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Di Pentima, Lorenza, Alessandro Toni y Grazia Attili. "L'impatto della violenza assistita sui minori: attaccamento, locus of control ed esiti psicopatologici". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 2 (agosto de 2021): 83–107. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002006.

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Resumen
Obiettivo del presente studio è stato esplorare l'impatto della violenza assistita in famiglia da parte di minori sull'emergere di eventuali quadri sintomatologici, sulla costruzione dei loro legami di attaccamento e sulla strutturazione del locus of control. I partecipanti allo stu-dio sono stati minori (n = 30), vittime di violenza assistita in famiglia (età media: 11.57 an-ni, DS = 2.01), confrontati con un gruppo di controllo (n = 60; età media: 11.03 anni, DS = 1.96). Le ipotesi verificate sono state le seguenti: 1) le vittime di violenza assistita nel con-fronto con il gruppo di controllo hanno più frequentemente un attaccamento insicuro, valu-tato mediante il Separation Anxiety Test (Attili, 2001); 2) le vittime di violenza assistita rive-lano un assetto psicopatologico più severo, valutato mediante le Scale Psichiatriche di Au-tosomministrazione per Fanciulli e Adolescenti (Cianchetti & Sannio Fancello, 2001); 3) le vittime di violenza assistita hanno un locus of control più esterno, valutato mediante la Sca-la di Nowicki-Strickland (1973). Dai risultati emerge che i minori, testimoni di violenza in famiglia, rispetto al gruppo di controllo, hanno più di frequente un legame di attaccamento insicuro, in particolare di tipo evitante e, a seguire, di tipo ambivalente. Mostrano un assetto sintomatologico che comprende le dimensioni di ansia, depressione, disturbi alimentari psi-cogeni e sintomi somatici. Rivelano, infine, la presenza di più elevati livelli di locus of con-trol esterno.
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Marchi, Luciano. "Editoriale. Controllo interno-esterno nella valutazione dei rischi e delle performance aziendali". MANAGEMENT CONTROL, n.º 3 (febrero de 2014): 5–6. http://dx.doi.org/10.3280/maco2013-003001.

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Cippitani, Roberto. "Il controllo dei progetti di ricerca: l'auditing esterno come strumento di conoscenza per la gestione dei progetti". PROJECT MANAGER (IL), n.º 16 (diciembre de 2013): 26–28. http://dx.doi.org/10.3280/pm2013-016009.

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McWilliams, Nancy. "Il caso dell'angelo della misericordia autodistruttivo". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 2 (mayo de 2012): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002003.

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L'articolo descrive alcuni scambi avvenuti durante il trattamento analitico con una paziente borderline, dai pattern spiccatamente auto frustranti. Scopo principale del presente lavoro č quello di suscitare un dibattito su un argomento che poco teorizzato negli ultimi anni, su cui i terapeuti hanno comunque bisogno di confrontare le proprie esperienze cliniche. In particolare, si vuole mettere in luce quanto le persone con funzionamento borderline abbiano bisogno che il terapeuta comprenda e insieme affronti sia i significati cocostruiti all'interno del rapporto terapeutico, sia la visione idiosincratica del mondo esterno del paziente. L'autrice propone le sue riflessioni con lo spirito di iniziare un dialogo su un problema clinico particolarmente difficile che non puň essere sviluppato appieno attraverso il normale utilizzo di studi a controllo randomizzato su particolari tecniche e nemmeno attraverso scambi clinici che riguardo le problematiche piů generali del processo terapeutico.
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Di Pentima, Lorenza y Alessandro Toni. "Il paradosso del lockdown da COVID-19: cosa accade alle donne e ai minori nei contesti maltrattanti". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (enero de 2021): 11–35. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-003002.

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Nel 2020, a causa della pandemia dovuta al virus SARS-CoV-2, in tutto il mondo è stato attivato il lockdown, richiedendo di rimanere nelle proprie abituazioni per frenare il contagio. Se l'isolamento domestico ha rappresentato la misura più efficace per limitare la diffusione del virus, per le vittime di violenza domestica, soprattutto donne e minori, ciò ha costituito un aumento del rischio di subire violenze fisiche, sessuali, psicologiche ed assistite. Molte le ragioni all'origine di tale fenomeno: l'incertezza dell'evoluzione della patologia e la precarietà economica hanno rappresentato fattori di maggiore stress, a cui si sono aggiunti la convivenza forzata tra la vittima e il suo abusante, e l'aumentato controllo di quest'ultimo, elementi che hanno incentivato il ripetersi degli episodi di violenza. Inoltre, per le vittime è stato quasi impossibile richiedere aiuto, poiché con il lockdown non si poteva lasciare la propria abitazione e i servizi del territorio non hanno potuto garantire una vigilanza continuativa sulle situazioni più a rischio. Infine, in accordo con la letteratura, è stato riscontrato che la maggior parte delle vittime, per il loro assetto psicologico, derivante dall'aver subito a lungo violenze di ogni tipo, ritengono di avere poco controllo sugli eventi e di non poter ricevere aiuto da parte degli altri; così per lo più hanno rinunciato a richiedere un intervento esterno per uscire dalla spirale della violenza.
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CRISTALLI, G., G. MERCANTE, L. MARUCCI, A. SORIANI, S. TELERA y G. SPRIANO. "Radioterapia intraoperatoria nei tumori maligni avanzati estesi all’orecchio medio: valutazione da uno studio retrospettivo". Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, n.º 2 (abril de 2016): 85–90. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-486.

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Obiettivo dello studio è stato quello di valutare la sicurezza, l’efficacia e i risultati funzionali della radioterapia intraoperatoria (IORT) seguita dalla radioterapia a intensità modulata (IMRT) nel trattamento di tumori maligni avanzati estesi all’orecchio medio. Sono stati inclusi nello studio in modo retrospettivo 13 pazienti consecutive affetti da tumore dell’orecchio esterno esteso all’orecchio medio. Il follow-up è stato in media di 33 mesi (range 6-133). Cinque pazienti (38%) erano di stadio III e 8 pazienti (62%) erano di stadio IV secondo la classificazione dell’Università di Pittsburgh. Una petrosectomia laterale (LTBR) è stata eseguita in tutti i pazienti, la LTBR è stata associata a parotidectomia in 5 (38%) casi e a svuotamento latero-cervicale associato a parotidectomia in 6 (46%) casi. In tutti i casi si è effettuata asportazione della malattia macroscopicamente evidente. Il trattamento chirurgico è stato completato da IORT (12 Gy) e IMRT (50Gy). Chemioterapia adiuvante è stata eseguita in 4 (30%) casi. Test audiometrici pre- e post-operatori sono stati eseguiti per valutare la perdita uditiva. Il tasso di controllo di malattia locale (LC) a 5 anni, di metastasi a distanza (DM) a 5 anni, la sopravvivenza libera da malattia (DFS) e la sopravvivenza globale (OS) a 5 anni sono state calcolate con il metodo di Kaplan-Meyer. Variazioni significative nella conduzione per via ossea sono state osservate dopo trattamento. Una necrosi parziale del lembo di ricostruzione è stata l’unica complicanza precoce osservata in 3(23%) casi, mentre una fistola meningea è stata osservata in un solo caso (7,6%) come complicanza tardiva. Il tasso di LC è stato del 68%. Il tasso di DM è stato del 90%. Il tasso di DFS è stato del 61%. Il tasso di OS è stato del 69%. La IORT seguita dalla IMRT nel trattamento dei tumori maligni avanzati dell’orecchio esterno e medio sembra essere sicuro. Nel nostro studio non sono riportati morti. La IORT può ridurre la dose di radioterapia postoperatoria a livello del tessuto residuo ottenendo la medesima dose a livello della sede del tumore. Non abbiamo osservato alcuna complicanza a livello dell’orecchio esterno residuo, mentre si è notato un peggioramento dell’udito anche a livello neurosensoriale. Sono necessari studi prospettici al fine di confermare quanto da noi osservato.
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Eccher, Christian. "LA FUGA DALLA STORIA: OSVALDO RAMOUS". ZBORNIK ZA JEZIKE I KNJIŽEVNOSTI FILOZOFSKOG FAKULTETA U NOVOM SADU 2, n.º 2 (17 de diciembre de 2012): 329. http://dx.doi.org/10.19090/zjik.2012.2.329-343.

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Lo scopo di questo lavoro è l’analisi della poesia di Osvaldo Ramous, un artista fiumano che ha conosciuto tutte le fasi dello sviluppo del capoluogo quarnerino nel secolo scorso. Nato nella Fiume italiana, Ramous si ritrovò a vivere nella Rijeka jugoslava a partire dal 1945, quando la città passò sotto il controllo di Tito. Ramous si è sempre battuto per l’affermazione dei diritti della Comunità italiana dell’Istria e del Quarnero, ma nella sua poesia emerge il desiderio di fuggire dalla Storia. Il poeta fiumano vorrebbe trovare nella musicalità dei versi un riparo dalle tragedie che hanno scosso il Novecento, ma i tempi nuovi sembrano non lasciare più spazio a illusioni di sorta: la poesia non può più essere la parola innamorata avulsa dal contesto esterno, e proprio per questo la Storia sembra infilarsi sottilmente nelle poesie di Ramous sotto forma di improvvisi cambiamenti di ritmo e immagini che risvegliano il poeta stesso e il lettore dall’idillio della musicalità del verso. Tutte spie nevrotiche che segnalano traumi troppo forti per essere superati e diluiti nella creazione artistica.
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Oddo, Letizia. ""Quale mondo scelgo per me?" La scissione psichica come metafora politica." STUDI JUNGHIANI, n.º 52 (noviembre de 2020): 69–77. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9378.

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Resumen
L'articolo prende spunto da un sogno, nel quale gli abitanti si trovano in un mondo improvvisamente spaccato in due, isolati gli uni dagli altri, per effetto di un cataclisma naturale. Come l'autrice cerca di evidenziare, la crescente tendenza della società occidentale contemporanea verso i processi dissociativi appare collegata alla dinamica di opposizione psichica fra naturale e artificiale, individuo e cosmo, soggetto e comunità.Il taglio, la scissione tra mondi, spazio interno e esterno, sono espressione di un paradigma economico volto al controllo, all'utile, al vantaggio competitivo, che nega il nesso di corrispondenza fra la sfera naturale e spirituale, politica e sociale. La coscienza individuale e collettiva, chiusa nella propria autoreferenzialità, sempre più incapace di integrare i contenuti dell'alterità e molteplicità, è soggetta a processi di scissione psichica, all'attivazione di emozioni, fantasie inconsce: ossessioni identitarie, fanatismi persecutori, infezioni psichiche. Si tratta, invece, di interrogarsi sulle possibilità di azione e collaborazione sociale e politica, di creatività psichica, là dove l'umano, il vivente, l'organico e l'inorganico si imprimono, si fanno natura e storia in una dinamica trasformativa, tra contraddizioni e generazioni.
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Oddo, Letizia. ""Quale mondo scelgo per me?" La scissione psichica come metafora politica." STUDI JUNGHIANI, n.º 52 (noviembre de 2020): 69–77. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9378.

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Resumen
L'articolo prende spunto da un sogno, nel quale gli abitanti si trovano in un mondo improvvisamente spaccato in due, isolati gli uni dagli altri, per effetto di un cataclisma naturale. Come l'autrice cerca di evidenziare, la crescente tendenza della società occidentale contemporanea verso i processi dissociativi appare collegata alla dinamica di opposizione psichica fra naturale e artificiale, individuo e cosmo, soggetto e comunità.Il taglio, la scissione tra mondi, spazio interno e esterno, sono espressione di un paradigma economico volto al controllo, all'utile, al vantaggio competitivo, che nega il nesso di corrispondenza fra la sfera naturale e spirituale, politica e sociale. La coscienza individuale e collettiva, chiusa nella propria autoreferenzialità, sempre più incapace di integrare i contenuti dell'alterità e molteplicità, è soggetta a processi di scissione psichica, all'attivazione di emozioni, fantasie inconsce: ossessioni identitarie, fanatismi persecutori, infezioni psichiche. Si tratta, invece, di interrogarsi sulle possibilità di azione e collaborazione sociale e politica, di creatività psichica, là dove l'umano, il vivente, l'organico e l'inorganico si imprimono, si fanno natura e storia in una dinamica trasformativa, tra contraddizioni e generazioni.
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Del Baldo, Mara, Anna Maria Arcari y Marcantonio Ruisi. "Controllo di gestione nelle PMI e consulenti esterni". MANAGEMENT CONTROL, n.º 1 (marzo de 2019): 69–94. http://dx.doi.org/10.3280/maco2019-su1005.

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Sciarrone, Rocco. "Il capitale sociale della mafia. Relazioni esterne e controllo del territorio". Quaderni di Sociologia, n.º 18 (1 de noviembre de 1998): 51–72. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1476.

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Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica". SOCIETÀ E STORIA, n.º 172 (junio de 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Cassano, M. "Endoscopic repair of nasal septal perforation". Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, n.º 6 (diciembre de 2017): 486–92. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1313.

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La riparazione della perforazione del setto nasale rappresenta delle più complesse procedure chirurgiche nasali. Nel corso dell’ultimo decennio, sono state descritte numerose tecniche endoscopiche di riparazione, con una percentuale di successo variabile fra il 76.4% e 100%. I vantaggi di questa tecnica sono la mini-invasività (nessuna cicatrice esterna), un’ottima esposizione del campo operatorio (con una migliore visualizzazione delle strutture anatomiche) e un buon controllo visivo dei margini della perforazione. Possibili svantaggi sono un maggior tempo operatorio ed una maggiore difficoltà di esecuzione che richiede curve di apprendimento di anni. In questa review riportiamo l’esperienza di numerosi lavori pubblicati sulla riparazione endoscopica delle perforazioni del setto nasale, mettendo a confronto la percentuale di successo, il diametro della perforazione e i materiali utilizzati per la riparazione.
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Rizzo, Mario. "Fra terra e mare. qualche riflessione circa le frontiere della Toscana moderna e il ruolo di quest'ultima nello spazio mediterraneo". SOCIETÀ E STORIA, n.º 135 (julio de 2012): 183–88. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135010.

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Il volume analizza le molteplici frontiere della Toscana moderna (terrestri e marittime, interne ed esterne, laiche ed ecclesiastiche, economiche e culturali), illustrandone le complesse interazioni e ponendole in stretta correlazione con piů ampi contesti storici e geografici, quali il variegato scacchiere mediterraneo e il sistema imperiale degli Asburgo di Spagna. La costruzione e il controllo dei confini, lungi dall'essere l'esito esclusivo dell'attivitÀ statale, erano profondamente influenzati anche dall'azione di altri attori periferici: emerge in tal modo una struttura del potere piuttosto diffusa nella societÀ e sul territorio, il che peraltro non implica affatto la sottovalutazione del ruolo dello stato. La frontiera appare come una realtÀ ‘vivente', concepita non tanto come una linea continua, ben definita e stabile nel tempo, quanto come uno spazio granulare e discontinuo, sovente frutto di un processo storico lungo e intricato.
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Oliveira Júnior, Orlando Amâncio de, Paulo Araquém Ramos Cairo y Adalberto Brito de Novaes. "Características morfofisiológicas associadas à qualidade de mudas de Eucalyptus urophylla produzidas em diferentes substratos". Revista Árvore 35, n.º 6 (diciembre de 2011): 1173–80. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-67622011000700003.

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Neste estudo foram avaliados os efeitos de diferentes combinações de substratos sobre características morfológicas e fisiológicas relacionadas à qualidade de mudas de Eucalyptus urophylla. O experimento foi conduzido em um viveiro florestal a pleno sol, no qual foram produzidas mudas em tubetes de 54 cc e irrigadas por microaspersão. Empregou-se o delineamento experimental inteiramente casualizado com 12 tratamentos e quatro repetições. Os tratamentos foram baseados nas seguintes combinações de substratos: dois substratos comerciais (Vivatto Slim Plus e Mecplant), esterco bovino, pó de casca de coco, vermiculita e uma combinação utilizada por uma empresa do ramo florestal. Em todos os tratamentos foi adicionado Osmocote, fertilizante mineral de suprimento controlado de NPK. Foram avaliadas as seguintes características: Índice de Velocidade de Emergência (IVE), Emergência Total de Plântulas (EMER), Índice de Qualidade Dickson (IQD), Índice SPAD e Potencial de Regeneração de Raízes (PRR). Em geral, os melhores resultados foram obtidos nos tratamentos que continham esterco bovino e pó de casca de coco nas combinações de substratos. Para a qualificação das mudas, os valores de IQD mostraram-se, quase sempre, relacionados positivamente aos de PRR, exceto o substrato 100% da Vivatto Slim Plus, em que os maiores valores de IQD estiveram associados a valores mais baixos de PRR. A combinação de 40% de esterco bovino, 20% de pó de casca de coco e 40% de vermiculita resultou nas maiores médias do índice SPAD. A combinação de 70% de esterco bovino e 30% de pó de casca de coco proporcionou a produção de mudas com os maiores valores de PRR, as quais apresentaram qualidade superior à das demais combinações de substratos, com base nas características avaliadas.
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Kernberg, Otto F. "Replica agli interventi". PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 4 (diciembre de 2011): 496–98. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004008.

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L'Autore risponde agli interventi di Thomas von Salis, Emilio Modena, Marianna Bolko, Pier Francesco Galli, Alberto Merini e Paolo Migone. Tra i tanti problemi sollevati, vengono scelti solo alcuni temi: la questione della "democrazia" nella formazione psicoanalitica, la funzionalitŕ della formazione e l'importanza dei controlli di qualitŕ, il rapporto tra ideologia e scienza in psicoanalisi, le spinte interne ed esterne all'istituzione per migliorare il sistema del training, l'importanza della ricerca scientifica, il problema della neutralitŕ analitica e l'originalitŕ della proposta di Pier Francesco Galli di definire la neutralitŕ come continuitŕ e coerenza dell'atteggiamento dell'analista, la questione della selezione dei candidati degli istituti psicoanalitici, il rapporto tra la teoria generale della psicoanalisi e le sue applicazioni, e cosě via.
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Palmieri, Mariangela. "Tra educazione e propaganda. Il mondo cattolico e il cinema documentario negli anni del pontificato pacelliano". MONDO CONTEMPORANEO, n.º 1 (agosto de 2021): 91–110. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001003.

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Il saggio analizza l'uso che i cattolici hanno fatto del cinema documentario negli anni Quaranta e Cinquanta, durante il pontificato di Pio XII. Le ricerche sui rapporti tra cinema e cattolici hanno sinora privilegiato i film di finzione. Tuttavia, da alcuni documenti d'archivio, emerge come il mondo cattolico abbia rivolto la sua attenzione anche al documentario, inteso come uno strumento pedagogico e di propaganda. Per promuoverlo i cattolici si mossero in tre direzioni: producendo documentari autonomamente, facendoli realizzare a società di produzione esterne ma vicine al mondo cattolico, o distribuendo, nei propri circuiti (sale parrocchiali, sezioni DC) e in quelli industriali (attraverso il sistema della programmazione obbligatoria), documentari di proprio interesse, compresi quelli di propaganda anticomunista nei periodi di campagna elettorale. Più in generale, il documentario si inscrive nella battaglia per il controllo del cinema portata avanti dai cattolici.
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Cesa, Marco. "SICUREZZA E RELAZIONI INTERNAZIONALI: IL PARADIGMA REALISTA RIVISITATO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, n.º 2 (agosto de 1991): 223–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013265.

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IntroduzioneAnche se quello di sicurezza è un termine impiegato molto frequentemente negli studi di relazioni internazionali, in particolar modo negli ultimi decenni, la sua elaborazione concettuale è lungi dall'aver raggiunto un livello soddisfacente. Eppure, alcuni dei molti studi dedicati specificamente a tematiche contemporanee, come il controllo degli armamenti e la politica di difesa degli stati occidentali, e in primo luogo degli Stati Uniti, hanno fornito definizioni piò o meno esplicite e articolate. Così, ad esempio, Donald Brennan (1961, 8) sostiene che la sicurezza è composta, in proporzioni variabili, tanto dalla protezione della sopravvivenza nazionale, intesa questa nei suoi significati fisici, politici e degli standard di vita, quanto dal perseguimento dei fini di politica estera. Secondo Morton Berkowitz e P.G. Bock (1968, 40), invece, la sicurezza sarebbe una piò generica «capacità di una nazione di proteggere i suoi valori interni da minacce esterne».
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Cesa, Marco. "SICUREZZA E RELAZIONI INTERNAZIONALI: IL PARADIGMA REALISTA RIVISITATO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, n.º 2 (agosto de 1991): 223–54. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002181x.

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IntroduzioneAnche se quello di sicurezza è un termine impiegato molto frequentemente negli studi di relazioni internazionali, in particolar modo negli ultimi decenni, la sua elaborazione concettuale è lungi dall'aver raggiunto un livello soddisfacente. Eppure, alcuni dei molti studi dedicati specificamente a tematiche contemporanee, come il controllo degli armamenti e la politica di difesa degli stati occidentali, e in primo luogo degli Stati Uniti, hanno fornito definizioni piò o meno esplicite e articolate. Così, ad esempio, Donald Brennan (1961, 8) sostiene che la sicurezza è composta, in proporzioni variabili, tanto dalla protezione della sopravvivenza nazionale, intesa questa nei suoi significati fisici, politici e degli standard di vita, quanto dal perseguimento dei fini di politica estera. Secondo Morton Berkowitz e P.G. Bock (1968, 40), invece, la sicurezza sarebbe una piò generica «capacità di una nazione di proteggere i suoi valori interni da minacce esterne».
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Mazzucotelli, Francesco. "FRAGMENTS OF LEBANON: SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS". Il Politico 252, n.º 1 (22 de junio de 2020): 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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Giannotti, Claudio. "Il risk management nelle Sgr immobiliari tra regole, stato dell'arte e sfide aperte". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 3 (septiembre de 2011): 533–47. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003007.

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Le Sgr che gestiscono fondi immobiliari devono avere una funzione di risk management. Il controllo dei rischi puň rappresentare non solo un obbligo regolamentare, ma anche un modus operandi premiante e un vantaggio competitivo. Occorre un passaggio culturale dallaformale allasostanziale. Attraverso un questionario inviato al gruppo di lavoro di Assogestioni, questo articolo si propone di analizzare lo stato dell'arte delmanagement delle Sgr immobiliari italiane, per evidenziare anche le principali sfide aperte per il settore. Dai questionari emerge che i rischi della Sgr sono gestiti attraverso un'articolata mappatura, che evidenzia i fattori di rischio nelle fasi del processo gestionale. Per la gestione dei rischi dei fondi immobiliari, le Sgr utilizzano prevalentemente l'analisi di sensitivitŕ sul business. Le principali sfide aperte sono: l'utilizzo di misurazioni e modelli statistici adatti agli investimenti immobiliari, la scarsa adeguatezza del sistema informativo immobiliare, l'efficacia della comunicazione interna ed esterna e la definizione dicondivise.
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Boccardelli, Paolo, Chiara Acciarini y Enzo Peruffo. "Dinamismo ambientale, esperienza digitale del board, e cambiamento strategico delle imprese. L'integrazione tra Dynamic Managerial Capabilities e Resource Dependence Theory". CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, n.º 2 (enero de 2022): 25–43. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12343.

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A partire dalla considerazione che il cambiamento strategico rappresenta una tema centrale negli studi di management e strategia, lo studio si propone di investigare le decisioni strategiche delle imprese in contesti caratterizzati da elevati livelli di dinamismo. Inoltre, l'introduzione in letteratura della variabile che misura l'esperienza digitale del board, intesa come rapporto tra membri con esperienza professionale in ambiti digital-related e il totale dei componenti del board, consente di valutare l'impatto sul metodo (fusioni e acquisizioni, alleanze strategiche e joint venture) e sull'ampiezza (diversificazione e internazionalizzazione) del cambiamento strategico. I risultati dimostrano l'associazione non solo tra maggiore dinamismo ambientale e cambiamento esperienza digitale del board e lo stesso cambiamento strategico d'impresa. Le implicazioni teoriche e pratiche consentono di apprezzare il coinvolgimento del board non solo nel controllo, ma anche nella direzione strategica dell'impresa, e di comprendere come le imprese decidano di orchestrare il proprio set di capacità dinamiche per allinearsi ai cambiamenti esterni. 
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Garcia-Rodriguez, Agustin, Alfredo Marin-Cardenas, Nelsy Herrera-Coello, Inocencia Diaz-Rodriguez y Leandro Marrero-Suarez. "Produccion de biomasa proteica a partir de jugo de caña". Respuestas 4, n.º 1 (18 de junio de 2016): 32–34. http://dx.doi.org/10.22463/0122820x.616.

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En el presente trabajo se analiza la utilizacion de una cepa de levadura aislada del jugo fermentado espontaneamente en la produccion de biomasa proteica para la alimentcion animal.El proceso se realiza con un sustrato no esteril constituido por jugo de caña suplementado con miel final.Como fuente de nitrogeno se emplea urea y se complementaron los nutrientes con sales minerales.La temperatura utilizada oscilo entre 32 y 35° C con una aireacion continua. El trabajo se realizo en tres escalas:laboratorio,piloto e industrial .El metodo empledo consistio en cultivo a batch incrementado. Los estudios realizados las diferentes escalas permitieron conformar una tecnologia de produccion de biomasa con alto contenido proteico (superior al 20% PV.b.s), a partir del jugo de caña por un proceso controlado, no esteril factible de introducir en instalaciones edañas los Centrales Azucareros.Se realizo ademas la evauacion zootecnica de cerdos alimentados con esta biomasa como suplemento del alimento base, en un centro genetico porcino cercano a la instalacion industrial.Palabras clave: Fermentación, Cepas, Rustica, Levadura, Alimentación.
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Romano, R., R. Lamanna, M. T. Santini y P. L. Indovina. "Confronto di spettri protonici cellulari mediante l'algoritmo di normalizzazione MaSNAl". Rivista di Neuroradiologia 13, n.º 1 (febrero de 2000): 37–43. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300107.

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Resumen
La spettroscopia con risonanza magnetica nucleare è utilizzata, in modo sempre crescente, per studi sia in vivo che in sistemi biologici in vitro, per esaminare variazioni indotte dall'azione di agenti chimici, fisici e biologici. In questo tipo di studi si effettua, in genere, un confronto tra le intensità dei segnali di campioni controllo con campioni trattati per poter ricavare delle informazioni sull'azione dell'agente. I metodi di confronto finora adottati consistono nel quantificare, mediante l'utilizzo di una sostanza di riferimento interna od esterna ai campioni, i segnali nei singoli spettri e nel confrontarne i valori. In questo lavoro, viene presentato un nuovo metodo di confronto, che consiste nel normalizzare gli spettri mediante un nuovo algoritmo. Esso fa riferimento ai segnali nella loro totalità e non richiede, per ottenere informazioni quantitative sulle variazioni relative, di alcuna sostanza di riferimento ( standard). In particolare, l'algoritmo è fondato sulla massimizzazione, mediante una opportuna misura a segno variabile, delle regioni di sovrapposizione degli spettri. L'algoritmo è stato verificato con simulazioni Monte Carlo e con esperimenti di laboratorio, che ne dimostrano l'affidabilità, la precisione e la sensibilità. Infine, è stato applicato a spettri relativi a campioni cellulari per dimostrarne l'applicabilità a campioni biologici reali.
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Melo, Leônidas Carrijo Azevedo, Carlos Alberto Silva y Bruno de Oliveira Dias. "Caracterização da matriz orgânica de resíduos de origens diversificadas". Revista Brasileira de Ciência do Solo 32, n.º 1 (febrero de 2008): 101–10. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-06832008000100010.

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Resumen
Vários fatores controlam a velocidade de decomposição e a liberação de nutrientes por resíduos orgânicos. Dentre esses fatores, destacam-se o grau de humificação e a natureza química dos resíduos. Com este trabalho, objetivou-se caracterizar a matriz orgânica de amostras de lodo de esgoto, estercos de galinha, suíno, codorna e bovino, além de composto, substrato orgânico e material húmico comerciais. Analisaram-se o pH, condutividade elétrica (CE), capacidade de troca de cátions (CTC), capacidade de retenção de água (CRA), teores de N total e N-mineral, matéria orgânica, carbono orgânico total (COT) e as frações de COT: C-fração ácido húmico (C-FAH), C-fração ácido fúlvico (C-FAF), C solúvel em água (CSA), C lábil e teor e diversidade de ácidos orgânicos de baixa massa molar (AOBMM). Quanto maior o teor de C-fração ácido húmico, mais elevada é a capacidade de adsorver cátions dos resíduos orgânicos. Considerando-se o índice de humificação (IH), a razão de humificação (RH) e a CTC, e seus respectivos valores críticos (19 %, 28 % e 67 cmol c kg-1) para separar materiais decompostos daqueles suscetíveis à decomposição, os estercos de suíno, bovino, galinha e codorna, a amostra de composto e o lodo de esgoto 1 podem ser classificados como resíduos ainda não completamente humificados. O C lábil não foi adequado para predizer a biodisponibilidade dos resíduos avaliados. Os estercos de galinha e de codorna foram os materiais mais ricos em ácidos orgânicos de baixa massa molar.
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Retamal, Javiera, Pedro Becker, Rodrigo González, Marcela Ferrés, Jaime Cerda, María I. Riquelme, Regina Pérez y Cristián Clavería. "Infección del sitio quirúrgico en niños sometidos a cirugía cardíaca con cierre esternal diferido: Estudio de casos y controles". Revista chilena de infectología 33, n.º 5 (octubre de 2016): 495–500. http://dx.doi.org/10.4067/s0716-10182016000500001.

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Ceccarelli, Salvatore. "BiodiversitĂ , miglioramento genetico partecipativo e diritto al cibo. (Chi decide cosa mangerai stasera per cena?)". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 3 (marzo de 2011): 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003004.

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Resumen
Questo lavoro affronta il problema del controllo del seme e di conseguenza della sicurezza alimentare nel mondo. Man mano che il miglioramento genetico è passato dalle mani degli agricoltori che lo hanno praticato per migliaia di anni a quelle di privati, si è anche passati da una grande agro-biodiversità , dovuta al fatto che gli agricoltori miglioravano ciascuno per il proprio ambiente e per i propri usi, ad una pericolosa uniformità . Attualmente appena 3 colture (mais, riso e grano) forniscono il 60% delle calorie nel nostro cibo; se a ciò si aggiunge che quasi il 50% del mercato mondiale dei semi è nelle mani di quattro multinazionali, si capisce quanto la agro-biodiversità sia limitata. L'uniformità tra ed entro le colture le rende vulnerabili a malattie, insetti e ai cambiamenti climatici che già si stanno verificando e che già stanno avendo un effetto dannoso sulla produzione di cibo e sulla sua qualità . Il miglioramento genetico partecipativo ha il vantaggio rispetto al miglioramento genetico convenzionale di una maggiore efficacia negli ambienti marginali, di una maggiore rapidità nel produrre varietà e soprattutto di aumentare la agro-biodiversità sia nello spazio che nel tempo. Programmi di miglioramento genetico partecipativo che siano inclusivi hanno già dimostrato la loro efficacia nel caso degli agricoltori più marginalizzati. Un aspetto importante del miglioramento genetico partecipativo è che il controllo della produzione del seme torna nelle mani degli agricoltori i quali, con le capacità acquisite nel praticare il miglioramento genetico partecipativo, sono in grado di manipolare popolazioni evolutive, cioè grandi miscugli di genotipi che continuano ad evolversi nelle loro mani producendo continuamente genotipi via via meglio adattati. Il lavoro dimostra che operando una sintesi tra le conoscenze dei ricercatori e quelle degli agricoltori come accade nei programmi di miglioramento genetico partecipativo è possibile produrre un gran numero di varietà diverse ciascuna adattata ad uno dei tanti ambienti agrari che ci circondano, capaci di rendere gli agricoltori meno dipendenti da input esterni e meno vulnerabili nei confronti di malattie, insetti e cambiamenti climatici, e di conseguenza in grado di contribuire alla sicurezza alimentare di tutti noi.
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Squassina, Angela Paola. "La Casa dell’abate a San Giovanni in Persiceto: Indagini conoscitive e questioni operative per la conservazione di un «edificio-fossile»". Arqueología de la Arquitectura, n.º 5 (30 de diciembre de 2008): 207. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2008.96.

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manufatto medioevale a struttura mista in legno e muratura, uno dei pochi superstiti in Italia, probabile sede dell’Abate del Monastero di Nonantola. Si tratta di un «edificio-fossile», oggetto di grande interesse data la rarità, l’antichità della struttura e delle modalità costruttive, nonché per la presenza di una stratificazione quasi millenaria. La Casa dell’Abate è stata infatti sottoposta ad un lento ma continuo processo di trasformazione per sostituzione graduale degli elementi lignei con muratura, che lo ha condotto da una condizione di edificio-fondaco a carattere non residenziale, verso un assetto prevalentemente abitativo. A ciò si aggiunge una generale condizione di ridotta leggibilità stratigrafica, dovuta ad un intervento risalente agli anni Sessanta, che ha comportato profonde trasformazioni strutturali ed una generale alterazione delle superfici esterne sistematicamente rinnovate, con conseguente modifica della percezione di antichità dell’insieme. Una condizione che suggerisce alcune riflessioni sul rapporto fra leggibilità stratigrafica e conservazione dell’autenticità. In un edificio fortemente alterato, viene drasticamente ridotta la capacità risolutiva dello strumento stratigrafico, di cui diventa necessario ricalibrare codici e modalità applicative. Tuttavia, da questa necessità di continuo adattamento a diverse condizioni di lettura, risulta un’articolazione della stratigrafia – qualora inclusa organicamente nella concezione del progetto di restauro – e la leggibilità stratigrafica può divenire anche prezioso indicatore delle alterazioni indotte e criterio tecnico-culturale di orientamento del progetto, come tensione ideale verso il controllo delle trasformazioni nell’intervento. Che si configura qui in termini minimali e rispettosi delle testimonianze superstiti frammentate e della loro leggibilità stratigrafica.
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Lukoschus, Jan y Reinhard von Hanxleden. "Removing Cycles in Esterel Programs". EURASIP Journal on Embedded Systems 2007 (2007): 1–23. http://dx.doi.org/10.1155/2007/48979.

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Linney, A. D., A. C. Tan, R. Richards, J. Gardener y W. R. Lees. "Visualizzazione tridimensionale del corpo umano per diagnosi e per programmazione chirurgica". Rivista di Neuroradiologia 5, n.º 4 (noviembre de 1992): 483–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500412.

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Viene descritto un sistema che produce rappresentazioni di superfici anatomiche basandosi su immagini ottenute mediante tomografia assiale computerizzata a raggi X, risonanza magnetica ed ecografia. Le rappresentazioni vengono create per mostrare il carattere tridimensionale (3D) dell'anatomia interna ed esterna. Le immagini possono essere sezionate e manipolate sullo schermo come se fossere l'oggetto tridimensionale che rappresentano. Con questo sistema è possibile pianificare interventi chirurgici per simulazione. È inoltre possibile esporre ed isolare strutture sottostanti di un oggetto anatomico, aumentando così il valore diagnostico dei dati di partenza. Tale sistema di rappresentazione fornisce anche dati per l'azionamento di una fresatrice a controllo numerico per la produzione di modelli anatomici, protesi e impianti. Le esigenze di pianificazione nella chirurgia maxillofacciale sono particolarmente marcate. Va considerata sia la funzione, sia l'estetica facciale1. I sistemi di pianificazione ricorrono ad una combinazione di fotografie, modelli e radiografie planari nel tentativo di tenere conto della natura tridimensionale dell'anatomia. Quindici anni fa i progressi nella tecnologia informatica e della rappresentazione, insieme alla disponibilità della tomografia assiale computerizzata a raggi X (TC), permisero di avviare la creazione di una unità di lavoro per clinici facente uso di grafici al computer per simulare, pianificare e prevedere il risultato della chirurgia maxillofacciale. Benchè inizialmente le applicazioni cliniche fossero alquanto limitate, esse sono notevolmente aumentate con il costante miglioramento dei computer e degli algoritmi. Oltre alle applicazioni originarie, esse comprendono ora: la cranioplastica, la diagnosi radiologica complessa, l'analisi di fratture, l'osservazione del feto e la produzione di impianti scheletrici adattati. Sono allo stato esplorativo le applicazioni in campo neurologico.
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White, David y Gerald Lüttgen. "Embedded Systems Programming: Accessing Databases from Esterel". EURASIP Journal on Embedded Systems 2008, n.º 1 (2008): 961036. http://dx.doi.org/10.1155/2008/961036.

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Li Hsien Yoong y Partha S. Roop. "Verifying IEC 61499 Function Blocks Using Esterel". IEEE Embedded Systems Letters 2, n.º 1 (marzo de 2010): 1–4. http://dx.doi.org/10.1109/les.2010.2042275.

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Puglioli, M., R. Padolecchia, P. L. Collavoli, G. Parenti, G. Orlandi y C. Paoli. "Angioplastica carotidea". Rivista di Neuroradiologia 11, n.º 4 (agosto de 1998): 431–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100402.

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Resumen
L'endoarteriectomia, come confermano i risultati degli studi multicentrici NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial), ECST (European Carotid Surgery Trial) ed ACAS (Asymptomatic Carotid Atherosclerosis Study), rappresenta il trattamento di elezione delle stenosi aterosclerotiche interessanti il distretto extracranico dell'arteria carotide, sia nei pazienti sintomatici (stenosi > 70%) che asintomatici (stenosi > 60%). L'intervento chirurgico è gravato da un rischio cumulativo di morbilità-mortalità (stroke/morte) che il NASCET, l'ECST e l'ACAS segnalano, rispettivamente, nel 5,8%, 7,5% e 2,3%, insieme ad altre possibili complicanze: infarto miocardico (0,9%), paralisi di nervi cranici (7,6%), ematoma del collo (5,5%), infezioni (3,4%). Qualora, per ragioni cliniche od anatomiche, il rischio chirurgico sia troppo elevato, come nei pazienti cardiopatici, diabetici, con insufficienza polmonare o renale, con restenosi, con stenosi post-attiniche o fibrodisplastiche, con stenosi carotidee prossimali o distali, con lesioni «tandem», l'angioplastica transluminale percutanea (PTA) e/o lo Stenting carotideo possono rappresentare una valida alternativa terapeutica all'endoarteriectomia. In questo articolo presentiamo la nostra casistica relativa a 41 procedure (36 PTA; 5 Stenting), eseguite su 33 pazienti negli ultimi due anni. I trattamenti sono stati rivolti a 28 arterie carotidi interne, 4 arterie carotidi esterne, 2 arterie carotidi comuni, 2 tronchi anonimi; gli stents sono stati rilasciati in 4 arterie carotidi interne e in 1 arteria carotide comune. Le procedure regolarmente portate a termine sono state 37 (32 PTA; 5 Stents), con un ottimo risultato anatomico in 36 casi. Nei controlli a 6 mesi abbiamo riscontrato una ristenosi (< 60%), asintomatica. In questo articolo illustriamo il nostro protocollo, gli insuccessi tecnici, i risultati e le complicanze.
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Ferrandino, Vittoria y Valentina Sgro. "Associazionismo industriale e corporativismo: l’American Chamber of Commerce in Italy nell’epoca fascista = Industrial association and corporatism: The American chamber of commerce in Italy during the fascism age". Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, n.º 19 (2 de febrero de 2016): 103. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i19.3584.

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<p>Il contributo in oggetto si propone di approfondire i rapporti tra le corporazioni e i gruppi industriali italiani da un’ottica particolare, quella dell’associazionismo che si concretizza con l’American Chamber of Commerce in Italy, instituita nel 1915 per agevolare le relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti. La grave crisi economica del 1930 e del 1931 e, poco dopo, le gravissime restrizioni portate agli scambi con l’estero dal programma autarchico del Governo fascista, influirono notevolmente sullo sviluppo della Camera. L’autorità dell’istituzione venne a diminuire, i rapporti con gli Stati Uniti si fecero più rari e il numero dei soci diminuì notevolmente.<strong> </strong>Alle corporazioni furono affidate le autorizzazioni sui nuovi impianti, la costituzione delle compagnie per la valorizzazione dell’Africa orientale italiana, il controllo sulle iniziative economiche nelle colonie, la collaborazione col fisco nella determinazione e nell’applicazione dei tributi ed infine il controllo sul commercio estero e sulle valute. Di conseguenza, la funzione che lo Stato avrebbe dovuto esercitare servendosi delle corporazioni finì col ricadere nelle mani dei grandi industriali, che le dominavano attraverso i loro rappresentanti. Da un lato, quindi, vi erano le corporazioni, che garantivano piena libertà ai gruppi industriali, avallandone le scelte; dall’altro lato, invece, vi erano le autorità governative che riconoscevano i limiti di competenza e d’intervento di quelle istituzioni e la necessità di una migliore definizione degli obiettivi.</p><p>This contribution aims to examine the relationship between corporations and the Italian industrial groups from a particular perspective, which is that of associations through the American Chamber of Commerce in Italy, established in 1915 to facilitate the commercial relations between Italy and the United States. The economic crisis of 1930 and 1931 and, shortly after, the very serious restrictions on foreign trade of the Fascist government program influenced significantly on the Chamber’s development. The authority of the institution was to decline, the relations with the United States became more and more rare and the number of members decreased considerably. Corporations obtained the authorizations on new systems, the establishment of companies for the development of the Italian East Africa, the control on economic initiatives in the colonies, the cooperation with the tax authorities in the determination and application of taxes, and finally control over foreign trade and currencies. So the function that the State should have exercised using the corporations ended up falling into the hands of big businessmen, who ruled through their representatives. Therefore, Corporations guaranteed full freedom to industry groups supporting them, and government authorities recognized the competence and intervention limits of those institutions and the need for a better definition of the objectives.</p>
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Yuan, Simon, LiHsien Yoong, Sidharta Andalam, ParthaS Roop y Zoran Salcic. "A New Multithreaded Architecture Supporting Direct Execution of Esterel". EURASIP Journal on Embedded Systems 2009, n.º 1 (2009): 610891. http://dx.doi.org/10.1155/2009/610891.

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Figueiredo, Juliana Matos, Joab Medeiros de Araújo, Assíria Maria Ferreira da Nóbrega Lúcio, Ivonete Alves Bakke y Olaf Andreas Bakke. "REGENERAÇÃO HERBÁCEA EM ÁREAS DEGRADADAS DE CAATINGA ENRIQUECIDAS COM ÁRVORES NATIVAS". Ciência Florestal 27, n.º 4 (11 de diciembre de 2017): 1143. http://dx.doi.org/10.5902/1980509830292.

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A recuperação do estrato herbáceo foi avaliada em áreas antropizadas de Caatinga protegidas de pastejo e enriquecidas com árvores nativas, em Patos - PB, Brasil. Os tratamentos foram aleatorizados de acordo com o delineamento em blocos casualizados com cinco tratamentos (Sem plantio –T0– ou plantio puro de Poincianella pyramidalis –T1–, Mimosa tenuiflora –T2– ou Cnidoscolus quercifolius –T3– ou misto das três espécies –T4) e cinco repetições de parcelas quadradas de 144 m2 com 36 mudas plantadas em covas no espaçamento 2 m x 2 m e enriquecidas com esterco e fertilizantes. Os dados foram coletados de setembro de 2008 a outubro de 2009. Após este período, ainda não havia regeneração arbórea natural, e as copas das árvores recobriam de 15 a 49% do solo e não afetavam o crescimento e a composição da comunidade herbácea. O estrato herbáceo recobria 16% e 100% do solo no início e final do período experimental, respectivamente, o número das dicotiledôneas herbáceas aumentou de cinco, majoritariamente duas espécies de Sida, para 13 espécies, as monocotiledôneas eram representadas por apenas uma espécie (Aristida sp.), e a quantidade de forragem herbácea atingiu 3 ton/ha (2:1, dicot:monocot). Parcelas adjacentes superpastejadas mantiveram os baixos níveis de cobertura e composição da comunidade herbácea. O acesso controlado de herbívoros por um ano permitiu o aumento da cobertura do solo e da diversidade de plantas em sítios degradados de Caatinga nos quais mudas plantadas de espécies arbóreas se estabeleceram com sucesso. Esta prática de manejo poderia ser implantada para evitar mais degradação ambiental e recuperar áreas degradadas.
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Cardosi, Emilio. "Gli effetti delle agevolazioni finanziarie sulle decisioni di investimento e sulle performance delle imprese: una valutazione empirica della legge 488/92". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n.º 1 (septiembre de 2010): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001006.

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Resumen
La tematica delle agevolazioni finanziarie a favore delle imprese costituisce, da sempre, oggetto di notevole attenzione ed interesse da parte di studiosi, economisti e policy maker. La domanda di ricerca deriva da esigenze di policy - allo scopo di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle norme di incentivazione - oltre che dalla richiesta di analisi empiriche per dare risposta a quesiti di tipo teorico. Gli studi presenti nella letteratura nazionale che esaminano gli effetti che le agevolazioni finanziarie producono sulle imprese - utilizzando dati d'impresa e non dati aggregati - non sono molto numerosi. L'articolo analizza gli effetti prodotti dalla legge 488/92 sulle imprese, partendo dal fondamentale ruolo che gli intermediari finanziari hanno svolto nella fase applicativa. A tal scopo č stata condotta un'indagine sperimentale attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di imprese agevolate e non, secondo la metodologia di analisi casi-controlli definita in letteratura comparison group design. I due gruppi di imprese sono stati esaminati in funzione degli investimenti effettuati, delle politiche di finanziamento, delle strategie, dei fattori di competitivitŕ, nonché delle performance conseguite. In particolare, tramite apposito test statistico inferenziale, č stata valutata l'addizionalitŕ dello strumento agevolativo, intesa come capacitŕ dello stesso di stimolare nuovi progetti di investimento. L'analisi empirica ha evidenziato come la misura d'incentivazione abbia favorito le decisioni di investimento delle micro e piccole imprese - generalmente piů esposte ai fenomeni di razionamento del credito - ma non quelle delle medie e grandi imprese, costituendo al contempo una leva importante per l'attivazione dei finanziamenti bancari ordinari. Č stata, inoltre, sviluppata un'analisi sull'andamento della redditivitŕ delle imprese del campione considerato, nell'arco temporale interessato dai programmi di investimento, in funzione dei fattori competitivitŕ adottati. Dall'indagine č emerso che le performance delle imprese che hanno fatto prevalentemente ricorso a fattori di tipo non-price competition - che dovrebbero caratterizzare la fase della selezione competitiva - tendono ad essere mediamente piů elevate, rispetto a quelle delle altre imprese e ciň indipendentemente dall'agevolazione ricevuta. Lo studio propone, quindi, un contributo al dibattito scientifico e di politica industriale in tema di valutazione degli effetti degli incentivi, secondo un approccio di tipo micro e con un'analisi di selezionati elementi dell'ambiente esterno ed interno delle imprese.
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Boldt, Marian, Claus Traulsen y Reinhard von Hanxleden. "Compilation and Worst-Case Reaction Time Analysis for Multithreaded Esterel Processing". EURASIP Journal on Embedded Systems 2008, n.º 1 (2008): 594129. http://dx.doi.org/10.1155/2008/594129.

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Maciá Andreu, María José, Javier Sánchez-Sánchez, José Antonio García Córdoba y Ana María Gallardo Guerrero. "Análisis de la seguridad y accesibilidad de los espacios deportivos en Educación Secundaria Obligatoria". Cuadernos de Psicología del Deporte 21, n.º 1 (1 de enero de 2021): 242–57. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.395671.

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Las instalaciones deportivas escolares son el marco idóneo donde los alumnos deben de adquirir los hábitos de actividad física, estableciendo el Real Decreto 132/2010, que estas deben de cumplir con las condiciones de seguridad y accesibilidad que determine la legislación vigente. No obstante, varias investigaciones previas alertan del incumplimiento de dichos requisitos, siendo el objetivo del presente estudio el análisis de aquellos relacionados con la seguridad y accesibilidad de los espacios deportivos utilizados para impartir las clases de Educación Física en la etapa de Educación Secundaria Obligatoria (ESO). La investigación se llevó a cabo en n=45 Institutos de ESO de titularidad pública de la Región de Murcia, a través de una observación in situ con dos listas de control ad hoc en función del espacio a analizar, de 71 ítems para espacios cubiertos y 36 ítems para espacios al aire libre, de respuesta dicotómica (SI/NO), elaboradas a partir de la normativa y legislación vigente. Los resultados muestran un porcentaje medio de cumplimiento del 63,05±7,09 en espacios cubiertos (n=51) y del 61,52±8,70 en espacios al aire libre (n=93) detectándose diferencias estadísticamente significativas en los cubiertos (p <0,05) en función de su titularidad, con un cumplimiento mayor en los municipales. Ninguno de los espacios deportivos analizados cumple con todos los requisitos establecidos, detectando numerosas deficiencias respecto a su seguridad que pueden conllevar riesgos, así como en relación a su accesibilidad, apreciando barreras arquitectónicas y un alto incumplimiento de los aspectos relacionados con la accesibilidad cognitiva y limitaciones de tipo visual. School sports facilities are the ideal framework where students must acquire physical activity habits, establishing Royal Decree 132/2010, that they must comply with the safety and accessibility conditions determined by current legislation. However, several previous research warn of non-compliance with these requirements, being the objective of this study the analysis of those related to the safety and accessibility of the sports facilities used in Physical Education classes at the compulsory secondary education stage. This research was carried out in n=45 compulsory secondary education schools of public ownership of the Region of Murcia, through an in situ observation with two ad hoc checklists according to the space to be analyzed, of 71 items for indoor facilities and 36 items for outdoor ones, of dichotomous response (YES/NO), developed from the current regulations and legislation. The results show an average percentage of compliance of 63.05±7.09 in indoor facilities (n=51) and 61.52±8.70 in outdoor spaces (n=93) detecting statistically significant differences in the indoor ones (p <0.05) depending on their ownership, with greater compliance in the municipal. None of the sports facilities analyzed meets all the established requirements, detecting numerous deficiencies regarding their safety that may entail risks, as well as in relation to their accessibility, appreciating architectural barriers and a high breach of the aspects related to cognitive accessibility and visual limitations. Le strutture sportive scolastiche sono il quadro ideale in cui gli studenti devono acquisire abitudini di attività fisica, stabilendo il regio decreto 132/2010, che deve rispettare le condizioni di sicurezza e accessibilità stabilite dalla normativa vigente. Tuttavia, diverse indagini precedenti avvertono della violazione di questi requisiti, essendo l'obiettivo del presente studio l'analisi di quelli relativi alla sicurezza e all'accessibilità degli spazi sportivi utilizzati per insegnare le lezioni di educazione fisica nell'istruzione secondaria obbligatoria (ESO). L'indagine è stata condotta in n=45 istituti ESO di proprietà pubblica della regione di Murcia, attraverso un'osservazione sistematica con due liste di controllo ad hoc a seconda dello spazio da analizzare, di 71 articoli per spazi coperti e 36 articoli per spazi esterni, risposta dicotomica (SÌ/NO), preparati dalle normative e dalla legislazione vigenti. I risultati mostrano una percentuale media di conformità di 63,05±7,09 negli spazi coperti (n=51) e 61,52±8,70 negli spazi esterni (n=93), rilevando differenze statisticamente significative negli spazi coperti (p <0,05) a seconda della proprietà, con una maggiore conformità nei comuni. Nessuna delle aree sportive analizzate soddisfa tutti i requisiti stabiliti, rilevando numerose carenze relative alla loro sicurezza che possono comportare rischi, nonché in relazione alla loro accessibilità, apprezzando le barriere architettoniche e un'alta violazione degli aspetti relativi all'accessibilità e alle limitazioni cognitive tipo visivo. As instalações esportivas escolares são a estrutura ideal onde os estudantes devem adquirir hábitos de atividade física, estabelecendo o Real Decreto 132/2010, que deve obedecer às condições de segurança e acessibilidade determinadas pela legislação vigente. No entanto, várias investigações anteriores alertam para a violação desses requisitos, sendo o objetivo do presente estudo a análise daqueles relacionados à segurança e acessibilidade dos espaços esportivos utilizados para o ensino das aulas de Educação Física no Ensino Médio obrigatório (ESO). A investigação foi realizada em n=45 institutos ESO de propriedade pública da Região de Múrcia, através de uma observação in situ com duas listas de verificação ad hoc, dependendo do espaço a ser analisado, de 71 itens para espaços cobertos e 36 itens para espaços ao ar livre, resposta dicotômica (SIM/NÃO), elaborado a partir da legislação e regulamentação vigentes. Os resultados mostram uma porcentagem média de conformidade de 63,05±7,09 nos espaços cobertos (n=51) e 61,52±8,70 nos espaços ao ar livre (n=93), sendo detectadas diferenças estatisticamente significantes (p <0,05) dependendo de sua propriedade, com maior conformidade nos municípios. Nenhuma das áreas de esportes analisadas atende a todos os requisitos estabelecidos, detectando inúmeras deficiências em relação à sua segurança que podem acarretar riscos, bem como em relação à sua acessibilidade, valorização de barreiras arquitetônicas e alta quebra de aspectos relacionados à acessibilidade cognitiva e limitações tipo visual.
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Mihaljcic, Rade. "Mljet kao bastina kotorske vlastele". Zbornik radova Vizantoloskog instituta, n.º 41 (2004): 387–97. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0441387m.

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(italijanski) L'isola di Mljet, ehe si trovava all'interno dello stato dei Nemanji?, apparteneva, comunque, al Comune di Dubrovnik durante la seconda meta del XIV secolo. Prima l'isola era considerata corne patrimonio d?lia nobilt? di Kotor. Lo zar Uros il 10 aprile 1357 aveva concesso Mljet alla nobilt? di Kotor ossia a Basilio Barincelo Bivolicic e Trifone Michovic Bucic. Due settimane dopo in base ad una richiesta degli ambasciatori di Dubrovnik, lo zar Uros eman? un altro editto per Mljet. L'editto dello zar Uros alla nobilt? di Kotor ? stato tradotto all'inizio del XVII secolo nella lingua italiana dell'epoca. Questi documenti dello zar Uros sono stati pubblicati in raccolte famose di fonti original!. Ecco perch? ? strano ehe questi documenti non siano stati presi in considerazione da Branimir Gusic, Vinko Foretic e Ivo Dabelic, ehe hanno svolto ricerche dirette sul fatto come Mljet avesse cambiato il proprio signore supremo. I due nobili di Kotor non erano in grado di realizzare i diritti di patrimonio su Mljet. Con la cessione della penisola di Peljesac e di Ston al comune di Dubrovnik nel 1333, Stefan Dusan determine il successivo destino dell'isola. II governo serbo veniva ancora riconosciuto, ma i legami con 1'isola lontana diventavano sempre pi? rari e il controllo debole. L'abate del monastero benedettino di Mljet era sottoposto all'arcivescovo di Dubrovnik, mentre la popolazione dell'isola si sentiva parte integrata all'immediato entroterra ehe, dal 1333, si trovava nell'ambito del comune di Dubrovnik. Questi fattori dimostrano come Mljet appartenesse territorialmente, economicamente e religiosamente al comune di Dubrovnik, mentre politica, mente all? stato serbo. Dal momento dell'annessione di Peljesac e di Ston, gli abitanti di Dubrovnik hanno approfittato di ogni occasione per confermare la propria influenza su Mljet. II Comune, per?, non aveva fretta per estendere il proprio dominio sull'isola. Era solo una questione di tempo. II regno serbo era attraversato da lotte intestine per la successione, mentre attacchi esterai minacciavano le regioni vicine ai confini. D'altra parte, attendendo una conferma dei benefici per lo svolgimento d?lie proprie attivit? economiche in Serbia, il Comune espresse la propria fedelt? a Stefan Uros. Signore, Mljet ? il tuo regno, e non a casa sua abbiamo dei problemi, affermarono gli ambasciatori di Dubrovnik due settimane dopo ehe Mljet era diventata patrimonio della nobilt? di Kotor. Nel frattempo la situazione reale intravedeva una guerra tra il gran nobile serbo Vojislav Vojnovic e Dubrovnik. Attendendo un attacco a Peljesac e Ston, il Comune mobilit? 25 persone di Mljet e nel luglio 1361, la Grande Assemblea decise de accipiendo insulam Melite...et accipere totum ius sclavorum. Comunque nel complesso gioco diplomatico il comune si comport? corne se niente fosse successo. Con la pace di Onogost nel 1362, il Comune si impegno di restituire al signore di Kotor i territori presi. La rendita reale sull'isola Mljet, fu realizzata da Stefan Uros the anni pi? tardi. Nel maggio del 1366 a Mljet si menzion? il soldato del regno Maroje Milosevic. II governo locale a Mljet era organizzato nello stesso modo del governo locale interne. Il monastero benedettino di Santa Maria a Mljet aveva il proprio celnic come il monastero Decani. Pi? di 2 secoli dopo la scomparsa del governo serbo sull'isola, la questione di Mljet era ancora attuale. La stessa Repubblica di San Marco, ehe governava Kotor nel 1420, dimostr? un notevole interesse nei confront! di questi documenti della nobilt? di Kotor riguardanti 1'isola di Mljet.
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Moneglia, Massimo. "Le unità di informazione Parentetiche alla periferia destra del Comment nella Teoria della Lingua in Atto". DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, n.º 1 (27 de marzo de 2022): 88–123. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2022.3294.

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AbstractSecondo la teoria della Lingua in Atto, le unità di informazione parentetiche inseriscono nell’enunciato informazioni poste su un piano locutivo secondario rispetto alla relazione Topic/Comment. Possono apparire in tutte le posizioni, ma non in prima posizione&nbsp; e non sono mai composizionali con un’altra unità di informazione. Le Parentesi poste alla periferia destra del Comment possono essere confuse con le unità di Appendice, &nbsp;in quanto la realizzazione prosodica risulta simile, nonostante le Appendici esprimano informazioni ridondanti che invece integrano il Comment. Sulla base del Data Base dell’Articolazione dell’Informazione IPIC il lavoro esplora le ragioni che consentono l’individuazione dei Parentetici nei Corpora di parlato spontaneo Italiano. Dati i loro valori semantici, le valutazioni modali e i commenti metalinguistici (che sono la grande maggioranza delle parentesi brevi nel discorso) introducono un salto nella prospettiva dell’enunciato che li colloca automaticamente su un piano locutivo secondario e non possono mai essere Appendici. Al contrario, altri tipi di espressioni che anche riempiono l’unità Parentetica (congiunzioni, se-frasi, avverbi e argomenti esterni, parentesi lunghe) possono essere in linea di principio considerate integrazioni del Comment. Il lavoro sostiene che l'interpretazione tra parentesi di queste unità di informazione risulta sottodeterminata a meno che il parlante &nbsp;non segnali il valore parentetico attraverso segnali prosodici o multimodali. Secondo i risultati dell’analisi condotta, inoltre, le parentesi lunghe in posizione finale non vengono realizzate come unità informative dell’enunciato ma piuttosto come "enunciati parentetici", pienamente autonomi. &nbsp; According to the Language Into Act Theory, Parenthetical units insert in the Utterance information that is placed on a secondary locutive plan with respect to the Topic / Comment relation. They can appear in all but not in the first position of the utterance and are never compositional with another information unit. Because of prosodic similarities, however, Parenthesis placed at the right periphery of the Comment can be confused with Appendix units, which on the contrary express redundant information complementing the Comment. On the basis of the IPIC Information Structure Data-Base the paper explore the reasons which allow their detection in Italian Spontaneous Speech Corpora. Because of their semantic values, Modal evaluations and Metalinguistic commentaries (the large majority of Parenthesis in speech) introduce a jump in the perspective of the utterance, which places them on a secondary locutive plan and can never be Appendixes. On the contrary other types of expressions that can also fill the Parenthetical unit (conjunctions, if-sentences, adverbials and external arguments, long parenthetical) can be in principle also integrations of the Comment. The paper argues that the parenthetical interpretation of these information units will remain under-determined unless the speaker signals this value through prosodic or multimodal cues. Moreover, according to our finding, long parenthesis in the final position are not performed as information units of the utterance but rather as fully autonomous “parenthetical utterance”.
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Foddis, A. "La rilevanza degli indicatori e della dimensione della performance ai fini dell’accountability". Working Paper of Public Health 3, n.º 1 (15 de junio de 2014). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2014.6727.

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Resumen
Il processo di aziendalizzazione volto a recuperare la funzionalità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la conseguente responsabilizzazione legata alla gestione delle risorse assegnate alle articolazioni che lo compongono, il riconoscimento della libertà di scelta all’accesso delle prestazioni sanitarie quale condizione di concorrenza tra erogatori al fine di contrastare l’implosione di modelli statici e incapaci di creare valore, hanno reso necessario un approccio multidimensionale di misurazione della performance, in coerenza con la nuova cornice normativa delineata dalle riforme sanitarie degli anni ’90. Essa infatti è considerata leva determinante per l’accountability, ossia si ritiene che la misurazione dei risultati conseguiti possa tradursi in un processo di responsabilizzazione degli operatori nella misura in cui si lega alla pubblicazione dei dati e quindi ad un ritorno informativo del proprio operato con misurazioni oggettive, chiare e trasparenti. Misurare la performance significa fissare obiettivi quantificabili, definire i risultati attesi, associare agli obiettivi degli indicatori che possano adeguatamente misurare sia il percorso sia il grado di raggiungimento degli stessi, rilevare sistematicamente, ad intervalli di tempo definiti, il valore degli indicatori. La rilevanza della misurazione/valutazione delle prestazioni, e delle sue tecniche, è cresciuta di pari passo con l’espandersi sia di procedure di rendicontazione interne alle singole aziende sanitarie, sia di forme di rendicontazione pubblica aperta, o almeno accessibile, ai cittadini. In riferimento ai destinatari interni, l’impiego di un sistema di indicatori per la misurazione della performance è un valido supporto ai fini del controllo direzionale per indirizzare il management nei processi decisionali; in riferimento ai destinatari esterni, tale sistema costituisce il mezzo per poter dar loro conto dei risultati delle azioni intraprese. Insieme al concetto di responsabilità, il principio dell’accountability presuppone quello di trasparenza inteso come accesso alle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione, fra cui gli indicatori gestionali e gli strumenti di comunicazione volti a rendere visibili decisioni, attività e risultati. Il presente lavoro si compone di una parte introduttiva dedicata a illustrare brevemente il concetto di produzione, di una riferita a delineare la rilevanza di un sistema di indicatori quale supporto imprescindibile nelle scelte decisionali volte al miglioramento continuo della performance, e di una conclusiva in cui si è inteso rimarcare l’importanza di progettare un sistema di controllo di gestione integrato con un sistema di gestione della qualità, quale strumento di controllo direzionale interno all’azienda sanitaria e di rendicontazione esterna del proprio operato, meglio conosciuta con il termine di “accountability”.
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Grosso, F., V. Maglione, A. Fozza, M. Rossi, I. De Martino, L. Randi, E. Guasco et al. "Terapia neoadiuvante e Total Mesorectal Excision (TME) con approccio mininvasivo per cancro del retto: analisi dei risultati di una serie consecutiva di 117 pazienti trattati in un unico centro". Working Paper of Public Health 1, n.º 1 (15 de junio de 2012). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2012.6784.

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Contesto: la terapia neoadiuvante dell’adenocarcinoma rettale (AR) migliora il controllo locale della malattia e rappresenta lo standard per la malattia localmente avanzata. La total mesorectal excision (TME) per via laparoscopia e robotica si è rapidamente diffusa grazie alla magnificazione dell’immagine della pelvi che facilita la dissezione del meso-retto e ai noti vantaggi dell’approccio mininvasivo. Metodi: una serie consecutiva di pazienti con AR localmente avanzato o in sede ultrabassa hanno ricevuto un trattamento neoadiuvante e chirurgia mininvasiva (TME) presso il Nostro Centro. Abbiamo rivisto i dati clinici raccolti in modo prospettico focalizzandoci sulla fattibilità, sulla risposta tumorale e sui risultati a lungo termine del trattamento. Risultati: in un periodo di tredici anni, 117 pazienti affetti da AR (80 maschi e 37 femmine) hanno ricevuto un trattamento neoadiuvante e chirurgia mininvasiva (TME). L’età media alla diagnosi era 67 anni; lo stadio pre-trattamento era: I in 10 pazienti (9%); IIA in 58 pazienti (50%); IIC in 5 (4%); IIIA in 10 (9%); IIIB in 31 (26%) e IV in 3 pazienti (2%), rispettivamente. Tutti i pazienti hanno ricevuto radioterapia conformazionale a fasci esterni (3D-CRT), 79 (67%) di essi con concomitante chemioterapia. 103 pazienti sono stati sottoposti ad una chirurgia laparoscopica e 14 robotica. Complessivamente 90 pazienti (77%) sono stati sottoposti ad una resezione anteriore dle retto (RAR) e 27 (23%) un’amputazione addominoperineale. Un dowstaging si è osservato in 70 pazienti (66%). Non si sono verificate complicazioni intraoperatorie maggiori. Ad un follow-up mediano di 52 mesi, 8 pazienti (7%) hanno avuto una recidiva locale, 7 di questi con recidiva a distanza e 16 pazienti (14%) hanno avuto una ricaduta a distanza. La sopravvivenza attuariale a 5 anni libera da recidiva (RFS) è stata del 76,5%. Conclusioni: i nostri dati suggeriscono che in un ospedale pubblico la chirurgia mini-invasiva dopo terapia neoadiuvante è fattibile nella reale pratica clinica e offre un consistente vantaggio nel controllo della malattia.
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Zwierlein, Cornel. "Matthias Schnettger / Carlo Taviani (Eds.), Libertà e dominio. Il sistema politico genovese: le relazioni esterne e il controllo del territorio. (Ricerche dell’Istituto Storico Germanico di Roma, 6.) Roma, Viella 2011". Historische Zeitschrift 297, n.º 1 (5 de enero de 2013). http://dx.doi.org/10.1524/hzhz.2013.0313.

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Oliveira, Leonam Costa, Adrianna Torres da Costa, Marina Lages da Ponte, Mateus Nunes Carvalho, Severino Cavalcante de Sousa Júnior y Samuel Pires Melo. "A Eficácia do Body Painting no Ensino-Aprendizagem da Anatomia: um Estudo Randomizado". Revista Brasileira de Educação Médica 44, n.º 2 (2020). http://dx.doi.org/10.1590/1981-5271v44.2-20190162.

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Resumo Introdução: Existem diferentes metodologias no ensino-aprendizagem da anatomia na graduação médica, como o uso de simuladores, exames de imagens, Body Painting, entre outros. O Body Painting é uma forma de arte corporal em que a pele humana é pintada, sendo projetados na superfície corporal músculos, veias, ossos, nervos e órgãos internos. Buscando adaptações à crescente falta de peças cadavéricas e atender às novas exigências curriculares das escolas médicas, esta pesquisa objetivou avaliar a aquisição do conhecimento anatômico da caixa torácica (costelas, cartilagens, músculos intercostais, esterno e linhas torácicas), da laringe, da traqueia, do nariz e dos seios paranasais com o uso do Body Painting em comparação ao uso de peças cadavéricas, além de conhecer e analisar a percepção e o significado sobre o método Body Painting no ensino-aprendizagem da anatomia para os graduandos em Medicina. Método: Para isso, realizou-se uma pesquisa qualitativo-quantitativa. Com relação à parte quantitativa, este foi um estudo controlado randomizado antes e depois das intervenções. Estudantes do final do primeiro ano da graduação médica foram aleatoriamente alocados em dois grupos: 22 no grupo do Body Painting e 24 no grupo com cadáver. Em ambos os grupos, realizaram-se um pré-teste e um pós-teste. Aplicou-se o teste de normalidade da amostra e utilizou-se o teste não paramétrico da soma de postos de Wilcoxon para comparação dos escores dos postos obtidos por cada grupo no pré e pós-teste. Além disso, realizou-se uma abordagem qualitativa com a aplicação da escala Likert e o uso de um grupo focal para analisar as percepções discentes sobre esse método. Resultados: Quando se compararam os escores medianos dos postos das notas do pré-teste no grupo Body Painting com os obtidos no grupo cadáver, não houve diferença estatística. Isso demonstrou que os grupos eram homogêneos em relação ao nível do conhecimento prévio. Já o somatório dos postos das notas do pós-teste no grupo Body Painting foi superior ao do grupo cadáver, havendo diferença estatística quando se comparou a mediana dos escores dos postos entre esses grupos. Conclusões: Neste estudo, verificou-se que a aquisição de conhecimentos anatômicos da caixa torácica (costelas, cartilagens, músculos intercostais, esterno e linhas torácicas), da laringe, da traqueia, do nariz e dos seios paranasais com o uso do Body Painting foi ligeiramente superior à adoção de peças cadavéricas. A nudez parcial pode ser vista, inicialmente, como um empecilho ao método, mas isso pode ser superado após a vivência e o engajamento dos alunos nas sessões de pintura corporal. O Body Painting, segundo a percepção discente, facilita o processo de ensino-aprendizagem ao aproximar a teoria da prática e ao permitir associações, propiciando assim uma aprendizagem significativa.
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