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Donà, Chiara <1974&gt. "Sicurezza strutturale e conservazione del costruito storico". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/192.

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LAORENZA, Carmine. "Sulla prevenzione dal rischio sismico del costruito storico". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2012. http://hdl.handle.net/11695/66236.

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Resumen
Il tema della tutela del paesaggio alla luce dei più recenti sviluppi della normativa in materia presenta aspetti di notevole complessità, che richiede necessariamente un approccio interdisciplinare. Tra i beni ambientali soggetti a tutela, come è noto, sono ricompresi le ville, i giardini, i parchi, le bellezze panoramiche e i “complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale” (legge del 29 giugno 1939 n° 1497, art. 1, comma 3). L’ultima categoria di beni, insieme alle ville, rivela tra l’altro un ruolo molto importante di quelle discipline tecniche focalizzate sulle prestazioni strutturali e funzionali del patrimonio costruito e si interessano di valutare l’impatto dei rischi naturali, come quello sismico, sui beni oggetto di tutela. Gli eventi occorsi negli ultimi anni hanno, infatti, evidenziato da un lato l’estrema vulnerabilità di alcune classi di costruzioni all’azione sismica, dall’altro la grande sensibilità dell’opinione pubblica al tema della sicurezza degli ambienti urbani, del territorio e della conservazione integrata dei beni tutelati. Il lavoro di tesi, muovendo da tali osservazioni, si colloca nell’ambito disciplinare ampio dell’Ingegneria Sismica ed ha come tema portante proprio la protezione dal rischio sismico del costruito storico, dunque della tutela di uno degli elementi che compongono uno specifico paesaggio, “il cui carattere deriva dall'azione di fattori umani e dalle loro interrelazioni”. Lo spunto di partenza è costituito dai paesaggi caratterizzati dagli Edifici Monumentali, i quali, per legge, vanno tutelati dal rischio sismico e per i quali sono disponibili gli strumenti necessari, con l’obiettivo di estendere gli strumenti a tutto il costruito, per “Integrare il paesaggio nelle politiche … che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio”. Lo studio è rivolto alle procedure di analisi di vulnerabilità sismica su scala territoriale. Il lavoro tiene conto delle problematiche di carattere territoriale, relative sia al territorio nazionale che specificamente per la regione Molise, cercando di evidenziare la rilevanza che tali problematiche, nell’ambito di processi integrati di protezione e salvaguardia del paesaggio, possono rivestire.
Landscape protection is a complex task, which requires an interdisciplinary approach, especially after the recent code developments. Such a protection concerns villas, gardens, parks, natural beauties and all those things having aesthetic and traditional relevance (L. 1497/1939). In this framework it is worth pointing out the primary role of technical disciplines which study structural and functional performance of existing buildings, including the effects of natural hazards such as earthquakes. The seismic events occurred in the last years have remarked both the extreme vulnerability of certain classes of buildings and an increasing attention to this issue in the general public. This thesis is therefore focused on Earthquake Engineering and seismic protection of historical buildings, that is the one element of a specific landscape protection "whose character derives from the human factors and their interrelationships”. The attention, in particular, is focused on monumental buildings, which must be protected from seismic risk, as required by the codes. The available tools can be extended to all existing buildings "to integrate the landscape in policies... which can have a direct or indirect effects on landscape”. The study concerns procedures for seismic vulnerability assessment at a territorial scale. The work takes into account territorial issues, both at the national and regional level, trying to highlight their relevance in the context of landscape protection.
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LUCIDI, ALIGHIERO. "Il dato di rilievo digitale per la conoscenza, valutazione e gestione del patrimonio storico costruito ​". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2021. http://hdl.handle.net/11566/289599.

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Resumen
L’evoluzione degli strumenti e delle tecniche di rilievo del patrimonio storico costruito hanno ormai raggiunto livelli tecnologici tali da permettere l’acquisizione di un enorme volume di dati in un tempo sempre più limitato. Questo rapporto inversamente proporzionale tra capacità e tempo di acquisizione pone sempre più al centro della ricerca il tema della gestione del dato di rilievo. In questa ottica il presente lavoro mira a offrire sistemi e processi in grado di ottimizzare la gestione, l’uso e l’analisi di una grande mole di dati nel campo dell’architettura storica. Nel dettaglio la problematica è stata affrontata in due ambiti distinti: alla scala urbana e alla scala dell’edificio. Alla scala urbana l’obiettivo è stato quello di implementare e migliorare un sistema di gestione esistente all’interno della azienda che ha ospitato il dottorato di ricerca. Attraverso casi studio su centri storici come Ascoli Piceno e Venezia, si sono ottimizzati strumenti, testandoli nell’ambito particolarmente sfidante della rappresentazione dell’architettura storica. In quanto alla scala dell’edificio la ricerca ha indagato la possibilità di utilizzare la nuvola di punti ai fini dell’analisi strutturale ad elementi finiti, attraverso la generazione di un processo semi-automatico che consenta di sfruttare la nuvola di punti per la generazione del modello strutturale. I casi studio, su cui la metodologia è stata studiata, si sono concentrati sulla tipologia delle torri storiche in muratura. In entrambi gli ambiti di ricerca affrontati, le soluzioni proposte sono state validate: nell’ambito urbano la piattaforma è stata testata dall’uso della stessa in ambiente professionale; mentre nell’ambito dell’edificio è stato condotto un confronto tra i risultati forniti dal modello strutturale, ottenuto attraverso la metodologia proposta, e i dati sperimentali registrati in campo. ​
The evolution of the tools and techniques of survey of the historical built heritage has reached technological levels that allow the acquisition of a huge volume of data in an increasingly limited time. This inversely proportional relationship between capability and acquisition time places the issue of managing the survey data more and more at the center of research. From this perspective, this work aims to offer systems and processes that can optimize the management, use, and analysis of a large amount of data in the field of historical architecture. In detail, the problem was addressed in two distinct areas: at the urban scale and at the scale of the building. At the urban scale, the goal was to implement and improve an existing management system within the company that hosted the PhD. Through case studies on historical centers such as Ascoli Piceno and Venice, instruments have been optimized, testing them in the particularly challenging context of the representation of historical architecture. As for the scale of the building, the research investigated the possibility of using the point cloud for the purposes of finite element structural analysis, through the generation of a semi-automatic process that allows to exploit the point cloud for the generation of the structural model. The case studies, on which the methodology was studied, focused on the typology of historic masonry towers. In both research areas addressed, the proposed solutions have been validated: in the urban environment the platform has been tested by its use in a professional environment; while in the building environment a comparison was made between the results provided by the structural model, obtained through the proposed methodology, and the experimental data recorded in the field. ​
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LADU, MARA. "Rigenerazione del paesaggio urbano. Politiche, strumenti e pratiche di intervento sul patrimonio costruito storico. Cagliari come caso applicativo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/261282.

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Resumen
Urban conservation and regeneration are important political and disciplinary objectives in almost the whole world not only because historic buildings and cities have been institutionally recognized as cultural heritage by virtue of their prominent values but also because they have been considered as strategic resources for achieving sustainable urban development goals. Anyway, the right approach which should be adopted to ensure an integrated conservation of such rich and diverse cultural heritage is still today a worldwide concern. In this regard, the purpose of my doctoral research has been giving essential guidelines in order to conserve and regenerate the built heritage, according to the “landscape approach” suggested by the UNESCO Recommendation on the Historic Urban Landscape (2011), which states that: «The historic urban landscape is the urban area understood as the result of a historic layering of cultural and natural values and attributes, extending beyond the notion of “historic centre” or “ensemble” to include the broader urban context and its geographical setting». To develop this topic, the thesis pays attention to current challenges, both nationally and internationally debated. Firstly, over the past two decades, the most important international organizations have suggested updating modern urban conservation paradigms and policies in the 21st century. The main purpose is to define criteria (values) for the selection of objects worthy of protection and to implement new approaches to ensure both their conservation and regeneration. Secondly, the contemporary urban challenges require integrating different policies to make interventions in urban areas more effective. Urban regeneration policies should face social, economic and environmental problems of deprived areas to lead such urban contexts forward a global renaissance. Moreover, in the so-called "Urban Age", the reformation of the Italian planning system and its main tools become prominent to manage urban regeneration process in a positive way. The Local Plan should develop re-use and regeneration strategies as substantial opportunities for sustainable development. Finally, the drastic reduction of public and private investments during the global financial crisis has led to experiment innovative practices for the temporary use of empty spaces and historic buildings, encouraging local people skills and creativity. Considering that these important issues are debated all over Europe, where could be found proposals and partial solutions for the future, the research compares the state of the art concerning the urban conservation and regenerations policies in Italy and England in order to highlight the main differences and, above all, to learn from the good practices emerged in both Countries. Moreover, considering that urban regeneration will be a primary objective of urban planning over the coming decades, the thesis gives great relevance to the Italian long-standing debate on the necessity to update the planning system. A deep analysis of the Strategic Tools for the Public City regeneration produced by several local administrations has been fundamental for developing a personal proposal in the cultural debate concerning the form and contents that the Local Plan should assume. Moving from planning tools to "practices", the present study focuses on the framework of laws, measures, policies and bottom-up initiatives which are emerging in the European and international context to promote the "temporary use" of empty spaces, thus suggesting actions to promote these innovative practices in Italy. Finally, the thesis provides a first application of the final outcomes of the doctoral research to the city of Cagliari. Here, critical situations could be hopefully solved by strategic policies, tools and practices able to sustain the urban regeneration process which the City has been tenaciously promoting and supporting over the past years.
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Monni, Francesco. "Materiali innovativi per il recupero strutturale del costruito storico: il basalto e l'idea delle cuciture continue per la muratura". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242066.

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Resumen
L’evoluzione tecnologica e lo sviluppo di tecniche di produzione hanno portato il mondo delle costruzioni a poter fare affidamento su un repertorio di materiali da costruzione con valenza strutturale ben lontano da quello conosciuto fino a qualche anno fa. In particolare, dall’inizio degli anni Novanta hanno trovato spazio nell’edilizia i cosiddetti materiali compositi, creati dall’unione di fibre (solitamente di carbonio, vetro o aramidiche) annegate in una matrice (solitamente una resina). I compositi precedentemente venivano utilizzati solo in quei settori dove era richiesta una elevata resistenza o rigidezza specifica e dove il costo del materiale non costituiva un problema rilevante (applicazioni aeronautiche, navali, industria sportiva, ecc.). Nel corso degli ultimi anni, in ambito civile, si è assistito alla comparsa di nuove matrici e nuovi tipi di fibre. Tra i nuovi tipi di fibre vanno menzionate le fibre (o meglio “mini-trefoli”) in acciaio, le fibre naturali (canapa, lino, ecc.) e le fibre di basalto. In questo lavoro è stata posta l’attenzione proprio su queste ultime. Il basalto è una roccia derivata dalla solidificazione della lava vulcanica con un punto di fusione di circa 1400°C, usata fin dall’antichità, per la sua durezza, per lastricare le strade. Una volta fusa e riportata allo stato liquido, la roccia basaltica consente l’estrusione di filamenti continui di esiguo spessore: le fibre di basalto. Con semplici lavorazioni le fibre di basalto possono essere assemblate per realizzare prodotti destinati al mondo delle costruzioni, in particolare barre e corde, che in questo lavoro saranno caratterizzate dal punto di vista fisico, chimico e meccanico. In particolare le corde, per la loro estrema leggerezza e versatilità, sono il prodotto che ha fornito lo spunto per un’innovativa applicazione delle stesse per il consolidamento delle murature storiche. Dalla constatazione che una delle vulnerabilità più pericolose per una muratura è la mancanza di monoliticità, nasce l'idea di conferire questa importante caratteristica attraverso un sapiente gioco di trama e ordito, in cui elementi flessibili in fibra di basalto tengono assieme i vari conci. La tecnica proposta e testata attraverso test in laboratorio, in situ e successive analisi numeriche, ha l’obiettivo di consolidare i pannelli murari, confinandoli e al tempo stesso collegandone le facce attraverso cuciture continue flessibili. In pratica, un elemento continuo e flessibile cinge la muratura sui due lati dopo averne attraversato lo spessore in più punti, proprio come se venisse “cucita” dal “filo” di rinforzo. Il sistema così ideato integra ma non sostituisce o trasforma la materia originaria. È reversibile e può essere messo in opera anche “a secco”. In questo caso non contempla l’uso di sostanze tossiche o dannose per la salute, non necessita di particolari accorgimenti per lo smaltimento dei residui delle lavorazioni o all’atto della dismissione per fine servizio. Risulta così all’avanguardia sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale che della sicurezza dei lavoratori. È compatibile con il supporto in muratura (la pietra che cuce la pietra), è rispettoso del minimo intervento (impiegabile quindi su murature delle quali si voglia salvaguardare l’aspetto “faccia a vista”, può essere localizzato anche nei giunti di malta). È economico: anche se applicato su murature irregolari, prevede fasi di lavorazione e tempi di applicazione ridotti rispetto a tecniche alternative, è durevole e con elevata resistenza al fuoco. Vantaggi, rispetto alle tecniche oggi utilizzabili, che proiettano questo sistema come utilizzabile con profitto nel campo del restauro e del consolidamento.
Due to technology evolution, a lot of innovative techniques are today available in constructions field for structural purposes. In particular, from the early nineties, composite materials, created through the union between fibres (usually carbon, glass or aramidic ones) and matrix (usually a resin) have been used in building industry. Previously composites were used only in several fields such as automotive, aviation industry and sporting equipment, where great stiffness and strength are required and cost is not a problem. Recently, innovative reinforcing fibres, like steel, and basalt ones, are emerging in FRP field. This work focuses on basalt fibre products. Basalt is a natural material that is found in volcanic rocks originated from frozen lava. Continuous basalt fibers are obtained by melting basalt and are characterized by high modulus, heat resistance, good resistance to chemical attack and they seem to be a good alternative to glass fibers. Continuous basalt fibers can be processed with classic textile transformation to obtain also ropes, unlike other kinds of reinforcing fibers. This work presents a physical, chemical and tensile characterization of BFRP rods and BF ropes, in particular ropes are evaluated to be used in masonry strengthening. From the awareness that one of the worst structural defects of an historic masonry wall is the lack of monolithic behavior, arise the idea of a strengthening technique able to connect the several masonry elements, stitching them. The proposed technique, based on the reinforcement and connection of masonry component using basalt fiber ropes, is able to change the failure mode of masonry wall, exploiting material properties, and it is able to impart to masonry monolithic behavior. Compared to traditional techniques, best advantages are represented by the fact that the application is very fast (and so cheap), the material used (basalt) presents an high compatibility with masonry (stone stitches stone) and the intervention is almost totally reversible. Moreover it is invisible and so respectful of masonry original aspect, it improves but not replaces original materials and, finally, it is fire and chemical resistant. To assess the effectiveness of proposed technique, laboratory test (on “three-leaf” masonry samples) and in situ test (on rubble stone masonry) have been performed, above all that also FEM analysis has been developed to better understand experimental results.
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Taffarel, Sabrina. "Metodi speditivi per la valutazione della vulnerabilità sismica del costruito storico: approccio all'incertezza nelle forme di aggregazione complessa a diversa scala". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3421936.

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Resumen
The prediction of the impact an earthquake could have on existing buildings requires the knowledge of their dynamic behaviour. The procedure to be adopted for this purpose is quite complex and onerous in terms of costs, time and implementation, especially if the study concerns territorial areas rather than single buildings. The definition of methodologies aimed at respecting the principles of economic sustainability and preserving human life and architectural heritage is of paramount importance to assess seismic vulnerability using available resources. This work aims at developing useful procedures for uncertainties reduction and reliability assessment of available information, a key phase in the study of aggregate buildings at different scales and particularly of existing masonry structures. For this purpose, vulnerability studies cannot ignore building knowledge and the consequent achieved level of information, which is closely related to the scale of analysis. The increase of the latter entails the decrease of accuracy and quality (reliability) of available data, which are often uncertain. At the same time, it is not economically viable to fill these gaps using traditional approaches which require the execution of complete on-site surveys. The aims of this research thesis are to maximize the benefits deriving from the analysis of available building information and to give a contribution to the advancement of existing seismic vulnerability approaches, adopting either parametric or probabilistic procedures. Data collection and analysis are implemented in databases and geographic information systems aimed at processing already available data, recorded for different purposes. Procedures for assessing seismic vulnerability on an urban scale are defined adopting mechanical approaches on an analytical basis (fragility curves), in which data uncertainty is overcome through the use of deterministic (parametric) or probabilistic (definition of unknown data from certain ones) approaches. An in-depth analysis at a more detailed scale is also provided: the aim, in this case, is to identify suitable methods to represent the boundary conditions of aggregate building portions to be adopted in seismic analysis in a simplified way. The whole methodological process is then applied to several case studies characterized by different morphology, typology and seismicity (Timisoara (RO) historical centre, small historical centres in L’Aquila province –IT-, listed buildings in Verona, Vicenza and Rovigo provinces –IT-, churches damaged by the 2012 earthquakes in Emilia Romagna and Veneto regions –IT-) selected in order to validate and calibrate the implemented procedures on heterogeneous contexts.
La previsione dell’impatto causato da un evento sismico in termini di effetti sulle costruzioni esistenti in una data area richiede la conoscenza del comportamento dinamico che tali strutture possono manifestare. La procedura da adottare risulta particolarmente complessa e ancor più onerosa in termini economici, di tempo e operativi, se lo studio è riferito a interi complessi costruttivi e non a singoli edifici. La definizione di percorsi metodologici che mirino al rispetto del principio di sostenibilità economica, oltre a quello di salvaguardia della vita umana e di preservazione nonché tutela del patrimonio è prerogativa necessaria per uno studio di vulnerabilità sismica adeguato alle risorse disponibili. Il presente lavoro di tesi si pone l’obiettivo di sviluppare procedure utili alla riduzione e gestione dell’incertezza, oltre alla valutazione dell’affidabilità dell’informazione insita nello studio di forme di aggregazione complessa a diversa scala, con particolare riferimento alle costruzioni esistenti in aggregato in muratura. A tal fine, lo studio della vulnerabilità non può prescindere dalla conoscenza del costruito, in cui il livello di informazione è strettamente legato all’estensione della scala di analisi. L’aumento della scala si traduce in una diminuzione nel dettaglio e qualità (attendibilità) dei dati disponibili allo studio, che risultano spesso caratterizzati da incertezza. Al contempo, non è economicamente sostenibile perseguire azioni finalizzate a colmare tali lacune attraverso l’adozione di approcci tradizionali, che richiedano l’esecuzione di completi rilievi in sito. L’elaborato di tesi si propone quindi di trarre il massimo profitto dallo studio e dalla messa a sistema di informazioni sul costruito già disponibili, e al contempo di individuare strategie finalizzate a colmare approcci metodologici lacunosi affrontando lo studio da un punto di vista parametrico o probabilistico. Si persegue quindi l’adozione di procedure di analisi dei dati in forma aggregata e di utilizzo di strumenti informativi geografici e database finalizzate all’analisi di informazioni già a disposizione sul costruito ma raccolte con finalità diverse dallo studio di vulnerabilità su scala territoriale. Viene posta l’attenzione alla definizione di procedure per la valutazione della vulnerabilità su ampia scala che adottino approcci meccanici di tipo analitico attraverso curve di fragilità del costruito, in cui l’attenzione sia posta in primis alla gestione dell’incertezza insita nei dati allo studio, superata attraverso l’utilizzo di approcci deterministici (parametrici) o probabilistici (definizione di dati non noti a partire da altri noti). Un approfondimento ad una scala di maggior dettaglio viene inoltre fornito al fine di individuare idonee modalità di rappresentazione semplificata delle condizioni al contorno nell’analisi sismica di porzioni di edificio in contesto aggregato. L’intero percorso proposto è integrato con applicazioni a casi studio diversi per morfologia, tipologia e sismicità (centro storico di Timisoara –RO-, borghi minori in provincia de L’Aquila, beni tutelati presso le provincie di Verona, Vicenza e Rovigo, chiese colpite dagli eventi sismici del 2012 in Emilia Romagna e Veneto) appositamente selezionati al fine di validare e calibrare le procedure adottate su contesti eterogenei.
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CAVALLO, CLAUDIA. "IGNAZIO GARDELLA. COSTRUIRE NEL COSTRUITO: dialettica della storia, carattere dell'architettura". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319401.

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Resumen
Costruire nel costruito è un’attitudine intellettuale e una ricorrente e paradigmatica condizione del progetto, che la tesi indaga attraverso una riflessione operativa e non esaustiva sull’opera di Ignazio Gardella. La ricerca si concentra sul tema del rapporto tra antico e nuovo e, nello specifico, sulla dialettica che si instaura nel progetto con il corpo della città e dell’architettura esistente, in termini fisici e di significato. L’architettura di Gardella è portatrice di un approccio critico e dialogico al costruito, capace di coinvolgere edifici, parti di edifici e oggetti antichi, come elementi attivi della composizione. La ricerca muove dallo scavo analitico di alcune opere selezionate – un progetto urbano, un progetto architettonico, nove progetti di interni –, con la convinzione che l’interrogazione diretta del ‘testo’ architettonico, la sua scomposizione in parti e categorie significative e la sua successiva ‘ricomposizione’, permetta di appropriarsi delle tecniche compositive di un autore, o delle sue strategie progettuali, e di sprigionare il loro valore attuale. La struttura della tesi si articola in tre parti, che corrispondono a tre diverse ‘scale’ del progetto e del confronto con le preesistenze: un’esplorazione transcalare, che origina dallo studio del piano per il centro antico di Genova e procede, a ritroso, dalla città all’architettura del museo, agli interni, attraverso una lettura diacronica che porta in rilievo le questioni ‘teoriche’ e i temi generalizzabili del progetto. Il primo capitolo affronta lo studio di una genealogia di progetti per la città di Genova, che mettono in discussione le categorie consolidate della conservazione dei centri storici, attraverso la selezione e l’utilizzo dei frammenti del nucleo antico, sopravvissuti ai bombardamenti. Nel Piano Particolareggiato di S. Donato e S. Silvestro (1969-74), Gardella costruisce il vuoto come spazio della vita collettiva che nasce dalla memoria di antiche topografie, e costruisce il vuoto come spazio di rappresentazione, dove selezionati personaggi nuovi e antichi, si fronteggiano su nuovi suoli. La Facoltà di Architettura (1975-89), trattiene nella sua figura una evocazione mutevole dei diversi mondi radicati nella memoria collettiva. Unico frammento realizzato del piano, emerge a scala urbana come simbolo di rifondazione e assume un valore dimostrativo rispetto all’intendimento vitale della conservazione insito nel progetto urbano. Nel secondo capitolo, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (1948-54), inteso come opera emblematica del linguaggio di Gardella, è oggetto di una riflessione intrecciata tra la processualità progettuale e i principi espressi nella didattica allo Iuav, che riannoda questioni teoriche depositate nella prassi progettuale. La costruzione del carattere si rivela determinante per evocare il significato della vita nel luogo e manifesta la strategia di quell’architettura come metafora della costruzione, in cui l’espressione si fa corpo attraverso l’invenzione degli elementi costruttivi. Il terzo e ultimo capitolo raccoglie una esplorazione di allestimenti e ‘riordini’ realizzati dal giovane Gardella negli anni ’30-40 che percorre la genesi delle sue strategie per costruire nel costruito (e non solo), parallelamente all’affermazione di un autonomo linguaggio. Un’occasione per registrare l’importanza della teatralità negli interni gardelliani, ai fini del coinvolgimento di spazialità, oggetti ed opere antiche. L’utilizzo dei materiali della storia, invece della loro negazione – in termini di distruzione o, all’opposto, di separazione astratta dalla contingenza del reale – costituisce una via più complessa, ma estremamente interessante, per dispiegare la vita latente nelle cose.
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De, Pol Tommaso <1989&gt. "L'immagine costruita : storia del fotomontaggio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7823.

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Percorso storico-artistico dell'immagine costruita (manipolata) nella storia della fotografia: tecniche utilizzate, con una attenzione particolare per la tecnica del fotomontaggio, e principali interpreti dal XIX secolo fino all'avvento di Photoshop e gli altri programmi di manipolazione digitale (anni '90).
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Ascari, Stefano <1975&gt. "Il racconto per immagini dello spazio costruito". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7899/1/Stefano_Ascari_Il_racconto_per_immagni_dello_spazio_costruito.pdf.

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Resumen
Questa ricerca analizza le modalità operative attraverso le quali il linguaggio del fumetto può permettere una migliore conoscenza e una più efficace rappresentazione dello spazio costruito o progettato. Fumetto quindi inteso come strumento conoscitivo, progettuale e di comunicazione. Vengono esaminati una serie di temi che, attraversando la storia della rappresentazione e della concezione dello spazio, costituiscono il contesto nel quale parola e immagine (racconto e spazio) intrecciano una sinergia che trova nel fumetto un’espressione articolata: evoluzione della percezione nel contesto urbano tra XIX e XX secolo, meccanizzazione del movimento e percezione degli spazi. Vengono quindi analizzati alcuni elementi dello spazio costruito rispetto ai quali il racconto dello spazio articola strategie visive specifiche (la pianta, la finestra, la facciata, la sezione e la scala). Lo sguardo che struttura uno spazio delimitato e che dialoga con l’intorno attraverso aperture complesse (tra tutte la finestra) conduce alla scoperta delle strategie rappresentative legate a uno spazio urbano nel suo complesso. La ricerca approfondisce, attraverso la comparazione di momenti narrativi legati alla città nella sua dimensione complessiva, l’oggetto urbano nel suo insieme con un approfondimento storico che mette in evidenza il rapporto elettivo tra fumetto e città. Vengono quindi esplorati, sulla falsariga di una serie di movimenti all'interno della città, temi come il riconoscimento, l'orientamento, l'attraversamento e il perturbante architettonico. Guida e elemento unificante di questo percorso è lo sguardo (la posizione della telecamera, se vogliamo utilizzare una metafora cinematografica) di un ipotetico osservatore che muove dall’interno di un edificio verso la città (e oltre). Un osservatore che esplora lo spazio traendone una sintesi e una lettura d’insieme articolata e che si rende capace, attraverso la mise en page del fumetto, di gestire la complessità urbana, tra il dettaglio e l’insieme.
La recherche enquête sur le fonctionnement du récit séquentiel par images (bande dessinée) pour une meilleure compréhension et une représentation plus efficace de l'espace bâti. Bande dessiné comme outil cognitive, de planification et de communication. Sont pourtant examinées les questions qui, à travers l'histoire de la représentation et de la conception de l'espace, forment le contexte dans lequel les mots et les images (narratifs et espace) tissent une synergie qui trouve son expression dans la bande dessinée: évolution de la perception dans le contexte urbain XIXe et XXe siècle, la mécanisation du mouvement et les modifications dans la perception de l'espace. Ils sont ensuite analysés les éléments de l'espace bâti par rapport auquels la bande dessinée articule des stratégies visuelles spécifiques (la plante, fenêtre, fa çade, la section et l'échelle). L'aspect et la structure d'un espace confiné qui communique avec l'environnement à travers des ouvertures complexes (par exemple les fenêtres) conduit à la découverte des stratégiesreprésentatives liées à l’espace de la ville dans son ensemble. La recherche explore, à travers la comparaison des moments narratifs liés à la ville dans sa taille globale (échelle urbaine), l'objet urbain dans son ensemble avec une étude historique qui met en évidence la relation élective entre la bande dessinée et les villes. Ils sont ensuite explorés, le long des lignes d'une série de mouvements dans la ville, des questions comment la reconnaissance, l'orientation, le passage et l'architecture “perturbante”. Elément conduisant de ce chemin est le regard (la position de la caméra, si l'on veut utiliser une métaphore cinématographique) d'un observateur hypothétique qui se déplace à l'intérieur d'un bâtiment à la ville. Un observateur qui explore l'espace pour nous montrer une lecture de l'ensemble qu'il est capable, par la mise en page de la bande dessinée, de gérer l'écart entre le détail et l'ensemble.
This research analyzes the operating modes through which the language of comics can afford a better understanding and a more effective representation of the built space. Comics therefore understood as cognitive, planning and communication tool. Issues are examinated that, through the history of representation and conception of space, form the context in which words and images (narrative and space) weave a synergy that finds expression in the comic: the evolution of the perception in the urban context the nineteenth and twentieth century, the mechanization of movement and the changing of the perception of urban space. They are then analyzed some elements of the built space with respect to which the language of comics articulates specific visual strategies (the plant, window, front view, the section and the scale). The look of a confined space that communicates with the surroundings through complex openings (for example the window) leads to the discovery of representative strategies linked to an urban space as a whole. The research explores, through the comparison of narrative moments related to the city in its overall size (urban scale with a historical study that highlights the elective relationship between comics and cities. They are then explored, along the lines of a series of movements within the city, issues such as recognition, orientation, crossing and “uncanny” architecture. Help and unifying element of this path is the gaze (the camera position, if we want to use a cinematic metaphor) of a hypothetical observer who moves from inside a building to the city (and beyond) . An observer who explores space drawing a synthesis and a reading of the city which seem precious and articulate and that it is capable, through the “mise en page” proper of the comic, to manage the gap between the detail and the whole urban space.
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Ancarani, Hillary y Maria-Francesca Muccioli. "Frammenti di storie: Conservare e costruire nel comparto Birarelli ad Ancona". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20642/.

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Lo studio compiuto ha come oggetto ruderi inerenti al periodo romano, medievale e moderno, attualmente senza alcuna protezione adeguata e sottoposti ad un progressivo degradamento a seguito della demolizione del fabbricato presente sopra di essi. Quest’ultimo sorgeva internamente al perimetro ellittico dei resti dell’anfiteatro di Ancona. Obiettivo di questa tesi è la conservazione di questi resti e la progettazione di un edificio al di sopra di essi che potesse proteggerli ed essere a servizio dell’area archeologica presente nei pressi del sito e del Segretariato Regionale del MiBACT per le Marche. Oltre che sul singolo volume si è svolto un lavoro di valorizzazione dell’intero comparto. Preliminarmente alle operazioni di progettazione è stato svolto un attento lavoro di ricerca d’archivio e uno scrupoloso rilievo del manufatto, il quale ha permesso di individuare le modalità d’intervento più idonee per approcciarsi a questo complesso contesto archeologico così denso di stratificazioni.
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Ceccoli, Giulio. "Recupero e valorizzazione dei borghi minori. Analisi sistematica del patrimonio costruito di San Giovanni Lipioni (CH)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Resumen
Il fenomeno dello spopolamento e dell’abbandono di piccole realtà insediative è una dinamica che sta riguardando l’intero territorio europeo, e che porta le piccole realtà locali a cercare modi per far rivivere il proprio territorio e patrimonio culturale, che altrimenti rischia di essere definitivamente perduto in pochi decenni. Negli ultimi anni sono stati stanziati fondi a livello europeo e nazionale per il recupero del patrimonio edilizio in ambito sismico, energetico e di piccoli borghi in via di spopolamento, ma attualmente non esiste un programma nazionale e decreti attuativi specifici per la loro valorizzazione ed il sostegno al ripopolamento. Il progetto di tesi si pone come base per la fase iniziale della stesura di un progetto di valorizzazione e ripopolamento del borgo di San Giovanni Lipioni (CH), attraverso il rilievo di circa 50 edifici del centro storico e la successiva elaborazione dei dati con lo scopo di creare schede di catalogazione catastale, geometrica, tecnica e dello stato di conservazione. La catalogazione viene estesa a due aggregati del centro storico, mentre su un edificio avente la caratteristiche tipiche locali viene proposto un intervento manutentivo, di miglioramento sismico ed energetico. Poiché tale progetto può essere applicato con analoghi interventi su molti altri edifici del centro storico, è possibile definire una procedura esemplificativa da sviluppare poi sugli altri fabbricati rilevati, giungendo anche ad una stima parametrica dei costi totali degli interventi sull’abitato. Il progetto di tesi è finalizzato quindi alla creazione di un modello univoco di mappatura e analisi del patrimonio edilizio da recuperare, abbinato a soluzioni di intervento ritenute consone e stimate dal punto di vista economico. Questo può rappresentare un primo passo conoscitivo di valorizzazione storico-culturale, funzionale ed economica da inserirsi in un disegno più ampio di rinascita di una piccola realtà in attuale stato di spopolamento.
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Ottolini, Roberto <1973&gt. "Costruire Cluny:la definizione dello spazio sacro e dei suoi simboli nell'XI secolo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2533/1/Ottolini_Roberto_Tesi.pdf.

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Ottolini, Roberto <1973&gt. "Costruire Cluny:la definizione dello spazio sacro e dei suoi simboli nell'XI secolo". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2533/.

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Sasdelli, Ilaria y Chiara Patone. "Costruire nella città storica. Intervento di riqualificazione urbana dell'Ex Caserma Masini e dell'area del Baraccano a Bologna". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Resumen
Le città sono organismi in continua espansione, ed il loro progredire non è lineare, ma frutto di addizioni, sovrapposizioni, innesti ed evoluzioni. Intervenire nella città storica significa operare nel rispetto dell’esistente e della dimensione urbana del luogo, con la consapevolezza di appartenere soltanto a una fase di un grande processo in divenire. Ogni città storica possiede spazi incompiuti, abbandonati, o inaccessibili: vuoti urbani che interrompono la logica della struttura insediativa del luogo. Si tratta di aree complesse e problematiche, ma che rappresentano un’opportunità per la ridefinizione di ambienti che sappiano rispondere alle esigenze della società contemporanea. La ricerca di tesi si interroga sui processi di rigenerazione urbana volti a recuperare e a conferire nuova vita a quei brani di città dismessi, perseguendo un’idea di ricostruzione della città su sé stessa. Quello che si propone è un progetto di riqualificazione dell’area dell’Ex Caserma Masini a Bologna, con l’intenzione di restituire questo spazio alla sua città, attraverso la ricucitura di quei rapporti con il tessuto urbano che da tempo risultano sospesi. Inoltre, partendo dall’intervento sull’ex area militare, si vanno a ridefinire anche gli spazi ad essa limitrofi, nella ricerca di una relazione importante con gli edifici monumentali del complesso storico del Baraccano, e di una valorizzazione globale dell’isolato. Obiettivo principale è la riconnessione dell’area, sia fisica che ideale, agli elementi identificativi del luogo, e al contempo la definizione di nuovi luoghi per la comunità.
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Trevisanello, Davide <1974&gt. "“A SCUOLA COSTRUIMMO IL PITAROFONO. LA SCUOLA A TEMPO PIENO NEL COMUNE DI MIRA (1975-1980)”". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18491.

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Resumen
Nel 1975 Mira, popolosa cittadina della Riviera del Brenta, è uno dei primi comuni della provincia di Venezia a iniziare la sperimentazione della scuola elementare a tempo pieno. Molti giovani maestri da poco immessi in ruolo scelgono di insegnarvi poiché l’Amministrazione Comunale di sinistra decide di investire ingenti risorse per costruire nuovi edifici scolastici e finanziare questa nuova tipologia di scuola. E’ l’avvio di un’esperienza didattica innovativa che coinvolge entusiasticamente insegnanti, alunni e genitori. Dallo studio dei registri degli insegnanti conservati negli archivi degli istituti scolastici, dei giornali redatti dai bambini e dalle testimonianze di docenti ed alunni di allora viene alla luce la molteplicità delle attività svolte nel nuovo clima di partecipazione democratica alla vita della scuola, una comunità educativa in cui le classi si aprono e l’attività di laboratorio diventa la norma, garantendo a tutti i bambini le stesse possibilità di riuscita. I primi anni saranno un fiorire di attività e progetti che coinvolgeranno non solo gli studenti e gli insegnanti ma spesso in prima persona anche genitori e nonni.
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GIANNETTI, ILARIA. "Costruire la Scuola. Progetto e produzione in Italia dal dopoguerra agli anni '80". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2012. http://hdl.handle.net/2108/243897.

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La tesi, in storia della costruzione, ricostruisce la programmazione dell'edilizia scolastica sperimentale nel secondo dopoguerra in Italia: terreno di una lunga sperimentazione sull’impiego di sistemi costruttivi alternativi al cantiere tradizionale, che affianca il rinnovamento tipologico dell’edificio-scuola, la pianificazione ha disseminato un fragile patrimonio di “prototipi” che testimoniano, nell’uso, la controversa “via italiana” all’industrializzazione dell'edilizia. A partire dalla letteratura dell’epoca, da numerosi archivi di Enti, progettisti e imprese e, soprattutto, dal ritrovamento e dalla catalogazione della documentazione conservata nell’archivio dell’Ex Servizio Centrale per l’Edilizia Scolastica (SCES) - l’organo esecutivo del Ministero della Pubblica Istruzione, dal 1951 al 1979, incaricato della pianificazione e del controllo tecnico dei progetti delle scuole sperimentali su scala nazionale - la ricerca ha fornito, da un lato, un primo quadro storico d’insieme, una “cronaca dei fatti” e, dall’altro, puntuali analisi storico-tecniche sui numerosi sistemi costruttivi impiegati per la realizzazione delle scuole negli anni ‘60 e ’70, offrendo un contributo specifico e operativo alla conoscenza degli edifici e, conseguentemente, alla loro corretta gestione e valorizzazione
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FREDELLA, CLAUDIA DELIA. "RAGIONARE SUL PASSATO PER COSTRUIRE IL FUTURO Educare alla cittadinanza attiva attraverso lo studio della Storia". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262903.

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Resumen
Nello scenario attuale, in cui le società sono soggette a rapidi cambiamenti nel tessuto culturale, economico, politico e sociale, il tema dell’Educazione alla cittadinanza attiva è divenuto sempre più centrale nella definizione degli obiettivi dei sistemi educativi in tutta Europa, a partire dalla proclamazione nel 2005 dell’Anno europeo della cittadinanza mediante l'educazione e come indicato nel Quadro strategico per la cooperazione europea nell’istruzione e nella formazione (ET2020). Questa urgenza è stata fondante per la costruzione del progetto di ricerca Erasmus+ STEP, Pedagogia della cittadinanza e formazione degli insegnanti: un’alleanza tra scuola e territorio, nella cornice del quale ho condotto parte della mia ricerca di dottorato. In seno al progetto STEP si è lavorato sui temi del vivere insieme, dell’educazione al Patrimonio e allo sviluppo sostenibile con la finalità di promuovere e rafforzare il dialogo e l’integrazione fra i diversi saperi disciplinari che incidono sulla formazione delle competenze di cittadinanza attiva, attraverso il coinvolgimento diretto di bambini e insegnanti in esperienze autenticamente rilevanti. Nella definizione del quadro teorico all’interno del quale si sono svolti gli studi di caso è stato fondamentale avviare una riflessione sui diversi modelli di Educazione alla cittadinanza esistenti e individuare le condizioni necessarie perché il contesto scolastico sia coerente con i valori di una società democratica. Il primo obiettivo dello studio di caso è stato indagare se e come contribuisca a sviluppare competenze di cittadinanza nei bambini della Scuola Primaria una Didattica della Storia che li veda attivi costruttori del proprio sapere, attraverso l’esplorazione del territorio culturale e sociale nel quale vivono e che li coinvolga in ricerche e discussioni in classe. Una particolare attenzione è stata rivolta al tema dello sviluppo del pensiero critico, che la letteratura indica come sottostimato e per monitorarlo si sono analizzate le conversazioni con i bambini durante tutto l’arco di sviluppo del progetto. La seconda domanda che ha guidato la ricerca è stata se e come un percorso di Ricerca-Formazione potesse favorire la costruzione di una comunità di pratica e promuovere negli insegnanti coinvolti nuovi saperi pedagogico-didattici, consapevolmente orientati allo sviluppo di competenze di cittadinanza nei bambini. In quest’ottica è stato previsto uno scambio continuo tra ricercatori e insegnanti con l’obiettivo di dare spazio agli insegnanti per condividere dubbi e difficoltà incontrati durante il percorso. Il secondo focus della ricerca è proprio la formazione insegnanti e l’individuazione di quali modelli di formazione possano produrre un’efficace riflessione sul senso del loro agire professionale e un conseguente miglioramento nelle loro progettazioni didattiche per orientarle alla promozione delle competenze di cittadinanza nei bambini. Si è indagato in particolare con lo studio di caso il modello della Ricerca-Formazione partendo dall’assunto che l’obiettivo della formazione debba essere lo sviluppo di un insegnante riflessivo e consapevole del proprio agire didattico e dell’importanza del processo di decodifica delle proprie rappresentazioni. La seconda parte della ricerca è dedicata appunto alle rappresentazioni dei futuri insegnanti sul significato dell’insegnamento della Storia e su eventuali connessioni con l’Educazione alla cittadinanza attiva. La volontà di condurre uno studio esplorativo, attraverso la somministrazione di questionari agli studenti di Scienze della Formazione Primaria su questo tema è nata dall’osservazione, durante l’analisi dei dati raccolti nello studio di caso, del ruolo cruciale rivestito dalla formazione insegnanti unitamente al fondamentale apporto che la decodifica delle proprie rappresentazioni può fornire allo sviluppo di professionisti riflessivi.
In the current scenario, where societies are changing rapidly in the cultural, economic, political and social context, the issue of Active Citizenship Education has become more and more crucial in defining the objectives of education systems all over Europe, starting with the proclamation in 2005 of the European Year of Citizenship through Education and as set out in the Strategic Framework for European Cooperation in Education and Training (ET2020). This urgency was the cornerstone of the construction of the Erasmus+ STEP research project, Citizenship education and teacher training: an alliance between school and territory, in which I carried out part of my doctoral research. Within the STEP project, work has been carried out on the themes of living together, heritage education and sustainable development with the aim of promoting and strengthening dialogue and integration between the various disciplines that can affect the development of active citizenship skills, through the direct involvement of children and teachers in genuinely relevant experiences. In defining the theoretical framework of the case studies, it was essential to start a reflection on the different existing models of Citizenship Education and to identify the required conditions to ensure that the school context is consistent with the values of a democratic society. The first objective of the case study was to investigate whether and how an History Education that involves them in research and discussion in the classroom can contribute to the development of citizenship skills in primary school children, seeing them as active builders of their own knowledge, through the exploration of the cultural and social territory where they live. Specific attention was paid to the theme of the development of critical thinking, which the literature indicates as underestimated and to monitor it, conversations with children were analyzed during the whole development of the project. The second question that guided the research was whether and how a path of Teacher Professional Development Research, built between school and territory, could foster the construction of a community of practice and promote in the teachers involved new pedagogical-didactic knowledge, consciously oriented to the development of citizenship skills in children. In this perspective, within the case study, a continuous exchange between researchers and teachers was established with the aim of giving space to teachers to share doubts and difficulties faced during the course. The second focus of the research is on teacher training and the identification of which training methods can produce an effective reflection on the meaning of their professional behavior and a consequent improvement in their didactic designs to orient them to the promotion of citizenship skills in children. Within the case study the model of Teacher Professional Development Research was particularly investigated, starting from the assumption that the objective of the training must be the development of a reflective teacher who is aware of his own didactic action and of the importance of the process of decoding his own representations. The second part of the research is dedicated to the representations of future teachers on the meaning of teaching History and on possible connections with Active Citizenship Education. The willingness to conduct an exploratory study, through the submission of questionnaires to students of the degree of Primary Education Science of on this topic was born from the observation, during the analysis of the data collected in the case study, of the crucial role played by teacher training together with the fundamental contribution that the decoding of their representations can provide to the development of reflective practitioners.
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Barbieri, Giorgia <1993&gt. "Porte chiuse nel Vicino Oriente Antico: origine, sviluppo e applicazione di sistemi di sicurezza per regolare l’accesso agli spazi costruiti". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16532.

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Resumen
Il mio lavoro si pone come obiettivo quello di identificare l'origine, lo sviluppo e le applicazioni dei sistemi di chiusura nel mondo antico. Nello specifico si mira ad arrivare ad una interpretazione critica dei livelli di sicurezza stabiliti all'interno degli spazi costruiti attraverso l'esame di fonti archeologiche, etnografiche e scritte, in modo tale da ricostruire le modalità di accesso entro abitazioni ed istituzioni palaziali e religiose.
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Gasparotto, Ilaria. "Costruire l'alterità. Le collezioni etnografiche dei missionari cattolici italiani (1850 - 1925): genealogie ed allestimenti museali". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425243.

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Resumen
This thesis retraces the missionary ethno-exhibitionary phenomenon in Italy between 1850 and 1925. The missionary practice is a particular aspect of the largest phenomenon of spectacularization of otherness which took place in Europe since the early decades of the nineteenth century. My investigation starts from the so-called «Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna», which occurred in Turin in 1858, and ends with the examination of the «Esposizione Missionaria Vaticana», organized by the Holy See for the Jubilee Year 1925. The Lottery in Turin, which had been organized by Giuseppe Ortalda (the diocesan director of the Opera of Propagation of the Faith) is probably the first missionary experience of ethno-exhibition in Italy.
Between the two significant experiences there are many expositive episodes, which, despite their different set-ups, generally contributed to the progressive definition of a genre. The «Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche», which took place in Turin in 1898, is particularly significant: the second chapter deals generously with it. The analysis of the phenomenon highlighted its identity potential. Religious exhibitions were mostly self-representative and had missionary-animation purposes, which have been pursued staging - and building - the otherness which must be evangelized. The thesis, then, highlights significant affinities, in Italy, between catholic and secular ethno-exhibtions. Forging exotic imaginations, they both contributed to the definition of a synthetic national-colonial culture. Missionary museums, which are a particular category of ecclesiastical museums, are the permanent outcome of this phenomenon. An anthropological analysis thus completes my PhD thesis: with reference to some specific case studies (among which stands out, in this essay, the «Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino»), I pointed out the problems related to the collections preserved by contemporary set-ups. The thesis finally reflects on the possible post-ethnographic use of the pieces.
La tesi ricostruisce la pratica etno-espositiva missionaria in Italia tra il 1850 e il 1925, aspetto particolare del più vasto fenomeno di spettacolarizzazione dell'alterità che si è affermato in Europa a partire dal XIX secolo. L'indagine prende le mosse dall’analisi della prima esperienza missionaria di esibizione di oggetti esotici registrata in Italia (la Lotteria a favore dei missionari cattolici figli del Regno di Sardegna, organizzata nel 1858 dal direttore dell'Opera della Propagazione della Fede di Torino Giuseppe Ortalda) e si conclude con l’esame dell’Esposizione Missionaria Vaticana, organizzata dalla Santa Sede per l'anno giubilare 1925. Tra le due significative esperienze si collocano numerosi episodi espositivi, che pur differendo talvolta anche sensibilmente negli allestimenti, contribuirono complessivamente alla progressiva definizione di un genere. Va ricordata in particolare l'imponente Esposizione d'Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche di Torino del 1898, affrontata nel secondo capitolo. L'analisi degli eventi espositivi ne ha evidenziato soprattutto il potenziale identitario. Le mostre religiose ebbero intenti perlopiù auto-rappresentativi e di animazione missionaria, perseguiti tuttavia con abbondante ricorso alla messa in scena - e alla costruzione - dell'alterità da evangelizzare. Nella tesi sono messe in luce sensibili affinità in Italia tra le pratiche etno-espositive missionarie e quelle laiche: nel forgiare immaginari esotici le une e le altre contribuirono in definitiva alla definizione sintetica di una unica cultura coloniale nazionale. Esito permanente del fenomeno otto e novecentesco sono i musei missionari, categoria particolare dei Musei ecclesiastici. Un'analisi antropologica completa dunque la tesi: in riferimento ad alcuni casi studio specifici (tra i quali risalta in questa sede, per qualità d'analisi, il Museo etnografico e di Scienze Naturali dei Missionari della Consolata di Torino), vengono evidenziate le problematicità delle collezioni conservate dagli allestimenti contemporanei. La tesi si conclude con una riflessione sul possibile uso post-etnografico dei pezzi.
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Cuccurullo, Lidia. "Costruire una nazione nell'Italia preunitaria : religione e politica nelle comunità albanesi di rito greco di Calabria e di Sicilia". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86059.

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POTESTA', GIORGIA. "Architettura Monumentale ed HBIM. Il Bel San Giovanni come paradigma per la modellazione del patrimonio storico costruito". Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1493288.

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Resumen
La modellazione virtuale 3D di qualsiasi artefatto implica la composizione organizzata di elementi digitali. Questo processo è comune a qualsiasi processo di modellazione 3D ma, applicato ai sistemi BIM, mostra una buona corrispondenza nei processi di costruzione tra il mondo virtuale e quello reale. Ogni edificio, infatti, può essere considerato come un insieme coordinato di semplici elementi tecnologici, collegati tra loro da logiche progettuali e tecniche costruttive; così anche gli edifici esistenti possono essere destrutturati in elementi ricorrenti, soprattutto se le operazioni di rilievo architettonico rivelano la regolarità di alcuni schemi geometrici. La ricerca indaga la possibilità di definire una precisa metodologia applicativa del Building Information Modeling al patrimonio costruito storico, riflettendo sulle potenzialità e sulle problematiche che il processo può avere in questo specifico campo di applicazione. L'approccio HBIM muove da un rilievo integrato, secondo le cosiddette tecniche scan-to-BIM, che consentono l'importazione della nuvola di punti all'interno del software di modellazione parametrica. Fase cruciale nella modellazione dell'antico è la definizione di un processo metodologico basato sull'individuazione degli elementi architettonici e un'attenta pianificazione della loro trasposizione in oggetti parametrici; la strutturazione semantica degli elementi compositivi rappresenta il passaggio interpretativo che l'operatore è chiamato a compiere. In questo quadro, lo studio presenta l'applicazione di queste riflessioni al Battistero di San Giovanni a Firenze, che diviene il caso studio. Attraverso la modellazione del monumento, rilevante dal punto di vista storico e per le sue particolari caratteristiche stilistiche e geometriche, la ricerca si concentra sulla definizione di una strategia valida e coerente per l'implementazione dei sistemi HBIM, sulle specifiche tecniche e terminologiche, su potenzialità, criticità e obiettivi dei modelli parametrici per il costruito storico.
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IPPOLITI, ELENA. "Il rilievo dei centri storici per la conoscenza e la conservazione. Tesi del dottorato di ricerca in “Rilievo e Rappresentazione del Costruito”, VI ciclo, sede amministrativa Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Facoltà di Architettura, Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo, 1995. Tutor prof. Mario Docci". Doctoral thesis, 1995. http://hdl.handle.net/11573/218823.

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Resumen
Il principale tema della tesi riguarda la definizione di un quadro di riferimento (culturale, metodologico, di esperienza scientifica e operativa) nel rilievo urbano e, nello specifico, nel settore dei centri storici, che stabilisca non solo in cosa debbano consistere e quali debbano essere gli elaborati, quali precisioni debbano essere rispettate, quali tecniche e strumentazioni debbano essere utilizzate, ma, soprattutto, quali temi debbano essere indagati, quali attenzioni debbano essere rivolte e a che cosa, quali approfondimenti siano necessari. Per la definizione di questa metodologia critico-operativa e’ stato necessario costruire un “quadro di riconoscimento” della realta’ indagata (del centro storico nella sua totalita’, nelle relazioni con il contesto territoriale e nelle sue componenti elementari) attraverso il quale pervenire all'individuazione dei “temi” di indagine rispetto ai quali progettare e organizzare le operazioni di rilievo. Successivamente sono state poi definite le “categorie” di analisi attraverso cui condurre l'indagine, ed infine i “modi” e le “forme” in cui si attua la conoscenza stessa attraverso il rilievo, inteso come costituito delle due fasi complementari, quella del momento dell'acquisizione del dato e quella della costruzione dell'informazione attraverso la rappresentazione. Per il raggiungimento di questo obiettivo il primo passo e’ consistito nell'approfondimento della letteratura e delle esperienze connesse e riferibili al tema della ricerca, il rilievo di un centro storico, realizzato attraverso una ricerca bibliografica e la valutazione ed elaborazione critica degli studi e delle posizioni culturali, legislative ed operative inerenti e connesse. In questo senso gli argomenti trattati hanno avuto principalmente l'obiettivo di chiarire e approfondire, e nello stesso tempo di definire e delimitare, il senso, il significato e il valore dei due termini di riferimento fondamentali per la presente ricerca: rilievo e centro storico. Presupposto del presente studio e’ che l'azione della conoscenza, e quindi la comprensione, e’ pregiudiziale all'azione di tutela, salvaguardia e conservazione. Il rilievo - nelle sue accezioni di comprensione, evidenziazione, ricostruzione - si propone come processualita’ di atti che si realizza nella concretezza dello svolgersi delle operazioni: e’ nel procedere stesso, nell'operare, che si attua la conoscenza. Il rilievo non e’ semplice riproduzione meccanica del reale, ma ha soprattutto un carattere interpretativo: del fenomeno che ci si appresta a studiare e’ necessario preventivamente formulare dei modelli interpretativi, che riducano la complessita’ dell'oggetto in modo che questo diventi a noi conoscibile. Nell'ambito di questa ricerca il rilievo e il rilevare sono strumenti di lettura e di analisi irrinunciabili per la conoscenza del reale, conoscenza che si attua attraverso una pratica intellettuale con la quale il fenomeno indagato viene dapprima riconosciuto, quindi interpretato - discretizzato ed infine classificato. Questo vuol dire che per conoscere e’ necessario innanzitutto riconoscere, e che la stessa conoscenza non puo’ essere comunicata, trasmessa se non viene classificata, tipizzata. Il significato che qui si vuole attribuire al rilievo e’ quello della documentazione, sincronica e diacronica (per la conoscenza e la conservazione) che sappia cogliere dell'oggetto di studio sinteticamente l'individualita’ e comprenderne analiticamente gli elementi che lo compongono. Una concezione che e’ ben conscia dell'impossibilita’ del raggiungimento dell'esaustivita’ e della completezza, ma che d'altra parte nega valore alla conoscenza settoriale condizionata da un uso limitato e specifico che perde i contatti con la globale comprensione della realta’ indagata. Questo porta alla proposta della definizione di rilievo “tematizzato” (tipizzato), che significa invece impostare la processualita’ delle operazioni di un rilievo intorno a dei temi che ne costituiranno la struttura e il progetto. Un rilievo, dunque, indipendente dal fine, ma che per contro ammette molte utilizzazioni. Le successive argomentazioni hanno riguardato la definizione del quadro di riferimento, ovvero la "tipizzazione delle sue caratteristiche", il che ha necessitato l'approfondimento dell'oggetto della presente ricerca, il centro storico, un manufatto complesso, risultato di successive modificazioni, trasformazioni e stratificazioni, ma anche espressione, immagine di un'idea, di una determinata cultura e di una determinata organizzazione sociale. Un fenomeno dunque molto articolato, in cui una determinata organizzazione dello spazio (sia nelle sue connotazioni fisico-spaziali sia in quelle simboliche) esprime l'appartenenza degli uomini ad un particolare luogo in un determinato tempo, e quindi le relazioni tra questi la storia e gli eventi naturali. La comprensione di un fenomeno cosi’ complesso puo’ attuarsi solo a patto di considerare tanto il sistema di relazioni che il centro storico intrattiene con il territorio, quanto il sistema di relazioni che lega gli elementi che lo costituiscono. Per la definizione della una metodologia per la lettura e l'analisi dei centri storici e’ stata cosi’ proposta una articolazione, una gradualita’ del processo conoscitivo, relazionata ad una corrispondente articolazione riscontrabile nel fenomeno che ci apprestiamo ad indagare, facendo cosi’ corrispondere ai modelli interpretativi della realta’ indagata dei modelli operativi strumentali alla messa in atto del processo conoscitivo del rilievo. Il punto di partenza e’ consistito nella scomposizione del fenomeno da analizzare e nella classificazione degli elementi che lo compongono. Il metodo proposto individua all'interno del fenomeno urbano una qualificazione scalare dei fatti costruiti in funzione della loro “ampiezza” (la scala territoriale, la scala urbana, la scala edilizia, la scala architettonica) a cui corrisponde una gradualita’ della conoscenza, che si attua con modalita’ e procedure differenziate. Il percorso conoscitivo proposto procede dal generale al particolare, ma affrontando iterativamente il fenomeno prima nella sua totalita’ e poi nei suoi elementi costitutivi. Pertanto i fenomeni individuati ed analizzati dapprima in funzione delle “classi d'ampiezza” sono poi analizzati in quanto individuo, organismo, struttura, elemento. Ad esempio, il centro storico nella sua complessita’ e totalita’ e’ stato considerato in quanto manufatto unico, individuale, irripetibile, ma e’ stato anche analizzato come particolare attuazione concreta di una tipologia insediativa, ed e’ anche stato studiato come composto di parti, di elementi considerati come tasselli di un mosaico, dotati ognuno di determinate qualita’ organizzative dello spazio. Infine sono poi definite le categorie con cui condurre l'analisi di un centro storico, sia nei rapporti con il territorio, sia nelle relazioni con i singoli elementi costituenti. Si e’ ritenuto basilare verificare via via le ipotesi teoriche che si andavano delineando, attraverso la sperimentazione condotta su un campione di studio, un centro storco di limitate dimensioni, individuato in Monte Castello di Vibio, in provincia di Perugia a dieci chilometri da Todi. Dal confronto tra ipotesi metodologiche e risultati sperimentali ottenuti sono state tratte le conclusioni della ricerca. I risultati della ricerca sono stati raccolti in un volume e organizzati in due parti. Nella prima, dal titolo “Il quadro teorico”, vengono sviluppati, indagati e sistematizzati i temi e gli argomenti di tipo teorico, considerati irrinunciabili e indispensabili per lo sviluppo della ricerca. Nella seconda parte, dal titolo “La sperimentazione. Il rilievo di un centro storico tipo: Monte Castello di Vibio”, sono stati applicati e verificati alcuni dei temi teorici sviluppati precedentemente, in riferimento al centro storico tipo prescelto per la sperimentazione.
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BIAGINI, CARLO. "Dalla lettura tipologica e manualistica al progetto di recupero. Metodi e strumenti per la valutazione della trasformabilità dell'edilizia ospedaliera storica". Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/1008128.

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La ricerca ha individuato quale ambito di indagine il tema della trasformabilità degli edifici esistenti, affrontato negli aspetti sia metodologici che più generali di valorizzazione delle risorse storico-culturali delle preesistenze. Il problema generale è quello di valutare la compatibilità di due categorie di fattori: da un lato le prestazioni offerte dall’edificio correlate ad uno specifico assetto tipo-morfologico; dall’altro i requisiti richiesti dalle nuove destinazioni d’uso ipotizzabili in ordine agli aspetti di sicurezza, fruibilità e benessere del sistema ambientale. Nel quadro delle dismissioni del capitale sociale ottocentesco avvenuto a partire dagli anni ’70, l’edilizia ospedaliera rappresenta un caso emblematico in cui il problema della trasformabilità si pone in maniera evidente nelle sue molteplici valenze, sia per l’entità del patrimonio disponibile, che per la difficoltà di prefigurare nuovi usi in rapporto alle istanze emergenti dal corpo sociale. La prima fase di ricerca è quindi afferita al tema della lettura tipologica della preesistenza, nella quale oltre ad aver assunto i tradizionali metodi di indagine, si è ritenuto necessario approfondire i rapporti che l’oggetto dell’analisi era venuto istaurando al momento della sua edificazione con il contesto tecnico-culturale del proprio tempo, al fine di dare corpo ad un’idea di realtà costruita in accordo con le prospettive della “cultura materiale”. La fase successiva ha previsto l’individuazione di casi studio, che sono stati indagati attraverso un percorso di conoscenza, guidato dal rilievo architettonico, esperito attraverso metodologie di rilevamento diretto e strumentale. In tale ambito è stata affrontata la “storia della costruzione” di questi edifici, analizzata in tutte le fasi del processo realizzativo (dalla programmazione alla esecuzione attraverso il progetto), in quanto considerata non solo un momento di approfondimento culturale, ma strumento prezioso per l’acquisizione di elementi di giudizio, sui quali fondare l’esperienza progettuale per il recupero della preesistenza. A tal fine ha avuto una grande rilevanza nella ricerca lo studio della letteratura tecnica (manuali, riviste, periodici, ecc.) e di altre fonti documentarie dirette (capitolati, contratti, elenco dei prezzi di lavorazioni, ecc.), in quanto hanno permesso di riscoprire non solo le “regole dell’arte”, ma soprattutto il “ragionamenti” che sottendevano il processo progettuale. Nell’800 per l’edilizia ospedaliera si definiscono per la prima volta nuovi approcci progettuali di tipo multidisciplinare, in cui il campo operativo dell’”Architettura Pratica” si estende anche alle aree di ricerca delle scienze mediche, dell’igiene e dell’ingegneria sanitaria con rilevanti implicazioni a livello tipologico. La fase conclusiva della ricerca ha previsto l’applicazione delle metodologie di valutazione della trasformabilità delle preesistenze storiche al caso dell’ex-ospedale psichiatrico “V. Chiarugi” in San Salvi a Firenze.
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Stefanini, Sara. "Il Patrimonio architettonico delle culture del Maghreb a rischio di scomparsa per perdita di conoscenza ed aggressione ambientale. Valutazione delle vulnerabilità e del rischio sismico della medina di Fes in Marocco". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1190289.

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Resumen
The research project intends to develop a methodology for the conservation of the architectural heritage in the Maghreb countries, threatened by both natural (in particular seismic events) and anthropic attacks (loss of knowledge and uncritical affirmation of technological cultures incompatible with the previous ones). The field of application of the study was the Medina of Fes in Morocco, considered a representative example of the processes and dynamics in progress. The theme of preservation of cultural heritage is investigated following a multidisciplinary approach in which the purely technical aspects have been addressed by seeking comparison with socio-cultural aspects. In order to gain an in-depth knowledge of the systems and construction types characterizing the area under investigation, it was decided to study the living and construction culture in northern Morocco and specifically in the Fes region, paying attention, thanks to field investigations, on the main critical points of the buildings and on the techniques that can be associated with the “rule of the art”, including those devices that seem to play a role in contrasting the seismic action. In addition, for the same purpose, a survey campaign was carried out on traditional masonry as representative of recurrent types, trying to associate a structural assessment with it and verify its mechanical properties. In particular, the following were carried out: a) physical-mineralogical analyses on mortar and brick samples; b) mechanical characterization tests, i.e. compression tests, indirect traction tests and three-points-bending tests for on brick samples; c) an evaluation of the efficiency of the different wall types through the application of the Wall Quality Index (IQM) integrating it into the GNDT data form; d) tilt tests on wall models to assess the contribution to the resistance in the plane of the walls by the wooden “radications”, characteristic of the local construction technique. The results obtained allowed to support the subsequent analysis phase related to the evaluation of seismic vulnerability, a subject that has not yet been sufficiently studied in the Maghreb area. A methodology is then proposed for assessing the seismic vulnerability calibrated on the specific characteristics of historical settlements (essentially consisting of patio buildings in aggregate) that can be extended and replicated in other similar contexts. The proposed method is based on the II level GNDT Vulnerability Index and allowed the realization of vulnerability curves, fragility curves, damage scenarios for different seismic intensities and loss scenarios. The results of the vulnerability assessment are also presented through their spatial distribution in the form of maps created in the GIS environment. Finally, the proposed methodology for the assessment of seismic vulnerability was applied a second time to the case study imagining that it had performed a consolidation of the building through the implementation of interventions for coherent and mechanically compatible with the historicized building structural reinforcement.
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PACELLI, FLAVIA. "Pianificare, fondare e costruire una città: i processi edilizi alla luce delle fonti cuneiformi di Sargon II (721-705 a.C.), tra esigenze tecniche e ideologia reale". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1361626.

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Resumen
La presente ricerca di Dottorato intende indagare i processi di costruzione in periodo neo-assiro, facendo luce su uno degli eventi più emblematici verificatesi nell’VIII secolo a.C. in Assiria: l’edificazione di una città di nuova fondazione da parte di Sargon II (721-705 a.C.), costruita affinché diventasse la capitale dell’impero. La scelta ponderata di dedicare lo studio a questo preciso caso si fonda sulla volontà di analizzare, attraverso l’esamina di fonti primarie di natura differente, i principali processi che adducono alla nascita di un centro urbano in epoca imperiale, cercando di soddisfare per quanto possibile i principi di diacronia e coerenza metodologica. Le diverse tipologie di fonti epigrafiche vagliate (lettere, iscrizioni reali, documentazione amministrativa) permettono di far luce su diversi aspetti del processo edilizio e di ragionare sulle reali sequenze lavorative inquadrate nel contesto politico, ideologico e cultuale all’interno del quale si sviluppano: poiché fondare e costruire una città ex nihilo si pone, secondo la concezione dell’uomo mesopotamico, come un atto straordinario e rischioso, così il complesso insieme di attività pratiche dovevano tanto far fronte alle esigenze tecniche di costruzione, quanto rispettare tutta quella serie di principi sui quali si fondava l’assetto ideologico-religioso di prima età sargonide. Lo studio qui presentato si pone dunque l’obiettivo, attraverso l’integrazione di dati desunti dalle diverse tipologie di fonti, di ricostruire le modalità di edificazione di una città in periodo neo-assiro, rivolgendo l’attenzione alle fasi lavorative attestate durante la costruzione di Dūr-Šarrukīn. Il caso studio della città di Sargon II permette di indagare tanto i procedimenti tecnico-pratici, documentati dalla corrispondenza reale, quanto l’assetto ideologico-politico all’interno della quale essi venivano espletati. Inoltre, la possibilità di fare affidamento su un sì variegato complesso di informazioni di natura eterogenea ha consentito non solo di indagare la mera attività produttiva, in termini di costruzione di edifici e produzione di oggetti, ma soprattutto di sondare gli aspetti distintivi del processo edilizio, tra cui la struttura organizzativa e le problematiche ricorrenti durante le diverse fasi operative. L’opportunità di approfondire tematiche di tale genere mira quindi a ottenere a una visione realistica e pragmatica dell’atto costruttivo, inquadrata nel contesto storico e ideologico nel quale si sviluppa. In conclusione, la presente Tesi di Dottorato vuole offrire un metodo di indagine e una serie di interpretazioni volte a indagare gli atti di fondazione e costruzione nel Vicino Oriente antico attraverso una prospettiva coerente e pluridisciplinare.
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ALESSANDRA, Campanari. "“IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Resumen
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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