Literatura académica sobre el tema "Costituzione culturale"

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Artículos de revistas sobre el tema "Costituzione culturale"

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Vespaziani, Alberto. "Il potere del linguaggio e le narrative processuali". ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, n.º 1 (20 de mayo de 2015): 69. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.69-84.

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Resumen
Il testo indaga la relazione ambivalente che lega il potere del linguaggio al linguaggio del potere; quindi esplora il concetto di narrazione, nella doppia dimensione di narrazione nel processo e di narrazione come processo. La narratività viene discussa sia in riferimento alla giurisprudenza costituzionale, sia alla costituzione stessa, intesa come un processo pubblico. Lo studio culturale del diritto considera il linguaggio giuridico non come uno strumento, ma come un insieme di segni che richiedono interpretazioni plurali.
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Vespaziani, Alberto. "Il potere del linguaggio e le narrative processuali". ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, n.º 1 (20 de mayo de 2015): 69. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.11.69-84/original_language.

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Il testo indaga la relazione ambivalente che lega il potere del linguaggio al linguaggio del potere; quindi esplora il concetto di narrazione, nella doppia dimensione di narrazione nel processo e di narrazione come processo. La narratività viene discussa sia in riferimento alla giurisprudenza costituzionale, sia alla costituzione stessa, intesa come un processo pubblico. Lo studio culturale del diritto considera il linguaggio giuridico non come uno strumento, ma come un insieme di segni che richiedono interpretazioni plurali.
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Scotti Douglas, Vittorio. "Napoli e Torino, due rivoluzioni sull’esempio di Cadice". Pasado y Memoria. Revista de Historia Contemporánea, n.º 22 (28 de enero de 2021): 53. http://dx.doi.org/10.14198/pasado2021.22.02.

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Resumen
Dopo una breve introduzione sui secolari rapporti tra Spagna e Italia, il saggio presenta un esame sommario della Costituzione di Cadice e si sofferma poi sulla situazione italiana agli inizi della Restaurazione, analizzando in dettaglio e in profondità il caso del Regno delle Due Sicilie e del Regno di Sardegna dal punto di vista politico e sociale, spiegando come la Costituzione di Cadice fosse divenuta la parola d’ordine del movimento patriottico italiano. Il testo continua indicando come l’insurrezione costituzionale spagnola del 1820 abbia costituito il detonatore della rivoluzione di Napoli dello stesso anno, e mette in luce le reazioni della società napoletana al nuovo regime politico, soffermandosi sul dibattito culturale e politico che si svolse sulla stampa. Si passa poi alla rivoluzione piemontese, mettendo nuovamente in risalto come l’insieme dei patrioti decidesse di adottare la Costituzione di Cadice dopo molte accese discussioni, e come infine la rivoluzione fallisse da un lato per la condotta pusillanime del Principe Reggente Carlo Alberto, dall’altro per la sostanziale apatia e indifferenza delle classi popolari, che non scorgevano alcun possibile vantaggio materiale immediato in un nuovo sistema politico. Infine l’Autore, che vuole qui sottolineare l’impiego di una bibliografia basata essenzialmente su fonti contemporanee e di testimoni oculari, conclude l’opera tracciando un parallelo tra patrioti spagnoli e italiani, uniti nel comune destino della lotta per la libertà e l’indipendenza.
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BUCCIANTINI, MASSIMO. "A DIFFICULT LEGACY: GALILEO AND THE GALILEAN COLLECTION BETWEEN MYTH AND HISTORY *". Nuncius 12, n.º 2 (1997): 311–28. http://dx.doi.org/10.1163/182539197x00744.

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Resumen
Abstracttitle RIASSUNTO /title Scopo principale di questo saggio e quello di mettere a fuoco il significato politico e culturale che il progressivo costituirsi della Collezione Galileiana venne assumendo nella battaglia a favore della riabilitazione di Galileo come scienziato e filosofo copernicano. All'indomani della morte il progetto di costituzione e di arricchimento della Collezione Galileiana si venne subito a fondere in un unico grande progetto di riscatto e riabilitazione dello scienziato eretico, per poi, nei secoli successivi, saldarsi ai tanti miti di Galileo che scandirono la vita civile e culturale del nostro paese, giungendo, alla fine dell"800, alla costruzione di quel 'monumento' perenne della cultura italiana rappresentanto dalla pubblicazione dell'Edizione Nazionale curata da Antonio Favaro.
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Antonini, Erica. "Una Rivoluzione per la Costituzione. Note sull'ultima opera di Maria Sofia Corciulo". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (marzo de 2012): 151–59. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001007.

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Resumen
La rivoluzione napoletana del 1820-21 č stata singolarmente ritenuta da una consistente parte della storiografia italiana un moto marginale, pressoché slegato dalle successive vicende risorgimentali, soprattutto a causa della sua breve durata (luglio 1820-marzo 1821) e del presunto limitato impatto esercitato sulla popolazione del regno delle Due Sicilie. In esplicita controtendenza rispetto a tale approssimativa valutazione si pone l'ultima opera di Maria Sofia Corciulo, Una Rivoluzione per la Costituzione (1820-'21) - dal significativo sottotitolo Agli albori del Risorgimento Meridionale - che, tramite l'approfondita analisi di un ricco materiale storico-archivistico, propone una decisa "rivalutazione" dell'evento, sotto il profilo istituzionale e, originalmente, socio-culturale.
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Rodotŕ, Stefano. "Beni comuni e categorie giuridiche: una rivisitazione necessaria". QUESTIONE GIUSTIZIA, n.º 5 (diciembre de 2011): 237–47. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005017.

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Resumen
La questione dei beni comuni č in questo momento discussa in ogni angolo del mondo. E l'intensitŕ con cui il tema viene percepita č maggiore, piů acuta e anche culturalmente piů aggiornata in alcuni Paesi che un tempo si sarebbero detti del Sud del mondo. Basti pensare che alcune costituzioni dell'America Latina - per certi aspetti perfino mostruose nelle loro dimensioni (la Costituzione venezuelana ha 444 articoli!) - mettono i beni comuni al centro dell'attenzione e che uno di questi, il cibo, č affrontato con una novitŕ e una fantasia culturale in leggi, norme costituzionali, documenti del Brasile, del Kenya e dell'India. Dunque, se parliamo di beni comuni, dobbiamo guardarli non (solo) dall'angolo di casa nostra, anche perché in alcuni casi sarebbe impossibile. In questo momento uno dei beni comuni principali - la salvaguardia dell'ambiente planetario - č stato messo in grave pericolo dal terremoto di Fukushima e dalle sue conseguenze. Noi ci interroghiamo, ancora in questo momento, fino a che punto gli effetti di quanto č avvenuto rimarranno circoscritti all'area dove quel disastro si č verificato oppure se l'inquinamento atmosferico e del mare determineranno la contaminazione anche dei prodotti alimentari che importiamo dal Giappone. L'attenzione ai beni comuni ormai non puň, dunque, essere legata a un luogo e agli interessi di chi si trova in quel luogo.
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Ferretti, Federico. "Intellettuali anarchici nell'Europa del secondo Ottocento: i fratelli Reclus (1862-1872)". SOCIETÀ E STORIA, n.º 127 (julio de 2010): 63–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127003.

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Resumen
L'articolo analizza il percorso di formazione di due intellettuali europei cosmopoliti e politicamente eterodossi, i fratelli Elie ed Élisée Reclus, nel contesto politico, sociale e culturale dell'Europa della seconda metÀ dell'Ottocento. Il decennio preso in esame si struttura nei tre fondamentali passaggi della cooperazione in Francia, dell'Internazionale dei Lavoratori e della Comune di Parigi. La principale problematica scientifica č valutare il peso di questo binomio parentale, intellettuale e politico, da una parte nell'elaborazione del futuro pensiero anarchico dei suoi componenti, dall'altra nella costituzione di quel milieu di studiosi e militanti che dal decennio successivo contribuirÀ alla costruzione delle opere geografiche e delle teorie sociali del piů celebre fra i due fratelli, Élisée.
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Pencarelli, Tonino y Fabio Valerio Bartolazzi. "Esperienze italiane di centri commerciali naturali: sfide strategiche e manageriali per la riqualificazione urbana". MERCATI & COMPETITIVITÀ, n.º 4 (diciembre de 2011): 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004004.

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Resumen
La diffusa crisi del piccolo commercio nei centri urbani italiani sta imponendo alle cittÀ la ricerca di modelli diinnovativi, in grado di tracciare uno sviluppo strategico ed integrato dell'offerta turistica, commerciale e culturale dell'area. In risposta a questa necessitÀ, negli ultimi anni si stanno diffondendo in molti Comuni italiani dei modelli di riqualificazione urbana, identificati nei cosiddetti. Il presente lavoro propone una, allo scopo di comparare i casi osservati rispetto ad alcune dimensioni "chiave". Lo studio evidenzia le aree di criticitÀ nella gestione dei CCN, che rappresentano altrettante sfide strategiche e manageriali necessarie ai CCN italiani (esistenti o in fase di costituzione) per favorire l'equilibrio competitivo, economico e sociale duraturo dei progetti, nell'ambito del piů ampio obiettivo di riqualificazione urbana.
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Caruso, Bruno. "Nella bottega del maestro: "Il quarto comma del'art. 39 della Costituzione, oggi" (sapere, tecnica e intuizione nella costruzione di un saggio)". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 121 (abril de 2009): 53–76. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-121005.

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Resumen
La rilettura intende ripercorrere l'itinerario culturale e il metodo di lavoro seguito da Massimo D'Antona nella stesura del suo ultimo saggio, non solo con riferimento ai contenuti, ma anche con l'intento di contribuire alla ricostruzione della biografia intellettuale dell'autore. La rilettura intende, infatti, segnalare ai giovani studiosi l'approccio culturale, tecnico e metodologico di un grande giurista, intellettuale impegnato in importanti processi di riforma. Sul piano dei contenuti la rilettura mette in luce come il saggio costituisca uno dei contributi piů originali di interpretazione costituzionale alternativa dell'art. 39 Cost. Nel saggio D'Antona propone, infatti, una lettura possibile ma assiologicamente orientata della seconda parte dell'art. 39. L'interpretazione aperta consente di superare la consueta "divisione" in due blocchi normativi della norma ("equiordinazione interferente"): la seconda parte dell'art. 39 viene affrontata con un approccio non piů normativistico (il contratto collettivo come fonte) ma a partire dalle dinamiche organizzative (la rappresentanza) del sindacato. La capacitŕ intuitiva e di argomentazione rivivono, nelle pagine dell'allievo, attraverso memorie e suggestioni collocate intorno al «nocciolo duro» dell'ultima lezione del maestro.
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Orioli, Lorenzo. "Alla ricerca del contributo americano alla costituzione della nostra agricoltura. Il Conuco: una pratica colturale pre-colombiana (taino) nell’agricoltura in Haiti (Caraibi)". a. LXII, n. 1, giugno 2022, n.º 154 (12 de julio de 2022): 1–38. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2322.

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Resumen
Riassunto Attraverso la descrizione della tecnica agronomica denominata conuco si ripercorrono le prime tappe della colonizzazione agraria dell’Isola di Hispaniola, a cominciare dall’arrivo di Colombo. Il periodo preso in esame arriva sino alle soglie del XVIII secolo. Sulla base della documentazione storica si è cercato di ricostruire il paesaggio naturale ed agrario isolano al momento dell’arrivo degli iberici e l’ottica culturale attraverso la quale essi interpretarono nuove specie di piante e nuove formazioni vegetali. AbstractIn this article, we describe an ancestral agronomic technique known as conuco. We retrace the first steps of the agrarian colonization of the Hispaniola Island. The historical period covered ranges from the Pre-Columbian era up to the Eighteenth Century. On the base of the travel reports written by the first Europeans, it has been possible to know what they had seen about the original landscape of the Island and their cultural vision and interpretation about new plant species and vegetation.
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Tesis sobre el tema "Costituzione culturale"

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Galbersanini, C. "TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA DIVERSITÀ CULTURALE NELLA COSTITUZIONE PLURALISTA". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/351090.

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Resumen
This work tries to afford some of the issues of the multiculturalism as a phenomenon that involve and challenge the Italian constitutional legal order. First of all, the existence of new cultural and linguistic minorities implies new needs of protection of diversity, since new minorities, composed by immigrants and second and third generations of immigrants, show different characteristics from the so called “national” or “historical” minorities existing on the territory of the State: it is required, on one hand, the development of new instruments of protection and valorization of their cultural diversity, but, on the other hand, new policies of integration. Thus, the first part of the work start from considering the protection of the so called “national” minorities, underling the link existing with the typology of the form of government in Italy, moving from the liberal State, to the authoritarian State and, finally, to the pluralist democracy, in order to achieve a better understanding of the system of protection of minority groups through article 6 of the Italian Constitution and through the principle of pluralism contained in article 2 of the Italian Constitution. The second part of the work tries to evaluate the possibility of an evolution in the interpretation of article 6 of our Constitution, which provides for a special protection of linguistic minorities. Until now, article 6 of the Constitution has constituted the constitutional grounds for a protection of the so-called “historical minorities” existing in the Country, while the new cultural and linguistic minorities have been excluded from the protection. Thus, the observations carried out start from identifying the constitutional grounds for a protection of the new linguistic minorities, underlining how it is possible to move from a literal interpretation to an extensive and evolving interpretation of article 6 of the Constitution. Then, taking into account the evolution both in jurisprudence and in literature, the proposal is to set aside the citizenship criterion as a condition to be entitled of the protection provided by article 6 of the Constitution in place of new criteria. A third part of the work tries to show how the safeguard of the cultural diversity of new minorities may be considered not only as an instrument of protection but also as a new and more inclusive constitutional value shared by all the political community, considering the Constitution not only as a legal instrument but also in its cultural and ontological nature as the expression of the values of a political community. Finally, the last part of the work is centered on the necessity of managing the phenomenon of multiculturalism, through a new “model” of integration which is able to fill the gaps shown by both the French model and the Britain model of integration, in order to afford the issue of the intercultural dialogue. In particular, the use of the intercultural dialogue may permit the coexistence of different cultures on the same territory, while maintaining the social cohesion of the society, the unity of the political community and guaranteeing the stability of the public order and it may suggest the possibility to move from the idea of a Nation that is culturally homogeneous to a dialogical Nation, where the cohesion of the political community is not based on cultural and linguistic homogeneity but on the mutual understanding of diversity, always within the limits of the respect of fundamental rights as protected in the Italian Constitution.
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D'Alessandro, G. "LA NULLITÀ DELLA LEGGE NELLA CULTURA GIURIDICA COSTITUZIONALE ITALIANA DEL 900". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/156918.

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Scutellari, Alessandro. "Il ruolo delle Regioni italiane in materia di diritti umani, cultura di pace e cooperazione allo sviluppo, alla luce del nuovo titolo V della Costituzione". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425949.

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Resumen
In the last century, from the end of the eighties, the Italian Regions began to equip themselves with a law regarding the promotion of human rights, a culture of peace and developmental cooperation. Based on new article 117, comma IX, of the Constitution, the power of the Regions to conclude understandings with territorial component units within foreign States and agreements with foreign States has been expressly considered, even only in the cases and with the disciplinary forms of the laws of the State. The Regions are not subjects of international law insofar as they are subject to a superior authority and therefore fail to meet the requirements for independence. To realize developmental cooperation initiatives in favour of emerging countries or also the protection of human rights and promotion of a culture of peace in those countries, the Regions can: turn to the contractual tool; formally conclude understandings and agreements; realize projects and initiatives directly or by delegating the execution to public and private agencies and corporations; contribute financially to projects which are to be realized completely by public and private agencies and corporations. When they are concurring to achieve acts that might create rights and obligations at an international level, the Regions always operate as organs of the State of which inseparably form part (that is the Italian Republic)
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Totaro, Genevois Mariella. "Foreign policies for the diffusion of language and culture : the Italian experience in Australia". Monash University, Centre for European Studies, 2001. http://arrow.monash.edu.au/hdl/1959.1/8828.

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BIASCO, VALERIA. "L'EDUCAZIONE ALLA LEGALITA' NELLE SCUOLE ITALIANE. STUDIO DELLO SVILUPPO DELLE POLITICHE EDUCATIVE ANTIMAFIA E ALLA LEGALITA'. ANALISI COMPARATA SU DUE CASI ESEMPLARI: MILANO E PALERMO". Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2023. https://hdl.handle.net/2434/951267.

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Resumen
The doctoral dissertation aims to study the importance of the lawfulness education in Italian schools and to reach a theoretical definition, including a (partial) legality anti-mafia teaching method. Particularly, the research is based on the study of education policies in education legality, by the explanation of events, the historical context and political-institutional frameworks. With a distinction between the national and regional levels, it is examined the semantic lexical change, the different purposes ratified by the legislative measures and the different roles assigned over time and places. The two case studies, taken into account on the national territory, are Milan and Palermo where it is assessed the level of involvement and response to educational policies in legality education and the social anti-mafia movement. Both focuses the didactic-educational path taken by the secondary school institution in order to assess the effects produced among students over the years, since 1980. The first focal point is on the Giuseppe Garibaldi classical high school in Palermo and the second one, on the other hand, examines the Alessandro Volta scientific high school in Milan. To develop the case studies, the qualitative method has been applied. In conclusion, the need of an education policy, perceived as a unicum both nationally and regionally, has emerged. A common starting point where the individual region can enforce its own individual specificities according to its context. To define what we mean by “education to legality” it has been researched a proper answer to this question: the proposal lies in the phrase “educating for anti-mafia-legality culture”.
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D'ALESSANDRO, GIOVANNI. "La nullità della legge nella cultura giuridica costituzionale italiana del '900". Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/1234/42094.

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BARDOTTI, LORENZO. "'Governo parlamentare': nascita di una categoria politica nella cultura costituzionale italiana tra Ottocento e Novecento". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1119920.

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Resumen
Seguendo l’approccio metodologico della storia dei concetti (Begriffsgeschichte), l’elaborato mira a descrivere i cambiamenti dell’assetto politico-costituzionale italiano attraverso l’evoluzione semantica di sintagmi linguistici come ‘governo parlamentare’, ‘governo rappresentativo’, ‘governo costituzionale’, ‘parlamentarismo’. Tale analisi si concentra grossomodo in un periodo di tempo che va dalla seconda metà dell’Ottocento, fino alla prima metà del Novecento. Come fonti, accanto ai classici prodotti della dottrina politico-costituzionale, quali monografie accademiche, corsi universitari, prolusioni e discorsi parlamentari, si sono utilizzate voci di dizionari e enciclopedie, opuscoli, fonti giornalistiche, periodici e riviste di taglio più o meno specialistico e di orientamento politico diverso (liberale/moderato, cattolico, socialista, repubblicano, nazionalista, fascista). L’evoluzione concettuale di lemmi-cardine come ‘governo parlamentare’ e altri sintagmi ad esso finitimi permette di ricostruire i mutamenti della forma di governo italiana, evitando anche spiacevoli anacronismi a livello storiografico. Infatti la forma di governo non dovrebbero essere descritta attraverso quadri concettuali elaborati nella nostra contemporaneità e poi applicati retrospettivamente al passato, ma con sintagmi e concetti appartenenti alla realtà storica che si intende prendere in esame.
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SCOLARI, BALDASSARE. "State Martyr Representation and Performativity of Political Violence". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251176.

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Resumen
L’indagine prende in esame l’uso e la funzione politica della figura del martire nello spazio pubblico contemporaneo. La ricerca, pur nel riferimento consapevole alla consolidata letteratura ormai classica sull'argomento, ha tra i propri riferimenti filosofici specificatamente la teoria del discorso di Michel Foucault, con la sua metodologia dell’analisi discorsiva, e segue un approccio transdiscipli¬nare fra scienze culturali e filosofia. Essa ha come punto di partenza, come caso di studio, la rappresentazione mediale del politico e statista democristiano Aldo Moro quale martire di stato durante e dopo il suo assassinio per opera delle Brigate Rosse nel 1978. La ricerca si sviluppa sulla scorta dell’ipotesi di una connessione fra procedure di legittimazione dell’autorità politica e delle strutture di potere e l’emergere della figura del martire di Stato. Le rappresentazioni martirologiche sono considerate pratiche discorsive performanti, attraverso le quali la morte di Moro viene ad assumere il significato di un martirio per lo Stato, la Repubblica Italiana e i valori democratici. L’ipotesi di lavoro è che, attraverso l’allocazione dello statuto di martire, la morte di Moro acquisisca il significato di un atto (volontario) di testimonianza della verità assoluta e trascendentale dei diritti umani, garantiti dalla costituzione (in particolare articolo 2 della Costituzione Italiana), così come della necessità dello Stato come garante di tali diritti. Attraverso questa significazione, la figura di Moro assurge inoltre a corpo simbolico dello Stato-nazione, legittimando lo stesso e fungendo da simbolo d’identificazione collettiva con la nazione. Si tratta qui di mettere in luce il rapporto intrinseco fra la figura del martire e una narrazione mitologica dello Stato, dove mito sta a indicare un «assolutismo del reale» (Absolutismus der Wirklichkeit). La ricerca vuole altresì mettere in luce la dimensione strumentale delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro, le quali hanno mantenuto e tuttora mantengono un’efficacia performativa nonostante il chiaro ed evidente rifiuto, espresso da Moro stesso, di essere sacrificato «in nome di un astratto principio di legalità.» La ricerca si propone di dimostrare la valenza di tale ipotesi di lavoro attraverso l’analisi dell’apparizione e diffusione delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro in forme mediali differenti nell’intervallo temporale di quattro decenni. Il corpus delle fonti preso in esame include: articoli di giornali e riviste, i documenti prodotti da Moro e della Brigate Rosse durante i 55 giorni di sequestro, trasmissioni televisive (documentari e reportage), opere letterarie e cinematografiche. La teoria discorsiva e l’analisi archeologico-genealogica sviluppate da Michel Foucault fungono da base teorico-metodologica del lavoro. Il taglio transdisciplinare dell’indagine rende necessaria la distinzione di due diversi piani di ricerca. In primo luogo, ci si pone come obiettivo di individuare e analizzare le diverse rappresentazioni come elementi di una formazione discorsiva il cui tema comune è la morte di Aldo Moro. Si tratta di operare una ricognizione, attraverso il lavoro empirico, dei modi di rappresentare l’uccisione di Aldo Moro e di individuare le regole che determinano ciò che può essere detto e mostrato a tale riguardo. In secondo luogo, a partire da qui, ci si propone di fare un’analisi critica dell’uso e della funzione del linguaggio e della simbologia di matrice religiosa all’interno della forma¬zione discorsiva presa in esame. L'obiettivo è di mettere così in luce non solo il dispositivo di legittimazione politica che presiede alla costruzione della figura del martire, ma anche la sua polivalenza.
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Libros sobre el tema "Costituzione culturale"

1

Andrea, Mugnai, ed. Storia e Costituzione: Radici politiche e tradizione culturale nella Costituzione italiana del 1948. Scandicci, Firenze: La nuova Italia, 1998.

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2

Häberle, Peter. Costituzione e identità culturale: Tra Europa e Stati nazionali. Milano: A. Giuffrè, 2006.

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3

Identità culturale e territorio tra Costituzione e politiche regionali. Milano: Giuffrè, 2010.

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4

Torre, Alessandro. Interpretare la Costituzione britannica: Itinerari culturali a confronto. Torino: G. Giappichelli, 1997.

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5

Marini, Francesco Saverio. Lo statuto costituzionale dei beni culturali. Milano: A. Giuffrè, 2002.

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6

Alessandro, Catelani y Labriola Silvano, eds. La costituzione materiale: Percorsi culturali e attualità di un'idea. Milano: A. Giuffrè, 2001.

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7

Scarpa, Riccardo. La Costituzione programmata: Origini strutturali e culturali della Costituzione europea, del processo d'integrazione sovranazionale e della pianificazione sociale. Pasian di Prato (Udine): Campanotto, 2005.

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8

Colaianni, Nicola. Eguaglianza e diversità culturali e religiose: Un percorso costituzionale. Bologna: Il mulino, 2006.

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9

Paesaggio Costituzione cemento: La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile. Torino: Einaudi, 2010.

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10

Giancotti, Wanda Vaccaro. Il patrimonio culturale nella legislazione costituzionale e ordinaria: Analisi, proposte e prospettive di riforma. Torino: G. Giappichelli, 2008.

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Capítulos de libros sobre el tema "Costituzione culturale"

1

Li Calzi, Marco. "Aritmetica per la Costituzione: la ripartizione dei seggi al Senato". En matematica e cultura 2008, 151–62. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0794-9_12.

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2

Stefanì, Paolo. "Autonomia della confessione “islamica” e neogiurisdizionalismo. “crisi” della laicità? le risorse della laicità come pluralismo “confessionale e culturale”". En Costituzione, religione e cambiamenti nel diritto e nella società. Pisa University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.12871/978883339215820.

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Actas de conferencias sobre el tema "Costituzione culturale"

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Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Cerasoli, Mario. "Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl". En International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Resumen
Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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