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Artículos de revistas sobre el tema "Continuazioni"

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Fiumara, Francesco. "Anna Bognolo, Giovanni Cara, and Stefano Neri.Repertorio delle continuazioni italiane ai romanzi cavallereschi spagnoli: Ciclo di Amadis di Gaula. Rome: Bulzoni, 2013. 664 pp." Symposium: A Quarterly Journal in Modern Literatures 69, n.º 3 (3 de julio de 2015): 172–74. http://dx.doi.org/10.1080/00397709.2015.1067062.

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Degórski, Bazyli. "L’insegnamento monastico geronimiano (continuazione)". Vox Patrum 38 (31 de diciembre de 2000): 487–503. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7271.

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Artykuł jest dokończeniem pierwszej części, która została wydana w VoxP 17 (1997) 199-214. Ukazuje on naukę ascetyczną św. Hieronima na podstawie jego dzieł skierowanych wyraźnie do mnichów. Wykorzystane w nim zostały wszystkie pisma Hieronimowe, wśród których na pierwsze miejsce wysuwają się listy. Obszerne urywki Hieronimowych dzieł monastycznych chcą przybliżyć myśl samego Autora, pozwalając mu przemawiać bezpośrednio do czytelnika, nie zaciemniając w ten sposób głębokiego przesłania Ojca Kościoła poprzez nadmierny, niekiedy zbyteczny komentarz.
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Bortolotti, Lando. "La navigazione interna in Toscana: continuazione e fine". STORIA URBANA, n.º 138 (junio de 2013): 119–34. http://dx.doi.org/10.3280/su2013-138007.

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Casertano, Giovanni. "verità, i ricordi e il tempo". Eikasía Revista de Filosofía, n.º 12 (27 de febrero de 2023): 261–83. http://dx.doi.org/10.57027/eikasia.12.532.

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Il Timeo è quindi la continuazione dei discorsi sulla «città bella», sulla distinzione dei cittadini in tre classi, sull’educazione degli uomini nella città, sulla comunanza dei beni, delle donne e dei figli. Un dialogo «politico», dunque? Non esattamente. O meglio, un dialogo che inquadra la politica della città in un orizzonte «cosmico», nel quale la vita, le vicende, la storia della città degli uomini si trovino ad essere inserite in una vita ed una storia molto più ampie, quella dell’universo intero.
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Skubic, Mitja. "Rada Cossutta - Franco Crevatin: Slovenski dialektološki leksikalni atlas slovenske Istre". Linguistica 47, n.º 1 (31 de diciembre de 2007): 166–67. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.47.1.166-167.

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L'Atlante linguistico dell'Istria slovena di cui è uscita la seconda parte è la continuazione e integrazione dello Slovenski dialektološki atlas Tržaške pokrajine (SDLA - TS), Trst 1987, pubblicato nella collana Slavica triestina a cura di F. Crevatin, edita dalla Scuola Superiore di lingue modeme per interpreti e traduttori dell'Universita degli Studi di Trieste. La differenza tra le due opera è sensibile, non solo per l'estensione geografica, giacché la prima si occupa della situazione delle parlate slovene della provincia di Trieste, mentre il presente Atlas abbraccia quelle dell'Istria slovena.
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Barchiesi, Alessandro. "Problemi d'interpretazione in Ovidio: continuità delle storie, continuazione dei testi". Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, n.º 16 (1986): 77. http://dx.doi.org/10.2307/40235859.

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Toti, Anna Maria Paola. "Le forme istituzionali del potere. Pier Paolo Pasolini e il linguaggio della praxis". RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, n.º 1 (marzo de 2012): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001006.

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Il documentario come testimonianza del sociale, come dispositivo realistico, č fonte di studio e di analisi per il sociologo; infatti, il materiale visuale rappresenta un documento essenziale per comprendere come ogni cultura rappresenti se stessa e le proprie alternative. L'idea che il cinema sia per sua natura riflesso e continuazione del reale, costituisce la base di alcuni importanti contributi, tra i quali vi č quello di Pier Paolo Pasolini che fornisce un'interpretazione critica dell'individuo e della storia. Il proletariato, i "ragazzi di vita", la periferia romana, una condizione subumana di esistenza, diventano i contenuti privilegiati di un cinema che, avendo fatta propria la lezione del neorealismo, pur trasfigurandola, ma avendola anche superata criticamente, tende a trasporre i dati immediati dell'esperienza in una dimensione artistica fortemente caratterizzata.
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Tekavčić, Pavao. "Saggi dialettologici in area italo-romanza, Nuova raccolta, a cura di Giovan Battista Pellegrini; Centro Studio per la Dialettologia Italiana «0. Parlangèli»; Consiglio Na­ zionale delle Ricerche, [Padova 1995], 259 pagine". Linguistica 35, n.º 2 (1 de diciembre de 1995): 326–28. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.326-328.

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La già ricca dialettologia italiana, che vanta tante ricerche, studi, riviste, atlanti e altri sussidi ancora, si è arricchita recentemente del volume miscellaneo qui recensito. Con le parole del curatore (p. V), questa Nuova raccolta è la continuazione del primo volume, edito nel 1993 [Raccolta di saggi lessicali in area veneta e alpina, Belluno]: infatti, alcuni autori dichiarano che i loro contributi si riconnettono a quelli di due anni fa. Alla Presentazione (pp. V-VI, non 1 come stampato nel sommario, p. VII) seguono dieci contributi di varia lunghezza. In cake si trova la cartina Toponomastica alto-ate­ sina (p. 258), l'elenco dei toponimi prediali in -anum in Alto Adige, da coHegarsi pro­ babilmente con ilprimo contributo (p. 259) e, fuori paginazione, la carta dell' Alto Veneta (Provincia Belluno-Cadore ). Il libro non contiene indici.
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Degórski, Bazyli. "La prefazione di san Girolamo alla continuazione della "Cronaca" di Eusebio di Cesarea". Vox Patrum 62 (4 de septiembre de 2014): 113–24. http://dx.doi.org/10.31743/vp.3581.

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Zanim Euzebiusz z Cezarei napisał swoje najsławniejsze dzieło Historia Kościelna (Ἐκκλησιαστική ἱστορία), zredagował Kronikę, to znaczy: dzieło historyczne, które streszcza dzieje świata. Grecki oryginał tego dzieła zaginął, ale mamy całe jego tłumaczenie w języku armeńskim i częściowe jego tłumaczenie po łacinie, którego dokonał właśnie św. Hieronim. Po przedstawieniu w pierwszej części syntezy historii wschodniej i greckiej, w drugiej części dzieła Euzebiusz prezentuje tablice, które przedstawiają historię ludzkości od Abrahama (2016 prz. Chr.) do roku 303 po Chr., i właśnie ta druga część Kroniki Euzebiusza została przetłumaczona przez św. Hieronima. To tłumaczenie św. Hieronim uzupełnił dochodząc do roku 378 po Chr. Hieronim przeczytał Kronikę Euzebiusza i przetłumaczył ją mniej więcej w roku 380. Zrobił to podczas swojego pobytu w Konstantynopolu. Pomimo wielu błędów i nieścisłości, które św. Hieronim przejął z tekstu greckiego dzieła Euzebiusza, ale także pomimo błędów popełnionych przez samego św. Hieronima, to historyczne dzieło jest użyteczne także i dzisiaj. W przeszłości natomiast zostało ono wykorzystane przez starożytnych historiografów, którzy je dalej kontynuowali. Dla przykładu byli to: Prosper z Akwitanii, Kasjodor, czy też Wiktor z Tunnuny.
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Donati, Andrea. "Hieronymi Epistula XLVI: Paulae et Eustochiae ad Marcellam - De locis sanctis. Commentario IV. Continuazione". Vox Patrum 50 (15 de junio de 2007): 345–72. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6590.

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Donati, Andrea. "Hieronymi Epistula XLVI: Paulae et Eustochiae ad Marcellam - De locis sanctis. Commentario III Continuazione". Vox Patrum 48 (15 de junio de 2005): 187–213. http://dx.doi.org/10.31743/vp.8719.

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Tucci, Pier Luigi. "Eight fragments of the Marble Plan of Rome shedding new light on the Transtiberim". Papers of the British School at Rome 72 (noviembre de 2004): 185–202. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002713.

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OTTO FRAMMENTI DELLA PIANTA MARMOREA DI ROMA CHE GETTANO NUOVA LUCE SU TRANSTIBERIMViene presentata per la prima volta l'identificazione dell'antica topografia delineata sui frammenti 138a–f e 574a–b della Forma Urbis, la pianta marmorea di Settimio Severo. Vi è rappresentato un lungo tratto — finora del tutto sconosciuto — della sponda destra del Tevere, di fronte all'Aventino. Gli edifici non hanno un carattere monumentale: si tratta di strutture e di aree legate al commercio fluviale. Si afFacciano su una strada larga circa 10 m, che rappresenta la continuazione del tratto della via Campana-Portuensis già identificato su un'altra lastra della Pianta. I frammenti suggeriscono che la via, in età severiana, non si dirigeva verso il pons Aemilius, ma si raccordava con un altro ponte, i cui piloni furono demoliti alla fine del XIX secolo. Si trattava evidentemente del pons Sublicius, la cui ubicazione è stata finora dibattuta.
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Niccolucci, Franco. "ARIADNEplus: l’avventura continua". DigItalia 15, n.º 2 (diciembre de 2020): 88–95. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00016.

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L’articolo descrive il progetto europeo ARIADNEplus, continuazione del precedente progetto ARIADNE. Questo nuovo progetto ha, come il precedente, l’obiettivo di superare la frammentazione degli archivi digitali di dati archeologici europei disponibili online attraverso la creazione di un catalogo. Rispetto al precedente progetto, ARIADNEplus ne estende significativamente la copertura geografica, tematica e temporale. I dati sono forniti da autorevoli istituzioni nazionali che ne garantiscono la qualità. Il catalogo permette di effettuare ricerche sui metadati, che sono conformi a standard internazionali, con vari criteri, e quindi di accedere ai dati direttamente presso l’archivio del proprietario dei dati stessi. Questi possono poi essere ulteriormente rielaborati con vari strumenti software forniti nel sistema. Tutti gli strumenti informatici utilizzati si avvalgono delle tecnologie più recenti. Una parte importante delle risorse del progetto è dedicata alla formazione degli utenti sia all’uso del sistema ARIADNEplus sia, in generale, all’applicazione in campo archeologico delle politiche e delle strategie europee riguardo alla open science.
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Tekavčić, Pavao. "István Jlig, A magyarországi italianistika bibliográfija - Bibliografia dell 'italiani­ stica in Ungheria, 1945-1995; Italianistica Debrecenensis V; Kossuth Lajos Tudo­ mányegyetem, Olasz Tanszek [Università Lajos Kossuth, Dipartimento di Italianistica]",. Linguistica 39, n.º 1 (1 de diciembre de 1999): 156. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.39.1.156.

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La collana Jtalianistica Debrecenensis, che esce dal 1993 (vol. I 1993-94; II 1995; III 1996; IV 1997), pubblica come vol. V l'importante raccolta bibliografica che qui presentiamo brevemente (sulla copertina posteriore c'è l'elenco delle altre edizioni, a cura dello stesso Ateneo). L'autore, dott. István Vig, slavista ungherese e docente all'Università di Debrecen, ha pubblicato vari studi e altri titoli, come risulta dalla Bibliografia. II presente volume racchiude ben 3863 unità, numerate in continuazione e uscite nel cinquantennio postbellico. Alla Prefazione, soltanto in ungherese (5-7;.si ci­ tano le pagine), segue l'Introduzione, in ungherese e in italiano (9-12), dopo la quale si trova l'Elenco delle sigle e abbreviazioni (13-27). La bibliografia (29-235) è divisa in quattro sezioni: Letteratura (29-115; recensioni 116-126), Critica e storia letteraria (127-168; recc. 169-178), Linguistica, insegnamento della lingua e della letteratura italiana (179-202; recc. 203-206), Storia (207-229; recc. 230-234), con un'Appendice (235).
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Bocian, Bernd. "Freud, Goodman e le scissioni". QUADERNI DI GESTALT, n.º 1 (septiembre de 2012): 121–38. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001012.

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In questa rubrica viene presentato un breve e denso saggio psicologico di Paul Goodman, nel quale l'autore si confronta criticamente con la teoria freudiana della mente. L'argomento di Goodman in questo lavoro č la scissione tra sé e mondo, pulsione e oggetto: da ultimo, tra me e l'altro. A ciň egli contrappone la concezione (propria e di Perls) di un campo unitario dialetticamente strutturato; una concezione i cui punti di partenza egli ritrova continuamente nel lavoro di Freud. Nell'annesso commento al tema, Bernd Bocian accenna al fatto che l'odierna cosiddetta "relational turn" nella psicoanalisi venne anticipata da Perls e Goodman. In merito, un ruolo di grande importanza fu giocato dalla loro visione unitaria di quelli che Freud chiamava processi primario e secondario, cosě come dalla successiva continuazione, da parte di Perls e Goodman, della teoria e prassi delle correnti radicali della psicoanalisi. L'analisi del carattere di Wilhelm Reich si porrebbe in quest'ambito come una fase di transizione fra la tradizione della psicoanalisi critico-sociale e Fritz Perls.
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Mŕdera, Romano. "Lo spirito dell'analisi nella trascendenza della centralitŕ egoica". STUDI JUNGHIANI, n.º 32 (febrero de 2011): 45–58. http://dx.doi.org/10.3280/jun2010-032003.

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Nel pensiero di Jung lo spirito puň essere avvicinato al senso, come la tensione opposta alla dimensione predeterminata del comportamento istintivo. Da questo punto di vista si puň cogliere l'importanza centrale che la spiritualitŕ ha per la clinica, poiché nel disagio dell'anima č, in ultima analisi, in gioco il senso. Se da un lato l'impianto teorico junghiano č sbilanciato nella direzione di un possibile riduzionismo psicologistico della dimensione spirituale, tendenza che trova la sua estremizzazione nella psicologia di Hillman e di Giegerich, dall'altro proprio Jung apre la via di una necessaria rivisitazione della clinica nella direzione di una trascendenza dell'incentramento egoico. Si propone allora una trasformazione della prassi analitica in direzione di una mancata coltivazione della ricerca del senso a partire da un lavoro mitobiografico che riprenda l'idea di Hadot di una filosofia come stile di vita. Ciň comporta sensibili trasformazioni del tempo del rapporto analitico, della "fine" dell'analisi, della stabilizzazione degli insight. L'apertura all'esercizio spirituale diventa allora continuazione e sviluppo dell'analisi stessa.
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Grasby, R. D. "Latin Inscriptions: Studies in Measurement and Making". Papers of the British School at Rome 70 (noviembre de 2002): 151–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002130.

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ISCRIZIONI LATINE: STUDI SULLA MISURAZIONE E LA REALIZZAZIONEQuesto articolo costituisce una continuazione ed una revisione della ricerca pubblicata in ‘A comparative study of five Latin inscriptions: measurement and making’, Papers of the British School at Rome 64 (1996). I cinque studi lì pubblicati hanno indicato la presenza di molte coincidenze nella composizione e nell'uso dei caratteri tra le iscrizioni formali di tardo primo e secondo secolo d.C., e hanno dimostrato come ogni aspetto della loro costruzione fosse regolato da un sofisticato sistema di misurazione. Lo scopo di questo secondo articolo, basato su iscrizioni di età repubblicana e di prima età imperiale — e che inoltre presenta i risultati di un sesto studio formale — è di determinare se si possano o meno identificare anche per questo periodo precedente simili principi nella composizione e nell'uso dei caratteri. Inoltre costituisce un'opportunità di aggiornare gli aspetti teorici degli studi precedenti e di dimostrare alcuni processi nell'uso dei caratteri nelle iscrizioni.
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Clavijo, Milagro Martín. "L’umorismo sovversivo di Eva in paradiso". Zbornik radova Filozofskog fakulteta u Splitu, n.º 13 (2020): 3–18. http://dx.doi.org/10.38003/zrffs.13.9.

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Franca Rame e Dario Fo hanno creato numerosi spettacoli imperniati sulla donna del mito, del passato e del presente, rimaneggiando in continuazione i tradizionali modelli femminili tramandati nel corso del tempo. Eva, classico modello che incorpora il l ruolo della donna nella società, appare di frequnte nel repertorio dei due autori-attori. Quest’articolo si basa sull’analisi di due spettacoli che vedono Eva protagonista assoluta di un’altra versione della creazione del mondo: Il diario di Eva e Adamo ed Eva e si sofferma in particolare sul momento della nominatio rerum. Con questi due testi Rame e Fo propongono un’altra Genesi che rompe una tradizione narrativa che per secoli ha condizionato il rapporto tra i generi. La storia della creazione viene raccontata da due punti di vista: da quello dell’essere umano in genere e da quello femminile in specifico, quest’ultimo, caratterizzato da umanità, comprensione e un’alta dose di umorismo. Sarà infatti proprio Eva, che ha il dono della parola, a dare vita al creato attraverso il linguaggio.
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Colombo Timelli, Maria. "Il Ciclo di Guiron le Courtois. VI Continuazione del Roman de Guiron, a cura di M. Veneziale". Studi Francesi, n.º 197 (LXVI | II) (1 de agosto de 2022): 388. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.49564.

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Vai, Massimo. "Osservazioni sul soggetto espletivo tra fiorentino del Due-Trecento, antico francese e volgari dell’Italia Settentrionale." Cuadernos de Filología Italiana 26 (2 de octubre de 2019): 119–42. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.57387.

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Il soggetto espletivo caratterizza la sintassi dell’italiano antico, dell’antico fracese e dell’antico provenzale. Se ne trovano numerosi esempi anche nei volgari medievali dell’Italia Settentrionale. Dal momento che le lingue romanze sono continuazione di una lingua pro-drop, il latino, non stupisce di trovare fasi pro-drop nelle più antiche testimonianze delle stesse. Tuttavia, la non obbligatorietà del pronome soggetto espresso si organizza diversamente nelle varietà medievali, che manifestano una sintassi caratterizzata da pro-drop asimmetrico: comportamento pro-drop per le proposizioni principali, rispetto a una spiccata tendenza alla presenza del pronome soggetto nelle frasi subordinate. Questo fenomeno sembra collegato a una sintassi V2: il verbo si muove nella periferia (CP) e legittima un soggetto nullo. Il movimento a CP non è possibile o comunque molto limitato nelle dipendenti (CP è occupato dai subordinatori) e il soggetto deve essere espresso con un pronome. È con questa sintassi che si intreccia la storia del pronome soggetto espletivo in antico francese, anatico provenzale, italiano antico e volgari medievali dell’Italia settentrionale. La struttura V2 è indipendente dal carattere pro-drop della lingua, ma il soggetto obbligatorio mostra più chiaramente il fenomeno V2. Parole chiave: soggetto espletivo; Verb Second; pro-drop asimmetrico; periferia sinistra della frase; sintassi delle lingue romanze medievali.
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Ostinelli, Giorgio. "Concezione e realizzazione del Questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante". Swiss Journal of Educational Research 34, n.º 3 (26 de septiembre de 2018): 533–50. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.34.3.4895.

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La valutazione dell’insegnamento è sempre stata ed è tuttora un tema allo stesso tempo importante e di difficile attuazione. Benché chi insegna valuti in continuazione, si constata tuttavia che, nella maggior parte dei casi, le/gli insegnanti non amano essere valutati. Come fare per introdurre delle forme di valutazione «sostenibili», che aiutino a meglio mettere a fuoco aspetti importanti dell’insegnamento e che siano allo stesso tempo rigorose e rispettose della professionalità e della personalità delle/dei docenti? La creazione di un contesto orientato al miglioramento nelle scuole può essere un’occasione importante per sviluppare approcci dotati di tali caratteristiche, ed è, in poche parole, quanto è avvenuto presso la Scuola professionale e artigianale (SPAI) di Mendrisio negli ultimi anni. Nei fatti, nell’ambito del progetto DAAP1, sorto a partire da un’iniziativa federale volta a introdurre forme di autovalutazione negli istituti scolatici, un gruppo di lavoro a cui prendevano parte rappresentanti delle varie categorie di attori presenti nella scuola (insegnanti, allievi, direzione, ecc.) ha sviluppato, con l’assistenza di uno School Improvement Advisor/researcher (SIA), un questionario per la valutazione della didattica e della relazione con l’insegnante. Il presente articolo descrive le tappe che hanno condotto alla creazione di tale strumento e le procedure che hanno permesso di affinarne la validità e l’affidabilità, nell’ottica di una sua utilizzazione su più larga scala da parte dei docenti ticinesi e di madrelingua italiana.
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Di Pietro, Maria Luisa y Roberta Minacori. "La contraccezione d’emergenza". Medicina e Morale 50, n.º 1 (28 de febrero de 2001): 11–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.715.

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Con la locuzione “contraccezione d’emergenza”, detta anche “contraccezione postcoitale”, si indica un insieme di pratiche a cui si fa ricorso dopo un rapporto sessuale presunto fecondante allo scopo di impedire la prosecuzione di una gravidanza, qualora questa sia già iniziata. La recente commercializzazione in Italia della pillola “Norlevo”, ha riacceso un dibattito, aperto già da tempo in ambito internazionale, dove sono in atto da parte di vari enti strategie, finora poco riuscite, per la diffusione di tali mezzi soprattutto in alcune categorie quali le adolescenti o le donne vittime di violenze. Dopo aver descritto i vari prodotti e protocolli in uso a tale scopo, alla luce dei dati riscontrati nella letteratura internazionale, le Autrici hanno messo in evidenza come, nonostante sia possibile un effetto inibente l’ovulazione, in realtà in larga parte - nel 70-100% dei casi - il meccanismo di azione di questi prodotti è abortivo e non contraccettivo. Essi impediscono, infatti, la continuazione della gravidanza, attraverso l’azione sul corpo luteo, sulla tuba e, in particolare, sull’endometrio: tre effetti che interferiscono con la fase post- fertilizzazione, quindi con lo sviluppo dell’embrione, già presente se il rapporto è stato fecondo. Infine, le Autrici evidenziano la manipolazione semantica operata sia in ambiti scientifici sia in ambiti istituzionali per migliorare l’accettabilità da parte dell’opinione pubblica, da cui la necessità di dare alle donne delle informazioni chiare e obiettive sul reale meccanismo d’azione di questi prodotti rispetto all’eventuale instaurarsi di una gravidanza.
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Morighi, Maria Chiara. "«Una continuazione di Zeno»: il Vecchione o il Vegliardo? Con due lettere inedite del carteggio Svevo-Crémieux". Giornale storico della letteratura italiana 196, n.º 656 (octubre de 2019): 575–79. http://dx.doi.org/10.1484/j.gsli.5.129929.

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Myszor, Wincenty. ""Ekklesia" i "Kościół" w ujęciu gnostyków II i III wieku". Verbum Vitae 6 (14 de diciembre de 2004): 185–204. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1366.

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L’argomento della „Chiesa” nei gnostici puo essere considerato a partire dalle fonti dei polemisti antignostici, anzitutto di Ireneo di Lione e di Tertuliano, e riferendosi agli scritti dei gnostici cristiani, inoltre alle opere originali, ossia ai testi di Nag Hammadi. Le questione „Chiesa” riguarda la societa religiosa, alla quale appartengono i cristiani, e l’interpretazione teologica di questa realta. I gnostici cristiani venivano stigmatizzati dai polemisti come eretici, ma la loro appartenenza alla Chiesa non puo essere in modo conclusivo spiegata. Da una parte soltanto nella polemica con loro si rivelano i confini dottrinali di questa appartenenza, dall’altra i gnostici cristiani stessi non costituivano una societa distinta (fuori della Chiesa), al contrario, si consideravano la piu spirituale parte della Chiesa, („pneumatica”), inserendosi nella piu stretta cerchia della Chiesa. Nell’opinione dei gnostici la gente „della Chiesa”, che veniva definita come gli uomini sensuali („psichici”), nell’appartenenza alla Chiesa si poteva salvarsi, oppure costituiva la sua piu esterna parte, giungendo ad un genere di salvezza inferiore, corrispondente al grado minore dell’appartenenza ad essa. I gnostici svilupparono l'interpretazione teologica della realta ecclesiale nella continuazione dell’idea primitiva cristiana (giudeocristiana) della Chiesa preesistente, esprimendo sia la sua divina ed eterna origine, che la sua destinazione. I gnostici si richiamavano all’idea della Chiesa come „corpo” di Cristo. Per lo sviluppo dell’idea della preesistenza della Chiesa e della sua concezione come „corpo” (eventualmente delle „membra”) di Cristo le nuove fonti nella biblioteca gnostica di Nag Hammadi meritano non solo un’indagine da parte dei storici della Chiesa, ma anche un’attenzione da parte degli esegeti.
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Spagnolo, Antonio G. y Maria Luisa Di Pietro. "Quale decisione per l'embrione in una gravidanza tubarica?" Medicina e Morale 44, n.º 2 (30 de abril de 1995): 285–310. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.987.

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L'aumento delle gravidanze ectopiche si verifica maggiormente nelle donne con infezioni pelviche, endometriosi e danni tubarici dovuti ad interventi sia di sterilizzazione che di ripristino della pervietà. Vi è inoltre un aumento della incidenza nelle donne infertili, molte delle quali vengono sottoposte a indagini diagnostiche e successivi interventi di procreazione assistita. Inoltre, gioca un ruolo importante l'uso di recenti "contraccettivi" che in realtà sono abortivi. L'articolo considera i valori etici che sono implicati nelle decisioni che possono essere prese nel trattamento di questa condizione patologica: a) aspettare per una risoluzione spontanea o intervenire con una salpingotomia nel caso di pericolo per la donna; b) somministrare sostanze come prostaglandine o metotrexate col fine di interrompere la vita embrionale; c) "rimuovere" l'embrione ectopica attraverso un intervento di salpingotomia. Tutte e tre queste decisioni comportano la distruzione dell'embrione senza alcuna prospettiva di continuazione della gravidanza e dunque sono eticamente discutibili. d) Recentemente è stato descritto un riuscito intervento di conversione di una gravidanza tubarica in gravidanza uterina, e questo offre l'occasione per ripensare a ciò che è meglio fare di fronte ad un embrione condannato a morte certa. Secondo gli autori, questa nuova tecnica sembra offrire una realistica prospettiva terapeutica e perciò deve essere approfondita sul piano della ricerca, date anche le disponibilità attuali di fare precocemente una diagnosi di gravidanza ectopica. Inoltre è necessario fare un'opera educativa circa la necessità per la donna di sottoporsi a tali accertamenti diagnostici come pure di partecipare alla messa a punto di tale tecnica e di prevenire i fattori di rischio responsabili della patologia.
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Ostrowski, Grzegorz. "„Świat rozumem jest rządzony”. Pojęcie Bożej opatrzności w "De ira Dei" Laktancjusza". Vox Patrum 55 (15 de julio de 2010): 499–509. http://dx.doi.org/10.31743/vp.4352.

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Lattanzio è uno dei più grandi scrittori africani del III-IV secolo. In termini di stile, linguaggio e di qualità letterarie ha superato di gran lunga i suoi contemporanei, ma è rimasto un teologo mediocre. Nei suoi scritti si riferiva più volentieri alla filosofia che alla fede. Breve e poco significativa, l’opera De ira Dei, il cui tema centrale è l’ira di Dio, contiene numerosi contenuti e indicazioni su ciò che costituisce l’idea principale delle opere di Lattanzio, che è la verità della Provvidenza divina. l’Autore inserisce questo tema in un più ampio contesto filosofico. Lo scrittore fa riferimento agli antichi pensatori greci che confermavano filosoficamente che il mondo è stato creato in modo saggio e così è governato, ma fa riferimento anche a quelli che affermavano che la Provvidenza non esiste. Lattanzio conferma che il mondo era costituito secondo un piano specifico. La Provvidenza, di un solo Dio, regola il mondo; governa tutta la creazione. La Provvidenza divina non solo ha dato l’esistenza alla creazione, ma ne consente la continuazione. L’Autore del De ira Dei sottolinea qualcosa che i filosofi antichi non hanno visto affatto, richiama l’attenzione sull’amore che Dio riversa sulla creazione, e in particolare sulla razza umana. Lattanzio spiega che il male esistente nel mondo non compromette la verità della Provvidenza di Dio e della sollecitudine di Dio verso il mondo. Il male resta nel mondo perché possa rivelare meglio il bene. Invece, il rifiuto della Provvidenza di Dio dovrebbe essere collegato con la negazione della verità dell’esistenza di Dio.
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Napiórkowski, Celestyn S. "Jan Paweł II a 1550. rocznica soboru efeskiego". Vox Patrum 50 (15 de junio de 2007): 123–28. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6723.

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Si potrebbe pensare che sulla teologia dell'Efeso non sia piu possibile dire ąualcosa di nuovo, eppure e possibile. E’ giusto affermare infatti che la Lettera del Santo Padre Giovanni Paolo II all’Episcopato delta Chiesa Cattolica per il 1600 anniversario del Primo Concilio di Costantinopoli I e per il 1550 anniversario del Concilio di Efeso (25 III 1981) offre una visione in ąualche modo rinnovata dell'Efeso riconsiderandolo nell'ottica del Concilio di Costantinopoli e del Vaticano II.1. Nel contesto del Concilio di Costantinopoli: alla tradizionale interpretazione cristologica e mariologica dell'Efeso, Giovanni Paolo II aggiunge l'interpretazione soteriologica (l’Efeso canto „un’inno all'onore dell'opera di salvezza compiuta nel mondo attraverso Pazione dello Spirito Santo”), quella pneumatologica (l’incarnazione si fece per l'azione dello Spirito Santo ) e quella ecumenica (i due Concili appartengono alla stessa eredita della fede ). Egli sottolinea ugualmente la permanenza della fertilita spirituale di quei misteri. II Papa non si esprime sul problema di Nestorio ; non lo accusa di eresia ; il nestorianismo e l’insegnamento sbagliato sulla maternita divina rimangono legati, ma il movimento non ne e ritenuto il principale responsabile. 2. Nel contesto del Vaticano II: rifenrendosi alPinsegnamento del Vaticano II relativo alla presenza della Vergine Maria nel Mistero della Chiesa, Giovanni Paolo II da rilievo alla prospettiva ecclesiologica dell'Efeso: lo Spirito Santo santifica in continuazione la Chiesa, le da la vita, abita nei cuori dei fedeli, conduce la Chiesa alla pienezza della verita, la unifica nelle sue communita e attivita pastorali, la dirige, la decora, la mantiene sempre giovane, la rinnova e la conduce alPunione totale eon il Cristo. Maria Santissima, unita allo Spirito Santo, sta realizzando la sua maternita nella Chiesa.
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Arrieta, Juan Ignacio y Artur Miziński. "Prałatury personalne i ich relacje do struktur terytorialnych". Prawo Kanoniczne 43, n.º 3-4 (10 de diciembre de 2000): 85–115. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2000.43.3-4.04.

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L’abituale rapportarsi tra i vescovi messi a capo delle distinte Chiese particolari o coetus fidelium deve considerarsi un normale esercizio del loro ministero episcopale, e rientra nello spirito di collegialità e nella reciproca sollicitudo che ogni vescovo deve coltivare verso la missione affidata singolarmente agli altri confratelli. Tali rapporti assumono una rilevanza particolare nel caso di strutture complementari, poiché i fedeli ai quali rivolgono la loro attività pastorale sono necessariamente fedeli di una Chiesa particolare. Avendo l’organizzazione delle comunità e la determinazione delle funzioni episcopali un prevalente carattere territoriale, pare giustificato far ricorso alle strutture personali soltanto davanti alla necessità di sviluppare una coerente attenzione pastorale in settori che in altro modo rimarrebbero insufficientemente coperti. In realtà, il rapporto tra strutture gerarchiche è indissociabile dal rapporto tra le rispettive funzioni episcopali о le relative missioni canoniche, allo stesso modo come il discorso sulla „communio ecclesiarum” è parallelo a quello sulla sacramentalità dell’episcopato. Questo tipo di rapporto avviene, principalmente, per una doppia ragione. Da una prospettiva di fatto, a causa della natura non statica delle comunità di fedeli, che interpellano in continuazione diverse giurisdizioni e missioni episcopali. Ma soprattutto, il rapporto tra strutture ha luogo a causa della natura stessa della funzione episcopale, essenzialmente aperta agli altri colleghi nell’episcopato. E noto ehe le Prelature personali sono state ideate lungo i dibatti dei decr. Presbyterorum ordinis (n. 10). Per una migliore distribuzione del clero o per la realizzazione di speciali iniziative pastorali la Santa Sede puo stabilire „speciales dioceses vel praelature personales”. II can. 297 CIC rappresenta l’unica norma соdiciale che fa cenno al raccordo tra queste strutture. II precetto rinvia agli statuti di ogni prelatura per indicare il modo di allacciare tali rapporti, stabilendo comunque un principio generale: al vescovo diocesano spetta il diritto di dare il proprio consenso perché l’attività pastorale di una prelatura personale possa avviarsi nella diocesi. Oltre a queste considerazioni generali, la normativa canonica lascia agli statuti ogni ulteriore determinazione dei rapporti tra il vescovo diocesano e la prelatura. La missio canonica del prelato è determinata negli statuti della prelatura, i quali, a loro volta, nel circoscrivere l’ambito della discrezionalità del prelato, delineano contemporaneamente il rapporto con la legislazione del territorio. Lesercizio della giurisdizione da parte del prelato personale tiene conto dell’appartenenza simultanea dei propri fedeli laici alla comunità territoriale, ecclesiologicamente primaria e teologicamente diversa rispetto dell’appartenenza alla prelatura. Tuttavia, la prelatura personale, come la Chiesa locale, è struttura gerarchica autonoma, i cui rapporti con le Chiese particolari si pongono su un piano di coerenza con il rispettivo compito ecclesiale. La competenza delle due giurisdizioni sulle stesse persone postula, di conseguenza, un qualche coordinamento о intesa fra funzioni episcopali. Perciò, come capita con le altre circoscrizioni personali, le norme speciali di ogni prelatura - 1’atto pontificio di erezione o gli statuti - dovranno delineare quale sarà il modo di rapportarsi ambedue le giurisdizioni, se in forma cumulativa, sussidiaria о com-plementare. Infine si può dire che i rapporti tra la prelatura e le strutture territoriali rientrano in buona misura nei seguenti criteri generali: a) primo, la normale sottomissione nel contesto della comunione ecclesiale dell’attività della prelatura alla legislazione territoriale emanata dall’autorità competente che, a volte, sarà quella del vescovo diocesano, e altre volte, invece, quella della conferenza episcopale; b) secondo, il fatto che la prelatura rappresenta una struttura giurisdizionale, episcopale, autonoma, che deve agire in funzione delle finalità pastorali prefissate dalla Santa Sede, e che rappresentano il contenuto della missio canonica del prelato, e la regola voluta dal Capo del Collegio per rapportarlo con l’episcopato territoriale; c) terzo, che l’unità della prelatura, avente carattere universale, richiede un minimo di omogeneitò di regime attorno ai fattori di propria identità, compatibile con la pluralité di legislazioni territoriali con le quali essa si trova in contatto. La primazia della legislazione territoriale risponde ad un principio generale di comunione ecclesiale valido per qualunque attività pastorale da svolgere nell’ambito di una Chiesa particolare.
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Busby, Keith. "Le Cycle de Guiron le Courtois. Prolégomènes à l’édition intégrale du corpus, sous la direction de Lino Leonardi et Richard Trachsler. Études réunies par Luca Cadioli et Sophie Lecomte (Rencontres, 340; Civilisation Médiévale, 31), Paris, Classiques Garnier, 2018, 669 p.Il ciclo di Guiron le Courtois. Romanzi in prosa del secolo XIII. Edizione critica diretta da Lino Leonardi e Richard Trachsler. IV. Roman de Guiron. Parte prima, ed. Claudio Lagomarsini (Archivio Romanzo 38), Florence, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2020, XVI + 897 p. Il ciclo di Guiron le Courtois. Romanzi in prosa del secolo XIII. Edizione critica diretta da Lino Leonardi e Richard Trachsler. V. Roman de Guiron. Parte seconda, ed. Elena Stefanelli (Archivio Romanzo 39), Florence, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2020, XVI + 920 p. Il ciclo di Guiron le Courtois. Romanzi in prosa del secolo XIII. Edizione critica diretta da Lino Leonardi e Richard Trachsler. VI. Continuazione del Roman de Guiron, ed. Marco Veneziale (Archivio Romanzo 40), Florence, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2020, XVI + 530 p." Zeitschrift für romanische Philologie 137, n.º 3 (1 de septiembre de 2021): 933–47. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2021-0036.

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Garau, Sara y Anna Laura Puliafito. "Premessa". Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, n.º 66 (8 de noviembre de 2019). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/66.2.1.

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Questo numero è l’ideale continuazione del volume del 2017 (64/2) curato da Pietro De Marchi e Fabio Pusterla, e dedicato alle ricerche della relève svizzera. In particolare vengono questa volta presentate ricerche legate a materiali presenti in archivi, biblioteche ed istituzioni elvetiche, a testimonianza dei lavori in corso. Si intende così fornire anche un aggiornamento rispetto ad analoghi sondaggi pubblicati negli ultimi quindici anni circa. Con lo scopo specifico di stimolare nuovi percorsi di studio e di ricerca, i singoli contributi, che riguardano un arco cronologico ampio, dal Rinascimento all’età contemporanea, sono corredati di un indice dei manoscritti e di tutti i materiali d’archivio discussi. Keywords: Bern, Biblioteca nazionale, Archivio svizzero di letteratura; Bern, Burgerbibliothek; Chur, Staatsarchiv Graubünden; Lugano, Archivi RSI; Lugano, Biblioteca cantonale, Archivio Prezzolini; Lugano, Biblioteca universitaria; Zürich, Staatsarchiv.
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Silva, Chiara. "L'evoluzione della continuazione: il problematico passaggio dalla teoria del reato alla commisurazione della pena". Archivio penale, n.º 1 (2015). http://dx.doi.org/10.12871/978886741544111.

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"Riconoscimento delle sentenze penali straniere e continuazione internazionale: tra resistenze giurisprudenziali e necessità di armonia". Archivio penale, n.º 3 (2018). http://dx.doi.org/10.12871/978883318013719.

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Marconi, Maurizio. "Compararazione dei manoscritti del Kitāb inšā’ al-dawā’ir". El Azufre Rojo, n.º 5 (29 de mayo de 2018). http://dx.doi.org/10.6018/azufre.332361.

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Continuazione della edizione Kitāb inšā’ al-dawā’ir.Tabella confrontando il Il più antico manoscritto Manissa (conservato presso la biblioteca di Manissa in Turchia, risale all’anno 655 dall’Egira, quindici anni dopo la morte dell’autore, ed è stato redatto da Muḥammad ibn ʿAbd al-Ḫāliq al-Anṣārī direttamente dalla copia autografa che era in possesso di al-Ḥabašī) con altri tre manoscritti “storici” del libro: il manoscritto Veliyuddīn 1686, scritto a Qunya nell’anno 667 dall’Egira, da un discepolo di Ṣadruddīn al-Qunawī; il manoscritto University A4408, scritto nell’anno 748 dall’Egira, che contiene però solo alcuni estratti tratti da un originale; ed il manoscritto Bayazid 3750, copiato ad Aleppo nell’anno 782 dall’Egira da un originale. E comparando con l’edizione di H.S. Nyberg del 1919 3, ripresapoi da P. Fenton e M. Gloton nel 1996 4, si basa essenzialmente su un manoscritto conservato a Uppsala e redatto nell’anno 770 dall’Egira e su cinque manoscritti conservati a Berlino e redatti in epoche successive; ma che si basa su manoscritti spesso tardivi e, per sua stessa ammissione, pieni di errori, si riscontrano più di ottanta differenze, alcune delle qualicambiano diametralmente il senso del testo.
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