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Tesis sobre el tema "Contro resistenza"

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Fiumicelli, Claudia. "Poesia come strumento di lotta contro il franchismo attraverso la canción protesta (dalla resistenza alla transizione democratica)". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9472/.

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Resumen
L'obiettivo di questo studio è stato quello di tracciare il percorso e gli elementi che hanno caratterizzato il fenomeno della Canción Protesta, ascrivibile al più ampio movimento della Canción Popular, nel tardo franchismo, partendo dalle origini di tale fenomeno, riconducibili alla nascita della Nova Cançó catalana negli anni Cinquanta. Si ritiene che il ruolo della musica nel contesto relativo al nostro studio, sia una chiave fondamentale per ottenere un nuovo tipo di interpretazione della storia politica, sociale e soprattutto culturale della Spagna. Generalmente quello musicale, non è un ambito al quale viene fatto riferimento quando ci addentriamo nell'analisi di determinati momenti storici, mentre, come abbiamo potuto constatare dal nostro studio, i fenomeni e i movimenti musicali sono di grande aiuto per comprendere l'evoluzione degli eventi e della storia di un Paese.
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Frasson, Ilaria. "Nuove strategie antimicrobiche contro rilevanti patogeni umani". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426592.

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Resumen
Despite a century of often successful prevention and treatment efforts, infectious diseases remain an important global problem in public health, causing over 13 million deaths each year. This work has been developed on two areas of major concern nowadays: HIV-1 infection and emerging antimicrobial resistance. The first part of this thesis focused on the definition of the biological role of the dimerization of Nef, HIV-1 accessory protein. This function has been reported to take place in vivo, neveretheless it hasn’t been well characterized yet. We believe that the inihibition of Nef oligomerization may become an innovative and successful antiviral therapy. For this reason, we screened two different libraries of small molecules and peptides, to discover compounds hindering Nef-Nef interaction in vitro. The characterization of the viral protein aminoacidic residues taking part in the interaction with the compounds will provide precise indications about the dimerization surface. This region has not been identified unambiguously yet. Moreover, the administration of small molecules to HIV-1 infected cells will shed light on the effects of Nef dimerization inhibition on the viral life and infectious cycle. The second part of this work, aimed at determining the prevalence of fluoroquinolone resistance in Enterobacteriaceae samples, within our region. We focused our attention on the recently discovered plasmid-mediated mechanisms (PMQR). In the recent years, PMQR have spread rapidly all over the world, causing serious health concern, as they are often linked to both quinolone resistance and ESBL, giving rise to multi-resistant strains. Our study proved the large diffusion of these resistance determinants in the North East Italy. Furthermore, as the identification of new effective antimicrobial drugs is gaining more and more importance recently, we analysed the pharmacological activity and the mechanism of action of simocyclinone (SD8), a new antibiotic. SD8 has been demonstrated to have a broad spectrum of action, affecting both Gram positive and Gram negative bacterial species, so SD8 is likely to become a new antitopoisomerase drug.
Nonostante l’ultimo secolo sia stato caratterizzato da un’intensa ed efficace attività di prevenzione e trattamento farmacologico, l’incidenza delle patologie di origine infettiva, che causano la morte di 13 milioni di individui ogni anno, continua a destare forte preoccupazione, rimanendo uno dei problemi maggiori per la sanità pubblica mondiale. Il lavoro svolto in questa tesi è stato sviluppato su due argomenti di rilevante interesse in questo periodo, le infezioni da HIV-1 e la diffusione della resistenza ai farmaci antimicrobici. La prima parte del lavoro ha analizzato il ruolo biologico della dimerizzazione di Nef, proteina accessoria di HIV-1, funzione già dimostrata avvenire in vivo, ma finora non approfonditamente caratterizzata. Ritenendo che l’inibizione della formazione di oligomeri possa essere un’innovativa e promettente strategia antivirale, sono stati selezionati composti chimici e piccoli peptidi, che interferiscono con l’interazione Nef-Nef in vitro. L’analisi dei residui amminoacidici della proteina oggetto di studio, coinvolti nel legame ai composti, darà precise indicazioni sulla regione coinvolta nella formazione degli oligomeri, regione ancora non definita dai precedenti lavori presenti in letteratura. Inoltre, la somministrazione delle molecole a cellule infettate dal virus HIV-1, rivelerà quali siano le conseguenze dell’inibizione della dimerizzazione di Nef sul ciclo infettivo virale. La seconda parte del lavoro ha, invece, riguardato la determinazione della prevalenza della resistenza ai fluorochinoloni negli isolati di Enterobacteriaceae all’interno della nostra regione. Sono stati presi in considerazione i meccanismi di resistenza mediati da plasmide (PMQR). Si tratta di tipologie di resistenza recentemente descritte, ad ampia e rapida diffusione in tutto il mondo, spesso in correlazione con ESBL (Extended Spectrum Beta Lactamase), che stanno destando notevole preoccupazione in ambito clinico. Lo studio svolto ha rivelato che si tratta di plasmidi largamente diffusi anche nella nostra regione, che in molti casi veicolano resistenza a più classi di antibiotici, ad esempio chinoloni e beta-lattamici. Vista, inoltre, l’importanza di individuare nuove efficaci molecole ad attività antimicrobica, è stata analizzata l’attività farmacologica e il meccanismo d’azione dell’antibatterico simociclinone (SD8). È stato dimostrato che SD8 abbia un ampio spettro d’azione, agendo sia su ceppi batterici Gram positivi che Gram negativi, e sia un buon candidato per lo sviluppo di un nuovo farmaco antitopoisomerasico.
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Cicci, Federica <1994&gt. "La mobilitazione delle donne cinesi nella Guerra di Resistenza contro il Giappone (1937-1945): nuovi modelli di attivismo femminile". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13933.

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Resumen
La seguente ricerca intende esaminare il ruolo che ebbero le donne durante la Guerra di Resistenza contro il Giappone (1937-1945) e la loro significativa partecipazione, valutando quanto sia stato importante questo ruolo, quanto abbia indirizzato una certa direzione o cambiato quello che poteva essere il destino tradizionale femminile. La loro importanza viene ancora parzialmente ignorata, eppure svolsero un compito fondamentale in quegli anni. Con l’inizio della guerra, le donne cinesi si rifiutarono di essere “lasciate indietro” rispetto agli uomini e agirono in alleanza di nazionalisti e comunisti per creare una Resistenza del tutto femminile, affermandosi su molti fronti di lavoro sociale e militare. L’elaborato presenta i principali modelli di servizio a cui le donne presero parte durante la Resistenza, ovvero come membri del Corpo Nazionale al fronte; infermiere volontarie e professionali; educatrici di orfani di guerra, con particolare riferimento alla provincia di Guangdong grazie al lavoro di Wu Jufang; promotrici del PCC per la mobilitazione di massa nelle zone rurali. Se da un lato le donne nazionaliste operarono maggiormente nella cura dei bambini orfani di guerra e in soccorso ai soldati feriti, quelle comuniste, invece, lavorarono nelle zone rurali per mobilizzare le donne contadine. Tuttavia, entrambe, uscendo dal loro piccolo mondo domestico, si mobilitarono per la salvezza nazionale e il loro lavoro servì da finestra su cui il genere plasmò i significati di guerra e costruzione di nazione nella Cina moderna, offrendo allo stesso tempo l’opportunità di ridiscutere i valori sociali e i ruoli tradizionali delle donne.
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Suárez, Barreiro Jovanna Marcela. "Evaluación de la capacidad de los aceites esenciales en la prevención y control de la mastitis en bovinos". Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/669432.

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Resumen
La mastitis bovina es la enfermedad de mayor impacto económico para la industria lechera. Siendo el Staphylococcus aureus uno de los principales agentes patógenos involucrados, algunas de estas cepas son resistentes a los antimicrobianos β-lactámicos haciendo más difícil el control y tratamiento de esta enfermedad ocasionando grandes pérdidas económicas para los productores. La Organización Mundial de la Salud ha declarado la resistencia a los antibióticos como una de las mayores amenazas a la salud humana, la seguridad alimentaria y el desarrollo. El objetivo de esta investigación fue evaluar el uso de aceites esenciales para la prevención y control de la mastitis bovina en Cundinamarca – Colombia mediante el desarrollo de tres fases: 1.Una fase preliminar para la obtención, caracterización de principales componentes y evaluación de la citotoxicidad de los aceites esenciales de Thymus vulgaris (L), Lippia origanoides (Mill) y Lippia citriodora (L'He'r.); 2. Una fase in vitro que evaluó la actividad antimicrobiana, la sinergia de la mezcla de estos aceites esenciales y determinó la concentración mínima bactericida del género Staphylococcus spp (N=80) y S. aureus Oxacilina- resistente (n=15) mediante la técnica de disco de Kirby-Bauer (Bernal & Guzman, 1984) y la técnica de micro dilución en caldo (CLSI, 1999). Y una tercera fase in vivo que contempló tres etapas: diagnóstico de los hatos lecheros, formulación de un sellador de barrera para bovinos a base de aceites esenciales y evaluación a través de dos estudios: un estudio preventivo (N=14 pezones) y un estudio control de mastitis (N=33 pezones) realizado en un total de 12 animales comparado frente a sellador a base de una solución yodófora comercial en el grupo de control. Para el análisis estadístico se calcularon los tamaño de la muestra con GRANMO 7.12. paquete estadístico IBM SPSS y se concluyó la diferencia significativa a un p<0.05. Los principales compuestos caracterizados son limoneno, neral y geranial, y el timol, responsables de la capacidad antimicrobiana. La citotoxicidad de estos aceites, determinada con el bioensayo de toxicidad de Artemia (Meyer, y otros, 1982) está en un rango CL50 10-19 µg/ml, comparando con la CL50 y dosis de otros agentes microbianos como Triclosan e Itroconazol, son poco tóxicos y seguros. En la evaluación de la actividad antimicrobiana, se concluye que existen diferencias significativas en la sensibilidad de las cepas de Staphylococcus spp. aisladas frente a los aceites esenciales de Lippia citriodora (AEC) y Thymus vulgaris (AET) mostrando una actividad antimicrobiana (p < 0.05), así como una sensibilidad de estas cepas frente al Cloranfenicol y una resistencia a la Clindamicina (p < 0.05). El Staphylococcus aureus presenta mayor resistencia frente a los antibióticos convencionales sin embargo mantiene la sensibilidad frene a los aceites esenciales de Lippia citriodora y Thymus vulgaris. Igualmente, se concluye que existen efecto sinérgico de la mezcla de aceites esenciales (75% AEC /25% AET) que potencia su actividad antimicrobiana optimizando su eficiencia terapéutica (p < 0.05). La concentración mínima bactericida (CBM) de la mezcla (75% AEC /25% AET) fue determinada en 2.5% efectiva para el 92.5 % de las muestras (n=80). En los estudios In vivo que evaluaron la prevención y control de la mastitis bovina se concluye con un nivel de confianza del 95%, que no existen diferencias significativas entre el grupo sellador a base de aceites esenciales y el sellador a base de la solución yodófora. Es decir, alcanza a ser igualmente efectivo que el producto comercial. Por lo anterior, se concluye que los aceites esenciales evaluados son capaces de inhibir el crecimiento de los microorganismos predominantes de la mastitis en bovinos y son una posible estrategia para su prevención y control.
Bovine mastitis is the disease with the most significant economic impact for the dairy industry. Being the Staphylococcus aureus one of the primary pathogens involved, some of these strains are resistant to β-lactam antimicrobials making it more difficult to control and treat this disease, causing high economic losses for producers. The World Health Organization has declared antibiotic resistance as one of the greatest threats to human health, food security, and development. The objective of this research was to evaluate the use of essential oils for the prevention and control of bovine mastitis in Cundinamarca - Colombia through the development of three phases: 1. A preliminary phase for obtaining, characterization of principal components and evaluation of cytotoxicity of the essential oils of Thymus vulgaris (L), Lippia origanoides (Mill) and Lippia citriodora (L'He'r.); 2. An in vitro phase that evaluated the antimicrobial activity, the synergy of the mixture of these essential oils and determined the minimum bactericidal concentration, compared to isolated strains of clinical cases of mastitis in the region, of the genus Staphylococcus spp (N = 80) and S. aureus Oxacillin-resistant (n = 15) through the Kirby-Bauer disc technique (Bernal & Guzman, 1984) and the broth micro dilution technique (CLSI, 1999). And a third phase in vivo that contemplated three stages: diagnosis of dairy herds, formulation of a barrier sealant for bovines based on essential oils and evaluation through two studies: a preventive study (N = 14 nipples) and a study control (N = 33 nipples) performed on a total of 12 animals with control groups treated with sealant based on a commercial iodophor solution. For the statistical analysis, the sample size was calculated with GRANMO 7.12, and the IBM SPSS statistical package, and the significant difference was concluded at p <0.05. The main compounds characterized according to the analytical method for the characterization of essential oils, gas chromatography, and mass spectrometry, are limonene, neral, and geranial, and thymol, responsible for antimicrobial capacity. The cytotoxicity of these oils, determined with the Artemia toxicity bioassay (Meyer, et al., 1982) is in a 10-19 µg / ml LC50 range, compared with the LC50 and doses of other microbial agents such as Triclosan and Itraconazole, are less toxic and safe. On the other hand, in the evaluation of antimicrobial activity, it is concluded that there are significant differences in the sensitivity of Staphylococcus spp. isolated against the essential oils of Lippia citriodora (AEC) and Thymus vulgaris (AET) showing an antimicrobial activity (p <0.05), as well as a sensitivity of these strains against Chloramphenicol and resistance to Clindamycin (p <0.05). Staphylococcus aureus exhibits greater resistance against conventional antibiotics, great it maintains sensitivity to the essential oils of Lippia citriodora and Thymus vulgaris. Likewise, it is concluded that there is a synergistic effect of the mixture of essential oils (75% AEC / 25% AET) that enhances its antimicrobial activity optimizing its therapeutic efficiency (p <0.05). The minimum bactericidal concentration (CBM) of the mixture (75% AEC / 25% AET) was determined in 2.5% effective for 92.5% of the samples (n = 80). In the In vivo studies that evaluated the prevention and control of bovine mastitis, it is concluded with a 95% confidence level, that there are no significant differences between the sealant group based on essential oils and the sealer based on the iodophor solution. That is, it becomes equally effective as the commercial product. Therefore, it is concluded that the essential oils evaluated are capable of inhibiting the growth of the more relevant microorganisms of mastitis in cattle and are a possible strategy for their prevention and control.
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Håkansson, Emelie. "Smitthantering av resistenta bakterier : En fallstudie av ett svenskt universitetssjukhus". Thesis, Linköpings universitet, Institutionen för klinisk och experimentell medicin, 2013. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:liu:diva-93668.

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Resumen
Smittsamma sjukdomar kostar det svenska samhället enorma summor varje år. Behandlingen av smittade patienter har tidigare uppskattats till 5-10 miljarder svenska kronor årligen. Vidare estimeras de förebyggande åtgärderna kosta samhället runt en miljard svenska kronor. Detta betyder att det finns en ekonomisk drivkraft för att reducera antalet smittade patienter inom vården, speciellt de fall som är orsakade av resistenta bakterier. Samtidigt pågår det en debatt om resistenta bakterier och antibiotikaförbrukningen i både forskning och media. Resistenta bakterier kan bli ett hot mot vår framtid om vi inte minskar antibiotikaförbrukningen och vidtar åtgärder för att förhindra smittspridning. Om antalet personer som blir smittade av resistenta bakterier kan reduceras minskar även antibiotikaförbrukningen som i sin tur leder till att färre bakterier utvecklar ett resistensmönster för antibiotika. Detta betyder att det är viktigt att studera och effektivisera hanteringen av smittsamma patienter.   För att reducera antalet smittade patienter måste förebyggande åtgärder vidtas och smittkällan måste kartläggas vid ett upptäckt fall av en smitta. Svensk sjukvård arbetar idag aktivt med smitthantering. Detta begrepp omfattar upptäckt, kontroll och spårning av smitta. Uppdragsgivaren till detta examensarbete, Cambio Healthcare Systems, saknar en fullständig bild över hur smitthanteringen egentligen går till på ett sjukhus. Deras målsättning är att utveckla ett IT-system som kan underlätta smitthanteringsprocessen. Denna studie syftar till att kartlägga informationsflödet vid smitthanteringsprocessen och identifiera de inblandade aktörernas ansvarsområden och skyldigheter enligt regelverket. Vidare syftar arbetet till att presentera åtgärdsförslag som kan minska de identifierade riskerna och effektivisera smitthanteringsprocessen av resistenta bakterier.   För att kartlägga smitthanteringsprocessen genomfördes en fallstudie av ett svenskt universitetssjukhus under våren 2013. Aktörer som studerades var det mikrobiologiska laboratoriet, vårdhygien, smittskyddsenheten, smittskyddsinstitutet samt läkare och sjuksköterskor vid två avdelningar på sjukhuset. Datainsamlingen består av intervjuer, observationer och dokument.   Resultatet av fallstudien visade att smitthanteringsprocessen är ett komplext system med ett omfattande informationsflöde. Huvudaktörerna är vårdhygien, sjukvårdspersonalen och det mikrobiologiska laboratoriet. De är viktiga eftersom deras praktiska handlande är avgörande för att smitthanteringen genomförs. Smittskyddsenheten är inblandad till viss del, men tillhör inte huvudaktörerna. Studien visade även att smittskyddsinstitutet inte hade någon framträdande roll i smitthanteringsprocessen av resistenta bakterier på sjukhuset.   Ansvarsfördelningen är till viss del styrd av smittskyddslagen och enligt denna lag har den behandlande läkaren en central roll i processen. I verkligheten är läkarens roll mindre framträdande vid smittspårningen, vanligtvis delegerar läkaren uppgifter till sjuksköterskor eller till vårdhygien. Mycket av kommunikationen mellan aktörerna är muntlig och detta innebär att ett flertal risker kan uppstå. Vid identifieringen av risker för hela processen konstaterades det att de flesta risker kan uppstå på grund av den mänskliga faktorn, ofta i kombination med användandet av ett otillräckligt datasystem. Åtgärdsförslagen för att effektivisera processen fokuserar därför på att minimera de identifierade riskerna med hjälp av framtida IT-system.   Slutsatsen av studien är att det finns ett stort behov av IT-lösningar för att effektivisera smitthanteringsprocessen av resistenta bakterier. Min rekommendation är att Cambio Healthcare Systems AB bör fokusera på att utveckla ett system för att digitalisera arkiveringen av beläggningslistorna och spåra patientflöden tillbaka i tiden i Cosmic då detta är ett starkt önskemål från kunderna. En annan viktig åtgärd är att utveckla smittspecifika checklistor som visas på datorn i samband med att läkaren får ett positivt provsvar. Slutligen rekommenderar jag Cambio Healthcare Systems AB att utveckla ett smittlarm som kan integreras med deras befintliga whiteboardtavla som nyligen lanserades.
Infectious diseases are a major cost item for the Swedish society. The treatment of infected patients has previously been estimated to 5-10 billion SEK annually and preventive actions cost the Swedish society around one billion SEK every year. Therefore, there are strong economic incentives to reduce the number of infected patients in care, particularly cases caused by resistant bacteria. There is an ongoing debate in both media and research about bacterial resistance and antibiotic consumption. Resistant bacteria can be a threat to our future if we do not reduce the consumption of antibiotics and take measure against infection spreading. If it is possible to reduce the number of resistant bacteria infected patients in the future it enables a decline in antibiotic consumption. This in turn leads to a decreased quantity of bacteria that is able to develop a resistance pattern to antibiotic. Thus, it is highly motivated to study and streamline the process of infection control.   Preventive measures must be taken and the source of the infection must be identified in order to reduce the number of infected patients. The Swedish health care sector is currently working actively with infection control. The concept of infection control encloses the detection, the control and the tracing of the infection. The requestor of this master thesis, Cambio Healthcare Systems AB, does not have a complete picture of the process of the infection control. Their goal is to develop an IT system to facilitate the process of infection control. This study aims to map the information flow of the process and to identify the involved actors’ field of responsibility and obligations according to the law. Further, this thesis aims to present action proposals that can reduce the identified risks and streamline the infection control of resistant bacteria.   A case study of a Swedish university hospital was performed in the spring of 2013 in order to map the process of infection control. The investigated actors were the microbiological laboratory, the local health protection unit (Vårdhygien), the unit of infection control at a regional level (Smittskyddsenheten), the Swedish Institute of Infectious Disease Control (Smittskyddsinstitutet) and physicians and nurses at two hospital departments. The data collection consists of interviews, observations and documents.   The result of this case study shows that the process of infection control is a complex system with an extensive flow of information. The main actors are the local health protection unit, the microbiological laboratory and the medical staff. Their practical actions are essential for the process of infection control. The unit of infection control at a regional level is involved to some extent, but does not belong to the main actors. Furthermore, the study showed that the Swedish Institute of Infectious Disease Control does not have a prominent role in the process at the hospital.   The division of responsibilities is to some extent controlled by the law. According to the law, the physician in charge has a central role in the process of infection control. However, the physician’s role in reality is less prominent. Usually, the physician delegates the tasks to the other actors such as nurses or to the local health protection unit. The communication between the actors is mainly oral and this can cause risks. Most of the identified risks occurred due to human error, often in combination with use of an insufficient IT-system. Therefore, the proposed actions to streamline the process focus on minimizing the identified risks with help of future IT solutions.   The conclusion of this study is that there is a strong demand for IT solutions to streamline the process of infection control of resistant bacteria. My recommendation is that Cambio Healthcare Systems AB should focus on developing a system to digitalize the archiving of the occupancy lists, which also enables tracing the flow of patients back in time. This is a request from several health care professionals. Another important proposed action is to develop a checklist that is specific for every infection disease. Simultaneously as the physician receives the positive test results, this checklist will appear on the physician’s screen. Finally, I recommend Cambio Healthcare Systems AB to develop an alarm to infection diseases that can be integrated with their existing whiteboards that were recently introduced to the market.
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Antonio, Fiorentino. "Antibiotic resistance in stream: monitoring, modeling and effluent control by photocatalytic disinfection". Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2015. http://hdl.handle.net/10556/1874.

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Resumen
2013-2014
Since the 1940s, the ever-increasing use of antibiotics for human, veterinary and agricultural purposes, contributes to their continuous release into the environment due to incomplete metabolism or due to disposal of unused antibiotics. The concern for the release of antibiotics into the environment isrelated to the development of antibiotic resistance genes (ARGs) and bacteria (ARB), which reduce the therapeutic potential against human and animal pathogens. Urban wastewater treatment plant (UWWTP) effluents, hospital discharges, livestock farms represent today the major contamination sources of surface water from antibiotics and ARB. The consequence is that antibiotics, exerting selective pressure, may facilitate the selection of ARB or the acquisition of resistance genes by horizontal transfer. The aim of this work was to investigate the spread of ARB in the environment, particularly in water system, as well as to minimize the related risk through the investigation of effective wastewater disinfection methods. Accordingly, experimental activity was addressed to (i) the monitoring of ARB in river, (ii) modelling ARB fate in river and (iii) minimize ARB release in river through effective wastewater disinfection. [edited by author]
XIII n.s.
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Yusta, Rodrigo Mercédès. "La resistencia armada contra el régimen de Franco en Aragon (1940-1952)". Paris 8, 2000. http://www.theses.fr/2000PA082027.

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Resumen
La présente thèse est consacrée à l'étude de la guérilla espagnole de l'après-guerre dans la région d'Aragon pendant les années comprises entre 1940 et 1952. L'étude analyse la guérilla espagnole dans une perspective comparée par rapport à d'autres phénomènes de résistance antifasciste dans le contexte européen. La comparaison avec la France est la plus pertinente, pas seulement à cause de la ressemblance de ces deux mouvements de résistance, français et espagnol, mais aussi car la Résistance française fut en grande partie l'embryon du mouvement de résistance espagnol. Ceci n'est pas valable pour toute la péninsule ibérique, puisque dans d'autres zones, l'apparition de la guerilla est contemporaine de la guerre elle-même. Mais ça l'est pour le cas de l'Aragon : dans cette région, la guérilla apparut à la suite de la libération de la France et des invasions de guérilleros par les Pyrénées en octobre 1944. . .
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Soares, Pedro Luiz Martins. "Estudo do controle biológico de fitonematóides com fungos nematófagos /". Jaboticabal : [s.n.], 2006. http://hdl.handle.net/11449/102317.

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Resumen
Resumo: O interesse pelo controle biológico de nematóides vem aumentando ano após ano, estimulado pelas crescentes restrições ao uso de agrotóxicos. Entre os agentes do controle biológico de nematóides, os fungos predadores vêm se destacando, dada a facilidade de crescimento em meios artificiais e substratos diversos e a comprovada eficácia. No presente estudo, confirmou-se que espécies de Arthrobotrys e de Monacrosporium estão entre os fungos nematófagos mais comuns nos solos do Brasil. Esses fungos crescem em subprodutos da agroindústria, potencializando a formulação desses agentes a baixo custo e pode tornar-se o recurso mais vantajoso para o manejo de nematóides em cultivos de hortifrutigranjeiros em volta de centros urbanos. Bagaço de cana misturado com farelo de arroz, na proporção de 2:1, é um substrato adequado à formulação de fungos nematófagos. Para o cultivo de alface, uma única aplicação, antes do plantio, é suficiente para o manejo dos nematóides. A adição de formulações dos fungos ao substrato para a produção de mudas pode facilitar a utilização desse recurso, e formulações contendo mais de uma espécie com habilidades predatórias diferentes, incluindo parasitos de ovos, podem ser mais eficazes que formulações de uma única espécie. A especificidade dos fungos dificulta o comércio de formulações desses agentes, dado o risco de comprometimento à credibilidade dos produtos, se formulações não-específicas para os nematóides que ocorrem em certas áreas, forem utilizadas. Por conseguinte, as formulações desses agentes são mais adequadas para a distribuição assistida, já que os nematóides que ocorrem nos locais onde serão empregadas, podem ser previamente identificados.
Abstract: The interest in the biological control of nematodes is increasing year after year, stimulated by the increasing restrictions to the use of chemical defensives. Among the agents for the biological control of nematodes, the predators fungi have become the group of higher interest since they grow easily on different kinds of material and they also present known efficacy. In the present study, it was demonstrated that species of Arthrobotrys and Monacrosporium are among the most common nematophagous fungi in Brazilian soils. These fungi grow on by-products of the agroindustry, making formulations of these agents of low cost and can become the most advantageous resource for the nematode control in vegetable production areas around urban centers in Brazil. Sugar cane bagasse mixed with rice bran in the ratio of 2:1 is an adequate substratum for the formulation of nematophagous fungi. For the lettuce culture, only one application, before the planting date, is enough for the control of nematodes. The addition of fungi to the substratum for the production of seedlings in nurseries can facilitate the use of this resource. Formulations containing more than one species with different predatory abilities, including egg parasites, can be more efficient than formulations with only one species. The specificity of the fungi makes difficult the commerce of formulations of these agents, since the risk of unsuccessful use can put down the credibility on the products, if non-specific formulations for the nematodes that occur in certain areas are used. Therefore, the formulations of these agents are more suitable for attended distribution, since the nematodes that occur in places where the formulation will be used can be previously identified.
Orientador: Jaime Maia dos Santos
Coorientador: José Carlos Barbosa
Banca: Clélia Aparecida Iunes Lapera
Banca: Marineide Mendonça Aguillera
Banca: Carlos Amadeu Leite de Oliveira
Banca: Júlio César Galli
Doutor
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Ibarra, Varas Claudio. "El gobierno de lo vulnerable. Control biopolítico y resistencia desde la herida-cuerpo". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2022. http://hdl.handle.net/10803/673909.

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Resumen
Este trabajo tiene como objetivo principal analizar la emergencia y los usos del concepto de vulnerabilidad en base a dos vectores principales, a saber, el vector económico-social y el vector crítico. Esta consideración nos revela un modo específico de intervención de lo social en la actualidad por medio de una racionalidad que se expresa en lo que hemos llamado el gobierno de lo vulnerable. Para poder dar cuenta de este modo de gobierno exploraremos cuatro elementos que le dan su consistencia: en primer lugar, atenderemos al marco epistemopolítico que lo hace posible, que está dado por una racionalidad basada en el riesgo y en las políticas seguritarias que se han venido desarrollando con la modernidad, diagramando modos de vida que están determinados por el dato, el cálculo y la evaluación, convirtiendo a la vulnerabilidad en uno de los indicadores biopolíticos más importantes de la actualidad. En segundo lugar, analizaremos la transformación que se da a nivel social y subjetivo por el que se traspasan los costos del desarrollo a los individuos, privatizando lo social y produciendo procesos de responsabilización individual que van a hacer del crédito y la deuda uno de los dispositivos de control más importantes. En tercer lugar, a la vez que el gobierno de lo vulnerable se ha ido consolidando, vemos aparecer una dimensión crítica que hace suyo el concepto de vulnerabilidad adoptando una posición completamente distinta a la anterior al ponerla en contacto con el cuerpo y la herida, para desde ahí interrogar y criticar las formas de efectuación de la violencia contemporánea y, al mismo tiempo, plantear una politización a partir del reconocimiento de la vulnerabilidad. Finalmente, este trabajo explora las posibilidades de esta politización de la vulnerabilidad tomando en cuenta su relación con la resistencia, lo cual realizaremos de manera crítica. Abordar el gobierno de lo vulnerable nos exige realizar un análisis que piensa la tensión y el traslape que se da entre la dimensión biopolítica de la vulnerabilidad y la dimensión crítica de esta, lo que resulta absolutamente problemático. Insistir en esta tensión nos hará des-cifrar aquello que se clasifica como una vida vulnerable, haciendo que nos preguntemos acerca del modo por el que ciertas vidas son producidas como vidas vulnerables; esta cuestión nos lleva inevitablemente a pensar la perspectiva ontológica que define al ser vulnerable, en donde vemos desplegarse una serie de tecnologías que configuran históricamente la ontología. En este sentido, el estudio del gobierno de lo vulnerable lo hacemos por medio de un doble movimiento, uno que mira hacia el pasado para identificar ahí su emergencia, su gobierno y su negación, y otro movimiento que, teniendo en cuenta este pasado, lo actualiza como una política de la vulnerabilidad-resistencia.
The main objective of this dissertation is to analyze the emergence and uses of the concept of vulnerability, based upon two principal vectors: the social-economic vector and the critical vector. This idea reveals a specific mode of intervention of the social in the actual world, through a rationality that expresses itself in what we have called the government of the vulnerable. In order to describe this form of government we will explore four elements that provide it with its consistence: first, we will investigate the epistemological-political frame that makes it possible, which is given by a rationality based upon risk and securitization policies that have been developed throughout modernity, outlining ways of life which are determined by data, calculus and evaluation, thus turning vulnerability into one of most important biopolitical markers we have nowadays. Second, we will analyze the transformation that takes place at a social level and a subjective level, through which the costs of development are transferred to individuals, privatizing the social and producing the processes of individual responsibility, which result in credit and debt being the most relevant control devices. Third, once the government of the vulnerable has been consolidated, we see the apparition of a critical dimension which makes the concept of vulnerability its own, hence taking on a completely different position in relation to the former by putting it in contact with the body and the wound. From there, it interrogates and criticizes the forms of effectuation of contemporary violence and, at the same time, presents a politization that comes from the recognition of vulnerability. Finally, this work explores the possibilities that come from the politization of vulnerability, considering its relationship with resistance. This exploration is done in a critical manner. The approach towards the government of the vulnerable demands that we develop an analysis which thinks about the tension and the overlap that take place between the biopolitical dimension of vulnerability and its critical dimension. It is important to note that this analysis results highly problematic. Insisting on this tension will lead us to de-cipher what is classified as a vulnerable life, making us question the mode by which certain lives are produced as vulnerable; this matter will inevitably make us think about the ontological perspective that defines the vulnerable being, where we see the unfolding of a series of technologies that historically configure this ontology. In this sense, the study of the government of the vulnerable is done by means of a double movement: one that explores the past in order to identify its emergence, its government and its denial, and another movement, which, taking the past into account, brings it to the present as a policy of vulnerability-resistance.
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Gómez, Albentosa Ferran. "El magisterio contra Franco. De la resistencia a la acción colectiva (1965-1978)". Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2016. http://hdl.handle.net/10045/56865.

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Otelo, Vanessa Almeida. "Emprego da modelagem molecular no planejamento de novos compostos heterocíclicos úteis contra malária resistente". Universidade de São Paulo, 2008. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/9/9138/tde-16112017-110816/.

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Resumen
A maioria das cepas de Plasmodium falciparum mostra-se resistente à cloroquina (CQ), considerado o antimalárico ideal. A busca por novos agentes terapêuticos bem como a restauração do efeito antimalárico de fármacos disponíveis, através da associação a agentes moduladores da resistência (AMR), vem sendo enfatizada. Entretanto, ausência de efeito modulador da resistência e efeito antiplasmódico intrínseco foram observados quando AMR clássicos, como o fenotiazínico clorpromazina e o iminodibenzílico desipramina, foram ensaiados in vitro em isolados brasileiros de P. falciparum resistentes à CQ. Sabe-se que a ação antiparasitária de compostos de natureza tricíclica, como os fenotiazínicos, foi descrita há mais de um século e continua a ser de interesse. Em adição, vale notar a ocorrência de farmacóforo comum, formado por sistema heteroaromático, ligado a átomo de nitrogênio, secundário ou terciário, por cadeia lateral de três a quatro átomos de carbono, entre compostos quinolínicos antimaláricos, fármacos psicotrópicos e AMR. Este trabalho teve como objetivo estudar, por emprego da modelagem molecular, características estereo-eletrônicas e lipofílicas e a interação a nível molecular de compostos de natureza tricíclica (fenotiazínicos e iminodibenzílicos) com a hematina (provável sítio de ação da CQ) comparando ao antimalárico CQ. Semelhanças estéreo-eletrônicas e lipofílicas puderam ser visualizadas entre as moléculas da CQ e dos compostos tricíclicos. No entanto, algumas distinções ausência de planaridade e maior densidade eletrônica sobre os anéis tricíclicos dos anéis heterocíclicos quando comparadas à CQ. Tais características se fizeram refletir na interação com a hematina, como demonstrado nos estudos de ancoramento como também nos estudos de UV-VIS e de Raman Ressonante.
The most Plasmodium falciparum strains show resistance to chloroquine (CQ), yet considered the ideal antimalaric agent. The search for new therapeutic compounds and the restoration of the antimalarial effect of available drugs through the association with modulating agents has been emphasized. However, lack of modulating effect and intrinsic antiplasmodial activity were observed when classic modulating agents, such phenothiazine chlorpromazine and iminodibenzylic desipramine, were tested in vitro against Brazilian isolated resistant of P. falciparum to CQ. The antiparasitic action of tricyclic compounds as the phenotiazine class has been described for more than a century and continues to be of interest. In addition, it was noted the occurrence of common pharmacophore, formed by a heteroaromatic system, a secondary or tertiary nitrogen atom, linked by a side chain of three to four carbon atoms, present among the quinoline antimalarials, the psychotropic drugs and the modulating agents of chloroquine resistance. The goal of this work was by using molecular modeling to study stereo-electronic features and lipophilic characteristics and the interaction on molecular level of tricyclic compounds (phenothiazines and iminodibenzylics) with hematin (probable site of action of CQ) in comparison to antimalaric CQ. In results, similarities stereo-electronic and lipophilic could be viewed between the molecules of CQ and tricyclic compounds. However different features could be noticed such as absence of planarity and a higher electronic density on the tricyclic rings when compared to CQ. These features shown to be relevant to interaction with the µ-oxo dimer of hematin, as observed in docking studies and UV-VIS and Resonance Raman.
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Mahuzier, Iommi Jean Antoine. "Requerimientos sobre la resistencia al fuego y traspaso de humos en puertas usadas en los edificios". Tesis, Universidad de Chile, 2017. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/144282.

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Resumen
Ingeniero Civil
El presente trabajo se resume en un estudio de los requerimientos sobre la resistencia al fuego y traspaso de humos en puertas usadas en los edificios en Chile y la compartimentación de humos, de tal forma de conocer el estándar nacional y compararlo con el internacional, el cual consistió en un grupo de países compuesto por Estados Unidos, España y Reino Unido. La metodología aplicada consistió en el estudio de los marcos regulatorios, que rigen la protección contra incendios de los edificios, de Chile, Estados Unidos, España y Reino Unido, además de las normas técnicas sobre los ensayos a puertas de fuego y humo que estos marcos hacen referencia, para así realizar una comparación de los distintos estándares y conocer el nivel nacional con respecto al internacional. Además se estudió libros y publicaciones que tuvieran relación a la compartimentación de humos para poder responder a las preguntas de por qué, cómo y cuándo es necesario este tipo de enfoque. Una vez visualizado los requerimientos nacionales e internacionales, se expuso las deficiencias del marco regulatoria nacional y se propusieron modificaciones a éste para acercar la normativa chilena al nivel internacional. Junto a lo anterior se plantearon lineamientos para las inspecciones técnicas, de forma de asegurar la correcta aplicación de las propuestas de modificación. La conclusión obtenida de este trabajo consiste resumidamente en que el marco regulatorio chileno se encuentra desactualizado, principalmente con lo que respecta a la compartimentación y el control de humos. Además la norma NCh935/2, utilizada para ensayar las puertas de fuego en Chile, presenta una serie de deficiencias en lo que respecta a la desviación estándar exigida de la temperatura del horno, al uso de termopares instalados en el marco de la puerta y en el modo en que se ensaya la integridad de la puerta.
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Cortada, González Laura. "Tomato rootstocks for the control of Meloidogyne spp". Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2010. http://hdl.handle.net/10803/7062.

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Resumen
Se determinó la respuesta de resistencia de 10 patrones de tomate a una población avirulenta de Meloidogyne javanica en maceta. Los ensayos se realizaron en primavera, cuando las temperaturas permitían la expresión fenotípica de la resistencia del gen Mi-1 (28˚C), en verano sometidos a altas temperaturas y en campo, exponiéndolos a altas densidades poblacionales del nematodo. A temperaturas inferiores a 28˚C los patrones mostraron gran variabilidad en la respuesta de resistencia que osciló entre alta y moderadamente resistente (PG-76, Gladiator, MKT-410; Brigeor, 42851, 43965, Big Power y He-man), hasta susceptible (Beaufort, Maxifort). Por encima de 28˚C, sólo dos patrones (PG-76 y He-man) inhibieron la reproducción del nematodo. Frente a distintas poblaciones de M. arenaria, M. incognita y M. javanica, el patrón PG-76, fue altamente resistente a todas las poblaciones, Brigeor osciló entre altamente resistente y moderadamente resistente, mientras que Beaufort y Maxifort mostraron menor resistencia o fueron totalmente susceptibles; además ésta varió en función de la población analizada. Se caracterizó molecularmente el locus Mi-1 en los patrones híbridos y cultivares de tomate estudiados. Se emplearon los marcadores moleculares PM3, PMi y Mi23, específicos para la caracterización del locus Mi en patrones híbridos de tomate (S. lycopersicum × S. habrochaites; S. lycopersicum × S. chilense), mediante PCR. También se realizaron análisis bioinformáticos con marcadores específicos (Mint-up/do, C172, C2S4, IMO-F1/R1, y VIGS) para determinar la presencia del gen Mi-1.2 en dichos patrones. Los resultados mostraron que los marcadores PMi y Mi23 amplifican homólogos del gen Mi-1 en S. chilense, S. habrochaites y S. peruvianum y también en S. lycopersicum (marcador Mi23). El marcador PM3 amplificó el gen Mi-1.2 en Beaufort y Maxifort (S. lycopersicum × S. habrochaites) pero no fue efectivo para los híbridos de S. chilense. El marcador molecular PM3, no pudo determinar la expresión de del gen Mi-1.2 en Beaufort y Maxifort por hallarse fuera de la secuencia codificadora (CDS) del gen. Análisis bioinformáticos indicaron que ningún marcador específico diseñado para el gen Mi-1.2, podía este gen de otros homólogos presentes en S. lypcopersicum y S. peruvianum. El nuevo marcador Pau-Do en combinación con el primer C2S4, amplificaron un fragmento de 1.494 pb en la CDS del gen Mi-1.2 en raíces y hojas de Beaufort y Maxifort. La durabilidad de la resistencia del gen Mi-1 después del cultivo reiterado de patrones de tomate se determinó en ensayos de campo durante tres años consecutivos, empleando PG-76 y Brigeor. El patrón PG-76 fue muy resistente después del 1er ciclo de cultivo, pero mostró resistencia intermedia y suscetibilidad al finalizar el 2o y el 3er año de cultivo, respectivamente. El patrón Brigeor y el cultivar de tomate resistente Monika (control) mantuvieron un nivel de resistencia intermedio al final del 3er cultivo, aunque ensayos posteriores confirmaron la aparición de virulencia. Los resultados mostraron que el cultivo reiterado de patrones de tomate resistentes seleccionó rápidamente aislados virulentos de M. javanica. El fenotipo virulento de estas poblaciones se analizó molecularmente con el marcador MVC, diseñado para distinguir las poblaciones virulentas seleccionadas de Meloidogyne de los aislados naturalmente virulentos. Se analizaron dos poblaciones japonesas seleccionadas de M. incognita y M. javanica, tres poblaciones españolas virulentas seleccionadas, una población naturalmente virulenta y una avirulenta (todas M. javanica). Las muestras de ADN se obtuvieron de individuos juveniles o de hembras adultas y se incluyeron muestras de agua sin nematodos
(5 µm filtrada) procedentes del drenaje de una maceta con una planta infectada por una población virulenta japonesa. El marcador MVC amplificó ADN en las muestras de agua pero no en las que sólo contenían ADN de nematodos. Las secuencias de ADN mostraron una estrecha correlación con diversas proteínas de especies de betaproteobacterias. Los experimentos revelaron que el marcador de MVC no está relacionado con un gen de virulencia del nematodo (avr) sino con betaproteobacterias. Finalmente, se estudió la existencia de homólogos del gen Mi en las especies de tomate silvestre Solanum chilense, S. habrochaites, S. peruvianum y S. huaylasense. La respuesta de resistencia de la variedad LA-1358 de S. huaylasense varió en función de la especie del nematodo estudiada: fue resistente frente a M. arenaria y susceptible frente a M. javanica. La reproducción de M. incognita fue muy variable y no difirió de la reproducción alcanzada en los dos cultivares empleados como controles.
The response of 10 Mi-1 tomato rootstocks to a Mi-avirulent population of M. javanica was determined in pot tests conducted in a greenhouse in spring when temperatures remained below the Mi-1 functionality resistance threshold (28 ˚C), and in summer when daily temperatures exceeded the Mi-1 expression threshold. Rootstocks were also evaluated in the field exposing them to high population densities of the nematode. Results on infectivity and reproduction below 28 ˚C indicated a wide variability in the resistance response of the rootstocks ranging from highly or intermediate resistance (PG-76, Gladiator, MKT-410; Brigeor, 42851, 43965, Big Power and He-man) to fully susceptible (Beaufort and Maxifort). At high temperature conditions, only PG-76 and He-man inhibited the reproduction of M. javanica. Rootstocks PG-76, Brigeor, Beaufort and Maxifort were challenged to different populations of M. arenaria, M. incognita and M. javanica. Rootstock PG-76 was highly resistant to all the populations tested, whereas the response of Brigeor ranged from highly to moderate resistance; the resistance response of rootstocks Beaufort and Maxifort varied according to the population tested. Molecular characterization of the resistance phenotype was performed for all the tomato hybrid rootstocks and cultivars tested. The markers PM3, PMi, Mi23, for the characterization of the Mi-locus of hybrid tomato rootstocks (S. lycopersicum × S. habrochaites and S. lycopersicum × S. chilense) were used for PCR reactions. In silico analyses were done with specific markers for the Mi-1.2 gene (Mint-up/do, C1/2, C2S4, IMO-F1/R1, and VIGS). Markers PMi and Mi23 were polymorphic for the Mi-1 locus in wild Solanum species (S. chilense, S. habrochaites, and S. peruvianum) and for S. lycopersicum (marker Mi23). Marker PM3 detected the Mi-1.2 gene in S. lycopersicum × S. habrochaites hybrid rootstocks, but not in the S. chilense hybrids. As marker PM3 is located outside the coding sequence of the Mi-1.2 gene, expression of this homolog could not be determined in Beaufort and Maxifort. In silico results indicated that none of the available markers for the Mi-1.2 gene could distinguish this homolog from the other Mi-homologs from S. lypcopersicum and S. peruvianum species. A new marker Pau-Do, in combination with C2S4, was designed to amplify in CDS of the Mi-1.2 gene. Amplification with these primers of cDNA from Beaufort and Maxifort indicated that the Mi-1.2 gene was expressed in both rootstocks, despite their susceptible phenotypic response to some Meloidogyne populations. The durability of the Mi-1 gene after repeated cultivation of resistant tomato rootstocks (PG-76 and Brigeor) was determined through field trials during three consecutive years. Rootstock PG-76 responded as highly resistant after the first cropping cycle, although it became fully susceptible after the second and the third cropping cycles. Rootstock Brigeor and the resistant tomato cultivar Monika (control), retained intermediate resistance levels at the end of the third year. Bioassays confirmed that selection of virulence occurred more rapidly in plots with rootstock PG-76 followed by Brigeor and the resistant tomato cultivar Monika. The virulent phenotype of the selected M. javanica populations in the field experiments was determined with MVC molecular marker, designed to distinguish selected from naturally virulent populations of Meloidogyne spp. The populations analyzed included two Japanese selected virulent populations, and the three virulent populations selected in the field trials, and one naturally virulent population and one avirulent population from Spanish. DNA samples were obtained from individual juveniles (J2) or adult females from all the selected virulent populations. Experiments included water samples free of nematodes (5-µm filtered), obtained from the draining-water of a plant infected by a Japanese selected virulent population. Amplification of DNA only occurred in samples of filtered water, but not in those containing only nematode genetic material. Sequencing and BLAST of the DNA fragments amplified by the MVC molecular marker, established a strong correlation of the amplified bands with proteins from betaproteobacteria species Overall, these results showed that the MVC marker is not related to a nematode virulence gene (avr) but to betaproteobacteria. New root-knot nematode resistant Mi-homologs were searched in accessions of the wild Solanum species. The S. huaylasense accession LA-1358 reduced reproduction of a population of M. arenaria to similar levels than the resistant tomato cultivar Anairis. Nevertheless, the resistance response of S. huaylasense accession LA-1358 was also nematode-species specific.
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Querino, Gislaine Aparecida [UNESP]. "Produção de anticorpos monoclonal murino dirigido contra a PBP2a do S. aureus resistente a meticilina". Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2013. http://hdl.handle.net/11449/108579.

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S. aureus é, sem duvida, o patógeno humano mais importante entre os estafilococos. O surgimento e a disseminação progressiva da resistência a meticilina tiveram grande impacto na terapia das infecções estafilocócicas. O mecanismo de resistência a meticilina desenvolvido por S. aureus está relacionado com a alteração das proteínas ligadoras de penicilinas, as PBPs. Os Staphylococcus. aureus produzem 5 tipos de PBPs: 1,2,3,3´, e 4. As cepas de S. aureus resistentes a meticilina produzem uma nova PBP, a PBP2a, adquirida de outras cepas de estafilococos. Diversos métodos são utilizados para detecção da resistência a meticilina no S. aureus. Dentre eles, a detecção da PBP2a por meio de métodos de aglutinação em látex utilizando anticorpo monoclonal específico dirigido para o antígeno PBP2a. Na presente pesquisa, anticorpos monoclonais murinos dirigidos contra a PP2a do S. aureus resistente a meticilina foram produzidos através de fusão celular utilizando-se células de baço de camundongos BALB/c imunizados.Cinco fusões MRSA foram realizadas e os sobrenadantes de cultura foram triados por testes Elisa indireto . Foram construídos e testados 1236 híbridos e nove híbridos se mostraram reativos após o 4º. teste de Elisa indireto. Os nove híbridos foram testados frente a diferentes bactérias para observar inibição do crescimento. Este trabalho teve como foco, a produção de anticorpo monoclonal murino para uso em testes de detecção rápida
S. aureus is, without doubt, the most important human pathogen among staphylococci. The emergence and dissemination of progressive resistance to methicillin had great impact on therapy of staphylococcal infections. The mechanism of resistance to methicillin developed by S. aureus is related to the alteration of penicillin binding proteins, the PBPs. Staphylococcus. aureus produces five types of PBPs: 1,2,3,3 ', and 4. Strains of S. aureus resistant to methicillin produce a new PBP, PBP2a the acquired from other strains of staphylococci. Several methods are used for detection of methicillin resistance in S. aureus. Among them, the detection of PBP2a by latex agglutination methods using monoclonal antibody specific for the antigen directed PBP2a. In the present study, murine monoclonal antibodies directed against the PP2A methicillin resistant S. aureus were produced by cell fusion using spleen cells from immunized BALB / c mice. Five MRSA fusions were performed and the culture supernatants were screened by testing indirect ELISA. Were built and tested in 1236 hybrids and nine of them were reactive after the 4th indirect ELISA test. The nine hybrids were tested against different bacteria to observe inhibition of growth. This work focused on the production of murine monoclonal antibody for use in rapid detection tests
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Querino, Gislaine Aparecida. "Produção de anticorpos monoclonal murino dirigido contra a PBP2a do S. aureus resistente a meticilina /". Botucatu, 2013. http://hdl.handle.net/11449/108579.

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Orientador: Elenice Deffune
Banca: Maria de Lourdes Ribeiro da Cunha
Banca: Fábio Bernardi Dalpino
Resumo: S. aureus é, sem duvida, o patógeno humano mais importante entre os estafilococos. O surgimento e a disseminação progressiva da resistência a meticilina tiveram grande impacto na terapia das infecções estafilocócicas. O mecanismo de resistência a meticilina desenvolvido por S. aureus está relacionado com a alteração das proteínas ligadoras de penicilinas, as PBPs. Os Staphylococcus. aureus produzem 5 tipos de PBPs: 1,2,3,3', e 4. As cepas de S. aureus resistentes a meticilina produzem uma nova PBP, a PBP2a, adquirida de outras cepas de estafilococos. Diversos métodos são utilizados para detecção da resistência a meticilina no S. aureus. Dentre eles, a detecção da PBP2a por meio de métodos de aglutinação em látex utilizando anticorpo monoclonal específico dirigido para o antígeno PBP2a. Na presente pesquisa, anticorpos monoclonais murinos dirigidos contra a PP2a do S. aureus resistente a meticilina foram produzidos através de fusão celular utilizando-se células de baço de camundongos BALB/c imunizados.Cinco fusões MRSA foram realizadas e os sobrenadantes de cultura foram triados por testes Elisa indireto . Foram construídos e testados 1236 híbridos e nove híbridos se mostraram reativos após o 4º. teste de Elisa indireto. Os nove híbridos foram testados frente a diferentes bactérias para observar inibição do crescimento. Este trabalho teve como foco, a produção de anticorpo monoclonal murino para uso em testes de detecção rápida
Abstract: S. aureus is, without doubt, the most important human pathogen among staphylococci. The emergence and dissemination of progressive resistance to methicillin had great impact on therapy of staphylococcal infections. The mechanism of resistance to methicillin developed by S. aureus is related to the alteration of penicillin binding proteins, the PBPs. Staphylococcus. aureus produces five types of PBPs: 1,2,3,3 ', and 4. Strains of S. aureus resistant to methicillin produce a new PBP, PBP2a the acquired from other strains of staphylococci. Several methods are used for detection of methicillin resistance in S. aureus. Among them, the detection of PBP2a by latex agglutination methods using monoclonal antibody specific for the antigen directed PBP2a. In the present study, murine monoclonal antibodies directed against the PP2A methicillin resistant S. aureus were produced by cell fusion using spleen cells from immunized BALB / c mice. Five MRSA fusions were performed and the culture supernatants were screened by testing indirect ELISA. Were built and tested in 1236 hybrids and nine of them were reactive after the 4th indirect ELISA test. The nine hybrids were tested against different bacteria to observe inhibition of growth. This work focused on the production of murine monoclonal antibody for use in rapid detection tests
Mestre
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Motta, Rogério Heládio Lopes. "Prevalencia, resistencia e patogenicidade de Staphylococcus aureus colhidos no ambiente clinico odontologico". [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/290193.

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Orientadores : Thales Rocha de Mattos Filho, Francisco Carlos Groppo
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Odontologia de Piracicaba
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Doutorado
Farmacologia, Anestesiologia e Terapeutica
Doutor em Odontologia
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Barr, Rosso Krishan y Beltrán César Arturo Pineda. "Control de la trituración de los ladrillos huecos mediante malla de refuerzo en muros de albañilería confinada sujetos a carga lateral cíclica". Bachelor's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2011. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/946.

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Resumen
En el presente proyecto se pretende dar solución mediante el uso de malla electrosoldada recubierta con un tarrajeo de cemento, para tratar de controlar en mayor grado el grosor de las grietas diagonales. De lograrse el objetivo, la malla podría emplearse como un refuerzo externo en las construcciones existentes, mientras que el refuerzo horizontal interno sólo podría emplearse en edificaciones nuevas. De este modo, con fines comparativos, en este proyecto se analizaron dos muros confinados a escala natural, construidos con la misma mano de obra, los mismos materiales, las mismas dimensiones y refuerzo en los confinamientos, excepto que en uno de ellos se colocó una malla electrosoldada en ambas caras del muro. Ambos muros fueron ensayados a carga lateral cíclica con desplazamiento lateral controlado.
Tesis
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Silva, Gabrielle Andrade da. "Trajetória do Movimento Negro Unificado em Goiás: os dilemas e as ações mobilizadoras contra o racismo". Universidade Federal de Goiás, 2018. http://repositorio.bc.ufg.br/tede/handle/tede/8483.

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
La presente disertación tiene como finalidad traer para el escenario académico la trayectoria del MNU-GO. el camino recorrido por el MNU-GO en la lucha contra el racismo será recuperado a través del análisis de entrevistas hechas con algunos de los militantes, los cuales actuaron y todavia actúan en esa ramificación del movimiento negro, como también, a través de la análisis crítica de los documentos a los cuales, yo tuve acceso. Esta investigación tendrá como objetivo revelar las formas de actuación, los dilemas y las principales conquistas del MNU-GO, sobre todo en la segunda mitad de los años 1980 hasta finales de los años 1990, período que ocurrieron las actuaciones de mayor destaque. Aunque en los días actuales no se han realizado acciones de mayor notoriedad, es importante el estudio del MNU-GO porque esa fue la primera ramificación del movimiento negro nacional a promover cursos de formación para población negra en Goiás, así como a traer el debate del racismo en este estado para medios locales de gran circulación. Por último, aunque se registre en la historia de Goiás varios acontecimientos que remiten a la resistencia negra en ese estado, se comprende aquí que la fundación del MNU-GO inaugura la actuación del movimiento negro urbano en Goiás, siendo el primero en traer a la academia la discusión sobre el racismo estructural y la falsa abolición, promovida por estudiantes negros, como también llevar esas cuestiones a la periferia goianiense e incluso a los quilombos de ese estado.
A presente dissertação tem como finalidade trazer para o cenário acadêmico a trajetória do MNU-GO. O percurso trilhado pelo MNU-GO na luta contra o racismo será recuperado, por meio da análise de entrevistas feitas com alguns dos militantes, os quais atuaram e ainda atuam nessa ramificação do movimento negro, como também, através da avaliação crítica dos documentos aos quais eu tive acesso. Essa investigação terá como escopo revelar as formas de atuação, os dilemas e as principais conquistas do MNU-GO, sobretudo na segunda metade dos anos 1980 até o final dos anos 1990, período que ocorreram as atuações de maior destaque. Ainda que, nos dias atuais não tenham sido realizadas ações de maior notoriedade, é importante o estudo do MNU-GO porque essa foi a primeira ramificação do movimento negro nacional a promover cursos de formação para população negra em Goiás, bem como a trazer o debate sobre o racismo neste estado para mídias locais de grande circulação. Por fim, ainda que se registre na história de Goiás vários acontecimentos que remetam a resistência negra nesse estado, compreende-se aqui que a fundação do MNU-GO inaugura a atuação do movimento negro urbano em Goiás, sendo o primeiro a trazer para a academia a discussão sobre o racismo estrutural e falsa abolição, promovida por estudantes negros, como também levar essas questões para periferia goianiense e até mesmo para quilombos desse estado.
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Pincheira, Torres Iván. "Cuerpo, poder y resistencia: (Las políticas de control social en el Chile de la post-dictadura)". Tesis, Universidad de Chile, 2006. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/108943.

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Resumen
¿Cómo se nos aparece el cuerpo? ¿Se podrá problematizar nuestra corporalidad? ¿Cuál es la relación que establecemos con la nuestra y una otra corporalidad? ¿Tendrá relevancia el ocuparnos de la cuestión del cuerpo, de los cuerpos, cuando, en apariencia, sería una dimensión ajena a lo social? Éstas son las preguntas primigenias que marcan el punto de partida de la presente investigación, éstas son las cuestiones que provocan al investigador.
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Urmeneta, Garrido Ana Rebeca. "Reificación, reproducción y resistencia al mensaje disciplinario de los cuentos infantiles". Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2009. http://hdl.handle.net/10803/2877.

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Resumen
La presente tesis indaga en un campo de conocimiento hasta ahora muy poco explorado por la disciplina sociológica: el imaginario social de la infancia. Los datos proporcionados por nuestra investigación buscan construir un puente sociológico entre los adultos y el mundo social de los niños y niñas. El objetivo de nuestro estudio era analizar la influencia del currículum oculto de los cuentos infantiles en la configuración de las representaciones sociales de los menores. Partiendo de un estudio exploratorio de los cuentos infantiles de los libros de texto en Cataluña y Chile, elaboramos un modelo teórico para describir la estructura de cierto tipo de relatos (entre un 20% y un 30% de la muestra), en los que subyacía un mensaje disciplinario que favorecía la adquisición acrítica de las normas. Más allá del contenido ideológico de los textos, encontramos una estructura de relato latente que promovía en los lectores una comprensión reificada de la realidad social. En este tipo de narraciones el orden normativo era fundamentado y reafirmado mediante su vinculación a un mundo suprasocial paralelo. Asimismo, el conflicto generado por la transgresión de las normas, era resuelto en el relato mediante la intervención de agentes externos a la comunidad, propiciando de esta forma un proceso de reificación.
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Cornejo, Toro Damián Esteban. "Determinación del límite de contenido interno total de sulfatos en hormigones con diferentes grados de resistencia". Tesis, Universidad de Chile, 2017. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/146727.

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Resumen
Ingeniero Civil
El ataque interno en el hormigón debido a la acción de sulfatos presentes en su matriz, genera reacciones químicas expansivas que pueden originar micro fisuras y una degradación progresiva del material. Los sulfatos pueden provenir de diversas fuentes, en particular pueden provenir de los materiales con los que se confecciona el hormigón. En ese ámbito, los áridos pueden ser una fuente importante de incorporación de este tipo de sales, sobre todo en zonas, como el litoral costero del norte de Chile, en las cuales por sus características climáticas es recurrente encontrar áridos con altos contenidos de sulfatos, mayores a los que la norma NCh163 Of.2013 acepta. La normativa actual principalmente limita el contenido de sulfatos al interior del hormigón, ya sea con requisitos a los materiales constituyentes y/o al contenido total de sulfatos con que resulta el hormigón. En este contexto es recurrente la discusión sobre la factibilidad de uso de áridos con contenidos de sulfatos por sobre los límites normativos, considerando el desempeño del hormigón y el potencial real de daño que puede ocasionar la reacción de los sulfatos con respecto, principalmente, al grado de resistencia del hormigón y los materiales, en particular los cementos, que se utilizan en el país. En este trabajo se estudian hormigones con resistencias a compresión, a los 28 días en cubos de 20 cm, que van desde los 15 MPa a los 82 MPa, mientras que los contenidos de sulfatos (SO4-2), en los áridos, abarcan desde el 0,30% al 1,44%. La evaluación del desempeño de cada hormigón se realizó midiendo la expansión de probetas en el tiempo, hasta los 180 días, lo cual representa un indicativo del grado de fisuración interior por efecto de las reacciones químicas expansivas de los sulfatos. Los hormigones estudiados fueron confeccionados con materiales disponibles comercialmente en el país. En particular, se utilizó un cemento portland puzolánico de origen nacional y áridos provenientes del río Maipo. Además, la incorporación del sulfato se realizó artificialmente, a través de la incorporación de yeso, en cantidades controladas, en la matriz del hormigón. A partir de los resultados obtenidos, se concluye que la forma en que la NCh 170 Of.2016 limita el contenido interno de sulfatos en el hormigón, sí representa el comportamiento real de los hormigones ante el ataque interno por sulfatos, es más, el límite podría relajarse de 2,0% a 2,6%. De igual manera, se observa que el expresar el contenido interno total de sulfatos (expresado como SO4-2, referidos al peso del cemento y considerando el aporte de todos los materiales constituyentes), también representa el comportamiento real de los hormigones atacados internamente por sulfato, donde el límite de contenido interno total de sulfatos podría ser fijado en 6,5% para los distintos hormigones estudiados.
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Pereira, Gabriel Rohrer. "Crescimento e desenvolvimento de biótipos de Digitaria insularis resistente e suscetível ao glyphosate". Universidade Estadual do Oeste do Paraná, 2015. http://tede.unioeste.br:8080/tede/handle/tede/1265.

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Made available in DSpace on 2017-07-10T17:37:01Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Gabriel_Rohrer_Pereira.pdf: 2994481 bytes, checksum: 1ee2a5c4acad70ea847b310db14f4796 (MD5) Previous issue date: 2015-06-26
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior
The chemical weed management currently applied in the Brazilian and world agriculture, has selected biotypes resistant to herbicides. This selection can change features of the original population of the area, often bringing negative consequences for the area. Given this context, one of the latest cases was biotypes discovery Digitaria insularis resistant to glyphosate. The objective of this study was to identify biotypes resistant to glyphosate and to evaluate the growth and development of these resistant and susceptible biotypes to glyphosate. Biotypes resistant and susceptible were selected in areas with continuous application of glyphosate history, and area without continuous application of glyphosate, respectively. The experiments were conducted at the Experimental Stations Center belonging to Unioeste. The first experiment was conducted to confirm the resistance of the biotypes. The experimental design was a randomized block design with four replications. The treatments consisted of seven doses of glyphosate (0, 180, 720, 1,440, 2,880, 5,760 and 14,400 g ha-1). The application was carried out in the development phase in which the plants had 2 to 5 tillers and 10 cm. The data were submitted to analysis of variance and adjusted to model non-linear regression of sigmoidal type a 3.0 times higher dose of glyphosate to control 50% of biotype resistant plants compared to susceptible biotype was required. It was concluded that there is occurrence of resistance in populations of D. insularis in western Paraná, and the biotype collected in Cascavel, considered resistant. The second experiment was conducted in experimental design of randomized blocks with four replications and 15 treatments, characterized by evaluation times (14, 21, 28, 35, 42, 49, 56, 63, 70, 77, 84, 91, 98 , 105 and 112 days after emergence), at regular intervals of seven days. Biotypes were transplanted into pots with 11 L capacity, one plant per pot each biotype. Leaf area and dry matter evaluations were conducted in 15 seasons. With these data dry matter were calculated relative growth rate (RGR), net assimilation rate (NAR), leaf area ratio (LAR) and leaf weight ratio (RPF). The two biotypes showed similar growth, reaching a maximum leaf area and dry weight to 112 DAE. There was no difference in dry matter accumulation pattern for the biotypes. The TCR and absolute growth rate (TCA) were different for the two biotypes, especially in the early development of plants. The susceptible biotype has higher growth ability when compared resistant, so that the numerical dominance of the resistant biotype compared to susceptible, verified under field conditions, it may be due to caused by herbicide selection pressure
O manejo químico das plantas daninhas aplicado atualmente na agricultura brasileira e mundial, vem selecionando biótipos resistentes aos herbicidas. Esta seleção pode alterar características da população original da área, trazendo consequências muitas vezes negativas. Recentemente, foi descoberto biótipos de Digitaria insularis resistentes ao glyphosate, diante deste contexto, o objetivo deste estudo foi identificar biótipos resistentes ao herbicida glyphosate e avaliar o crescimento e desenvolvimento de biótipos resistente e suscetível ao glyphosate. Os biótipos resistentes foram selecionados em áreas com histórico de aplicação contínua de glyphosate, e os biótipos suscetíveis em área sem aplicação contínua de glyphosate. Os experimentos foram conduzidos no Núcleo de Estações Experimentais pertencente à Unioeste. O primeiro experimento foi conduzido para se confirmar a resistência de um dos biótipos. O delineamento experimental utilizado foi o de blocos ao acaso, com quatro repetições. Os tratamentos foram constituídos de sete doses de glyphosate (0, 180, 720, 1.440, 2.880, 5.760 e 14.400 g ha-1). A aplicação foi realizada na fase de desenvolvimento, em que as plantas apresentavam de 2 a 5 perfilhos e 10 cm de altura. Os dados obtidos foram submetidos à análise de variância e ajustados ao modelo de regressão não-linear do tipo sigmoidal. Foi necessária uma dose três vezes maior de glyphosate para controlar 50% das plantas do biótipo resistente em relação ao biótipo suscetível. Concluiu-se que há ocorrência de resistência em populações de D. insularis no Oeste Paranaense, sendo o biótipo coletado em Cascavel, considerado resistente. O segundo experimento foi conduzido visando avaliar as características de crescimento da espécie, utilizando-se o delineamento experimental de blocos ao acaso com 4 repetições e 15 tratamentos, caracterizados por épocas de avaliação (14, 21, 28, 35, 42, 49, 56, 63, 70, 77, 84, 91, 98, 105 e 112 dias após a emergência (DAE)), em intervalos regulares de sete dias. Os biótipos foram transplantados em vasos com capacidade de 11 L, sendo uma planta de cada biótipo por vaso. Avaliações de área foliar e massa seca foram realizadas em 15 épocas. Com estes dados de matéria seca, foram calculados a taxa de crescimento absoluto (TCA), a taxa de crescimento relativo (TCR), taxa de assimilação líquida (TAL), razão de área foliar (RAF) e razão de peso foliar (RPF). Os dois biótipos apresentaram crescimento semelhante, atingindo o máximo da área foliar e massa seca aos 112 DAE. Não houve diferença no padrão de acúmulo de massa seca para os biótipos. A TCR e a taxa de crescimento absoluto (TCA) foram diferentes para os dois biótipos, principalmente no início do desenvolvimento das plantas. O biótipo suscetível possui maior habilidade de crescimento quando comparado ao resistente, de modo que a dominância numérica do biótipo resistente em relação ao suscetível, verificada em condição de campo, pode ser decorrente da pressão de seleção causada pelo herbicida
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Ampudia, Tovar Alejandro Edson Almir y Pinillos Manuel Alfonso Serpa. "Desarrollo, construcción e implementación de un cuarto húmedo para el curado de probetas de concreto". Bachelor's thesis, Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2019. http://hdl.handle.net/10757/625497.

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Resumen
En la presente tesis se desarrolla, construye e implementa un cuarto húmedo para el curado de probetas de concreto el cual obvia las condiciones climáticas del medio a través de un sistema automatizado que permite acondicionar un ambiente óptimo de curado a través de la integración de dispositivos electrónicos como sensores y actuadores. La tesis permite contrastar los resultados de las pruebas de la resistencia a la compresión que se obtienen de las probetas curadas dentro del cuarto húmedo versus los resultados adquiridos de las probetas curadas en una poza llena de agua, de manera rudimentaria, en donde los factores climatológicos interfieren directamente sobre el producto final. Se analiza el marco teórico necesario que permita asimilar nuevos conceptos y así comprender los eventos involucrados en el proceso de curado del concreto. Por otro lado, se pone en práctica conocimientos matemáticos y científicos con la finalidad de describir y entender la solución propuesta a lo largo de este documento. Por último, se describe el proceso tecnológico ejecutado para poner en marcha la solución planteada. Es decir, se analiza a detalle el hardware y software desarrollado junto a una serie de subsistemas específicos que forman parte del proceso.
In this thesis develops, builds and implements a wet room for the curing of concrete specimens which obviates the climatic conditions of the environment through an automated system that allows conditioning an optimal curing environment through the integration of electronic devices as sensors and actuators. The thesis allows to contrast the results of the tests of the compressive strength that are obtained from the cured samples inside the wet room versus the results obtained from the cured samples in a waterhole, in a rudimentary way, where the climatological factors interfere directly on the final product. The theoretical framework necessary to assimilate new concepts and thus understand the events involved in the concrete curing process is analyzed. On the other hand, mathematical and scientific knowledge are put into practice in order to describe and understand the solution proposed throughout this document. Finally, the technological process executed to start the proposed solution is described. That is, the hardware and software developed together with a series of specific subsystems that are part of the process are analyzed in detail.
Tesis
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Pacheco, Aline de Barros Nobrega Dias. "Avaliação da resistencia dos microrganismos colhidos no ambiente de clinica odontologica a diferentes antibioticos". [s.n.], 2000. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/290188.

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Resumen
Orientador: Thales Rocha de Mattos Filho
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Odontologia de Piracicaba
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Resumo: Deter a contaminação nos consultórios dentários tem sido uma tarefa muito difícil. Na maioria das vezes os microrganismos tem vencido as medidas de segurança adotadas, expondo profissionais e pacientes à situações de risco. Em escolas de Odontologia, esse risco é ainda maior, pois há dificuldades na implementação de procedimentos de controle de infecção. Para identificar os microrganismos do ambiente clínico de uma Faculdade de Odontologia e avaliar a resistência antimicrobiana desses, foi desenvolvida esta pesquisa. Para isso utilizou se 60 placas de petri (15 cm de diâmetro), contendo ágar-soja-triptecaseína, dispostas em diversos locais da clínica (box, corredor, sala de esterilização e plantão de urgência) e em três situações: antes, durante e após a atividade. As placas foram abertas (120 segundos) e então fechadas e levadas à estufa (pressão de CO2 a 10% à 37ºC), durante 48 horas, e então transferidas para uma estufa em aerobiose (37ºC), por mais 24 horas. As unidades formadoras de colônias que cresceram foram contadas e fotografadas, e para a identificação utilizou-se a técnica de coloração de Gram. A resistência foi avaliada em placas de petri contendo ágar Muller Hinton, acrescido de 1,5°/0 de sangue de carneiro estéril previamente inoculadas com 100 µL dos microrganismos, onde foram inseridos discos de papel de 6,35mm contendo antibióticos, e os halos de inibição, que se desenvolveram após incubação, foram medidos. A análise estatística (KrusKall Wallis, 5%) mostrou diferença significante durante as diversas situações clínicas. Observou-se ainda que, de todos os microrganismos, 26% foram resistentes à penicilina G 10UI, 18% à ampicilina 10g, 19% à amoxicilina 10µg, 6% à amoxicilina 10µg + ácido clavulânico 20µg, 7% ao cefadroxil 30µg, 27% à eritromicina 15µg, 25% à daritromicina 15µg, 27% à azitromicina 15µg, 14% à clindamicina 2µg e 3% ao cloranfenicol 30µg. Condui-se que: 1) Durante atividade clínica há um maior crescimento de microrganismos, prevalecendo cocos, bacilos e fungos respectivamente; 2) A resistência encontrada foi maior para os antibióticos do 9rupo dos macrolídeos (26,4%), seguida pelo grupo das penicilinas (21,1%), sendo que a amoxicilina associada ao ácido clavulânico e o doranfenicol apresentaram as menores resistências, 6,47% e 2,8%, respectivamente
Abstract: It has been a very hard task to stop contamination in dental clínies. Most of the times, microorganisms have beaten the preventive measures used exposing health practitioners and patients to risk situations. ln Dental Schools this risk becomes even higher, for three are difficulties implementing procedures of infection control. This research was carried out in order to identify the microorganisms in the dental clínica I environment of a Faculty of Dentistry, and also to evaluate their resistance. For this purpose, 60 petri dishes (15 cm of diameter) with tripticasein soy agar were placed on different places in the clinic environment (between the dental clínies, on the corridors, sterilization room and emergency room) in three different situations: before, during and after the clinical work. The dishes were opened during 120 seconds, and then closed and incubated (at 10% CO2 pression) at 37°C, during 48 hours, and after moved to a stove at 37°C for 24 hours. The colony formation units (du) that grew on the dishes were counted and photographed. The Gram coloring technique for identification was applied. The resistance was evaluated on petri dishes with Muller Hinton agar plus 1.5% sheep blood sterile, previously inoculated with 100µg of microorganisms, there paper disks of 6.35 mm with antibiotics were placed. After incubation, the halos, which developed, were measured. The statistical analysis (KrusKaIl-Wallis 5%) showed significant difference during the various clinical situations. It was observed that 26% of the microorganisms were resistant to penicillin G [10Ul], 18% to ampicillin [10µg], 6% to amoxycillin [10µg] associated with clavulanic acid [20µg], 7% to cefadroxil [30µg], 27% to erythromycin [15µg], 27% to azithromycin [15µg], 250% to clarithromycin [15µg], 14% to clyndamicin [2µg] and 3% to cloranphenicol [30µg]. Therefore, it was concluded that: a) During clinical work there is a higher growth of microorganisms, being the most predominant cocci, bacillus and fungus, respectively; b) The higher resistance found was to the antibiotics from the macrolides group (26%), followed by the penicillin group (21%), having amoxycillin associated with clavulanic acid and doranphenicol, showed the lowest resistance
Mestrado
Mestre em Odontologia
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Freitas, Isabelle Magalhães Guedes. "Função barorreflexa arterial espontânea da frequência cardíaca em pacientes com hipertensão arterial resistente". Universidade Federal de Juiz de Fora (UFJF), 2017. https://repositorio.ufjf.br/jspui/handle/ufjf/5389.

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Introdução: A hipertensão arterial resistente é caracterizada por comprometimento em praticamente todos os mecanismos reguladores da pressão arterial, resultando em níveis pressóricos clinicamente elevados. Essas alterações hemodinâmicas estão associadas com o aumento da modulação simpática e a disfunção barorreflexa da atividade nervosa simpática muscular. Porém, a potência (ganho) e o tempo de ação (latência) do barorreflexo arterial espontâneo da frequência cardíaca permanecem desconhecidos nos pacientes com hipertensão arterial resistente. Objetivo: O objetivo principal deste estudo foi determinar o ganho e a latência do controle barorreflexo arterial da frequência cardíaca em pacientes com hipertensão arterial resistente em comparação aos pacientes com hipertensão arterial essencial e indivíduos normotensos. Método: Foram avaliados 18 pacientes com hipertensão arterial resistente (56 ± 10 anos de idade, em média com vigência de 4 antihipertensivos), 17 pacientes com hipertensão arterial essencial (56 ± 11 anos de idade, em média com vigência de 2 antihipertensivos) e 17 controles normotensos não tratados (50 ± 15 anos de idade) por meio da análise espectral das flutuações espontâneas da pressão arterial (batimento a batimento - FinometerPro®) e da frequência cardíaca (ECG - Biopac®). Esta análise estimou as modulações autonômicas vasomotoras e cardíacas, respectivamente. A potência espectral das séries foi quantificada na banda espectral de baixa frequência (LFiRR; 0,04 to 0,15 Hz) e na banda espectral de alta frequência (HFiRR; 0,15 to 0,40 Hz). A análise da função de transferência quantificou o ganho e a latência do controle xii barorreflexo arterial da frequência cardíaca baseada na resposta do sinal de saída (intervalo RR) por unidade de mudança espontânea do sinal de entrada (pressão arterial sistólica). As variáveis autonômicas foram comparadas pela ANOVA one-way, seguida pelo post hoc de Tuckey ou pela ANOVA Kruskall-Wallis, seguida pelas comparações múltiplas quando apropriado. Foram consideradas diferenças significativas quando p<0,05. Resultados: O ganho do controle barorreflexo arterial da frequência cardíaca foi menor em pacientes com hipertensão arterial resistente e pacientes com hipertensão arterial essencial em relação a indivíduos normotensos (4,67 ± 2,96 vs. 6,60 ± 3,30 vs. 12,56 ± 8,81 ms/mmHg; P<0,01, respectivamente). No entanto, a latência do controle barorreflexo arterial da frequência cardíaca foi significativamente maior apenas nos pacientes com hipertensão resistente quando comparados aos pacientes com hipertensão essencial e indivíduos normotensos (-4,01 ± 3,19 vs.-2,91 ± 2,10 vs. -1,82 ± 1,09 segundos; P = 0,04, respectivamente). Além disso, o índice de modulação simpática vasomotora (LF da pressão arterial sistólica) foi significativamente aumentado somente nos pacientes com hipertensão arterial resistente quando comparados aos pacientes com hipertensão arterial essencial e normotensos (4,04 ± 2,86 vs. 2,65 ± 1,88 vs. 2,06 ± 1,70 mmHg2 e P<0,01, respectivamente). Conclusão: Pacientes com hipertensão arterial resistente apresentam ganho reduzido e latência aumentada do controle barorreflexo arterial da frequência cardíaca. Estes pacientes também têm maior modulação simpática vasomotora.
Introduction: Resistant hypertension is characterized by damage in practically all blood pressure regulating mechanisms, resulting in significantly elevated blood pressure levels. These hemodynamic changes are associated with increased sympathetic modulation and baroreflex dysfunction of muscle sympathetic nerve activity. However, the power (gain) and duration of action (latency) of spontaneous arterial cardiac frequency baroreflex remains unknown in patients with resistant hypertension. Purpose: The aim of this study was to determine the gain and latency of arterial baroreflex control of heart rate in patients with resistant hypertension compared to patients with essential hypertension and normotensive subjects. Methods: Eighteen patients with resistant hypertension (56±10 years, mean of 4 antihypertensive drugs), 17 patients with essential hypertension (56±11 years, mean of 2 antihypertensive drugs) and 17 untreated normotensive controls (50±15 years) were evaluated by spectral analysis of the spontaneous fluctuations of arterial pressure (beat-to-beat) and heart rate (ECG). This analysis estimated vasomotor and cardiac autonomic modulations, respectively. The transfer function analysis quantified the gain and latency of the response of output signal (RR interval) per unit of spontaneous change of input signal (systolic arterial pressure). Results: The gain was similarly lower in patients with resistant hypertension and patients with essential hypertension in relation to normotensive subjects (4.67±2.96 vs. 6.60±3.30 vs. 12.56±8.81 ms/mmHg; P<0.01, respectively). However, the latency of arterial baroreflex control of heart rate was significantly higher only in patients with resistant hypertension when compared to patients with essential hypertension and normotensive subjects (-4.01±3.19 vs. -2.91±2.10 vs. -1.82±1.09 seconds; P=0.04, respectively). In addition, the index of vasomotor sympathetic modulation was significantly increased only in patients with resistant hypertension when compared to patients with essential hypertension and normotensive subjects (4.04±2.86 vs. 2.65±1.88 vs. 2.06±1.70 mmHg2; P<0.01, respectively). Conclusions: Patients with resistant hypertension have reduced gain and increased latency of arterial baroreflex control of heart rate. These patients also have increased vasomotor sympathetic modulation.
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DONATI, GAIA. "LA «VERITA'» DEL DIRITTO PENALE NELLA «CHIARA LUCE» DEI PRINCIPI. PROVE DI RESISTENZA AL POPULISMO PUNITIVO". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/117009.

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Nella coscienza ferita tardo-moderna, il sentimento generale di impotenza e di depressione antropologica riscontra una inedita proiezione in ambito penalistico, congiungendo il senso di inquietudine alla criminalità. In un clima generalizzato di hybris, lo ius criminale è chiamato a compensare le insufficienze dei legami fiduciari, con conseguenze distorsive sulla produzione legislativa, sull’interpretazione giurisprudenziale e sugli stessi rapporti sociali. La presente analisi si propone di esaminare l’odierna tendenza a reagire, rispetto ai più eterogenei problemi individuali e sociali, con una «risposta ‘accusatoria’» e di comprendere quella preoccupante strategia securitaria cui si attribuisce l’icastica denominazione di ‘populismo penale’. Terreno elettivo per una valutazione in merito alle sollecitazioni che sottopongono a torsione i principi fondamentali si rivela l’articolato ‘arcipelago’ dei delitti contro la pubblica amministrazione, con specifico riferimento a quelli preposti al contrasto alla corruzione. L’ambizioso obiettivo della ricerca è quello di fornire risposte al primario quesito su come debba procedersi per evitare che il settore penalistico perpetui la propria natura di «fabbrica delle illusioni». Per favorire un virtuoso cambio di paradigma, viene valorizzata l’esigenza, oltre che di un ripensamento critico del proprio ruolo da parte del legislatore e della magistratura, della promozione di una crescita culturale di tutte le componenti della collettività.
In the wounded late-modern consciousness, the general feeling of impotence and anthropological depression finds an unprecedented projection in the penal field, linking the sense of unease to criminality. In a generalized climate of hybris, the criminal law is called to compensate for the inadequacies of bonds of trust, with distorting consequences on production of legislation, interpretation of jurisprudence and social relations. This analysis aims to examine the current tendency to react, with respect to the most heterogeneous individual and social problems, with an «accusatory ‘response’» and to understand that worrying securitarian strategy called ‘penal populism’. An elective terrain for an evaluation of the solicitations that distort the fundamental principles is the articulated ‘archipelago’ of crimes against the public administration, with specific reference to those designed to combat corruption. The purpose of this research is to provide answers to the question of how to proceed to avoid that the criminal justice sector perpetuates its own nature of «factory of illusions». To promote a virtuous change of paradigm, it is emphasized the need of not only a critical rethinking of their role by the legislature and the judiciary but also the promotion of a cultural growth of all components of the community.
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Yáñez, Godoy Juan Pablo Juan Pablo. "El "contra" en la reflexión de Miguel Abensour, o, sobre la posibilidad de articular un pensamiento de resistencia". Tesis, Universidad de Chile, 2014. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/117597.

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Resumen
Tesis para optar al grado de Magister en Axiología y Filosofía Política
El objetivo general de esta tesis es tematizar los múltiples sentidos que la reflexión de Miguel Abensour esboza cuando utiliza la preposición «contra». Con esto, pretendemos no tan sólo demostrar dicha multiplicidad, transformando la pregunta por el sentido de esta figura en un asunto problemático, sino además la capacidad que ésta posee para revelar aspectos específicos de la propuesta filosófica que Abensour nos extiende. Llevaremos a cabo este objetivo abordando la obra de Abensour a partir de los escenarios más destacados donde el «contra» hace su aparición, disponiendo las distintas etapas de esta investigación en función de estos textos, donde el sentido de esta preposición se hace visible. Etapas que no sólo nos llevarán a los distintos niveles en los que el «contra» se inscribe, sino que nos obligará a inmiscuirnos en la lectura especializada que Abensour realiza de parte importante de los referentes que nutren su obra. Así, hemos dispuesto los cinco capítulos que componen esta investigación con vistas a abordar las tres temáticas principales donde el «contra» se expresa, a saber, la filosofía política, el Estado y la democracia. La primera de estas preocupaciones comprende nuestros dos primeros capítulos, donde, en el primero de ellos, nos abocaremos al problema que subyace al trato de lo político, al complejo panorama en el que éste tiene lugar y al diagnóstico que Abensour realiza del estado de la preocupación política. Escenario que dispone las condiciones para nuestra lectura del contra la filosofía política que Hannah Arendt efectúa, en tanto nos permite comprender el sentido específico que adopta la «resistencia» que Abensour lee en esta pensadora alemana. Tanto el capítulo tercero como el cuarto se dedican a analizar el sentido que el «contra» demuestra en los contra-Hobbes de Abensour, ejercicios que se proyectan sobre Pierre Clastres y Emmanuel Lévinas respectivamente. Si bien ahí la filosofía política también es increpada, el objetivo central de estos «contras» radica en el Estado, en sus condiciones, elementos constituyentes y en la posibilidad que estos referentes abren para desplazar sus límites. Desplazamiento que ocurre, en ambos casos, bajo la forma de un «contra», designando un momento crucial en nuestro recorrido. Finalmente, ciframos como última etapa la central reflexión que Abensour lleva a cabo en La democracia contra el Estado. Instancia donde no sólo la figura del Estado adquirirá una imagen más definida, sino donde se ofrece un acceso primordial a la reflexión que Abensour lleva a cabo sobre la democracia. Concepto que, como veremos ya al final de nuestra investigación, guarda una cercanía estructural con el sentido del «contra», ofreciendo el escenario idóneo para concluir nuestro recorrido.
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Maluf, Samia Amire. "Estudo eletromiografico dos musculos abdutor curto e oponente do polegar em movimentos : livres, contra-resistencia e de garra". [s.n.], 1986. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/288236.

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Resumen
Orientador : Mathias Vitti
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Odontologia de Piracicaba
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Resumo: Foram analisados eletromiograficamente os músculos abdutor curto e oponente do polegar, em vinte e quatro indivíduos jovens e sadios, na faixa etária de 19 a 30 anos, através da utilização de eletrodos de agulha co-axiais simples, acoplados a um eletromiógrafo marca Teca TE4 de duplo canal, com o objetivo de estudar a sinergia entre os referidos músculos, comparando suas respectivas atividades em movimentos livres, contra-resistência e de garra. o músculo abdutor curto do polegar apresentou maior atividade eletromiográfica que o músculo oponente nos movimentos: abdução, flexão e extensão livres e contraresistência. O músculo oponente do polegar apresentou maior atividade nos movimentos de oponência livre e contra-resistência, bem como nas garras de força e lateral. Nos movimentos de adução, os dois músculos em questão revelaram inatividade. Ambos os músculos exibiram atividade em todos os tipos de garra propostos
Abstract: An electromyographic study was made of the following thumb muscles: the abductor pollicis brevis, and opponens pollicis in 24 young and healthy persons ragend fran 19 to 30 years old, through the use of electrodes of simple oo-axial needles, linked to an electromyograph, mark TECA TE 4 wi th a double channel with the object of studying the synergism between the cited muscles, comparing their respective activities in free movement, counter-resistance, and grasp. The abductor pollicis brevis, presented greater electromyographic activity than the opposing muscle in both free and counter-resistant, as well as grasp and lateral. In the movements of abduction, the two muscles in question revealed inactivity. Both rnuscles showed activity in alI I the types of proposed gras
Mestrado
Anatomia
Mestre em Biologia e Patologia Buco-Dental
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SILVA, Carliane Rebeca Coelho da. "Seleção de eventos transformados de algodão resistente a insetos por meios moleculares e de imunodetecção". Universidade Federal Rural de Pernambuco, 2014. http://www.tede2.ufrpe.br:8080/tede2/handle/tede2/4692.

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Submitted by (edna.saturno@ufrpe.br) on 2016-06-13T13:01:53Z No. of bitstreams: 1 Carliane Rebeca Coelho da Silva.pdf: 1369576 bytes, checksum: bb63bac1307bc50b7f204a30dfb71ef2 (MD5)
Made available in DSpace on 2016-06-13T13:01:53Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Carliane Rebeca Coelho da Silva.pdf: 1369576 bytes, checksum: bb63bac1307bc50b7f204a30dfb71ef2 (MD5) Previous issue date: 2014-03-17
Various educational institutions and research throughout the world have devoted efforts in the discovery of new insecticidal proteins and their genes for the control of agricultural pests. Studies have shown the potential of some molecules in insect control as the Bacillus thuringiensis Bt toxins, protease inhibitors and alpha-amylase and lectins. Genes coding for these proteins have been stably integrated into the genome of transgenic plants giving them resistance to pests, such as cultures of tobacco, tomato, potato, corn and cotton with Bt resistance to lepidopteran which are widely marketed in various countries. Several studies have confirmed the economy and the ecological benefit of these cultivars in international agribusiness. In cotton field lepidopteran and coleoptera orders are the worldwide major economic problems. Embrapa develops research for the control of cotton pests in order to reduce production costs, of these, 20-30% are for pest control. Despite the important results obtained so far chemical control has still been the best answer although more costly in financial and more aggressive aspect in environmental aspect. The cry1Ia gene derived from Bacillus thuringiensis strain S1451 may be responsible for this type of control. Insecticidal activity of this gene was tested aiming at the analysis of the recombinant protein for the boll weevil (Anthonomus grandis) and Spodoptera frugiperda caterpillar. Indicating that this gene is very promising for use in molecular area aimed at obtaining cultivate transgenic cotton resistant to these two important pests. In previous work this gene was inserted into three commercial cotton cultivars by microinjection technique via ovary drip. At that moment the cultivars received two different buildings, composed of a minimum linear cassette mlc (≈ 3 Kb) and a circular complete construction ccc (≈ 15 Kb), both containing the gene cry1Ia. The integration of the gene and protein expression was analyzed by PCR of genomic DNA, semi-quantitative RT-PCR, Southern blot and ELISA. Over 1,800 transgenes were tested and the full integration of (1 copy) gene was detected by Southern blot assay and found in only a single event called T0 34 which was derived from the cultivar BRS 293 in mlc treatment, suggesting a genotype-dependent trend. The expression of Cry1Ia protein in T0 34, estimated by ELISA was similar to the commercial event Bollgard (Monsanto, USA). The transmission of the transgene to T1 progeny was demonstrated by PCR analysis and no pleiotropic effects were observed in these plants were phenotypically normal, fertile flowers and with abundant production of seeds. In entomological aspect of military caterpillar larvae were used in feeding bioassays with leaves of T0 events resulting from BRS 293. These same plants were also analyzed for expression of Cry1Ia protein via ELISA. A total of 48 plants were only T0 34 selected in both tests, the mortality rate of 89% and a high concentration of the toxic protein in the leaves. Dried flower buds of this plant were provided to larvae of the boll weevil to study immunodetection via optical microscopy, using midgut tissues of the insect. It was found that this protein in flower buds specifically bound to the antibody used to demonstrate that this event is very promising for further studies of improvement of resistance to two important pest of the cotton crop.
Várias instituições de ensino e pesquisa, em todo o mundo têm devotado esforços na descoberta de novas proteínas inseticidas e dos respectivos genes para o controle de pragas agrícolas. Trabalhos têm evidenciado o potencial de algumas moléculas no controle de insetos como as toxinas Bt do Bacillus thuringiensis, inibidores de proteases e de alfa-amilases e lectinas. Genes codificantes para essas proteínas têm sido estavelmente integrados ao genoma de plantas transgênicas conferindo-lhes resistência a pragas, como é o caso das culturas de tabaco, tomate, batata, milho e algodão Bt com resistência a lepidópteros que já são amplamente comercializadas em vários países. Vários estudos comprovam a economia e o benefício ecológico dessas cultivares no agronegócio internacional. Na lavoura algodoeira as pragas das ordens lepidóptera e coleóptera são os principais problemas econômicos em nível mundial. A Embrapa desenvolve pesquisas voltadas para o controle de pragas do algodoeiro com o intuito de reduzir os custos de produção, destes, 20 a 30% são para controle das pragas. Apesar dos importantes resultados obtidos até o momento o controle químico ainda tem sido o de melhor resposta embora mais oneroso no aspecto financeiro e mais agressivo no aspecto ambiental. O gene cry1Ia derivado da estirpe de Bacillus thuringiensis S1451 pode ser responsável por este tipo de controle. A atividade inseticida deste gene foi testada visando a análise da proteína recombinante para o bicudo do algodoeiro (Anthonomus grandis) e para a lagarta Spodoptera frugiperda. Indicando que este gene é bastante promissor para uso na área molecular visando obtenção de cultivar transgênica de algodão resistente a estas duas importantes pragas. Em um trabalho anterior esse gene foi inserido em três cultivares comerciais de algodão pela técnica de microinjeção via ovary drip. Nesse momento as cultivares receberam duas diferentes construções, compostas por um cassete linear mínimo mlc (≈ 3 Kb) e uma construção circular completa ccc (≈ 15 Kb), ambas contendo o gene cry1Ia. A integração do gene e expressão de proteína foram analisadas por PCR de DNA genômico, RT-PCR semi-quantitativo, Southern blot e ELISA. Mais de 1.800 transgenes foram testados e a integração do gene completo (1 cópia) foi detectada pelo ensaio de Southern blot e encontrada em apenas um único evento denominado T0 34 que foi derivado da cultivar BRS 293 no tratamento mlc, sugerindo uma tendência genótipo-dependente. A expressão da proteína Cry1Ia no evento T0 34, estimada por ELISA, foi semelhante a Bollgard comercial (Monsanto, EUA). A transmissão do transgene para progênies T1 foi demonstrada por análise de PCR e nenhum efeito pleiotrópico foi verificado nessas plantas que foram fenotipicamente normais, com flores férteis e produção de sementes abundantes. No aspecto entomológico larvas da lagarta militar foram utilizadas em bioensaios de alimentação com folhas dos eventos T0 resultantes da BRS 293. Essas mesmas plantas também foram analisadas quanto a expressão da proteína Cry1Ia, via ELISA. De um total de 48 plantas, apenas a T0 34 foi selecionada em ambos os ensaios, com taxa de mortalidade de 89% e elevada concentração da proteína toxica nas folhas. Botões florais desidratados dessa planta foram fornecidos a larvas do bicudo do algodoeiro para estudo de imunodetecção via microscopia ótica, utilizando-se tecidos do intestino médio do inseto. Verificou-se que a proteína presente nos botões florais se ligaram especificamente ao anticorpo utilizado demonstrando que esse evento é muito promissor para posteriores estudos de melhoramento visando resistência a duas importantes pragas da lavoura algodoeira.
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Canales, Rojas Javiera Alejandra. "Diseño y control estadístico de la fractura de materiales: tensión de adherencia de Estuco de Cal sobre Adobe". Tesis, Universidad de Chile, 2010. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/103950.

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Resumen
El presente estudio consiste en el análisis datos que provienen de un mortero de cal aplicado como recubrimiento en el adobe, a cuyo sistema se midió las tensiones de corte que actuaban en la superficie de contacto entre el mortero y el adobe. El mortero fue preparado en distintas composiciones, variando la cantidad de arena agregado a la cal para elaborarlo, la que fue desde 2 a 7 partes de arena por cada parte de cal. El objetivo fue entregar la información necesaria para el diseño de una estructura o elemento que requiera de una probabilidad de resistencia y una tolerancia establecida para dicha probabilidad. Así, se determinaron las dispersiones de parámetros de las distribuciones de probabilidad que mejor caracterizan el sistema, mediante el uso de la matriz de información de Fischer y/o simulaciones, además de la cantidad de ensayos (o simulaciones) a realizar para obtener dicha propiedad con una probabilidad y tolerancia dadas. Dicha tolerancia debe ser menor o igual a la dispersión obtenida para F. En general, se obtuvieron parámetros para cada composición estudiada, y en todos los casos se encontró aplicable una distribución de Weibull de 3 ó 4 parámetros. Además, se encontró en todos los casos una distribución alternativa capaz de representar los datos, cuyos resultados de las pruebas de bondad de ajuste fueron mejores que para la distribución de Weibull. Sin embargo, se descartan dichas distribuciones dado que carecen de sentido físico. Las fórmulas y resultados obtenidos de las dispersiones de probabilidad de falla, permiten diseñar elementos con una cierta probabilidad de falla y, a su vez, una cierta dispersión de probabilidad. Esto implica diseñar un experimento con una cantidad determinada de ensayes, así como también definir superficies de contacto (en este caso), para obtener las propiedades deseadas. Se presenta en el presente estudio un ejemplo de aplicación en que se verifica que la cantidad de ensayos a realizar para obtener resultados esperados de acuerdo a una cierta tolerancia en la probabilidad de falla es demasiado alta. Es por esto que se recurre a una herramienta tan necesaria como la simulación, que permite simular miles de ensayos para luego estudiarlos.
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Vieira, Anelise Webster de Moura. "Efeito do fungo Metarhizium anisopliae em associação ou não a acaricida sobre cepa do carrapato Rhipicephalus microplus resistente a acaricidas : ensaios em laboratório e a campo". reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2013. http://hdl.handle.net/10183/90473.

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Resumen
A eficácia do fungo filamentoso Metarhizium anisopliae para controle de carrapatos foi evidenciada em vários experimentos in vitro, entretanto, há poucos relatos de ensaios em condições de campo para demonstrar a real aplicação do controle biológico. Assim, o objetivo do presente estudo foi avaliar a eficácia de M. anisopliae no controle de Rhipicephalus microplus em condições de laboratório e de campo associado ou não a acaricidas químicos, utilizando bovinos. Inicialmente, foi avaliada a compatibilidade de M. anisopliae (cepa E6) em ensaio in vitro com cinco produtos comerciais contendo: amitraz, cipermetrina, clorpirifós e duas associações de piretróides sintéticos e organofosforados (PS+OF). Em geral os acaricidas apresentaram pouco efeito na viabilidade do fungo. Quando M. anisopliae foi associado ao amitraz e a clorpirifós, ocorreu diminuição na viabilidade em aproximadamente 63% e 67% a 48 e 96 horas após a mistura, respectivamente. A eficácia de M. anisopliae (cepa E6) também foi avaliada sobre uma cepa de R. microplus multiresistente a acaricidas. Foram realizados experimentos in vitro e em condições de campo, utilizando o fungo isoladamente ou em associação com um acaricida comercial de pulverização em bovinos infestados com a cepa Jaguar (de R. microplus resistente a carrapaticidas). Para os ensaios a campo, vinte bovinos foram divididos em quatro grupos (n = 5): (i) o grupo tratado com acaricida; (ii) o grupo tratado com o fungo, (iii) o grupo tratado com a associação de fungo + acaricida, e (iv) o grupo controle (não tratado). Os animais foram separados em piquetes com animais naturalmente infestados e também com infestação experimental com a cepa Jaguar. Em cada infestação foram utilizadas 20.000 larvas de R. microplus, aplicadas em três semanas a -21, -14 e -7 dias antes do primeiro tratamento e uma semana depois de cada tratamento. Os animais dos grupos tratados foram pulverizados com o fungo na concentração de 108 conídios/mL com intervalo de 21 a 28 dias sendo realizados sete tratamentos. Desde o primeiro tratamento até o final do experimento, os três grupos tratados, apresentaram nas contagens, número de carrapatos inferior ao grupo controle (P <0,05). Os grupos tratados com a suspensão de esporos de fungo ou com acaricida isoladamente apresentaram um controle semelhante, com um mínimo de 50% de eficácia e média de 75%. Mais significativo foi o tratamento com associação do fungo com o acaricida que resultou em eficácia de 91,7%, após o primeiro tratamento e acima de 98% após os outros seis tratamentos. Assim, fica aqui demonstrada a real aplicabilidade do uso do fungo M. anisopliae (Cepa E6) para controle de R. microplus resistentes a acaricida, em especial a sua associação com acaricidas.
The of the fungus Metarhizium anisopliae to control ticks has been shown in several in vitro experiments. However, there have been few reports of assays in field conditions in order to demonstrate the real applicability of the biological control. Thus aim of the present study was to evaluate the efficacy of M. anisopliae to control Rhipicephalus microplus under laboratory and field conditions. Firstly the compatibility of M. anisopliae (strain E6) to acaricides was tested in vitro using five commercial acaricides: amitraz, cypermethrin, chlorpyriphos and two associations of synthetic pyrethroid and organophosphate (SP+OP). In general, the acaricides only displayed mild effects on fungus viability. The lower fungal viability was with amitraz and chlorpyriphos, approximately 63% of fungus viability at 48 hours post-mixture and 67% at 96 hours, respectively. Secondly, the efficacy of M. anisopliae (strain E6) to control a multiacaricide-resistant strain of R. microplus (Jaguar) was evaluated, in vitro and under field conditions in tick infested bovines, using the fungus alone or in association with a commercial acaricide by manual spraying. The field experiment was conducted with twenty bovines divided into four groups (n = 5); (i) acaricide-treated group, (ii) fungus-treated group, (iii) fungus+acaricide group, and (iv) control non-treated group. Animals were allocated into highly infested paddocks and were also experimentally infested with 20.000 larvae of R. microplus in three weeks -21, -14, and -7 days before the first treatment and one week after each treatment. Animals in the treated groups were sprayed with M. anisopliae at a concentration of 108 conidia/mL at 21 or 28 days intervals (seven treatments). From the first treatment to the end of the experiment, the treated groups had lower tick infestation (P < 0.05). Groups treated with fungus suspension and acaricide alone, presented a similar efficacy, with minimal of 50% and 75% average. Importantly, the association of fungus and acaricide promoted a minimal percent of 91.7% tick-control after the first treatment and over 98% tick-control in the other six treatments. Thus in this work we demonstrate the real applicability of the use of M. anisopliae (strain E6) to control acaricide resistant ticks R. microplus in particular using the association of fungal spores and acaricides.
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Bosch, Serra Dolors. "Diversidad y extensión de los mecanismos de resistencia a insecticidas en poblaciones españolas de carpocapsa (Cydia pomonella (L.) Lepidoptera Tortricidae) y estudio de sus posibilidades de manejo". Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2017. http://hdl.handle.net/10803/664271.

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La carpocapsa, Cydia pomonella (L.) (Lepidoptera: Tortricidae), és una de les plagues més importants del cultiu dels fruiters de pinyol, principalment de la pomera. A la zona fructícola de Lleida, a l’igual que a la majoria de les zones productives del món, s’han detectat problemes de resistència a insecticides piretroïds, organofosforats, benzoilurees, fenoxycarb i diacilhidracines. El principal mecanisme de resistència detectat ha estat l’acció dels enzims detoxificadors multifunció-oxidases (MFO) i, de manera menys important, glutathion transferases (GST) i esterases (EST). A la present tesis doctoral, s’han determinat els nivells resistència de carpocapsa a insecticides de baix risc per a la salut humana i medi ambient i la presència i extensió de les mutacions de la acetilcolinesterasa (AChE) i la knockdown (kdr), en poblacions de camp procedents de tres zones productives de poma a España, amb sistemes de maneig molt diferents. Les poblacions asturianes resultaren susceptibles a tots els insecticides provats, mentre que les poblacions de la Val de l’Ebre (Catalunya i Aragón) presentaren resistència en alguna població i tolerància de forma freqüent a metoxifenocide, lambda-cyhalotrin i tiacloprid. La resta de productes provats, etil-clorpirifos, tebufenocide, spinosad, spinetoram, indoxacarb, clorantraniliprole i emamectine, resultaren efectius fins i tot en les poblacions amb elevats nivells de resistència. La mutació AChE està present de forma generalitzada únicament a les parcel·les de la Val de l’Ebre, mentre que la kdr està present a la majoria de les parcel·les de Catalunya. A les poblacions d’ Asturias i a la població d’Extremadura analitzades no es detectaren mutacions. També s’ha determinat la línia base de susceptibilitat insecticida de la matèria activa chlorantraniliprole en poblacions de camp europees de carpocapsa, i s’ha avaluat l’evolució de la seva eficàcia al llarg dels anys d’aplicació. No s’han detectat poblacions resistents a chlorantraniliprole, però, tanmateix, sí s’ha detectat una relació entre la freqüència d’individus MFO-resistents (amb un elevat nivell d’enzims de detoxificació MFO) amb el percentatge de la mortalitat produïda per la concentració discriminant pròxima a la CL50. A més, s’estudià la freqüència d’adults MFO-resistents de C. pomonella capturats en trampes de feromones amb diferents difusors, amb i sense la cairomona (l’èster de pera, (2E, 4Z)-decadienoat de etil), degut a la major atracció d’aquests individus per la cairomona pura al laboratori. La finalitat fou la millora del monitoreig a les parcel·les amb una elevada presència d’individus resistents. Tanmateix, aquella major atracció no es produí al camp. Sí que es detectà una diferent freqüència d’individus resistents entre generacions i entre parcel·les amb o sense tractaments químics.
La carpocapsa, Cydia pomonella (L.) (Lepidoptera: Tortricidae), es una de las plagas más importantes del cultivo de los frutales de pepita, principalmente del manzano. En la zona frutícola de Lleida, al igual que en la mayoría de las zonas productivas del mundo, se han detectado problemas de resistencia a insecticidas piretroides, organofosforados, benzoilureas, fenoxycarb y diacilhidracinas. El principal mecanismo de resistencia detectado ha sido la acción de las enzimas detoxificadoras multifunción-oxidasas (MFO) y, en menor medida, glutathion transferasas (GST) y esterasas (EST). En la presente tesis doctoral, se han determinado los niveles de resistencia de carpocapsa a insecticidas de bajo riesgo para la salud humana y el medio ambiente y la presencia y extensión de las mutaciones de la acetilcolinesterasa (AChE) y la knockdown (kdr), en poblaciones de campo procedentes de tres zonas productivas de manzana en España, con sistemas de manejo muy distintos. Las poblaciones asturianas resultaron susceptibles a todos los insecticidas ensayados, mientras que las poblaciones del Valle del Ebro (Catalunya y Aragón) presentaron resistencia en alguna población y tolerancia de forma frecuente a metoxifenocide, lambda-cyhalotrin y tiacloprid. El resto de productos ensayados, etil-clorpirifos, tebufenocide, spinosad, spinetoram, indoxacarb, clorantraniliprole y emamectine, resultaron efectivos incluso en las poblaciones con elevados niveles de resistencia. La mutación AChE está presente de forma generalizada únicamente en las fincas del Valle del Ebro, mientras que la kdr está presente en la mayoría de las fincas en Catalunya. En las poblaciones de Asturias y la población de Extremadura analizadas no se detectaron mutaciones. También se ha determinado la línea base de susceptibilidad insecticida de la materia activa chlorantraniliprole en poblaciones de campo europeas de carpocapsa, y se ha evaluado la evolución su eficacia a lo largo de los años de aplicación. No se han detectado poblaciones resistentes a chlorantraniliprole, pero, sin embargo, sí se ha detectado una relación entre la frecuencia de individuos MFO-resistentes (con un elevado nivel de enzimas de detoxificación MFO) con el porcentaje de mortalidad de la concentración discriminante próxima a la CL50. Por otro lado, se estudió la frecuencia de adultos MFO-resistentes de C. pomonella capturados en trampas con distintos difusores, con y sin cairomona (el éster de pera, (2E, 4Z)-decadienoato de etilo), debido a una mayor atracción de estos individuos por la cairomona pura en laboratorio. La finalidad era la mejora del monitoreo en las fincas con una elevada presencia de insectos resistentes. Sin embargo, esa mayor atracción no se produjo en campo. Sí se detectó una distinta frecuencia de individuos resistentes entre generaciones y entre fincas con o sin tratamientos químicos.
Codling moth, Cydia pomonella (L.) (Lepidoptera: Tortricidae), is one of the most important pests of pome orchards, mainly of apple ones. Problems of resistance to insecticides pirethroids, organophosphates, benzoylureas, fenoxycarb, and diacylhydrazines have been detected in the fruit growing area of Lleida, as well as in the majority of the world apple growing areas. The main resistance mechanism detected has been the action of the detoxifying enzyms mixed-function oxidases (MFO) and, in a lesser extent, glutatione S-transferases (GST) and esterases (EST). In the present thesis, the levels of codling moth resistance to safe insecticides and the presence and the extension of the mutations acetylcholinesterase (AChE) and the knockdown (kdr) have been determined in field populations from three fruit growing areas of Spain, with very different production systems. The populations from Asturias were susceptible to all the tested insecticides, while some populations from the Ebro Valley (Catalonia and Aragón) were resistant, and frequently tolerant to methoxyfenozide, lambda-cyhalothrin and thiacloprid. The rest of tested insecticides chlorpyrifos-ethyl, tebufenozide, spinosad, spinetoram, indoxacarb, chlorantraniliprole and emamectin, were effective, even against populations with high resistance levels. The AChE mutation is generally present only in orchards from the Ebro Valley, while the kdr is present in the majority of the orchards from Catalonia. No mutations were detected in the populations from Asturias and Extremadura. The susceptibility baseline of chlorantraniliprole has been determined in field populations from Europe, and the evolution of its efficacy along time have been evaluated. Resistant populations to chlorantraniliprole have not been detected, but a relationship between the frequency of MFO-resistant individuals (those that show a high level of MFO detoxification enzymes) and the mortality (percentage) caused the discriminant concentration near to the LC50. Furthermore, the frequency of C. pomonella MFO-resistant adults caught in traps with different lures, with and without the kairomone (pear ester, (2E, 4Z)-2,4-decadienoate) was studied, because a higher attraction of these individuals for the pure kairomone had been detected in the laboratory. The aim was to improve monitoring in the orchards that show a high percentage of resistant individuals. However, this higher attraction was not observed in the field. A different frequency of resistant individuals among generations and among orchards chemically or non-chemically treated was observed.
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Sampaio, Paulo Henrique. "Técnicas sorológicas e moleculares na avaliação da efetividade do tratamento contra Trypanosoma vivax em caprinos experimentalmente infectados /". Jaboticabal, 2017. http://hdl.handle.net/11449/148964.

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Resumen
Orientador: Fabiano Antonio Cadioli
Resumo: Trypanosoma vivax é hemoparasita que infecta ruminantes e causa grandes perdas econômicas na pecuária, reduzindo os índices produtivos e reprodutivos dos animais. A principal alteração causada pelo parasita é anemia, podendo em alguns casos levar a sinais clínicos neurológicos e eventualmente levar o animal ao óbito. Os sinais clínicos são inespecíficos, fato que dificulta seu diagnóstico. O correto diagnóstico e tratamento são fundamentais para o efetivo controle da doença. Desta forma, o presente trabalho objetivou utilizar a LAMP, cPCR, RIFI e ELISA como ferramentas diagnósticas para verificar a cura parasitológica e soronegativação de caprinos experimentalmente infectados por T. vivax após o tratamento com o diaceturato de diminazeno (DM) ou cloridrato de isometamidium (ISM), além de avaliar as alterações histopatológicas do encéfalo para esclarecer melhor os mecanismos que levam a manifestações neurológicas. No presente trabalho detectamos anemia nos animais experimentalmente infectados por T. vivax e o parasita apresentou resistência a ambos os medicamentos, a qual foi comprovada por métodos sorológicos e moleculares. Também foram detectadas alterações na celularidade do neurópilo de animais infectados, o que pode resultar em danos aos neurônios e no desenvolvimento dos sinais clínicos neurológicos nos animais cronicamente infectados. Concluímos que o isolado testado no experimento foi resistente aos quimioterápicos testados, sendo a melhor forma de diagnóstico a associ... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo)
Abstract: Trypanosoma vivax is a hemoparasite that infects ruminants and causes huge economic losses in livestock, reducing animals productive and reproductive indexes. The main alteration caused by this parasite is anemia and may eventually lead animal to death. The clinical signs are nonspecific which explains the correct diagnosis difficult. Correct diagnosis and treatment are essential for the effective control of this disease. Thus, the goals of this present work was use tools diagnostics molecular (LAMP and PCR) and serological (ELISA and IFAT) to verify the parasitological cure and seronegativation of goats experimentally infected with T. vivax after treatment with diminazene diaceturate (DM) or isometamidium hydrochloride (ISM), besides assess histological alterations in ruminants' brains to elucidate the mechanism that cause neurologic disorders. In our study we detected anemia and, parasitic resistance to both drugs in animals experimentally infected with T. vivax, which was confirmed by serologic and molecular methods. Additionally, we detected alterations in neuropyl cells of infected animals, which may cause injuries in neuron and consequently neurologic signs in chronic infected animals. Therefore, we conclude that the tested T. vivax isolate was resistant to both drugs, being the best way of diagnosis is the association of serologic and molecular methods and T. vivax cause alterations in neuropyl cells.
Doutor
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Mayzlina, Yelena. "Resistencia popular al libre comercio en Costa Rica y Nicaragua: el capital social en los movimientos contra CAFTA-DR". Tesis, Universidad de Chile, 2010. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/110804.

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Resumen
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Magíster en Estudios Internacionales
Este trabajo explica las razones por las que la sociedad civil costarricense logró movilizarse de una manera tan eficiente contra el Tratado de Libre Comercio EEUU–Centroamérica, mientras que la nicaragüense tomó una actitud de resignación frente al mismo. Las historias recientes de ambos países llevarían a pensar que la sociedad civil nicaragüense es más movilizada y mejor articulada que la costarricense dado que recientemente pasó por una Revolución que fomentó la participación popular en la política. Sin embargo, ésta resulta ser una conclusión errónea ya que en la realidad, Nicaragua no ha logrado generar los niveles necesarios de capital social que Costa Rica sí posee para forjar una sociedad civil participativa. Usando el marco teórico del capital social, se busca una explicación a las capacidades organizativas de la población de ambos países a través de tres variables: la autonomía y articulación de la sociedad civil y la confianza interpersonal. Se demuestra que en Nicaragua, la sociedad civil no ha alcanzado los niveles necesarios de autonomía, articulación y confianza como para lograr un desarrollo de capital social. En Costa Rica, por el contrario, la sociedad civil tiene posee niveles de capital social y es altamente autónoma y articulada. Por ende, este trabajo concluye que los niveles más altos de capital social en Costa Rica que en Nicaragua fueron el elemento que hizo la diferencia entre la respuesta organizada de la sociedad civil del primero y la relativa debilidad de respuesta del segundo.
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Mercado, Mott Macarena. "Integración para la resistencia: Unión de Asambleas Ciudadanas contra el Modelo Extractivo Exportador en los territorios del Noroeste argentino". reponame:Repositório Institucional da UNILA, 2017. http://dspace.unila.edu.br/123456789/2636.

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Dissertação apresentada ao Programa de Pós- Graduação em Integração Contemporânea da América Latina da Universidade Federal da Integração Latino-Americana, como requisito parcial à obtenção do título de Mestra em Integração Latino- Americana. Orientador: Prof. Felix Pablo Friggeri
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O presente trabalho tem como objetivo discutir a integração regional e seu vínculo com a extrativismo na América Latina, problematizando a dimensão do conflito. Realizamos o exposição das categorias analíticas que nos permitem compreender a integração como modelo hegemônico, onde o desenvolvimento extrativista e a infra-estrutura funcionam regionais, representam as principais causas da proliferação de conflitos ambiental / territorial. Ao mesmo tempo, observamos o surgimento de organizações que O calor dessas lutas é articulado pela construção politica e epistemológica, projetos de integração contra hegemônica. Com base em um mapeamento de projetos extrativistas de mineração e obras de infra-estrutura na região noroeste da Argentina, expormos os formatos em que eles operam os projetos de integração hegemônica "de cima" em conflito com os projetos de Integração contra hegemônica construída "de baixo" pela União de Assembléias Cidadãos, contra o modelo de desenvolvimento extrativista-exportador
El presente trabajo tiene por objetivo discutir la integración regional y su vínculo con el extractivismo en América Latina, problematizando la dimensión del conflicto. Realizamos la exposición de las categorías analíticas que nos permiten la comprensión de la integración como pieza de un modelo hegemónico, donde el desarrollo extractivista y las obras de infraestructura regional, representan las principales causas de la proliferación de conflictos socio ambientales/territoriales. Al mismo tiempo, observamos la emergencia de organizaciones que al calor de estas luchas se articulan construyendo política y epistémicamente, proyectos de integración contra hegemónica. A partir de un mapeo de los proyectos de extractivismo minero y obras de infraestructura en la región del Noroeste argentino, exponemos los formatos en los que operan los proyectos de integración hegemónica “desde arriba” en conflicto con los proyectos de integración contra hegemónica construidos “desde abajo” por la Unión de Asambleas Ciudadanas, contra el modelo de desarrollo extractivista-exportador.
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Cejudo, González Carol Cristina. "Evaluación de la actividad antibacteriana contra Staphylococcus aureus resistente a meticilina de un extracto de células de Buddleja cordata". Tesis de Licenciatura, Universidad Autónoma del Estado de México, 2019. http://hdl.handle.net/20.500.11799/105801.

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Resumen
Un extracto metanólico de células y hojas de B. cordata fue preparado y empleado a las concentraciones de 0-64 μg/mL para evaluar su efecto inhibitorio sobre el crecimiento de la cepa S. aureus ATCC 43300 (SARM); se empleó vancomicina como control positivo (32 μg/mL) y la cepa S. aureus ATCC 25923 como cepa control (no resistente a meticilina). Los extractos fueron caracterizados fitoquímicamente. El extracto de células tuvo un efecto inhibitorio sobre el crecimiento de SARM (en porcentaje de inhibición de 11.1-23.3 % a las concentraciones de 0.005-64 μg/ml), mayor al obtenido en hojas (2.4-15.7 % a las concentraciones 0.01-64 μg/mL). Sin embargo, los porcentajes de inhibición obtenidos fueron menores al antibiótico de referencia (vancomicina) (95.1-100 %). El extracto de células inhibió a la cepa control (en porcentajes de inhibición de 4.1-30.1 % a las concentraciones de 0.005-64 μg/ml), así como el extracto de hojas (3.8-29.1 % bajo las concentraciones 0.01-64 μg/mL). Fitoquímicamente, los extractos de células y de hojas fueron similares, por lo que ambos pueden representar una fuente importante de MS que pueden actuar como agentes antibacterianos contra S. aureus.
La Organización Mundial de la Salud estima que el 80 % de la población mundial utiliza plantas medicinales para satisfacer o complementar sus necesidades médicas, ya sea por tradición cultural o porque no existen otras opciones. En la medicina moderna, las plantas medicinales se pueden emplear como materia prima para la fabricación de medicamentos. Muchos de sus principios activos son metabolitos secundarios (MS), los cuales tienen un papel importante respecto a la interacción planta-entorno. El cultivo de tejidos vegetales (CTV) constituye una alternativa para aumentar el rendimiento de los MS bioactivos y permite el manejo sustentable de los recursos naturales. Buddleja cordata es una planta empleada en la Medicina Tradicional por la población mexicana para tratar algunas enfermedades, se le atribuyen propiedades cicatrizantes, antifúngicas, analgésicas, eupépticas, diuréticas y bactericidas. Un cultivo celular de B. cordata produjo verbascósido (VB) en alta concentración (116.36 mg/g), significativamente superior a la determinada en la planta silvestre (10.10 mg/g). Se ha determinado que el MS VB es capaz de inhibir la síntesis proteíca de Staphylococcus aureus, actuando como antimicrobiano. En la actualidad la resistencia de las bacterias a los antibióticos se extiende más rápido que nunca, comprometiendo la eficacia de muchos de los medicamentos disponibles e incrementando el riesgo de propagación de la enfermedad y de muerte. S. aureus, es una bacteria resistente a meticilina (SARM); se estima que los pacientes con SARM tienen una mayor probabilidad de morir (64 %) en comparación con pacientes sin SARM. Es por ello que existe una búsqueda continua de antimicrobianos contra dicha bacteria. El objetivo del presente proyecto de tesis fue evaluar la actividad antimicrobiana de un extracto vegetal de B. cordata frente a una cepa de S. aureus resistente a meticilina y una no resistente de la misma especie bacteriana. Un extracto metanólico de células y hojas de B. cordata fue preparado y empleado a las concentraciones de 0-64 μg/mL para evaluar su efecto inhibitorio sobre el crecimiento de la cepa S. aureus ATCC 43300 (SARM); se empleó vancomicina como control positivo (32 μg/mL) y la cepa S. aureus ATCC 25923 como cepa control (no resistente a meticilina). Los extractos fueron caracterizados fitoquímicamente. El extracto de células tuvo un efecto inhibitorio sobre el crecimiento de SARM (en porcentaje de inhibición de 11.1-23.3 % a las concentraciones de 0.005-64 μg/ml), mayor al obtenido en hojas (2.4-15.7 % a las concentraciones 0.01-64 μg/mL). Sin embargo, los porcentajes de inhibición obtenidos fueron menores al antibiótico de referencia (vancomicina) (95.1-100 %). El extracto de células inhibió a la cepa control (en porcentajes de inhibición de 4.1-30.1 % a las concentraciones de 0.005-64 μg/ml), así como el extracto de hojas (3.8-29.1 % bajo las concentraciones 0.01-64 μg/mL). Fitoquímicamente, los extractos de células y de hojas fueron similares, por lo que ambos pueden representar una fuente importante de MS que pueden actuar como agentes antibacterianos contra S. aureus.
Universidad Autónoma del Estado de México
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Garcia, Renata Batista Rivero. "Síntese de SiO2/ZrO2 pelo processo sol-gel para aplicação como filme resistente à corrosão". Instituto Tecnológico de Aeronáutica, 2009. http://www.bd.bibl.ita.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=814.

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Filmes cerâmicos têm sido usados para a proteção de estruturas metálicas como alternativas aos processos de cromação, os quais foram proibidos em muitos países por serem prejudiciais ao meio ambiente e à saúde humana. Além da minimização dos efeitos nocivos, o emprego desses filmes contribui para o prolongamento da vida útil das estruturas metálicas, pois apresentam grande resistência à oxidação, corrosão e erosão, além de demonstrarem boa resistência térmica e mecânica. Um dos métodos de obtenção de recobrimentos cerâmicos é o processo conhecido como sol-gel que possibilita a formação de materiais a baixas temperaturas de processamento, com controle microestrutural e boa adesão em substratos metálicos. Neste trabalho, um óxido misto de sílica/zircônia foi sintetizado por sol-gel, a partir da mistura de tetraeltilortossilicato (TEOS), isopropanol, água, HNO3 e acetato de zircônio (ZrAc), na razão molar 1:0,9:1:0,3:0,1, respectivamente. A homogeneização do sol foi realizada de duas formas, uma por agitação magnética e outra por sonicação. As misturas foram mantidas em estufa a 30 C para a formação do gel e posterior secagem. Análises de FT-IR, DRX e MEV foram realizadas em amostras de gel secas e sinterizadas a 1000, 1100 e 1200 C. Estas análises indicaram a presença de a-SiO2 (cristobalita) pouco cristalina e de ZrO2 tetragonal homogeneamente distribuídos nas amostras. Os dois métodos de homogeneização apresentaram resultados semelhantes em relação à distribuição das fases, porém a sonicação resultou em um gel mais transparente, indicando a presença de partículas de menores dimensões. Filmes de SiO2/ZrO2 foram obtidos por imersão de ligas de Al-2024 em uma mistura do sol homogeneizado por sonicação com um surfactante não iônico (Renex-100), na razão em massa de 1:0,2. Medidas de polarização potenciodinâmica dos substratos revestidos mostraram que seis camadas de filme de sílica/zircônia aumentam o potencial de corrosão da liga e diminuem as densidades de corrente dos processos anódicos e catódicos, indicando uma melhora na proteção do substrato contra o processo de corrosão. Análise de MEV mostrou a homogeneidade na distribuição dos átomos de Si e Zr depositados no substrato.
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Melo, Marcel Sereguin Cabral de. "Levantamento de ocorrência, alternativas de manejo, mecanismos de resistência e herança genética do capim-amargoso (Digitaria insularis) resistente ao herbicida glyphosate". Universidade de São Paulo, 2016. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/11/11136/tde-04052016-105311/.

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O glyphosate é o principal herbicida utilizado no manejo de plantas daninhas na agricultura, aplicado em alguns sistemas de forma repetitiva ao longo de cada ano. Esta prática selecionou biótipos resistentes de espécies de plantas daninhas, sendo o capim-amargoso (Digitaria insularis) selecionado no Brasil. Portanto, se tornam necessários estudos para entender, manejar e reduzir a infestação do capim-amargoso resistente ao glyphosate. Dessa forma, esta pesquisa foi desenvolvida com os objetivos de: (i) mapear áreas do Brasil com possíveis infestações de capim-amargoso resistente ao glyphosate; (ii) avaliar alternativas químicas de seu manejo; (iii) elucidar os mecanismos de resistência ao glyphosate e; (iv) avaliar a herança genética dos genes que conferem resistência ao glyphosate. Para o desenvolvimento dos experimentos foram coletadas sementes de biótipos potencialmente resistentes de diversas regiões do Brasil onde ocorreram falhas de controle de D. insularis após a aplicação de glyphosate. Na primeira etapa da pesquisa foram realizados experimentos para determinação de uma dose discriminatória de triagementre as populações resistentes e suscetíveis ao glyphosate, através de curvas de dose-resposta, para identificar a resistência ao Glyphosate, sendo que estes dados foram utilizados para mapear a ocorrência de biótipos resistentes em algumas regiões do país. Na segunda etapa foi conduzido um experimento em casa-de-vegetação visando encontrar herbicidas alternativos ao Glyphosate para controle do capim-amargoso, utilizando herbicidas recomendados para as culturas do milho e algodão, tanto em condições de aplicação de pré como em pós-emergência da planta daninha. Na terceira etapa foram realizados ensaios para determinar a existência de absorção e translocação diferencial do glyphosate em biótipos suscetíveis e resistentes, juntamente com a análise molecular para comparar a região 106 do gene que codifica a EPSPs nestes biótipos. Por fim um estudo de polinização cruzada foi conduzido para avaliar se genes de resistência ao glyphosate são transferidos para a geração seguinte após inflorescências de biótipos suscetíveis serem acondicionadas com as de biótipos resistentes, submetendo a geração seguinte a experimentos de curva de dose-resposta com o glyphosate. Através do modelo de curva dose-resposta do programa estatístico R, determinou-se a dose de 960 g e.a ha-1, como a dose utilizada para triagem dos biótipos oriundos de diferentes regiões do Brasil. Com isto foram gerados mapas indicando a presença ou ausência de resistência ao herbicida, sendo que as região oeste do Paraná e sul do Mato Grosso do Sul apresentam maior número de localidades com a presença de biótipos resistentes. As alternativas de controle viáveis como pós-emergentes no estádio de um a dois perfilhos, foram os herbicidas Nicosulfuron, Imazapic + Imazapyr, Atrazine, Haloxifop-methyl e Tepraloxydim. Na pré-emergência do capim-amargoso os herbicidas Atrazine, Isoxaflutole, S-metolachlor, Clomazone, Diuron e Flumioxazin se apresentaram como eficazes para o controle desta espécie. Os resultados do experimento de absorção, translocação e comparação da região 106 não mostraram diferenças entre os biótipos resistente e suscetível. O experimento sobre cruzamento entre biótipos resistente e suscetível determinou a espécie D. insularis como autógama e sem transferência de genes que causam a resistência ao glyphosate.
Glyphosate was the main herbicide used in agriculture for weed management, applied repetitively in some cropping systems throughout the year. This practice selected resistant weed biotypes to this herbicide. In Brazil, the glyphosate resistant sourgrass (Digitaria insularis) has gained prominence in recent years due to its high capacity to spread across the country agriculture regions. Therefore, a study to understand, manage and reduce the glyphosate resistant sourgrass infestation becomes necessary. Thus, this research was developed with the objectives of: (i) mapping areas of Brazil with putative glyphosate resistant sourgrass infestations; (ii) evaluate alternative herbicides to manage resistant biotypes; (iii) elucidate the resistance mechanisms; (iv) Assess the genetic inheritance of the genes which confers resistance to glyphosate. For the development of the experiments putative resistant biotypes seeds were collected from different regions of Brazil where D. insularis survived after glyphosate application. In the first stage of this research, experiments were conducted to determine a screening dose to be used to identify glyphosate resistance in samples from the survey, through dose-response curves methodology. In the second stage an experiment was conducted in greenhouse conditions in order to test for alternative herbicides which control glyphosate resistant sourgrass, using recommended herbicides for the corn and cotton crops, both pre and post-emergents. In the third step, an experiment was conducted to assess the uptake and translocation of glyphosate in susceptible and resistant biotypes, with post molecular analysis to compare the region 106 of the EPSPS gene from both biotypes. Finally a cross-pollination study was conducted to assess whether glyphosate resistance genes are transferred to the next generation after inflorescences susceptible biotypes were packed with resistant biotypes, subjecting the next generation to dose-response curve experiments. Using the statistical software R for the dose-response analysis, the screening dose was determined as 960 g.a.e.ha-1. Using this dose in the survey experiment, maps were generated indicating the presence or absence of glyphosate resistance, in which shows the western regions of Paraná and south part of Mato Grosso do Sul states, having more locations with the presence of resistant biotypes. The viable alternatives postemergent herbicides to control D. insularis at 1 to 2 tillers stage were nicosulfuron, imazapic + imazapyr, atrazine, haloxyfop-methyl and tepraloxydim. In pre-emergence condition the herbicides atrazine, isoxaflutole, S-metolachlor, clomazone, diuron and flumioxazin showed effective control of this species. The results of the uptake, translocation and proline 106 mutation experiments showed no difference between the resistant and susceptible biotypes. The experiment on cross-polination between resistant and susceptible biotypes, determined D. insularis as a self-polinated species and no glyphosate resistance genes were transferred.
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Moassab, Andreia. "Brasil periferia(s): a comunicação insurgente do Hip-Hop". Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2008. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/5158.

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Made available in DSpace on 2016-04-26T18:17:38Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Andreia Moassab.pdf: 28208612 bytes, checksum: 92aa527108e41fb7ecc9f7203051a60f (MD5) Previous issue date: 2008-12-19
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico
This thesis studies the resistance processes carried out in Brazil by thousands of young people linked to hip-hop. These youngsters actively participate in the production of knowledge and in the re-semantization of the Brazilian deprived suburbs in the context of the contemporary world. Their voice emerges against homogenized symbolic constructions produced by dominant thinking, i.e., that strand of thought grounded on values and desires in strict accordance with the hegemonic economic system. We understand that the sharing of knowledge is the basis for resistance. Therefore, comunication is placed at the core of resistence: knowledge shared and multiplied. The concept of comunication, however, has been increasingly limited to mediatic objects. As a consequence, diverse communicative practices are being neglected in communication epistemological theory. This is why it is extremely important to widen the understanding of communicational objects in order to include manifestations otherwise invisible in mainstream media. The analytical corpus of this investigation is composed by the lyrics of hip-hop songs, analysed from the point of view of comunication and sociology. One of the main theoretical landmarks in this work are the concepts from Boaventura Santos (2006a): ecology of knowledge, sociology of absence and sociology of emergence. Fundamental texts regarding power, resistence, empowerment and emancipation in the text were: Foucault (1979; 1988; 2000), Santos (2005a; 2006a; 2006b; 2007a) and feminist thought, especially Magdalena León (2000) and Patrícia Collins (1991). In the comunication field, we have made extensive use of the work by José Luiz Aidar Prado (2006a; 2006b) and Muniz Sodré (2002), as well as Hannah Arendt s writings (2007) in political philosophy. The discussions on globalization were carried out from the perspective of Milton Santos (2001) and again Boaventura Santos (2002), as well as Zizek`s (2006) criticism of multiculturalism, in order to establish a relationship between globalization, local cultures and resistence. Specific points on our investigation demanded specialized approaches such as urban planning; social movements; racial relations; urban violence; police violence; criminal control and human rights; critical criminology; identity; gender; and oral culture. We conclude the text pointing out that hip-hop is an active actor in the construction of an insurgent communication. Such insurgent comunication is able to symbolically reorder aspects misrepresented by hegemonic media concerning black and poor people living in the suburbs. Therefore, hip-hop as counter-hegemonic pratices constitutes a critical action able to deconstruct naturalizing visions on cultures
Esta tese discute os processos de resistência realizados em ações de milhares de jovens do hip-hop que, no mundo contemporâneo, participam ativamente na produção de conhecimento e ressignificação das periferias brasileiras. Trata-se de uma voz que se impõe face às construções simbólicas homogeneizantes produzidas pelo pensamento dominante, em torno de valores e da criação de desejos em concordância estrita com aqueles do sistema econômico hegemônico. Entende-se que a base da construção da resistência é a partilha de conhecimento, de modo que a comunicação passa a ocupar o cerne da resistência: conhecimento dividido e multiplicado. O conceito de comunicação, no entanto, tem sido cada vez mais limitado aos objetos midiáticos, de forma que diversas práticas comunicativas têm sido negligenciadas nas teorias da comunicação. Daí a importância de ampliar o entendimento do que são os objetos comunicacionais com vistas a incluir manifestações não visíveis na mídia. O corpus analítico, dentro do movimento hip-hop, são as letras das músicas, analisadas sob a ótica da comunicação, em diálogo com a sociologia. Um dos principais marcos teóricos desta pesquisa são os conceitos de ecologia de saberes e sociologias das ausências e das emergências de Boaventura Santos (2006a). Nas questões concernentes a poder, resistência, empoderamento e emancipação foram fundamentais os trabalhos de Foucault (1979; 1988; 2000), Santos (2005a; 2006a; 2006b; 2007a) e das teóricas feministas, em especial Magdalena León (2000) e Patrícia Collins (1991). No campo da comunicação, o diálogo foi estabelecido com José Luiz Aidar Prado (2006a; 2006b), Muniz Sodré (2002), e, na filosofia política, com Hannah Arendt (2007), no que diz respeito aos temas de discurso e ação. O debate sobre globalização foi feito sob a perspectiva de Milton Santos (2001) e novamente de Boaventura Santos (2002), com referências a Zizek (2006) e sua crítica ao multiculturalismo, estabelecendo um diálogo sobre a relação entre globalização, culturas locais e resistência. Momentos pontuais da tese solicitaram teóricos de áreas específicas como planejamento urbano; movimentos sociais; relações raciais; violência urbana; violência policial; instituições penais e direitos humanos; criminologia crítica; construção da identidade; gênero; e oralidade. Terminamos a investigação indicando como o hip-hop constrói uma comunicação insurgente, recolocando simbolicamente os principais aspectos deturpados pela mídia hegemônica no que tange à população negra, pobre e moradora dos bairros periféricos. O hip-hop enquanto prática contra-hegemônica se constituiu, por conseguinte, em uma ação crítica capaz de desconstruir visões naturalizadoras das culturas
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Silva, William Augusto da. "Resistente, misteriosa, visível: a forma e suas ficções na literatura de Jorge Luis Borges". Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8151/tde-27062017-085444/.

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Este estudo consiste numa leitura da obra de Jorge Luis Borges, em especial de sua narrativa, a partir dos pressupostos da crítica literária dialética em sua busca pelo estabelecimento de possíveis mediações entre literatura e sociedade. Nosso ponto de partida foi a análise das premissas teóricas do escritor argentino a respeito do gênero conto e, em seguida, passamos à discussão a respeito dos temas da leitura e da reescrita no âmbito de sua produção literária e teórica. Ao longo desse percurso, delinearam-se características formais que podem ser descritas em termos de uma prevalência do abstrato sobre o específico, do todo sobre a parte, ou, finalmente, do universal sobre o particular. Esse esquema básico, embora se configure de diferentes formas no objeto, foi isolado pelo trabalho de análise e identificado como o princípio constitutivo da forma, concebida tanto do ponto de vista da composição, em que todo e partes se articulam, quanto do ponto de vista da reescrita de uma história tradicional ou arquetípica, em que a fábula básica do intertexto impõe o padrão da ação ao texto receptor. A proposta interpretativa deste estudo sugere ver nesses traços aspectos da sociedade capitalista contemporânea, cujas relações sociais se pautam pelo tipo de racionalidade instrumental típico da sociedade burguesa. O predomínio do geral sobre o particular, isto é, do valor de troca sobre o valor de uso, que caracteriza a forma-mercadoria na visão de Marx, se generaliza e expande sua lógica para todos os domínios da realidade. Convergindo com a formação do valor da mercadoria, a obra de arte partilharia, em certa medida, do pensamento reificado da totalidade social, de acordo com Theodor Adorno. Essa proposta interpretativa é levada a término e suas consequências dialéticas discutidas por meio da análise do conto El Zahir, pertencente ao livro El Aleph, publicado em 1949 em Buenos Aires. A fim de possibilitar essa análise, o presente estudo inclui também a análise do conto Berenice, de Edgar Allan Poe, com o qual El Zahir estabelece um diálogo sutil, embora bastante produtivo. Ademais, encontram-se comentados ou analisados neste trabalho os contos Funes, el memoriso, Tema del traidor y del héroe (Ficções, 1944) e La trama (El hacedor, 1960).
This study consists of a reading of the work of Jorge Luis Borges, especially his narrative, based on the presuppositions of dialectical literary criticism, which seeks to establish modes of mediation between literature and society. Our starting point was the analysis of theoretical propositions about the theory of the short story in the work of the Argentine writer, and then we turn to the discussion about the themes of reading and rewriting in his fictional and theoretical work. Along this path, formal features have been delineated that can be described as a prevalence of the abstract over the specific, the whole over the part, or, finally, the universal over the particular. This basic scheme, even though it is configured in different ways in the object, was isolated by the work of analysis and identified as the constitutive principle of form, conceived both from the point of view of composition, in which whole and parts are articulated, and from the point of view of the rewriting of a traditional or archetypal story, in which the basic plot of the intertext imposes the pattern of action upon the receiving text. The interpretive proposal of this study suggests to look at these features aspects of contemporary capitalist society, whose social relations are based on the form of instrumental rationality typical of bourgeois society. The predominance of the general over the particular, that is, of the exchange value over use-value, which characterizes the commodity form in Marx\'s view, generalizes and expands its logic to all areas of reality. Converging with the formation of the value of the commodity, the work of art would share, to some extent, the reified thought of the social totality, according to Theodor Adorno. This interpretative proposal is brought to an end and its dialectical consequences discussed through the analysis of the short story \"El Zahir\" tale, belonging to the book \"El Aleph\", published in 1949 in Buenos Aires. In order to make this analysis possible, this study also includes an analysis of Edgar Allan Poe\'s short story \"Berenice\", with which \"El Zahir\" establishes a subtle yet productive dialogue. In addition, the short stories \" Funes, el memoriso, Tema del traidor y del héroe (Ficções, 1944) and La trama (El hacedor, 1960) have been commented or analyzed in this work.
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Soares, Pedro Luiz Martins [UNESP]. "Estudo do controle biológico de fitonematóides com fungos nematófagos". Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2006. http://hdl.handle.net/11449/102317.

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
O interesse pelo controle biológico de nematóides vem aumentando ano após ano, estimulado pelas crescentes restrições ao uso de agrotóxicos. Entre os agentes do controle biológico de nematóides, os fungos predadores vêm se destacando, dada a facilidade de crescimento em meios artificiais e substratos diversos e a comprovada eficácia. No presente estudo, confirmou-se que espécies de Arthrobotrys e de Monacrosporium estão entre os fungos nematófagos mais comuns nos solos do Brasil. Esses fungos crescem em subprodutos da agroindústria, potencializando a formulação desses agentes a baixo custo e pode tornar-se o recurso mais vantajoso para o manejo de nematóides em cultivos de hortifrutigranjeiros em volta de centros urbanos. Bagaço de cana misturado com farelo de arroz, na proporção de 2:1, é um substrato adequado à formulação de fungos nematófagos. Para o cultivo de alface, uma única aplicação, antes do plantio, é suficiente para o manejo dos nematóides. A adição de formulações dos fungos ao substrato para a produção de mudas pode facilitar a utilização desse recurso, e formulações contendo mais de uma espécie com habilidades predatórias diferentes, incluindo parasitos de ovos, podem ser mais eficazes que formulações de uma única espécie. A especificidade dos fungos dificulta o comércio de formulações desses agentes, dado o risco de comprometimento à credibilidade dos produtos, se formulações não-específicas para os nematóides que ocorrem em certas áreas, forem utilizadas. Por conseguinte, as formulações desses agentes são mais adequadas para a distribuição assistida, já que os nematóides que ocorrem nos locais onde serão empregadas, podem ser previamente identificados.
The interest in the biological control of nematodes is increasing year after year, stimulated by the increasing restrictions to the use of chemical defensives. Among the agents for the biological control of nematodes, the predators fungi have become the group of higher interest since they grow easily on different kinds of material and they also present known efficacy. In the present study, it was demonstrated that species of Arthrobotrys and Monacrosporium are among the most common nematophagous fungi in Brazilian soils. These fungi grow on by-products of the agroindustry, making formulations of these agents of low cost and can become the most advantageous resource for the nematode control in vegetable production areas around urban centers in Brazil. Sugar cane bagasse mixed with rice bran in the ratio of 2:1 is an adequate substratum for the formulation of nematophagous fungi. For the lettuce culture, only one application, before the planting date, is enough for the control of nematodes. The addition of fungi to the substratum for the production of seedlings in nurseries can facilitate the use of this resource. Formulations containing more than one species with different predatory abilities, including egg parasites, can be more efficient than formulations with only one species. The specificity of the fungi makes difficult the commerce of formulations of these agents, since the risk of unsuccessful use can put down the credibility on the products, if non-specific formulations for the nematodes that occur in certain areas are used. Therefore, the formulations of these agents are more suitable for attended distribution, since the nematodes that occur in places where the formulation will be used can be previously identified.
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Silva, Jose Antonio da. "Isolamento e caracterização bioquimica de inibidores de proteinases serinicas de sementes de Copaifera Iangsdorffii : estudo da resistencia contra o Callosobruchus maculatus". [s.n.], 2000. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/314667.

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Resumen
Orientador: Sergio Marangoni
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Biologia
Made available in DSpace on 2018-07-26T17:22:18Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Silva_JoseAntonioda_M.pdf: 9541917 bytes, checksum: add850a1bcd914f9e54f920e79088cf3 (MD5) Previous issue date: 2000
Resumo: Os inibidores foram isolados de TOI em sementes de Copaifera langsorffii, conhecida vulgarmente por Copaíba, uma árvore nativa do Brasil da subfamília Caesalpinoideae da família Leguminosae. A fração TOI foi purificada a partir de precipitação com sulfato de amônio, cromatografia em uma coluna de troca-iônica em OEAE-Sepharose e coluna de afinidade em Sepharose- Trypsina. TOI apresentou-se homogêneo em gel de poliacrilamida-SOS 12,5%, com uma massa molecular aparente de 24 kOa em condições não reduzidas, e 12 kOa em condições reduzidas com OIT. A massa molecular relativa estimada por filtração em gel em uma coluna Superdex-75, sistema FPLC, confirmou os resultados obtidos em PAGE-SOS. TOI tem um Ki de 1,2nM para a enzima tripsina bovina mostrando uma alta afinidade. No entanto, TOI não mostrou atividade inibitória para quimotripsina. O estudo da estequiometria do complexo TOI-tripsina revelou que este inibe tripsina na razão molar de 1: 1. O complexo TripsinaTOI foi eluído na cromatografia de filtração em gel com um tempo de retenção equivalente a uma massa molecular relativa de 39 kOa. Evidenciou-se também que TOI é ativo na sua forma monomérica e não na sua forma dimérica. A Focalização Isoelétrica de TOI revelou a presença de duas bandas de proteínas, ambas coradas para inibidor de tripsina com pls de 6,45 e 7,35, indicando dois inibidores em TO!. Os inibidores de TOI, designadas por TOI-I e TOI-II, foram isoladas em coluna de fase reversa C18 /lBondapack, em Sistema HPLC Walters. Foi observado em gel de Tricina 16,5% uma diferença mínima na massa molecular aparente, sendo aproximadamente 12 e 10 kOa para TOI-I e TOI-1I respectivamente. O sequenciamento N-terminal dos inibidores de TOI revelou a presença da sequência consenso observada nos inibidores de tripsina tipo Kunitz para TOI-I, contudo, pesquisas nos banco de dados de proteínas não revelou nenhuma homologia para TOI-II. TOI mostrou alta estabilidade para diferentes condições de pH, temperatura e concentração de OTT, indicando um possível número elevado de pontes de dissulfeto na estrutura molecular. TOI não foi degradado proteoliticamente na digestibilidade in vitro pelas proteases encontradas no intestino médio do gorgulho Callosobruchus maculatus, e demonstrou um efeito deletério no desenvolvimento dos insetos, sugerindo que TOI atua como um fator antinutritivo e prejudica o desenvolvimento de Callosobruchus maculatus
Abstract: Two inhibitors have been isolated de TOI fraction in seeds of Copaifera langsorffii, ordinarily known as Copaíba, one Brazilian native tree of the Caesalpinoideae subfamily of Leguminosae family. The fraction TOI was purified by ammonium sulfate preeipitation, ion-exehange ehromatography on OEAE-Sepharose and affinity ehromatography on trypsin-Sepharose. TOI presented homogeneity in PAGE-SOS geI12,5%, with apparent moleeular mass of 24 and 12 kOa in non-and reduetion condition, respeetively. The relative moleeular mass determined by FPLC gel filtration on a Superdex 75 eolumn, eonfirmed on the results in PAGE-SOS. TOI have Ki of 1,2nM to bovine trypsin enzyme showing high affinity. However, no inhibition was found for quimotrypsin. The stoiehiometrie study of the trypsin-TOI eomplex evideneed that inhibitor is aetive for trypsin at 1: 1 molar ratio. The trypsin- TOI eomplex was eluted on a gel filtration ehromatography with retention time equivalent a relative moleeular mass of the 39kOa. Evidenced too, that TOI is active on enzyme trypsin on its monomerie form and not dimerie one. The isoelectrie foeusing of TOI demonstrated the presenee of two proteie bands, with isoelectrie point between 6.45 e 7,35, indicating two inhibitors in TOI. These inhibitors of TOI, designated for TOI-I and TOI-II, was isolated by reversed - phase HPLC on a J.L-Bondapaek column (Waters System) and was observed in Trieine-gel 16,5% one minimal differenee on apparent moleeular mass, of approximately 12 and 10 kOa for TOI-I and TOI-1I respectively. N-terminal sequeneing of the inhibitors of TOI, demonstrated the presenee of the eonsensus sequenee present in the soybean Kunitz-Type trypsin inhibitor for TOI-I, however, protein database searehes did not reveal any homology to TOI-II. The TOI showed high stability to pH different eonditions, temperature and amount of OTT, indicating one elevated number of disulfides bonds in a moleeular strueture. The TOI was not proteolytically degraded on a in vitro digestibility by midgut proteinases of the gorgulho Callosobruchus maculatus and demonstrated one deleterious effect on a insect's development, suggesting that TOI acts like toxie factor and deereased survival of Callosobruchus maculatus
Mestrado
Bioquimica
Doutor em Biologia Funcional e Molecular
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Santos, Diego Vali dos. "Produção e purificação de anticorpos específicos contra Staphylococcus aureus resistente à meticilina produzidos em eqüinos imunizados com uma vacina de DNA". reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2006. http://hdl.handle.net/10183/12026.

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Staphylococcus aureus resistente à meticilina (SARM) é um dos principais patógenos responsáveis pela infecção nosocomial e recentemente tem sido isolada fora do ambiente hospitalar, trazendo uma grande preocupação a médicos e pesquisadores. Esta resistência à meticilina é devida à presença do gene mecA, o qual codifica a PLP2a, uma proteína ligadora de penicilina, que tem baixa afinidade pelos antibióticos β-Lactâmicos. A vancomicina, até recentemente, era o tratamento de escolha para pacientes acometidos pela SARM; porém o isolamento de cepas com resistência intermediária e S. aureus totalmente resistentes à vancomicina, gerou uma grande mobilização da comunidade científica na busca de alternativas para o tratamento destas cepas multirresistentes, através do desenvolvimento de vacinas e soroterapia. A vacina de DNA é uma técnica recente que, entre outras vantagens, não necessita da purificação do antígeno protéico para induzir uma resposta imune, diminuindo o custo de produção, quando comparada às vacinas protéicas. Neste trabalho, demonstramos que a utilização de uma vacina de DNA com um fragmento do gene mecA produz uma resposta imune humoral, com a produção de anticorpos específicos anti-PLP2a em eqüinos imunizados com esta vacina, e que estes anticorpos, após sua purificação, permanecem ativos. Como ainda não existe informação suficiente em relação à segurança do uso das vacinas de DNA diretamente em humanos, o uso desta técnica em eqüinos, com o objetivo de gerar um soro hiperimune, para utilizá-lo após sua purificação no tratamento de pacientes acometidos com infecção provocada por SARM, poderia ser uma alternativa viável e segura no combate a esta bactéria resistente a quase todos agentes antimicrobianos.
Methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) is one of the major pathogens responsible for nosocomial infection and has been recently isolated outside the hospital environment, causing a great concern to physicians and researchers. This methicillinresistance is due to the presence of the mecA gene, which codes for PBP2a, a penicillinbinding protein, which has low affinity for β-Lactamic antibiotics. The treatment of choice for patients afflicted by MRSA was, until recently, vancomicyn; however the isolation of vancomycin-intermediate and resistant S. aureus strains generated a great mobilization of the scientific community for the search of alternatives for the treatment of these multiresistant strains, such as, for example vaccines and soroterapy. The DNA vaccine is a recent method that, among others, does not require the purification of the of the proteic antigen to induce a immune response, reducing production costs as compared to protein vaccines. In the present study we demonstrated that the use of a DNA vaccine with a fragment of the mecA gene produces an humoral immune response, with the production of anti-PBP2a specific antibodies in horses immunized with this vaccine, and these antibodies, once purified, maintain their activity. Since there is not sufficient information about the safety of DNA vaccines used directly to humans, the use of this vaccine in horses, with the intent of generating an hyperimmune serum to be used after its purification in the treatment of patients afflicted with infection caused by MRSA could be a possible and safe alternative to fight this bacteria resistant to almost all antimicrobial agents.
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Mendes, Marcia Cristina. "Resistencia do carrapato Boophilus microplus (Acari: Ixodidae) aos piretroides e organofosforados e o tratamento carrapaticida em pequenas fazendas". [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/313981.

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Orientador: Angelo Pires do Prado
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Biologia
Made available in DSpace on 2018-08-05T17:23:06Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Mendes_MarciaCristina_D.pdf: 1282171 bytes, checksum: b6fcf8f3ba4709b8f115eb5ced83bcf8 (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: Entre os ectoparasitos dos animais bovinos, o carrapato ¿ Boophilus microplus (Acari: Ixodidae) - continua sendo uma das principais causas das perdas econômicas na pecuária do Estado de São Paulo. A situação atual do controle do carrapato caracteriza-se por uma crise na produção de novas moléculas de parasiticidas e o desenvolvimento acelerado da resistência dos parasitas aos produtos usados. O presente trabalho teve por objetivo verificar o perfil de sensibilidade do carrapato B. microplus nas fazendas localizadas em alguns municípios do Vale do Ribeira e no município de Pindamonhangaba e propor um sistema de tratamento carrapaticida com base na infestação de paternóginas. Foram realizados testes de larvas - LPT (larval packet test) adotado pela FAO - teste de imersão com a fêmea adulta e o levantamento sobre as práticas de controle adotadas nas duas regiões. Os resultados de resistência para as fazendas de Pindamonhangaba mostraram que, para cipermetrina 15,4% das fazendas foram classificadas como sensível; 7,7% com resistência nível I; 69,2% com resistência nível II e 7,7% com resistência nível III. Para a deltametrina 23% sensível; 38,5% com resistência nível II e 38,5% com resistência nível III. Para o organofosforado clorpirifós 54% mostraram-se sensível; 38,4% com resistência nível I e 7,6% com resistência nível II. A região do Vale do Ribeira apresenta uma média de eficácia inferior a 20% para os piretróides; eficácia entre 49% e 72% para as associações piretróides e organofosforados; 66,83% para o amitraz e acima de 90% para as associações entre os organosfosforados. Para o teste de larvas a cipermetrina apresentou uma porcentagem de 42,85% de amostras sensível; 14,3% com resistência nível I e 42,85% com resistência nível II. Deltametrina, 50% sensível; 25% com resistência nível II e 25% com resistência nível III. O organofosforado clorpirifós mostrou uma porcentagem de 50% de amostras sensível; 25% com resistência nível I e 25% com resistência nível II. Constatouse, para as duas regiões estudadas, a falta de conhecimento dos principais grupos químicos usados no controle dos carrapatos. O produto amitraz é o mais usado e a maioria das fazendas usam o método de pulverização na aplicação dos carrapaticidas. Experimento realizado no ano de 2001 a 2003 num sítio localizado no município de Ibiúna mostrou que a avaliação de infestação de paternóginas do carrapato B. microplus na área do úbere ou escroto e baixo períneo é um critério que pode ser empregado para se determinar a aplicação de carrapaticidas. Quando se realiza a aplicação de carrapaticidas nos animais infestados com bastante paternóginas diminui a infestação de larvas no campo. Testes de bioensaios, usando fêmeas adultas, realizados num intervalo de três meses, e teste de larvas no período de seis meses servem como orientação para o proprietário na avaliação da sensibilidade dos carrapatos aos produtos químicos
Abstract: The cattle tick - Boophilus microplus (Acari: Ixodidae) ¿ is one of the principal causes of economic losses in the cattle farms in São Paulo state. The current situation of the tick control is characterized by a crisis in the production of new molecules with acaricidal properties and by an increasing in the parasites resistance to the products used to control them. The current study aimed to verifying the sensibility profile of tick B. microplus in farms located in the municipalities of Vale do Ribeira and in the region of Pindamonhangaba, and propose a tick control treatment system based on nymph infestation. The resistance diagnosis tests have been carried by the larval bioassay (Larval packet test), adult immersion test and the survey of the tick control practices applied in both regions. The results for the farms at Pindamonhangaba show that to Cypermethrin 15,4% of the farms were classified as sensible, 7,7% resistance level I, 69,2% resistance level II and 7,7% resistance level III. To deltamethrin 23% were considered sensible, 38,5% Resistance level II, and 38,5% resistance level III. To organophosphate chlorpyriphos 54% presented a sensible frame, 38,4% resistance level I and 7,6% resistance level II. The Vale do Ribeira region presents an average efficacy lower than 20% for all pyrethroids; efficacy between 49% and 72% to associations with pyrethroids and organophosphates; 66,83% to amitraz, and over 90% to organophosphates associations. For the larval test, the cypermethrin presented a percentage of 42,85% from samples sensible; 14,3% resistance level I and 42,85% resistance level II. Deltamethrin, 50% sensible; 25% resistance level II and 25% resistance level III. The organophosphate chlorpyriphos presented a percentage of 50% from samples sensible; 25% resistance level I and 25% resistance level II. It has been proved, that for both regions under this study, there is a lack of knowledge concerning the main chemical groups used in the tick control. The amitraz is the most used and most farms apply the pulverization method when performing the tick control. An experiment taken from 2001 to 2003 in a little farm located in the municipality of Ibiúna has shown the evaluation in the infestation of tick B. microplus in the udder area or escrotum and low perineum is a good criteria to be applied in order to determine the application of anti-ticks. When the application of anti-ticks is undertaken on infested animals full of pathenogens, the field larvae infestation is diminished. Bioassay, using engorged female ticks, undertaken at three months intervals and larval packet test undertaken at six months intervals serve as orientation for the owners for the evaluation of ticks¿ sensibility to the chemical products
Doutorado
Entomologia
Doutor em Parasitologia
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Orbegozo, Ramírez Jeanette Paola. "Evaluación de la resistencia al virus de PLRV mediante el mecanismo de ARN de Interferencia (ARNi) en líneas transgénicas". Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2012. https://hdl.handle.net/20.500.12672/576.

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El virus del enrollamiento de la papa (PLRV) es responsable de pérdidas severas en el rendimiento y calidad del cultivo de la papa en todo el mundo. Existen papas nativas y especies silvestres que presentan altos niveles de resistencia a PLRV (Solanum brevidens, S. tuberosum, S. chacoencse y S. raphanifolium). El desarrollo de nuevas variedades utilizando estas fuentes de resistencia es uno de los retos actuales del mejoramiento genético, sin embargo la naturaleza genética del cultivo de la papa que se desea mejorar es en la mayoría de los casos incompatible entre cultivos, sumándose a ello que la obtención de estos cultivos mejorados es cerca de 20 años. Por lo tanto la inserción directa de un gen que confiere resistencia a una variedad de importancia comercial tiene una ventaja muy significativa. En la presente tesis se evaluaron diez eventos (variedad Desiree) transformados con un constructo tipo hairpin que contenía el sistema de ARN de interferencia (ARNi), el cual mantiene activo y constante la formación del ARNdc entre las secuencias homólogas del transgen y el virus de PLRV. Los eventos fueron caracterizados por PCR y Southern blot, evidenciándose que tenían en su genoma entre una a dos copias del transgen. Los ensayos serológicos de DASELISA seleccionaron cuatro eventos con alta resistencia (bajas o nulas concentraciones del virus PLRV) durante su infección primaria, secundaria y terciaria. Finalmente, se determinó por Northern Blot que la resistencia a PLRV está relacionada con la presencia de los fragmentos pequeños de ARN (ARNsi) formados a partir del mecanismo de ARNi. -- PALABRAS CLAVE: Papa, transformación, PLRV, ARNi, ARNsi.
-- Potato Leafroll Virus (PLRV) is responsible for severe losses in yield and quality of potato worldwide. There are native and wild potatoes with high levels of resistance to PLRV (Solanum brevidens, S. etuberosum, and S. chacoencse raphanifolium).The development of new varieties using these sources of resistance is one of the current challenges of genetic improvement crop, however the genetic nature of the potato in most cases is incompatible between varieties, moreover to obtain the desired resistance takes over 20 years. Therefore the direct insertion of a gene that confers resistance to a variety of commercial importance have a significant advantage. The present thesis evaluated ten events (Desiree variety) transformed with a hairpin-type construct, containing the RNA interference system (RNAi), it will keep active and constant the formation of dsRNA between the homology sequence of transgene and PLRV. The events were characterized by PCR and Southern blot; they had in their genome from one to two copies of the transgene. Serological tests of DAS-ELISA selected four events with high resistance (low or zero concentrations of PLRV) during primary, secondary and tertiary infection. Finally, it was determined by Northern Blot that the resistance to PLRV is related to the presence of fragments of small interference RNA (siRNA) formed from the mechanism of RNAi. -- KEY WORDS: Potato, transformation, PLRV, RNAi, siRNA.
Tesis
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Orbegozo, Ramírez Jeanette Paola. "Transformación genética con el gen Rpi-blb2 y evaluación de la resistencia a Phytophthora infestans en Solanum tuberosum L. variedad Desiree". Master's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2014. https://hdl.handle.net/20.500.12672/9916.

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Señala que el oomiceto Phytophthora infestans es un agente causal de la enfermedad denominada tizón tardío, es responsable del déficit en rendimiento y producción así como pérdidas económicas de aproximadamente $3,50 billones anuales en áreas de cultivo de papa a nivel mundial. Existen plantas silvestres del mismo género de la papa (Solanum demissum), que poseen genes mayores de resistencia (R) y confieren resistencia al tizón tardío. Sin embargo el desarrollo de variedades resistentes por introgresión de estos genes no ha logrado una resistencia duradera por ser un proceso lento. En la presente tesis se reporta la introducción por Agrobacterium tumefaciens del gen Rpi-blb2 de S. bulbocastanum a la especie susceptible Solanum tuberosum L. variedad Desiree, la caracterización molecular de 29 eventos trasformados e infección de planta completa con los aislados peruanos de P. infestans, POX067 y PSR19, y la expresión del gen Rpi-blb2 por RT-PCR. Los eventos Desiree [Rpi-blb2] 4 y Desiree [Rpi-blb2] 30, con dos copias del transgen presentaron severidad del ≥21-50% (resistencia intermedia), a las infecciones de P. infestans. Se comprobó la transferencia del gen Rpi-blb2 de una especie silvestre a una cultivada mediante transformación genética.
Tesis
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Huenchunao, Ávalos Romina. "Resistencia a nistatina y fluconazol de levaduras de especie Candida albicans en saliva en pacientes diabéticos tipo 2 con distinto control metabólico". Tesis, Universidad de Chile, 2016. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/142378.

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Resumen
Trabajo de Investigación Requisito para optar al Título de Cirujano Dentista
Introducción: La Diabetes mellitus tipo 2 (DM2) es una enfermedad crónica altamente prevalente que debe ser rigurosamente monitoreada para evitar complicaciones asociadas a su descompensación, la cual es establecida cuando los sujetos presentan valores de Hemoglobina glicosilada (HbA1c) mayores a 7%. Esto puede asociarse a una acidificación del pH salival, lo que afectaría el crecimiento y diferenciación de levaduras del género Candida provocando aparición de Candidiasis. Es relevante determinar número y especies de levaduras presentes en saliva de pacientes diabéticos y la susceptibilidad de éstas a los distintos antifúngicos para mejorar el enfoque terapéutico. Materiales y Métodos: Se recogieron muestras de saliva no estimulada de 52 pacientes con DM2 de la Asociación de diabéticos de Chile (ADICH). Se les midió pH salival y se cultivaron en placas de Agar Sabouraud, realizando el recuento de colonias en UFC/ml. Se identificaron las especies en forma presuntiva en CHROMAgar Candida® confirmándose luego mediante PCR con partidores específicos. Se cultivaron los aislados de C.Albicans en Agar Sabouraud Tetraciclina con discos de difusión de Nistatina y Fluconazol para medir la susceptibilidad en milímetros. Se utilizó el test de Spearman para correlacionar las variables HbA1c, pH salival y cantidad de UFC/ml; también para HbA1c y susceptibilidad en mm. a los distintos antifúngicos, t-test para comparar ambos grupos y la prueba de Chi cuadrado para comparar valores entre pacientes compensados y no compensados. Se consideraron estadísticamente significativos valores de p < 0,05. Resultados: El 50% de los pacientes estaban descompensados. El 66% del total de levaduras aisladas fue Candida albicans, 43,6% Candida no albicans, destacando C. Glabrata. En pacientes con DM2 descompensada, se observó asociación inversa entre valores de HbA1c y pH salival. A mayor acidificación salival se observó mayor diversidad y cantidad de levaduras del género Candida. No se observó relación entre valores de HbA1c y susceptibilidad a nistatina o fluconazol. Se observó una leve correlación inversa entre pH salival y susceptibilidad a nistatina. Conclusión: La descompensación metabólica en pacientes con DM2 puede resultar en acidificación del pH salival afectando la cuantificación, diversidad de levaduras y la susceptibilidad de éstas a la terapia antifúngica.
Adscrito a Proyecto FIOUCH 13-002
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Ramírez, Mejía María Jimena. "Resistencia al cizallamiento e indice adhesivo remanente (ARI) de dos cementos ortodónticos fotopolimerizables antes y después del termociclado". Bachelor's thesis, Universidad Peruana de Ciencias Aplicadas (UPC), 2017. http://hdl.handle.net/10757/621715.

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Objetivo: El propósito del estudio fue comparar la resistencia al cizallamiento y el índice adhesivo remanente (ARI) utilizando dos tipos de cementos, TransbondTM XT (3M Unitek, Monrovia, California, USA) y OrthoCem (FGM, Joinville, Brazil). Materiales y Métodos: Sesenta dientes incisivos de bovino recién extraídos fueron divididos al azar en 4 grupos (n=15). En los Grupos A y B, los brackets fueron cementados con TransbondTM XT y OrthoCem respectivamente. En el Grupo C, se utilizó TransbondTM XT con 500 ciclos de termociclado y en el Grupo D se utilizó OrthoCem con 500 ciclos de termociclado. Se midió la resistencia al cizallamiento con la máquina de ensayo universal Instron® (3382, Instron Corp., Canton, Mass) a una velocidad de 0.5mm/min y se registraron los datos en megapascales (MPa). Después de la prueba de cizallamiento, fue registrado el índice ARI con el Microscopio Digital Dino-Lite AM4515T8 Edge a 40x. Resultados: El cemento TransbondTM XT sin termociclado obtuvo una media de 22.68 MPa, a diferencia del cemento OrthoCem el cual obtuvo 12.58 MPa de resistencia al cizallamiento. Después del termociclado, el cemento TransbondTM XT obtuvo 14.79 MPa a diferencia del OrthoCem, el cual consiguió 7.97 MPa. Conclusión: TransbondTM XT obtuvo valores más elevados de resistencia de unión al esmalte con y sin termociclado en comparación al OrthoCem
Objective: The aim of this study was to compare the shear bond strength (SBS) and adhesive remnant index (ARI) of two dental cements, TransbondTM XT (3M Unitek, Monrovia, California, USA) and OrthoCem (FGM, Joinville, Brazil). Materials and Methods: Sixty freshly extracted bovine incisors were randomly divided into four groups (n=15). In Groups A and B brackets were bonded with TransbondTM XT and OrthoCem respectively. In Group C brackets were bonded with TransbondTM XT with 500 thermocycles and in Group D brackets were bonded with OrthoCem with 500 thermocycles. The SBSs were measured with an Instron Universal testing machine (3382, Instron Corp., Canton, Mass) at a crosshead speed of 0.5 mn/min, data were recorded in megapascals (MPa). After the failure, the ARI was observed in a Digital Microscope Dino-Lite AM4515T8 Edge at 40x. Results: TransbondTM XT without thermocycling obtained a mean of 22.68 MPa and OrthoCem an average of 12.58 MPa of SBS. After thermocycling, TransbondTM XT obtained 14.79MPa and OrthoCem obtained a mean of 7.97 MPa. Conclusion: TransbondTM XT has higher values of SBS with or without thermocycling than OrthoCem.
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Montoya, Robles José Manuel. "Construcción con tierra : revisión y sustento de los ensayos de campo: presencia de arcilla o resistencia seca ; control de fisuración con arena gruesa". Bachelor's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2017. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/8679.

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La presente investigación tiene por finalidad corroborar los siguientes ensayos de campo: Ensayo de “Resistencia Seca” Ensayo de “Control de Fisuras con Arena Gruesa”. Cabe mencionar, que dichos ensayos fueron propuestos dentro de las conclusiones de la “Investigación Científica Innovativa: Edificaciones de Adobe en Áreas Sísmicas” realizada por la Pontificia Universidad Católica de Perú en el año de 1983 y también incluidos en los Manuales de Construcción con Tierra. Si bien es cierto, los ensayos son sencillos de difundir y en general aceptados por las comunidades de constructores en tierra, la falencia es que no cuentan con un respaldo técnico adecuado. La importancia del sustento técnico radica particularmente en la sencillez de los ensayos y por la utilización de cualquier auto-constructor, albañil o maestro de obra de las áreas rurales, cuyo objetivo es determinar la factibilidad del suelo sin herramientas ni laboratorios que conlleven a tener la seguridad de seleccionar o descartar las posibles canteras locales. Al respecto, la finalidad del primer ensayo es reconocer si una cantera de tierra tiene la suficiente cantidad y/o calidad de arcilla para poder construir, por lo cual se moldean esferas de 20 mm de diámetro, se deja secar por 48 horas, procediéndose al ensayo a compresión con los dedos de la mano tratando de romperlas. Partiendo del supuesto anterior, cabe la posibilidad de agregar dos tipos de materiales tales como: Paja, la cual es una fibra vegetal resistente a las tracciones o Arena Gruesa de partículas entre 0.5mm - 5mm; con el fin de evitar el agrietamiento durante el secado. Asimismo, el segundo ensayo tiene como propósito evitar fisuras agregando arena gruesa a la tierra, generando una mezcla óptima sin grietas que conlleva al mejoramiento de la resistencia del material. Finalmente, se ha llegado a la conclusión que ambos ensayos son complementarios para tener certeza de que la cantera y la mezcla son las óptimas para la construcción en un mínimo tiempo, con lo cual se genera eficiencia, economía y seguridad.
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Hernández, Alarcón Karen Gabriela. "Relación de los factores de riesgo con el abandono al tratamiento contra la tuberculosis resistente entre los años 2009 – 2012, Lima Metropolitana, Perú". Master's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2018. https://hdl.handle.net/20.500.12672/8063.

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Determina la relación que existe entre los factores de riesgo y el abandono al tratamiento anti-TB en pacientes con TB resistente en Lima Metropolitana, durante el periodo 2009 - 2012. Se estudian a 1707 pacientes con TB resistente, es decir, una muestra censal de pacientes de Lima metropolitana entre los años 2009 - 2012, de los cuales 499 son abandonos. Se realiza el análisis de regresión de Pearson y Chi Cuadrado. En los resultados se observa que los factores estudiados, seis tienen una relación positiva y significativa con p<0.05 usando la prueba de Chi Cuadrado y regresión de Pearson. Estos son: sexo masculino (76,55%), grupo de edad entre los 15 a 54 años (93,18%), índice de masa corporal normal (62,72%), abandono previo al tratamiento (23,65%), patrón de resistencia a rifampicina e isoniacida (77,75%) y los esquemas de tratamiento empírico (41,88%) e individualizado (52,9%). En conclusión, el tratamiento antituberculoso se asocia principalmente a factores no modificables (sexo masculino, abandono previo, edad, tipo de resistencia) y a dos factores modificables (índice de masa corporal y esquema de tratamiento).
Tesis
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