ed il Problem-Based Learning. Negli ultimi anni, infatti, la riflessione pedagogica, tra le varie tematiche d'interesse, si è anche soffermata sul tema dell' opportunità di richiamarsi alla cultura umanistica più in generale ed alla pedagogia socratica nello specifico, sulla base della convinzione che per mezzo di essa si possa favorire lo sviluppo di un pensiero critico, indipendente e libero, in grado di costituire presupposto essenziale per la promozione e dunque la realizzazione di una società realmente democratica. Abstract: The present work deals with the theme of the importance of educating to think. The idea, in fact, move from the necessity, in front of the many and rapid changes affecting contemporary society, of an education in critical and creative thinking since childhood. The need to deal with the contingencies related to the change means that is important wonder about which are the most effective ways to take on the challenges of the twenty-first century and to overcome them, learning how to correctly interpret the reality. Stimulate curiosity, creativity, critical thinking in children would contribute, in fact, on the one hand to ward off the constant risk of the separation between teaching and learning which makes it ineffective and unproductive some modalities to teach, the other to alleviate the painful feelings of uncertainty, insecurity and confusion, in our own day. For this reason, this thesis focuses its attention on the socratic dialogue, as a decisive strategy to connect some teaching methods of cooperative learning to educating to think, such as the Philosophy for Children, the Cooperative learning and the Problem-Based Learning. In recent years, in fact, the pedagogical reflection, among other topics of interest, it is also focused on the theme of the opportunity to refer to the humanities in general and specifically to the socratic pedagogy, to promote the development of critical, independent and free thinking, able to be an important prerequisite for the promotion and therefore for the creation of a truly democratic society.
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Morvillo, Marta <1987&gt. "Chi decide sulle norme tecniche? Un'analisi del dialogo tra istanze tecniche e istanze politiche nella formazione e applicazione delle norme tecniche". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7095/1/morvillo_marta_tesi.pdf.

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La tesi si propone l’obiettivo di indagare le modalità di interazione tra conoscenze tecnico-scientifiche e dato normativo, a partire dallo studio delle c.d. norme tecniche, ossia le norme, dotate di forza giuridica o meno, elaborate sulla base di conoscenze tecnico-scientifiche. La ricerca analizza diversi settori dell’ordinamento, accomunati da un’elevata influenza di saperi tecnici e al tempo stesso da un’indubbia rilevanza dal punto di vista costituzionale (la disciplina delle sperimentazioni cliniche dei farmaci, quella delle emissioni inquinanti di origine industriale e quella relativa agli standard di sicurezza dei prodotti), individuando quelle che al loro interno si possono considerare norme tecniche e mettendone in luce sia i profili formali (in quali atti-fonte sono contenute, quale natura giuridica presentano) che il procedimento di formazione, con particolare attenzione ai soggetti che vi prendono parte. Si propone quindi una sistematizzazione degli elementi emersi dall’indagine a partire da due diverse prospettive: in primo luogo tali dati vengono analizzati dal punto di vista dogmatico, individuando i diversi meccanismi di ingresso del dato tecnico-scientifico nel tessuto normativo (incorporazione nella norma giuridica, impiego di clausole generali, rinvio a norme extra-giuridiche), al fine di mettere in luce eventuali profili problematici per quanto riguarda il sistema delle fonti. La seconda prospettiva prende invece quale punto di riferimento il “centro di elaborazione sostanziale” delle norme considerate, al fine di evidenziarne i diversi fattori di legittimazione: a partire da esigenze di armonizzazione della disciplina e dall’assunto della neutralità delle conoscenze tecnico-scientifiche rispetto agli interessi coinvolti, l’elaborazione delle norme tecniche vede infatti un significativo ripensamento degli equilibri non solo fra attori pubblici e privati, ma anche tra legittimazione politica e legittimazione “tecnica” della scelta normativa. A tali aspetti è dedicata la parte conclusiva del lavoro, in particolare per quanto riguarda la conformità rispetto al disegno costituzionale.
The research aims at investigating the interaction between technical-scientific knowledge and law, adopting the perspective of technical legislation. Having defined technical rules as those rules, binding or voluntary, which are elaborated on the basis of technical-scientific facts, the research consists in an analysis of three sectors of the legal system which are characterized by a high impact of scientific knowledge (clinical trials, industrial emissions, product safety standards). The technical rules operating in each of these sectors have been identified and investigated, both from a formal perspective (in which legal sources are they incorporated? Which is their nature?) and seeking to highlight the decision-making process leading to their adoption. The results of the empirical analysis are then systematized from two complementary perspectives: primarily from a dogmatic standpoint, pointing out the mechanisms through which technical-scientific facts enter the domain of law (incorporation within the legal rule, general clauses, reference), and the tensions they determine in relation to the system of the sources of law. Secondly, the analysis of the decision-making processes aims at highlighting the different factors of legitimacy that come into play in the adoption of a technical rule, and in particular the interaction between political-constitutional legitimacy and technical-scientific legitimacy.
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Morvillo, Marta <1987&gt. "Chi decide sulle norme tecniche? Un'analisi del dialogo tra istanze tecniche e istanze politiche nella formazione e applicazione delle norme tecniche". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7095/.

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La tesi si propone l’obiettivo di indagare le modalità di interazione tra conoscenze tecnico-scientifiche e dato normativo, a partire dallo studio delle c.d. norme tecniche, ossia le norme, dotate di forza giuridica o meno, elaborate sulla base di conoscenze tecnico-scientifiche. La ricerca analizza diversi settori dell’ordinamento, accomunati da un’elevata influenza di saperi tecnici e al tempo stesso da un’indubbia rilevanza dal punto di vista costituzionale (la disciplina delle sperimentazioni cliniche dei farmaci, quella delle emissioni inquinanti di origine industriale e quella relativa agli standard di sicurezza dei prodotti), individuando quelle che al loro interno si possono considerare norme tecniche e mettendone in luce sia i profili formali (in quali atti-fonte sono contenute, quale natura giuridica presentano) che il procedimento di formazione, con particolare attenzione ai soggetti che vi prendono parte. Si propone quindi una sistematizzazione degli elementi emersi dall’indagine a partire da due diverse prospettive: in primo luogo tali dati vengono analizzati dal punto di vista dogmatico, individuando i diversi meccanismi di ingresso del dato tecnico-scientifico nel tessuto normativo (incorporazione nella norma giuridica, impiego di clausole generali, rinvio a norme extra-giuridiche), al fine di mettere in luce eventuali profili problematici per quanto riguarda il sistema delle fonti. La seconda prospettiva prende invece quale punto di riferimento il “centro di elaborazione sostanziale” delle norme considerate, al fine di evidenziarne i diversi fattori di legittimazione: a partire da esigenze di armonizzazione della disciplina e dall’assunto della neutralità delle conoscenze tecnico-scientifiche rispetto agli interessi coinvolti, l’elaborazione delle norme tecniche vede infatti un significativo ripensamento degli equilibri non solo fra attori pubblici e privati, ma anche tra legittimazione politica e legittimazione “tecnica” della scelta normativa. A tali aspetti è dedicata la parte conclusiva del lavoro, in particolare per quanto riguarda la conformità rispetto al disegno costituzionale.
The research aims at investigating the interaction between technical-scientific knowledge and law, adopting the perspective of technical legislation. Having defined technical rules as those rules, binding or voluntary, which are elaborated on the basis of technical-scientific facts, the research consists in an analysis of three sectors of the legal system which are characterized by a high impact of scientific knowledge (clinical trials, industrial emissions, product safety standards). The technical rules operating in each of these sectors have been identified and investigated, both from a formal perspective (in which legal sources are they incorporated? Which is their nature?) and seeking to highlight the decision-making process leading to their adoption. The results of the empirical analysis are then systematized from two complementary perspectives: primarily from a dogmatic standpoint, pointing out the mechanisms through which technical-scientific facts enter the domain of law (incorporation within the legal rule, general clauses, reference), and the tensions they determine in relation to the system of the sources of law. Secondly, the analysis of the decision-making processes aims at highlighting the different factors of legitimacy that come into play in the adoption of a technical rule, and in particular the interaction between political-constitutional legitimacy and technical-scientific legitimacy.
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Nishida, Daisuke <1987&gt. "Il sistema d’informazione della Repubblica di Venezia: i collegamenti delle notizie scritte e orali tra Venezia, i suoi territori e le corti estere nel 1509". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6864.

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In questa tesi vorrei focalizzare la mia attenzione sul network delle informazioni scritte e orali della Repubblica di Venezia. Utilizzando i Diarii di Marin Sanudo come fonte principale, ho intenzione di analizzare nel dettaglio tutte le informazioni registrate nei sei mesi tra il primo marzo e 31 agosto del 1509, le quali sono le notizie giunte a Venezia inviate dai vari esponenti veneziani sia del suo territorio (Stato da terra e Stato da Mar), che delle corti estere oppure dai mercanti veneziani. La prima ragione, per cui ho ritenuto interessante affrontare questo tema, è che Venezia era uno stato con un efficiente sistema diplomatico, grazie al quale controllava i movimenti nelle corti straniere. Per tale sistema, era indispensabile raccogliere le notizie più possibili riguardo a ciò che avveniva al di fuori della città. La seconda ragione è che l’inizio del Cinquecento fu un periodo molto significativo per Venezia. Nel 1508, a Cambrai venne concluso un trattato anti-veneziano tra i diversi principi europei. Il 23 marzo 1509, dopo che anche il papa Giulio II sottoscrisse il trattato per riprendere tutto il territorio nella Romagna, tutta l’Europa si unì per combattere la Serenissima. Successivamente il 14 maggio dello stesso anno, vi fu la prima battaglia ad Agnadello tra le truppe francesi e veneziane, nella quale Venezia venne sconfitta e perse il territorio lombardo. L’ultima ragione della mia ricerca è l’esistenza di abbondanti informazioni grazie a Marin Sanudo, che scrisse quasi ogni giorno ciò che accadeva a Venezia, in Italia o in Europa sotto forma di “diario” per circa 40 anni. Dalla sua opera, possiamo ricavare tante informazioni sui documenti diplomatici, rapporti dei rettori e avvisi dei mercanti. Nel primo capitolo, ho accennato ad alcuni studi precedenti e ho spiegato la fonte principale: i Diarii di Marin Sanudo e anche la sua vita. Nel secondo capitolo affronterò le informazioni che arrivarono a Venezia in generale. Prima di tutto ho scritto riguardo la tipologia delle informazioni, ossia quelle scritte e orali. In ogni tipologia, ho messo le varie provenienze delle informazioni: Italia, Europa, Stato da Mar e Levante. Usando alcune tabelle, vorrei specificare le caratteristiche delle notizie venute da fuori Venezia. Nel terzo capitolo, invece, vorrei mettere a fuoco le notizie provenienti da Roma, uno dei più importanti luoghi di raccolta delle informazioni utili per Venezia. Ho studiato anche i corrieri che portavano le lettere da Roma a Venezia. Nel quarto capitolo, prenderò in considerazione due ambasciatori (oratori) veneziani all’estero: uno è Antonio Condulmer, oratore in Francia, e l’altro è Andrea Badoer, oratore in Inghilterra. La Francia fu lo stato che prese l’iniziativa della Lega di Cambrai. A Lione ci fu l’oratore veneziano, ma prima dell’inizio della guerra di Cambrai tornò in patria. l’Inghilterra, invece, rimase neutrale e diventò per questo uno dei luoghi più importanti da dove provenivano le varie informazioni europee. Venezia poté ricevere tante lettere dall’oratore a Londra.
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TERZARIOL, FEDERICO. "‘Christian arbitration’. L’arbitrato cristiano per la risoluzione delle controversie civili negli Stati Uniti d’America: profili giuridici e rilievi critici nel delicato dialogo tra diritto e religione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459416.

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La presente ricerca ha ad oggetto lo studio del ‘christian arbitration’ nell’ordinamento statunitense, quale metodo di risoluzione alternativa delle controversie civili tra privati che trova attuazione mediante l’applicazione di precetti biblici e la pronuncia di un lodo arbitrale avente efficacia vincolante tra le parti. L’analisi muove da una premessa di tipo storico, illustrando alcuni cenni in tema di episcopalis audientia, istituto che, a partire dal III secolo d.C. circa, si configurava come mezzo di risoluzione delle liti private dei fedeli demandata alla cognizione del vescovo, per poi avanzare sul terreno contemporaneo e delineare la disciplina dettata dall’ordinamento statunitense sia in tema di arbitrato che di libertà religiosa, quale palcoscenico indispensabile per comprendere compiutamente, nel prosieguo, l’istituto del ‘christian arbitration’ e il contegno delle corti statali innanzi a siffatto fenomeno. In particolare, viene offerto un vaglio circa la formulazione della clausola compromissoria ‘cristiana’ e le regole procedurali redatte in lingua inglese dall’Institute for Christian Conciliation, il più autorevole tra gli enti che attualmente offrono la possibilità di esperire siffatta species di arbitrato. In ultima analisi, vengono prese in considerazione le criticità che sorgono in relazione all’istituto in esame, le quali verranno illustrate mediante un’analisi casistica e ricorrendo all’ausilio della dottrina che si è espressa al riguardo. Ciò consentirà di portare alla luce alcune riflessioni conclusive intorno ai profili di legittimità e di convenienza di tale strumento e all’eventuale possibilità di recepimento di un’analoga iniziativa all’interno dell’ordinamento italiano.
The present research aims to studying Christian arbitration in the American legal system, as a method of alternative resolution of civil disputes between private parties, which is implemented through the application of biblical precepts and the pronouncement of an arbitral award binding on the parties. The analysis starts from an historical premise, illustrating some notes on the ‘episcopalis audientia’, an institution that from about the third century A.D. was configured as a means of resolving private disputes of the faithful entrusted to the bishop’s knowledge. Further, advancing on contemporary grounds and outlines the discipline dictated by the U.S. system in both terms of arbitration and religious freedom, as an essential basis to fully understand the institution of Christian arbitration and the attitude of the court system before such a phenomenon. The research outlines the formulation of the Christian arbitration clause and the procedural rules drawn up in English by the Institute for Christian Conciliation, the most authoritative of the bodies currently offering the possibility of that type of arbitration. Finally, the critical issues arising in connection with this institution will be taken into consideration, which will be illustrated on a case-by-case analysis and with the help of the prescribed doctrine. This will make it possible to bring to light some conclusive reflections on the legitimacy and convenience of this instrument and on the possibility of implementation of a similar initiative within the Italian legal system.
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MARTINES, LUCIA. "Geopolitiche mediterranee tra monoteismi e reinterpretazioni storiografiche: il pensiero di Mohamed Talbi". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1030508.

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Il presente lavoro di ricerca, nel prendere in esame il pensiero politico di Mohamed Talbi, fautore di un modello di Islam contemporaneo che, nell’universo degli innumerevoli Islam, si contraddistingue per la propensione al dialogo e all’apertura con le culture altre, intende intrecciare il contributo dell’autore con la storia del Maghreb, humus nel quale questo pensiero nasce e affonda le proprie radici. Un’argomentazione così sviluppata riconoscendo la rilevanza del ruolo del passato nella definizione del presente dell’Islam nel tentativo di fornire una cornice storica alla prospettiva religiosa, culturale e politologica proposta da Talbi. La poco sviluppata tradizione storiografica araba del Maghreb contemporaneo e, al tempo stesso, la necessità di individuare un'interpretazione non contaminata dalla lente occidentale che permetta di coniugare la riflessione sull’Islam religione all’interno della cornice della società islamica, in particolare maghrebina, hanno condotto alla disamina del periodo storico inaugurato dal colonialismo europeo. Nella prima parte della ricerca, dal punto di vista metodologico, si è ritenuto opportuno concentrare l’attenzione su autori appartenenti al mondo maghrebino, includendo i più significativi contributi di una letteratura che si pone al confine tra la matrice non occidentale e le influenze del mondo occidentale. Nell’analisi delle interpretazioni storiche del periodo preso in considerazione, dagli anni del colonialismo agli albori delle indipendenze negli Stati dell’area maghrebina, in Marocco, Algeria e Tunisia, sono stati individuati studi e fonti che hanno contribuito in maniera rilevante all’opera di decostruzione della storia di stampo coloniale. Attenzione particolare è stata riservata alla produzione scientifica di Abdallah Laroui e all’opera pubblicata nel 1970 dal titolo "L’histoire du Maghreb: un essai de synthèse", nel quale viene avviata una decostruzione della storiografia coloniale. L’excursus storico contribuisce a fornire strumenti per comprendere le radici della grave crisi identitaria del Maghreb e dell’Islam e del rapporto nei confronti di un Occidente percepito quale entità fautrice di istanze riformiste spesso interpretate come imposizioni esterne. Nella seconda parte l'analisi storica si intreccia con il pensiero di Mohamed Talbi e con il contributo fornito per lo sviluppo di un nuovo pensiero islamico contemporaneo che coniuga la sacralità del Corano con le esigenze del mondo attuale attraverso l’abbandono di un’interpretazione letterale dei testi e l’adozione di una discrezionalità che tenga conto delle specifiche circostanze temporali nel rispetto della parola divina. Un’ottica di universalità del messaggio del Corano attraverso un’esegesi che lo stesso autore definisce “finalista”. Dalla reinterpretazione delle fonti islamiche al dialogo islamo-cristiano tra le due sponde del Mediterraneo, passando per l’estirpazione degli estremismi violenti e per il diritto alla libertà di coscienza, Talbi elabora un paradigma che si pone l'obiettivo di liberarci da tutti quei sedimenti nascosti che ci impediscono di fondare le nostre società sul dialogo e sul mutuo rispetto al di là di ogni peculiarità religiosa e culturale.
This research work, in examining the political thought of Mohamed Talbi, proponent of a model of contemporary Islam that, in the universe of countless Islam, is characterized by its propensity for dialogue and openness with other cultures, aims to combine the author's contribution with the history of the Maghrib, the humus in which this thought is born and has its roots. An argument developed recognizing the importance of the role of the past in defining the present of Islam in an attempt to provide a historical framework to the religious, cultural and political perspective proposed by Talbi. The underdeveloped Arab historiographical tradition of the contemporary Maghreb and, at the same time, the need to identify an interpretation not contaminated by the Western lens that allows to combine the reflection on Islam religion within the framework of Islamic society, have led to the examination of the historical period opened by European colonialism. In the first part of the research, from a methodological point of view, it was considered appropriate to focus attention on authors belonging to the Maghrib area, including the most significant contributions of a literature that stands on the border between the non-Western matrix and the influences of the Western world. In the analysis of the historical interpretations of the period taken in consideration, from the years of colonialism to the dawn of independence in the states of the Maghrib area, in Morocco, Algeria and Tunisia, it have been identified studies and sources that contributed to the work of deconstruction. Particular attention was dedicated to the scientific production of Abdallah Laroui and to the work published in 1970 entitled "L’histoire du Maghreb: un essai de synthèse", in which a deconstruction of colonial historiography is initiated. The historical excursus contributes to providing tools for understanding the roots of the serious identity crisis in the Maghrib and Islam and the relationship between a West perceived as an entity that promotes reformist demands often interpreted as external impositions. In the second part, the historical analysis is intertwined with the thought of Mohamed Talbi and with the contribution for the development of a new contemporary Islamic thought that combines the sacredness of the Quran with the needs of the current world through the abandonment of a literal interpretation and the adoption of a discretion that takes into consideration the specific temporal circumstances in respect of the divine word. A view of universality of the message of the Quran through an exegesis that the author defines as "finalist". From the reinterpretation of Islamic sources to the Islamic-Christian dialogue between the two shores of the Mediterranean, passing through the eradication of violent extremisms and the right to freedom of conscience, Talbi elaborates a paradigm that aims to free us from all those hidden sediments that prevent from founding our societies on dialogue and mutual respect beyond any religious and cultural peculiarity.
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Menotti, Francesca <1987&gt. "Il dialogo tra šarīʿa e ordinamento giuridico italiano. La domanda di diritto da parte delle comunità musulmane in Italia e l’incontro/scontro con la legislazione e la giurisprudenza italiane". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2511.

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Questo elaborato costituisce un’analisi delle istanze di diritto avanzate dalle comunità musulmane in Italia e della loro soddisfazione o rigetto da parte dell’ordinamento giuridico e della giurisprudenza italiana. Preliminare a questa ricerca sarà l’individuazione degli spazi e dei limiti di dialogo tra i due ordinamenti nelle fonti giuridiche internazionali, universali e regionali, - applicando dunque il filtro dei diritti umani – e poi nazionali riguardanti la libertà di religione e una riflessione sul significato e sulla natura dei diritti umani, e del diritto alla libertà religiosa, in ambito islamico. Delineati due strumenti di dialogo tra diritto musulmano e ordinamento italiano, il diritto internazionale privato e l’intesa con la Repubblica italiana ex art. 8 c. 3 della Costituzione, si approfondirà lo strumento dell’accordo attraverso l’analisi delle bozze di intesa presentate dall’U.C.O.I.I. (1992), dall’A.M.I. (1994) e dalla Co.Re.Is (1996) e la definizione del ruolo della Consulta per l’Islam italiano (2005). Quindi si inizierà l’analisi delle criticità nell’applicazione del diritto musulmano in Italia con riscontro nella giurisprudenza. In particolare si analizzeranno istituti relativi al diritto di famiglia (poligamia, divorzio, kafala) e relativi alla manifestazione della fede (abbigliamento religioso, festività, scuola e educazione, zakāt e apostasia). Lo scopo dell’elaborato è rilevare ed evidenziare l’orientamento del legislatore e del giudice italiano nei confronti di queste richieste di dialogo, anche confrontandolo con le tendenze europee.
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CLERICI, CLAUDIA. "Le nuove sfide per l'educazione alla pace in un mondo globalizzato". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/140.

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La tesi si occupa dell'educazione alla pace in prospettiva storica a partire dal Novecento, per cogliere come sia stata influenzata dai mutamenti culturali, sociali e antropologici di questo secolo. Si prende, poi, in considerazione lo scenario instauratosi con la guerra fredda e la minaccia nucleare, che pone l'uomo, per la prima volta, di fronte ad una prospettiva pantoclastica. La fine della guerra fredda, il postcolonialismo e nuove tipologie di conflitti permettono di cogliere le sfide che la globalizzazione pone al problema della pace. Si giunge a riflettere su come la riflessione pedagogica abbia fatto propri tali cambiamenti, per poi formulare itinerari educativi non anacronistici, ma capaci di aiutare a convivere con la complessità del reale, utilizzandola in maniera proattiva. Si conclude con un'analisi delle strategie concrete: conflict resolution e pratiche di memoria e riconciliazione.
Peace Education has been analyzed with an historical perspective since the twentieth century, in order to understand how it is affected by cultural, social and anthropological changes. Cold war scenery and nuclear threat are analyzed as specific situations that cause humanity to face a pantoclastic perspective for the first time. The end of the cold war, post-colonialism and new kinds of conflict allow globalization challenges to peace to be taken. The way pedagogical reflection has interiorized these changes is thus analyzed in order to propose non anachronistic educational programs that enable people to cohabit with contemporary complexity, using it in a proactive way. Analysis about practical strategies such as conflict resolution, memory and reconciliation conclude the research.
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CLERICI, CLAUDIA. "Le nuove sfide per l'educazione alla pace in un mondo globalizzato". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/140.

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La tesi si occupa dell'educazione alla pace in prospettiva storica a partire dal Novecento, per cogliere come sia stata influenzata dai mutamenti culturali, sociali e antropologici di questo secolo. Si prende, poi, in considerazione lo scenario instauratosi con la guerra fredda e la minaccia nucleare, che pone l'uomo, per la prima volta, di fronte ad una prospettiva pantoclastica. La fine della guerra fredda, il postcolonialismo e nuove tipologie di conflitti permettono di cogliere le sfide che la globalizzazione pone al problema della pace. Si giunge a riflettere su come la riflessione pedagogica abbia fatto propri tali cambiamenti, per poi formulare itinerari educativi non anacronistici, ma capaci di aiutare a convivere con la complessità del reale, utilizzandola in maniera proattiva. Si conclude con un'analisi delle strategie concrete: conflict resolution e pratiche di memoria e riconciliazione.
Peace Education has been analyzed with an historical perspective since the twentieth century, in order to understand how it is affected by cultural, social and anthropological changes. Cold war scenery and nuclear threat are analyzed as specific situations that cause humanity to face a pantoclastic perspective for the first time. The end of the cold war, post-colonialism and new kinds of conflict allow globalization challenges to peace to be taken. The way pedagogical reflection has interiorized these changes is thus analyzed in order to propose non anachronistic educational programs that enable people to cohabit with contemporary complexity, using it in a proactive way. Analysis about practical strategies such as conflict resolution, memory and reconciliation conclude the research.
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MATTEUCCI, AURORA. "La tutela dei diritti umani nel procedimento cautelare. Riflessioni su custodia cautelare e libertà personale nel dialogo tra Corte europea dei diritti dell'uomo e giurisprudenza italiana". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/564695.

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Pellegrini, Daniele. "I controlimiti alla primauté del diritto dell'UE nel dialogo fra le Corti d'Europa". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1191293.

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La ricerca analizza la teoria dei «controlimiti» al primato del diritto dell’Unione europea alla luce delle evoluzioni che hanno caratterizzato il quadro normativo e giurisprudenziale comunitario negli ultimi decenni. L'obiettivo principale del lavoro è quello di verificare criticamente «se» ed «in quale misura» il sistema di cooperazione giudiziaria basato sul meccanismo del rinvio pregiudiziale ex art. 267 TFUE possa consentire una rilettura del sindacato elaborato dal Giudice delle leggi e, più in generale, agevolare la composizione dei conflitti interordinamentali.
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CIUFFOLETTI, SOFIA. "DAL FENOMENO DEL JUDICIAL BORROWING AL DIALOGO TRANSNAZIONALE FRA CORTI. I NUOVI ORIZZONTI DEL DIBATTITO DOTTRINALE". Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/865629.

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L’influenza della giurisprudenza straniera all’interno del processo argomentativo dei giudici, in particolare dei giudici costituzionali, riassunta recentemente nell’efficace espressione judicial borrowing, è pratica che si manifesta storicamente, pur con caratteristiche e significati multiformi, fin dai primordi della modernità giuridica. In anni recenti si è, però, imposto all’osservazione dei teorici del costituzionalismo contemporaneo un fenomeno che ha aperto nuovi scenari di riflessione teoretica, spingendo la dottrina a spiegazioni ermeneutiche contrapposte. Intendiamo, qui, riferirci al fenomeno del “dialogo” tra corti, che si manifesta come atteggiamento recettivo e interattivo di varie corti costituzionali, supreme, internazionali che, in tempi recenti e progressivamente, sono passate da un generale modello di judicial borrowing, mera importazione di giurisprudenza straniera, caratterizzato dalla passiva dipendenza epistemica da categorie giuridiche e costituzionali di pochi paesi esportatori, a una consapevole e aperta ricerca di modelli giurisprudenziali avanzati di protezione dei diritti a livello globale. La tesi intende analizzare l'evoluzione storica della pratica del judicial borrowing e verificare le manifestazioni attuali del modello recettivo, fornendo un sistema descrittivo e interpretativo del paradigma dialogico in esame.
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Shoieb, Sara. "Letteratura e dialogo interculturale. Un percorso tra scritture e traduzioni". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1269979.

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In un’epoca come quella attuale caratterizzata dalla globalizzazione e dalle migrazioni internazionali, le scritture migranti hanno ricevuto una crescente attenzione letteraria in seguito alla crescita dei testi composti nella lingua del paese ospite, che osserva il desiderio di chi vive all’interno di una comunità migrante di intraprendere la propria espressione comunicativa attraverso le varie forme dei generi letterari. In questo studio, per una scelta di ordine metodologico si è deciso di prendere in considerazione il caso di alcuni testi in prosa di autori e autrici migranti italiani di origine araba, che avessero un minimo di diffusione e che i cui testi offrissero una certa riflessione interculturale. Si sono scelte, dunque, opere dell’algerino Amara Lakhous e dell’iracheno Younis Tawfik, mentre sul versante della letteratura migrante al femminile sono stati scelti i romanzi di due scrittrici di origine palestinese, Salwa Salem e Rula Jebreal. Nell’ultima parte della ricerca, invece, si sofferma sul ruolo della traduzione letteraria delle opere tra la cultura italiana e quella araba, sullo scambio che si realizza fra le due culture, quella di partenza e quella di arrivo, e la possibilità di comunicazione interculturale che la traduzione pone. Sono stati catalogati, quindi, diversi esempi del fertilissimo lavoro di traduzione di romanzi, racconti, poesie e opere teatrali dei più importanti autori e autrici arabi tradotti in italiano e viceversa, e il ruolo delle iniziative di traduzione promosse dalle piccole case editrici, al fine di osservare come il libro possa diventare un mezzo per la promozione di un efficace incontro/confronto/dialogo interculturale.
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Iusi, Francesca. "Il diritto alla tutela giudiziaria effettiva : tra Corti e Carte dei diritti". Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/72.

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SCORRANO, MELANIA. "Non solo questione di somiglianza. Un possibile dialogo tra arte e neuroscienze". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11570/3147214.

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Fin dall'inizio della neuroestetica la lettura scientifica all'arte ha rischiato di appiattirsi in una ricerca spasmodica di tipo percettivo-sensoriale e neurobiologico in cui l'oggetto estetico si è visto, doverosamente e forzatamente, sottratto al proprio contesto reale ambientale d'appartenenza. La tesi proposta intende indagare e dialogare tra le radici storico-teoriche affrontate dal panorama estetico filosofico e quelle biologico-scientifiche delle scienze cognitive, volgendo una particolare attenzione al tema dell'iperrealismo. In aggiunta, concordemente alle recenti proposte teoriche dell'embodied cognition, viene presentato l'inedito studio condotto con l'uso di eye-tracker che intende suggerire una chiave metodologica scientifica differente rispetto agli studi presenti in letteratura ed in grado di inglobare il riferimento contestuale reale circoscritto all’oggetto estetico.
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BENVENUTI, SARA. "Corte o corti? La tutela dei diritti fondamentali in Francia tra cooperazione e competizione". Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/817274.

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Pluralità degli ordinamenti giuridici, crisi dello Stato e de-statizzazione del diritto, dialogo tra corti e multiformità dei sistemi di tutela dei diritti fondamentali certamente costituivano già elementi qualificanti il novecento giuridico e non possono non darsi acquisiti nella contemporaneità, anche francese. Quest’ultima, tuttavia, presenta aspetti di interesse e di atipicità, e non solo per le dottrine e gli artifici retorici elaborati al fine di sottrarsi al processo avanzante di integrazione europea ed internazionalizzazione del diritto costituzionale. Il c.d. “controllo di convenzionalità” assume in Francia tratti peculiari, configurando un complesso, e talvolta confuso, sistema multilivello di protezione giurisdizionale dei diritti e delle libertà fondamentali. Un sistema di tutela, quello francese, che, almeno sino alla riforma costituzionale del 2008, vedeva come protagoniste indiscusse, accanto alle corti europee, le giurisdizioni ordinarie e amministrative, ed in particolare la Cour de cassation ed il Conseil d’État. La recente previsione della question prioritaire de constitutionnalité, strumento di protezione accentrato e successivo dei diritti e delle libertà garantiti dalla Costituzione, rimesso al Conseil constitutionnel, seppur filtrato dall’intervento necessario delle corti supreme, sembra, invece, mutarne in parte il funzionamento, venendo a configurare un inedito raccordo tra controllo di convenzionalità e controllo di costituzionalità. Il lavoro intende sviscerarne, in chiave comparatistica, gli aspetti più problematici, soffermandosi in particolare sui momenti di criticità che il mutato contesto giuridico francese sembra aver evidenziato nei rapporti interni, tra corti nazionali, ed esterni, tra corti nazionali e sovranazionali. Interessante sarà verificare se la rete giudiziaria ormai delineatasi dietro l’apparato “mitologico” di facciata potrà superare la logica gerarchica, porsi dal punto di vista dei diritti ed alimentarsi, seppur competitivamente, nella circolarità dei rapporti, delle interpretazioni, verso il raggiungimento di standards più elevati di tutela.
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MATARAZZO, ELISABETTA. "Antichi edifici, nuovi musei. Storia e attualità del dialogo tra Restauro, Riuso e Museografia". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1129175.

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La ricerca si occupa delle trasformazioni degli edifici storici in spazi espositivi permanenti, quindi del dialogo che intercorre in queste operazioni tra restauro, riuso e museografia. L'importanza di attribuire una funzione al costruito storico ne assicura una conservazione e una re-immissione nella realtà contemporanea; una valorizzazione che deve essere compatibile, ovvero che metta al primo posto la qualità materiale del bene, le sue caratteristiche fisiche, tipologiche e formali. E' in questo scenario che si colloca il riuso culturale attuale, che assegna al museo un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo sostenibile, in quanto strumento di salvaguardia del patrimonio culturale materiale e immateriale, mobile e immobile. E allora questa ricerca parte da alcune necessarie premesse: analizzare come il tema del riuso museale si sia nutrito nel tempo delle elaborazioni teoriche dei tre termini, con la volontà di tratteggiare gli scenari attuali della tematica. Nella prima parte vedremo quindi, in parallelo, come cresce la consapevolezza dell'importanza che un edificio ospiti una determinata funzione e della compatibilità degli interventi realizzati a questo proposito con la fabbrica storica. Nella seconda parte si entra nella contemporaneità. La convergenza delle operazioni di conservazione e progetto del nuovo all'interno dello sviluppo teorico del restauro, nonché la necessità di una tutela attiva del patrimonio culturale che vede nell'istituzione museale un presidio territoriale, si raffronta con i profondi mutamenti che hanno investito l'istituzione museale negli ultimi anni. E quindi si sceglie di partire proprio da questi mutamenti per individuare tre aree tematiche - relative alla spazialità del museo, alle nuove funzioni e identità urbana e ai modi di costruire una narrazione interna - da riportare nello studio delle esperienze di riuso museale attuale, alcune delle più importanti realizzazioni europee dell'ultimo ventennio. Le argomentazioni saranno sostenute, poi, dallo studio di due casi studio significativi, il Neues Museum di Berlino e il Museo della Montagna nel Forte di Bard, scelti per la componente critica, conservativa e creativa dei loro restauri e per la riconosciuta efficacia del loro programma museale. Il quadro d'insieme che si tratteggia, a partire proprio dai cambiamenti delle tematiche individuate, permetterà alla fine di definire le tendenze progettuali in atto in questo fenomeno sempre più in ascesa e di tratteggiarne le linee di sviluppo. -------- (english text) The research deals with the transformation of historical buildings into permanent exhibition spaces, and therefore deals with the dialogue that takes place in these operations between restoration, reuse and museography. The importance of assigning a function to historical buildings ensures their conservation and re-entry into contemporary reality; an enhancement that must be compatible, that is giving priority to the material quality of the asset, its physical, typological and formal characteristics. The current cultural reuse is therefore placed in this scenario, which assigns the museum a fundamental role in the promotion of sustainable development, as a means of safeguarding the tangible and intangible cultural heritage. And so this research starts from some necessary premises: analyze how the theme of museum reuse has nourished over time the theoretical elaborations of the three terms, with the will to outline the current scenarios of the theme. In the first part we will see therefore, in parallel, how the awareness of the importance that a building hosts a specific function grows and of the compatibility of the actions realized in this regard with the historical factory. In the second part we enter the contemporaneity. The convergence of the conservation project and the design of new architecture within the theoretical development of the restoration, as well as the necessity of an active protection of the cultural heritage that sees in the museum institution a territorial garrison, is compared with the deep changes that have invested the museum institution in recent years. And so we choose to start from these changes to identify three thematic areas - related to the museum's spatiality, to new urban functions and identity and to ways of creating an internal narration - to be reported in the study of the experiences of current museum reuse, some of the most important European achievements of the last twenty years. The arguments will be supported, then, by the study of two significant case studies, the Neues Museum in Berlin and the Mountain Museum in the Fort of Bard, chosen for the critical, conservative and creative component of their restoration project and for the recognized effectiveness of their museum programme. The overall picture that is drawn, starting from the changes in the issues identified, will ultimately define the design trends in progress in this increasingly rising phenomenon and outline the lines of development.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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