Literatura académica sobre el tema "Contenzione fisica"

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Artículos de revistas sobre el tema "Contenzione fisica"

1

Teresa Colesanti, Gemma y Daniela Santoro. "Omicidi, ingiurie, contenziosi: Violenza verbale e fisica nella Calabria del XV secolo". Anuario de Estudios Medievales 38, n.º 2 (25 de noviembre de 2008): 1009–22. http://dx.doi.org/10.3989/aem.2008.v38.i2.92.

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2

Leszczyński, Grzegorz. "Charakterystyka rekursu do II sekcji Sygnatury Apostolskiej". Prawo Kanoniczne 51, n.º 3-4 (10 de diciembre de 2008): 261–74. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.3-4.13.

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Resumen
Perché un fedele possa iniziare la procedura contenzioso amministrativa deve possedere la capacità giuridica, sia generale sia processuale, ma soprattutto l’interesse di agire, l’interesse che deve essere personale, diretto e attuale. La parte ricorrenete può essere una persona fisica o giuridica e può essere anche l’autorità amministrativa inferiore, cioé l’autore dell’atto che è stato impugnato in sede di ricorso gerarchico. La parte resistente è sempre un Dicastero della Curia Romana. Il motivo del ricorso è illegalità dell’atto e così detta la violatio legis. Il soggetto del ricorso è l’atto amminitrativo emanato da un Dicastero della Curia Romana. Questi sono i fondamentali elementi del ricorso presentato presso la seconda sezione dell’Segnatura Apostolica che ho cercato precisare e complementare in presente articolo.
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3

Bazzoni, Alessandro, Pierluigi Morosini, Gabriella Polidori, Maria Laura Rosicarelli y David Fowler. "The use of group cognitive behaviour therapy in a routine acute inpatient setting". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, n.º 1 (marzo de 2001): 27–36. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008514.

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Resumen
RIASSUNTOScopo – Lo scopo di questo lavoro è di descrivere un modello di intervento di gruppo di tipo cognitivo comportamentale applicato in condizioni di routine a pazienti psicotici acuti durante il ricovero in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) e di riportare le prime valutazioni di efficacia. Disegno – Il disegno dello studio è di tipo pre–post. E'stato fatto un confronto delle variabili in studio tra il 1997 e il 1998, anno in cui è stata introdotta la Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) di gruppo. Setting –SPDC, S. Filippo Neri di Roma, 1998. Principali misure utilizzate – Sono state valutate e confrontate le seguenti variabili: riammissioni, trattamenti sanitari obbligatori, episodi di violenza, contenzioni fisiche, fughe dal reparto. E'stata anche accertata l'opinione dei pazienti nell'ultimo trimestre del 1998. Risultati – Al gruppo di TCC hanno partecipato 385 pazienti (79% dei pazienti ammessi), ognuno dei quali ha partecipato in media a 4 sessioni. Il 59% dei pazienti che ha preso parte al gruppo aveva una diagnosi di schizofrenia o di disturbo paranoideo. Rispetto al 1997 i Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) complessivi sono diminuiti di 1/3, le riammissioni di 1/3 e i TSO nelle riammissioni di 3/4 (p<0.05), gli episodi di violenza di più della metà (p<0.001), le contenzioni fisiche e gli allontanamenti dal reparto non autorizzati sono praticamente scomparsi. L'opinione dei pazienti sull'utilità dell'intervento di gruppo è stata molto favorevole. Conclusioni – E'probabile, anche se non certo, che i miglioramenti riscontrati siano dovuti all'intervento in esame. La maggior parte dei pazienti ricoverati ha trovato utile partecipare al gruppo e alcuni hanno chiesto di poter continuare a frequentarlo anche dopo la dimissione. Questi risultati preliminari sono molto promettenti e ci auguriamo che costituiscano uno stimolo affinché questo intervento possa essere applicato e valutato in altri SPDC.
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4

Franzina, Pietro. "La disciplina internazionalprivatistica italiana della protezione degli adulti alla luce di una recente pronuncia = A recent decision involving the Italian rules of private international law on the protection of adults". CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, n.º 1 (5 de marzo de 2020): 219. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5186.

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Resumen
Riassunto: Una recente pronuncia del Tribunale di Belluno offre l’occasione per discutere le difficoltà che circondano l’applicazione delle norme italiane di diritto internazionale privato relative alla protezione delle persone maggiorenni che, a causa di un un’infermità o di menomazioni psichiche o fisiche, non sono in grado di provvedere ai propri interessi. Investito di un’istanza per la nomina di un amministratore di sostegno, il Tribunale ha affermato la sussistenza della giurisdizione italiana in ragione del fatto che la beneficiaria della misura di protezione –una cittadina macedone– aveva la propria residenza in Italia; circostanza rilevante, si legge nel provvedimento, tanto ai sensi dell’art. 3 quanto ai sensi dell’art. 9 della legge italiana di diritto internazionale privato (legge n. 218/1995), le norme generali riguardanti, rispettivamente, la giurisdizione contenziosa e quella volontaria. Quanto alla legge applicabile, il Tribunale ha innanzitutto rilevato che l’art. 43 della legge italiana di diritto internazio-nale privato richiama la legge nazionale della persona di cui trattasi, cioè, nella specie, la legge macedone. Si è dunque preoccupato di accertare se le norme macedoni sui conflitti di leggi richiamassero una legge diversa, ed è giunto alla conclusione che queste rinviassero nel caso di specie alla legge italiana. Anche il diritto internazionale privato macedone assoggetta in via ordinaria la protezione degli adulti alla legge del paese di cittadinanza dell’interessato, ma esiste nel sistema macedone una clausola di eccezione di carattere generale che, in un caso come quello considerato, interamente collegato con l’Italia (a parte la cittadinanza della beneficiaria) corregge il richiamo predetto e riconduce la fattispecie sotto il diritto italiano. Da qui, in forza dell’art. 13 della legge italiana di diritto internazionale privato, in tema di rinvio, l’applicabilità del diritto italiano. L’articolata argomentazione che sorregge la pronuncia, in sé convincente, mette in luce le ragioni per le quali l’assetto normativo attuale appare inadeguato a soddisfare gli interessi che oggi dominano la materia, quali risultano in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. La ratifica italiana della Convenzione dell’Aja del 2000 sulla protezione internazionale degli adulti comporterebbe, si sostiene nell’articolo, vantaggi significativi. Parole chiave: disabilità; capacità; supporto nella assunzione di decisioni; competenza giurisdizionale; procedimenti contenziosi e volontari; legge applicabile; rinvio; clausola di eccezione. Abstract: A recent decision by the Tribunal of Belluno provides the opportunity to discuss the difficulties that surround the application of the Italian rules of private international law concerning the protection of adults who, by reason of an impairment or insufficiency of their personal faculties, are not in a position to protect their interests. Seised of a request for the appointment of an “amministratore di sostegno” (a person charged with assisting the adult concerned in the taking of particular decisions), the Tribunal found it had jurisdiction on the ground that the person for whom the protection was sought – a national of Macedonia – resided in Italy. As noted by the Tribunal, this provided a sufficient basis for jurisdiction under both Article 3 and Article 9 of the Italian Statute on Private International (Law No 218 of 1995), concerning jurisdiction over contentious and non-contentious proceedings, respectively. As regards the applicable law, the Tribunal observed at the outset that, pursuant to Article 43 of the Italian Statute, the protection of adults is governed by the law of the State of nationality of the adult concerned, that is, in the circumstances, the law of Macedonia. The Tribunal went on to assess whether the conflictof-laws rules in force in Macedonia refer, in turn, to the law of the different country, and found that they refer the matter back to Italian law. Like the Italian Statute, the Macedonian Statute of Private International Law provides that the protection of adults be governed by the law of nationality of the adult in question. However, the Macedo-nian Statute includes a general exception clause pursuant to which, in the Tribunal’s view, the case must rather be considered to be governed by Italian law, given that the case is con-nected with Italy in all respects, apart from the nationality of the person concerned. Hence, according to Article 13 of the Italian Statute, on renvoi, the application of Italian law. The Tribunal’s complex reasoning, while persuasive in itself, illustrates the reasons why the cur-rent legal landscape hardly suits the interests underlying this area of law, in particular as they result from the United Nations Convention on the rights of persons with disabilities of 2006. The paper argues that the picture would significantly improve if Italy ratified the Hague Convention of 2000 on the international protection of adults. Keywords: disability; capacity; assisted decision-making; jurisdiction; contentious and non-contentious proceedings; applicable law; renvoi; exception clause.
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5

"Raccomandazioni inerenti la contenzione fisica". Quaderni Italiani di Psichiatria 31, n.º 2 (junio de 2012): 42–45. http://dx.doi.org/10.1016/j.quip.2012.01.012.

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