Literatura académica sobre el tema "Costruito storico"

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Artículos de revistas sobre el tema "Costruito storico"

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Sung, Myung-Je y Jeong-Hyun Kim. "Una rassegna psichiatrica sul figlicidio". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n.º 3 (diciembre de 2012): 77–96. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-003005.

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Resumen
Il diritto penale disciplina l'infanticidio diversamente, a seconda dei periodi storici e del ruolo ricoperto dalla madre nella famiglia e nella societŕ. L'autrice ne traccia lo sviluppo storico, la attuale disciplina e l'applicazione fattane dalla giurisprudenza. Dal fatto che l'infanticidio sia punito piů gravemente o meno dell'omicidio, e dalle circostanze che determinano la sua disciplina differenziata rispetto all'omicidio in generale, si evidenzia la specificitŕ del ruolo materno come storicamente costruito nelle diverse societŕ e l'immagine della Madre propria dei diversi sistemi penali.
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Talŕ, Paola. "Acque trasportate: l'acquedotto di Colognole e l'entroterra di Livorno". STORIA URBANA, n.º 125 (abril de 2010): 169–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125009.

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Resumen
Costruito tra il 1793 e il 1872 su progetto di illustri architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche Granducali, l'Acquedotto di Colognole funziona per la cittŕ fino al 1957; da allora viene abbandonato e approvvigiona solo alcuni piccoli centri collinari. Oggi ci troviamo di fronte ad un manufatto monumentale che ha perso la funzione per cui era stato costruito, ma non il suo valore storico e architettonico e la relazione con il paesaggio. La costruzione di questo acquedotto ha segnato l'evoluzione delle consuetudini delle popolazioni collinari e dei territori che ha attraversato trasformandone gli scenari. La comprensione dei complessi cambiamenti nel tempo consente una lettura del paesaggio di grande attualitŕ in merito a rilevanti questioni di conservazione e tutela. Il contributo inquadra il tema a partire dalle accresciute necessitŕ dell'approvvigionamento idrico della cittŕ e del porto di Livorno, illustra la complessa articolazione del lungo cantiere per la costruzione del nuovo acquedotto; infine dedica un'ultima parte all'importanza della conoscenza geografica del paesaggio, cosě come emerge dalle descrizioni dalle principali guide storiche del XIX secolo e dalle vicende della realizzazione della Passeggiata degli Acquedotti.
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Sirolli, Arianna y Alessandro Sirolli. "Effetti psicologici e sociologici della gestione post-sisma L'Aquila". GRUPPI, n.º 3 (octubre de 2011): 77–83. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003008.

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Resumen
Gli autori commentano la realtŕ condivisa dagli abitanti dell'Aquila in seguito al terremoto che ha distrutto il centro cittadino dal punto di vista della perdita di un luogo identitario, una base sicura collettiva, una cornice di senso. La "cittŕ fantasma" si configura, allora, come un non-luogo, nell'accezione che Marc Augé attribuisce a questo termine. L'unica possibilitŕ di ricostruire un Sé individuale e collettivo e di riallacciare i legami sociali passa, quindi, necessariamente, attraverso la ricostruzione del centro storico. Questi commenti sottendono una critica agli interventi operati dalla Protezione Civile e decisi dalla politica che hanno effettuato una "deportazione" degli abitanti delle zone piů colpite e hanno costruito ex-novo una cittŕ senza la partecipazione democratica degli aquilani.
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Paradiso, Michele, Chiara Bini, Natascia Crescenzi y Carlos Humberto Gómez Arciniegas. "LA CHIESA DI SANTA LUCIA DI GUANE - BARICHARA: ANALISI STRUTTURALE PER LA SUA SALVAGUARDIA". Revista M 15 (16 de agosto de 2019): 8–27. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2176.

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Resumen
L’articolo si riferisce allo stato di degrado strutturale della Chiesa di Santa Lucia, in Guane, Comune di Barichara, nel Dipartimento di Santander (Colombia). Lo studio fu effettuato negli anni 2012-2013 in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Universidad Santo Tomás, sede Bucaramanga. E’ stata applicata la metodologia tipica indicata dalle Carte Internazionali del Restauro di ICOMOS-UNESCO. Il quadro fessurativo, complesso e preoccupante, che presentava la Chiesa, Monumento Nazionale, alla data della presa in carico del lavoro, é conseguente al cedimento verticale delle fondazioni, peraltro molto scarse, dell’angolata destra in facciata principale. Lo studio che qui si presenta indica le soluzioni di messa in sicurezza dell’edificio e le ipotesi di massima per un suo consolidamento, con tecniche non invasive. L’occasione di questo racconto é per gli autori, anche l’occasione per riflettere sulle dinamiche di gestione a livello nazionale, della conservazione del patrimono storico costruito. Dinamiche che appaiono lente, estremamente burocratizzate e accompagnate da scarso dialogo tra le istituzioni preposte alla salvaguardia del bene storico. Il lavoro si é poi concretizzato, per le due coautrici, nella loro tesi di laurea in architettura, discussa presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze nell’a.a. 2012-2013.
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Rota, Marco. "Welfare aziendale e alimentazione alla Dalmine: dalle origini al secondo dopoguerra". STORIA IN LOMBARDIA, n.º 2 (septiembre de 2020): 133–59. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002007.

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Resumen
Il coinvolgimento delle imprese nel settore dell'alimentazione popolare costituisce un fenomeno storico significativo ed estremamente articolato. L'articolo analizza le molteplici provvidenze alimentari varate dalla Dalmine nel quadro delle politiche di welfare aziendale, ricostruendo un caso peculiare di integrazione fra agricoltura e industria in un contesto sociale e territoriale fortemente plasmato dall'impresa. Inizialmente vengono descritte le politiche annonarie attuate sino alla fine degli anni Venti, attraverso lo snodo cruciale della Grande Guerra. Nella seconda parte si esaminano le strutture agricole e le provvidenze alimentari sviluppate dalla Società durante gli anni Trenta, in sintonia con gli orientamenti autarchici del regime fascista. In seguito, vengono analizzate le politiche implementate durante il secondo conflitto mondiale, quando la drammatica carenza di generi di consumo e le difficoltà di approvvigionamento costrinsero la Dalmine ad ampliare il proprio ruolo sociale, in maniera non dissimile rispetto ad altre grandi imprese italiane. Nell'ultima parte si osserva l'evoluzione delle provvidenze alimentari e delle strutture agricole nei primi anni del dopoguerra, entro il quadro di una ridefinizione complessiva dell'intero sistema di welfare aziendale costruito nei decenni precedenti
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano y Roberta Bonelli. "La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junio de 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Resumen
Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Guerrieri, Claudia. "Linked open data e rappresentazione del patrimonio culturale: un caso applicativo per diffondere la conoscenza dei beni culturali ecclesiastici nel web semantico". DigItalia 17, n.º 1 (junio de 2022): 184–202. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00047.

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Resumen
Nel dominio dei beni culturali molte organizzazioni stanno applicando le tecnologie del web semantico e hanno affrontato progetti – alcuni dei quali sperimentali – di pubblicazione dei dati descrittivi del patrimonio culturale in linked open data (LOD): la sfida è far affiorare la conoscenza rappresentata dai dati rendendola immediatamente interpretabile dalle macchine. Attraverso la delicata fase di definizione non ambigua dei concetti e delle relazioni che rappresentano una determinata porzione di realtà (modellazione dei dati) il web semantico si pone come strumento per far emergere significati e produrre nuove relazioni reciproche. Questo contributo ha l’obiettivo di porre le basi per una prospettiva strategica di produzione e pubblicazione di LOD del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB – Beni ecclesiastici in web, scelto come esempio altamente rappresentativo del dominio culturale in virtù non solo dei suoi numeri – circa 12 milioni di schede descrittive di beni culturali di proprietà ecclesiastica – ma soprattutto della modalità in cui è costruito e quotidianamente popolato. Il portale è ideato e coordinato dall’Ufficio nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio nazionale BCE – CEI), con l’ambizione di offrire una lettura d’insieme sui beni culturali di proprietà ecclesiastica conservati in Italia, dove gli authority data assumono il ruolo di punto di snodo per la tessitura di relazioni tra risorse culturali di natura diversa (risorse storico-artistiche, architettoniche, bibliografiche, archivistiche, fotografiche, istituti di conservazione). La proposta di integrazione nel web semantico del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB mira al raggiungimento di una piena interoperabilità semantica, attraverso l’analisi delle ontologie già presenti nel dominio culturale, per favorirne un loro riuso. BeWeB è dunque un case study presentato e introdotto da un inquadramento generale, utile a spiegare il contesto in cui sono inscritte le tecnologie che abilitano la realizzazione del web semantico e dei progetti di costruzione dei grafi della conoscenza (knowledge graph).
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Giambruno, Mariacristina, Sonia Pistidda, Benedetta Silva y Francesca Vigotti. "Territori marginali e pandemia: quale ruolo per il patrimonio costruito?" TERRITORIO, n.º 97 (febrero de 2022): 52–60. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12927.

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Resumen
Quale impatto avrà la pandemia in relazione al ritorno nei territori marginali e al conseguente ripopolamento dei borghi storici che a questi territori appartengono?Il recente e intenso dibattito, nonché le opportunità che potranno scaturire dal Next Generation EU, sembrano dare qualche segnale positivo per tornare ad abitare questi luoghi grazie alla soluzione di almeno alcuni dei problemi che ne avevano aggravato lo spopolamento.Ciò che non sembra ancora sufficientemente indagato, invece, è il ruolo che in questo processo potrebbe giocare proprio la consistenza storica dei borghi cosiddetti marginali, il loro costruito e opportuna conservazione.L'analisi di alcune strategie nate pre-pandemia, che a causa di essa hanno avuto un impulso, è occasione per avviare alcune riflessioni sul tema.
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CAMEROTA, FILIPPO. "TWO NEW ATTRIBUTIONS: A REFRACTIVE DIAL OF GUIDOBALDO DEL MONTE AND THE ROVERINO COMPASS OF FABRIZIO MORDENTE". Nuncius 18, n.º 1 (2003): 25–38. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00549.

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Resumen
Abstracttitle RIASSUNTO /title In questo articolo si propongono due nuove attribuzioni riguardanti due strumenti legati dalla comune provenienza urbinate, e precisamente dalla bottega del noto costruttore di strumenti scientifici Simone Barocci. Entrambi sono descritti da Muzio Oddi che offre la testimonianza decisiva per la loro attribuzione. Il primo un raro orologio a rifrazione conservato al Museo di Storia della Scienza di Firenze, documentato nella collezione medicea fin dal 1574 e identificabile con quello che Oddi afferma essere stato fatto costruire ad Urbino nel 1572 da Guidobaldo del Monte. Il secondo un compasso di proporzione conservato al Museo Correr di Venezia, in tutto corrispondente alla descrizione di un compasso che Oddi dice costruito da Simone Barocci per ordine di Fabrizio Mordente intorno al 1570. Quest'ultimo la prima versione del noto compasso che Mordente divulgher negli anni successivi attraverso i suoi trattati.
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Giannichedda, Enrico. "Costruire storie e raccontare produzioni". Ex Novo: Journal of Archaeology 5 (24 de mayo de 2021): 119–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v5i.416.

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Resumen
Prendendo le mosse dalle recenti acquisizioni dell’archeologia cognitiva, Michele Cometa, uno specialista di storia e teoria della letteratura, affronta in un corposo volume una questione fondamentale: la relazione fra produzione di utensili (i cicli produttivi), evoluzione del linguaggio, sviluppo di capacità narrative finalizzate a raccontare ‘storie’ utili. Una questione che, a mio avviso, non può riguardare soltanto gli specialisti della preistoria antica e dei processi di ominazione, perché ha molto a che vedere, in qualsiasi contesto preindustriale e prescientifico, con la trasmissione dei saperi tecnici (e, difatti, Cometa rinvia alle opere di A. Leroi-Gourhan), l’archeologia della produzione, la capacità di leggere in un manufatto la commistione di ‘funzione’ e ‘bellezza’ (o stile). Scopo del presente lavoro, oltre ad invitare a riflettere sulle tesi di Cometa a partire ovviamente dal libro, vi è ribadire, indipendentemente dai termini utilizzati e dalle partizioni disciplinari, l’utilità di studi archeologici in cui si fa storia della cultura materiale tenendo insieme la ricostruzione dei comportamenti (tecnici) e quella dei significati (sociali) anche grazie allo studio delle scelte ‘narrative’ adottate dagli antichi.
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Tesis sobre el tema "Costruito storico"

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Donà, Chiara <1974&gt. "Sicurezza strutturale e conservazione del costruito storico". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/192.

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LAORENZA, Carmine. "Sulla prevenzione dal rischio sismico del costruito storico". Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2012. http://hdl.handle.net/11695/66236.

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Resumen
Il tema della tutela del paesaggio alla luce dei più recenti sviluppi della normativa in materia presenta aspetti di notevole complessità, che richiede necessariamente un approccio interdisciplinare. Tra i beni ambientali soggetti a tutela, come è noto, sono ricompresi le ville, i giardini, i parchi, le bellezze panoramiche e i “complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale” (legge del 29 giugno 1939 n° 1497, art. 1, comma 3). L’ultima categoria di beni, insieme alle ville, rivela tra l’altro un ruolo molto importante di quelle discipline tecniche focalizzate sulle prestazioni strutturali e funzionali del patrimonio costruito e si interessano di valutare l’impatto dei rischi naturali, come quello sismico, sui beni oggetto di tutela. Gli eventi occorsi negli ultimi anni hanno, infatti, evidenziato da un lato l’estrema vulnerabilità di alcune classi di costruzioni all’azione sismica, dall’altro la grande sensibilità dell’opinione pubblica al tema della sicurezza degli ambienti urbani, del territorio e della conservazione integrata dei beni tutelati. Il lavoro di tesi, muovendo da tali osservazioni, si colloca nell’ambito disciplinare ampio dell’Ingegneria Sismica ed ha come tema portante proprio la protezione dal rischio sismico del costruito storico, dunque della tutela di uno degli elementi che compongono uno specifico paesaggio, “il cui carattere deriva dall'azione di fattori umani e dalle loro interrelazioni”. Lo spunto di partenza è costituito dai paesaggi caratterizzati dagli Edifici Monumentali, i quali, per legge, vanno tutelati dal rischio sismico e per i quali sono disponibili gli strumenti necessari, con l’obiettivo di estendere gli strumenti a tutto il costruito, per “Integrare il paesaggio nelle politiche … che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio”. Lo studio è rivolto alle procedure di analisi di vulnerabilità sismica su scala territoriale. Il lavoro tiene conto delle problematiche di carattere territoriale, relative sia al territorio nazionale che specificamente per la regione Molise, cercando di evidenziare la rilevanza che tali problematiche, nell’ambito di processi integrati di protezione e salvaguardia del paesaggio, possono rivestire.
Landscape protection is a complex task, which requires an interdisciplinary approach, especially after the recent code developments. Such a protection concerns villas, gardens, parks, natural beauties and all those things having aesthetic and traditional relevance (L. 1497/1939). In this framework it is worth pointing out the primary role of technical disciplines which study structural and functional performance of existing buildings, including the effects of natural hazards such as earthquakes. The seismic events occurred in the last years have remarked both the extreme vulnerability of certain classes of buildings and an increasing attention to this issue in the general public. This thesis is therefore focused on Earthquake Engineering and seismic protection of historical buildings, that is the one element of a specific landscape protection "whose character derives from the human factors and their interrelationships”. The attention, in particular, is focused on monumental buildings, which must be protected from seismic risk, as required by the codes. The available tools can be extended to all existing buildings "to integrate the landscape in policies... which can have a direct or indirect effects on landscape”. The study concerns procedures for seismic vulnerability assessment at a territorial scale. The work takes into account territorial issues, both at the national and regional level, trying to highlight their relevance in the context of landscape protection.
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LUCIDI, ALIGHIERO. "Il dato di rilievo digitale per la conoscenza, valutazione e gestione del patrimonio storico costruito ​". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2021. http://hdl.handle.net/11566/289599.

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Resumen
L’evoluzione degli strumenti e delle tecniche di rilievo del patrimonio storico costruito hanno ormai raggiunto livelli tecnologici tali da permettere l’acquisizione di un enorme volume di dati in un tempo sempre più limitato. Questo rapporto inversamente proporzionale tra capacità e tempo di acquisizione pone sempre più al centro della ricerca il tema della gestione del dato di rilievo. In questa ottica il presente lavoro mira a offrire sistemi e processi in grado di ottimizzare la gestione, l’uso e l’analisi di una grande mole di dati nel campo dell’architettura storica. Nel dettaglio la problematica è stata affrontata in due ambiti distinti: alla scala urbana e alla scala dell’edificio. Alla scala urbana l’obiettivo è stato quello di implementare e migliorare un sistema di gestione esistente all’interno della azienda che ha ospitato il dottorato di ricerca. Attraverso casi studio su centri storici come Ascoli Piceno e Venezia, si sono ottimizzati strumenti, testandoli nell’ambito particolarmente sfidante della rappresentazione dell’architettura storica. In quanto alla scala dell’edificio la ricerca ha indagato la possibilità di utilizzare la nuvola di punti ai fini dell’analisi strutturale ad elementi finiti, attraverso la generazione di un processo semi-automatico che consenta di sfruttare la nuvola di punti per la generazione del modello strutturale. I casi studio, su cui la metodologia è stata studiata, si sono concentrati sulla tipologia delle torri storiche in muratura. In entrambi gli ambiti di ricerca affrontati, le soluzioni proposte sono state validate: nell’ambito urbano la piattaforma è stata testata dall’uso della stessa in ambiente professionale; mentre nell’ambito dell’edificio è stato condotto un confronto tra i risultati forniti dal modello strutturale, ottenuto attraverso la metodologia proposta, e i dati sperimentali registrati in campo. ​
The evolution of the tools and techniques of survey of the historical built heritage has reached technological levels that allow the acquisition of a huge volume of data in an increasingly limited time. This inversely proportional relationship between capability and acquisition time places the issue of managing the survey data more and more at the center of research. From this perspective, this work aims to offer systems and processes that can optimize the management, use, and analysis of a large amount of data in the field of historical architecture. In detail, the problem was addressed in two distinct areas: at the urban scale and at the scale of the building. At the urban scale, the goal was to implement and improve an existing management system within the company that hosted the PhD. Through case studies on historical centers such as Ascoli Piceno and Venice, instruments have been optimized, testing them in the particularly challenging context of the representation of historical architecture. As for the scale of the building, the research investigated the possibility of using the point cloud for the purposes of finite element structural analysis, through the generation of a semi-automatic process that allows to exploit the point cloud for the generation of the structural model. The case studies, on which the methodology was studied, focused on the typology of historic masonry towers. In both research areas addressed, the proposed solutions have been validated: in the urban environment the platform has been tested by its use in a professional environment; while in the building environment a comparison was made between the results provided by the structural model, obtained through the proposed methodology, and the experimental data recorded in the field. ​
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LADU, MARA. "Rigenerazione del paesaggio urbano. Politiche, strumenti e pratiche di intervento sul patrimonio costruito storico. Cagliari come caso applicativo". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2019. http://hdl.handle.net/11584/261282.

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Urban conservation and regeneration are important political and disciplinary objectives in almost the whole world not only because historic buildings and cities have been institutionally recognized as cultural heritage by virtue of their prominent values but also because they have been considered as strategic resources for achieving sustainable urban development goals. Anyway, the right approach which should be adopted to ensure an integrated conservation of such rich and diverse cultural heritage is still today a worldwide concern. In this regard, the purpose of my doctoral research has been giving essential guidelines in order to conserve and regenerate the built heritage, according to the “landscape approach” suggested by the UNESCO Recommendation on the Historic Urban Landscape (2011), which states that: «The historic urban landscape is the urban area understood as the result of a historic layering of cultural and natural values and attributes, extending beyond the notion of “historic centre” or “ensemble” to include the broader urban context and its geographical setting». To develop this topic, the thesis pays attention to current challenges, both nationally and internationally debated. Firstly, over the past two decades, the most important international organizations have suggested updating modern urban conservation paradigms and policies in the 21st century. The main purpose is to define criteria (values) for the selection of objects worthy of protection and to implement new approaches to ensure both their conservation and regeneration. Secondly, the contemporary urban challenges require integrating different policies to make interventions in urban areas more effective. Urban regeneration policies should face social, economic and environmental problems of deprived areas to lead such urban contexts forward a global renaissance. Moreover, in the so-called "Urban Age", the reformation of the Italian planning system and its main tools become prominent to manage urban regeneration process in a positive way. The Local Plan should develop re-use and regeneration strategies as substantial opportunities for sustainable development. Finally, the drastic reduction of public and private investments during the global financial crisis has led to experiment innovative practices for the temporary use of empty spaces and historic buildings, encouraging local people skills and creativity. Considering that these important issues are debated all over Europe, where could be found proposals and partial solutions for the future, the research compares the state of the art concerning the urban conservation and regenerations policies in Italy and England in order to highlight the main differences and, above all, to learn from the good practices emerged in both Countries. Moreover, considering that urban regeneration will be a primary objective of urban planning over the coming decades, the thesis gives great relevance to the Italian long-standing debate on the necessity to update the planning system. A deep analysis of the Strategic Tools for the Public City regeneration produced by several local administrations has been fundamental for developing a personal proposal in the cultural debate concerning the form and contents that the Local Plan should assume. Moving from planning tools to "practices", the present study focuses on the framework of laws, measures, policies and bottom-up initiatives which are emerging in the European and international context to promote the "temporary use" of empty spaces, thus suggesting actions to promote these innovative practices in Italy. Finally, the thesis provides a first application of the final outcomes of the doctoral research to the city of Cagliari. Here, critical situations could be hopefully solved by strategic policies, tools and practices able to sustain the urban regeneration process which the City has been tenaciously promoting and supporting over the past years.
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Monni, Francesco. "Materiali innovativi per il recupero strutturale del costruito storico: il basalto e l'idea delle cuciture continue per la muratura". Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242066.

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L’evoluzione tecnologica e lo sviluppo di tecniche di produzione hanno portato il mondo delle costruzioni a poter fare affidamento su un repertorio di materiali da costruzione con valenza strutturale ben lontano da quello conosciuto fino a qualche anno fa. In particolare, dall’inizio degli anni Novanta hanno trovato spazio nell’edilizia i cosiddetti materiali compositi, creati dall’unione di fibre (solitamente di carbonio, vetro o aramidiche) annegate in una matrice (solitamente una resina). I compositi precedentemente venivano utilizzati solo in quei settori dove era richiesta una elevata resistenza o rigidezza specifica e dove il costo del materiale non costituiva un problema rilevante (applicazioni aeronautiche, navali, industria sportiva, ecc.). Nel corso degli ultimi anni, in ambito civile, si è assistito alla comparsa di nuove matrici e nuovi tipi di fibre. Tra i nuovi tipi di fibre vanno menzionate le fibre (o meglio “mini-trefoli”) in acciaio, le fibre naturali (canapa, lino, ecc.) e le fibre di basalto. In questo lavoro è stata posta l’attenzione proprio su queste ultime. Il basalto è una roccia derivata dalla solidificazione della lava vulcanica con un punto di fusione di circa 1400°C, usata fin dall’antichità, per la sua durezza, per lastricare le strade. Una volta fusa e riportata allo stato liquido, la roccia basaltica consente l’estrusione di filamenti continui di esiguo spessore: le fibre di basalto. Con semplici lavorazioni le fibre di basalto possono essere assemblate per realizzare prodotti destinati al mondo delle costruzioni, in particolare barre e corde, che in questo lavoro saranno caratterizzate dal punto di vista fisico, chimico e meccanico. In particolare le corde, per la loro estrema leggerezza e versatilità, sono il prodotto che ha fornito lo spunto per un’innovativa applicazione delle stesse per il consolidamento delle murature storiche. Dalla constatazione che una delle vulnerabilità più pericolose per una muratura è la mancanza di monoliticità, nasce l'idea di conferire questa importante caratteristica attraverso un sapiente gioco di trama e ordito, in cui elementi flessibili in fibra di basalto tengono assieme i vari conci. La tecnica proposta e testata attraverso test in laboratorio, in situ e successive analisi numeriche, ha l’obiettivo di consolidare i pannelli murari, confinandoli e al tempo stesso collegandone le facce attraverso cuciture continue flessibili. In pratica, un elemento continuo e flessibile cinge la muratura sui due lati dopo averne attraversato lo spessore in più punti, proprio come se venisse “cucita” dal “filo” di rinforzo. Il sistema così ideato integra ma non sostituisce o trasforma la materia originaria. È reversibile e può essere messo in opera anche “a secco”. In questo caso non contempla l’uso di sostanze tossiche o dannose per la salute, non necessita di particolari accorgimenti per lo smaltimento dei residui delle lavorazioni o all’atto della dismissione per fine servizio. Risulta così all’avanguardia sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale che della sicurezza dei lavoratori. È compatibile con il supporto in muratura (la pietra che cuce la pietra), è rispettoso del minimo intervento (impiegabile quindi su murature delle quali si voglia salvaguardare l’aspetto “faccia a vista”, può essere localizzato anche nei giunti di malta). È economico: anche se applicato su murature irregolari, prevede fasi di lavorazione e tempi di applicazione ridotti rispetto a tecniche alternative, è durevole e con elevata resistenza al fuoco. Vantaggi, rispetto alle tecniche oggi utilizzabili, che proiettano questo sistema come utilizzabile con profitto nel campo del restauro e del consolidamento.
Due to technology evolution, a lot of innovative techniques are today available in constructions field for structural purposes. In particular, from the early nineties, composite materials, created through the union between fibres (usually carbon, glass or aramidic ones) and matrix (usually a resin) have been used in building industry. Previously composites were used only in several fields such as automotive, aviation industry and sporting equipment, where great stiffness and strength are required and cost is not a problem. Recently, innovative reinforcing fibres, like steel, and basalt ones, are emerging in FRP field. This work focuses on basalt fibre products. Basalt is a natural material that is found in volcanic rocks originated from frozen lava. Continuous basalt fibers are obtained by melting basalt and are characterized by high modulus, heat resistance, good resistance to chemical attack and they seem to be a good alternative to glass fibers. Continuous basalt fibers can be processed with classic textile transformation to obtain also ropes, unlike other kinds of reinforcing fibers. This work presents a physical, chemical and tensile characterization of BFRP rods and BF ropes, in particular ropes are evaluated to be used in masonry strengthening. From the awareness that one of the worst structural defects of an historic masonry wall is the lack of monolithic behavior, arise the idea of a strengthening technique able to connect the several masonry elements, stitching them. The proposed technique, based on the reinforcement and connection of masonry component using basalt fiber ropes, is able to change the failure mode of masonry wall, exploiting material properties, and it is able to impart to masonry monolithic behavior. Compared to traditional techniques, best advantages are represented by the fact that the application is very fast (and so cheap), the material used (basalt) presents an high compatibility with masonry (stone stitches stone) and the intervention is almost totally reversible. Moreover it is invisible and so respectful of masonry original aspect, it improves but not replaces original materials and, finally, it is fire and chemical resistant. To assess the effectiveness of proposed technique, laboratory test (on “three-leaf” masonry samples) and in situ test (on rubble stone masonry) have been performed, above all that also FEM analysis has been developed to better understand experimental results.
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Taffarel, Sabrina. "Metodi speditivi per la valutazione della vulnerabilità sismica del costruito storico: approccio all'incertezza nelle forme di aggregazione complessa a diversa scala". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3421936.

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Resumen
The prediction of the impact an earthquake could have on existing buildings requires the knowledge of their dynamic behaviour. The procedure to be adopted for this purpose is quite complex and onerous in terms of costs, time and implementation, especially if the study concerns territorial areas rather than single buildings. The definition of methodologies aimed at respecting the principles of economic sustainability and preserving human life and architectural heritage is of paramount importance to assess seismic vulnerability using available resources. This work aims at developing useful procedures for uncertainties reduction and reliability assessment of available information, a key phase in the study of aggregate buildings at different scales and particularly of existing masonry structures. For this purpose, vulnerability studies cannot ignore building knowledge and the consequent achieved level of information, which is closely related to the scale of analysis. The increase of the latter entails the decrease of accuracy and quality (reliability) of available data, which are often uncertain. At the same time, it is not economically viable to fill these gaps using traditional approaches which require the execution of complete on-site surveys. The aims of this research thesis are to maximize the benefits deriving from the analysis of available building information and to give a contribution to the advancement of existing seismic vulnerability approaches, adopting either parametric or probabilistic procedures. Data collection and analysis are implemented in databases and geographic information systems aimed at processing already available data, recorded for different purposes. Procedures for assessing seismic vulnerability on an urban scale are defined adopting mechanical approaches on an analytical basis (fragility curves), in which data uncertainty is overcome through the use of deterministic (parametric) or probabilistic (definition of unknown data from certain ones) approaches. An in-depth analysis at a more detailed scale is also provided: the aim, in this case, is to identify suitable methods to represent the boundary conditions of aggregate building portions to be adopted in seismic analysis in a simplified way. The whole methodological process is then applied to several case studies characterized by different morphology, typology and seismicity (Timisoara (RO) historical centre, small historical centres in L’Aquila province –IT-, listed buildings in Verona, Vicenza and Rovigo provinces –IT-, churches damaged by the 2012 earthquakes in Emilia Romagna and Veneto regions –IT-) selected in order to validate and calibrate the implemented procedures on heterogeneous contexts.
La previsione dell’impatto causato da un evento sismico in termini di effetti sulle costruzioni esistenti in una data area richiede la conoscenza del comportamento dinamico che tali strutture possono manifestare. La procedura da adottare risulta particolarmente complessa e ancor più onerosa in termini economici, di tempo e operativi, se lo studio è riferito a interi complessi costruttivi e non a singoli edifici. La definizione di percorsi metodologici che mirino al rispetto del principio di sostenibilità economica, oltre a quello di salvaguardia della vita umana e di preservazione nonché tutela del patrimonio è prerogativa necessaria per uno studio di vulnerabilità sismica adeguato alle risorse disponibili. Il presente lavoro di tesi si pone l’obiettivo di sviluppare procedure utili alla riduzione e gestione dell’incertezza, oltre alla valutazione dell’affidabilità dell’informazione insita nello studio di forme di aggregazione complessa a diversa scala, con particolare riferimento alle costruzioni esistenti in aggregato in muratura. A tal fine, lo studio della vulnerabilità non può prescindere dalla conoscenza del costruito, in cui il livello di informazione è strettamente legato all’estensione della scala di analisi. L’aumento della scala si traduce in una diminuzione nel dettaglio e qualità (attendibilità) dei dati disponibili allo studio, che risultano spesso caratterizzati da incertezza. Al contempo, non è economicamente sostenibile perseguire azioni finalizzate a colmare tali lacune attraverso l’adozione di approcci tradizionali, che richiedano l’esecuzione di completi rilievi in sito. L’elaborato di tesi si propone quindi di trarre il massimo profitto dallo studio e dalla messa a sistema di informazioni sul costruito già disponibili, e al contempo di individuare strategie finalizzate a colmare approcci metodologici lacunosi affrontando lo studio da un punto di vista parametrico o probabilistico. Si persegue quindi l’adozione di procedure di analisi dei dati in forma aggregata e di utilizzo di strumenti informativi geografici e database finalizzate all’analisi di informazioni già a disposizione sul costruito ma raccolte con finalità diverse dallo studio di vulnerabilità su scala territoriale. Viene posta l’attenzione alla definizione di procedure per la valutazione della vulnerabilità su ampia scala che adottino approcci meccanici di tipo analitico attraverso curve di fragilità del costruito, in cui l’attenzione sia posta in primis alla gestione dell’incertezza insita nei dati allo studio, superata attraverso l’utilizzo di approcci deterministici (parametrici) o probabilistici (definizione di dati non noti a partire da altri noti). Un approfondimento ad una scala di maggior dettaglio viene inoltre fornito al fine di individuare idonee modalità di rappresentazione semplificata delle condizioni al contorno nell’analisi sismica di porzioni di edificio in contesto aggregato. L’intero percorso proposto è integrato con applicazioni a casi studio diversi per morfologia, tipologia e sismicità (centro storico di Timisoara –RO-, borghi minori in provincia de L’Aquila, beni tutelati presso le provincie di Verona, Vicenza e Rovigo, chiese colpite dagli eventi sismici del 2012 in Emilia Romagna e Veneto) appositamente selezionati al fine di validare e calibrare le procedure adottate su contesti eterogenei.
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CAVALLO, CLAUDIA. "IGNAZIO GARDELLA. COSTRUIRE NEL COSTRUITO: dialettica della storia, carattere dell'architettura". Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319401.

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Resumen
Costruire nel costruito è un’attitudine intellettuale e una ricorrente e paradigmatica condizione del progetto, che la tesi indaga attraverso una riflessione operativa e non esaustiva sull’opera di Ignazio Gardella. La ricerca si concentra sul tema del rapporto tra antico e nuovo e, nello specifico, sulla dialettica che si instaura nel progetto con il corpo della città e dell’architettura esistente, in termini fisici e di significato. L’architettura di Gardella è portatrice di un approccio critico e dialogico al costruito, capace di coinvolgere edifici, parti di edifici e oggetti antichi, come elementi attivi della composizione. La ricerca muove dallo scavo analitico di alcune opere selezionate – un progetto urbano, un progetto architettonico, nove progetti di interni –, con la convinzione che l’interrogazione diretta del ‘testo’ architettonico, la sua scomposizione in parti e categorie significative e la sua successiva ‘ricomposizione’, permetta di appropriarsi delle tecniche compositive di un autore, o delle sue strategie progettuali, e di sprigionare il loro valore attuale. La struttura della tesi si articola in tre parti, che corrispondono a tre diverse ‘scale’ del progetto e del confronto con le preesistenze: un’esplorazione transcalare, che origina dallo studio del piano per il centro antico di Genova e procede, a ritroso, dalla città all’architettura del museo, agli interni, attraverso una lettura diacronica che porta in rilievo le questioni ‘teoriche’ e i temi generalizzabili del progetto. Il primo capitolo affronta lo studio di una genealogia di progetti per la città di Genova, che mettono in discussione le categorie consolidate della conservazione dei centri storici, attraverso la selezione e l’utilizzo dei frammenti del nucleo antico, sopravvissuti ai bombardamenti. Nel Piano Particolareggiato di S. Donato e S. Silvestro (1969-74), Gardella costruisce il vuoto come spazio della vita collettiva che nasce dalla memoria di antiche topografie, e costruisce il vuoto come spazio di rappresentazione, dove selezionati personaggi nuovi e antichi, si fronteggiano su nuovi suoli. La Facoltà di Architettura (1975-89), trattiene nella sua figura una evocazione mutevole dei diversi mondi radicati nella memoria collettiva. Unico frammento realizzato del piano, emerge a scala urbana come simbolo di rifondazione e assume un valore dimostrativo rispetto all’intendimento vitale della conservazione insito nel progetto urbano. Nel secondo capitolo, il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (1948-54), inteso come opera emblematica del linguaggio di Gardella, è oggetto di una riflessione intrecciata tra la processualità progettuale e i principi espressi nella didattica allo Iuav, che riannoda questioni teoriche depositate nella prassi progettuale. La costruzione del carattere si rivela determinante per evocare il significato della vita nel luogo e manifesta la strategia di quell’architettura come metafora della costruzione, in cui l’espressione si fa corpo attraverso l’invenzione degli elementi costruttivi. Il terzo e ultimo capitolo raccoglie una esplorazione di allestimenti e ‘riordini’ realizzati dal giovane Gardella negli anni ’30-40 che percorre la genesi delle sue strategie per costruire nel costruito (e non solo), parallelamente all’affermazione di un autonomo linguaggio. Un’occasione per registrare l’importanza della teatralità negli interni gardelliani, ai fini del coinvolgimento di spazialità, oggetti ed opere antiche. L’utilizzo dei materiali della storia, invece della loro negazione – in termini di distruzione o, all’opposto, di separazione astratta dalla contingenza del reale – costituisce una via più complessa, ma estremamente interessante, per dispiegare la vita latente nelle cose.
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De, Pol Tommaso <1989&gt. "L'immagine costruita : storia del fotomontaggio". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7823.

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Resumen
Percorso storico-artistico dell'immagine costruita (manipolata) nella storia della fotografia: tecniche utilizzate, con una attenzione particolare per la tecnica del fotomontaggio, e principali interpreti dal XIX secolo fino all'avvento di Photoshop e gli altri programmi di manipolazione digitale (anni '90).
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Ascari, Stefano <1975&gt. "Il racconto per immagini dello spazio costruito". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7899/1/Stefano_Ascari_Il_racconto_per_immagni_dello_spazio_costruito.pdf.

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Resumen
Questa ricerca analizza le modalità operative attraverso le quali il linguaggio del fumetto può permettere una migliore conoscenza e una più efficace rappresentazione dello spazio costruito o progettato. Fumetto quindi inteso come strumento conoscitivo, progettuale e di comunicazione. Vengono esaminati una serie di temi che, attraversando la storia della rappresentazione e della concezione dello spazio, costituiscono il contesto nel quale parola e immagine (racconto e spazio) intrecciano una sinergia che trova nel fumetto un’espressione articolata: evoluzione della percezione nel contesto urbano tra XIX e XX secolo, meccanizzazione del movimento e percezione degli spazi. Vengono quindi analizzati alcuni elementi dello spazio costruito rispetto ai quali il racconto dello spazio articola strategie visive specifiche (la pianta, la finestra, la facciata, la sezione e la scala). Lo sguardo che struttura uno spazio delimitato e che dialoga con l’intorno attraverso aperture complesse (tra tutte la finestra) conduce alla scoperta delle strategie rappresentative legate a uno spazio urbano nel suo complesso. La ricerca approfondisce, attraverso la comparazione di momenti narrativi legati alla città nella sua dimensione complessiva, l’oggetto urbano nel suo insieme con un approfondimento storico che mette in evidenza il rapporto elettivo tra fumetto e città. Vengono quindi esplorati, sulla falsariga di una serie di movimenti all'interno della città, temi come il riconoscimento, l'orientamento, l'attraversamento e il perturbante architettonico. Guida e elemento unificante di questo percorso è lo sguardo (la posizione della telecamera, se vogliamo utilizzare una metafora cinematografica) di un ipotetico osservatore che muove dall’interno di un edificio verso la città (e oltre). Un osservatore che esplora lo spazio traendone una sintesi e una lettura d’insieme articolata e che si rende capace, attraverso la mise en page del fumetto, di gestire la complessità urbana, tra il dettaglio e l’insieme.
La recherche enquête sur le fonctionnement du récit séquentiel par images (bande dessinée) pour une meilleure compréhension et une représentation plus efficace de l'espace bâti. Bande dessiné comme outil cognitive, de planification et de communication. Sont pourtant examinées les questions qui, à travers l'histoire de la représentation et de la conception de l'espace, forment le contexte dans lequel les mots et les images (narratifs et espace) tissent une synergie qui trouve son expression dans la bande dessinée: évolution de la perception dans le contexte urbain XIXe et XXe siècle, la mécanisation du mouvement et les modifications dans la perception de l'espace. Ils sont ensuite analysés les éléments de l'espace bâti par rapport auquels la bande dessinée articule des stratégies visuelles spécifiques (la plante, fenêtre, fa çade, la section et l'échelle). L'aspect et la structure d'un espace confiné qui communique avec l'environnement à travers des ouvertures complexes (par exemple les fenêtres) conduit à la découverte des stratégiesreprésentatives liées à l’espace de la ville dans son ensemble. La recherche explore, à travers la comparaison des moments narratifs liés à la ville dans sa taille globale (échelle urbaine), l'objet urbain dans son ensemble avec une étude historique qui met en évidence la relation élective entre la bande dessinée et les villes. Ils sont ensuite explorés, le long des lignes d'une série de mouvements dans la ville, des questions comment la reconnaissance, l'orientation, le passage et l'architecture “perturbante”. Elément conduisant de ce chemin est le regard (la position de la caméra, si l'on veut utiliser une métaphore cinématographique) d'un observateur hypothétique qui se déplace à l'intérieur d'un bâtiment à la ville. Un observateur qui explore l'espace pour nous montrer une lecture de l'ensemble qu'il est capable, par la mise en page de la bande dessinée, de gérer l'écart entre le détail et l'ensemble.
This research analyzes the operating modes through which the language of comics can afford a better understanding and a more effective representation of the built space. Comics therefore understood as cognitive, planning and communication tool. Issues are examinated that, through the history of representation and conception of space, form the context in which words and images (narrative and space) weave a synergy that finds expression in the comic: the evolution of the perception in the urban context the nineteenth and twentieth century, the mechanization of movement and the changing of the perception of urban space. They are then analyzed some elements of the built space with respect to which the language of comics articulates specific visual strategies (the plant, window, front view, the section and the scale). The look of a confined space that communicates with the surroundings through complex openings (for example the window) leads to the discovery of representative strategies linked to an urban space as a whole. The research explores, through the comparison of narrative moments related to the city in its overall size (urban scale with a historical study that highlights the elective relationship between comics and cities. They are then explored, along the lines of a series of movements within the city, issues such as recognition, orientation, crossing and “uncanny” architecture. Help and unifying element of this path is the gaze (the camera position, if we want to use a cinematic metaphor) of a hypothetical observer who moves from inside a building to the city (and beyond) . An observer who explores space drawing a synthesis and a reading of the city which seem precious and articulate and that it is capable, through the “mise en page” proper of the comic, to manage the gap between the detail and the whole urban space.
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Ancarani, Hillary y Maria-Francesca Muccioli. "Frammenti di storie: Conservare e costruire nel comparto Birarelli ad Ancona". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20642/.

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Resumen
Lo studio compiuto ha come oggetto ruderi inerenti al periodo romano, medievale e moderno, attualmente senza alcuna protezione adeguata e sottoposti ad un progressivo degradamento a seguito della demolizione del fabbricato presente sopra di essi. Quest’ultimo sorgeva internamente al perimetro ellittico dei resti dell’anfiteatro di Ancona. Obiettivo di questa tesi è la conservazione di questi resti e la progettazione di un edificio al di sopra di essi che potesse proteggerli ed essere a servizio dell’area archeologica presente nei pressi del sito e del Segretariato Regionale del MiBACT per le Marche. Oltre che sul singolo volume si è svolto un lavoro di valorizzazione dell’intero comparto. Preliminarmente alle operazioni di progettazione è stato svolto un attento lavoro di ricerca d’archivio e uno scrupoloso rilievo del manufatto, il quale ha permesso di individuare le modalità d’intervento più idonee per approcciarsi a questo complesso contesto archeologico così denso di stratificazioni.
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Libros sobre el tema "Costruito storico"

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Corsini, Maria Grazia. Tipi e tessuti del centro storico di Roma: Lettura del costruito per il progetto. Roma: Kappa, 1998.

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Antonucci, Rodolfo. Restauro e recupero degli edifici a struttura muraria: Analisi e interventi sul costruito storico in zona sismica. 2a ed. Santarcangelo di Romagna (RN) [Italy]: Maggioli, 2005.

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Italy) Convegno "Responsabilità nella conservazione del costruito storico" (2010 Rome. Responsabilità nella conservazione del costruito storico: Atti del Convegno per il ventennale dell'ARCo, Roma, Villa Medici, 29-30 novembre 2010. Roma: Gangemi, 2011.

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4

Gattuso, Caterina y Gino Mirocle Crisci. Archeometria del costruito: L'edificato storico : materiali, strutture e rischio sismico : atti del convegno nazionale di archeometria, Ravello 6-7 febbraio 2003. Bari: Edipuglia, 2006.

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5

Arcaleni, Leonardo. Costruire nel costruito: Sperimentazioni didattiche sulle applicazioni delle norme per i centri storici umbri. Melfi (Potenza): Libria, 2011.

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6

Cuppini, Giampiero. Progettare nel costruito: Recupero e restauro nelle città storiche. Bergamo: Moretti & Vitali, 1999.

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7

Donatella, Calabi, Gudelj Jasenka y Nicolin Paola, eds. Costruire il dispositivo storico: Tra fonti e strumenti. [Milan, Italy]: B. Mondadori, 2006.

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8

Vivo, Arturo De. Costruire la memoria: Ricerche sugli storici latini. Napoli: Loffredo, 1998.

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9

Dringoli, Massimo. I mestieri del costruire: L'edilizia storica a Pisa. Ospedaletto (Pisa): Pacini, 1997.

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10

Cherici, Amerigo. Udine bellissima: Il centro storico, le piazze, l'arte di costruire la città. Pasian di Prato (UD): L'orto della cultura casa editrice, 2018.

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Capítulos de libros sobre el tema "Costruito storico"

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Cagnolati, Antonella y Barbara De Serio. "La memoria delle “anziane” maestre. Ricercare radici per costruire storie". En Studi e saggi, 197–210. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-009-2.19.

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This contribution focuses on the memory of older women, in the role of pupils and teachers. The starting point is the awareness of the role that the elderly person plays for younger generations, as an agent of transformation and guardian of memory. The first results of a research started in the territory of Lucera (Foggia, Italy) are provided, aimed at reconstructing the life of the school after the Second World War.
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2

Rizzin, Eva. "Resistenze e storie di rom e sinti per costruire insieme la memoria collettiva". En Raccontare la Resistenza a scuola, 193–97. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-650-6.25.

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Resumen
The contribution aims at discussing the word "Resistenza" in the framework of the life of the communities sinti and rom, between present and past decades. On one side the paper aims at highlighting the contribution rom and sinti gave to Resistance and ti-fascist movement, on the other side it shows sinti and rom's resistance against prejudices and stereotypes which determine their present. The riappropriation of their communitarian history as their national history can be considered as a powerful tool for building people's identity as citizens and it marks a path toward sharing and inclusion.
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3

Bianchi, Giovanna. "Modi di costruire, organizzazione del cantiere e politiche edilizie nelle campagne del regno italico tra seconda metà IX e X secolo: continuità o rinnovamento?" En Seminari del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 365–95. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.1.102117.

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4

Giorgia Potestà. "Conoscenza e rappresentazione del patrimonio storico costruito in ambiente BIM. Criticità e possibili metodologie applicative". En CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.76.

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Paoletti, Erminia Maria. "3.2 Costruire un libro: il Pop-up". En Storie di scuola, 111–25. Editore XY.IT, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.xy.750.

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6

Stefano Fasolini, Ivana Passamani, Nicola Ghidinelli y Andrea Pasini. "La storia a portata di mano per ri-costruire la memoria di una comunità". En CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.116.

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Actas de conferencias sobre el tema "Costruito storico"

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Decandia, Lidia. "Percorsi e terre di mezzo: dai cammini degli antenati ai luoghi dell'incontro e della festa contemporanei: il museo mater di Mamoiada". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7975.

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Resumen
Il saggio intende raccontare l’esperienza svolta insieme a Studio Azzurro nella progettazione del Museo di archeologia e del territorio di Mamoiada. In questa esperienza attraverso l’uso di strumenti multimediali e interattivi si è lavorato per costruire non un luogo contemplativo, ma una vera e propria centrale “centrale di produzione di conoscenza memoriale e immaginativa”. Nel raccontare alcuni aspetti della storia di questo territorio, per individuare una possibile chiave interpretativa, siamo partiti dalle peculiarità di questo contesto e in particolare dal suo essere terra di confine e di frontiera, e in quanto tale, anche luogo di incontro e di scambio. Questa particolare identità di confine è diventata la chiave per rileggere la presenza di particolari luoghi "sacri" preistorici e contemporanei che popolano questo contesto. Si è scelto di narrare questo peculiare aspetto della storia del territorio utilizzando fonti documentarie e orali, messe insieme non con un andamento lineare e continuo, ma lavorando piuttosto, attraverso immagini poetiche e metaforiche per frammenti, montaggi, accostamenti delicati che, nel rompere ogni associazione sistematica, si richiamano l'un l'altro, più attraverso analogie che sequenze logiche. Abbiamo pensato di costruire un percorso che diventasse capace di mostrare più che di dire, di far lavorare l'immaginazione attraverso l'accostamento inusuale tra epoche differenti, tra l'arcaico e il contemporaneo; di aprire domande e di mettere sul tavolo questioni insolute anziché costruire teorie da difendere.
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Ferrighi, Alessandra. "Citta', spazio e tempo: l’applicazione di un HGIS per la storia urbana". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7920.

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Resumen
La città è frutto dell'opera dell'uomo. Attraverso processi di lunga durata l’uomo ha costruito la forma della città adattando lo spazio circostante e modificando l’ambiente. Indagando tali processi, la storia delle città può essere narrata attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, le interpretazioni e le analisi delle stesse. I luoghi o gli eventi legati alla città sono caratterizzati dai due concetti di Spazio e Tempo. Ogni città è stata creata in un determinato spazio e in un determinato tempo; ogni evento si è svolto in momento preciso e in un luogo specifico. I personaggi della storia sono vissuti in un intervallo temporale, hanno contribuito a segnare quel momento con azioni che sono riconoscibili come tracce nella storia. Siano essi personaggi illustri, che uomini del fare. Questa ricerca è nata dall'idea di trovare altri e diversi modi di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, le trasformazioni, le stratificazioni e i cambiamenti delle città legati agli eventi naturali, alle decisioni politiche e amministrative avvenute nel corso della storia delle città stesse. Quando si narra la storia della città si fa riferimento, anche se non espressamente, alle due tematiche di Spazio e Tempo perché, come detto, le azioni si svolgono in momenti e luoghi definititi o circoscrivibili. L'HGIS (Historical GIS) se applicato alla storia urbana consente di mettere in relazione Spazio e Tempo nella lettura delle trasformazioni della città e del territorio circostante.
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Ballarin, Matteo y Nadia D'Agnone. "Paesaggio, suolo, tempo: la rappresentazione dei tempi geologici nella citta' di Catania". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8041.

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Parlare di tempo geologico è un modo di contestualizzare i processi materiali della terra nella sua storia. La scala dei tempi geologici suddivide la lunga storia della terra in eoni, ere, periodi ed epoche, non omogenei tra loro, ma in relazione l'un l'altro a seconda di ciò che emerge dall'analisi dei dati stratigrafici o dallo studio della stratificazione dei diversi livelli della crosta terrestre. Recentemente negli studi relativi a territorio e paesaggio è stata introdotta l'idea che l'epoca dell'Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa, sia terminata e che sia stata sostituita da una nuova epoca geologica chiamata Antropocene, ovvero, 'l'era della razza umana'. Per confermare o meno questa ipotesi, siamo partiti da due categorie concettuali di paesaggio: il paesaggio terrestre ed il paesaggio costruito. Il caso studio della città di Catania, in Sicilia, ben si applica a questa ricerca: il suolo della città si è costruito sia tramite l'intensa opera dell'uomo -negli ultimi 40 anni fino a risalire al XVII secolo ed al nucleo greco antico- sia tramite una non indifferente attività geologica, rappresentata dalle molteplici eruzioni vulcaniche e dai frequenti terremoti che hanno colpito la conurbazione nel corso dei secoli. L'analisi -tramite sezioni e carotaggi- della stratigrafia storica ha evidenziato come la forma non solo della città ma del paesaggio di Catania abbia risentito in maniera eccezionale delle mutazioni geologiche intercorse, più di ogni altra città europea, e la rende un oggetto di studio privilegiato per esaminare la correlazione tra paesaggio, tempo ed usi. Geologic time is a way of contextualizing the material processes of the Earth within its long history. The geologic time scale divides the long history of the earth in eons, eras, periods and epochs, not separately, but in relation to each other depending on what emerges from the analysis of stratigraphic data and the different levels of the crust of the earth.Recently, studies related to territory and landscape have introduced the idea that the current Holocene epoch that began 11,700 years ago has ended and has been replaced by a new geological epoch called the Anthropocene, or, 'the era of human race'. To confirm or reject this hypothesis, we started from two conceptual categories of landscape: the terrestrial landscape and the constructed landscape. We apply this research using the case study of Catania, Sicily. The soil of the city of Catania is built is through both the intense work of man – in the last 40 years going back to the seventeenth century and to antiquity with the ancient Greeks – and, through substantial geological activity – by the many volcanoes and frequent earthquakes over the centuries. The analysis is defined by a sectioning and dissection of the historical stratigraphy of the ground of Catania. It reveals how the form of the city and landscape of Catania has undergone exceptional change and mutation evolving slowly in geologic time, more so than any other European city. It is therefore an interesting object of study to examine the relationship between landscape, time and use.
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Lutzoni, Leonardo. "Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale: proposte di metodo: il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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Aragona, Stefano. "Ecological city between future and memory: a great opportunity to rethink the world". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7932.

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L’attuale momento di crisi sociale, ambientale e spaziale può essere una svolta - uno dei significati della parola greca originaria κρίσις - del modello di sviluppo basato sul paradigma industriale (Khun, 1962) i cui limiti erano ipotizzati nell’omonimo The Limits of Growth commissionato dal Club di Roma ad alcuni ricercatori del MIT di Boston (USA) edito nel 1972. Il presente scritto suggerisce di sostituire al modello industrialista del “fare la città” - indifferente alle condizioni locali grazie alla supremazia data alle “soluzioni” tecnologiche (Del Nord,1991) - l’approccio ecologico che parte dalle condizioni locali quali indicazioni di piano/progetto/realizzazione per la trasformazione dell’anthropocosmo, cioè del rapporto tra contenitori, reti e comportamenti, ovvero del λόγος, discorso, studio, con l’οίκος, ambiente (www.ekistics.org) con le finalità di Smart City cioè costruire Comunità inclusive, sostenibili socialmente e materialmente avendo il risparmio di consumo di suolo come presupposto della sostenibilità. Ciò significa per i paesi ormai più che emergenti - BRIC e tutti gli altri in forte crescita economica - evitare gli errori compiuti dalle nazioni, usualmente chiamate Occidentali, di devastazione del territorio oltre che in termini di danni sociali. Mentre per quest’ultime l’attenzione va posta al tema della riqualificazione dell’esistente sotto il profilo funzionale, spaziale, ambientale e sociale. Per entrambe si pone la questione centrale del rapporto con la storia, i segni di essa sul territorio, cioè la memoria quale essenziale componente del senso delle cose. The current social, environmental and territorial crisis, can be a turning point - one among the meanings of the originary Greek word κρίσις - of the development model based on the industrial paradigm (Kuhn, 1962) whose limits were declared in the homonymous The Limits of Growth commissioned by the Club of Rome at Boston MIT researchers (Meadows and al.) and published in 1972. This paper suggests to replace the industrial model of “making the city” - indifferent to local conditions thanks to the supremacy given to the technological “solutions” (Del Nord, 1991) - with the ecological approach that starts from the local conditions such as indications of plan/project/construction for the transformation of the anthropocosmo, i.e. the relationship connecting shells, networks and behaviours. That is to relate the λόγος, discourse, analyses, with the οίκος, the environment (www.ekistics.org): finally the purpose of Smart City. It requires to build inclusive Communities, socially and materially sustainable, having the saving of land use as precondition. This should mean for most countries now more then emerging - BRIC and everyone else in the strong economic growth - try to avoid the mistakes made by the nations, usually known as Western ones: i.e. devastation of the territory, social harms, and attention to the spatial redevelopment, and to the functional and social ones. For both there is the central question of the relationship with history, the signs of it, ie the memory as essential component of the meaning of things.
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