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Neri, Serneri Simone. "Guerra, guerra civile, liberazione La Toscana nella crisi del fascismo e dello Stato nazionale 1943-1944". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 265 (junio de 2012): 535–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265001.

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Cosa significň per la Toscana l'esperienza della guerra, della guerra civile e della Resistenza? Quale fu l'apporto della Toscana alla ricostruzione dello Stato nazionale dopo la crisi innescata dal crollo del fascismo? L'articolo risponde a questi interrogativi ripercorrendo sinteticamente l'impatto della guerra sul consenso al regime in Toscana, l'occupazione tedesca e il ricorso della Rsi alla guerra civile, intesa come violenza sistematica contro avversari e popolazione civile per fondare un nuovo ordine politico. Si evidenziano le peculiaritŕ della regione nel contesto della guerra nella penisola, perché essa fu retroterra del fronte e ciň accelerň notevolmente le dinamiche dell'occupazione e della Resistenza. Si sottolineano il radicamento del partigianato nelle specifiche condizioni del rapporto cittŕ-campagna e il parallelo affermarsi del Comitato toscano di liberazione nazionale, anche grazie alla scelta decisiva dell'autogoverno e dell'insurrezione, una scelta di grande rilievo nella ancora breve storia del movimento di Resistenza. Quelle esperienze aprirono una prospettiva di liberazione sociale e culturale e furono determinanti, al di lŕ del consenso piů o meno esteso, per infrangere i tradizionali assetti moderati e fondare una nuova identitŕ regionale.
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Olivi, Alessandra. "Oltre il parco e l'orto urbano. Spazio pubblico in movimento e nuovi immaginari urbani". SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, n.º 98 (julio de 2012): 60–72. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098005.

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Nei processi di produzione dello spazio urbano trovano espressione non solo le forme del potere, ma anche quelle del contro-potere. La cittŕ pianificata si trasforma in incubatrice di azioni civiche di resistenza che, dando vita a nuovi spazi ibridi, destabilizzano il paesaggio urbano. Č questo il caso dell'esperienza del Huerto del Rey Moro di Siviglia che si analizza nel presente contributo. Qui, l'allestimento di orti urbani comunitari risponde a una nuova modalitŕ di spazio pubblico che, coniugando il metabolismo ambientale a quello sociale, contribuisce a plasmare nuovi immaginari urbani.
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Melis, Guido. "LA CONTINUITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE". Il Politico 251, n.º 2 (3 de marzo de 2020): 308–30. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.250.

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"Continuità" e "pausa", sono le parole chiave dell'amministrazione italiana, la prima generalmente prevalente sulla seconda. Ma in più di 150 anni, nonostante la continuità, ci sono state numerose interruzioni. Il modello della Legge Cavour (1853) è stato subito frammentato dalla creazione di uffici speciali, nuove funzioni e servizi collaterali. Il ridotto numero di dipendenti crebbe notevolmente nel tempo. La conoscenza tecnica a volte accompagnava la cultura burocratica dominante. Nacquero le amministrazioni "di guerra"; poi, con il fascismo, il parastato, le corporazioni, la burocrazia del Partito crebbe. Le principali caratteristiche della pubblica amministrazione furono le seguenti: la continuità degli uomini nel passaggio dal regime alla democrazia, ma anche le rotture, come quelle della Cassa per il Mezzogiorno e dell'Ente nazionale idrocarburi (ENI); le innovazioni del centro-sinistra (rottura) contro la tradizione (continuità); i successivi tentativi di riforma contro la resistenza dell'apparato. La continuità vince? Tuttavia, l'Europa, la digitalizzazione e le trasformazioni strutturali degli Stati agiscono come nuove fratture.
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Bevilacqua, Emiliano, Davide Borrelli y Marialuisa Stazio. "Giochi di verità, cultura manageriale e soggettività. Per una microfisica delle resistenze in ambito accademico". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 160 (agosto de 2021): 134–56. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160007.

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Quando si parla di trasformazione in senso manageriale dell'istruzione superiore si fa riferimento a un complesso di innovazioni normative e organizzative - dalla diversificazione competitiva fra strutture accademiche all'uso di indicatori di performance; dalla valutazione amministrativa e standardizzata della ricerca al ricorso a sistemi di premialità - miranti a gestire l'università secondo criteri di efficienza aziendale e di accountability. Con il presente lavoro abbiamo inteso indagare le implicazioni che la managerializzazione dell'ambiente universitario genera nell'ethos del ricercatore, le pressioni cui sottopone la sua deontologia professionale e le reazioni che suscita. In particolare, la nostra ricerca ha inteso esplorare quei focolai di esperienze, di pratiche del sé, di contro-condotte e resistenze che si sono espresse in appelli, iniziative editoriali, movimenti che, a partire da una base locale, hanno conquistato per brevi periodi un rilievo nazionale. Seguendo una metodologia di tipo qualitativo e attraverso il ricorso alle interviste abbiamo individuato tre nuclei discorsivi: la critica del dispositivo centralizzato della valutazione e del management accademico, la resistenza attraverso la forma movimento e i processi di soggettivazione e, infine, la salienza di un punto di vista di genere trasversale ad entrambe queste dimensioni.
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Divino, Federico. "FUGGIRE DALLA CITTÀ: SUL RUOLO DELL’ANTROPIZZAZIONE E DELL’AREA URBANA NELLA FORMAZIONE DELLA PRATICA ASCETICA NELL’ANTROPOLOGIA BUDDHISTA." Rivista Italiana di Antropologia Applicata 8, n.º 2 (noviembre de 2022): 79–102. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2022-2-4.

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Resumen
Abstract: Nel presente articolo si intende analizzare antropologicamente il ruolo della città nella pratica ascetica buddhista, e di come la realtà urbana abbia significativamente contribuito alla formazione di certe idee buddiste che permangono ancora nella modernità, seppur in forma diversa. Il ruolo conflittuale che il buddhismo proponeva in una battaglia contro l’antropizzazione si è infatti evoluto in un adattamento nello spazio urbano che mantiene però tratti di resistenza nei confronti di un certo ordine costituito. Tale conformazione ha origini molto antiche, e dev’essere dunque indagata anche in relazione alla formazione del primo buddhismo. Keywords: buddhismo e antropizzazione, ascesi e spazio urbano, città e meditazione, antropologia del buddhismo
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Pastori, Bianca. "Resistenza, rappresaglia e memoria di paese Robecco sul Naviglio, 20 e 21 luglio 1944". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 264 (marzo de 2012): 385–405. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264003.

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Il 20 e 21 luglio 1944, in seguito all'uccisione di un soldato tedesco da parte di un gruppo di giovani partigiani, il piccolo paese di Robecco sul Naviglio (Milano) e le campagne circostanti subiscono una dura rappresaglia. Nel saggio l'autrice ripercorre le vicende di quelle giornate e la strutturazione della memoria dei fatti nel corso dei decenni successivi. Apparentemente il paese reagisce seguendo uno schema rintracciabile in analoghi casi di rappresaglia contro la popolazione civile nel corso della seconda guerra mondiale in Italia, dando vita a una memoria non perfettamente in linea con quella nazionale e istituzionale, specialmente per quanto riguarda la valutazione del ruolo dei partigiani. Eppure, anche attraverso l'intervento delle istituzioni locali (le amministrazioni comunali e la Chiesa), la comunitŕ giunge, nel dopoguerra, a una narrazione condivisa; essa č parziale, reticente e semplificata, ma, contribuendo a confermare il senso di coesione interno al paese, riesce a impedire il verificarsi di lacerazioni simili a quelle riscontrate altrove.
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Jaitin, Rosa. "La violenza nei legami fraterni e coniugali - la sedia vuota". INTERAZIONI, n.º 2 (julio de 2010): 90–100. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002008.

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Quando i legami di coppia e i legami fraterni (vale a dire i legami della stessa generazione) si confrontano con delle esperienze di rottura non simbolizzate, provocano degli effetti di siderazione psichica nella trasmissione transgenerazionale, che si riattualizzano durante la pubertŕ e/o l'adolescenza dei figli. In questo caso, all'interno dei legami coniugali e fraterni, la sofferenza narcisistica identitaria viene esacerbata e la violenza intrafamiliare emerge come forma di resistenza e di lotta contro il crollo psichico, effetto di una trasmissione non trasformata attraverso l'apparato mentale. Lo svolgimento di una terapia familiare psicoanalitica e l'analisi dei processi transferali e controtransferali permette di comprendere come il trauma all'interno della filiazione fissa i legami in un triangolo di rivalitŕ.
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Mira, Roberta. "Razzie di uomini per il lavoro nella Germania nazista. Una messa a punto sul caso italiano". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 266 (septiembre de 2012): 80–95. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-266004.

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Durante la seconda guerra mondiale, lo sfruttamento di milioni di lavoratori stranieri, anche italiani, da parte della Germania nazista, oltre a costituire una condizione indispensabile per sostenere lo sforzo bellico, rappresentň uno dei cardini del sistema di dominio messo in atto dal Terzo Reich in Europa. Dopo una breve disamina delle dimensioni del fenomeno e della storiografia, l'autrice si concentra sul caso italiano, focalizzando l'attenzione sul tema dei rastrellamenti di civili da impiegare come manodopera. Rastrellamenti operati dai tedeschi nell'estate-autunno del 1944 specialmente in prossimitŕ del fronte, che spesso avvennero in connessione con stragi di civili e operazioni condotte contro la Resistenza. Il prelievo forzato di lavoratori e la loro deportazione in Germania sono dunque da inserire e analizzare nel piů generale contesto di guerra e violenza perpetrate a danno della popolazione nell'Italia occupata dai nazisti fra il 1943 e il 1945.
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Girardi, Giacomo. "Il mito della neutralitŕ violata. Lotta politica e rivolta in armi nelle Pasque veronesi". IL RISORGIMENTO, n.º 1 (junio de 2016): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001003.

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L'articolo torna sulle Pasque veronesi, la rivolta cittadina di Verona contro i francesi del 1797, episodio a lungo rimasto confinato nell'ambito della storia municipale e da qualche tempo riscoperto, ma in una chiave identitaria dallo scarso rilievo storiografico. Avvalendosi di documenti d'archivio e di fonti a stampa coeve, si propone di accostare la controrivoluzione veronese alla caduta di Venezia. La spontaneita della rivolta di plebe viene cosi limitata e si insiste sull'esistenza di un progetto politico, orientato dal ceto dirigente della Serenissima, per tagliare i rifornimenti all'esercito francese e costringerlo a ripiegare. Le Pasque veronesi sarebbero cosi una manovra concertata a Venezia da un gruppo interno al Senato, che considerava inutile insistere sulla neutralita e chiamava alle armi per allontanare la minaccia francese. Il mito di una Venezia pacifica e ingiustamente tradita da Bonaparte viene cosi largamente ridimensionato a vantaggio di una lettura nella quale gruppi politici della Serenissima giocarono la carta della resistenza in armi all'arrivo dei francesi.
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Del Prete, Simeone. "Il Comitato di Solidarietà Democratica tra difesa processuale e recupero politico nel processo alla Resistenza. Il caso giudiziario dell'eccidio di Oderzo". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 298 (junio de 2022): 114–43. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298011.

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Il saggio intende proporre una riflessione sul rapporto tra il Pci e gli ex-partigiani processati tra anni Quaranta e Cinquanta per il coinvolgimento in azioni connesse alla lotta di liberazione o in episodi di violenza postbellica. Più nello specifico, l'articolo suggerisce nuove ipotesi interpretative sull'assistenza giudiziaria ed extragiudiziaria garantita dal Pci a questi ultimi nel periodo del centrismo degasperiano. Attraverso un percorso di indagine condotto sui documenti del Comitato di Solidarietà Democratica, l'organizzazione politico-giuridica fondata su impulso del Fronte popolare allo scopo di garantire assistenza ai militanti inquisiti, l'autore riflette sulla natura delle pratiche adottate per il contrasto al "processo alla Resistenza" e sulle questioni politiche che il fenomeno ingener. in seno al partito e all'opposizione socialcomunista. La riflessione, incentrata sulla dimensione nazionale della congiuntura, si avvale del caso di studio del processo celebrato tra il 1950 e il 1957 contro i responsabili dell'"eccidio di Oderzo", l'esecuzione sommaria, avvenuta tra l'aprile e il maggio 1945, di oltre un centinaio di presunti appartenenti alle forze armate della Repubblica sociale italiana.
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Severino, Paolo. "Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica". STUDI JUNGHIANI, n.º 52 (noviembre de 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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Severino, Paolo. "Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica". STUDI JUNGHIANI, n.º 52 (noviembre de 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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MUÑOS, Favio Rivas. "Aprender Bioética desde la Re-existencia". INTERRITÓRIOS 6, n.º 11 (6 de agosto de 2020): 196. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247756.

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Resumen
Es aceptado que movimientos sociales de diferente tipo jugaron algún papel de importancia en el surgimiento de la bioética en las últimas décadas del siglo XX, junto con los avances biomédicos y la experimentación con seres humanos. Sin embargo, hoy dichos movimientos yacen en el olvido dado el énfasis de esta inter-disciplina científica en lo estrictamente biomédico y su práctica encerrada en comités éticos de asistencia e investigación donde se adelanta, a su vez, un ejercicio de democracia liberal, representativa o comisionada, el paradigma de democracia en el llamado occidente al Norte y al Sur. Latinoamérica, en particular, ha sido y sigue siendo un continente rico en movimientos sociales, según informe del sistema de Naciones Unidas. Entre ellos, los llamados Movimientos contra-hegemónicos son movimientos de resistencia en diferentes partes del mundo que ponen de manifiesto elementos de importancia hacia la construcción de una bioética más acorde con las realidades del Sur global. Como movimientos de resistencia a esa centralidad en el negocio, propia de esta época, los seres humanos a su interior han ido haciéndose a otras formas de vida, es decir, de re-existencia, que rebelan opciones para la supervivencia de la especie humana en un mundo que arrasa y depreda para sólo favorecer la rentabilidad de inversiones a escala global.Bioética. Bioética De Intervención. Movimientos Sociales Contra-Hegemónicos. América Latina.RESUMO Aceita-se que movimentos sociais de diferentes tipos tenham desempenhado papel importante no surgimento da bioética nas últimas décadas do século XX, juntamente com avanços biomédicos e experimentação com seres humanos. No entanto, hoje esses movimentos estão no esquecimento, dada a ênfase dessa interdisciplina científica no estritamente biomédico e sua prática encerrada em comitês éticos de assistência e pesquisa, onde, por sua vez, um exercício liberal, representativo ou comissário, o paradigma da democracia no chamado oeste para o norte e sul. A América Latina, em particular, tem sido e continua sendo um continente rico em movimentos sociais, de acordo com um relatório do sistema das Nações Unidas. Entre eles, os chamados movimentos contra-hegemônicos são movimentos de resistência em diferentes partes do mundo que revelam elementos importantes para a construção de uma bioética mais alinhada às realidades do sul global. Como movimentos de resistência a essa centralidade nos negócios, típicos da época, os seres humanos têm criado outras formas de vida, isto é, de re-existência, que revelam opções para a sobrevivência da espécie humana em um mundo que devasta e deprecia apenas para favorecer a lucratividade dos investimentos em escala global. Bioética. Bioética De Intervenção. Movimentos Sociais Contra-Hegemônicos. América Latina.ABSTRACT It is accepted that social movements of different types have played an important role in the emergence of bioethics in the last decades of the 20th century, together with biomedical progress and experimentation with humans. However, today these movements are in oblivion, given the emphasis of this scientific interdiscipline on strictly biomedical and its practice contained in ethical committees of assistance and research where, in turn, an exercise of liberal, representative or commissioner, the paradigm of democracy in the so-called west to north and south. Latin America in particular has been and continues to be a continent rich in social movements, according to a report by the United Nations system. Among these, the so-called counter-hegemonic movements are resistance movements in different parts of the world that reveal important elements towards the construction of a bioethics more in line with the realities of the global South. As movements of resistance to this centrality in the business world, typical of this period, human beings within them have created other forms of life, that is, of new existence, which reveal options for the survival of the human species in a world that devastates and he was only preying on the profitability of investments on a global scale. Bioethics. Bioethics of Intervention. Counter-Hegemonic Social Movements. Latin America.RIASSUNTO È accettato che movimenti sociali di diverso tipo abbiano giocato un ruolo importante nell'emergere della bioetica negli ultimi decenni del 20 ° secolo, insieme ai progressi biomedici e alla sperimentazione con gli esseri umani. Tuttavia, oggi questi movimenti si trovano nell'oblio, data l'enfasi di questa interdisciplina scientifica sul rigorosamente biomedico e la sua pratica racchiusa in comitati etici di assistenza e ricerca dove, a loro volta, un esercizio di liberale, rappresentativo o commissario, il paradigma della democrazia nel cosiddetto ovest a nord e sud. L'America Latina, in particolare, è stata e continua ad essere un continente ricco di movimenti sociali, secondo un rapporto del sistema delle Nazioni Unite. Tra questi, i cosiddetti movimenti contro-egemonici sono movimenti di resistenza in diverse parti del mondo che rivelano elementi importanti verso la costruzione di una bioetica più in linea con le realtà del Sud globale. Come movimenti di resistenza a questa centralità nel mondo degli affari, tipici di questo periodo, gli esseri umani al loro interno hanno creato altre forme di vita, cioè di nuova esistenza, che rivelano opzioni per la sopravvivenza della specie umana in un mondo che devasta e depredava solo per favorire la redditività degli investimenti su scala globale. Bioetica. Bioetica Dell'intervento. Movimenti Sociali Contro-Egemonici. America Latina.
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Carsillo, Rocco. "Alasdair MacIntyre: Persona e Personalismo". Pensando - Revista de Filosofia 6, n.º 11 (6 de noviembre de 2013): 3. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.1413.

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MacIntyre è il grande avversario lottatore contro modernità e post-modernità. Egli scopre, ed argomenta, che all'origine della affermazione "moderna" c'è una grande truffa fondata sulla presunzione di liberarsi dalla soggezione alla storia, intesa sia come Tradizione sia come metodo con una sua epistemologia per comprendere l'uomo e il suo operare. L'epilogo di tale pretesa è sotto gli occhi: un razionalismo autoreferenziale che non ha più contatto con la realtà e che proprio per questo si riduce a delirio di onnipotenza o di potenza decaduta per resistenza indebita di storia e tradizioni "portatrici solo di oscurantismo!". La realtà porta, invece, a scoprire l'identità dell'uomo come «io» contestualizzato, che nasce da una storia, una storia di amore, e si realizza in un contesto di condizioni e condizionamenti, con cui bisogna sempre fare i conti se si desidera essere lealmente attenti a cogliere le notizie che da essa provengono per comprendere chi è questo essere speciale e particolare. Anche altri filosofi hanno risposto alla "pretesa modernista", però spesso o con un atteggiamento di «falso irenismo», teorizzando un dialogo con cui, prendendo a prestito il metodo illuministico, si è cercato di asserirne "dialetticamente" la falsità, cercando di trattenerne, invece, "le cose buone"; oppure ponendosi come pensatori alternativi al pensiero "comunista" distruttore della «comunità» e della «persona». Secondo MacIntyre, l'errore di questi è nel non aver inteso che la falsità "moderna" è proprio nel suo metodo che ha posto come a-priori non negoziabile, in ogni riflessione e ricerca, il rifiuto della storia, della concretezza, del particolare, della tradizione, propugnando che solo la "spersonalizzazione", la "universalizzazione", insomma: solo il regno della "ragion pura" e auto-purificatasi ha ragione e dignità di essere l'a-priori per eccellenza nella ricerca filosofica. Il «personalismo», nella versione europea, non raramente è incorso in questa confusione.
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Arias-Ortiz, Paola Mariana, Libia Del Pilar Calderón, Juan Sebastián Castillo, José Moreno, Aura Lucía Leal, Jorge Alberto Cortés, Carlos Arturo Álvarez y Grupo GREBO. "Risk factors for methicillin-resistant Staphylococcus aureus bacteremia: A multicenter matched case-control study". Biomédica 36, n.º 4 (1 de diciembre de 2016): 612. http://dx.doi.org/10.7705/biomedica.v36i4.3193.

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Introducción. Staphylococcus aureus resistente a la meticilina es uno de los agentes patógenos más frecuentes en las unidades de cuidados intensivos. Su presencia prolonga las hospitalizaciones y aumenta el riesgo de mortalidad en los pacientes con bacteriemia. Sin embargo, la etiología de este marcador de resistencia no ha sido completamente estudiada.Objetivo. Determinar los factores asociados con la aparición de S. aureus resistente a la meticilina causante de bacteriemia en pacientes atendidos en unidades de cuidados intensivos en Bogotá.Materiales y métodos. Se hizo un estudio retrospectivo de casos y controles emparejados, anidado en una cohorte de pacientes con diagnóstico de bacteriemia por S. aureus atendidos en unidades de cuidados intensivos de Bogotá entre 2006 y 2008. Los casos fueron pacientes con hemocultivo positivo para resistencia a la meticilina, emparejados 1 a 1 con controles con hemocultivos sensibles a la meticilina de la misma institución y año de hospitalización. Se analizaron mediante regresión logística condicional los factores de riesgo asociados con la presencia de resistencia, con énfasis en el tratamiento previo con antibióticos.Resultados. Se incluyeron 372 pacientes con bacteriemia por S. aureus. Factores como el uso de dispositivos previos a la hospitalización: vasculares (Odds ratio, OR=1,986; IC95% 1,038-3,801) y urinarios (OR=2,559; IC95% 1,170-5,596), así como el número de antibióticos administrado previamente, se asociaron con la aparición de resistencia. Se registró un efecto de gradiente con el número de antibióticos usados previamente, especialmente carbapenémicos.Conclusiones. El uso racional de antibióticos y la vigilancia de la exposición a procedimientos quirúrgicos o al uso de dispositivos invasivos, son intervenciones que podrían disminuir la aparición de S. aureus resistente a meticilina causante de bacteriemia.
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CHAVERRA-RODRÍGUEZ, DUVERNEY, DUVERNEY CHAVERRA-RODRÍGUEZ, NICOLÁS JARAMILLO-OCAMPO y IDALYD FONSECA-GONZÁLEZ. "Selección artificial de resistencia a lambda-cialotrina en Aedes aegypti y resistencia cruzada a otros insecticidas". Revista Colombiana de Entomología 38, n.º 1 (30 de junio de 2012): 100–107. http://dx.doi.org/10.25100/socolen.v38i1.8965.

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Aedes aegypti es el principal vector del dengue alrededor del mundo. El control químico de larvas y adultos se basa principalmente en insecticidas organofosforados y piretroides; para los cuales se ha registrado el desarrollo de resistencia en campo. El manejo de la resistencia requiere evaluar la rapidez con la que ésta se desarrolla y la posible generación de resistencia cruzada entre ambos grupos de insecticidas. Este estudio evaluó durante siete generaciones el efecto de la selección con lambda-cialotrina sobre Ae. aegypti en el desarrollo de la resistencia a este piretroide y sus consecuencias en la aparición de resistencia cruzada a los insecticidas temefós, malatión y permetrina en condiciones de laboratorio. Se obtuvieron adultos a partir de larvas colectadas en campo en Cúcuta (Colombia) y sus descendientes fueron expuestos a concentraciones del insecticida incrementadas gradualmente cada generación. El desarrollo de la resistencia fue confirmado usando bioensayos en larvas y adultos. La selección incrementó los grados de resistencia (GR) en cada generación (1,25X promedio). La población de la generación F7 fue altamente resistente a lambda-cialotrina en adultos (F1 = 100% mortalidad disminuyó a F7 = 35% de mortalidad) y larvas (GR50 F1 = 24,22X hasta GR50 F7 = 61,52X) al compararla con la cepa de referencia en susceptibilidad Rockefeller. La cepa resistente a lambda-cialotrina no presentó resistencia cruzada con temefós y malatión (organofosforados), pero sí a permetrina (piretroide). La información obtenida sugiere que la rotación de piretroides con organofosforados continúa siendo una alternativa apropiada para manejar la aparición de la resistencia en las estrategias de control del dengue.
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Yudhana, Aditya, Ratih Novita Praja y Maya Nurwartanti Yunita. "Deteksi Gen Resisten Insektisida Organofosfat pada Aedes aegypti di Banyuwangi, Jawa Timur Menggunakan Polymerase Chain Reaction". Jurnal Veteriner 18, n.º 3 (4 de septiembre de 2017): 446. http://dx.doi.org/10.19087/jveteriner.2017.18.3.446.

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Resumen
Banyuwangi is still listed as areas not completely free from hemorrhagic dengue fever outbreak. Changes in the genome of Aedes aegypti mosquito as the main vector of dengue virus is estimated to be the cause of difficulty in controlling the disease. Expression of Voltage Gated Sodium Channel (VGSC) genes can be used as an important indication of Aedes aegypti mosquitoes resistancy to certain groups insecticides. The purpose of this study was to detect the Voltage Gated Sodium Channel (VGSC) genes coding in Aedes aegypti using Polymerase Chain Reaction (PCR); as it is related to the mechanism of resistance to organophosphate insecticides groups. Results of resistency by susceptibility test showed that Aedes aegypti mosquito samples from three district ie. Tegaldlimo, Purwoharjo, and Banyuwangi were resistant to malathion 0.8% insecticide (organophosphates group). PCR results detected gen band with 250 bp length, which confirmed that insecticide resistance gene has been detected in the tested samples. Based on this study results, it is recommended to use alternative insecticides apart from organophosphate group for dengue vector control in Banyuwangi. ABSTRAK Kabupaten Banyuwangi masih tercatat sebagai daerah yang belum sepenuhnya bebas dari wabah demam berdarah dengue (DBD). Perubahan genom nyamuk Aedes aegypti sebagai vektor utama virus dengue diperkirakan menjadi penyebab sulitnya pengendalian penyakit DBD. Ekspresi gen Voltage Gated Sodium Channel (VGSC) dapat dijadikan indikasi penting sejauh mana perkembangan nyamuk Aedes aegypti resisten terhadap insektisida golongan tertentu. Tujuan penelitian ini adalah untuk mendeteksi gen penyandi VGSC pada nyamuk A. aegypti yang berkaitan dengan mekanisme resistensi terhadap insektisida golongan organofosfat menggunakan teknik Polymerase Chain Reaction (PCR). Hasil uji resistensi susceptibility test menunjukkan sampel nyamuk A. aegypti dari tiga kecamatan di Kabupaten Banyuwangi yaitu Kecamatan Tegaldlimo, Purwoharjo, dan Banyuwangi resisten terhadap insektisida malathion 0,8 % (kelompok organofosfat). Hasil deteksi gen melalui PCR didapatkan band yang muncul dengan panjang 250 bp. Hal tersebut menunjukkan bahwa gen pembawa resistensi insektisida (VGSC) telah terdeteksi pada sampel yang diuji. Berdasarkan hasil penelitian, disarankan untuk pengendalian vektor DBD di Kabupaten Banyuwangi dengan menggunakan alternatif insektisida selain dari golongan organofosfat.
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SOUZA, Gasperim Ramalho de y Arnaldo César ROQUE. "Identidades e Epistemologias: A Lei 10639/03 na Descolonização da Escola". INTERRITÓRIOS 6, n.º 12 (7 de diciembre de 2020): 134. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248993.

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RESUMOEste artigo tem como objetivo apresentar algumas contribuições da lei 10639/03 que estabelece diretrizes educacionais para o ensino de História e Cultura da África e dos africanos seus diálogos para uma educação intercultural crítica. Dessa forma, enquanto principal eixo didático-metodológico dessa lei, propomos a educação intercultural crítica, a qual prioriza a valorização da identidade cultural afro-diaspórica e do continente, como ferramentas epistemológicas, visando uma resistência ao branqueamento e apagamento dessas identidades no cenário educacional. Esse apagamento ainda é persistente através do mito da democracia racial e outros discursos que podem ser endossados por educadores que não utilizam a referida lei como um importante suporte para leitura e ação diante de documentos norteadores na educação brasileira tal como a Base Nacional Comum Curricular (BNCC).Lei 10369/03. Educação Intercultural. Identidades Afro-Diaspóricas. ABSTRACTThis article aims to present some contributions of 10639/03 Act, which establishes educational rules for the teaching of history and culture of Africa and Africans, and their dialogues for an intercultural education. Thus, while the main didactic-methodological axis of this law proposed the critical intercultural education, which prioritizes the valuation of cultural-diasporic cultural identity and towards continent, as epistemological tools, aiming at resisting to bleaching and deletion of those identities in the educational setting. That deletion process still remains through racial democratic myth and other discourses which can be endorsed by educators who do not rely on the aforementioned act as an important basis for reading and acting towards the implementation of the Brazilian National Curriculum as a guiding educational document.10639/03 Act. Intercultural Education. African-Diasporic Identities. RESUMENEste artículo tiene como objetivo presentar algunos aportes de la Ley 10639/03 que establece pautas educativas para la enseñanza de la Historia y Cultura de África y de los africanos sus diálogos para una educación intercultural crítica. Así, como principal eje didáctico-metodológico de esta ley, proponemos la educación intercultural crítica, que prioriza la valorización de la identidad cultural afro-diaspórica y del continente, como herramientas epistemológicas, apuntando a una resistencia al blanqueamiento y borramiento de estas identidades en el escenario educativo. Este borramiento aún persiste a través del mito de la democracia racial y otros discursos que pueden ser avalados por educadores que no utilizan la referida ley como un soporte importante para la lectura y la actuación frente a documentos orientadores en la educación brasileña como la Base Curricular Común Nacional (BNCC).Ley 10369/03. Educación Intercultural. Identidades Afro-Diaspóricas. SOMMARIOQuesto articolo si propone di presentare alcuni contributi della Legge 10639/03 che stabilisce le linee guida educative per l'insegnamento della Storia e della Cultura dell'Africa e degli Africani i loro dialoghi per un'educazione interculturale critica. Pertanto, come principale asse didattico-metodologico di questa legge, proponiamo l'educazione interculturale critica, che privilegia la valorizzazione dell'identità culturale afro-diasporica e del continente, come strumenti epistemologici, indicando una resistenza allo sbiancamento e alla cancellazione di queste identità nel contesto educativo. Questa cancellazione persiste ancora attraverso il mito della democrazia razziale e altri discorsi che possono essere approvati da educatori che non usano la suddetta legge come un importante supporto per leggere e agire contro i documenti guida nell'educazione brasiliana come il Common Curriculum Base Nazionale (BNCC).Legge 10369/03. Educazione interculturale. Identità afro-diasporiche.
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Rodríguez Contreras, María Elsa, Héctor Eduardo Villaseñor Mir, Julio Huerta Espino, Santos Gerardo Leyva Mir, Eliel Martínez Cruz y María Florencia Rodríguez García. "Pérdidas ocasionadas por Zymoseptoria tritici en genotipos de trigo en ambientes de temporal". Revista Mexicana de Ciencias Agrícolas 11, n.º 3 (12 de mayo de 2020): 467–79. http://dx.doi.org/10.29312/remexca.v11i3.1788.

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El tizón foliar causado por Mycosphaerella graminicola (anamorfo Zymoseptoria tritici o Septoria tritici), es una enfermedad presente en áreas lluviosas de siembras de temporal de trigo en los Valles Altos del Centro de México. El efecto sobre el rendimiento de grano que causa la enfermedad es variable, dependiendo de la localidad y el nivel de resistencia de las variedades. Los objetivos de la investigación fueron determinar el porcentaje de pérdidas que causa el tizón foliar y la respuesta de variedades comerciales sembradas en ambientes de temporal. Se evaluaron cinco variedades de trigo harinero en dos tratamientos, con control y sin control de la enfermedad, en las localidades de Juchitepec, Estado de México y Nanacamilpa, Tlaxcala, durante los ciclos verano 2007 y 2008. El diseño experimental fue bloques completos al azar con cuatro repeticiones con arreglo de tratamientos de parcelas divididas. La disminución en el rendimiento que causo el tizón foliar fue del 41 y 40% en Salamanca S75 y Gálvez M87 respectivamente, 33% para Verano S91, Triunfo F2004 24% y 9% de pérdidas en Rebeca F2000. Con base al nivel de resistencia, se determinaron tres grupos de variedades: Rebeca F2000 resistente, Triunfo F2004 moderadamente resistente, Gálvez M87, Salamanca S75 y Verano S91 susceptibles. El mejor sitio de prueba fue Juchitepec, Estado de México. Los resultados indican que se debe de incorporar mayor resistencia a Zymoseptoria en futuras variedades incluyendo a Rebeca F2000 como fuente de resistencia, lo que permitirá disminuir pérdidas en rendimiento en ambientes donde la enfermedad es importante.
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Diez De Ulzurrun, P. y M. I. Leaden. "Análisis de la sensibilidad de biotipos de Lolium multiflorum a herbicidas inhibidores de la enzima ALS, ACCasa y Glifosato". Planta Daninha 30, n.º 3 (septiembre de 2012): 667–73. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-83582012000300024.

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A pesar de los avances logrados en el control de las malezas con el uso de herbicidas, el manejo de las mismas no se simplificó, sino que, al contrario, surgieron nuevos desafíos, como la aparición de resistencia a herbicidas. En 2007, se reportó en Lolium multiflorum el segundo caso de resistencia a glifosato detectado en Argentina. En el sudeste de la provincia de Buenos Aires se registraron fallas de control a campo en poblaciones de Lolium multiflorum debido a su resistencia a distintos herbicidas de las familias de los inhibidores de ALS y de ACCasa y al herbicida glifosato. El objetivo de este estudio fue caracterizar el nivel de resistencia a ciertos herbicidas inhibidores de la ALS y de la ACCasa y al glifosato en una población de L. multiflorum de Lobería (Bs As, Argentina) supuestamente resistente (LmR). Se realizaron bioensayos en cajas de Petri y se determinó la GR50 mediante la variación en la longitud de coleoptile. Las curvas de dosis-respuesta se obtuvieron por medio de la ecuación log-logística. El biotipo LmR presentó resistencia múltiple a herbicidas con tres modos de acción diferentes: glifosato, inhibidores de ALS y de ACCasa. Dicho ensayo demostró la aparición de un biotipo de L. multiflorum con resistencia a múltiples principios activos.
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Rodriguez Rodriguez, Jose Francisco, Ernesto Cerna Chavez, Yisa Maria Ochoa Fuentes, Mariana Beltran Beache, Jeronimo Landeros Flores y Luis Patricio Guevara Acevedo. "Efectos subletales en el desarrollo de Plutella xylostella (Lepidoptera: Plutellidae) asociados a la resistencia a fipronil". ACTA ZOOLÓGICA MEXICANA (N.S.) 36, n.º 1 (27 de marzo de 2020): 1–10. http://dx.doi.org/10.21829/azm.2020.3612214.

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Plutella xylostella (L.) es la principal plaga de los cultivos de la familia Brassicaceae generando grandes pérdidas económicas. Su control se basa principalmente en la aplicación de insecticidas de químicos, el uso excesivo de estos plaguicidas ha ayudado al desarrollo de resistencia hacia estos ingredientes activos. La implementación de dosis subletales de insecticidas afecta la fisiología y comportamiento de los insectos. Se determinó las concentraciones letales (CL20 y CL50) de fipronil sobre una línea resistente y una línea susceptible a este compuesto y posteriormente estas se aplicaron a larvas de tercer instar para evaluar el porcentaje de pupación, peso de pupas, emergencia de adultos en dos generaciones (progenitores y descendientes), así como los tiempos de desarrollo de cada estadio de P. xylostella. Se observó un efecto importante en la aplicación de CL20 de fipronil al verse alargado el tiempo de desarrollo por más de tres días y una disminución de la fecundidad en más de un 20% en la línea resistente a fipronil, lo que puede ser un factor importante para el manejo y control de esta plaga cuando se presenten problemas de resistencia a fipronil.
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Sánchez-Ceja, Mónica, Ma Teresa Arceo-Martínez, Ma Guadalupe Sandoval-Flores, Patricia Nayeli Alva-Murillo, Rafael Jiménez-Mejía y Pedro Damián Loeza-Lara. "Uso de nisina y quitosano para la inhibición de Staphylococcus aureus resistente a antibióticos y asociado a mastitis bovina". Revista Mexicana de Ciencias Pecuarias 9, n.º 4 (27 de septiembre de 2018): 793–810. http://dx.doi.org/10.22319/rmcp.v9i4.4468.

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En este trabajo se describen los patrones de resistencia a antibióticos de aislados de Staphylococcus aureus obtenidos de vacas con mastitis, así como su susceptibilidad in vitro a nisina, quitosano y al compósito nisina/quitosano. A partir de muestras de leche obtenidas de vacas enfermas se aislaron e identificaron 53 S. aureus, a los cuales se les analizó el perfil de resistencia a antibióticos. Los resultados evidenciaron una alta frecuencia de resistencia hacia el grupo de los beta-lactámicos, principalmente a penicilina, dicloxacilina y ampicilina. Asimismo, se detectó multirresistencia en algunos aislados, ya que mostraron tolerancia a 3 o 4 grupos de antibióticos, destacando los aislados AMC-9 (resistente a tres grupos) y AMC-23 (resistente a cuatro grupos). También se resalta que todos los aislados fueron susceptibles a levofloxacina. Por otra parte, se analizó la susceptibilidad in vitro de los aislados a nisina, quitosano y al compósito nisina/quitosano, mediante la determinación de la concentración mínima inhibitoria. Los resultados indican que el 100 % de los aislados fue susceptible a quitosano y al compósito nisina/quitosano y el 47.1 % a la nisina. El efecto del quitosano y del compósito nisina/quitosano sobre los aislados multirresistentes AMC-9 y AMC-23 fue bactericida. Estos resultados revelan el potencial de los compuestos antimicrobianos quitosano y nisina/quitosano para ser utilizados como agentes terapéuticos contra la mastitis bovina.
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ÁLVAREZ, LESLIE, ARELIS BRICEÑO y MILAGROS OVIEDO. "Resistencia al Temephos en poblaciones de Aedes aegypti (Diptera: Culicidae) del occidente de Venezuela". Revista Colombiana de Entomología 32, n.º 2 (31 de diciembre de 2006): 172–75. http://dx.doi.org/10.25100/socolen.v32i2.9386.

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Los insecticidas organofosforados han jugado un papel muy importante en el control de Aedes aegypti, vector de dengue clásico y hemorrágico en Venezuela y otros países de América. Por más de 20 años en Venezuela el Temephos ha sido usado como larvicida y Malathion como adulticida en las campañas de control de este vector. Por estas razones seleccionamos cinco cepas de A. aegypti de cuatro estados venezolanos: Trujillo (PTO y SM), Zulia (Z), Falcón (F) y Táchira (TB), para determinar los niveles de resistencia al Temephos. Los bioensayos se realizaron con larvas de IV estadio probando cinco concentraciones del insecticida, siguiendo la metodología de la OMS. Al determinar los rangos de resistencia, las cepas TB, Z, F y SM resultaron ser susceptibles con valores de FR50 menores a 5. La cepa PTO es resistente (6,3 X). Los resultados sugieren que estas poblaciones deben monitorearse continuamente para observar cualquier cambio en los niveles de resistencia al Temephos. Además, se hace necesario conocer la respuesta de cualquier población de A. aegypti que se desee controlar con este insecticida en Venezuela, para así garantizar su efectividad.
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POSSOL, CARMEN ELISA, CÉSAR CARDONA, JOSÉ F. VALOR y HÉCTOR MORALES. "DESARROLLO DE LINEAS DE FRIJOL RESISTENTES AL GORGOJO Zabrotes subfasciatus (Boheman) ) (COLEOPTERA: BRUCHIDAE)". Revista Colombiana de Entomología 18, n.º 1 (30 de junio de 1992): 8–13. http://dx.doi.org/10.25100/socolen.v18i1.10087.

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Cuatro variantes electroforéticas de la proteína arcelina, factor antibiótico de resistencia al gorgojo pintado del fríjol, Zabrotes sub­fasciatus (Boheman) (Coleoptera: Bruchidae), fueron transferidos de fríjoles silvestres a fríjo­les cultivados mediante un sistema de retrocruzas. Con este sistema, basado en la com­binación de selección mediante un marcador molecular (arcelina) y pruebas de alimentación con el insecto, se desarrollaron líneas avanza­das de fríjol, codificadas RAZ, que presentan altos niveles de resistencia al gorgojo y exce­lentes condiciones agronómicas, comerciales y de calidad proteínica. Las líneas derivadas de cruzas con arcelina 1 presentaron niveles de resistencia similares o superiores a los del testigo resistente; se detectaron niveles inter­medios de resistencia en progenies con arcelina 2, mientras que las líneas derivadas de cruzas con arcelina 3 y 4 resultaron susceptibles. Las líneas RAZ con arcelina 1 y 2, resistentes al gorgojo del fríjol, serán distribuidas a los pro­gramas nacionales de investigación en países de América Latina y Africa, donde Z. subfasciatus constituye una plaga importante del fríjol almacenado, con el fin de brindar al agricultor una alternativa de control para esta plaga.
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HERNÁNDEZ, H., DARWIN YOVANNY, JAIME EDUARDO MUÑOZ, F y LUZ ANGELA ÁLVAREZ, F. "Asociación del locus BOLA-DRB3.2 con el virus de la leucosis bovina en el ganado criollo colombiano". Revista Colombiana de Ciencia Animal - RECIA 6, n.º 2 (9 de julio de 2014): 319. http://dx.doi.org/10.24188/recia.v6.n2.2014.435.

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En 330 muestras de ADN de ocho razas bovinas criollas (Blanco Orejinegro, Caqueteño, Casanareño, Costeño con Cuernos, Chino Santandereano, Hartón del Valle, Romosinuano y Sanmartinero), dos razas sintéticas colombianas (Lucerna y Velásquez) y dos foráneas (Brahmán y Holstein) se evaluó la presencia del VLB (detección de provirus - PCR anidada), los polimorfismos del gen BoLA-DRB3.2* (PCR semianidada - RFLP) y la asociación entre ambos (OR). Se estimaron asociaciones entre la ausencia (resistentes) del VLB y los alelos *21, *24 y *37 y la presencia (susceptibles) del VLB y los alelos *6 y *42 en los ganados criollos. La frecuencia acumulada de los alelos resistentes fue de 23.7% contra 6% de los susceptibles. El 10% de los individuos fue genotipificado como Resistente/ Resistente, el 2.5% como Susceptible/Susceptible y el 57% fue de genotipo homocigoto neutral (N/N) en el ganado criollo colombiano. En los ganados controles el 16% fueron Resistente/Resistente y el 8.3% Susceptible/Susceptible. Los resultados indican que el ganado criollo colombiano posee genes de resistencia al VLB.
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Rubio Rodríguez, Paola. "Trabajo sexual. Dispositivos de control y de resistencia". RELIES: Revista del Laboratorio Iberoamericano para el Estudio Sociohistórico de las Sexualidades, n.º 4 (2 de diciembre de 2020): 55–71. http://dx.doi.org/10.46661/relies.5093.

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Este artículo es un análisis de los dispositivos de control que crean la categoría social puta y sus condiciones estructurales y los sistemas que este colectivo desarrolla para resistir a los diferentes ejes de opresión. Dispositivos como el de la sexualidad, el biomédico, el ideológico o el político-jurídico dan lugar al estigma puta y a la condena social que esto supone. Sin embargo, donde hay poder hay resistencia, y este colectivo crea herramientas que cuestionan y subvierten estos mecanismos que controlan sus vidas. Se aborda, además, el caso específico de los “Debates Universitarios sobre Trabajo Sexual” donde se estudia cómo se materializan estos dispositivos opresores en el caso del contexto académico y cómo se resisten y critican por parte de las trabajadoras sexuales.
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Donjuán, Eduardo y Arlene B. Tickner. "Capitalismo, control y resistencia". Colombia Internacional, n.º 55 (mayo de 2002): 55–74. http://dx.doi.org/10.7440/colombiaint55.2002.03.

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Zárate-Castrejón, José L., César L. Aguirre-Mancilla, Ernesto Solís-Moya, A. Paulina Rodríguez-Vera, J. Carlos Raya-Pérez, J. Gabriel Ramírez-Pimentel y Víctor Montero-Tavera. "GENES CANDIDATOS DE RESPUESTA A ROYA DE LA HOJA DE TRIGO IDENTIFICADOS POR PERFILES DE EXPRESIÓN". Revista Fitotecnia Mexicana 41, n.º 4-A (14 de diciembre de 2018): 527–35. http://dx.doi.org/10.35196/rfm.2018.4-a.527-535.

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La roya de la hoja, ocasionada por el hongo Puccinia triticina, es una enfermedad común en trigo (Triticum aestivum) que causa pérdidas económicas significativas. Actualmente se cuenta con variedades que presentan resistencia a razas específicas del hongo; sin embargo, el patógeno frecuentemente vence la resistencia en corto tiempo. Una estrategia alterna es la acumulación de genes de resistencia con efecto aditivo. Para lograrlo es necesario encontrar marcadores moleculares que faciliten la selección de nuevos genotipos con resistencia genética. Por lo anterior, el objetivo de esta investigación fue aislar e identificar nuevos genes para la resistencia a P. triticina a través de la generación de una biblioteca sustractiva supresiva de ADNc de la variedad resistente Monarca F2007. La respuesta general de Monarca ante la presencia del hongo fue la activación de genes que codifican principalmente proteínas relacionadas con patogénesis y con sequía moderada. La inducción de estos genes es crucial para mantener en buen estado el tejido foliar ante la infección por P. triticina. Por otra parte, se demostró que líneas de trigo resistentes a roya inducen la expresión de un mayor número de genes que las líneas susceptibles, lo que indica que pueden tener efectos aditivos. La expresión de transcritos diferenciales es un indicador de la respuesta del trigo contra la infección de la roya de la hoja y los perfiles de expresión de estos genes se pueden emplear como marcadores moleculares para la selección de genotipos con mayor resistencia.
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Ruiz, Janio y Eber Godínez. "Análisis estadístico de características geométricas y mecánicas del bloque hueco de concreto de Tuxtla Gutiérrez". Vivienda y Comunidades Sustentables, n.º 11 (1 de enero de 2022): 63–84. http://dx.doi.org/10.32870/rvcs.v0i11.193.

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Se presentan los resultados de un análisis estadístico para la caracterización geométrica y mecánica de bloques huecos de concreto, utilizados en construcciones de estructuras de mampostería en Tuxtla Gutiérrez, principalmente destinadas a vivienda. Se consideró una base de datos de ensayos realizados a 130 piezas, de 13 proveedores diferentes de la región. El análisis incluye las medidas de tendencia central de la geometría, la absorción de agua, la resistencia a cortante y la correlación entre el esfuerzo cortante resistente y las características físicas y geométricas de las piezas. Se registraron variaciones relevantes de la altura y longitud de los bloques respecto de lo establecido en las normas de construcción usualmente empleadas como referencia, aunque el espesor de estos cumple con los requisitos mínimos. Se proponen valores mínimos de la resistencia a cortante de las unidades ensayadas. El estudio de correlación entre el esfuerzo cortante máximo y el porcentaje de absorción indica que, a mayor porosidad de los bloques, disminuye su resistencia a cortante. La correlación entre el esfuerzo cortante máximo y el área neta muestra que la resistencia al esfuerzo cortante depende en menor medida de esta área que de la porosidad de la pieza. Finalmente, el análisis de correlación contra los espesores de las piezas señala que estos influyen menos en la resistencia de las piezas que el área neta y la porosidad.
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Herrera, Karen, Meylin Espinoza, Yaoli Mejía, Luis Enrrique Zambrana, Erasmo Silva, Jency Rojas, Walter Gadea et al. "Resistencia antimicrobiana en Hospitales nor-occidentales de Nicaragua". Universitas (León): Revista Científica de la UNAN León 1, n.º 1 (3 de julio de 2007): 27–32. http://dx.doi.org/10.5377/universitas.v1i1.1630.

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En los últimos años se ha observado un incremento de la incidencia de la Resistencia Antimicrobiana entre patógenos que causan infecciones intra-hospitalarias principalmente y también en la comunidad. La Resistencia antimicrobiana es un problema global de salud pública, promovido básicamente por el uso y abuso de los antibióticos. El fenómeno de la Resistencia antimicrobiana es un área prioritaria de investigación del Centro de investigación de enfermedades infecciosas y como parte de sus actividades se realizó un estudio en tres hospitales noroccidentales (León, Chinandega y Estelí) con el objetivo de conocer el perfil de resistencia o sensibilidad antimicrobiana de bacterias aerobias aisladas de pacientes que fueron atendidos en estos hospitales en el periodo comprendido entre Mayo 2003 a Mayo 2006. Se incluyó en el estudio 1181 cepas de bacterias aerobias y se utilizó el método Kirby Bauer según recomendaciones del NCCLS, para determinar el perfil de resistencia. Las más frecuentes especies bacterianas estudiadas fueron, Estafilococos aureus (385 cepas), E. coli (209 cepas), Pseudomona spp. (180 cepas) seguidas por un menor número de cepas de Shígella spp., Streptococos beta hemolìticos del grupo A y otros bacilos Gram negativos obtenidas principalmente de muestras biológicas de infecciones de piel y tejidos blandos, bacteriemia neonatal, infecciones de vías urinarias y Faringoamigdalitis. Los Resultados obtenidos fueron los siguientes: Penicilina fué el fármaco de menor efectividad contra E. aureus; un porcentaje importante mayor del 25% fueron resistentes a Meticilina principalmente cepas de Estelí. Sin embargo estos antibioticos fueron altamente efectivos contra Streptococos, no se presentó resistencia a Vancomicina. En relaciòn a las bacterias Gram negativas, T. sulfa fue el antimicrobiano de menor efectividad contra E. coli aislados de urocultivos, con un porcentaje similar en los tres hospitales, e igualmente contra Klebsiella spp. y otros Gram negativos, excepto Pseudomona spp. para el que no esta indicado su análisis. Pseudomona spp. fue resistente principalmente a Cloranfenicol y Ceftriaxona en Estelí, a Ceftriaxona y Gentamicina en León y Chinandega. Los resultados de este estudio muestran la importancia del problema y ofrecen la posibilidad a la comunidad médica de utilizarlos para adecuar las pautas de tratamiento y contribuir a modificar conductas de riesgo que promueven la Resistencia antimicrobiana.DOI: http://dx.doi.org/10.5377/universitas.v1i1.1630
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Balmelli, Gustavo, Sofía Simeto, Diego Torres-Dini, Alicia Castillo, Nora Altier, Juan Mac Gregor y Julio Diez. "Control genético de la resistencia y del escape a Teratosphaeria nubilosa en Eucalyptus globulus en Uruguay". Ciencia & Investigación Forestal 18, n.º 3 (12 de julio de 2012): 25–34. http://dx.doi.org/10.52904/0718-4646.2012.391.

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El Eucalyptus globulus es la especie forestal más plantada en el Uruguay, existiendo más de 270.000 hectáreas de plantaciones comerciales. Sin embargo actualmente está siendo sustituido por otras especies, como E. grandis y E. dunnii, debido a los severos daños foliares provocados por Teratosphaeria nubilosa en las plantaciones jóvenes. La continuidad en la plantación de esta especie depende del rápido desarrollo de material genético resistente a la enfermedad. La variación genética de la resistencia del follaje juvenil y la velocidad del cambio de follaje de juvenil a adulto fueron evaluadas en una prueba de progenies de E. globulus naturalmente infectada por T. nubilosa. El material genético incluyó 194 familias de polinización abierta provenientes de dos huertos semilleros pertenecientes al Instituto Nacional de Investigación Agropecuaria (INIA)
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NAVA, Santiago, Nicolás MOREL, Atilio J. MANGOLD y Alberto A. GUGLIELMONE. "Un caso de resistencia de Rhipicephalus microplus (Acari: Ixodidae) al fipronil detectado en pruebas de campo en el este de Santiago del Estero, Argentina". FAVE Sección Ciencias Veterinarias 17, n.º 1 (5 de marzo de 2018): 1–5. http://dx.doi.org/10.14409/favecv.v17i1.7158.

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En este trabajo se describe la resistencia de una población Rhipicephalus microplus resistente al fipronil 1% (ECTOLINE®) en condiciones de campo en el este de Santiago del Estero, Argentina. Las pruebas fueron realizadas a modo de réplicas en dos establecimientos: “Establecimiento A” y “Establecimiento B”. En el Establecimiento A las diferencias en los niveles de infestación con garrapatas entre los grupos tratado y control nunca fueron estadísticamente significativas. Los porcentajes de eficacia oscilaron entre 27,3% y 69,3%. En el Establecimiento B las diferencias entre los grupos tratado y control fueron significativas, con porcentajes de eficacia aumentando de 87,6% el día 2 post-tratamiento a 95,4% el día 7 post-tratamiento. Las tasas de eclosión de los huevos originados de las teleóginas colectadas de los grupos tratados y control en el Establecimiento A fueron similares. La aplicación de fipronil 1% en el Establecimiento B tuvo una eficacia global prácticamente absoluta, porque si bien la eficacia terapéutica no alcanzó el 100%, la viabilidad reproductiva de las teleóginas obtenidas de los bovinos tratados fue nula. Los resultados del presente trabajo constituyen el primer registro publicado de una población de R. microplus resistente al fipronil 1% en condiciones de campo en Argentina.
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Anaya-López, José Luis, Laura Silva-Rosales, Víctor Montero-Tavera, Fulgencio Espejel y Jorge Alberto Acosta-Gallegos. "Retos y oportunidades en la selección asistida de frijol resistente a BCMV y BCMNV en México. I. Dimensión del problema". Revista Mexicana de Ciencias Agrícolas 6, n.º 3 (7 de diciembre de 2017): 453. http://dx.doi.org/10.29312/remexca.v6i3.631.

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Las enfermedades del frijol conocidas como mosaico común y raíz negra, causadas por el virus del mosaico común del frijol (BCMV) y el virus necrótico del mosaico común del frijol (BCMNV), tienen cada vez mayor incidencia en México. El BCMV está ampliamente distribuido en casi todas las regiones productoras, y el BCMNV preferentemente en las regiones tropicales.Ambos virus producen síntomas similares y pueden transmitirse por áfidos o por semilla proveniente de plantas infectadas, por lo que su incidencia está relacionada con el cultivo de variedades susceptibles y las condiciones climáticas que favorecen la presencia de insectos vectores. El control de BCMV y BCMNV puede lograrse mediante programas de certificación de semilla libre de enfermedades y el uso de variedades resistentes. La forma más económica de prevenir daños es sembrar variedades con resistencia durable obtenida mediante la piramidación de genes, en la que se combina una resistencia de amplio espectro contra patogrupos de BCMV y BCMNV. Este proceso de mejoramiento puede facilitarse mediante el uso de selección asistida por marcadores moleculares en combinación con la confrontación directa de los virus. El objetivo es dilucidar la problemática en torno a la incidencia del BCMV y BCMNV en las principales regiones productorasdefrijolparaidentificarlosretosyoportunidades en la selección asistida de frijol resistente a BCMV y BCMNV.
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Magalhães, Solange Martins Oliveira, Ivan Fortunato y Juanjo Mena. "La universidad como resistencia". Revista HISTEDBR On-line 20 (30 de abril de 2020): e020001. http://dx.doi.org/10.20396/rho.v20i0.8655480.

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Este artículo tiene como objetivo principal analizar la organicidad entre la crisis de la universidad pública y la de sus profesores, para entender su efecto sobre la función social de ambos. A partir del referencial teórico materialista histórico-dialéctico, los autores enfatizam que la opción epistemológica puede ser teóricamente asociada al mantenimiento del control social, o a la su resistencia, al justificar intenciones y objetivos colocados a la educación. Los autores asumen, dessa forma, la epistemología de la praxis como una categoría emancipatoria contra la hegemonía, cuyos principios son propositivos en el enfrentamiento de las fuerzas reguladoras actuales y en la resistencia a nuevos “estilos de vida” hegemónicos, insertados en sus funciones sociales.
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Parasian, Franciskus, Y. Andi Trisyono y Edhi Martono. "Resistance of Ahasverus advena and Cryptolestes ferrugineus to Phosphine on Imported Cocoa Beans from Cameroon, Ivory Coast, and Dominican Republic". Jurnal Perlindungan Tanaman Indonesia 22, n.º 2 (15 de noviembre de 2018): 173. http://dx.doi.org/10.22146/jpti.25769.

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Resumen
Ahasverus advena and Cryptolestes ferrugineus were the most frequent pests found on cocoa beans in consignment. Their high infestation could contaminate cocoa beans and put the impact on its quality and economic value. Phosphine is one of the most commonly used fumigant in fumigation treatment to control the pest. The resistance status of A. advena and C. ferrugineus carried by cocoa beans from abroad to Indonesia against phosphine has not been reported. The purpose of this research was to determine the resistance of A. advena and C. ferrugineus to phosphine in the imported cocoa beans. The insects were collected from cocoa beans in consignment from Cameroon, Ivory Coast, Dominican Republic, and storing warehouse in Bandung, Indonesia. C. ferrugineus from Bogor (SEAMEO BIOTROP) and A. advena from Cianjur (PT IGE), Indonesia were utilized as the reference populations. Resistance assay was conducted based on Food Agriculture Organization’s standard method. The resistance testing consisted of six phosphine concentrations: 0 (control), 0.005, 0.014, 0.023, 0.031, and 0.040 mg/l for 20 and 48 hours. The resistance classification testing was carried out with concentration 0.25 mg/l for 48 hours. A. advena originating from Cameroon, Ivory Coast, Dominican Republic and Bandung were susceptible to phosphine. C. ferrugineus coming from Cameroon, Ivory Coast (San Pedro and Abidjan) and Bandung were resistant to phosphine, while Dominican Republic’s population remained susceptible to phosphine. C. ferrugineus from Cameroon, Ivory Coast (San Pedro and Abidjan) categorized into strong resistance, while the Bandung population was weakly resistant. IntisariAhasverus advena dan Cryptolestes ferrugineus adalah hama yang sering ditemukan pada biji kakao di dalam petikemas. Infestasi hama ini dalam jumlah yang tinggi bisa mencemari biji kakao dan berdampak pada kualitas dan nilai ekonominya. Fosfin merupakan salah satu fumigan yang sering digunakan dalam perlakuan fumigasi untuk mengendalikan hama tersebut. Status resistensi A. advena dan C. ferrugineus yang terbawa biji kakao dari luar negeri ke Indonesia terhadap fosfin belum dilaporkan. Tujuan penelitian ini adalah untuk menentukan resistensi A. advena dan C. ferrugineus yang terbawa biji kakao impor terhadap fosfin. Serangga uji diambil dari biji kakao di dalam kontainer yang berasal dari Kamerun, Pantai Gading, Republik Dominica, dan gudang penyimpanan di Bandung, Indonesia. C. ferrugineus yang berasal dari Bogor (SEAMEO BIOTROP) dan A. advena dari Cianjur (PT IGE), Indonesia dipergunakan sebagai populasi referensi. Pengujian resistensi berdasarkan metode standar Food Agriculture Organization. Pengujian resistensi terdiri dari 6 (enam) konsentrasi fosfin yaitu 0 (kontrol); 0,005; 0,014; 0,023; 0,031; dan 0,040 mg/l selama 20 dan 48 jam. Pengujian klasifikasi resistensi dengan konsentrasi 0,25 mg/l selama 48 jam. A. advena yang berasal dari Kamerun, Pantai Gading, Republik Dominica dan Bandung rentan terhadap fosfin. C. ferrugineus yang berasal dari Kamerun, Pantai Gading (San Pedro dan Abidjan) dan Bandung resisten terhadap fosfin, sedangkan populasi asal Republik Dominica tetap rentan terhadap fosfin. C. ferrugineus yang berasal dari Kamerun, Pantai Gading (San Pedro dan Abidjan) tergolong resisten yang kuat (strong resistant), sedangkan populasi dari Bandung resisten yang lemah (weak resistant).
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Nascimento, Andréa M. A., Luciana Cursino, Higgor Gonçalves-Dornelas, Andrea Reis, Edmar Chartone-Souza y Miguel Â. Marini. "Antibiotic-Resistant Gram-Negative Bacteria in Birds From the Brazilian Atlantic Forest". Condor 105, n.º 2 (1 de mayo de 2003): 358–61. http://dx.doi.org/10.1093/condor/105.2.358.

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Abstract We evaluated the antibiotic resistance of bacteria isolated from cloacal swabs of wild birds collected with mist nets in the Jequitinhonha river valley, in the state of Minas Gerais, Brazil. A total of 191 isolates from 19 individuals of 16 species was obtained and tested for resistance to five antibiotics. At Salto da Divisa 97% of the isolates exhibited a resistant phenotype, and resistance to more than one antibiotic was frequent (71%). At Jequitinhonha 36% of isolates were resistant, but 94% showed resistance to only one antibiotic. Of the five antibiotics tested, resistance to ampicillin was most frequent (in both areas), whereas kanamycin resistance was found in only one isolate. The data here obtained and other data reported in the literature show that the general premise that antibiotic-resistant bacteria arise primarily in hospitals or animal farms should be reconsidered. Bactérias Gram-Negativas Resistentes a Antibióticos em Aves da Mata Atlântica Brasileira Resumo. Avaliamos a resistência a antibióticos de bactérias isoladas por swab cloacal em aves selvagens capturadas com redes de neblina em duas regiões do Vale do Rio Jequitinhonha, Minas Gerais, Brasil. Foram obtidos 191 isolados de 19 indivíduos de 16 espécies e foi testada a resistência desses isolados a cinco antibióticos. Em Salto da Divisa, 97% dos isolados exibiram fenótipo resistente e foi freqüente (71%) a resistência a mais de um antibiótico. Em Jequitinhonha, 36% dos isolados exibiram fenótipo resistente, dos quais 94% apresentaram resistência a apenas um antibiótico. Em ambas as áreas, a maioria dos isolados apresentou resistência à ampicilina, enquanto somente um único isolado foi resistente à canamicina. Os dados aqui obtidos e outros relatados na literatura mostram que a premissa geral de que bactérias resistentes a antibióticos surgem principalmente em hospitais ou fazendas de animais deve ser reconsiderada.
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Delgado-Moya, Erick y Alain Pietrus. "Control óptimo de orden fraccionario para un modelo de eficacia del tratamiento de la tuberculosis con presencia de VIH/Sida y diabetes". Revista de Matemática: Teoría y Aplicaciones 29, n.º 2 (30 de junio de 2022): 177–223. http://dx.doi.org/10.15517/rmta.v29i2.50888.

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Resumen
En este trabajo, aprovechando las ventajas del uso de las derivadas de orden fraccionario en el sentido de Caputo, presentamos un estudio de control óptimo de la eficacia del tratamiento de la tuberculosis (TB) en presencia del VIH/SIDA y la diabetes. El modelo matemático que es controlado se encuentra en [17] y estudia la relación entre la tuberculosis, el VIH/SIDA y la diabetes con respecto a la eficacia del tratamiento y diferencia en tuberculosis multirresistente (TB-MDR), y tuberculosis extremadamente resistente (TB-XDR). La definición de los controles se centra en evitar la reinfección/reactivación, la TB-MDR y la TB-XDR en las diferentes subpoblaciones (TB únicamente, TB-VIH/SIDA y TB-Diabetes). El modelo dividido en subpoblaciones nos permite diferenciar los comportamientos de la transmisión y la resistencia y evaluar los diferentes costos en la aplicación de los controles. Realizamos simulaciones computacionales con datos de la literatura para estudiar nuestro problema de control en un escenario específico. Exploramos el comportamiento del número básico de reproducción variando la tasa de contacto efectivo y los parámetros asociados a la resistencia para diferentes valores de _ (orden fraccional). Estudiamos diferentes estrategias de control basadas en la activación de los controles y encontramos que la más efectiva es cuando activamos todos los controles. Con esta estrategia, reducimos el número de casos resistentes, principalmente en la TB-XDR en diabéticos que tiene un fuerte impacto en la dinámica de resistencia y transmisión de la tuberculosis. Además, esta estrategia evita el crecimiento futuro del número de casos resistentes.
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Betran, Ana, Carlos Lapresta, M. Jose Lavilla, Jose Maria Abad-Diez y Luis Torres. "Bacteremias por staphylococcus aureus: factores de riesgo asociados a la resistencia a meticilina". Revista Cientifica Ciencia Medica 23, n.º 1 (13 de julio de 2020): 44–51. http://dx.doi.org/10.51581/rccm.v23i1.182.

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Introducción: El objetivo del trabajo ha sido identificar los factores de riesgo que podrían favorecer la aparición de resistencia a meticilina en aislamientos de Staphylococcus aureus y aquellos que influirían en la mortalidad por las bacteriemias producidas por este patógeno.Métodos: Se realizó un estudio observacional de casos y controles en los 57 pacientes diagnosticados de bacteriemia por Staphylococcus aureus en el Hospital de Barbastro. Para el análisis se utilizaron los test estadísticos de Chi cuadrado de Pearson, test de Fisher y regresión logística múltiple.Resultados: Del total de bacteriemias, 63,15% correspondieron a Staphylococcus aureus sensible a meticilina y 36,84% a Staphylococcus aureus resistente a meticilina. Se asociaron a resistencia a meticilina, la adquisición nosocomial de la infección, el uso previo de antibióticos y la edad mayor de 65 años. La mortalidad de los casos de bacteriemia por SARM y SAMS fue respectivamente del 28,57% y del 36,11%, siendo estas diferencias estadísticamente no significativas. Todos los aislamientos fueron sensibles in vitro a vancomicina.Conclusiones: En nuestro sector sanitario, las estrategias más efectivas para disminuir la incidencia de bacteriemias por SARM serían el control y uso adecuado de antimicrobianos y la aplicación de programas de prevención de infecciones nosocomiales. En los pacientes con bacteriemia por Staphylococcus aureus, la resistencia a meticilina no se asocia a más mortalidad.
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Sánchez-Vidaña, Mariel del Rosario, Mateo Vargas-Hernández, Xinyao He, Carolina Paola Sansaloni, Pawan Kumar-Singh y Ana María Hernández-Anguiano. "Mapeo de QTL en línea Mutus#1 de trigo resistente a la mancha foliar". Revista Mexicana de Ciencias Agrícolas 13, n.º 7 (22 de noviembre de 2022): 1195–207. http://dx.doi.org/10.29312/remexca.v13i7.3048.

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La mancha foliar del trigo causada por Zymoseptoria tritici es una enfermedad devastadora en el cultivo de trigo a nivel internacional. El control químico y el uso de variedades resistentes son las principales estrategias de control. El Centro Internacional de Mejoramiento de Maíz y Trigo (CIMMYT), cuenta con líneas de trigo con resistencia cuantitativa a la enfermedad por lo que el objetivo fue hacer un mapeo de loci para un carácter cuantitativo (QTL) asociados con la resistencia genética a la mancha foliar en la línea élite Mutus#1 (resistente), en una población de 275 líneas endogámicas recombinantes (LER) derivadas de la cruza de Mutus#1 con la línea élite Huirivis#1 (susceptible). En 2018 y 2019, en la estación del CIMMYT-Toluca se estableció un experimento en campo bajo un diseño experimental Alpha Lattice. Se generó una epidemia artificial con Z. tritici y se calculó el área bajo la curva del progreso de la enfermedad (ABCPE). Las 275 LER y los progenitores se secuenciaron utilizando la plataforma DArTSeq. Los mapas de ligamiento se construyeron con el programa IciMapping empleando la información del fenotipo y genotipo. Se identificaron cinco QTL de efecto menor, tres ubicados en los cromosomas 1B, 4A y 4B y dos en el cromosoma 5B, los cuales explicaron menos de síntomas y producción de picnidios en planta adulta portados por Mutus#1, pueden utilizarse con otros genes de resistencia o QTL para reducir la selección de nuevas cepas patogénicas de Z. tritici.
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Ugarte Silva, Ruth Giovanna, José Maria Olivo López, Alejandra Corso, Fernando Pasteran, Ezequiel Albornoz y Zaida Patricia Sahuanay Blácido. "Resistencia a colistín mediado por el gen mcr-1 identificado en cepas de Escherichia coli y Klebsiella pneumoniae. Primeros reportes en el Perú". Anales de la Facultad de Medicina 79, n.º 3 (9 de octubre de 2018): 213. http://dx.doi.org/10.15381/anales.v79i3.15313.

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Resumen
Introducción. Ante la aparición de reportes de la presencia del gen mcr-1 y su posible diseminación por plásmidos en los países de la región y dado que este gen confiere resistencia a colistín, fármaco que es la última línea de tratamiento contra bacterias multirresistentes, es importante conocer su presencia en nuestro país en microorganismos que lo expresen. Métodos. Se realizó un estudio descriptivo y transversal. Se incluyeron microorganismos aislados de urocultivos de pacientes ambulatorios de un centro de salud privado en Lima, Perú, en agosto del año 2017. De 326 urocultivos positivos se seleccionaron 10 aislamientos entre cepas de Escherichia coli y Klebsiella pneumoniae que presentaron concentración mínima inhibitoria ≥4μg/mL (interpretado como resistente para colistín) por el sistema automatizado Microscan Walkaway 96 plus. Se utilizaron los siguientes métodos: colistín agar spot, predifusión con tabletas de colistín, microdilución en caldo colistin y PCR para el gen mcr-1. Resultados. Se determinó que 7 aislamientos, todas Escherichia coli, expresaron la presencia del gen mcr-1 por PCR, el cual confiere resistencia plasmídica a polipéptidos. De las cepas restantes, dos Escherichia coli y una Klebsiella pneumoniae, resultaron positivos para resistencia a colistín en las pruebas fenotípicas pero no en la PCR para gen mcr-1 lo cual sugiere un mecanismo de resistencia a colistín no asociado a gen mcr-1. Conclusiones. Se obtuvieron 7 aislamientos de Escherichia coli resistentes a colistín y con expresión del gen mcr-1.
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Barrero Páez, Luis Efrén, Andrés Felipe Villegas Caballero y Diana Carolina Gómez Gómez. "ROBOT TRANSPORTADOR Y DISTRIBUIDOR DE OBJETOS SEGÚN SU PESO". Redes de Ingeniería 5, n.º 1 (28 de mayo de 2014): 5. http://dx.doi.org/10.14483/2248762x.6356.

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Resumen
El presente artículo presenta los criterios de diseño para la construcción de un robot omnidireccional, a partir del planteamiento de modelos matemáticos, como el modelo cinemático directo e inverso, con el cual es posible interpretar que tipo de desplazamiento posee el robot y en qué circunstancias se da dicho desplazamiento; el estudio de la resistencia de materiales permite conocer si el material con el cual se pretende construir la estructura es lo suficientemente resistente para soportar no solo su propio peso, si no también el peso del objeto que debe transportar. Finalmente se establece la fuerza que deben ejercer los actuadores para vencer la fuerza de fricción.Así como el esquema de control general del proyecto y de los motores.
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Villalobos Camacho, Karla, Mercedes Hernández Guerrero, Susana Arteaga Acevedo, Federico Montero Mejía y Fernando García. "Análisis microbiológico de úlceras de presión en pacientes del Centro Nacional de Rehabilitación CENARE". Acta Médica Costarricense 43, n.º 2 (14 de enero de 2009): 64–69. http://dx.doi.org/10.51481/amc.v43i2.53.

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Resumen
Justificación y objetivo: Las úlceras de presión son áreas localizadas de tejido necrótico que tienden a desarrollarse cuando los tejidos blandos son comprimidos entre una prominencia ósea y una superficie externa. La principal complicación de estas lesiones es que pueden constituirse en focos primarios de infecciones bacterianas. El objetivo del presente estudio fue realizar un análisis microbiológico de las úlceras de presión en pacientes de las unidades de Lesionados Medulares, Neurotrauma y Fisiatría General del Centro Nacional de Rehabilitación para determinar cuáles bacterias aerobias predominan en dichas lesiones y determinar el perfil de susceptibilidad a los antibióticos de los aislamientos bacterianos.Métodos: En este estudio se incluyeron 50 muestras recolectadas de 35 úlceras de presión en un total de 22pacientes con daños en la médula espinal atendidos durante el período de agosto de 1998 a marzo de 1999. Las muestras fueron cultivadas en medios convencionales para el aislamiento de bacterias aerobias. La identificación de los aislamientos se realizó mediante pruebas bioquímicas y el sistema Vitek®. El perfil de susceptibilidad a antibióticos se realizó mediante la técnica Kirby-Bauer con respaldo por el sistema Vitek®.Resultados: Los microorganismos más frecuentemente aislados fueron P. aeruginosa, Staphylococcus coagulasanegativa, S. intermedius y A. baumannii, los cuales presentaron resistencia contra diversos antibióticos. No se encontró ningún aislamiento de Staphylococcus aureus meticilina-resistente en las lesiones estudiadas. A lo largo del estudio se observó variabilidad en los perfiles de resistencia en aislamientos de P. aeruginosa de un paciente durante su internamiento, lo cual sugiere adquisición de genes de resistencia y sustitución de cepas. Los perfiles de resistencia sugieren una posible transmisión intrahospitalaria de cepas de P. aeruginosa, Staphylococcus coagulasa-negativa y S. intermedius.Conclusiones: El presente estudio indica que la biota bacteriana encontrada en las úlceras de presión en pacientes con lesiones medulares del CENARE está constituida principalmente por P. aeruginosa, Staphylococcus coagulasa-negativa, S. intermedius y A. baumannii, que muestran resistencia a diversos antibióticos y que son probablemente de origen intrahospitalario.
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Sánchez Tito, Marco Antonio y Nelly Kuong Gómez. "Efecto del peróxido de hidrógeno al 40% sobre la fuerza de adhesión de brackets metálicos". Revista Estomatológica Herediana 27, n.º 2 (17 de agosto de 2017): 81. http://dx.doi.org/10.20453/reh.v27i2.3138.

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Objetivos: Evaluar el efecto del peróxido de hidrógeno al 40% sobre la fuerza de resistencia al cizallamiento de brackets metálicos cementados en distintos intervalos de tiempo. Materiales y métodos: Sesenta premolares superiores fueron aleatoriamente asignados a 4 grupos de 15 unidades cada uno. En el grupo I los brackets fueron cementados 1 hora después de someter los dientes al aclaramiento dental, en el grupo II los brackets fueron cementados luego de 7 días y en el grupo III luego de 14 días, un grupo sirvió de control donde no se realizó el aclaramiento dental. Se midió la fuerza de resistente al cizallamiento de los brackets por medio de una máquina de prueba universal de resistencia y se empleó el índice IRA para valorar la interfase donde se produjo la falla. Resultados:los resultados muestran que el aclaramiento dental reduce signifi cativamente la fuerza de adhesión de los brackets (p<0,05). La fuerza necesaria para descementar los brackets en el grupo III (17,95 MPa) fue similar a la que se requirió en el grupo control (18,03 MPa), los grupos I y II presentaron valores bajos (13,37 MPa y 13,58 MPa respectivamente). Se encontraron diferencias signifi cativas en los valores IRA (p<0,05). Conclusiones:el uso de peróxido de hidrógeno al 40% como agente aclarador reduce las fuerzas de adhesión de los brackets cuando son cementados antes de 14 días del procedimiento de aclaramiento dental.
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Torrano, Andrea. "EL CONTRA-MAPEO COMO PRÁCTICA DE RESISTENCIA". Diacrítica 31, n.º 3 (28 de mayo de 2019): 13–40. http://dx.doi.org/10.21814/diacritica.386.

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Este artículo propone analizar el contra-mapeo como práctica de resistencia al régimende frontera de la UE. El contra-mapeo exhibe la experiencia subjetiva de laspersonas migrantes en torno a las fronteras. Retomamos como ‘caja de herramientas’las nociones de Foucault y Deleuze y Guattari de espacio agujereado, régimende (in)visibilidad y contraconducta, para caracterizar el contra-mapeo. Nos enfocaremosen la video-instalación e Mapping Journey Project (2008-11) de BouchraKhalili. El relato mapeado de los/las migrantes permite advertir la estrecha articulaciónentre las nociones de espacio y subjetividad que serán abordados desde lanoción de contra-mapeo.
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Ramírez, Román Yesid, Diana Natalia Mojica Ávila y Mery Isabel Espitia. "Actividad antibacteriana de extractos de plantas provenientes del área rural de Soracá contra Staphylococcus aureus resistente a meticilina (SARM)/Antibacterial activity of plant extracts from rural area of Soracá against methicillin-resistant staphylococcus Aureus (MRSA)". Ciencia y Salud Virtual 7, n.º 1 (30 de junio de 2015): 4. http://dx.doi.org/10.22519/21455333.469.

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Introducción: Staphylococcus aureus resistente a la meticilina (SARM) es una cepa bacteriana resistente a una gran variedad de antibióticos, incluidos los carbapenems y la vancomicina. Actualmente se cuenta con muy pocas opciones terapéuticas para el tratamiento de la infección por SARM, por lo tanto el enfoque hacia las plantas como fuente de moléculas con acción antibacteriana es una buena opción para investigar posibles compuestos activos. Objetivo: Evaluar la actividad antibacteriana de extractos metanólicos y diclorometánicos de plantas (reportadas por la población rural de Soracá-Colombia como tratamiento empírico para las infecciones) contra SARM. Métodos: Estudio experimental en el cual se aplicaron 16 tratamientos (extractos) a una cepa de SARM. Los extractos provinieron de siete plantas y se obtuvieron por medio de extracción continua con solventes (metanol y diclorometano) usando Soxhlet. El método de microdilución en caldo fue usado para determinar la concentración mínima inhibitoria (CMI) de los extractos, realizando inicialmente un tamizaje a una concentración de 10 mg/mL y luego hallando la CMI de los extractos que tuvieron actividad a tal concentración. La inhibición se verificó por lectura visual después de aplicar 3-(4,5-dimetiltiazol-2-il)-2,5-difeniltetrazolio (MTT). Resultados: De los 16 extractos probados, seis inhibieron al SARM en concentración de 10 mg/mL. Tales extractos tuvieron efecto a una CMI de 1,25 mg/mL. Conclusión: Los seis extractos de las plantas que tuvieron acción inhibitoria frente a SARM son fuentes potenciales de moléculas que deben ser estudiadas más a fondo con el fin de aportar al estudio de posibles alternativas contra la resistencia bacteriana.
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Artavia-Carmona, Roy y Walter Peraza-Padilla. "Evaluación de líneas de café (Coffea arabica L.) en almácigo contra Meloidogyne exigua (Göeldi 1887) en Alajuela, Costa Rica". Revista Environment & Technology 1, n.º 2 (1 de diciembre de 2020): 1–24. http://dx.doi.org/10.56205/ret.1-2.1.

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Las pérdidas económicas en la producción de café debido a nematodos fitoparásitos se estiman de 10 a 25%.Determinar líneas con capacidad de resistencia o, al menos, tolerancia son necesarias en los programas demejoramiento genético. El objetivo de esta investigación fue evaluar la tolerancia de cinco líneas de caféderivadas del híbrido “Sarchimor T5296” denominadas San Isidro (SI) mediante la inoculación del nematodoMeloidogyne exigua, en etapa de almácigo. Se evaluaron las variables altura de la planta (cm), diámetro deltallo (mm) y número de hojas, 120 días después de la inoculación. Además, se evaluó el porcentaje deseveridad de agallamiento y se hicieron conteos de nematodos para cada línea. Se observaron diferenciassignificativas tanto entre líneas como entre el tratamiento inoculado (TI) y tratamiento no inoculado (TNI)con M. exigua. Las líneas SI35 y la SI31 fueron las que presentaron los mejores resultados tanto en lasvariables de crecimiento, como en los porcentajes de severidad con comportamiento resistente en ambasvariables. Las líneas SI27 y SI34 mostraron comportamiento moderadamente susceptible y susceptible,respectivamente, para el porcentaje de severidad de agallamiento. La línea más promisoria para futurasinvestigaciones fue la SI35, ya que mostró las características más sobresalientes para las variables evaluadas.
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Nugrahaeni, Dyan Kunthi. "ANALISIS PENYEBAB RESISTENSI OBAT ANTI TUBERKULOSIS". Jurnal Kesehatan Masyarakat 11, n.º 1 (11 de septiembre de 2015): 8. http://dx.doi.org/10.15294/kemas.v11i1.3341.

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<p>Jumlah penderita TB Indonesia sekitar 5,8% total TB dunia dan menempati peringkat keempat dengan angka prevalensi 281/100.000 penduduk. Kendala program pemberantasan dan penanggulangan TB adalah Resistensi obat anti tuberkulosis, karena pengobatan lama, mahal, dan tingginya efek samping. Tujuan penelitian menganalisis penyebab resistensi OAT. Penelitian dilakukan pada tahun 2013 dengan rancangan penelitian menggunakan kasus kontrol. Sampel kasus penderita TB resisten dan sampel kontrol penderita TB yang sembuh masing-masing 26 orang. Data dari hasil pemeriksaan laboratorium dan catatan medik di RS Dr. HA. Rotinsulu Kota Bandung. Uji statistik dengan chi square dan besar risiko dari OR. Hasil penelitian didapatkan 80,8% kategori MDR-TB dan 19,2% XDR-TB. Penderita TB mengalami efek samping 42,3%, riwayat pengobatan tidak adekuat 96,2%, adanya kontak erat 30,8%, tempat pengobatan sebelumnya tidak menerapkan DOTS 15,4%. Penyebab resistensi OAT adalah riwayat pengobatan tidak adekuat (nilai p= 0,001; OR= 40,00, 95%CI: 4,66-343,14). Pencegahan resistensi OAT dengan penatalaksanaan TB komprehensif, menerapkan program DOTS agar pengobatan tidak terputus dan berkesinambungan.</p><p> </p><p><em>Number of case TB Indonesia approximately 5.8% total TB in world, was ranked fourth with prevalence rate 281/100,000 population. Anti-tuberculosis drug resistant become problem prevention and eradication TB programmes, because treatment for longer, expensive, and greater side effects. The purpose this study was analysis causes Anti-tuberculosis drug resistant. This research was conducted at 2013 with design using case control. Cases which TB patients drug resistance, control which patients were cured TB each one as 26 people. Data obtained from the results laboratory and medical records in hospital Dr. HA. Rotinsulu Bandung. Statictic analyzed using chi-square test and risk factor from OR. Results showed 80.8% MDR-TB and 19.2% XDR-TB. TB patients who experience side effects 42.3%, inadequate treatment 96.2%, 30.8% close contact, not implementing DOTS 15.4%. The causes anti-tuberculosis drug resistance inadequate treatment (P value= 0.001; OR= 40.00, 95%CI: 4.66-343.14). Prevention of anti-tuberculosis drug resistance by comprehensive TB management, implementing DOTS program that uninterrupted and continuous treatment.</em></p>
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Valerio-Landa, Sergio D., Evangelina E. Quiñones-Aguilar, Jhony N. Enriquez-Vara, Rodolfo Hernández-Gutierrez, Luis G. Hernández-Montiel y Gabriel Rincon-Enriquez. "SOLUCIONES PROTEICAS DE Xanthomonas COMO INDUCTORES DE RESISTENCIA PARA EL CONTROL DE LA MANCHA BACTERIANA EN JITOMATE". Revista Fitotecnia Mexicana 44, n.º 4 (30 de diciembre de 2021): 609. http://dx.doi.org/10.35196/rfm.2021.4.609.

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La mancha bacteriana causada por Xanthomonas vesicatoria es una enfermedad del jitomate (Solanum lycopersicum) y su control es generalmente con productos químicos. Sin embargo, existen alternativas para combatir este tipo de enfermedades, como la activación del estado de resistencia en plantas a través de inductores de patrones moleculares asociados a patógenos (PMAP). En este estudio se evaluó el efecto de soluciones proteicas de X. vesicatoria como inductores PMAM y activadores del estado de resistencia en jitomate contra la mancha bacteriana en condiciones in vitro. Se obtuvieron soluciones proteicas de X. vesicatoria cepa BV801 (BV801) y su perfil de proteínas se determinó mediante SDS-PAGE. Se evaluó la actividad antibacteriana de soluciones proteicas de BV801 contra X. vesicatoria en medio de cultivo con la técnica de doble placa. Para el ensayo in vitro de inducción de resistencia en jitomate se utilizó un diseño experimental completamente al azar con 8 tratamientos: 7 concentraciones de proteínas (0.0, 0.001, 0.01, 0.1, 1.0, 10 y 100 μg mL−1) inoculadas con BV801 y un control de plantas sanas (sin proteínas y sin BV801). Los resultados mostraron que 19 bandas de proteínas principales formaron el perfil proteico de BV801, las cuales no mostraron actividad antibacteriana in vitro contra X. vesicatoria. Se encontró una reducción del 50 % en la enfermedad causada por la mancha bacteriana en las plantas de jitomate tratadas con soluciones proteicas de BV801, en las concentraciones 0.1, 1.0 y 10 μg mL−1 (Kruskal-Wallis, P ≤ 0.05); además, el crecimiento vegetal mantuvo similitud estadística con plantas del control sano (Tukey, Bonferroni, P ≤ 0.05). Las soluciones de proteínas de BV801 mostraron ser inductores PMAP y aumentaron la resistencia de las plantas de jitomate a la enfermedad de las manchas bacterianas.
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Lara, Dildo Márquez. "Resistencia a los antihelmínticos: origen, desarrollo y control." Corpoica Ciencia y Tecnología Agropecuaria 4, n.º 1 (30 de septiembre de 2003): 55. http://dx.doi.org/10.21930/rcta.vol4_num1_art:14.

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<p>Una variada gama de antihelmínticos modernos, con espectro amplio y alto grado de eficacia, como los benzimidazoles, los agonistas nicotínicos y las lactonas macrocíclicas, se encuentran disponibles comercialmente en el mundo para el control de las infecciones causadas por helmintos en rumiantes. El uso intensivo y la administración inadecuada de antihelmínticos, en épocas y grupos de rumiantes no apropiados, han contribuido al desarrollo de resistencia a estas sustancias, lo que constituye un obstáculo importante para el control de los endoparásitos. La resistencia antihelmíntica se ha reportado principalmente en pequeños rumiantes y es escasa la información relacionada con los nemátodos de bovinos. Se han identificado algunos factores aceleradores del proceso de desarrollo de resistencia, entre ellos factores genéticos, reproductivos y ecológicos de los parásitos, así como factores de orden antrópico, siendo la resistencia una característica heredable. El aumento de la resistencia a los antihelmínticos en la última década, así como los requerimientos de información sobre su ocurrencia e incidencia, han señalado la necesidad de desarrollar y estandarizar técnicas más sensibles para su detección. Hay varias técnicas disponibles <em>in vivo </em>e <em>in vitro </em>útiles para detectar la resistencia antihelmíntica, si bien la prueba de Reducción del Conteo de Huevos Fecales (RCH) es la más usada. La detección temprana de esta condición es un factor esencial para el control estratégico de los endoparásitos a fin de preservar la eficacia de los antihelmínticos. La presente revisión propone diferentes alternativas, químicas y no químicas, para el control de helmintos con el objeto de retardar la aparición de resistencia.</p><p> </p><p><strong>Anthelmintic resistance: origin, development and control</strong></p><p>A wide range of modern anthelmintics, with broad-spectrum and high efficacy to control helminth infections in ruminants, are commercially available, such as benzimidazoles, nicotinic agonist and macrocyclic lactones.The intensive use and inadequated dosages of anthelmintics in ruminants have contributed to develop resistance, becoming the main threat to control endoparasites. Anthelmintic resistance has been reported mainly in small ruminants, but there is scarce information about it in nematodes of cattle. Genetic, reproductive, ecological and anthropic factors have been found to enhance the development of resistance. Because nematode resistance has increased in the last decade, it is necessary to investigate about its occurrence and incidence; so, developing and standarization of improved techniques for detection of the resistance should be carried out. There are several techniques (<em>in vivo </em>and <em>in vitro</em>) available for detection of anthelmintic resistance, being the Faecal Egg Count Reduction Test (FECRT) the most commonly used. Early detection of resistance is an essential factor on parasite control strategies in order to preserve the effectiveness of anthelmintics. Different chemical and non-chemical helminth control strategies have been suggested in order to slow the onset of resistance.</p>
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Cifuentes, Marcela, Francisco Silva, J. Miguel Arancibia, Ruth Rosales, M. Cristina Ajenjo, Gisela Riedel, Rossana Camponovo y Jaime Labarca. "Grupo Colaborativo de Resistencia Bacteriana, Chile: recomendaciones 2014 para el control de la resistencia bacteriana". Revista chilena de infectología 32, n.º 3 (junio de 2015): 305–18. http://dx.doi.org/10.4067/s0716-10182015000400008.

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